Poco più di un’ora

In genere, in questo diario scrivo cose sì personali ma che penso possano essere di un qualche interesse generale perché fanno parte di qualche avventura. Stavolta no: stavolta è solo il piacere di ritrovare qualcuno che non vedevo da troppo tempo.

Lella!_003.jpg

La faccio breve. È la fine di agosto, sto chiacchierando al WCF con Daid5, Francesca72 e Yasirah, tutte persone che non vedevo da un pezzo. E proprio in quella, per la prima volta da non so nemmeno quanto, vedo collegarsi qualcuno con cui gli orari – fra vacanze mie e lavoro RL suo – non si erano più sincronizzati. Qualcuno che non vedevo da tanto tempo che le sue texture ho dovuto ricaricarle da zero – come si vede in queste fotografie.

[2010/08/30 15:28]  Win: ECCO LELLA!!!
[2010/08/30 15:29]  MystiTool HUD 1.3.1 (bottom right): Entering chat range: Lella Demonia (2m)
[2010/08/30 15:29]  Lella Demonia: eccomiiiiiii… buona sera
[2010/08/30 15:30]  Francesca72 Allen: lella… ciao ma quanto tempo
[2010/08/30 15:30]  Win: Salta su, Lellina!
[2010/08/30 15:30]  Lella Demonia: oooooppppp
[2010/08/30 15:30]  Win prende Lella fra le braccia e se la sbaciucchia
[2010/08/30 15:31]  Francesca72 Allen: ecco queste sono le cose belle da vedere
[2010/08/30 15:31]  Lella Demonia stringe forte la Signora e le sbaciuccia il collo
Lella!_001.jpgLella!_002.jpg[2010/08/30 15:31]  Win: Sei tutta grigiolina, Lella… tanto tempo che non ti rezzavo!
[2010/08/30 15:31]  Lella Demonia: eh si, ho anche il viewer vecchio
[2010/08/30 15:33]  Win: Finalmente ti vedo davvero, Lella… e non attraverso il testuale!
[2010/08/30 15:35]  Francesca72 Allen: siete belle da vedere
[2010/08/30 15:35]  Win: A preesto!
[2010/08/30 15:35]  Francesca72 Allen sorride alle amiche
[2010/08/30 15:35]  Lella Demonia: grazie Francesca
[2010/08/30 15:35]  Win: Grazie! Mi piacciamo tanto, sai?

Daid5, Yasirah, Francesca, una dopo l’altra, salutano e si allontanano. Io con Lella in braccio, dopo… mesi?

[2010/08/30 15:36]  Win: Uh, mamma mia, quanto tempo, mia… nemmeno mi sembra più vero… Vediamo se questo guinzaglio funziona ancora
[2010/08/30 15:36]  Lella Demonia: eh si, ne è passato di tempo… entravo solo la notte fonda per salutare Night
[2010/08/30 15:37]  Win attacca delicatamente la catenella al collare, come se fosse la prima volta
[2010/08/30 15:37]  Elegance Collar 1.14.2 (spine) sussurra: Lella Demonia leashed by WinthorpeFoghorn Zinnemann, length is 0.700000 m
[2010/08/30 15:37]  Lella Demonia sende un brivido correrle lungo la schiena…. quanto tempo
[2010/08/30 15:38]  Win sfiora con le dita il metallo del collare: “Anche qui mi sembra di sentire una leggera elettricità, Lella”
[2010/08/30 15:39]  Lella Demonia sorride alla Signora *sono tutta un fremito

Si sente un urlo lontano. Una voce che sorride.

[2010/08/30 15:38]  Francesca72 Allen grida: win e lella sono splendide
[2010/08/30 15:39]  Win: Che cara, Francesca
[2010/08/30 15:39]  Lella Demonia: eheheheh si
[2010/08/30 15:40]  Win: Ti metto giù, voglio abbracciarti

Lella!_005.jpgParliamo un po’ di sciocchezze: del tempo meteorologico di quei giorni, del tempo reale che passa. Degli IM che ci affogano ogni volta che ci colleghiamo dopo una lunga assenza e dell’anello che uso a volte per bloccare gli IM che mi arrivano – per evitare di esserne travolta.

[2010/08/30 15:52]  Win: Ormai quasi sempre, dopo la terza finestra IM che mi si apriva, anello e via… alla fine uno capisce anche se è duro
[2010/08/30 15:52]  Lella Demonia: ho solo lo script, devo trovare un oggetto dove poterlo inserire
[2010/08/30 15:53]  Win infila il dito nella manetta dorata che ti penzola dall’orecchio: “Io una ideina ce l’avrei… avrebbe anche senso come oggetto”

Mentre ci teniamo abbracciate, tolgo a Lella i vestiti che indossa. Non ci vediamo da troppo: voglio che sia di nuovo mia nel modo più totale – che indossi solo i segni del mio possesso. Estraggo un paio di manette non usate da tanto tempo. Da tanto di quel tempo che le chiavi ci mettono un po’ a entrare.

Lella!_004.jpg[2010/08/30 15:59]  Win: Un po’ di ruggine… non entrano…
[2010/08/30 16:00]  Lella Demonia: non ricordavo neanche più di averle lol
[2010/08/30 16:00]  Win fa scattare le manette, poi avvicina una chiavina alle labbra
[2010/08/30 16:00]  Lella Demonia: ehi, non vorrà mica inghiottirla?
[2010/08/30 16:00]  Win socchiude le labbra e inserisce la chiavina, tenendola con la punta delle dita, leccandola un pochino
[2010/08/30 16:01]  Lella Demonia avvicina le labbra e tenta di prendere la chiavetta
[2010/08/30 16:01]  Win chiude le labbra attorno alla chiavina, succhiandola un poco, tirandola leggermente avanti e indietro
[2010/08/30 16:02]  Lella Demonia mordicchia la chiavetta e le labbra della Signora
[2010/08/30 16:03]  Win tiene la chiavetta fra i denti e ne spinge l’impugnatura fra le tue labbra, baciandole leggermente
[2010/08/30 16:04]  Lella Demonia appoggia le labbra a quelle della Signora e L’abbraccia forte
[2010/08/30 16:05]  Win fa scendere le mani lungo le tue braccia… afferra i polsi e li porta piano piano dietro la schiena
[2010/08/30 16:05]  Lella Demonia inarca la schiena e tende le braccia all’indietro
[2010/08/30 16:06]  Win sorride, esercitando una leggera forza e tirandoti le braccia di nuovo in avanti, in modo che si uniscano dietro la sua schiena
[2010/08/30 16:06]  Police handcuffs (r forearm) sussurra: Lella Demonia has been locked by WinthorpeFoghorn Zinnemann (“1 Hnd front”).
[2010/08/30 16:06]  Win fa scattare le manette, unendo i tuoi polsi dietro di sè, legandoti a lei strettamente
[2010/08/30 16:06]  Lella Demonia ne aprofitta e stringe ancora un po la Signora
[2010/08/30 16:07]  Lella Demonia: ..PoPi!!!
[2010/08/30 16:07]  Win ride
[2010/08/30 16:07]  Lella Demonia: mi è mancata un sacco

Parliamo un poco della RL che ci tiene lontane. Il tempo vola, nel piazzale del WCF. Poi ci accorgiamo che è tardi, davvero tardi.

[2010/08/30 16:22]  Win: In realtà farei bene ad andare a letto… anche se sono meno stanca che nei giorni scorsi
[2010/08/30 16:23]  Lella Demonia: ma ora La spedisco a nanna, è tardi anche per me
[2010/08/30 16:23]  Win sorride: “ma non qui, mia… voglio lasciarti su un bel letto”

Lella!_006.jpgAndiamo a Danim, dove abbiamo casa. Senza fretta, controllo e rimetto a posto le catene di Lella, sistemandola sul lettone grande.

[2010/08/30 16:27]  Police handcuffs (r forearm) sussurra: Lella Demonia has been locked by WinthorpeFoghorn Zinnemann (“2 Hnd back”).
[2010/08/30 16:28]  Win ride: Oh… ecco fatto
[2010/08/30 16:30]  Lella Demonia: È tutto arruginito :)
[2010/08/30 16:30]  Win: Una sola cosa non è arrugginita, mia…
[2010/08/30 16:31]  Win ti stringe forte e sussurra: “…quello che ci lega insieme…”
[2010/08/30 16:31]  Lella Demonia accarezza le mani della Signora *quella è inossidabile*
[2010/08/30 16:31]  Win sorride e ti bacia sul collo
[2010/08/30 16:32]  Police legirons (r lower leg) sussurra: Lella Demonia has been locked by WinthorpeFoghorn Zinnemann (“Hogtie”).
[2010/08/30 16:33]  Win assicura una catenella alle tue caviglie e la fissa ai polsi, preparando un temporizzatore
[2010/08/30 16:33]  Win: Ti troverò ben impacchettata per il nostro prossimo incontro, Mia
[2010/08/30 16:34]  Lella Demonia sorride felice
Lella!_007.jpg[2010/08/30 16:34]  Win ti stringe a sè, baciandoti sul collo: Buona notte, tesoro
[2010/08/30 16:34]  Lella Demonia: dolce notte Signora
[2010/08/30 16:35]  Win: Stacca… io spegnerò subito dopo…
[2010/08/30 16:35]  Lella Demonia la sbaciucchia e si addormenta
[2010/08/30 16:35]  Win: …ma non sciupo nemmeno un istante con te, oggi
[2010/08/30 16:35]  Win ti stringe e aspetta di sentirti svanire
[2010/08/30 16:35]  Lella Demonia chiude gli occhi e si addormenta felice
[2010/08/30 16:35]  Lella Demonia è Offline

È passata poco più di un’ora dal nostro incontro. Ma sono ore come queste che rendono SL qualcosa di straordinario. Qualcosa che solo chi la vive, forse, è in grado di capire.

Togliendo il tappo

Cosa succede quando si toglie il tappo? Succedono grandi novità – tali da far pensare che, in qualche caso, il non esistere per un po’ sia cosa buona e giusta. Per tutti.

Foto 5 1.jpg

Nel suo studio sulla forma che il masochismo assume nell’uomo moderno, Theodor Reik avanza un’ipotesi interessante. Il masochismo è più diffuso di quanto non ci rendiamo conto perché assume una forma attenuata. La dinamica fondamentale è la seguente: un essere umano vede qualcosa di brutto che sta giungendo inevitabilmente. Non ha alcun potere di impedirlo; è impotente. Questo senso di impotenza genera la necessità di assumere un certo controllo sul dolore incombente… qualsiasi genere di controllo va bene. Questo ha un senso; la sensazione soggettiva di impotenza è più dolorosa dell’incombente infelicità. Così la persona afferra il controllo della situazione nell’unico modo che le resta: collabora nel tirarsi addosso l’infelicità incombente; l’affretta. Questa attività fornisce la falsa impressione che goda del dolore. Non è così. È solo che non può più sopportare il senso di impotenza, o di supposta impotenza. Ma nel processo di assumere il controllo dell’inevitabile infelicità, diventa automaticamente anedonico (ossia incapace o restio a godere del piacere). L’anedonia si insinua di nascosto. Con gli anni, assume il controllo dell’individuo. Questi, per esempio, impara a differire la gratificazione; è il primo passo lungo il triste processo dell’anedonia. Nell’imparare a differire la gratificazione, sperimenta una sensazione di autocontrollo; è diventato stoico, disciplinato; non cede agli impulsi. Ha il controllo. Controllo sui suoi impulsi e controllo sulla situazione esterna. È una persona controllata e che controlla. Ben presto, allarga la sua sfera, e controlla altre persone, come parte della situazione. Diventa un manipolatore. Naturalmente non è consapevole di questo; tutto quello che vuole fare è attenuare il suo senso di impotenza. Ma nel corso di questa operazione, insidiosamente sopraffà la libertà altrui. Tuttavia non ricava alcun piacere da questo, nessun guadagno psicologico; tutto quello che ottiene è essenzialmente negativo.

tratto da “Valis” di Philip K. Dick (traduzione italiana di Delio Zinoni) pagg. 104-105 dell’edizione Piccola Biblioteca Oscar, Mondadori, settembre 2000

VALIS(1stEd).jpgIl passaggio qui sopra, tratto da un libro che ho letto durante le mie vacanze di quest’estate, mi ha colpita moltissimo. L’ho detto fin dal principio: per me, Second Life è anche un modo di conoscere meglio me stessa, perché tutto vi avviene in modo più schematico, veloce e, sotto certi punti di vista, intenso – ma le persone che animano ciascuno di noi avatar sono persone reali e restano se stesse, quale che sia il ruolo che si sono scelte (o che ha scelto loro) all’interno del metaverso.

