Quello che adoro di Second Life

A margine di una chiacchierata, qualche sera fa, al carcere di Winsconsin. E dell’incidente cui ho dedicato il post precedente a questo.

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Una delle cose più belle, quando si recupera un po’ di spazio da dedicare a Second Life, è che il lavoro arretrato pian piano si assottiglia e torna la possibilità di passare qualche minuto a conoscere le persone – a volte con qualche RP, altre solo e semplicemente sedendosi lì a fare due chiacchiere. Per questo, qualche giorno fa, ho detto ad Andromeda che il WCF aveva bisogno di recuperare quelle panche che erano installate all’interno della vecchia prigione e su cui molto spesso capitava di accomodarsi per farsi visita, anche le volte che non si aveva nessuno da arrestare.

Mandala_001.jpgLe panche non erano lì nemmeno da 24 ore quando è venuta a trovarci Mandala Ryba, che in questo periodo è nostra vicina di casa in quanto affittuaria di un piccolo lotto non lontano dal WCF. Mandala, nella vita reale, fa la scrittrice ed è una delle pochissime persone che conosco in Second Life che non fa mistero della sua vera identità: è di Torino ed è autrice di gialli e libri fantasy che non vedo l’ora di cominciare a leggere. Non trovavamo mai l’occasione di fare due chiacchiere, così l’altra sera l’ho invitata apposta – anche perché finalmente mi è arrivata a casa una copia di Sarka, un romanzo che da tempo mi incuriosiva e che, grazie all’incoraggiamento di Mandala stessa, alla fine mi sono decisa a comprare.

Mandala_002.jpgNon trascriverò tutta la nostra chiacchierata dell’altra sera – soprattutto perché a un certo punto Mandala ha cominciato a farmi arrossire rivolgendomi complimenti esagerati anche per una egocentrica vanitosetta come me. Voglio però riportare qualche brano della discussione perché ci stava portando su un argomento che mi sta molto a cuore e che, per certi versi, forse spiega almeno in parte la fascinazione che Second Life ha per chi, come noi, ci dedica o ci ha dedicato parte del suo tempo libero.

 

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[2009/11/12 13:45]  Mandala Ryba: ti diro’ il tuo blog e’ affascinante
[2009/11/12 13:45]  Mandala Ryba: molto spesso certe cose non le capisco
[2009/11/12 13:45]  Win: Davvero? Immagino le parti tecniche… quelle in effetti sono solo per, diciamo, gli appassionati di RLV
[2009/11/12 13:45]  Mandala Ryba: esatto
[2009/11/12 13:45]  Mandala Ryba: ma l’insieme e’ veramente ricco di fascino
[2009/11/12 13:45]  Mandala Ryba: mi interessano molto le dinamiche … diciamo sociali
[2009/11/12 13:46]  Win: Mandala, beh… direi che siamo qui soprattutto per quelle dinamiche… da soli, gli script, servono a poco
[2009/11/12 13:46]  Mandala Ryba: ah si decisamente
[2009/11/12 13:46]  Mandala Ryba: e’ quello il fascino
[2009/11/12 13:46]  Mandala Ryba: la profondita’ dell’animo dell’essere umano
[2009/11/12 13:46]  Mandala Ryba: e’ su questo piano che si rivela
[2009/11/12 13:47]  Win: La cosa incredibile se una persona non la prova è quanto su SL, e nonostante la mediazione dell’avatar, vengano fuori le INFINITE sfaccettature delle persone
[2009/11/12 13:47]  Mandala Ryba: si
[2009/11/12 13:47]  Mandala Ryba: condivido questa osservazione
[2009/11/12 13:47]  Mandala Ryba: sl e’ veramente una sorta di prisma
[2009/11/12 13:48]  Mandala Ryba: attraverso il quale le luci di un’anima o di uno spirito, tanto per non badare al sincretismo cattolico
[2009/11/12 13:48]  Mandala Ryba: si divide in mille rivoli
[2009/11/12 13:48]  Mandala Ryba: e qui dove siamo ora mi pare…
[2009/11/12 13:48]  Mandala Ryba: un pozzo diluce ecco
[2009/11/12 13:48]  Win: Io ho una teoria, che vale per Second Life ma anche… uhm, vediamo se riesco a spiegarmi…
[2009/11/12 13:49]  Win: Allora… hai visto il film, “Up”?
[2009/11/12 13:49]  Mandala Ryba: no ma ne ho letto tutto il possibile
[2009/11/12 13:49]  Mandala Ryba: non vado mai al cinema se non so la storia, come finisce e tutto il resto
[2009/11/12 13:49]  Win: Io l’ho visto la scorsa settimana… e la prima mezz’ora ho pianto come non mi succedeva da ANNI, al cinema

