GreenZone: La privacy non ha prezzo

Una decisione importante per il futuro del GreenZone: da oggi, lo strumento per difendersi dal Red Zone è a disposizione di tutti gratuitamente. Per molti motivi, che cerco di riassumere.

GreenZone prod.png

Unya_005.jpgLa battaglia contro il Red Zone, questo malefico strumento scansiona-IP, ha occupato la maggior parte della scorsa settimana. Esperimenti portati avanti con Anna e con Fart, prima di tutto (in un’area Winsconsin lontana da qualsiasi visitatore occasionale), ma anche incontri e lunghe discussioni con altre persone preoccupate per gli effetti nefasti che il diffondersi del Red Zone stanno avendo sul mondo di Second Life. Fra queste, due nuovissime conoscenze già citate in queste pagine: Forceme Silverspar (autrice del blog che ha pubblicato l’indagine più approfondita e completa sulla faccenda) e Unya Tigerfish, di cui ho tradotto qualche giorno fa un’analisi dettagliata.

Sia Forceme che Unya sono persone d’azione: nemmeno cinque minuti dopo che, con Forceme, avevamo buttato lì l’idea di un blog apposito che serva da bacheca per segnalare le sim controllate da un Red Zone, il blog era già pronto online e io avevo ricevuto l’invito a contribuirvi come coautrice. Anche se lo avevo linkato già nel post precedente, lo segnalo di nuovo qui per dargli evidenza:

http://greenzonemouthpiece.blogspot.com/?zx=db190e571e6b75cb

Unya_006.jpgUnya_007.jpgL’obiettivo di GreenZone MouthPiece non è, naturalmente, di criminalizzare le sim che utilizzano il Red Zone. Ognuno ha diritto di ricorrere agli strumenti che gli pare, anche quando sono imprecisi come questo. Tuttavia, siamo convinte che l’uso di un sistema così subdolo, e la creazione di liste segrete, in stile Inquisizione spagnola, sia da segnalare a chi non ne è al corrente. Questo blog servirà quindi da lista, indicativa e non esaustiva, delle land compromesse. Chi, utilizzando il GreenZone, ne individuasse altre, è caldamente invitato a segnalarle.

Nel frattempo, il creatore del Red Zone, evidentemente sentendo tremare le fondamenta del suo impero, è passato al contrattacco. Se visitate la pagina del GreenZone su Marketplace e andate a leggere le recensioni, ne troverete una scritta molto negativa scritta da zFire Xue. Oddio, chiamarla recensione è già un azzardo: si tratta per lo più di un attacco diretto ad Anna (il nuovo avatar di Andromeda), arricchito da sproloqui circa il fatto che il GreenZone sarebbe uno strumento per aiutare i copybotters.

Unya_010.jpgUnya_009.jpgOvviamente non è così: come credo di aver spiegato molto chiaramente negli ultimi post (incluso quello in cui racconto la condanna a morte di Andromeda) non sono affatto a favore del copybotting, nè tanto meno dell’utilizzo di alt per dare fastidio a qualcun altro. I motivi per cui il Red Zone è uno strumento da combattere sono altri, vale a dire: che è inefficace (basta disattivare il Media Streaming per non farsi beccare), che produce più danni che vantaggi (identifica gli avatar come alt su basi risibili, come dimostra il post di Unya) e di fatto può servire più come mezzo di griefing che altro. È uno strumento che viola la privacy (e probabilmente anche il ToS di Second Life) e la privacy è un diritto che va rispettato – soprattutto in un luogo, come Second Life, dove andiamo per sognare quello che nella vita reale non possiamo avere.

Unya_012.jpg

È anche per questo che, soprattutto su istanza di Unya e di Forceme, abbiamo parlato a lungo di quale fosse la scelta migliore per far sì che il Red Zone venga neutralizzato. Ne ho discusso con Anna, che lo vende, e con Fart Admiral, che l’ha fabbricato. E siamo arrivati alla conclusione che il GreenZone deve essere uno strumento alla portata di tutti, non solo a quella di chi se lo può permettere.

freebie!_001.jpg250 L$ sono pochi spiccioli, è vero. Ma tutti siamo stati niubbi senza un soldo in tasca, pronti a passare ore seduti in qualche land deserta per tirare su qualche Linden col camping. Pertanto, da oggi in poi, abbiamo deciso che il GreenZone sarà in vendita dappertutto alla cifra di 0L$. Gratis. Freebie.

Voglio sottolineare che, da parte di Anna e di Fart, questa decisione è stata presa in totale libertà. Anche se Anna porta il mio collare, non ho voluto esercitare su questa faccenda la mia autorità perché ci tenevo che fosse una scelta libera della sua coscienza. Anche perché il GreenZone si stava rivelando un prodotto alquanto proficuo: in meno di una settimana, ne erano state vendute già 174 copie, senza contare le copie omaggio che avevamo spedito alle persone che ne avevano fatto richiesta su questo blog. In prospettiva, rinunciare alla vendita di questo strumento significa, per Anna e Fart, dire addio a un potenziale discreto gruzzoletto. Ma, come diceva la stessa Anna durante la discussione:

AnnaAlarm.jpg[2011/01/27 09:07]  Anna (anastasia.howlett): Will make me have done something for humanity

Ho sorriso, passandole la mano nei capelli e giocando col guinzaglio che tengo attaccato al suo collare. Ecco la mia Andromeda: qualcuno che sa di aver sbagliato, che ha pagato il suo conto con la società (e in modo salatissimo) e ha capito molto bene quanto sia importante dissociare la nostra crociata contro il Red Zone da qualsiasi sospetto di avidità. Anna continuerà a guadagnare, su SL, tramite i suoi prodotti e il GreenZone diventerà invece un bene di uso comune. Di dominio pubblico, come dovrebbe essere tutto ciò che tutela i diritti fondamentali.