È su Second Life che ho imparato a dare un nome e una radice alle mie fantasie e alle mie fisse, a guardarle in faccia e, senza rifiutarle, a fare qualche sforzo per correggere quello che posso migliorare, accettando quello che non riesco o non voglio cambiare. Su queste pagine ho accennato a come il banishment possa esprimere, fra le altre cose, la paura della morte e il tentativo di esorcizzarla o illudersi di controllarla anticipandone alcuni elementi. Dick è, naturalmente, un grande scrittore di fantascienza a cui il libro di Erika Moak sicuramente deve molto, e una parte delle considerazioni che ricicla da Theodor Reik mi toccano direttamente.

Inutile che mi metta a dire “questa parte sono io, questa parte no” (altri si riconosceranno in modo diverso, qualcuno troverà la situazione descritta agli antipodi del suo carattere).Ewyn 25 (Trio).jpg Quel che per me conta è che, in generale, riconosco in me la tendenza a tirare il freno – e, spesso, a tirarlo anche alle persone che mi hanno dato e mi rinnovano la loro fiducia. Questo può avere un senso, cum grano salis, in un rapporto nel quale io prendo le chiavi del collare di qualcuno, ma può diventare pernicioso quando ti trovi ad essere a capo di qualcosa di complesso e articolato quale, nel mio caso specifico, una prigione come il Winsconsin Correctional Facility. All’inizio, a inventarsi sempre nuove follie era solo Andromeda, e accettare o (quasi mai) respingere le sue invenzioni era un impegno che ero in grado di gestire. Però, da qualche tempo, ci sono alcune persone dello staff il cui impegno si è fatto sempre più costante e propositivo. Ed è venuto il momento di riconoscerlo – e annunciare alcune decisioni importanti.

tribunale.jpgI nomi chiave di questa trasformazione sono Jelena Kiranov, Ewyn Raymaker e Nightwish Sveiss. Jelena ha preso, qualche tempo fa, l’iniziativa di costruire tutta un’area di negozi che occupa adesso il centro di Winsconsin – l’area più lontana dal mare, che restava per lo più sfitta. Poi, con l’aiuto di Travestroia Azalee, ha eretto in pochi giorni un tribunale adiacente all’area delle celle. Nell’ultimo mese però (forse anche grazie alla mia lunga assenza causa lavoro e vacanza) si è davvero scatenata, prendendo di petto alcuni problemi che si erano andati accumulando nel tempo. Qualcuno lo si è risolto, su qualcuno si sta lavorando dietro le quinte proprio in questi giorni, e non è detto che si riesca a superarlo: ma si deve alla forza di volontà di Jelena se, alla fine, sono stata costretta ad affrontarli, e dentro di me so di dover rendere soprattutto a lei il merito di qualsiasi soluzione. Non sto ad andare nei dettagli – fra di noi, com’è noto, ci sono questioni personali ancora tutte da risolvere. Ma nessuno più di Jelena, nei giorni scorsi, si è battuta per il bene generale di tutta la sim che porta il mio nome e nessuno più di me può sentirsene più felice e piena di gratitudine.

macelleria_001.jpgQuanto a Night ed Ewyn, entrambe sono comparse a più riprese su queste pagine, anche se spesso in ruoli apparentemente di fianco. Ewyn, da quando ci conosciamo (a proposito: non è oggi che la tua casa a Winsconsin compie un anno? Tantissimi auguri, visto che mi sono clamorosamente scordata il tuo compleanno, qualche giorno fa!) mi tiene aggiornata sulla sua vita, mi invia fotografie, suggerimenti, considerazioni che più volte sono stata tentata di utilizzare qui sul blog e che molte volte ho fatto mie in-world. È una roleplayer accanita, a volte feroce, spesso incline a estrema violenza. Anche se ormai alquanto lontano nel tempo, il periodo in cui è stata, diciamo, ospite forzata in casa mia resta a tutt’oggi una delle esperienze più complesse, gratificanti e stimolanti della mia Second Life. Nel suo profilo, qualche tempo fa, ha messo anche un mio ritratto commentando “il meglio deve ancora venire” e sono convinta che così sarà. Quanto a Nightwish, è comparsa in un periodo in cui la mia presenza su Second Life si stava già diradando e fin dall’inizio provavo quel lieve rimpianto preventivo che hai quando ti rendi conto che stai incrociando la strada di qualcuno che vorresti avere il tempo di conoscere meglio. Sono stata contenta quando è riuscita a convincere Lella a prenderle le chiavi del collare e voglio sottolineare che mai e poi mai ho avuto anche la minima sensazione che il loro rapporto potesse interferire col dominio che ho sulla mia Demonia preferita: come sub, Nightwish è discreta e paziente, e ha una vena dom molto forte che, in assenza di Lella, si scatena in mille modi.

Snapshot_001.jpgSoprattutto, di recente, alla nostra prigione: negli ultimi mesi, Nightwish ed Ewyn sono diventate una coppia di guardie inseparabile e perfettamente assortita. Il loro è un gioco perversamente divertente di “bad cop – bad cop”: molti prigionieri sono stati segnati profondamente e in modo indelebile dalla loro recente permanenza al WCF. In qualche caso, come Sophii Calamity, arrivando a perdere completamente la ragione, in una disintegrazione della personalità registrata, giorno per giorno e spietatamente, nel suo blog, che per chi legge l’inglese è una lettura affascinante. Un prodotto collaterale di tutto questo lavoro è anche anche la costruzione delle nuove aree di gioco che si vedono in alcune delle foto con cui illustro questa pagina – costruite, finanziate e attrezzate soprattutto da Ewyn, Night, Jelena e Andromeda.

Snapshot_339.jpgDa due giorni, come riconoscimento della loro attività instancabile, Ewyn e Night sono state ufficialmente promosse da Guardie a Warden: hanno quindi ora, oltre ai poteri tradizionali della Guardie WCF, anche quello di nominare nuove guardie o licenziarne di vecchie – che finora era riservato a me soltanto. Ma è solo l’inizio, perché le iniziative fervono. Pene Seetan e Andromeda stanno implementando alcune novità a livello di script e di attrezzatura, Elenaslv lavora a certi nuovi badge al momento ancora top secret e si è candidata come infermiera del WCF. In più, mi risulta che Malbert Greenfield, Francesca Miles, Nemesis Lourbridge e parecchie altre persone pullulino di proposte. Credo, grazie a Jelena, Ewyn e Night, di essere riuscita in qualche modo a, se mi consentite la metafora, togliere il tappo che io stessa imponevo, senza accorgermene, al WCF. E non vedo l’ora di vedere dove tutto questo ci porterà.

riunionewcf.png

Come? Ah, dite la riunione annunciata nel post precedente? Giusto, non va dimenticata. C’è stata, eccome, e la foto qui sopra documenta quanto sia stata affollata. Segnalo qui soltanto che è stata lunghissima e accesa, veemente, con più di una polemica, come forse è giusto che sia una riunione in cui per la prima volta si cerca di affrontare un problema. Ma è stata, soprattutto, costruttiva e utile a iniziare una discussione e una trattativa in mail di cui non ha senso rendere conto qui, anche perché al momento ancora lungi dall’essersi conclusa. La vita di una sim è fatta anche di diplomazia, di confronti, di proposte, e il lavoro delle owner non può non essere anche il tentativo costante di conciliare i rapporti personali con le esigenze delle comunità. Ecco, questo mi sembra che stia avvenendo da entrambe le parti. I risultati finali li giudicherà la Storia, con la S maiuscola, di questa nostra minuscola vita virtuale.

 

Ritorno amaro

Un mazzo di chiavi restituite. Un caso diplomatico urgente. Una riunione a cui, già lo so, non posso partecipare. I frutti avvelenati di una lunga assenza.

chiaviaddio_001.jpg

Non pensavo mai che avrei dovuto pubblicare una foto come quella qui sopra. Jelena e io, faccia a faccia. Lei senza collare, io che lascio cadere nella sua mano un piccolo mazzo di chiavi. E due persone molto importanti della nostra Second Life, Belias e Nemesis (alias Clelia, alias Frine), che assistono imbarazzate.

Qualcuno dice che certe situazioni vanno risolte in IM – una sorta di variazione tecnologica del concetto per cui i panni sporchi si lavano in famiglia. Ma ci sono rapporti che coinvolgono anche il prossimo e, fra questi, sicuramente c’è il tipo di rapporto che prevede un collare. Due persone si appartengono intimamente, ma il collare è un segno rivolto all’esterno. E quando non c’è più è giusto – e, aggiungerei, sano – che se ne conosca il motivo.

Snapshot_002 2.pngSnapshot_001 4.pngSnapshot_006.pngHo dovuto togliere il collare a Jelena per necessità tecniche, quando l’ho sottoposta al banishment. La pena che le avevo imposto, secondo le regole della Kelley Tech, superava le cento ore. Abbastanza, facendo una stima, per non esaurirsi prima del mio ritorno dalle vacanze – sempre che Jelena non incrementasse le ore quotidiane in cui era solita collegarsi.

Però, una volta tornata, ho scoperto due cose. Prima di tutto che nel corso del banishment Jelena, con la complicità di un altro personaggio chiave del WCF (di cui, per il momento, preferisco non fare il nome) ha tentato di manipolare il suo Custodian. E poi che durante la mia assenza si è collegata molto più a lungo del normale, riuscendo pertanto a completare legalmente la sua sentenza – incluse le non poche estensioni automatiche impartite dal meccanismo.

Il risultato? Al momento del nostro incontro dopo due settimane, Jelena era uscita dal banishment. E non accennava a rimettere addosso il collare che ha portato, senza interruzione, dal giorno in cui si era sottomessa a me e che sarebbe stato suo dovere rimettere allo scadere della pena.

A tutto questo si aggiunge, mi si dice, un aggravarsi di certe tensioni fra il Femdom e il WCF. Qualche scontro fra singole persone è sempre stato all’ordine del giorno – e fa parte dell’ordine naturale delle cose. Ma stavolta sento voci insistenti che parlano di un possibile abbandono della land da parte della bella community di Fujiko. Una situazione da chiarire, più che un problema vero e proprio, ma che comunque bisogna affrontare – soprattutto per quello che riguarda chi riveste ruoli di responsabilità in entrambe le strutture. Potrebbe rendersi necessario, per mantenere buoni rapporti, introdurre una sorta di separazione delle carriere.

Infine, anche il WCF ha bisogno di qualche intervento. Da tempo, un paio di guardie benemerite hanno dedicato alla prigione un’attività particolarmente valida, costante e affidabile, ed è giunta l’ora di riconoscerlo in modo ufficiale. Ci sono alcune nuove stanze da inaugurare, un nuovo e più incisivo metodo di restrizione da implementare. Nuove regole, nuovi manuali. Un sacco di lavoro, insomma.

Non c’è tempo, adesso, per le questioni personali fra me e Jelena. Stasera, 22 luglio 2010, tutte le guardie e le co-owners (oltre a Jel e me, Lella Demonia e Andromeda Sawson) sono convocate a una riunione nell’aula del tribunale per ascoltare (ed, eventualmente, discutere) alcune delle novità che riteniamo necessario introdurre. Sarà Jelena a condurre l’incontro, a partire dalle 22.00 ora italiana, perché io so fin d’ora che non mi è possibile intervenire. Leggerò poi la trascrizione completa della discussione e valuterò di conseguenza come comportarsi. Per quanto riguarda le decisioni relative al WCF, lo metto nero su bianco (anzi, azzurrino su nero, visto il formato di questo blog), Jelena ha la mia totale fiducia: abbiamo discusso l’ordine del giorno di questa sera via mail e sono certa che lo rispetterà nel modo più assoluto. Chiunque sia interessato a partecipare, anche se non fa parte dello staff, è il benvenuto.

chiaviaddio_003.jpgQuanto alle questioni più personali… con lei, di lei e me, ne riparleremo una volta affrontate e risolte queste emergenze. Per adesso, non ha senso che io tenga in tasca un mazzo di chiavi a cui non corrisponde una situazione più che cristallina. La fiducia non si può dare per scontata ma deve essere riacquistata, giorno per giorno. E, soprattutto, bisogna volerlo fare.

È Second Life, bellezza, e nessuno può farci niente. Non siamo che bolle di sapone soffiate dal vento. E tutto può finire in qualsiasi momento, soprattutto la proprietà di un collare.

Partire è un po’ morire

Fra 24 ore sarò di nuovo su un aereo, stavolta per andare a passare due settimane di vacanza. E allora perché mi sento tutte queste farfalle nello stomaco?

