Moneypig

Cornuto e mazziato? Musica per le orecchie di un moneypig, il migliore amico di una ragazza spiantata che ogni tanto sa trovare in sé una vena dominante.

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La prima volta che ho incontrato Anja Arida non me la ricordo troppo bene. Ma ricordo che in pratica era venuta a offrirmi le sue chiavi chiedendo che ne approfittassi, e facendomi capire che sarebbe stata felice se l’avessi ricattata: legandola prima e poi pretendendo da lei che mi desse dei soldi in cambio della promessa di lasciarla andare – promessa che ero invitata, se appena appena mi girava, a non mantenere anche dopo che mi avesse dato quello che le chiedevo.

Da brava ragazza timida e inesperta, l’avevo legata volentieri e mi ero limitata a farmi pagare da lei l’accesso a una SIM che ammontava a 25 L$… una miseria ma per me, all’epoca, un piccolo capitale. Ci eravamo incontrate un paio di volte, e ogni volta avevo provveduto a ammanettarla o chiuderla in gabbia senza per questo chiederle del denaro che sentivo di non meritare. E’ passato un po’ di tempo e un bel giorno a Stonehaven ho visto apparire il cartello che riporto qui sotto: Anja si era messa in affari e adesso vendeva accessori destinati a chi, come lei, ama essere sfruttato economicamente da qualcun altro. Quelli che, in gergo, si chiamano moneypig – porcellini salvadanaio.

58083161b8252ace551c5d3515813294.jpg Il mio primo moneypig autodichiarato si chiamava SugarChris Albatros e comparve un bel giorno a Stonehaven mentre chiacchieravo con alcune amiche. Aveva una tag che diceva “Moneypig for girls” e alla mia domanda su cosa significasse Mudlark mi rispose: “Significa un disperato”. In effetti, la sensazione era un po’ quella: è vero che, come dicevo qualche giorno fa, ci sono di gran lunga più sub che dom – ma è anche vero che se ci si sbatte un poco qualcuno disposto a farti su come un salame lo trovi sempre. Qualcuno che arriva a pagare perché qualcuno lo metta in gabbia si direbbe, effettivamente, un poveraccio incapace di un minimo di roleplay e che non ha nemmeno la pazienza di perdere su Second Life quel minimo di tempo necessario a conoscere una persona i cui gusti siano complementari ai suoi.

Eppure la cosa mi aveva incuriosita – forse anche per il fatto che desideravo moltissimo potermi comprare il mio primo paio di cinture Real Restraints per alternarle alle manette… ma che i soldini che guadagnavo facendo camping, o lavorando come ballerina a House Nishi, non erano abbastanza per consentirmi quell’acquisto. Avvicinai SugarChris e lo catturai senza difficoltà, scoprendo ben presto che avevo realizzato la sua massima speranza: lo obbligai ad acquistare le cinture e indossarle, legandolo strettamente con esse e tenendolo per un po’ mio prigioniero su una Skybox abbandonata dove non passava nessuno… e una volta liberatolo mi feci regalare le cinture, in modo da averle senza aver speso un Linden Dollar!

316a061dc49946d369d688449e458c20.jpg4cfe4bed9ad0f27dbcdeda57109ec000.jpg All’epoca l’attrezzatura di Anja non esisteva ancora e i denari passavano direttamente di mano in mano. Poi un giorno incontrai di nuovo SugarChriss che indossava un certo pulsantino, premendo il quale potevo sfilargli ogni volta una ventina di dollari. Nei giorni seguenti mi feci un piccolo capitale alle sue spalle, ogni volta rubandogli pochi dollari alla volta, per far durare il tormento più a lungo possibile e dargli almeno un po’ di soddisfazione – finché una volta non te lo incontro in un locale pubblico mentre discute con una Mistress talmente snob che vuole farsi dare i soldi da lui senza nemmeno prendersi la briga di legarlo o di premere il famoso pulsante.

Insomma, non ricordo bene come va la faccenda – fatto sta che a un bel momento la tipa comincia a cliccarlo a ripetizione, e lo stesso faccio io… il pulsante fa non so che pasticcio e SugarChriss si trova alleggerito di un paio di migliaia di dollari in pochissimi secondi. Troppo persino per lui, che infatti da allora scompare dai radar e da allora non si è fatto più vedere in giro (anche se mi sembra che Samy80 mi abbia detto di averlo incontrato in tempi recenti)!

In ogni caso, quando ho conosciuto Useme Offcourse sapevo già cosa aspettarmi. L’ho beccato a Pak, credo, mentre gironzolava all’ansiosa ricerca di qualcuna che avesse voglia di tormentarlo… indossava sullo stomaco un anello di ferro creato da Anja, un cosiddetto Punisher cliccando il quale potevo sfilargli denaro dal borsellino in percentuali variabili. Quella volta non ho esitato: senza fargli troppe domande me lo sono acchiappato al volo e l’ho trascinato in un luogo sicuro, tormentandolo con manette e bavaglio e alternando a ogni azione un piccolo prelievo forzoso dalle sue tasche – fino a quando non gli ho lasciato più nulla.

