Doctor WinKyll and Mistress Hyde

Da qualche settimana, il tempo a mia disposizione per vivere la mia Seconda Vita si è ridotto di molto. Provo a riassumere un po’ delle pochissime puntate mancanti, come accade in quei film al termine dei quali una serie di cartelli neri aggiornano il pubblico su quello che è successo dopo le vicende narrate fino a quel punto.

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La mia attività di Bane Operator, sospesa forzosamente nelle due settimane in balia di Belias, ha ripreso a pieno regime, e ho avuto modo di nuovo di monitorare i miei bane a distanza, utilizzando il telecomando, e facendoli sentire, qualche volta, un po’ meno soli, sia pur con i messaggi gelidi e professionali che il mio ruolo di Operatrice esige. A Zhora, davanti alla sede della Kelley Technologies Inc., ho incontrato e avuto modo di chiacchierare un poco con Moss, che mi ha raccontato orgogliosa di come uno dei suoi bane abbia, a quanto pare, provato in prima persona il fenomeno della nascita del favoleggiato Eudeamon. Noi Operatori siamo istruiti a non credere a questa improbabile leggenda, eppure l’evidenza raccolta da Moss fa sospettare che possa esserci qualcosa di vero nelle voci che circolano fra chi frequenta la Kelley Tech. A chi è in grado di capire l’inglese suggerisco di visitare l’ottimo blog di C-6128, che racconta con dovizia di particolari la sua straordinaria esperienza.

c331f34758547a117331e2ea3859e00c.jpg A proposito di Eudeamon, invece, ho una mezza notiziona per chi ancora non ha provveduto a scaricarselo e leggerselo, e per chi non sa l’inglese: un piccolo editore italiano, su mia segnalazione (!!!) ha mostrato interesse per il romanzo di Erika nonostante questo sia disponibile da molto tempo (in inglese) per il libero download sul sito dell’autrice. Al momento siamo in fase di trattativa per i diritti ma se tutto andasse come si spera non è da escludere che prossimamente Eudeamon esca in libreria in una traduzione italiana. Se accadesse, il nostro sarebbe il primo paese al mondo a rendersi conto del valore di questa storia e a darle una vera chance editoriale. Se ci saranno novità, se ne parlerà prima di tutto su queste pagine.

Nel frattempo ho avuto modo di liberare, dopo taaanto tempo, Wutomoto Yoshikawa, che si è fatta qualcosa come cinque settimane di banishment e la cui sentenza (più che raddoppiata in seguito alle sue violazioni) si era finalmente conclusa. La maggior parte dei miei bane hanno concluso il banishment quando io non ero online, e non era stato dunque possibile mettere in scena il loro ritorno alla vita civile con un minimo di roleplay. Con Wuto, questo è finalmente accaduto e ho avuto il piacere di confortarla dopo tanta solitudine forzata, dandole il bentornato nel mondo con una rosa rossa. Wuto ha cominciato a parlare senza sosta, quasi incredula di riscoprire il piacere del contatto umano e del dialogo… e fra le altre cose mi ha rivelato qualcosa che può far capire a un osservatore esterno quanto possa essere dura la vita del bane. L’occasione è stata una mia domanda: volevo capire come mai, dopo aver osservato nei primi giorni un comportamento impeccabile, Wuto avesse cominciato a commettere alcune evitabilissime infrazioni alle rigide regole imposte dal Custodian, allungando di conseguenza il proprio supplizio:

[2008/06/03 4:11]  Win: All’inizio andavi benissimo… poi è successo qualcosa
[2008/06/03 4:12]  Wutomoto Yoshikawa: È che, a volte, non so, senti che stai perdendo contatto, è come se avessi bisogno di fare qualcosa di sbagliato, solo per sapere che sei ancora viva

Proprio così. Le parole di Wutomoto mi hanno ricordato sensazioni che avevo dimenticato di aver provato nei miei giorni di banishment – nei quali, tuttavia, io avevo la posizione privilegiata di non ricevere estensioni di pena per le violazioni, dato che si trattava solamente di un test. Eppure capitava anche a me, dopo ore passate a vagare nel silenzio e nella solitudine, di provare il bisogno di urlare, metaforicamente, la mia disperazione. E di voler violare consapevolmente le regole perché almeno il Custodian si facesse vivo, con quelle sue frasi automatiche e fredde, con le sue punizioni implacabili, che tuttavia davano l’illusoria sensazione che ci fosse qualcuno che mi guardava, che si curava di me, sia pure con la cattiveria involontaria di un’intelligenza artificiale.

3aaa9554c0d74d43fe08e0d20023898d.jpg Pur essendo un’appassionata lettrice del romanzo di Evil Dolly, la povera Wutomoto mi ha confessato: “Non mi sarei mai immaginata che potesse essere un’esperienza così intensa… ad esempio, quando ho provato per la prima volta a usare la cam… e mi sono beccata una violazione per aver spiato – per aver spiato, tu pensa – non ci potevo credere.  La sensazione era così reale… di essere osservata”. In effetti, la proibizione di usare la telecamera per spostare il proprio punto di vista è una delle restrizioni più terrificanti fra quelle imposte dal Custodian perché, come dice Wutomoto, “la cam la puoi usare… ma ti è proibito farlo”.

