Playing With Myself

Una bizzarra pausa pranzo sperimentando un client di Second Life che funziona direttamente dal browser. Niente di indimenticabile ma l’occasione di incontrare per qualche momento una persona che cerco da sempre.

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Immagine 6.pngEra arrivata l’ora della pausa pranzo in ufficio, oggi, e ho fatto un giretto su Facebook, scoprendo che Malbert Greenfield aveva postato un link per chiedere lumi: “Nightwish Sveiss, vado a colpo sicuro chiedendolo a te……cosa ne sai? Funzia?”. Night aveva risposto al volo: “Ancora in beta e se non hanno aggiornata dall italia funziona pure a schifio xD Nulla di che comunque, un client fatto dentro un browser :O”.

Dato che in questi ultimi giorni mi è capitato più di una volta, per affrontare questioni urgenti legate alla faccenda GreenZone, di dovermi collegare con un client solo testuale per iPhone (il nome, per chi fosse interessato, è “Pocket Metaverse“), l’idea di scoprire Second Life da ancora un’altra angolazione mi ha immediatamente intrigata eImmagine 3.png non ho esitato a cliccare sul link indicato da Malbert, per saperne di più. Ho aperto l’URL http://interest.secondlife.com/beta e dopo qualche secondo di attesa, mentre il sistema verificava se disponevo di una connessione sufficiente, mi è stato chiesto di inserire il mio indirizzo di posta elettronica e di premere poi “Explore Now”.

L’ho fatto. Ed ecco qui sotto il risultato:

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Mi sono ritrovata ad essere una specie di vichingo su una veranda davanti a una land lussureggiante. E va bene che la pagina mi invitava a cambiare il mio look scegliendo in una lista di altri avatar, ma la prima impressione è stata quantomeno di perplessità. Credevo che, avendo il mio indirizzo di posta, i LL mi avrebbero fatta comparire in-world così come sono ormai da oltre quattro anni – poi ho realizzato che nessuno mi aveva chiesto la password e che di conseguenza non avrebbe avuto molto senso che chicchessia potesse, usando la mia e-mail, comparire in-world col mio aspetto. Immagine 3.pngMi sono guardata intorno… ho provato velocemente una Vespa che ho trovato inopinatamente parcheggiata lì accanto… e poi sono stata disturbata da una collega e ho frettolosamente chiuso il browser.

Qualche minuto dopo, allontanatasi la collega, ho deciso di riprovarci. Dopo tutto, l’aspetto da vichingo non era dei peggiori e poteva valer la pena di farci un giretto. Ho fatto di nuovo quel login sommario, ho atteso che le texture varie si caricassero e sullo schermo è comparso… è comparsa questa tipa:

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Se prima ero rimasta sorpresa, adesso ero davvero disorientata. Ero tornata donna – anche una discreta figliola, devo dire. Ma adesso ero mora, con un abitino corto bianco, fuseaux e stivali neri. L’esatto opposto del vichingo che ero stata per pochissimi istanti appena qualche minuto prima.

Immagine 5.pngHo provato a frugare fra le opzioni per vedere se avevo un inventario da esplorare, ma non ho trovato nulla. Invece ho scoperto il modo di cambiare località e, così a naso, ho optato per un luogo che mi dava l’impressione di poter essere più frequentato degli altri. Mi sono tippata a Hobo Island, ho provato invano a interagire con un pupazzo che raffigurava Philip Linden e, quando ho visto che nessuna delle poche persone vicine mi filava di pezza, ho deciso di tentare una follia.

Sul mio computer non è possibile lanciare due volte lo stesso programma e di conseguenza non mi sarebbe possibile, anche se lo volessi, entrare su Second Life con due avatar diversi. Ma adesso ero in-world mediante Safari (il browser di base degli utenti Mac). Chissà se potevo entrare anche con quello che uso di solito, oppure se il sistema non mi avrebbe consentito di animare due avatar con lo stesso indirizzo e-mail? Mi sono detta: “È una scemenza”. Mi sono risposta: “Certo che lo è”. E ho avviato Phoenix, facendo login.

