Dietro le maschere

Una domanda sommessa da parte di Lella, e una brevissima riflessione su come SL ci renda, a volte, molto più vulnerabili di quanto siamo disposte ad ammettere.

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Mi piace sempre citare, quando parlo di Second Life, quella frase di Oscar Wilde sul fatto che la verità si dice, più facilmente, quando si indossa una maschera. Ma come tutti gli aforismi anche questo, proprio come una maschera, nasconde una parte della verità. Così che, ogni tanto, capita qualche sorpresa: quando la maschera – o, per uscire dalla metafora, la mediazione di Second Life all’interno di un rapporto – produce effetti che rischiano di farsi interpretare nel modo sbagliato, soprattutto se capitano alla fine di una giornata non particolarmente piacevole.

EwynBane_003.jpgProviamo a spiegare nel dettaglio. Questa settimana, la RL mi ha concesso qualche spazio in più per affacciarmi in-world e, inevitabilmente, ne ho approfittato per cercare di recuperare. Recuperare il piacere di vedere appena possibile Andromeda, Jelena, Lella e Lorella, prima di tutto, ma anche cercare di affrontare innumerevoli questioni che si erano accumulate. Dovevo parlare con Ollalla Sugarbeet di un nuovo progetto intercarcerario (che, molto più della Grey List, potrebbe permettere una maggiore interazione fra le guardie e i prigionieri di strutture diverse). C’erano diversi Bane da sistemare, due dei quali erano italiani e non erano persone qualsiasi: una, Ewyn Raymaker, è una cara amica più volte citata su queste pagine – e fra l’altro è uscita dal banesuit in un tempo record (e, aggiungo, senza che l’esperienza, non proprio in linea con le sue fantasie, l’abbia colpita più di tanto). L’altra, Stefany McAndrews, è stata schiava di Belias per un po’, adesso appartiene a Francesca72 e, a differenza di Ewyn, sta accumulando giorno dopo giorno una quantità di violazioni che rendono sempre più lontana la data del suo rilascio. Le foto di questa pagina sono state scattate durante il loro trattamento. C’erano poi amiche e amici che avevano bisogno di un abbraccio, di un consiglio, di un orecchio amico in cui riversare i loro tormenti… o anche solo di fare due chiacchiere dopo tanto che non ci si sentiva. Senza contare che l’attività del WCF, in mia assenza, sembra aver notevolmente rallentato a causa di troppe guardie che battono la fiacca o che sono impegnate altrove.

EwynBane_001.jpgC’era, per farla breve, un sacco di Seconda Vita da vivere. Ma vivere, lo sappiamo tutti, è un’attività che lascia ogni giorno segni  profondi, qualche volta lasciandoti qualche graffio, per cui il mio parziale ritorno in-world non è stato privo di contraccolpi. Un piccolo dolore, che in parte mi aspettavo, è stato ad esempio scoprire che il buon Dirk Massiel, patron di Stonehaven, ha deciso di sfoltire la lista degli Stonehaven Warden, mantenendo in carica solo quelli che negli ultimi mesi hanno effettivamente frequentato la land. Da 25 Warden, quindi, la lista è stata ristretta a 9 e io, che non mi faccio vedere da mesi (salvo sporadiche e sempre più rare apparizioni) sono tra i nomi che sono stati rimossi. Dirk ha avuto la delicatezza di scrivermi, ovviamente: io gli ho detto che capivo benissimo la sua scelta (io stessa dovrò decidermi a dare una bella ripulita alla lista delle guardie del WCF, verificando chi davvero vuole continuare ad esserlo), lui mi ha risposto che a sua volta capiva benissimo i motivi, quasi tutti felici, per cui da tempo manco da Stonehaven.

EwynBane_004.jpgSe la vita è un viaggio, il bagaglio che possiamo portarci dietro è limitato. Second Life, da quando non pone più limiti a quello che possiamo tenere nel nostro Inventario, ci dà l’illusione di poterci portare dietro tutto quello che abbiamo. Ma gli impegni, le persone, le emozioni, quelli possiamo accumularli solo fino a un certo punto: a meno di non rinunciare del tutto alla RL, l’idea di essere Warden di Stonehaven, Bane Operator, proprietaria del WCF, padrona di quattro collari e autrice di un blog come questo è, semplicemente, irrealistica. Perdere lo status di Warden del luogo dove ho cominciato a scoprire il BDSM virtuale è stato un dispiacere ma, visto che a qualcosa dovevo per forza rinunciare, è giusto che sia stato Stonehaven. Che resta, comunque, un luogo dove mi sento sempre benvenuta.