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È una giornata lenta, oggi, in ufficio. A Roma, il 29 giugno è vacanza e molti colleghi sono via per il ponte. E io stessa sono sul piede di partenza. Domani mi aspetta un aereo che mi porterà, finalmente, in vacanza. Non tornerò online fino al 14 luglio e mi resta ancora oggi per finire le ultime faccende, chiudere una valigia leggerissima e salutare tutti.
La cosa curiosa è che sto cercando di salutare con più cura le persone che conosco su Second Life di quelle reali. Di partire mi capita ormai abbastanza spesso, e ancora più spesso mi succede di non sentire per giorni, settimane e anche mesi persone a cui sono vicina nella vita reale: eppure non mi viene da fare tutte queste telefonate in giro, nemmeno stessi partendo emigrante per un altro continente. Invece, stamattina, sto facendo tutto quel che posso per non lasciare cose in sospeso: vedere per un momento Andromeda, Jelena, Lorella, Lella (non Frough, ma solo perché si sta prendendo una vacanza da Second Life per motivi che un giorno forse potremo raccontare), aggiornare il mio profilo segnalando che non ci sarò per qualche tempo, capire se ci sono questioni in sospeso da affrontare prima di andare offline per quindici giorni.
malesophii_001.jpgMi sono fatta qualche domanda e credo che quest’ansia di avvertire abbia a che fare con la fragilità estrema dei nostri rapporti virtuali. Abbiamo spesso parlato del fatto che su Second Life quando fai log off cessi letteralmente di esistere, e che quindi ogni volta che spegnamo il programma è come se consapevolmente scegliessimo lo shakespeariano non essere… ma in questo caso il punto è il non essere per qualcuno, il terrore di sparire, di lasciare qualche persona sospesa nell’incertezza di dove sei sparita… Esisti ancora? Tornerai online? Quando?
makingof.jpgIn questi giorni sto leggendo un libro interessante sulla nascita del nostro metaverso preferito. Si intitola “The Making of Second Life” ed è scritto da un giornalista che ha seguito i lavori alla Linden Lab fin dall’inizio, dapprima come incaricato degli stessi Linden e poi come blogger specializzato nei mondi virtuali… e una delle cose che mi ha colpita di più fra quello che scrive l’autore è l’importanza che ha, in questo mondo fatto di pixel, la continuità. Su Second Life chiunque può essere bello, giovane e sexy, perché basta comprare gli accessori giusti… ma quello che differenzia le persone è da un lato la capacità creativa (i builder, gli scripter, i designer) oppure la costanza con cui si è rintracciabili online. Con cui, appunto, si esiste. Perché è inevitabile: in un mondo in cui si scompare da un secondo all’altro, in cui non c’è differenza fra quando cade la connessione o manca la luce e quando si fa “quit”, si cerca tutto quello che ci offre almeno un’illusione di stabilità. Si tratti di luoghi oppure, soprattutto, di persone.
Per me, in questo periodo, partire è più difficile perché gli impegni di lavoro mi hanno tenuta a lungo lontana da Second Life e dalle persone a cui tengo – persone a cui, in qualche caso, sono più attaccata che a molte mie conoscenze nella vita reale. Persone che mi piace pensare abbiano bisogno di me quanto io ne ho di loro e che, anche se sanno bene che tutto questo è solo un gioco, sentiranno la mia mancanza.
E quindi, questo post è per salutare e per avvertire chi è interessato a saperlo: parto domani. Anche senza esistere, so che vi penserò, quando prenderò il sole su un’isoletta spartana (uhm… in realtà tecnicamente sarebbe più ateniese… ma, vabbe’, intendevo un’altra cosa) dove so che Internet non arriva manco a piangere in greco. Ma il 14 luglio ritorno e spero, finalmente, di poter recuperare un po’ di tempo virtuale perduto.
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Francesca Miles: Dietro le quinte

Come è accaduto altre volte, anche oggi questo blog ospita un post scritto da qualcun altro. E, come altre volte, si tratta di una occasione speciale: un testo in cui Francesca Miles rivela – a me per prima – alcuni retroscena degli eventi scatenati dal rapimento raccontato nei post più recenti. La complessità di quello che accade in certe storie resta quasi sempre inaccessibile, nella sua completezza, anche a chi ne è protagonista e questo memoriale di Francesca mi permette di arricchire il racconto dei giorni scorsi con un punto di vista nuovo che contribuisca a una specie di Rashomon virtuale e, chissà, stimoli magari qualcun altro ad integrarlo ulterioriormente con qualche altro retroscena rimasto a me ignoto. Anche per questo, pubblico quanto scritto da Francesca senza alcun tipo di intervento editoriale, salvo qualche corsivo aggiunto qua e là, l’inserimento dei link che mi sembrano opportuni e pochissimi altri ritocchi di impaginazione. Poiché non dispongo di fotografie che non abbia già utilizzato nei miei post precedenti, come l’anno scorso ho deciso di illustrare il post con i numerosi Christmas Card ricevuti in-world in questo periodo di feste (durante le quali sono, per intuibili impegni di famiglia RL, ancora più assente da Second Life di quanto non lo sia stata negli ultimi tempi) con l’aggiunta di qualche foto scattata durante una mia brevissima apparizione online nel corso della quale, tuttavia, Tomiko è riuscita a portarmi in un certo negozio per farmi un regalo particolarmente delizioso per una melomane come me. A tutti quelli che, occasionalmente o assiduamente che sia,  leggono queste pagine auguro che il 2010 sia bellissimo e perversamente piacevole, di qua o di là dallo schermo del computer. E lascio la parola alla mia rapitrice!

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Avevo promesso di chiarire alcuni degli eventi connessi al rapimento di Win, eventi a lei ignoti. in questo post mi riprometto di farlo seguendo una lettura basata sul ruolo di alcuni personaggi apparentemente secondari.

DrPsy Tripsa: Un patto di sangue

Annagavina.pngIl primo episodio da integrare è quello raccontato da win nel post Stranger in the night.  Il post racconta dell’arrivo di uno straniero, DrPsy Tripsa, nei pressi di casa mia, luogo di prigionia di Win. Premetto che casa mia oggi come allora, non è protetta da nessun sistema di sicurezza, per cui è aperta ai viaggiatori solitari di sl.
Quella notte, impegnata conm’ero nell’esplorazione dei plugin del collare Marine di Win, mi accorsi dell’arrivo di DrPsy nel momento in cui vidi attivarsi il menu della bolla-trappola che sta sotto casa mia.
Fui presa dal panico. Non ebbi neanche il tempo di affacciarmi alla finestra che ero già rinchiusa nella bolla. Sentivo Win chiedere aiuto e capii che avrei dovuto agire molto velocemente.
Per fortuna la bolla è mia, pertanto anche se catturata ne conservo l’accesso al menu, per cui fui fuori in pochi secondi.

auguristevie_001.jpgApprocciai subito l’ospite inopportuno, lessi il suo profilo, era un rumeno, residente in Italia da 16 anni e in grado di comunicare in inglese, la lingua in cui win stava chiedendo aiuto.

[2009/12/12 16:10]  Win: DrPsy? Who are you?
[2009/12/12 16:10]  Win: DrPsy… please, help me!!!!
[2009/12/12 16:11]  Win: DrPsy, whoever you are! Help me… Francesca kidnapped me!
[2009/12/12 16:11]  Win: Tell my subs where I am!
[2009/12/12 16:11]  Win: Call Lella Demonia, Jelena Kiranov…
[2009/12/12 16:11]  Win: I cannot IM

Cerdita.pngSalutai velocemente l’ospite e corsi a impedire a win di parlare ancora, le feci credere di averlo liquidato facilmente e che i suoi messaggi di aiuto non avrebbero di certo avuto seguito. In cuor mio ci speravo, ma sapevo che i messaggi era stati compresi e forse già inoltrati.
Mi mostrai serena anche se non lo ero, avevo DrPsy Tripsa in IM e attraverso un lento susseguirsi di convenevoli (sapevo attraverso il radar di emerald che era ancora nei paraggi) immaginai che la situazione lo avesse incuriosito.
Mi trovavo di fronte a una scelta: lasciare sola Win e tentare un approccio diretto sarebbe stato rischioso, avrei potuto subire un attacco da un momento all’altro, Jelena e Lella erano off-line, e temevo che l’ospite fosse l’alter ego di qualcuno degli investigatori che sapevo già sulle tracce di Win.
Decisi di aspettare il log-off imminente di Win per parlarci, non potevo infatti rischiare di allontanarmi durante quello che avrebbe potuto essere un tentativo di liberazione.
Uscita Win mi teletrasportai direttamente di fronte a DrPsy, che si era fermato in maniera sospetta nel bazar di Zeina Auer, giusto dietro casa mia.
Non parlai immediatamente dell’episodio appena accaduto, ma cercai di sfoderare tutto il mio fascino…eheh…per accattivarmi la sua simpatia.
Nicki.pngMi disse subito di essere un vampiro in cerca di cibo per non essere eliminato da Bloodlines.
La cosa non mi turbo più di tanto, da tempo anch’io sono iscritta a bloodlines, ma non sono mai diventata un vampiro, mi è sempre piaciuto di più il ruolo di Blood-doll che ti consente di mantenere la tua umanità e ti da un vantaggio: hai qualcosa da offrire a un vampiro ramingo in cerca di sangue fresco come quello che avevo di fronte.
Parlai con lui amabilmente per una buona mezz’ora, ci scambiammo l’amicizia e si rivelò un tipo simpatico e sveglio. Gli dissi come faccio di solito con i vampiri del mio clan che gli avrei permesso di mordermi se mi avesse pagato il prezzo delle mele che mi sarebbero servite per reintegrare il mio sangue. Ma lui glissò. Uhm….pensai che la partita non era ancora cominciata, ma finsi di iniziare il rito dei convenevoli di saluto…quando a bruciapelo, gli chiesi se avesse sentito la richiesta d’aiuto di Win.
Lui annuì e quando io gli spiegai il role play che stavamo conducendo e gli chiesi di non dare seguito a quella richiesta, mi disse che era troppo tardi, che aveva già immato Lella e Jelena, ma che queste non erano in linea.
Jake66 Back.pngChiesi allora se aveva dato informazioni sulla posizione di Win e sulla mia presenza, lui disse di no.
La cosa mi sollevò molto, ma certo non potevo esserne sicura che quando Lella e Jelena lo avrebbero contattato lui avrebbe mantenuto il segreto.
Decisi di proporgli un accordo: il mio sangue per il suo silenzio.
Accettò.

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Pene Seetan: Diavolo di una scripter

Julius Raghilda.pngNei primi giorni del rapimento, continuai a frequentare il WCF come al solito, con l’intento di accreditarmi io stessa come “cercatrice di Win” e ascoltare dale altre le varie ipotesi investigative. Temevo molto Tomiko, che sapevo non si sarebbe data per vinta, ma non conoscevo le intenzioni delle altre. Lella e Jelena si vedevano poco, una mattina mi imbattei in Pene Seetan. Di Pene ho grande rispetto, l’ho conosciuta insieme ad Andromeda mentre si scriptavano i sotterranei della prigione. Naturalmente quella mattina parlammo di Win…
Mi chiese se sapevo qualcosa, io dissi di no naturalmente, ma notai che Pene rimase perplessa, mi disse: “Strano, pensavo che la foto sul blog ti dicesse qualcosa…”
Io dissi ancora di no, ma quella frase mi mise in testa molti dubbi.
La foto mi riguardava eccome! Era l’interno della mia torre che si vedeva, ma Pene non c’era mai stata! Come faceva a collegare la foto a me?
Quando Traves mi avvertì della visita di Pene a Win, capii che le cose stavano precipitando, l’effetto segretezza era svanito.
virgobabii_001.jpgMa come aveva fatto quella diavolessa a scoprire il nascondiglio?
Sospettai di Win, lo ammetto, poteva essere stata lei presa dallo sconforto a rinunciare ai suoi principi e aver usato una finestra off word per avvertirla;
Sospettai di traves, che aveva espresso dubbi sul rapimento, e magari sotto pressione per le domande di Pene poteva aver ceduto;
Sospettai di me stessa, nel senso che forse avevo destato io stessa dei sospetti a Pene, che così aveva deciso di fare un tentativo.
Mi complimentai con Pene in IM, lei ricambiò con un sorriso, ma tutt’ora non sono a conoscenza del come abbia fatto, ritengo infatti che le ipotesi da me formulate sono tutte errate e che Pene abbia usato un metodo “non convenzionale”, metodo che lei stessa a quanto ne so si è rifiutata di rivelare.
Spero lo faccia prima o poi.
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Elisa Milo_001.jpgChiara Haalan: Pixel e poesia

L’idea di far scrivere una poesia a Win è di Chiara, la mia pupilla, come mi piace chiamarla. La cosa non è certamente casuale, nel rapporto tra me e Chiara la poesia ha sempre avuto un ruolo importante, fin da quando la presi con me.
Dopo averla presa come slave infatti la rinchiusi in una gabbia e partii per gli Stati Uniti, da dove non mi sarei potuta collegare.
Le ordinai di scrivere per me ogni giorno un pensiero, dopo tre giorni riuscii ad aprire la mail.
Ci trovai queste parole:

Sto preparando la valigia per te……
Sicuro a quest’ora sarai ancora a casa,
Gli ultimi preparativi prima della partenza….
Un po d’acqua raccolta di nascosto ieri dalla piscina che sta sotto la mia dolce gabbia,un pezzo di sapone….
Lo sciolgo nell’acqua…..
Ne esce una bolla, una bolla di sapone grande e rotonda
Bellissima,iridescente.
Galleggia nell’aria,leggera delicata e fragile.
Fragile come siamo noi qui in questo mondo fatto di pixel.

wishyou.jpgLa riempio: una rosa-uno stupendo foulard di seta,
Una goccia del mio profumo,da mescolare col tuo
Un sorriso,una carezza lieve,
Un’abbraccio forte, un bacio intenso
Attraverserà l’oceano.
La troverai al tuo arrivo
Essa contiene il mio primo pensiero per te.
Portala con te.