Ad abbracciare Wutomoto sono arrivate via via altre persone – alla fine, l’area aperta al pubblico della Kelley Technologies si trasforma spesso in un luogo di incontri, dove gli Operatori hanno modo di chiacchierare e scambiarsi opinioni ed eseperienze, magari aspettando un bane che ha bisogno di conforto o manutenzione. L’ho lasciata con Boy Lane e Kara Pogelmann (una delle mie prime vittime, e recidiva: completato il suo primo periodo di banishment, se n’è fatta un altro mentre io ero in mano di Belias, e sta meditando di partire con il terzo, con l’intenzione di rimanerci un bel po’, stavolta!) e sono andata a farmi un giretto.

E mi sono accorta di una cosa: che il senso di libertà che provavo dopo tanto tempo passato inchiodata su quella croce nel prato di Villa BDSM si accompagnava a uno stimolo nuovo o quasi – un desiderio che avevo provato in passato ma mai con tanto impellente senso di necessità… il desiderio di mettermi in caccia… di sorprendere qualcuno che non se lo aspettasse e impadronirmene… di dominarlo. Essere un Bane Operator implica, inevitabilmente, l’assunzione di un ruolo dominante: ma è un lavoro, un’attività per la quale la Kelley Tech prescrive rigidi parametri di comportamento – senza contare che, roleplay a parte, chi viene sottoposto al banishment lo fa, in effetti, per libera scelta. Invece io volevo l’emozione del rapimento, della sopraffazione, della cattura – ma stavolta dall’altro lato della barricata.

L’ho capito all’improvviso quando Forrest mi ha chiesto una mano per avviare una scena con una sua amica, tale Cheyenne. Senza esitazione, mi sono presentata nel luogo dove si trovavano entrambe, impegnate in una conversazione, e ho fatto amicizia con aria innocente. Poi ho narcotizzato Cheyenne con un trucco e, con l’aiuto di Forrest, l’ho imbavagliata, legata e portata in un luogo sicuro. L’intenzione era di lasciarla nelle mani della mia amica e invece, dopo un po’, ho scoperto quasi all’improvviso che le corde che Forrest indossava erano una tentazione troppo forte. Ho legato anche lei, quindi, e ho sistemato entrambe in una gabbia a Snark, organizzando le cose in modo che ognuna delle due avesse un qualche controllo sull’altra – così che la prima che fosse riuscita a liberarsi avrebbe potuto fare dell’altra quello che voleva. Poi, mi sono scollegata.

0b0642556fdbf965b98aff2a4dcfb2b9.jpg Quando sono tornata online, Forrest e Cheyenne erano sparite entrambe, e la sala sotterranea dove le avevo lasciata era chiusa con un timer che mi costringeva a indugiare lì per qualche minuto… mentre sono lì che aspetto, ad aprire la porta capita una tipa che non ho mai incontrato prima e il cui profilo, in cui si presenta come una escort professionista, non dà l’idea che sia lì per cercare compagni di gioco. Ci scambiamo due convenevoli, poi mi accorgo che le sue manette sono chiuse, così mi offro di vedere se c’è modo di liberarla… scoprendo che per qualche motivo le sue chiavi sono disponibili. E lì, beh, qualcosa succede dentro di me, qualcosa che non mi aspetto. Comincio a ridere, poi chiudo le manette sui polsi della nuova arrivata, parlandole con dolcezza: “Strano che non riuscissi a vedere le tue chiavi, Catherine: avresti potuto prenderle con un click… E ora è troppo tardi, perché adesso sei mia prigioniera”.  In un attimo, le tolgo la possibilità di interagire e lei sbianca all’improvviso: “Oh mio Dio, non posso più toccare nulla”, fa in tempo a mormorare, poi io le avvicino delicatamente un bavaglio alla bocca, stringendole la cinghia sulla nuca, e mettendoci un piccolo lucchetto.

“Adesso vediamo fino a che punto sei nei guai, cara”, le sussurro con un sorriso mentre le spedisco in IM il comando “@version” di cui parlavo nel post precedente. Leggo la risposta, sogghigno e la ripeto ad alta voce, perché Catherine capisca cosa ho appena scoperto: “[2:51] RestrainedLife viewer v1.11.2 (SL 1.19.1.4)”, faccio alla mia prigioniera: “Eh, sì, direi che ci sei dentro fino al collo”. “C-cosa hai visto”, bofonchia Catherine dietro al bavaglio, ma sa bene la risposta: la sua versione del Restrained Life Viewer è la più aggiornata… e mi offre un controllo pressoché totale su di lei, incluso il potere di farle indossare di forza una serie di cose che al momento non ha indosso. Prima che faccia in tempo a scappare via, le metto il guinzaglio, poi comincio a frugare nel suo inventario per scoprire cosa posso farle mettere addosso. “ogoh evewyhing if tightening” (oddio, tutto si sta stringendo), biascica lei. “È solo l’inizio, mia cara”, rispondo: “Hai un po’ di roba nuova che ho voglia di provare”.