Ci sono altre novità che bollono in pentola ma parlarne è prematuro… basterà dire che si parla già di implementare il sistema creato da Fart in una delle nuove edizioni di un client di uso molto comune. Ma sono ancora solo ipotesi e bisogna vedere se e quando accadrà. Da oggi, comunque, voglio ripeterlo ancora una volta: il GreenZone è in vendita gratis su Marketplace e anche su ogni vendor disponibile in world (ne trovate uno proprio a Winsconsin, vicino alla rezzing area). E per giunta è, da ora, copy e trans: vale a dire che potete darne voi stessi una copia a chi vi pare, contribuendo a diffonderlo più rapidamente.

freebie!_003.jpgChi vorrà sostenere la ricerca necessaria a mantenere il GreenZone potrà sempre donare qualcosa alla causa tramite i vendor in-world, ma si tratterà di un contributo puramente volontario e opzionale: il GreenZone continuerà comunque ad avere tutte le sue funzionalità anche se acquistato a 0L$. Le quasi 180 persone che ne hanno acquistata una copia prima che prendessimo la decisione di distribuirlo gratuitamente sappiano che il loro supporto è stato fondamentale per la ricerca e che è anche grazie al loro contributo che ora possiamo permetterci di offrire il GreenZone a tutti gli altri residenti di Second Life. Qualcosa, io credo, di cui andare orgogliosi.

experiment.jpg

(Qui sotto: la comunicazione inviata a tutti coloro che avevano già acquistato il GreenZone prima del passaggio a Freebie)

After long discussion, we have decided GreenZone is too important for the sake of privacy for it to be only available to paying customers. From now on, the tool will thus available for 0L$ both on marketplace and on affiliate resellers. This would not have been possible without the support of early customers, whose patronage covered all our research and development costs in less than a week. GreenZone wishes to thank all these generous people for supporting its fight against privacy scammers.

Dopo lunga discussione, abbiamo deciso che il GreenZone è troppo importante come strumento di difesa della privacy perché possa essere disponibile solo a chi può pagarlo. Da ora in poi sarà pertanto disponibile a 0L$ sia su marketplace che sui rivenditori affiliati. Ciò non sarebbe stato possibile senza il sostegno dei primi clienti, il cui denaro ha coperto tutti i nostri costi di ricerca e sviluppo in meno di una settimana. GreenZone vuole ringraziare tutte queste persone generose per il sostegno alla lotta contro i ladri di privacy.

Unya Tigerfish: Indagine sul Red Zone

A corredo del post precedente circa il GreenZone e il Red Zone, e col permesso dell’autrice (che mi ha contattata in-world per congratularsi della nascita del GreenZone) traduco qui sotto la parte più tecnica del post di Forceme Silverspar: l’indagine di Unya Tigerfish su come (non) funziona il Red Zone e su perché sia uno strumento da combattere. A giorni conto di pubblicare un terzo e ultimo post sulle reazioni alla nascita del GreenZone da parte del creatore del RedZone, zFire Xue. Ma fin d’ora segnalo la nascita di un blog gestito in collaborazione con Forceme e che servirà a segnalare (senza per questo criminalizzarle!) le land che mantengono un RedZone attivo. Il post che segue spiega anche chiaramente come mettersi comunque al sicuro dalla scansione dell’IP. Di mio c’è solo la traduzione italiana, qualche nota e qualche corsivo – e un po’ di fotografie delle preferenze in alcuni Viewers di uso comune: spero saranno utili a qualcuno per sapere che settaggi usare.

GreenZone.jpg

(una visita a Zhora, stamattina: un’area RedZone-Free)

 

REDZONE e la rivelazione degli ALT su SL
==========================

==============================
Premessa: l’Anonimato è un DIRITTO!
==============================

Parto dal presupposto che siamo tutti umani… tutti, nel nostro privato, facciamo cose che, qualora fossero rese pubbliche presso tutti coloro che ci conoscono, ci renderebbero la vita molto difficile.

Questo diritto è stato riconosciuto nella maggior parte degli stati, ed è anche parte della “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” il cui Articolo 12 dice:

Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

Alcune nazioni:

US:
http://en.wikipedia.org/wiki/Privacy_laws_of_the_United_States#Federal

UK:
http://www.yourrights.org.uk/yourrights/privacy/

EU:
http://en.wikipedia.org/wiki/European_Convention_on_Human_Rights#Article_8_-_privacy

Applicata a SL (o a internet in generale), questa “corrispondenza privata” può estrinsecarsi anche sotto forma di alt su internet. Ci sarà chi ha da obiettare nel sentirmi legittimare gli alt, ma vi prego di continuare a leggere: possono esserci moltitudini di motivi legittimi per farsi un alt: un uomo d’affari (SL o RL) che non desidera sia reso pubblico il suo personale piacere nell’essere costretto a vestirsi da donna… una celebrità che vuole godersi un po’ di esplorazioni senza essere disturbata… un sociologo, per studiare le dinamiche di un gruppo virtuale.