Ora tutto è racchiuso nella bolla…
Piano piano,la faccio passare tra le sbarre
La soffio via,lontano…….
La vedo adagiarsi sull’acqua del mare,
Rotolare velocemente,sino a scomparire
Mi manchi
Ti penso sempre

Chissà dove sei…
Chissà se la mia valigia l’hai trovata
Chissà se la mia rosa profuma ancora
Chissà se il mio lucente foulard di seta avvolge il tuo sensuale collo
Chissà se il mio profumo s’è mescolato al tuo
Chissà se il mio sorriso ti accompagna
Chissà se senti le mie braccia su di te
Chissà se il mio bacio s’è posato sulle tue labbra
Chissà………

Da allora non abbiamo più smesso.
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Tomiko da Belias.pngNightwish Sveiss: il cavallo di Troia

Io e Nightwish ci siamo conosciute prima che lei si affidasse a Lella.
Nel cortile della prigione lei passava il tempo provocando le guardie, ma nessuna la imprigionava, si limitavano a scherzarci su e lei si lamentava beffarda.
Un giorno decisi di darle una lezione, e iniziammo un divertente Role Play, ma giusto un momento prima di metterla dentro, un’altra guardia intervenne e finì per rompere la magia. La cosa diede ad entrambe molto fastidio, ma diede inizio a un divertente rapporto di confidenza tra noi due.
Non le rivelai dell’intenzione di rapire Win, e anche dopo averlo fatto non le dissi niente e restai in contatto con lei normalmente, come nei giorni precedenti.
Ma quando Pene scoprì che dietro il rapimento c’ero io fu l’unica del WCF a mantenere con me i contatti.
A lei comunicai la mia intenzione di trattare solo con Lella.
Speravo potesse fare da tramite, visto che Lella, furiosa,  non mi dava retta in fondo.
Da lei cercavo di carpire altre informazioni utili.
Ma nel frattempo avevo scoperto che mi aveva piazzato uno spy-script a casa!
Tomikoegliimack_001.jpgTomikoegliimack_002.jpgTomikoegliimack_005.jpgIn fondo era fedele alla sua padrona, manteneva i contatti con me per comunicare informazioni a Lella, i nostri dialoghi sembravano ormai tratti da una vera e propria spy-story.
Nel frattempo lei studiava un metodo per catturare Chiara e me con uno stratagemma.
Non potendo usare il relay doveva trovare un modo per farci indossare un oggetto senza destare sospetti. Approfittando del fatto che in tempi non sospetti aveva promesso di scriptare un head harness per chiara, aveva modificato il progetto in modo che chi indossasse il restrein fosse automaticamente teletrasportato a Winsconsin e posto sotto il suo controllo.
Io mi fidavo abbastanza di lei, tanto che, trovandomi sotto assedio da parte di Lella e Jelena (che erano temporaneamente bannate dalla land e impossibilitate a entrare in casa mia), la teletrasportai nel mio salotto per consegnarle l’ultima note trovata addosso a Win.
Ma quando in quella bufera propose a Chiara di indossare il nuovo head harness la cosa puzzò di bruciato, Chiara rifiutò l’oggetto inviatole e il suo piano non riuscì.
In effetti nei giorni successivi alla liberazione di Win, Night ha dimostrato a Chiara che il suo script funziona davvero e Chiara si è in effetti trovata sotto il suo controllo, ma a quel punto imprigionare Chiara era inutile e così la liberò.
Non paga, prima che Chiara mi raccontasse la sua disavventura, operando un’ulteriore modifica all’oggetto, provò a catturare me. Sapeva che io non avrei mai indossato un head harness, così me lo passò con la scusa di farmelo visionare e mi pregò di rezzarlo per terra per vederne la texture.
L’inganno era ben costruito, infatti non appena lo rezzai per terra, l’harness mi si piazzò in volto…ma per mia fortuna non funzionò, probabilmente sl ci mise un paio di secondi ad attivare lo script…ebbi così il tempo di toglierlo e scongiurare la cattura.

A Francesca Miles

Più o meno 24 ore dopo aver avuto l’ordine di scriverla, ecco il prodotto di qualche ora di insonnia ma, soprattutto, di emozioni molto forti vissute solo in parte a causa di una RL sempre, inevitabilmente, tiranna. Dei versi artificiosi, forse, ma completamente sinceri in quello che cercano di comunicare. E che sono stati consegnati a Chiara Haalan durante una connessione molto fugace, dall’ufficio, mentre fuori dalla casa di Moordon in cui Win era tenuta prigioniera si erano da qualche ora asserragliate forze d’attacco del WCF pronte a scatenare l’inferno.


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A Francesca

 

Ti ho vista, ti ho acchiappata, ti ho tenuta
per qualche ora, forse neanche un giorno
e fosti come mia, legata, muta,
capelli e fiore rossi, mentre attorno
avevo dolci amiche, prigionieri,
turisti, s’una spiaggia ch’era un forno,
e Lella, senza i suoi stivali neri.

 

***Francescaaitempi.jpg francescaitempi2FB.jpg francescaitempiFB.jpgfralegataaitempiFB.jpg

Molt’acqua è poi passata sotto al ponte
che gli oggi nostri ognora muta in ieri
fin quando ognuna, sola, su Acheronte,
debba salpar. Ma delle nostre strade
da allora si incrociarono le impronte.
Se Fato le occasioni facea rade
la Volontà era pronta a rimediare.
Non ci fu, forse, mulinar di spade
a fianco una dell’altra, ma più care
d’ogni avventura sono certe storie
che solo il metaverso può ospitare.

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Per chi non sa, null’altro son che scorie
quei giochi nostri di manette e celle,
e di sconfitte dolci, e ambigue glorie,
e corde, e il lattice come seconda pelle.
Per noi quel mondo, che talun spaura
è forte sì da renderci sorelle,
amiche, amanti: ché non c’è tortura
peggior di soffocare nella culla
le proprie fantasie. Ah! Com’è dura
la sorte di una povera fanciulla
che se si pensa presa e prigioniera
sente il cuor suo che all’impazzata rulla.

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Francesca, lo sapevi, e l’altra sera,
venuta ad abbracciarmi alla prigione,
scattasti con l’audacia di una fiera
cogliendo (anzi creando) l’occasione.
In ceppi mi hai costretta in pochi istanti,
travolta di sorpresa e d’emozione,
sì che da pochi son poi stati tanti
gli attimi che ho rubato a quella notte.

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Tu, Chiara e Travestroia, le Baccanti,
con DoctorLover, François la mascotte,
non mi avete lasciato alcuno scampo,
avvinta come certe galeotte.
haalan4.jpgSol che ci pensi tutta in viso avvampo
non tanto perché nuda tu mi hai esposta
nel tuo salotto. No! Perché in un lampo
sapesti ritrovar sotto la crosta
la Win che china il capo in soggezione.
Tu mi parlavi, e lo facevi apposta,
come le spire avvolge un gran pitone
attorno al coniglietto ipnotizzato
di cui si sta per fare un sol boccone.
Fui tua, sospesa al minimo tuo fiato,
fin quando fui connessa, ed anche dopo,
col mio pensiero ch’era imprigionato
da un gatto che giocava con un topo.
Legata, priva ancor della favella,
spogliata di un futuro e di uno scopo
che non ti contemplasse, proprio in quella
sentii una nuova forza nella schiena.

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Dei volti. Nomi. Sussultai. “Frough! Lella!”
E ancor: “Lorella! Andromeda! Jelèna!”
Lo so: la vita vera ci è di freno
in questi tempi, ché per tutte è piena,
ma non per questo può venire meno
l’amor con cui codesti miei gioielli
coloran la mia vita arcobaleno.

Lellanitenite.pngandrotentacoli_004.pngaggiornamento_001.jpg bee_003.jpg

Francesca, tu puoi farmi anche a brandelli,
tenermi al tuo guinzaglio come i cani,
mi puoi stringere il cuore od i capelli,
negarmi ancora l’uso delle mani…
ma adesso so per certo: sottomessa
tu non mi avrai nè oggi nè domani.
Più facile sarebbe farmi lessa,
perché color di cui tengo la chiave
mi rendono più forte di me stessa.

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Io non mi piegherò, Francesca. Cave!
Dirtelo voglio grata, e con dolcezza,
ma intendo andare con la prima nave.
Flettermi non potrai: sol mi si spezza
se troppo vien tirata la catena.
Ma allor gaudio e emozione alla tristezza,
all’odio ed al rancor lascian la scena.
Sei pronta pure a ciò? Come in un fuoco
tu puoi bruciarmi tale e qual falena
ma l’esito finale di quel giuoco
sarebbe devastante, e molto amara
la vita mi farebbe. Qui t’invoco:
quello ch’è rotto più non si ripara
e d’uopo e che qui te ne faccia accorta
con questi versi che mi ha chiesto Chiara.

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Francesca Miles: vuoi tu vedermi morta?
Spero e credo di no ma se sì fosse
non hai che da tener chiusa la porta
e stringermi il collar senza più mosse.
Io sento la distanza delle amiche
che sono mie. Lo dico a gote rosse
ma a fronte alta: tutte le fatiche
per prendermi fra le tue damigelle
non otterran l’alloro della Nike.
Giammai potrò scordar quell’ore belle
in cui mi desti ciò cui in parte anelo.
Ma ora lasciami andar, verso le stelle
che, pur di pixel, brillano nel cielo.

Win

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Festa di nozze

Poche righe e molte immagini per catturare una serata irripetibile a casa dell’idolo di tutte le persone che conoscono e utilizzano il Restrained Life Viewer.

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Per intense che possano essere, le esperienze che viviamo su Second Life hanno molte cose in comune con i sogni: la tendenza a interrompersi in modo inaspettato (quando un crash, un restart o il richiamo della Real Life – nostra o delle persone con cui ci troviamo – fanno sparire qualcuno sul più bello), la possibilità di sviluppi surreali e sorprendenti e, forse sopra tutto, l’evanescenza. Se i sogni svaniscono all’alba, lasciandoci impressioni che di solito evaporano molto rapidamente mentre cerchiamo di avviare la nostra giornata, le avventure vissute nel metaverso svaniscono in fretta non appena ci scolleghiamo – soprattutto se questo accade a causa di una irruzione imperiosa della RL.

MarineOllalla_002.jpgMarineOllalla_003.jpgMarineOllalla_004.jpgMarineOllalla_006.jpgMarineOllalla_007.jpgMarineOllalla_008.jpgMarineOllalla_012.jpgMarineOllalla_016.jpgMarineOllalla_018.jpgMarineOllallaPoker_003.jpgMarineOllallaPoker_005.jpgMarineOllallaPoker_007.jpgMarineOllallaPoker_009.jpgMarineOllallaPoker_011.jpgMi sono resa conto che, ancora prima del desiderio di condividere con qualcuno i miei pensieri, lo scopo ultimo di questo blog è affine a quello dei quadernetti che qualcuno tiene accanto al comodino per cercare di fermare almeno qualche frammento di ciò che ha sognato quella notte. Qualche volta si tratta di vicende articolate e complesse ma altre, come stavolta, solo del desiderio di avere da qualche parte un piccolo, personale, album fotografico che, un giorno, mi permetta di ricordare una serata che, pur essendo stata relativamente priva di sviluppi, diciamo, narrativi, mi spiacerebbe dimenticare.

Chi segue il blog di Marine Kelley lo sa già: la settimana scorsa, la creatrice della linea Real Restraints ha deciso di sposarsi con Ollalla “Sugar” Sugarbeet, sua compagna di SL da tre anni. A questo indirizzo trovate un post riccamente illustrato sulla cerimonia, a cui hanno partecipato pochi intimi. Per quello che mi riguarda, io sono stata invitata alla festa che si è tenuta a casa loro dopo le nozze, e ho fatto il diavolo a quattro in RL per trovare un po’ di tempo per affacciarmi in-world e cogliere l’occasione di partecipare.