[2009/11/12 13:49]  Win: Non ci potevo credere… e anche mio marito si è commosso
[2009/11/12 13:50]  Mandala Ryba: avra’ toccato corde nascoste
[2009/11/12 13:51]  Win: Un po’ sì… se hai una certa età, appunto… insomma, pensi a cosa significa amare una persona, invecchiare… però…
[2009/11/12 13:51]  Win: Ho notato che mi commuovo di più a certi cartoni animati… ma anche se vedo i musical… e mi è venuto in mente che Second Life…
[2009/11/12 13:51]  Win: Cartoni, musical e second life…. hanno tutti un valore metaforico potente… sono un po’ tutti dei… come una realtà stilizzata…
[2009/11/12 13:51]  Lella Demonia dovrà andare a vedere il film
[2009/11/12 13:52]  Win: Vacci, Lella, davvero… prima che lo smontino
[2009/11/12 13:52]  Mandala Ryba: sì, aggiungi che in Second Life si e’ protagonisti di quel cartoon
[2009/11/12 13:52]  Mandala Ryba: e che non sai come va a finire
[2009/11/12 13:52]  Win: La parte centrale è carina ma da bambini… ma i primi venti minuti e una certa scena finale che non ti dico… sono bellissimi
[2009/11/12 13:55]  Win: È la storia di un vedovo che cerca di fare, da solo, quello che con sua moglie non ha mai trovato il tempo di fare
[2009/11/12 13:55]  Win: È un film sulla fedeltà a se stessi, sul rispetto della memoria di chi non c’è più… e sulla necessità però anche di SUPERARE queste cose, perché la vita continua
[2009/11/12 13:55]  Mandala Ryba: .. dovro’ proprio andare a vederlo, suppongo…
[2009/11/12 13:56]  Mandala Ryba: mi piacciono questi messaggi positivi
[2009/11/12 13:56]  Win: Guarda, è DAVVERO bello e anche complesso, secondo me, non ovvio… non la solita cosa tipo “segui la fantasia che ti salverà”
[2009/11/12 13:57]  Mandala Ryba: andro’ a vederlo…
[2009/11/12 13:57]  Win: Però, appunto, come dici tu… su SL siamo noi protagoniste e non sappiamo come finisce…

analiegh_001.jpgQui la discussione ha poi preso per un po’ una piega diversa, ma ci tengo a provare a completare qui il discorso. Per quello che mi riguarda, la fantasia non è solo uno strumento per fuggire dalla realtà ma anche un potentissimo filtro per osservarla da un punto di vista diverso. Un buon romanzo di fantascienza non è letteratura di evasione ma un modo per parlare, sotto metafora, di alcune realtà sociali, politiche ma anche emotive – e basterebbe pensare a quello che un libro come Eudeamon ci racconta sull’animo umano per capire cosa intendo. Una canzone d’amore diventa universale quando riesce a dirti molto senza andare troppo nel dettaglio, aprendosi alla tua storia ma anche alla mia, alla sua, tutte diverse ma tutte con la stessa base comune, che può essere il desiderio di amare ed essere amati, la paura dell’abbandono. la gratitudine dell’esistenza dell’altro. Allo stesso modo, ancora, un capolavoro come UP! non è la storia di un vecchietto che lega la casa a un miliardo di palloncini e fugge da una realtà ormai insopportabile, ma una storia che racconta la necessità per ciascuno di noi di essere coerenti cercando, allo stesso tempo, di non diventare schiavi di se stessi, dei propri ricordi più o meno dolci, delle proprie regole.