Il diritto alla privacy viene sospeso, in genere, quando è in gioco il bene superiore della società nel suo complesso: lotta alla criminalità, protezione dal terrorismo.

E tuttavia gli alt possono essere usati per disturbare, per distruggere, per infastidire, per scocciare… per abusare della fiducia altrui e imbrogliare. Tutto ciò, naturalmente, non è eticamente accettabile.

Allora, gli alt sono ancora legittimati a esistere?

Sì che lo sono – finché non si possano invocare le situazioni sopra menzionate (pericolo al bene superiore della società nel suo complesso)

Per dirla in poche parole:

Gli alt e il rispetto della privacy sono pienamente legittimi finché proteggerli non venga usato per recare danno ad altri!

==================
Redzone – lo strumento
==================

Le funzionalità promesse dallo scanner RedZone si possono vedere qui:
https://www.xstreetsl.com/modules.php?name=Marketplace&file=item&ItemID=1175807

redzone.jpgSono elencate 29 funzionalità, alcune delle quali non corrispondono alla mia analisi effettiva. Si sostiene che sia uno strumento difensivo di protezione: per individuare utilizzatori di copybot, bannare [disturbatori] ed esercitare altre attività finalizzate alla sicurezza. Sebbene, per quanto a me risulta, le funzionalità di sicurezza e di ban non richiedano realmente uno strumento dedicato, e sebbene l’individuazione dei copybot non sia sicura, queste funzionalità, in effetti, corrispondono effettivamente al prodotto venduto.

La riga interessante è questa:

 

“Ban the Alts of people on from your ban list. Not just alts of Copybots. Great for stalkers.”
[Banna gli Alt delle persone nella vostra lista ban. Non solo gli alt dei Copybot. Ottimo per gli stalker]

Al di là dell’uso involontariamente appropriato dell’espressione “ottimo PER gli stalker” invece che “ottimo CONTRO gli stalker“, questa riga sostiene che lo strumento sarebbe in grado di IDENTIFICARE GLI ALT.

Come ho spiegato nella mia premessa, ciò costituisce una violazione di un diritto umano e delle leggi di molti stati se usato in modo indiscriminato. [Aggiunta di Win: Ma vediamo se la promessa è effettivamente mantenuta]

==========================
Come funziona l’individuazione degli alt?
==========================
La questione richiede un breve esame su come funzionano i media su SL. Come forse sapete, i media (audio e video) che vedete o ascoltate in world, non vengono dai server di SL. È invece SL che dice al vostro viewer: “Vai a http:…. agganciati a quello stream di audio o video e fallo vedere qui/ora/in questo modo”

Ad esempio, ogni proprietario di land o anche di un piccolo lotto (parcel) saprà che si può avere una radio collegata a qualsiasi stazione di web radio: contenuti che sicuramente non provengono dalla Linden Labs.

Un ottimo sistema, con l’effetto collaterale che la LL non ha alcun controllo su questo stream.

Il Red Zone ha ora una parte in-world, e una parte su web. La parte web genera un stream di media (video) vuoto, ma ANNOTA gli IP di coloro che vi accedono. La parte in-world si accorge quando qualcuno entra nella zona controllata, prende nota dell’ora e del nome SL e dice al viewer di collegarsi allo stream media. A questo punto il server che genera questo stream conosce l’IP del computer dell’utente.

Mettete insieme tutte queste informazioni e avete una bella lista di nomi SL collegati agli IP.

Se poi l’utente collega un alt dalla stessa postazione, ed entra di nuovo nell’area controllata, lo scanner annota che i due avatar hanno lo stesso IP. Pertanto, stabilisce il nesso seguente: stesso IP = stessa persona = i due avatars sono alt uno dell’altro.

===================
Precisione dei risultati
===================
Come avviene con ogni strumento di scansione, i rischi sono quello dei Falsi Risultati Positivi (gente che viene schedata come alt senza esserlo) e quello dei Falsi Negativi (gli alt che non vengono scoperti).

Per capire bene, dobbiamo ricordarci che con questo sistema l’IP viene usato come “identificatore” per un essere umano RL. Ora, che cosa è un IP? Potremmo provare a spiegarlo in modo semplice come un Identificativo Chiamante/numero di telefono che non viene mai soppresso. Qualsiasi cosa facciate su internet, qualsiasi sito apriate, riceve il vostro numero…

Ma l’analogia rivela anche le principali eccezioni:
– una famiglia con più di un computer avrà probabilmente una sola connessione internet centrale, e quindi UN SOLO IP per tutti i computer connessi
– lo stesso vale per la maggior parte delle società.
– lo stesso vale per ogni altro servizio centralizzato e comune, come i cybercafè, università, ospedali…
– qualsiasi area WiFi pubblica o privata avrà un unico IP per tutti i computer che vi sono collegati

Inoltre:
In alcuni paesi (confermato per la Germania e la Gran Bretagna [Nota di Win: anche per l’Italia!]) i Provider Internet usano un bacino di IP dinamici e ne assegnano uno a caso a ciascuna connessione internet privata quando si collegano al provider. Ogni giorno scollegano il servizio per un millisecondo e assegnano alla connessione un nuovo numero casuale dal loro bacino. Questo avviene per prevenire l’utilizzo commerciale degli account destinati ai privati. Pertanto, non è possibile un collegamento reale fra un IP e un avatar di SL: lo stesso avatar ha un IP diverso ogni giorno. Lo stesso IP che in teoria potrebbe essere usato da qualsiasi PC nel network di quel provider (in genere è localizzato per regions: per esempio in Germania l’intera regione della Renania, con 15-20 milioni di abitanti, è gestita così, con gli IP riassegnati casualmente ogni giorno…)