Per una felice (e di questi tempi rara) combinazione di circostanze, hanno potuto raggiungermi in successione Lella, Lorella e anche Andromeda. La serata è stata priva di eventi rimarchevoli eppure deliziosa anche per l’occasione di rivedere dopo tanto tempo persone come Isabel Schulze, Chorazin Allen (un talentuoso creatore di gabbie e di plugin per i Real Restraints), Tania Owatatsumi (un’affascinante Mistress che domina spesso Moss, Chriss e la loro famiglia), Daisy Rimbaud (un’altra creatrice di gabbie che conoscevo ai tempi di Stonehaven) e diverse altre vecchie conoscenze. Ma soprattutto, almeno per me, è stata un’occasione per vedere insieme, per la prima volta insieme Marine e Ollalla.

Credo di dovere a Marine Kelley il fatto di aver deciso di restare su Second Life dopo le mie prime, deludenti, sperimentazioni. L’invenzione degli oggetti lockable – ossia legami che, una volta indossati, permettessero a un avatar di cedere il controllo di se stesso a qualcun altro – è, insieme alle gabbie, l’elemento che mi ha fatto capire che in questo mondo potevo trovare qualcosa di più che una cattiva imitazione di una vita reale fatta di discoteche e locali esclusivi dove però entrano tutti. Ricordo che il mio primo paio di manette Real Restraint mi fu regalato da un’amica di Stonehaven, Untameable Wildcat (scomparsa da tempo ma molto attiva, al di fuori del BDSM, in iniziative di ascolto e supporto psicologico per gli avatar più sensibili o bisognosi di contatto e conforto). L’idea che qualcuno potesse, usando quelle manette, legarmi e portarmi al guinzaglio fu una folgore che mi fece capire come, su Second Life, avrei potuto fare tutto quello che, per paura o per mancanza di occasione, nella mia Real Life non avevo mai tentato.

Ricordo che non molto tempo dopo (ero stata fatta prigioniera da Yasmin Heartsdale) ricevetti per la prima volta un IM col messaggio “@version”, e scoprii che qualcuno aveva inventato una versione modificata del client di Second Life pensato in modo che fosse impossibile togliersi di dosso un oggetto lockable che fosse stato locked. Quel qualcuno era, ovviamente, Marine Kelley, e il suo Restrained Life Viewer. Dopo aver capito bene di che si trattasse, lo scaricai e da allora non mi sono più voltata indietro – e non si contano le persone che come me hanno scoperto, grazie al RLV, un modo completamente diverso di vivere il metaverso, ovviamente se lo si utilizza per esplorare in modo sicuro le proprie fantasie di sottomissione o controllo.

Chi segue queste pagine sa che devo a Marine anche la scoperta di Eudeamon, il libro straordinario che sono riuscita a far pubblicare nel nostro paese, e il mio lavoro come Bane Operator. Sono cose per me importantissime, ma alla fine tutto torna alla mia stessa esistenza su Second Life. Senza i prodotti Real Restraint, senza il RLV… in breve, senza Marine Kelley, Win non sarebbe mai uscita da quella brutta crisalide che era WinthorpeFoghorn Zinnemann e sarebbe sicuramente finita a ingrossare le liste delle centinaia di account Second Life aperti e abbandonati dopo qualche giorno di esplorazione. Anche se la nostra frequentazione resta su basi quasi esclusivamente professionali (io sono prima di tutto una cliente affezionata, poi sua dipendente alla Kelley Technologies, e infine la traduttrice – autoinvestita – delle sue lezioni di RLV) provo per Marine un’ammirazione quasi sconfinata e mi sforzo di evitare, quando la incontro, quell’atteggiamento di rispetto esagerato che, come ben spiega nel suo profilo, le dà tanto fastidio. Ma incontrarla, quando accade, è per me sempre un privilegio.

Quanto a Ollalla, che posso dire? L’ho conosciuta grazie ad Andromeda, che la contattò (o fu da lei contattata) quando decise di iscrivere la nostra prigione alla Grey List. Durante uno dei nostri primi incontri a Penning, Ollalla mi raccontò l’origine del suo bizzarro nome (che si legge alla francese: Oh la là) spiegandomi di avere avuto, a differenza della maggior parte di noi avatar, una madre RL – nel senso di qualcuno, diverso da lei, che le ha creato l’account decidendo il nome per lei e poi glielo ha ceduto. Ollalla è una persona molto attenta e evitare i drammi – mi diede qualche buon consiglio, ad esempio, per affrontare in modo indolore la situazione di quando Andromeda rapì e arrestò la schiava di Sylestra (Andro e io decidemmo di non seguirli, quei consigli, perché non volevamo dare l’impressione di voler aggirare il problema – da cui la complessa serie di eventi che culminarono con la sua espulsione dal WCF e una lunga detenzione alla RR Prison) ma è anche una organizzatrice nata: si occupa lei dei negozi di Marine (lasciandola libera di dedicarsi solo allo scripting) e, oltre a gestire un centro di aggregazione e coordinamento delle prigioni di Second Life, sta mettendo su un sistema di confederazione che consentirà alle guardie di un carcere di effettuare arresti anche per le altre strutture confederate, favorendo un’applicazione della legge molto più efficace – ma soprattutto ampliando il RP in modo che ogni prigione non sia necessariamente un mondo a sè.

Non scrivo altro e lascio che a parlare siano le immagini. Anche se in gran parte imperfette a causa del lag provocato dall’affollamento, mi serviranno a ricordare la gioia di aver partecipato, con alcune delle persone a me più care, a una festa così bella. E anche a ricordarmi che devo informarmi per sapere se quel tavolo da strip poker si trova in vendita da qualche parte. La partita che sono stata invitata a giocare quella sera, e in cui ho rischiato seriamente di avere la peggio, è stata – come si può vedere – particolarmente divertente. A Marine e a Sugar, anche se queste pagine non le leggeranno mai, tanti, tanti, tantissimi auguri per la loro unione. Keep up the good job, girls: and thanks for making all this possible for us!

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Essere o non essere

Riflessioni di fine estate: sugli addii e sulle assenze, sul logoff e su come la vita nel metaverso ci cambia, forse preparandoci in anticipo ad alcune novità imminenti o già parte del nostro quotidiano.

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Avendo quest’anno suddiviso le vacanze in due diversi scaglioni, ed essendo poi dovuta partire per una decina di giorni per motivi di lavoro, nell’ultimo mese e mezzo mi è capitato già tre volte di assentarmi da Second Life per periodi di una settimana o più. Ogni volta mi sono trovata a dover risolvere, prima di “staccare”, una serie di situazioni: liberare certi prigionieri occasionali, sciogliere alcuni nodi emotivi, chiudere certi discorsi rimasti aperti, rinviarne altri. E salutare: salutare le persone che vedo più spesso, ma soprattutto Andromeda, Jelena, Lella e Lorella.

lellajelverdi_002.jpglellajelverdi_003.jpglellajelverdi_001.jpgQuando ti allontani solo una volta l’anno non ci fai troppo caso, ma quando succede tre volte in così poco tempo (tre volte a cui si aggiungono, per giunta, le vacanze RL di Andromeda prima, e di Jelena – in viaggio di nozze RL – e Lorella poi) cominci ad essere in grado, se non ad analizzare, a poter almeno osservare in modo più accurato le emozioni che provi nel momento in cui prepari il distacco. Dice un proverbio che partire è un po’ morire, ma quando ti trovi su Second Life questa frase fatta acquista immediatamente un significato molto più letterale, riportandoci al dilemma del buon vecchio Amleto, citato spesso a memoria senza coglierne la spettacolare, perfetta, bellezza. Essere, o non essere.

È la trappola infernale di Second Life, quella di cui si parla poco ma di cui siamo consapevoli tutte noi che, almeno una volta, ci siamo trovate travolte da qualche conversazione o qualche avventura e trascinate nel profondo della notte, senza vedere più l’orologio, senza più pensare a che ora suonerà la sveglia: facendo l’una di notte, le due, le tre, magari le quattro di mattina o anche peggio. Quando sei coinvolta, non stacchi, non vuoi staccare, non puoi staccare. Perché staccare significa spegnere, sparire, scegliere il non essere. Quando ci scolleghiamo da Second Life, il nostro avatar non rimane lì, fermo, a esistere sia pur passivamente… come facciamo noi quando nella realtà dormiamo. Quando ci scolleghiamo da Second Life, e ce ne accorgiamo bene quando capita a qualcun altro che resta vittima di un crash improvviso, semplicemente il nostro avatar scompare, si dissolve senza lasciare traccia. Cessiamo, letteralmente, di esistere. E anche se, al nostro ricollegarci, saremo ancora in quel luogo preciso, in quella stessa gabbia, o letto o salotto, la vita di SL sarà andata avanti senza di noi. Potremmo ritrovarci sole dopo esserci scollegate in compagnia. Potremmo ritrovarci in una compagnia inattesa. Ci troveremo, sempre, a dover gestire il piccolo enorme shock di essere di nuovo ammesse all’esistenza dopo un periodo di nulla assoluto. L’essere, dopo il non essere… ma un essere che deve riprendere il ritmo con un mondo che è andato avanti senza di noi.

Se su Second Life stai vivendo, ogni volta che premi il tasto “quit” senza aver detto “brb” (be right back, torno subito) scegli di non esistere e questo è vero soprattutto quando sai che non potrai ricollegarti per un pezzo, come succedeva qualche decennio fa se si partiva per luoghi distanti. Allora, forse, partire era più morire di quanto non sia diventato negli ultimi anni. Oggi possiamo andare dall’altra parte del mondo e portare con noi il cellulare per riattivare in modo istantaneo i rapporti con i nostri cari. Possiamo vederli, con un Internet Café e Skype, con Facebook o in mille altri modi, perché rispetto a, che so, appena quindici anni fa, abbiamo conquistato nuovi modi di comunicazione istantanea. Che hanno cambiato, e continuano ogni giorno a cambiare, non solo il modo in cui ci rapportiamo con il nostro prossimo, ma anche il modo in cui vediamo noi stessi e definiamo la nostra identità. Siamo, e saremo sempre più, una umanità accresciuta: una stirpe a cui le nuove tecnologie regalano costantemente nuovi poteri, tanto che, rispetto a chi è venuto prima di noi (le generazioni precedenti, ma anche i noi stessi di qualche anno fa) siamo paragonabili a supereroi.

granierilibro.gifÈ la tesi di un libriccino interessante che ho letto in spiaggia in una mattinata della settimana scorsa: si intitola per l’appunto Umanità accresciuta ed è opera di una persona, Giuseppe Granieri, che dimostra di conoscere bene ciò di cui scrive. Fra tante articolesse su Second Life i cui autori, è palese, avranno dedicato a SL sì e no qualche ora, ecco invece un intero saggio che pullula di spunti interessanti sulle implicazioni sociali ed emotive dei mondi virtuali (o, per seguire la lectio dell’autore, che rifugge da una parola così generica e sputtanata, “mondi metaforici”). Ne consiglio senz’altro l’acquisto a chi, come me e, immagino, chi segue queste pagine, può capire fino a che profondità Second Life possa modificare non solo o non tanto i nostri comportamenti RL ma il nostro modo di porci nei confronti della stessa realtà.

Io che sono un’appassionata di cinema noto questa differenza soprattutto quando vedo film o immagini sullo schermo del computer. Non so quante volte, vedendo una fotografia, provo l’impulso di spostare il punto di vista per avvicinarmi a un dettaglio, ruotare attorno al soggetto o magari arretrare per far entrare più sfondo. Lo stesso su certi film meno coinvolgenti e nei quali vorrei poter essere io a muovere la “camera” a mio piacimento. In un certo senso, cinema e web sono anch’essi mondi metaforici (anche se rispetto Second Life non hanno la possibilità dell’interazione diretta con altre persone/avatar) e forse è per questo che la tendenza alla confusione fra questi mondi viene più facile. Eppure chi non ha desiderato, qualche volta, potersi tippare da un luogo all’altro nella RL?