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Oggi, gli effetti speciali sono sviluppati a tal punto che una storia come quella di UP! avrebbe tranquillamente potuto essere girata dal vero. Ma avrebbe avuto lo stesso impatto? Io credo di no: perché se, al posto del vecchietto disegnato avessero usato, che so, Jack Nicholson o Morgan Freeman, avremmo avuto un personaggio troppo vicino a (o troppo diverso da) qualcuno che magari conosciamo, o potremmo conoscere. Invece no: il protagonista è un disegno, addirittura un avatar digitale. Una maschera, un segnaposto su cui ciascuno di noi può proiettarsi in modo totale, prendendo quel che ci assomiglia e scartando istintivamente quello che non. Lo stesso, almeno per me, accade su Second Life: dove tutti siamo un po’ quello che di noi riusciamo a trasmettere mediante le parole e i comportamenti, e un po’ (ma non poco) quello che gli altri proiettano, di se stessi, su di noi. Io so di essere Win, ma so anche che la Win che conosce chi la frequenta è in gran parte frutto dell’immaginazione di quelle persone.

Mandala_004.jpgForse anche nella nostra Real Life siamo, in parte, maschere, metafore di noi stessi, protagonisti della nostra storia personale e personaggi collaterali nelle vite degli altri, ma su Second Life questa sensazione è rafforzata dal fatto che la maschera dietro a cui ci nascondiamo – e grazie alla quale possiamo concederci una sincerità maggiore di quella che la vita reale a volte ci consente – è sempre presente ed è impossibile ignorarla. Siamo, appunto, parte di un grande disegno animato del cui esito siamo responsabili solo in parte e che consente – a chi ha la fortuna di sapersi abbandonare alla fantasia mantenendo aperti gli occhi e il cervello – di amplificare la propria capacità di sentire le emozioni. È, di nuovo, l’idea di umanità accresciuta di cui parla Giuseppe Granieri in quel libro che ho letto qualche tempo fa: offrendoci nuove modalità comunicative, Internet non si limita ad eliminare le distanze ma ci espone a, come dice Mandala, dinamiche sociali che in gran parte prima non esistevano, e che tutti quanti scopriamo giorno per giorno, via via che il nostro futuro si trascolora nel presente per diventare subito passato.

[2009/11/12 14:00]  Win: Sai cosa adoro di SL?
[2009/11/12 14:00]  Mandala Ryba: si?
[2009/11/12 14:00]  Win: Che è forte come… che ha la stessa potenza dei migliori cartoni animati, la forza metaforica, no? Però…
[2009/11/12 14:01]  Win: …però non sei schiava di una storia scritta da qualcun altro… la scrivi tu con le persone che incontri, come la vita reale
[2009/11/12 14:01]  Win: Per me questo è dirompente!
[2009/11/12 14:01]  Mandala Ryba: assolutamente d’accordo
[2009/11/12 14:01]  Mandala Ryba: anche se io credo
[2009/11/12 14:01]  Mandala Ryba: che certe potenzialita’
[2009/11/12 14:01]  Mandala Ryba: certe caratteristiche di un avatar
[2009/11/12 14:01]  Mandala Ryba: non possano non essere anche nell’umano dall’altra parte
[2009/11/12 14:01]  Mandala Ryba: magari sono celate
[2009/11/12 14:02]  Mandala Ryba: ma qui deflagrano