348a5648d02ff739d1a4818388be2b9c.jpg Ora, credo sia chiaro che fare la dominatrice non è la mia passione… ma forse l’esperienza che ormai mi sono fatta dal lato sbagliato delle manette mi consente in qualche modo di capire che cosa può provare chi viene legato da qualcun altro. Non so: fatto sta che la situazione l’ha entusiasmato al punto che ben presto Useme ha cominciato a tempestarmi di IM ogni volta che gli capita di essere online… sperando che io sia, almeno temporaneamente, libera e in grado di prenderlo e rivoltarlo come un calzino. In queste proficue sedute, spesso è mia complice Samy80 – e fra tutte e due abbiamo scoperto che Useme è ampiamente in grado di soddisfare le nostre non esagerate esigenze consumistiche. Quando ci va di comprare qualcosa, basta aspettare un giorno o due, e appena Useme compare online gli saltiamo addosso e ci rimettiamo a posto il bilancio. Ho scoperto che legare Useme scatena in me istinti che non sapevo di avere e che in qualche caso un poco mi spaventano: mi è capitato di sorprendermi a piantargli un tacco della scarpa in bocca, a strangolarlo con un ginocchio piantato nel collo, a costringerlo a sedersi su un gabinetto e persino a minacciarlo di aprirlo in due con una sega a nastro. All’inizio persino Samy mi guardava sbarrando gli occhi – ma devo dire che nel caso della sega a nastro ho dovuto essere io a fermarla prima che davvero affettasse il nostro prigioniero come un prosciutto di Parma.

Magari tornerò in futuro sull’argomento. Useme è un porco dichiarato, parla male inglese, non sa fare niente di interessante, non è spiritoso e non è particolarmente simpatico. Anche a livello di gioco di ruolo, Useme è un disastro: appena gli finiamo i soldi, in genere, scompare… e in passato non ha esitato, dopo essere stato abbandonato da qualche parte con le manette ben chiuse addosso, a liberarsi barando, usando il visore standard e resettando i legami approfittando della nostra assenza. Samy e io lo frequentiamo solo perché questo ci consente di comprare quasi tutto quello che ci pare, e ci facciamo un punto d’onore di spolparlo ben bene ogni volta, ridendo di lui e pregustando tutto quello che ci compreremo alla faccia sua (il che, voglio precisare, è esattamente quello che lui desidera e che chiede esplicitamente a chiunque gli capita di incontrare). Eppure…

2967d2a3487ea432ac5525a5c689c308.jpg0e6f2edb0c5431a00eaef135d7980274.jpg …eppure, negli ultimi tempi, qualcosa sembra che stia cambiando. Sempre più spesso, Useme dimostra una certa buona volontà che non gli conoscevamo. Mi è capitato di trovarlo, con sorpresa, ancora legato come l’avevo lasciato due o tre giorni dopo il nostro ultimo incontro… e quando l’ho costretto ad acquistare e indossare il banesuit di Sable Janus lui ha saputo obbedire e accettare di passarvi dentro ben quattro giorni – giorni in cui sia io che Samy eravamo offline e non potevamo quindi tormentarlo come desiderava. L’altra sera ho sentito che era il momento di liberarlo dall’isolamento e mi sono ritrovata a esprimergli il mio compiacimento per i suoi progressi – da laido porcellino salvadanaio, Useme sembra aver fatto qualche passo verso lo status superiore di schiavo personale.

Può darsi che capiterà di nuovo di parlarne, di Useme. Una delle ultime volte che ci siamo incontrati, è scomparso all’improvviso da Second Life per confessarmi, qualche giorno dopo, che aveva dovuto spegnere il computer quando sua moglie – sua moglie nella Real Life suppongo – era piombata nella stanza del computer chiedendogli che diavolo ci facesse ancora in piedi alla sua una e mezza del mattino. Per punirlo di questo sgarro, l’altra sera, anche senza la presenza di Samy80, gli ho sfilato la consueta bella sommetta per poi imporgli la suprema umiliazione di un moneypig: l’ho chiuso, a Deitide, in una gabbia speciale che si apre solo a pagamento. Chi vi viene chiuso dentro potrà uscire solo quando abbastanza persone avranno pagato il riscatto stabilito dal display luminoso che si trova sulla porta – un riscatto il cui ammontare viene diviso in parti eque fra il prigioniero e i proprietari della gabbia stessa. L’ordine per Useme è di mandarmi, via via, tutto il denaro che la gabbia dovesse fargli guadagnare – con la proibizione assoluta di imbrogliare e mandarmi soldi che non siano stati racimolati in quel modo.

Per un moneypig che gode a farsi sfilare denaro dalle tasche, trovarsi a chiedere l’elemosina agli altri deve essere l’incubo peggiore in assoluto. O almeno lo spero per lui.

(Prossimamente: Coprifuoco)

Moneypigultima modifica: 2008-04-03T15:25:00+02:00da winthorpe
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