L’esempio, a ben pensarci, è mal scelto, perché le probabilità che il teletrasporto RL sia inventato davvero sembrano, ad oggi, praticamente nulle – eppure molte cose a cui SL ci abitua sono in realtà a portata di mano in determinati contesti. Per dire, in questi giorni mi trovo a lavorare a un Festival dove praticamente tutte le persone che incontri ovunque tu vada portano al collo l’accredito, una tesserina che serva ad accedere a questa o quella proiezione o a determinate aree riservate, e sulla quale appare la foto (l’avatar!) e il nome. Non ci avevo fatto caso in passato, ci faccio caso oggi: quando scambi due parole con qualcuno, ci vuole un attimo prima che il suo sguardo saetti al tuo tesserino per sapere chi sei, perché a differenza che su Second Life, nella vita reale non andiamo in giro col nostro nome in evidenza su una scritta che fluttua qualche centimetro sopra la testa. Dall’accredito si vede anche che ruolo hai – gli accrediti “Cinema” danno un accesso inferiore a quelli “Periodici”, che a loro volta sono più deboli di quelli “Daily” – e quindi basta un’occhiata al colore per capire a che gruppo appartieni… in pratica, una versione supercondensata del profilo.

Andromedadawn_001.jpegAbbraccioJelena.jpgLorellanewhome.jpgDel resto, durante un festival vigono anche una serie di codici di abbigliamento più o meno codificati che contribuiscono, più che nella vita reale, a identificarci rispetto agli altri frequentatori: per certe categorie di frequentatori giovani può bastare la scelta oculata di una maglietta per segnalare la propria preferenza per questo o quel regista (come nelle Picks), altre si affidano a messaggi più complessi e sofisticati, fra il range degli elegantoni volgari da red carpet agli spettatori kulturny più o meno sofisticati, giù giù fino ai trasandati emuli dell’ultimo Enrico Ghezzi. A un festival, più che altrove, ognuno indossa e porta in giro un suo avatar che serve ad aiutare gli interlocutori a definirlo e a facilitare incontri, conoscenze e nuovi rapporti.

È vero, succede anche nella vita di tutti i giorni, e forse è solo l’uso massiccio di Second Life che mi fa notare questi particolari. Quindi chiudo la divagazione e torno all’argomento che mi sta a cuore in questi giorni. Giorni in cui io non esisto, perché mi collego nei rari momenti che ho un attimo di tempo libero dal lavoro, e mai abbastanza a lungo per fare qualcosa di più che dire “ciao”. È un saluto veloce che, non posso fare a meno di confessarmelo, è in realtà un “ehi, guardate che io esisto ancora” – rivolto, forse più che alle persone a cui voglio bene, a me stessa. Perché di loro lo so che posso fidarmi ciecamente. Mentre è di me stessa e delle mie emozioni che non sono sempre così certa di potermi fidare.

Per esempio, un paio di settimane fa, ho scoperto un giorno che Daid5 Pontecorvo, che da qualche tempo frequenta con una certa assiduità il WCF, ha escogitato un bel marchingegno-trappola in grado di rapire all’istante chi lo sfiora con le dita. Una meraviglia, sulla carta, ma qualcosa che mi è piaciuto poco visto che una delle prime vittime è stata Lella. L’idea che la mia Lella si fosse trovata in una gabbia altrui, in una land che non conosceva, e soprattutto durante una settimana in cui io non esistevo, mi ha scossa in un modo che non mi aspettavo – tanto che in un successivo incontro con Daid5 l’ho, praticamente, diffidata dal riprovare anche solo a sfiorarla.

Poi sono partita per una settimana di vacanza. Andavo in una zona in cui potevo sporadicamente scaricare la posta ma sicuramente non collegarmi in-world, e sapevo che se avessi sentito qualche dialogo che mi turbava avrei perso il sonno sapendo di non aver alcun modo di intervenire. Ho deciso quindi di spegnere, temporaneamente, gli SPY di tutte le mie sub – quasi un esperimento per cercare di allentare il controllo. Se dovevo “non essere”, allora che davvero il mondo virtuale andasse avanti senza che ne sapessi niente e senza che, tornando, dovessi passare due giorni a districarmi fra tutte le registrazioni.

Immagine 1.jpgMa non avevo fatto i conti con Facebook. Qualche giorno dopo, sul profilo di Lella su Facebook appare questo suo post:

quando il “gatto” è in vacanza i topi ballano

ieri pomeriggio mentre stavo facendo il solito controllo a Winsconsin sono stata “casualmente” rapita da una persona che frequenta il penitenziario. E’ successo che “maldestramente” ho cliccato un oggetto che mi ha tippata direttamente in una gabbia fuori dalla SIM, raggiunta subito dopo dalla padrona di casa.

Dopo un primo momento di confusione sono stata invitata a mettermi a mio agio, mi ha offerto il te e gentilmente mi ha offerto “alloggio”. Lei è uscita subito dopo (RL) e mi ha lasciata a casa sua fino ad oggi pomeriggio quando e rientrata. Ho passato tutto ieri pomeriggio, la sera e oggi a pensare cosa potesse accadere al suo rientro e…….
Nel pomeriggio arriva, mi fa prendere una boccata d’aria e con mia somma sorpresa mi porta a fare un giro in gondola

Siamo rimaste un po a chiaccherare in questa SIM molto romantica

poi sono tornata a Winsconsin a sistemare un po di cose.
Queste sono le mie giornate movimentate aspettando il ritorno di Miss Win :)

LellaconDaid.jpgLellaconDaid2.jpgLe foto erano inequivocabili: la rapitrice era Daid5. Ho commentato la notizia un po’ più seccamente di quanto non mi sarebbe piaciuto, con un tono che non riusciva a sembrare distaccato quanto volevo:

Win Zinnemann Mmmm… credevo di aver parlato chiaro abbastanza, con quella persona. Vedo che non è bastato. È ora che il gatto torni a casa…
21 hours ago · Delete
Lella Demonia devo ammettere che è stata un po provocata (non è per prendere le sue difese). Magari lo ha fatto apposta per farsi rinchiudere e potermi stare vicina eheheheheheh
12 hours ago
Win Zinnemann So leggere fra le righe, Lella… fra le righe e le virgolette di frasi come << sono stata “casualmente” rapita>>… e più che con QUELLA persona, è soprattutto con un’altra, che devo fare un bel discorsetto.
11 hours ago · Delete
Lella Demonia so bene che sa leggere tra le righe…. avrò un fine settimana molto impegnato ….. e probabilmente anche la settimana prossima sarà impegnativa….. e sicuramente quella dopo ancora :))
11 hours ago

lellalast.jpglellastatua.jpglellastatua_001.jpgEro stata preda di un nuovo attacco di gelosia? Ma come posso provare gelosia per una come Lella? Non certo perché penso che non possa far gola a qualcun altro oltre che a me: credo anzi che ben difficilmente Lella possa non piacere (come Lorella, Jelena e Andromeda, del resto: lo so quanto sono fortunata ad averle), ma perché la mia fiducia in lei è assoluta. Però, se non di gelosia si trattava, da dove nasceva la mia difficoltà ad affrontare quella situazione in modo equilibrato? Me lo sono chiesto. Ho trovato una risposta possibile, anche se tutta da verificare.

Un comportamento del genere, da parte di una persona obbediente come Lella, posso interpretarlo solo come una richiesta di attenzione. Una cosa che ordinariamente mi rinnoverebbe la felicità di avere le chiavi del suo collare (vabbe’, anche quelle delle sue manette, delle cavigliere, della benda, del bavaglio, del… ci siamo capiti, insomma): dopo tutto sono stata assente davvero a lungo e chiedere attenzione è un modo per dire “Signora, mi è mancata”. Però tornare su SL per poche ore, sapendo di dover ripartire per un altro periodo di non esistenza, questo scatena in me una frustrazione profonda: il tempo, il tempo che non basta mai, nemmeno per prendersi il piacere di imporle qualche punizione estrema e dolce, di accorciarle il guinzaglio come senza dubbio meritano la sua sventatezza durante la mia assenza e qualcuna delle parole poco rispettose che mi ha indirizzato nei commenti a Si fa presto a dire.

Credo che il problema fosse questo. Se è vero che scollegarsi da Second Life significa non essere, collegarsi, essere, a volte può, scusate il gioco di parole, non essere abbastanza. Fra il ritorno dalla vacanza e la partenza per il lavoro ho avuto, in pratica, solo il tempo di parlare un poco con Lella e di farmi raccontare meglio quanto era successo: ossia che quello che sembrava un rapimento era in realtà un guaio in cui si era cacciata da sola, tocchicciando trappole di vario tipo fra cui una in grado di togliere alcuni capi di abbigliamento, mettendosi in condizioni di vulnerabilità di cui Daid5, sarebbe ingiusto non riconoscerlo, aveva saputo non approfittare.

lorella_last.jpgDovrei concludere, ma una conclusione forse non ce l’ho. Tutto sommato, anche se questi sono giorni di forzata lontananza, la posta riesco a seguirla con assiduità e seppure per momenti brevi riesco quasi sempre ad affacciarmi in-world abbastanza spesso da non avere la sensazione che il mio non essere mi faccia sgretolare fra le mani l’effimera realtà della mia Seconda Vita e di tutto quello che ci ruota attorno sempre più vorticosamente. Con queste premesse, tutto sommato, anche il non essere diventa un problema relativo. E l’angoscia metaforica del tasto quit è bilanciata dal fatto che quando esci da Second Life, alla fine, sai che con ogni probabilità potrai di nuovo riavviare il programma. E questo, dato che tutti sappiamo che in un futuro speriamo lontano c’è un tasto quit che ci aspetta, è uno dei regali più sottili che questo gioco infernale e bellissimo ci elargisce, giorno, dopo giorno, dopo giorno.

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Si fa presto a dire

Per dare una vaga idea di come a volte le situazioni su SL possano aggrovigliarsi, breve e schematico resoconto di una strana giornata di questa settimana.

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Chi lo legge, l’ha capito da tempo: anche se cerco di non omettere alcuno degli eventi più importanti, il diario che tengo su queste pagine non può e non vuole essere la trascrizione completa di tutto quello che mi accade su Second Life. Sono costretta a selezionare, sia perché il tempo passato a scrivere è tempo tolto al piacere di stare online (come accennavo in Vivere o raccontarla?) sia perché, ancora più importante, la RL deve sempre avere la precedenza. Per cui tante piccole avventure, molti rapporti, molte situazioni emozionanti, divertenti o che per qualche motivo potrebbero essere degne di nota restano consegnate solo alla memoria mia e di chi le ha vissute con me.

Immagine 1.pngE poi ci sono casi particolari… di storie che sono a tal punto intricate che solo cercare di sbobinarle e renderle comprensibili a chi non le ha vissute sarebbe una fatica improba per me e, con ogni probabilità, costituirebbe per chi non c’era una lettura mortalmente priva di interesse. Provo ad esemplificare con la ricapitolazione, per punti schematici, dell’intreccio relativamente semplice di situazioni che, lo scorso martedì, ha avuto come esito la scena rappresentata dalla foto qui sopra: la sottoscritta al guinzaglio di Fujiko Atlas, con al collo la rossa scritta della vergogna che mette alla berlina le sub che si sono tolte, barando, un Restraint che era locked (cosa impossibile da fare se non usando il client normale di Second Life e non il RLV). E che è finita in una situazione di scacco reciproco fra me e Lella Demonia. Ecco, notarilmente enumerati, i fatti.

1) Qualche giorno fa, Fujiko Atlas cattura a sorpresa la mia vicina di casa Francesca72 Allen, moglie di Mandrashee Aeon, unica mistress italiana delle Latex Dolls e che tuttavia solo da qualche giorno (per mio interessamento personale) ha scoperto i poteri malefici di un relay su Auto-ON. Fujiko la rapisce e poi si scollega, lasciando Francesca, presso La Fortezza, ben legata su una scomoda spalliera. Qualche ora dopo, Francesca72 fa relog e si ritrova in piedi, per un problema abbastanza comune degli script di Force Sit. Gandalf, che è nei paraggi e curiosamente slegata, cerca di approfittarsi della situazione. Francesca mi chiede di darle una mano per tenerla al sicuro in attesa che Fujiko possa tornare online e io non me lo faccio dire due volte. Piombo alla Fortezza, trovo Francesca indifesa e, mediante qualche giocattolino segreto, le sbatto addosso le pesanti catene RR Serious Shackles e la immobilizzo, portandomela su a casa.

fuga_001.jpgfuga001002.png2) Prima che Fujiko torni online, e io le restituisca la prigioniera, scopro che le catene che questa indossa sono addirittura arcaiche. Basterà dire che la versione attuale è la 1.16 e che Francesca ha ancora la 1.11 – addirittura, lo script è ancora quello che non permette il “Give Keys” ad avatar con nomi lunghi come il mio… parliamo di roba dei tempi in cui Gloria Oppewall mi aveva catturata a Villa BDSM, nientemeno! Francesca dice che di aggiornarle non ne ha proprio voglia – e Fujiko gliene compra peraltro un set nuovo. Così, qualche ora dopo, mi arriva un pacchettino che contiene le sue manette arrugginite: un simpatico souvenir della sua breve permanenza da me. Poiché ho qualche minuto libero, decido di andare a Pak ed aggiornarle, in modo da poterne fare dono a qualcuno – Kadira, forse, che se l’è meritate. Oppure qualcun altro. Sono pur sempre 1000 L$, una bella cifretta.