nightlellame_001.jpgEcco, qui ho ancora qualcosa da aggiungere. Sicuramente è vero: su Second Life, molte qualità e molti difetti – molte caratteristiche, appunto – deflagrano grazie alla famosa maschera che indossiamo tutti, alla libertà con cui possiamo esprimerci… ma anche a causa dell’opposto della libertà. Vivere su Second Life, infatti, ci sottopone a pesantissime restrizioni comunicative, rispetto alla nostra vita reale: il fatto che su SL i gesti siano, quasi necessariamente, animazioni prefabbricate ci spinge per forza a una stilizzazione. Fra avatar ci abbracciamo molto più di quanto avvenga nella vita reale anche perché, ad esempio, non disponiamo di animazioni più articolate – o non abbiamo il tempo di scrivere un emote che indichi con più precisione il gesto che vorremmo dedicare a una certa persona. Dobbiamo, necessariamente, semplificare – vale a dire, di nuovo, diventare cartone animato, canzone, metafora, stilizzazione aperta all’interpretazione dei nostri interlocutori.

conLorellanew_001.jpgIn tutto questo, l’età apparente dei nostri avatar non è affatto un dettaglio. Il fatto che su SL siamo al 90 per cento giovani, belli (e femmine, vogliamo dire anche questo?) non significa solo che la maggior parte delle persone vorrebbe essere una bella ragazza di vent’anni, ma, credo, anche che l’intensità delle emozioni offerte da Second Life ci riporta direttamente alla nostra adolescenza. Una come me, che ha superato i quarant’anni, ricorda i suoi teen come il periodo della scoperta e messa a fuoco delle proprie emozioni, personalità e sentimenti: l’epoca in cui tutto ti investe, all’improvviso, prima che tu abbia avuto modo di munirti degli strumenti per affrontare l’ondata. Emozioni pure, sconosciute, a volte terrificanti, a volte indescrivibilmente dolci, o tristi o capaci di scatenare furie distruttive. Quando siamo adolescenti siamo più vulnerabili, ancora senza quel guscio che, se da un lato ci permette di sopravvivere ai sussulti della vita, dall’altra un po’ ne attutisce anche le cose belle, riducendo la nostra capacità di meraviglia.

Frinedeserto_001.jpegEcco, credo che per me Second Life sia anche questo: un luogo dove torno ad essere, per un poco, la ragazzina che sono stata fra i miei quattordici e i miei ventiquattro anni. La stessa vulnerabilità, la stessa attitudine a mettere il cuore in gioco in ogni momento. Con, in più, quel poco di saggezza che nei decenni successivi la vita spero mi abbia dato (e che mi ha insegnato a fare il possibile per evitare di ferire gli altri)… e, in meno, la paura del futuro che, all’epoca della mia adolescenza, mi accompagnava ogni giorno. Oggi ho una vita reale che – con gli inevitabili alti e bassi – mi rende ogni giorno felice… e anche questo mi permette, quando il tempo me lo consente, di godermi tramite Win un ritorno a quei tumulti che, venti o venticinque anni fa, mi squassavano in modo invincibile. Qui su Second Life posso giocare a “non sono più tua amica, anzi sì, anzi no” come ho raccontato nei post che precedono questo. Posso giocare di nuovo al gioco della seduzione ben sapendo che, appunto, è un gioco (anche se molto, molto serio) sia per me che per le persone con cui ho la fortuna di condividerlo. Siamo solo avatar, dopo tutto, no? Anzi, fatemi togliere il “solo”, perché il concetto di avatar non è necessariamente solo riduttivo rispetto a quello di persona: è qualcosa di meno ma anche qualcosa di più.

Siamo umanità accresciuta, ma non perché essere un avatar sia più di essere una persona. Siamo umanità accresciuta perché abbiamo saputo cogliere la possibilità di essere, simultaneamente, una cosa e l’altra.

 

Quello che adoro di Second Lifeultima modifica: 2009-11-17T18:41:00+01:00da winthorpe
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