Ancora peggio:
In alcuni paesi (confermato per gli Emirati Arabi Uniti) il provider internet DEVE far passare tutto il traffico da un proxy, per monitorare i contenuti… potete pensarla come volete circa questo controllo, ma il risultato è che TUTTI i clienti di quel provider appaiono avere il medesimo IP (quello del proxy), e pertanto sono identificati come alt uno dell’altro…

Prefs_001.jpgPrefs_002.jpgPrefs_003.jpgSull’altro lato dell’equazione: il metodo usato per raccogliere gli IP tramite il controllo dello stream media fa sì che la gente che ha disattivato i media (o, ancora più semplicemente: quelli che hanno scelto di non cliccare nelle preferenze le caselle che portano espressioni come “automatically play media” [consenti riproduzione multimediale automatica] – “let scripts control my play button” [consenti agli script di controllare i miei pulsanti play], o che al contrario hanno cliccato la casella che dice “turn off media when changing parcels” [spegni i media quando cambio area] non vengono toccati dal Red Zone, in quanto il Red Zone richiede, per collegare una persona a un IP (e quindi collegare gli alt) che questa persona compaia nell’area controllata e si agganci allo stream simultaneamente.

Risultato 1 – alto potenziale di Falsi Positivi

A causa del metodo sopracitato dell’utilizzare gli IP per identificare esseri umani, le situazioni elencate qui sotto avranno come effetto l’errata individuazione come alt di individui distinti:
– in generale coloro che usano cybercafè o simili, poiché lo stesso computer è usato da umani diversi
– 2 individui della stessa famiglia, o anche ospiti e visitatori che accedono al network
– 2 individui nello stesso hotel/dormitorio/ospedale/società/cybercafe/… i cui computer condividono un medesimo accesso internet.
– 2 individui che, anche in tempi diversi, hanno utilizzato un hotspot WiFi pubblico o privato
– 2 individui che usano IP dinamici e i cui IP sono stati scambiati
– un numero infinito di persone che vivono in paesi in cui il traffico internet debba passare da un unico proxy

(Domanda aperta: quanto a lungo conserva gli IP, Red Zone? Più a lungo li conserva, maggiore è il rischio di queste associazioni inesatte…)

Poiché queste situazioni sono tutt’altro che eccezionali, e anzi molto comuni, considero molto alta la possibilità di Falsi Positivi.

Risultato 2 – alto potenziale di Falsi Negativi

È molto facile evitare l’individuazione degli IP/associazione dell’avatar fatta dal RedZone rinunciando semplicemente ad usare l’attivazione automatica dei media. Potete sempre tenervi i pulsanti “play” e usarli quando necessario, per cui le implicazioni circa l’utilità su SL sono ZERO. Fra l’altro, questo tipo di settaggio è anche un mezzo valido e utile per evitare il lag generato dalla scarsità di banda, o sui computer più lenti. Probabilmente anche il vostro rezzing sarà più veloce se vi limiterete ad avviare musica e video dopo aver rezzato tutto, soprattutto se avete poca banda o un computer poco veloce.
Questi semplici accorgimenti basteranno a evitare di farsi leggere la combinazione IP/nome dell’avatar dal Red Zone… e dato che i settaggi restano gli stessi se al prossimo log in utilizzerete, dalla stessa macchina e dallo stesso client, un avatar diverso, eviterete anche l’individuazione dei vostri alt

(ho personalmente fatto prove con un Red Zone per essere sicura che tutto questo fosse vero) [Nota di Win: Anche io ho provato personalmente, insieme ai creatori del GreenZone]

Considero pertanto molto alta la possibilità di Falsi Negativi.

CONCLUSIONI
=======
1. L’elevata imprecisione del Red Zone fa sì che l’individuazione degli alt sia una questione di pura casualità. Falsi positivi e falsi negativi rendono i risultati casuali e niente affatto attendibili.
2. Utilizzare le informazioni così raccolte (nei casi in cui siano esatte) per qualsiasi fine che non sia la protezione personale è altamente non etico

=> Abbiamo, infine, un prodotto che dovrebbe essere anti-griefer che è più adatto a fini di aggressione (e come tale è stato usato)

(© Unya Tigerfish – tradotto e pubblicato col suo permesso)

Immagine 1.jpg
Immagine 3.jpg

 

Zona rossa, zona verde

Segnalazione importante: su Second Life si è diffuso un prodotto di grande successo che, tuttavia, ha più controindicazioni che lati positivi. E di cui ho scoperto l’esistenza in seguito alla morte di Andromeda Sawson.

Snapshot_001.jpg

Solo chi cade può risorgere, diceva il titolo di un vecchio film con Humphrey Bogart, e in nessun luogo questo è vero come su Second Life. Se c’è chi se n’è andato senza più tornare (o almeno senza farsi riconoscere) come Costanza o Serenella, la mia Andromeda è risorta quasi subito dopo essere stata terminata dai Linden e, naturalmente, è venuta subito da me a farsi rimettere il collare. In questi giorni ci siamo viste poco, perché ha tutta la sua rete di negozi da rimettere in piedi con il nuovo account. Ma il tempo per riabbracciarsi c’è stato, nella piccola sala cinematografica di Winsconsin, ed è stato in quell’occasione che mi ha buttato lì una frase stupefacente. “So chi è stato”.