Ora, chi mi conosce sa bene che quando sono su Second Life mi identifico in maniera totale con quello che vedo sullo schermo. Questa volta, però, entrare mi faceva una sensazione strana e difficile da descrivere. Non sapevo ancora se sarei stata in grado di incontrare quella fanciulla dai capelli corvini a cui il sistema aveva attribuito un nome quasi da bane, “422357 Guest” – poteva darsi che il metaverso in cui lei era appena nata fosse un mondo parallelo e non compatibile con la Second Life normale. Tuttavia sentivo che, da qualche parte, qualcuno mi stava aspettando, e sentivo anche che questo qualcuno ero io stessa. Abituata ormai da anni a non avvertire alcun tipo di sdoppiamento quando mi affaccio nel metaverso, non mi aspettavo di provare questo capogiro.

Mi sono materializzata dove avevo staccato ieri sera: l’ufficio centrale del GreenZone al WCF, dove Fart riceve clienti e curiosi. Ero Win, sì, ma bastava che cambiassi applicazione ed ero di nuovo Guest, sola in una land sconosciuta, in attesa che qualcuno mi venisse a conoscere. E naturalmente ero la persona che  scrive queste righe, nel suo ufficio RL in quel momento semivuoto, ma con una testa che cominciava ad assomigliare a una stanza affollata.

Immagine 5.pngDa Safari, ho visto subito che 422357 Guest non riusciva a comunicare se non con gli avatar che si trovavano nelle immediate vicinanze – sul client via browser non esiste (non ancora?) la funzione di ricerca. Chissà però se Win e Guest si trovavano nello stesso mondo? Sono tornata su Phoenix (ed ero Win) e ho provato a cercare Guest, quasi certa che non l’avrei trovata.

E invece sì, 422357 Guest c’era. Le ho mandato un IM. Poi sono passata su Safari (ed ero Guest). L’ho ricevuto. Ho risposto. Stavo IMmando con me stessa.

A questo punto, il passo successivo era inevitabile: dovevo incontrarmi. Ma come fare? Guest, anche una volta ricevuto un IM da Win non era in grado di tipparla. Ritorno su Phoenix (ed ero Win), tentativo di tippare Guest. Niente. Forse perché Winsconsin è una land Adult e Guest non era age verified. Non avevo tempo di controllare. Sono tornata su Safari (rieccomi Guest), mi sono guardata intorno e ho visto, poco più un là, un tipo vestito di nero, tale Derrick Randall. Stavo per scrivere a Win il nome, poi mi sono resa conto che non era necessario.

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Di nuovo cambio di applicazione, e ritorno a Phoenix e a Win. Scrivo all’ispettore Derrick, veloce, quasi spasmodicamente. Gli chiedo se vede, vicino a se, una moretta che si chiama così e così. Lui conferma e accetta di mandarmi un TP. Saluto Fart, a cui ho spiegato in breve che cosa sto facendo, e accetto il TP. Intorno a me Winsconsin si dissolve.

myself_001.jpgImmagine 8.pngEd eccomi a Hobo Island, davanti al gentile Derrick. Lo saluto in fretta, perché ho qualcuno che devo incontrare. Devo, come spiego laconicamente a Derrick, “go playing with myself”. Qualcuno sente la battuta e ridacchia. Su Second Life abbiamo visto succedere di tutto e capita di rado di assistere a a qualcosa in grado davvero di turbarci. Faccio due salti, ed eccomi accanto a… me stessa.

Restiamo accanto per un poco e, come si può intuire, non facciamo grandi chiacchiere. In particolare, il mio obiettivo è fare qualche esperimento: capire se posso passare a Guest qualche oggetto (non posso: li accetta in automatico ma spariscono) se la comunicazione fra noi due è istantanea (lo è), se posso catturarla con la gabbia del Mystytool (posso eccome). Eppure, stranamente, sento che Guest in quel momento esiste nè più nè meno di quanto esisto io. Ogni volta che passo da Phoenix a Safari, da Safari a Phoenix, in una frazione di secondo sono l’altra: Win, Guest, di nuovo Win, di nuovo Guest. Tanto che quando tippo Malbert per fargli vedere la scena, dopo pochi istanti mi ritrovo a discutere con me stessa. Perché Guest ha già un suo caratterino, risponde alle battute, mi rimbecca, interagisce.

Vive.

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Immagine 17.pngGuest non vive a lungo, naturalmente. La land è devastata dal lag ma, soprattutto, la mia pausa pranzo finisce rapidamente. Mi accorgo che ho fatto tardi, che la mensa dell’ufficio è già chiusa, che fra poco i colleghi rientreranno e che ho ancora qualcosa da fare prima di potermene tornare a casa per iniziare il sospirato weekend. Se ne accorge Win, ma se ne accorge anche Guest, che saluta Malbert, me e un’amica comune con una battuta ironica: “Vabbe’, visto che non mi apprezzate me ne vado per sempre”. Chiude Safari e, dopo qualche istante scompare. Nella stanza della mia mente resta solo Win, come d’abitudine. E anche lei, dopo aver salutato gli amici, fa log off.