3) Arrivata a Pak, senza esitare, indosso le Shackles ricevute da Francesca per procedere all’aggiornamento e mi ritrovo coi polsi legati dietro la schiena. Maledizione: Francesca le ha evidentemente rimosse senza perdere tempo ad aprirle – dopotutto era con Fujiko, la sua keyholder, ed evidentemente lei l’ha autorizzata. Fatto sta che adesso io mi trovo legata, e su di me aleggia la scritta che mi indica come un’imbrogliona, una “Naughty Sub” che ha rimosso illegalmente manette chiuse a chiave. Io, proprio io che il client regolare di SL l’ho da mesi rimosso dal mio hard disk e che mi do tante arie di non barare mai! Qualcuno mi passa accanto e mi guarda col disprezzo che si riserva ai bari. Io cerco di non pensarci e provo a liberarmi da sola: niente da fare, le manette sono così arrugginite che non posso nemmeno provare a liberami col gioco degli struggle. E la chiave è in mano a Fujiko, che è offline.

4) Ci penso sopra un attimo. Di riloggare col client normale non se ne parla. Aggiornare le manette, finché sono chiuse, non è possibile. Tornare a casa mi è inibito perché alle manette è appeso un guinzaglio che mi impedisce di teleportarmi. A regola, dovrei aspettare Fujiko, ma ho saputo che per lei sono giorni difficili e temo che non si colleghi per chissà quanto. Poiché si tratta evidentemente di un incidente, decido che posso sentirmi autorizzata a farmi liberare con la Real Key senza che la cosa si configuri come una violazione di qualche RP. La cosa è complessa, perché la vetustà delle manette fa sì che si debba utilizzare un modello di RK ormai desueto, ma di cui, per fortuna, ho ancora una copia rimasta ad arrugginire in inventario. Convoco Andromeda, che fa quel che può, ma dato che si collega dall’ufficio (remotando da lì il suo computer di casa) non riesce a risolvere la situazione. Sono nei guai. Ma a quel punto, in rapida successione, si collegano sia Fujiko che Lella.

5) Lella mi raggiunge per prima. Sogghigna per la situazione, e fa anche un veloce tentativo per capire se può liberarmi. Non può, ovviamente. Poi ci raggiunge Fujiko, con Francesca ancora ben legata e al guinzaglio. Sorvolo sullo scambio di epiteti: io vengo accusata di essere una pasticciona perché ho indossato le manette senza prima resettarle, io ritorco la critica su Francesca ribattendo che mai avrei creduto di ricevere in regalo manette così arrugginite da bloccarmisi addosso – e rincaro la dose facendole notare che la scritta rossa della Naughty Sub, che da un po’ di tempo mi fa additare dai passanti come una niubba cialtroncella, è in realtà lei a meritarsela perché è stata lei a togliersi le manette illegalmente. Fujiko mi fa pesare un po’ la sua situazione di vantaggio, facendomi dondolare le chiavi davanti al naso per un po’, ma alla fine ha la bontà di slegarmi. Saluta e se ne va, strattonando Francesca e trascinandosela dietro.

fuga_002.jpg6) Faccio qualche tentativo per aggiornare i legami, ma qualcosa non funziona. Si tratta forse di lag? Spesso, a Pak, il traffico fa sì che gli aggiornamenti vadano a rilento. Acchiappo Lella, che continua a sghignazzare sotto i baffi (che, voglio precisare, non ha: è solo una di quelle frasi fatte) e me la porto al Little Shop of Kink per provarci con calma. Lì faccio diversi tentativi, resettando, aprendo e chiudendo le manette rugginose di Francesca, ma senza risultati: forse sono Restraint davvero troppo vecchi per poterli aggiustare senza rimandarli in fabbrica per una sostituzione. Mentre sto dandomi da fare, sento una manina che mi sfiora il polso, mi volto di scatto e vedo Lella che ha in mano le chiavi delle mie manette. Per chi non lo sa, un Restraint appena resettato ha, di default, le chiavi a disposizione. E quella briccona ne ha approfittato.

7) Devo agire in fretta. Mi divincolo e faccio scattare la serratura delle manette di Lella legandole le mani. Le blocco immediatamente l’interazione con l’ambiente (il cosiddetto “touch”) perché non possa fare altri danni, ma soprattutto per avere una leva che mi metta in grado di trattare la restituzione delle chiavi. Mi accingo a ordinarle di slegarmi, ma Lella cede al raptus: in un attimo, mi ritrovo ammanettata, anche io con l’interazione bloccata. E per giunta costretta in mouselook, vale a dire la modalità per cui posso vedere il mondo solo “in soggettiva” e non in terza persona. Come è possibile? In teoria, senza “touch”, Lella non avrebbe potuto più toccarmi le manette. Ma i menu dei Restraint restano aperti per svariati secondi e a quanto pare Lella ce lo aveva ancora aperto. Quando i nostri due menu si chiudono, non c’è più nulla che possiamo fare per riaprirli, ed ecco il bel risultato. Lella legata da me, senza touch. Io legata da lei, senza touch. Se giocassimo a scacchi, dovremmo dirla patta, ma poiché siamo entrambe legate la situazione assomiglia di più a uno scacco matto incrociato.

8) Per liberarmi, ci vorranno delle ore e non voglio farlo qui. Ma come posso tornare a casa? Se mi teleportassi a Winsconsin mi ritroverei, legata, nello spiazzo davanti alla prigione, che è il landing point della sim. Salire a casa, sulla mia nave volante, mi sarebbe impossibile, perché così legata non posso volare… e le manette che indosso sono talmente vecchie che mi impediscono anche di usare il MossTP per arrivare a destinazione. Non mi pare il caso, non col traffico che, in questo lungo ed entusiasmante agosto, c’è nella nostra land: già mi immagino le risate dei prigionieri e dei visitatori nel vedere la terribile Win legata come una carcerata qualsiasi. Poi, però mi viene un’idea. Per una felice combinazione, il giorno prima ho rapito Franca Poper e l’ho legata ben bene, assicurandola a una colonnina sulla tolda della mia nave. Ci vorrebbe tutto un altro post per spiegarne i motivi, ma il fatto è che ora Franca è online. Grazie al cielo, pur avendole bloccato praticamente tutto, le ho lasciato aperto un canale di comunicazione IM con me, così posso chiederle un TP.

scacco1.jpg9) Arrivo sul ponte di casa mia. Franca, legata, mi guarda incuriosita. Tippo a mia volta Lella, e ci ritroviamo in tre, tutte legate, tutte impossibilitate a liberarsi a vicenda, ma almeno nella sicurezza di casa mia. Ma a me resta ancora una possibilità: il Mars Ring di Lella posso controllarlo anche via chat e, ovviamente, lo faccio, limitando i suoi movimenti a un raggio di 5 metri. Ora so che non potrà andarsene fino a quando non lo vorrò io. E, ovviamente, nevicherà all’inferno prima che io la lasci fare un passo senza essermi prima slegata. Passano così molti minuti, durante i quali faccio quel che posso per slegarmi. Ma sono fuori allenamento, e queste manette sono davvero rugginose. Né Lella né Franca possono fare niente per me e Andromeda è offline. Passeranno ore prima che riesca a liberarmi.

scacco2.jpgscacco3.jpg10) Richiamata dalla sua RL, Lella saluta e si scollega. Resto sola con Franca, ad aspettare di riprendere le forze per liberarmi, quando, sorpresa, compare online Kadira DeCuir. La convoco subito e, mentre Franca a sua volta si scollega, io passo a Kadira una copia della Real Key antica e le spiego come deve comportarsi. Kadira non ha esperienza di queste cose, e le spiegazioni sono lunghe e laboriose. Quella sera, mi scollego restando legata. Ma la mattina dopo ritrovo la mia canadesina online e riprendiamo il lavoro. Fino a quando, proprio un attimo prima che debba nuovamente staccare per un impegno RL, Kadira riesce a slegarmi. È finita. Sono di nuovo libera e quando Franca e Lella torneranno online mi ritroveranno pronta a raccogliere le loro chiavi e a fare di loro ciò che mi dice l’ispirazione del momento.

Ecco tutto. Sembra complicato? Beh, niente in confronto con certe situazioni ancora più aggrovigliate: e anche questo breve e schematico racconto sfiora senza approfondirle una serie di storie parallele molto complesse. Il motivo per cui Franca si trovava e si trova tuttora legata sulla tolda della mia nave, ad esempio. Quello per cui, mentre mi trovavo a Pak con Fujiko che mi teneva per il guinzaglio, ho ricevuto da Belias un IM ironico in cui mi faceva uno sberleffo. E Kadira? Due giorni dopo i fatti che ho appena finito di raccontare, ho scoperto che una delle nuove guardie del WCF, Nixus Braveheart, è padrona del suo Mars Ring e ha sofferto molto quando io l’ho collarata: un’altra situazione complessa, risolta poi a colpi di IM, di incontri e di scambi di notecard (dico solo che Kadira ora è tenuta a portare il mio collare solo quando è al WCF ma che Nixus ha diritto di convocarla a sé in qualunque momento, col mio benestare).

wanted.jpgE nel frattempo, Jelena è tornata dal suo viaggio di nozze. Ieri è ricomparsa Lorella. Clelia e Franca, che si erano sposate e poi avevano divorziato, sono tornate insieme e al momento si trovano entrambe ben legate, una di fronte all’altra, su a casa mia. E qualcuno ha cominciato ad affiggere, alla prigione, manifesti in cui la sottoscritta e alcune delle guardie più attive risultano ricercate per crUmini cont_o l’umanitTà! Tutto accade velocemente, e nessun diario può tenerci dietro. Non è anche questo il bello della nostra Seconda Vita?

Dimmi tutto

Un lungo interrogatorio a qualcuno che ha qualcosa da nascondere e che fino all’ultimo cerca di non confessarlo. Fino a capire cosa si intende, al WCF, per fiducia.

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Una breve premessa a quello che sarà essenzialmente la trascrizione di un lungo dialogo. Kadira DeCuir, una giovane canadese, è entrata da qualche giorno a far parte dello staff di guardie del WCF e ha creduto di far cosa buona e giusta offrendomi il suo collare e giurandomi fedeltà e rispetto. Non che le guardie siano tenute a questo – a me basta che compiano il loro dovere – ma poiché Kadira sembrava tenerci davvero, ho accettato di prendere le sue chiavi e ho avuto modo di apprezzare la cura con cui si è subito dedicata ai suoi compiti alla prigione. Fra l’altro, Kadi è doppiamente preziosa per noi, sia perché parla bene il francese, sia perché la sua posizione RL fa sì che possa coprire fusi orari diversi da quelli delle guardie europee, riducendo il rischio che qualche prigioniero, diciamo, extracomunitario passi lunghi periodi di solitudine in cella.

Kadira_001.jpgIl problema è, come spesso accade, la mia adorata, pestifera, indisciplinata Andromeda. La quale, in una sera di noia dello scorso weekend, approfittando del fatto che io fossi offline, si è portata Kadira in una piattaforma di lavoro situata alcuni chilometri in verticale sopra la prigione e se l’è con lei spassata un po’. Niente che le fosse esplicitamente proibito, beninteso. Ma, decisamente, qualcosa di cui Kadira avrebbe dovuto parlarmi, visto che mi aveva appena giurato fedeltà assoluta e rispetto: Andro, durante il loro lungo e appassionato abbraccio, le aveva addirittura mormorato che io non sarei stata troppo contenta se lo avessi scoperto… e Kadira le ha sussurrato, mugolando di piacere, che avrebbe tenuto la bocca chiusa.

Tutto questo l’ho appreso dallo SPY con cui controllo costantemente quello che accade ad Andromeda – cosa di cui Andro è a conoscenza, ma Kadira evidentemente no. Così, ricollegandomi, le ho chiesto un rapporto dettagliato sulle sue attività del weekend trascorso, e la mattina dopo l’ho letto con attenzione. Manco a dirlo, nonostante elencasse con cura i prigionieri che aveva arrestato e gli incontri che aveva fatto, quello clandestino con Andromeda non vi appariva. Così l’ho portata, con discrezione, nella sala degli interrogatori dove, con Lella accanto, ho cominciato a girarle attorno come uno squalo attorno a un naufrago del Titanic. Qui sotto, un estratto del nostro colloquio.