Snapshot_003.jpgSnapshot_004.jpgSnapshot_005.jpgHo capito all’istante a cosa si riferisse: sapeva chi era stato a farle la spia alla Linden Labs. E lo sapeva, molto semplicemente, perché questa persona glielo aveva detto direttamente, scrivendo un IM al suo nuovo avatar. Un messaggio che, nella sostanza, diceva: “Ciao Andromeda, non farti più vedere al mio negozio con i tuoi alt o ti faccio chiudere anche quegli account“.

Non riporto il nome di questa persona, perché è la proprietaria di uno dei negozi da cui Andromeda aveva illegalmente copiato diversi oggetti. Voglio ribadirlo ancora una volta: non approvo il furto di proprietà intellettuale e non mi sento di contestare la decisione di infliggere alla mia sub la pena capitale. Se riportassi qui il nome della persona che l’ha denunciata, o segnalassi il suo negozio, sarebbe come se invitassi la gente a boicottarla per solidarietà con me e con Andro, e questo non deve succcedere. Non sono il Presidente del Consiglio, anzi, chi mi legge da tempo sa quanto poco mi piaccia il suo atteggiamento di rifiuto del giudizio. Sia io che Andro accettiamo il verdetto severo della Linden Lab senza per questo delegittimare chi l’ha emesso.

Qual è, allora, il punto di questo post? È un punto delicato, perché ha a che fare con l’attendibilità dello strumento con cui Andromeda è stata smascherata. Uno strumento che in questo caso, sicuramente, ha sortito effetti positivi (per la giustizia) ma che, in realtà, sta da tempo provocando problemi a centinaia di avatar innocenti.

Si chiama Red Zone ed è uno scanner di IP. In certe condizioni permette a chi lo controlla di scansionare gli avatar che gli vengono a tiro e individuare l’IP da cui ciascuno si collega. Viene venduto come uno strumento per individuare gli alt (gli avatar alternativi con cui certe persone hanno l’abitudine di tormentare i loro nemici, o compiere atti illegali, come copybottare) e quindi bannarli e, come prodotto, ha un successo notevole. Traduco qui alcune righe di un post molto documentato sull’argomento, pubblicato lo scorso 3 settembre dal blog di Forceme Silverspar:

Immagine 1.png

Al momento, in-world ci sono 3005 di questi scanner attivi. Uno è il mio. Il prezzo è di L$3999 a scanner. Mi sembra che L$12.016.995 [Nota di Win: circa 48.000 €!] siano un bel po’ di soldi per chi l’ha creato. Ogni scanner controlla al massimo l’area di un’intera sim, mentre in altezza arriva alla quota di 4096 metri (più 96m, per ragioni che a me sfuggono). 63 sim hanno scelto di rendere pubblico sul sito della REDZONE il fatto che utilizzano questo scanner. 1476732 sono stati scansionati. Piu aumenta il numero degli scanner in-world, più cresce il numero dei collegamenti, i dati raccolti, le connessioni fra avatar e, di conseguenza, la quantità di alt identificati. Sono stati individuati 687941 IP collegati. 828 sono stati scoperti. Quando compri uno scanner (o ne diventi amministratore) ottieni l’accesso a un sito in cui vengono rivelati gli alt della gente che passa dalle tue parti.

Tutto molto bello, no? Solo che non funziona – o non funziona in modo attendibile. A quanto spiega molto bene Forceme, che ne ha comprato uno per poter dare informazioni attendibili, il Red Zone è alquanto zoppicante di per sè, ma soprattutto parte da un presupposto infondato: vale a dire che gli IP siano unici per ciascun utente che si collega alla rete. Sulla base di questa premessa sbagliata, cento, duecento, trecento persone che si collegano dallo stesso IP sono la stessa persona.

Ewynskybox2.jpgEwynskybox.jpgNon è così. Per restare solo all’italia, tutte le persone che si collegano con Fastweb risultano collegate a un IP unico per tutti. Basterebbe quindi che un solo utente Fastweb si facesse bannare come copybotter per fare sì che tutti gli altri utenti Fastweb siano esposti a subire la stessa sorte, solo perché l’ineffabile Red Zone ha stabilito che sono tutti alt di quell’unico imbroglione. Questo avviene in molte altre nazioni: leggete questo post (in inglese) per vedere cosa succede a chi si collega a internet dagli Emirati Arabi). E ci sono altre controindicazioni, come quelle che spiegavo stamattina a Ewyn che, diciamo, mi faceva compagnia mentre scrivevo queste righe:

[2011/01/21 02:09]  Win: Il RedZone è uno scanner di IP che in teoria servirebbe a tanare gli alt… È lo strumento, fra l’altro, con cui hanno beccato Andromeda! Ma anche se sulla carta è un’ottima idea, di fatto è molto poco affidabile
[2011/01/21 02:10]  Ewyn Raymaker: e io che me ne faccio? :O mica ho alts?
[2011/01/21 02:10]  Win: No, no, aspetta… il punto è esattamente questo… anche se non hai alt, rischi di essere bollata come alt se viene registrato qualcuno che usa il tuo stesso IP. Per dire… se tu usi Fastweb, TUTTI quelli che usano Fastweb hanno il tuo stesso IP
[2011/01/21 02:10]  Ewyn Raymaker: oddio… in passato il mio ragazzo si è collegato alcune volte da casa mia. una volta mi collegai da casa sua
[2011/01/21 02:11]  Win: Ma che provider avete?
[2011/01/21 02:11]  Ewyn Raymaker: no, ho alice
[2011/01/21 02:11]  Win: Alice credo che cambi IP ogni volta che riavvii il router…
[2011/01/21 02:12]  Ewyn Raymaker: È ip dinamico
[2011/01/21 02:12]  Win: Quindi se avessi un alt ti basterebbe riavviare il router per farla franca
[2011/01/21 02:12]  Ewyn Raymaker: ma per farla franca di cosa?
[2011/01/21 02:12]  Win: Immagina di avere un alt con cui fai copybot… come faceva Andro
[2011/01/21 02:12]  Ewyn Raymaker: ho capito
[2011/01/21 02:12]  Win: Sei colpevole, meriteresti di non poter rientrare nemmeno con gli alt puliti… ma riavvii il router e sei a posto
[2011/01/21 02:13]  Ewyn Raymaker: quindi sto sicura ;-)
[2011/01/21 02:13]  Win: Al contrario, immagina di essere Ewyn e di usare un IP che poi verrà usato da qualcun altro (o che lo è stato da qualcuno prima di te) e che si è fatto beccare con le mani nella marmellata…
[2011/01/21 02:13]  Ewyn Raymaker: si si capito
[2011/01/21 02:13]  Win: Ecco che ti trovi, innocente, a essere bannata da questo o da quello
[2011/01/21 02:14]  Ewyn Raymaker: si…
[2011/01/21 02:14]  Win: Sto mettendo a punto il post… il tema è difficile, perché è chiaro che Andro ha creato ‘sto oggetto per vendetta che l’hanno tanata… Ma da quel che leggo in giro è vero che ‘sto RedZone è pericoloso
[2011/01/21 02:15]  Ewyn Raymaker: perché frega pure gli innocenti?
[2011/01/21 02:15]  Win: Sì. Per esempio, ho letto che tutti gli utenti degli Emirati Arabi hanno anche loro un provider a IP unico, come Fastweb
[2011/01/21 02:15]  Ewyn Raymaker: tutti bannati? :O
[2011/01/21 02:16]  Win annuisce
[2011/01/21 02:16]  Ewyn Raymaker: vabbe’, e quanti saranno… :O li conterei sulle dita della mano, se potessi…
[2011/01/21 02:16]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Vabbe’, è il principio che conta… e poi, quanti saranno gli utenti di Fastweb?

Snapshot_001.jpgSnapshot_002.jpgDicevo che scrivere questo post è particolarmente delicato perché, senza dubbio, nel caso di Andro il sistema ha funzionato egregiamente nel farla individuare e diffidare dal farsi rivedere con un alt. È probabilmente solo l’irritazione per essere stata beccata che l’ha spinta a indagare sul Red Zone, e sarebbe legittimo sospettare in lei un desiderio di vendetta.

Eppure, quale che sia stato il motivo per cui l’indagine è stata avviata, la verità è che il Red Zone rischia di essere uno strumento più distruttivo che altro. Tanto per cominciare, pur individuando (e permettendo l’eliminazione di) Andromeda Sawson, non ha beccato l’alt che Andro usava da sempre come copybotter principale, con tanti saluti alle pretese di affidabilità. È come se un sistema infallibile di lotta al crimine avesse individuato un piccolo contrabbandiere di sigarette e non si fosse accorto dell’esistenza di Totò Riina. (Per la cronaca: ci ho pensato io a pretendere da Andro che il suo Riina venisse abbandonato)

Ma la cosa più grave, come spiegavo prima a Ewyn, è che un ban a tutti i presunti alt individuati tramite Red Zone si estende automaticamente a tutti coloro che hanno la sventura di condividere l’IP con qualcuno che si comporta male: tutti gli utenti di un provider “mono-IP” come Fastweb, oppure tutti coloro che si collegano da un medesimo Internet Cafè o, ancora, da una connessione wi-fi condivisa fra più utenti. In prospettiva, insomma, il rischio è di trovarsi una Second Life puntellata di aree proibite, senza motivo, a centinaia di visitatori che non sapranno mai il perché. Una situazione che trovo inaccettabile in un mondo che mi ha conquistata per come ti permette di sognare. Combattere la pirateria e i griefers va bene: ma non quando il risultato coinvolge chi non c’entra affatto.

Un modo molto semplice per difendersi dalla scansione c’è già. Il Red Zone riesce (quando ci riesce) a tracciare l’IP attraverso la funzione di Media Streaming. Se non vi è necessario ascoltare musica o vedere video quando siete in world, per evitare di essere tracciati vi basterà andare nelle Preferenze e disabilitare Play Streaming Media When Available.

fart1.jpgSe proprio dovete ri-abilitare la funzione, controllate prima che la land non sia sotto controllo di un terminale Red Zone. Uno strumento utile è quello che proprio Andromeda e il suo collaboratore Fart Admiral (un nome che, per chi sa l’inglese, è tutto un programma… ma anche il suo aspetto, come potete vedere, è fascinoso!) hanno messo a punto nei giorni scorsi: un piccolo HUD che, indossato, permette di verificare automaticamente se il luogo in cui ci si trova è o meno sotto controllo del Red Zone. Si chiama Green Zone e lo si può acquistare sul Marketplace a questo indirizzo:

https://marketplace.secondlife.com/p/GreenZone-Detect-zF-RedZone-Keep-your-privacy/1907392

GreenZone prod.pngIl prezzo, come vedrete, è molto basso (soprattutto se si pensa che serve a rendere innocuo un mastodonte da 4000 L$) ma, per evitare che si possa accusare Andromeda di sfruttare la sua disavventura a fini di lucro, ho chiesto e ottenuto di rendere il Green Zone disponibile in modo gratuito per un tempo limitato… anche perché il creatore di Red Zone, contattato da Andromeda, ha avuto un atteggiamento alquanto indisponente. Pertanto, una copia no transfer verrà inviata gratuitamente a chiunque me ne farà richiesta entro questo weekend. Basterà scrivere un commento qui sotto, entro e non oltre domenica 23 gennaio 2010 (farà fede la data del commento) e indicare il vostro nome in-world. Penserò io a inviarvi la vostra copia personale gratuita del Green Zone.