Ma stavolta, nella memoria sua e della sua agente RL, c’è l’incontro con qualcuno che nel brevissimo spazio di un’ora scarsa era già riuscito a conquistarsi una fettina di vita.

Quanti siamo, in realtà, qui dentro?

Togliendo il tappo

Cosa succede quando si toglie il tappo? Succedono grandi novità – tali da far pensare che, in qualche caso, il non esistere per un po’ sia cosa buona e giusta. Per tutti.

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Nel suo studio sulla forma che il masochismo assume nell’uomo moderno, Theodor Reik avanza un’ipotesi interessante. Il masochismo è più diffuso di quanto non ci rendiamo conto perché assume una forma attenuata. La dinamica fondamentale è la seguente: un essere umano vede qualcosa di brutto che sta giungendo inevitabilmente. Non ha alcun potere di impedirlo; è impotente. Questo senso di impotenza genera la necessità di assumere un certo controllo sul dolore incombente… qualsiasi genere di controllo va bene. Questo ha un senso; la sensazione soggettiva di impotenza è più dolorosa dell’incombente infelicità. Così la persona afferra il controllo della situazione nell’unico modo che le resta: collabora nel tirarsi addosso l’infelicità incombente; l’affretta. Questa attività fornisce la falsa impressione che goda del dolore. Non è così. È solo che non può più sopportare il senso di impotenza, o di supposta impotenza. Ma nel processo di assumere il controllo dell’inevitabile infelicità, diventa automaticamente anedonico (ossia incapace o restio a godere del piacere). L’anedonia si insinua di nascosto. Con gli anni, assume il controllo dell’individuo. Questi, per esempio, impara a differire la gratificazione; è il primo passo lungo il triste processo dell’anedonia. Nell’imparare a differire la gratificazione, sperimenta una sensazione di autocontrollo; è diventato stoico, disciplinato; non cede agli impulsi. Ha il controllo. Controllo sui suoi impulsi e controllo sulla situazione esterna. È una persona controllata e che controlla. Ben presto, allarga la sua sfera, e controlla altre persone, come parte della situazione. Diventa un manipolatore. Naturalmente non è consapevole di questo; tutto quello che vuole fare è attenuare il suo senso di impotenza. Ma nel corso di questa operazione, insidiosamente sopraffà la libertà altrui. Tuttavia non ricava alcun piacere da questo, nessun guadagno psicologico; tutto quello che ottiene è essenzialmente negativo.

tratto da “Valis” di Philip K. Dick (traduzione italiana di Delio Zinoni) pagg. 104-105 dell’edizione Piccola Biblioteca Oscar, Mondadori, settembre 2000

VALIS(1stEd).jpgIl passaggio qui sopra, tratto da un libro che ho letto durante le mie vacanze di quest’estate, mi ha colpita moltissimo. L’ho detto fin dal principio: per me, Second Life è anche un modo di conoscere meglio me stessa, perché tutto vi avviene in modo più schematico, veloce e, sotto certi punti di vista, intenso – ma le persone che animano ciascuno di noi avatar sono persone reali e restano se stesse, quale che sia il ruolo che si sono scelte (o che ha scelto loro) all’interno del metaverso.

È su Second Life che ho imparato a dare un nome e una radice alle mie fantasie e alle mie fisse, a guardarle in faccia e, senza rifiutarle, a fare qualche sforzo per correggere quello che posso migliorare, accettando quello che non riesco o non voglio cambiare. Su queste pagine ho accennato a come il banishment possa esprimere, fra le altre cose, la paura della morte e il tentativo di esorcizzarla o illudersi di controllarla anticipandone alcuni elementi. Dick è, naturalmente, un grande scrittore di fantascienza a cui il libro di Erika Moak sicuramente deve molto, e una parte delle considerazioni che ricicla da Theodor Reik mi toccano direttamente.