EwynBane_005.jpgPoi però certe cose capitano tutte insieme. A pochi giorni dalla comunicazione con Dirk, ieri noto la scomparsa dalla mia lista dei contatti di qualcuno che appena poche ore prima manifestava nei miei confronti un atteggiamento molto diverso. Non intendo andare nei dettagli, in questo caso, perché sarebbe un discorso molto lungo e complesso: conosco quella persona da un po’ di tempo, i motivi di certe sue oscillazioni, e da tempo ho deciso di accettarli per quello che valgono, e accettare quella persona per quello che è, senza prendermela per certi scatti improvvisi. Ma decidere di non prendersela non equivale sempre a riuscirvi, e se qualcuno mi rimuove dalla sua lista dei contatti non posso prenderla a cuor leggero – tanto più quando, come in questo caso, lo si fa in silenzio, senza una parola di commiato o di spiegazione, e con l’aggiunta di un’altra coltellatina nella schiena su cui preferisco sorvolare. Ho preso atto della cosa con la massima freddezza possibile e, davanti a una porta che si è chiusa, ho chiuso anche io la mia, rimuovendola a mia volta quella persona dai miei contatti di Facebook. Chiuso l’argomento e pagina voltata, per quanto mi riguarda.

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EwynBane_007.jpgEwynBane_008.jpgPer completare degnamente la giornata, ieri pomeriggio, invece di tornare subito a casa dopo aver finito di lavorare, avevo deciso di concedermi un’oretta su SL… Mi sono connessa, e di lì a due o tre minuti ho avuto la gioia di veder comparire online Lella prima e Lorella subito dopo. Una gioia che è diventata immediatamente disperazione quando il mio capo è comparso all’improvviso con un lavoro urgentissimo da fare entro quella sera stessa. Ho dovuto spegnere subito, senza fare quasi a tempo a salutare, e mettermi sotto a sbrigare quelle pratiche. E quando sono tornata a casa mi sono dovuta portare dietro un po’ di arretrati su cui ho lavorato fino a tardi.

15431_1072939642063_1783332221_156365_5646863_n.jpgPer tutti questi motivi, quando dopo cena mi sono collegata brevemente a SL per un momento di fuga prima di rimettermi al lavoro, il mio umore non era certo dei migliori. Lo Spy mi ha informata che la mia Lella era online in compagnia della sua Nightwish, così ho deciso di astenermi, stavolta, dal teleportarla immediatamente fra le mie braccia: Dopo tutto, visto che ho dato a lei e a Night il compito di scattare le fotografie per il prossimo post sull’Autolock, non potevo non lasciar loro il tempo di farlo. E poi, lo so che non dovrei confessarlo… ma anche quando sono padrona del collare di qualcuno ho qualche difficoltà a interromperla se la vedo impegnata con qualcun altro. Comunque, di certo Lella mi avrebbe salutata non appena si fosse accorta che ero online.

Invece i minuti passavano e mentre io mi occupavo dell’amministrazione del WCF, cercando di sfoltire una lista ormai lunghissima di candidati e facendo conversazione con Daid5, Lella restava a parlare con Night. Mentre sbrigavo le mie faccenduole, la seguivo grazie allo Spy ma ogni tanto non potevo fare a meno di chiedermi se, per caso, l’affetto della micetta non l’avesse distratta al punto da far sì che non si accorgesse che ero online. Mi sentivo paralizzata tempo da pulsioni contrastanti: il desiderio di sentire la voce di Lella e quello di non dover essere io a chiamarla per prima, la voglia di vederla inginocchiarsi davanti a me e quella di non interrompere un suo momento tenero con Nightwish. E, sotto sotto, lo stesso dubbio che mi tormentava ai tempi di Jelena e Frine: su quanta libertà sia oppurtuno restituire a chi ti ha donato la sua.

EwynBane_009.jpgQuesto dubbio non è durato a lungo, per fortuna. A un certo punto, sento Lella che si congeda da Night dicendo che ha qualcosa da fare. E pochi istanti dopo la vedo comparire nel piazzale del WCF. Mi si avvicina, mi chiede con voce sommessa “È arrabbiata con me?”, e già in quel momento sento svanire nel nulla qualsiasi cattivo pensiero. Le carezzo la testa, confessando che al mio collegarmi mi sarei solo aspettata almeno un IM di saluto. E scopro che, come a volte succede, Second Life ci ha messo lo zampino: Lella, il suo saluto, me lo aveva inviato nell’istante stesso in cui mi ero collegata ma, a causa di chissà che misterioso bug, non solo a me il suo IM non era arrivato (l’ho ricevuto solo dopo, in mail, figurarsi!) ma, a lei, io risultavo essere offline. E il motivo per cui è venuta da me è che solo pochi attimi prima ha ricevuto, dal suo collare, il messaggio che la sua keyholder è adesso online – questo nonostante io sia collegata da oltre mezz’ora.

LellaFrough.jpgAbbraccio Lella, e stavolta non so chi delle due si aggrappi all’altra con più forza. Il distacco da Stonehaven? Una persona che ti azzanna la mano con cui credevi di confortarla? Il capo che ti ammolla un lavoro imprevisto all’ultimo momento? Che importa, quando, anche per pochi minuti, ho una testolina bionda da carezzare…. sapendo bene che quella testolina, nello stesso momento in cui io mi facevo venire i miei pensieri malinconici, forse credeva a sua volta che fossi io ad ignorarla. Tutto questo solo perché Second Life era in vena di dispetti e faceva pensare a ciascuna di noi la cosa sbagliata.

Evviva le maschere, insomma. Ma ricordiamocelo sempre: dietro la maschera, nessuno può vedere se stai piangendo.

Dietro le maschereultima modifica: 2009-11-06T16:47:00+01:00da winthorpe
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