E un’ultima nota: anche se non giudico negativamente chi sceglie di utilizzare questo strumento, finché ci sono io il Red Zone non entrerà mai a Winsconsin. Preferiamo di gran lunga rischiare di avere qualche alt di troppo fra le scatole (e magari qualche copybotter pronto a rubacchiare) che tener fuori dalla nostra land chi non ha fatto nulla di male.

Regalo di compleanno

Non me ne sarei ricordata se non fosse stato per Facebook, ma oggi è il mio quarto rez day. Festeggiato, a sorpresa, con una visita inaspettata.

Snapshot_003.jpg

Come sa chi ricorda il vecchio post “Mille giorni“, la mia Second Life iniziò con una falsa partenza: alla creazione del mio avatar seguirono infatti molti mesi di letargo prima che scattasse quel  qualcosa che mi fece finalmente capire che cosa potevo fare nel metaverso. Ecco perché il mio rez day l’ho sempre festeggiato di rado – al punto che da sola non mi accorgerei nemmeno della ricorrenza se non fosse per gli amici che mi fanno gli auguri.

Snapshot_005.jpgDa quando sono su Facebook, gli auguri si moltiplicano, ovviamente, visto che il social network provvede a segnalare queste date a tutti i tuoi contatti. Eppure ci deve essere qualcosa di più… una qualche speciale convergenza di stelle … perché stamane, nel collegarmi, ho visto che online c’era qualcuno che non vedevo da… oddio: dallo scorso ottobre!

Come aveva promesso, Jelena non se n’è andata per sempre. Diciamo che ha sentito il bisogno di rimettere i piedi un po’ per terra e concentrarsi un poco di più sulla sua Real Life. Un’esigenza che a volte ho sentito anche io e che credo sia comune a quasi tutte le persone che su Second Life riescono a farsi trasportare dalla fantasia in modo totalizzante. Saperlo fare è, senza dubbio, un dono – ma che a volte rischia anche di diventare una trappola e, soprattutto in certi periodi della nostra vita, è in grado di stimolare un distacco dalla realtà che può essere molto pericoloso.

Snapshot_007.jpgJelena, in questo periodo, sta riprendendo contatto con la sua RL – ma evidentemente, e per nostra fortuna, noi di SL le manchiamo abbastanza da farle venire voglia di tornare a salutarci anche durante questo periodo di letargo. E stamattina ho avuto la gioia di poter festeggiare il mio quarto compleanno proprio con lei. Un’oretta di abbracci, di chiacchiere con alcune delle persone più importanti della sua vita virtuale: Calypso, che fu Frine, e la sua Franca… Michela, sua assistente e sub (e non solo!)… e la sottoscritta.

settembre.jpgInutile perdere tempo nei dettagli delle nostre chiacchiere di stamattina: lascio parlare le fotografie. E me ne torno in-world, che ci sono parecchie novità che, per così dire, bollono in pentola. Lavoro e RL permettendo, vorrei che questo 2011 restituisse a me e alle persone a me vicine il tempo di sognare nel metaverso. Coi piedi per terra, ma con la testa saldamente ancorata nelle nuvole.

(qui accanto: una pagina del calendario 2011 della Fortezza. Grazie ancora, Fujiko, per avermi chiesto di posare ed aver utilizzato questa mia foto con Jelena)

Andromeda Sawson: Account Terminated

Pensiamo sempre di avere ancora del tempo davanti a noi. E poi, un giorno, scopri all’improvviso che è finito. Così, da un giorno all’altro, col cambiare di una data.

 http://win.myblog.it/media/00/01/2110590173.mp3
(prima di leggere quanto segue, per favore, cliccate qui sopra per far partire la colonna sonora appropriata)

Tomba_002.jpg

Lo scopro così, all’improvviso, da un messaggio dell’amica Ewyn Raymaker. Ewyn, che risponde al piccolo scambio avviato dagli auguri che Jelena ha voluto fare, a tutte noi, dal suo esilio nel mondo reale. E che, col suo tono inconfondibile, solo apparentemente distaccato e asciutto, sgancia una bomba:

Tomba_Andro-1.jpgRicambiando -sebbene con ritardo- gli auguri per un felice 2011 a voi tutte, sparo il primo botto dell’anno nuovo: camminando per la spiaggia mi sono imbattuta nella presunta lapide tombale di Andromeda con incisa la scritta “Killed by LL” (vedi foto allegata). Analizzando i dati sembra che il cippo sia stato messo da Pene in data 2 gennaio alle 21:10 circa; inoltre il profilo di Andromeda non compare più nel search. Se due indizi fanno una prova, stimo che Andromeda sia stata epurata dai Lindens a causa delle sue “attività illecite” di cui noi tutte conosciamo la natura. Tuttavia per averne certezza spero di incrociare Pene quanto prima, visto che pare sia l’unica al corrente dei fatti.