80a3412ecead20e4d080bc6c6c95687f.jpg5a706d235c4da07492daa07a8f6c585a.jpg Sto per iniziare a esplorare la cartella condivisa che contiene ciò che posso costringerla a mettere, quando la tipa scrive qualcosa che mi irrita, cercando di usare i cosiddetti emote (ossia le frasi che iniziano con “/me ” per esprimere qualcosa di diverso da un’azione: [2008/06/05 2:55]  Catherine Rodgers si chiede se… Mi irrigidisco subito – detesto gli emote truffaldini e se posso ammettere che si scriva “Catherine fa questo o quello” non accetto espressioni come “Catherine pensa che…” Non sono una telepate. Non apro bocca,  ma le sistemo alcune pesanti catene sulle caviglie e le chiudo con un lucchetto, prima di guardarla severamente: “Vedo che hai la tendenza a usare gli emote per esprimere i tuoi pensieri. Questo non è accettabile. Da ora in avanti aggiungerò 30 minuti al timer del tuo bavaglio tutte le volte che ti beccherò a esprimere con un emote qualcosa che non possa venir espresso con i gesti che le manette ti consentono”.

Catherine Rodgers annuisce, in silenzio. Comincia a rendersi conto del casino in cui si è cacciata, e il bello deve ancora venire. All’improvviso, accanto a me si materializza Moss (una vera professionista quando si tratta di insegnare alla gente ad aver cura delle proprie chiavi), proprio mentre sto concludendo il discorsetto alla mia preda: ” Come bonus di benvenuto, per ora ti metto un timer di un’ora”. Lei sussulta e sbaglia di nuovo, usando un emote per aggirare le restrizioni: [2008/06/05 2:59]  Catherine Rodgers OMG! Please! “Tsk tsk tsk… hai imbrogliato di nuovo, Cate!”, le dico aggiungendo mezz’ora di timer al bavaglio, e lei risponde umilmente: “im fuft *blonhe* lahy zinnemann” (sono solo *bionda*, Lady Z.). Le sorrido dolcemente: “Quando avrò finito con te, Catherine, ti comporterai come se fossi nera come un corvo”. Moss non la incoraggia: “Catherine, mi si dice che Win sia diventata molto rigida, di recente”, e io confermo: “Moss… Belias mi ha tenuta prigioniera così a lungo che ho accumulato un po’ di aggressività”.

Ed è proprio così: la dottoressa WinKyll sembra sparita e Mistress Hyde ha ora il pieno controllo del mio animo e dei miei desideri. Moss ha la cortesia di invitarmi a usare a mio piacimento il dungeon che condivide con Chriss, e che è attrezzato con una serie di script diabolici che consentono di rendere la fuga davvero impossibile. E io non me lo faccio dire due volte: non sto a entrare nei dettagli ma la povera Catherine si ritrova ben presto completamente bloccata. Senza inventory, senza la possibilita’ di mandare IM, di teleportarsi, di muoversi… e perfino impossibilitata a tentare la fuga coi metodi tradizionali, degli struggle contro le manette. Chiusa in una stanzetta insonorizzata, non ha modo nemmeno di far sentire i suoni inarticolati che sfuggono dal suo bavaglio, strettamente chiuso sulla bocca.

Saluto Moss, saluto Catherine, perché adesso ho da fare in RL. So che la mia prigioniera vive negli Stati Uniti e che a quest’ora è molto tardi per lei. La invito ad andare a dormire, perché ho intenzione di tenerla prigioniera per un bel po’ e sicuramente sarò nei paraggi per molte ore. Lei sussulta, balbetta, mi ringrazia, trema, si divincola debolmente, rinuncia e si affloscia sulla sua branda. Sconfitta. Mia.

bef804ec62dc3f92c6af5c53b3a99f0a.jpg Io mi scollego e vivo la mia giornata in RL. Molte ore dopo torno online per un momento, convinta che lei non sia collegata. Invece c’è.

“Cosa diavolo ci fai ancora online?”, le chiedo. “Non sono ormai le sei o le sette di mattina, per te?”. Mi risponde subito, e se potessi udire la sua voce so che sarebbe ansimante: “Sì, Miss Win, lo sono… ma sono rimasta sveglia tutta la notte. Ogni volta che andavo a letto, dopo pochi minuti tornavo a collegarmi. Non mi è mai successo nulla di più eccitante. È stato il mio primo rapimento“.

Le sorrido con tenerezza prima di assicurarmi che si scolleghi, finalmente, prima di staccare anche io. Mi torna in mente quello che mi è accaduto tanto tempo fa, con Bunny: la prima a rapirmi, la prima a farmi provare la sindrome di Stoccolma, l’avatar a cui sono rimasta in qualche modo più affezionata.

Penso che anche Catherine adesso avrà una sua Bunny da ricordare per sempre.
E si chiamerà Win.

(Prossimamente: Tutti i segreti del Restrained Life Viewer)

Doctor WinKyll and Mistress Hydeultima modifica: 2008-06-23T16:45:00+02:00da winthorpe
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