Kadira_002.jpg[2009/08/17 5:56]  Win: Dunque, Kadira… ho qui il tuo rapporto…
[2009/08/17 5:56]  Kadira DeCuir: La sua ragazza è a sua disposizione, Signora
[2009/08/17 5:56]  Win: Mi compiaccio di come hai gestito l’arresto di due prigionieri… ottimo lavoro
[2009/08/17 5:57]  Kadira DeCuir: Grazie, Signora
[2009/08/17 6:00]  Win: Ora… sei sicura di avermi detto tutto quel che dovrei sapere?
[2009/08/17 6:01]  Kadira DeCuir: Questa ragazza ritiene di averle detto tutto ciò che è accaduto all’interno del WCF, Signora
[2009/08/17 6:01]  Win carezza i capelli di Lella mentre parla a Kadira
[2009/08/17 6:01]  Lella Demonia si appoggia alla mano della signora inginocchiandolesi a fianco
[2009/08/17 6:02]  Kadira DeCuir: C’era una porta rotta in una cella e la sua ragazza ha mandato un IM a Miss Andro che l’ha aggiustata, Signora
[2009/08/17 6:03]  Win: Anche questo è stato un buon lavoro, Kadira… qualcos’altro?
[2009/08/17 6:04]  Kadira DeCuir: Solo lievi problemi tecnici, Signora. La sua ragazza ha sempre tenuto addosso il collare e usato solo RLV senza mai usare il viewer normale, Signora
[2009/08/17 6:05]  Win sospira e annuisce: “Mmm… questo lo sapevo già”
[2009/08/17 6:05]  Kadira DeCuir: In effetti, la sua ragazza è felice di poter vivere sempre RLV indossando il suo collare, Signora
[2009/08/17 6:05]  Win: E tuttavia… ho la sensazione che tu qualcosa mi nasconda… ricorda che una schiava deve riferire tutto alla sua padrona, Kadira
[2009/08/17 6:06]  Kadira DeCuir: Come lei sa, Signora, questa ragazza obbedirà a ogni suo comando
[2009/08/17 6:07]  Gli occhi di Win penetrano quelli di Kadira come se volessero entrarle nel cervello
[2009/08/17 6:08]  Kadira DeCuir non ricorda altro che riguardi il WCF, Signora
[2009/08/17 6:09]  Win solleva la sopracciglia simulando sorpresa: “Oh… mmm… mi sono persa qualcosa? La tua schiavitù verso di me sarebbe limitata al WCF”?
[2009/08/17 6:10]  Kadira DeCuir: Quando è sul WCF, sì, Signora; ma questa ragazza ha molti amici fuori dal WCF, come scritto nel suo profilo, ma il suo nome è in cima, Signora
[2009/08/17 6:11]  Win: Hai detto una frase interessante… vuoi dire quando sei “sul” WCF…

Kadira_003.jpgKadira_004.jpgOmetto un pezzo di discussione. Dopo aver indossato il mio collare, Kadira mi racconta di aver visitato assieme a un’altra nostra guardia, Echo Foxclaw, le prigioni di Lendar e di Pandora, con l’idea di rapire qualche prigioniero laggiù e portarlo da noi. “Devi fare molta attenzione a Pandora”, le dico guardandola negli occhi. “Andromeda ed io abbiamo dei trascorsi, lì. Fu un RP molto delicato e non voglio che quelli di Pandora possano pensare che vogliamo disturbare il loro RP in qualche modo”. Kadira annuisce, poi mi chiede se voglio farle indossare una cintura di castità.

[2009/08/17 6:21]  Win: Non abbiamo finito, Kadi
[2009/08/17 6:21]  Kadira DeCuir: Capisco, Signora. Questa ragazza è a sua disposizione
[2009/08/17 6:22]  Win: Ok… ora mi hai detto TUTTO quello che dovrei sapere, Kadira?
[2009/08/17 6:22]  Kadira DeCuir: La sua ragazza crede di sì, Signora
[2009/08/17 6:22]  Win si china sul tavolo, verso Kadira. Dietro agli occhiali neri, i suoi occhi restano imperscrutabili
[2009/08/17 6:24]  Kadira DeCuir resta in silenzio, sapendo di aver detto tutto ciò che ricorda sul WCF
[2009/08/17 6:24]  Win: Kadira, sei proprio, PROPRIO sicura di avermi detto tutto quello che ti è successo mentre eri SUL WCF?
[2009/08/17 6:25]  Kadira DeCuir: La sua ragazza pensa di sì, Signora
[2009/08/17 6:25]  Win comincia a frugarsi nelle tasche della giacca e ne estrae un piccolo registratore. Preme un bottone e riarrotola il nastro.
[2009/08/17 6:27]  Kadira DeCuir ascolta
[2009/08/17 6:27]  Win alza lo sguardo e preme “play”. Una voce familiare emerge dall’altoparlante
[2009/08/17 6:28]  Registratore: “[Kadira DeCuir : Questa ragazza è di sua proprietà perché lei possa usarla, mia Mistress]”
[2009/08/17 6:28]  Kadira DeCuir: Questa ragazza potrebbe averlo detto a molte delle Mistresses elencate nel suo profilo, Signora
[2009/08/17 6:28]  Win si sfila gli occhiali e solleva un dito per intimare a Kadira il silenzio. Il nastro prosegue e un’altra voce ne emerge.
[2009/08/17 6:29]  Registratore: “[Andromeda Sawson : certo che lo farò…..]”
[2009/08/17 6:29]  Win: “[Kadira DeCuir : MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM]”
[2009/08/17 6:29]  Kadira DeCuir: Era fuori dal WCF, Signora
[2009/08/17 6:29]  Win preme “stop”. Poi “fast forward”. Non apre bocca.
[2009/08/17 6:30]  Kadira DeCuir: Miss Andro è la guardia che arrestò questa ragazza quando venne al WCF la prima volta, Signora
[2009/08/17 6:30]  Win ignora il commento di Kadira e preme ancora “Play”
[2009/08/17 6:30]  Registratore: “[Kadira DeCuir : La sua ragazza è così fortunata ad averla incontrata, mia Mistress] [Andromeda Sawson : … oh se la Signora Winth sapesse …. non credo che ne sarebbe contenta…..]”
[2009/08/17 6:30]  Lella Demonia osserva Kadira: “Sembra che tu sia nei guai, dolcezza”
[2009/08/17 6:30]  Registratore: “[Kadira DeCuir : Questa ragazza non dirà nulla, mia Mistress]”
[2009/08/17 6:31]  Win preme “stop”. Guarda Kadira, in silenzio, mentre rimette in tasca il registratore
[2009/08/17 6:31]  Kadira DeCuir: questa ragazza ha sempre avuto molto rispetto per Miss Andro; non la chiama Andromeda o Andro ma Miss Andro o Mistress, Signora. La registrazione è fedele e accurata. Miss Andro è questa ragazza sono state insieme per alcuni minuti fuori da questa struttura, Signora
[2009/08/17 6:32]  Win: Queste sono le coordinate del lugo dove è accaduto tutto, Kadira:  “Winsconsin/60/85/4007”. È quasi esattamente sopra di noi. Tecnicamente, è proprio
SUL WCF, non credi?
Kadira_006.jpgKadira_005.jpg[2009/08/17 6:33]  Kadira DeCuir: È un delitto trovarsi con un’amica fuori dal WCF, Signora?
[2009/08/17 6:33]  Win carezza le guance di Lella, tenendo gli occhi fissi su Kadira: “Qui sono io a fare le domande, Kadira. E ora te ne farò una. Ascolta di nuovo questo nastro”
[2009/08/17 6:34]  Win fa tornare il nastro indietro e preme di nuovo “play”
[2009/08/17 6:34]  Registratore: ” [Andromeda Sawson : … oh se la Signora Winth sapesse …. non credo che ne sarebbe contenta…..] [Kadira DeCuir : Questa ragazza non dirà nulla, mia Mistress]”
[2009/08/17 6:34]  Kadira DeCuir: In questo caso, la sua ragazza è colpevole di omissione nel suo rapporto, Signora. Non era consapevole di trovarsi
sul WCF quando la cosa è accaduta
[2009/08/17 6:34]  Win: Omissione? Era un elemento, ma non è solo questo, Kadi. Guardami negli occhi e rispondi attentamente – DOPO che avrò finito di parlare io.
[2009/08/17 6:36]  Kadira DeCuir annuisce obbediente
[2009/08/17 6:36]  Win: Andro ha detto chiaramente che avrei potuto non essere contenta di quanto era successo. Tu le hai detto che avresti tenuto il segreto e che non avresti parlato…
[2009/08/17 6:36]  Win: …ora dimmi… tacere di qualcosa che avrebbe potuto essere contro la mia volontà… è il modo di comportarsi di una buona schiava?
[2009/08/17 6:36]  Kadira DeCuir: No, Signora
[2009/08/17 6:37]  Win: Ho un’altra domanda, Kadira
[2009/08/17 6:37]  Kadira DeCuir: Questa schiava è rimasta zitta per proteggere Miss Andro perché Miss Andro le ha detto che lei avrebbe potuto essere scontenta e questa schiava voleva proteggere il suo buon rapporto con Miss Andro, Signora
[2009/08/17 6:38]  Win: Kadi, diventerà un problema se continui a parlare quando non sei interrogata
[2009/08/17 6:38]  Kadira DeCuir annuisce obbediente
[2009/08/17 6:38]  Win annuisce a sua volta e riprende: “Tu sai che Andromeda mi appartiene… e certo avrai notato che indossa una cintura di castità. Ora, a cosa serve di solito una cintura di castità?
[2009/08/17 6:40]  Kadira DeCuir: A evitare penetrazione sessuale e a limitare il piacere che una donna può provare con altre persone, Signora
[2009/08/17 6:41]  Win annuisce: “Esattamente, Kadira. E Andro sembra aver tratto piacere dalla tua – mmm… opera, non credi?”
[2009/08/17 6:42]  Kadira DeCuir: Sì, lei ha totalmente ragione, Signora; Miss Andro ha tratto piacere dalle carezze avute da questa schiava, Signora
[2009/08/17 6:42]  Win: Ok, ora ho un’ultima domanda… nella tua obiezione hai detto di aver voluto proteggere il mio rapporto con Andro nascondendo qualcosa di brutto che tu e lei avevate commesso. Ritieni forse che il mio rapporto con le mie schiave valga così poco che preferirei sentire una bugia al posto della verità?”
[2009/08/17 6:44]  Kadira DeCuir: È stato un grave errore di questa schiava, Signora. In qualità di sua schiava, questa ragazza doveva riportarle questo incidente e non l’ha fatto, Signora. Questa schiava colpevole di aver infranto il collegamento di fiducia fra lei e questa schiava, Signora.


Kadira_007.jpgPossiamo tagliare ancora un po’ di conversazione, dopo questa ammissione di colpa. Ma ci tengo a riportare ancora quanto segue.

[2009/08/17 6:51]  Win: Kadira… ho per te un’ultima domanda. Pensi che dovrei concederti la mia fiducia, dopo quanto hai fatto questo weekend? O, riformulando la frase, dopo quello che hai fatto e omesso di fare?
[2009/08/17 6:52]  Kadira DeCuir: Normalmente no, ma questa schiava le dà la sua parola che non accadrà mai più e che riporterà qualsiasi cosa possa accadere fra lei e altri membri del personale del WCF, Signora
[2009/08/17 6:53]  Win si volta verso Lella e nasconde un sorrisetto
[2009/08/17 6:53]  Win: Che ne pensi, dolcezza?
[2009/08/17 6:53]  Lella Demonia risponde al sorriso: “Sembra onesta, ora”
[2009/08/17 6:53]  Kadira DeCuir: Altrimenti, se lei non ha più fiducia in lei, questa schiava non potrà più restare al WCF perché non gode della sua fiducia e la fiducia è importante, Signora
[2009/08/17 6:53]  Win ride ad alta voce a quest’ultimo commento
[2009/08/17 6:54]  Win: Una cosa è certa… ha veramente una faccia di bronzo.

Kadira_009.jpgMi alzo, mi avvicino alla sedia di Kadira. Sollevo la mano come per colpirla, ma gliel’appoggio sulla guancia: “Kadira… voglio crederti”. Kadira respira, comincia a piangere di sollievo: “Signora, la sua schiava è pentita per l’accaduto, le chiede scusa più profondamente possibile e implora il suo perdono, Signora; si sente così colpevole, Signora”. La consolo: “È proprio così che devi sentirti, Kadira, e farò sì che tu paghi per questo. Dopo di che, avrai il mio perdono”.

Basta così, per oggi. Kadira si è fatta 24 ore nella posizione illustrata dalla foto, obbedendo all’ordine di rispondere ai visitatori che le chiedessero cosa avesse fatto per meritarsi questa punizione. E sono felice di dire che sembra diventata una guardia modello, al punto che ieri mi è stata utilissima in una situazione complessa. Ma questa è un’altra storia, e la racconteremo più tardi.