Mi sento come se il pavimento mi sprofondasse sotto. Potrebbe sembrare una balla, ma purtroppo è fin troppo plausibile. La mia Andromeda, creatrice di apprezzate linee di abbigliamento e, insieme a Pene Seetan, di ingegnose trappole e strumenti RLV, da un po’ di tempo aveva scoperto il piacere di certi client illegali che permettono di copiare abusivamente gli oggetti altrui. E si era scatenata.

mggrieving.jpgVoglio precisare che nessuno dei furti di Andromeda è mai avvenuto a fine di lucro. Gli oggetti da lei duplicati andavano a finire nella sua collezione personale. Nei casi sporadici in cui decideva di farne dono a qualcuno, si assicurava di renderli  non ulteriormente copiabili, per evitare di danneggiare l’autore. Questo lo so di per certo, perché io sono stata destinataria di un paio di regali del genere: un bellissimo anello realizzato con una squisita attenzione ai dettagli, e una sciarpa che avevo visto indossata proprio da Ewyn. Andro diceva di non sentirsi colpevole perché le cose che si procurava in quel modo non le avrebbe comunque mai comprate, e quindi l’autore non avrebbe mai ricevuto il denaro di cui lei lo defraudava. Io credo di averle risposto che la sola forza di un creatore di qualcosa è produrre negli altri il desiderio di acquistarlo: e che se lei questo desiderio lo soddisfava in modo illegale, il furto era avvenuto comunque. Ma devo dire che la discussione fu breve: passavo con Andro troppo poco tempo per aver voglia di mettermi a dibattere questioni di principio. Anche quando avevo beccato Jelena in attività affini non ero riuscita a trovare il momento giusto di affrontare il problema, e poi Jel se n’è andata prima che fosse possibile farlo.

Tomba_001.jpgSo che non avrei dovuto io per prima accettare da Andro quei due doni “sporchi”: a mia tenue discolpa posso solo dire che quando mi diede l’anello non avevo capito che fosse stato da lei rubato (anche se forse, a pensarci bene, l’avrei accettato lo stesso: come fa una ragazza a rifiutare un anello che qualcuno ha rubato pensando a te?). E quanto alla sciarpa di Ewyn, mi era parso di capire che era stata offerta per un tempo limitato, come gadget speciale, e che non era mai stata, nè sarebbe stata mai, in commercio – per cui, contraddicendo me stessa e gli ammonimenti che impartivo ad Andromeda – ero stata felice che lei potesse rubarmene una copia.

Ma la giustizia della Linden Lab è, se non velocissima, efficiente e implacabile. Ed ecco il messaggio che Andromeda ha ricevuto nelle prime ore del 2011. Da un indirizzo, fra l’altro, che per il modo stesso in cui è strutturato, non ammette repliche:

From: no-reply@secondlife.com
Sent: Saturday, January 01, 2011 5:24 PM

This email is notification that Linden Lab has terminated
your access to the Second Life virtual world due to severe
or repeated violations of the Second Life Terms of Service
or Community Standards. Your (account name ‘Andromeda
Sawson’) and alternate Second Life accounts have been
made permanently inaccessible.

Appeal Process: The decision to terminate your Second Life
access was reached after investigation of your use of the
Second Life software and service. If you would like to
appeal your termination, you may contact Second Life
Support, by opening a new support ticket with a subject of
“abuse appeal,” or in writing, at the address below:

…eccetera eccetera.

Qualcuno penserà che scrivo tutto questo per polemizzare. Non è così. La Linden Lab ha preso, temo, l’unico tipo di misura che possa arginare almeno in parte la piaga della pirateria che affligge ormai da anni qualsiasi bene digitale. Certo, la pena di morte decretata così, a sorpresa, dopo un’indagine avvenuta segretamente, sembra una misura draconiana. Ma va anche detto che in queste faccende la velocità è essenziale – e anche la chiusura dell’account rischia sempre di avvenire dopo che i proverbiali buoi sono scappati dalla stalla.

Tomba_003.jpgCome che sia, anche se si trattava di una sorta di taccheggio collezionistico, Andromeda era sicuramente colpevole del reato di cui è stata accusata. Contro questa decisione dei Linden non ci sarà appello da parte sua. E non c’è bisogno che sia io a vietarlo: lo sa benissimo anche lei. Andromeda Sawson è stata condannata e a noi che le abbiamo voluto bene non resta che ricordarla – magari portandole qualche fiore virtuale sulla tomba che, davanti all’ingresso della prigione, le ha preparato Pene Seetan.

Dove hanno fallito i rigori di Pandora e quelli della RR Prison, insomma, è riuscito il tribunale supremo di Second Life. Mentre nel cielo sopra Winsconsin, si alzano le note dell’Ave Verum di Mozart, Andromeda sta già preparando il suo rientro con un avatar nuovo, pulito ma, stavolta, votato a un comportamento irreprensibile. Per quanto mi riguarda, ho già messo da parte i L$ per ricomprarle al negozio di Marine Kelley, collare, manette e tutti gli accessori Real Restraints. E magari anche qualcosina d’altro. Le promesse di rigare dritto sono una bella cosa, ma sono stata una padrona troppo assente, negli ultimi mesi, e ho paura che sia tornato il tempo di imporre un po’ di disciplina.

Tomba_004.jpg