Inutile che mi metta a dire “questa parte sono io, questa parte no” (altri si riconosceranno in modo diverso, qualcuno troverà la situazione descritta agli antipodi del suo carattere).Ewyn 25 (Trio).jpg Quel che per me conta è che, in generale, riconosco in me la tendenza a tirare il freno – e, spesso, a tirarlo anche alle persone che mi hanno dato e mi rinnovano la loro fiducia. Questo può avere un senso, cum grano salis, in un rapporto nel quale io prendo le chiavi del collare di qualcuno, ma può diventare pernicioso quando ti trovi ad essere a capo di qualcosa di complesso e articolato quale, nel mio caso specifico, una prigione come il Winsconsin Correctional Facility. All’inizio, a inventarsi sempre nuove follie era solo Andromeda, e accettare o (quasi mai) respingere le sue invenzioni era un impegno che ero in grado di gestire. Però, da qualche tempo, ci sono alcune persone dello staff il cui impegno si è fatto sempre più costante e propositivo. Ed è venuto il momento di riconoscerlo – e annunciare alcune decisioni importanti.

tribunale.jpgI nomi chiave di questa trasformazione sono Jelena Kiranov, Ewyn Raymaker e Nightwish Sveiss. Jelena ha preso, qualche tempo fa, l’iniziativa di costruire tutta un’area di negozi che occupa adesso il centro di Winsconsin – l’area più lontana dal mare, che restava per lo più sfitta. Poi, con l’aiuto di Travestroia Azalee, ha eretto in pochi giorni un tribunale adiacente all’area delle celle. Nell’ultimo mese però (forse anche grazie alla mia lunga assenza causa lavoro e vacanza) si è davvero scatenata, prendendo di petto alcuni problemi che si erano andati accumulando nel tempo. Qualcuno lo si è risolto, su qualcuno si sta lavorando dietro le quinte proprio in questi giorni, e non è detto che si riesca a superarlo: ma si deve alla forza di volontà di Jelena se, alla fine, sono stata costretta ad affrontarli, e dentro di me so di dover rendere soprattutto a lei il merito di qualsiasi soluzione. Non sto ad andare nei dettagli – fra di noi, com’è noto, ci sono questioni personali ancora tutte da risolvere. Ma nessuno più di Jelena, nei giorni scorsi, si è battuta per il bene generale di tutta la sim che porta il mio nome e nessuno più di me può sentirsene più felice e piena di gratitudine.

macelleria_001.jpgQuanto a Night ed Ewyn, entrambe sono comparse a più riprese su queste pagine, anche se spesso in ruoli apparentemente di fianco. Ewyn, da quando ci conosciamo (a proposito: non è oggi che la tua casa a Winsconsin compie un anno? Tantissimi auguri, visto che mi sono clamorosamente scordata il tuo compleanno, qualche giorno fa!) mi tiene aggiornata sulla sua vita, mi invia fotografie, suggerimenti, considerazioni che più volte sono stata tentata di utilizzare qui sul blog e che molte volte ho fatto mie in-world. È una roleplayer accanita, a volte feroce, spesso incline a estrema violenza. Anche se ormai alquanto lontano nel tempo, il periodo in cui è stata, diciamo, ospite forzata in casa mia resta a tutt’oggi una delle esperienze più complesse, gratificanti e stimolanti della mia Second Life. Nel suo profilo, qualche tempo fa, ha messo anche un mio ritratto commentando “il meglio deve ancora venire” e sono convinta che così sarà. Quanto a Nightwish, è comparsa in un periodo in cui la mia presenza su Second Life si stava già diradando e fin dall’inizio provavo quel lieve rimpianto preventivo che hai quando ti rendi conto che stai incrociando la strada di qualcuno che vorresti avere il tempo di conoscere meglio. Sono stata contenta quando è riuscita a convincere Lella a prenderle le chiavi del collare e voglio sottolineare che mai e poi mai ho avuto anche la minima sensazione che il loro rapporto potesse interferire col dominio che ho sulla mia Demonia preferita: come sub, Nightwish è discreta e paziente, e ha una vena dom molto forte che, in assenza di Lella, si scatena in mille modi.

Snapshot_001.jpgSoprattutto, di recente, alla nostra prigione: negli ultimi mesi, Nightwish ed Ewyn sono diventate una coppia di guardie inseparabile e perfettamente assortita. Il loro è un gioco perversamente divertente di “bad cop – bad cop”: molti prigionieri sono stati segnati profondamente e in modo indelebile dalla loro recente permanenza al WCF. In qualche caso, come Sophii Calamity, arrivando a perdere completamente la ragione, in una disintegrazione della personalità registrata, giorno per giorno e spietatamente, nel suo blog, che per chi legge l’inglese è una lettura affascinante. Un prodotto collaterale di tutto questo lavoro è anche anche la costruzione delle nuove aree di gioco che si vedono in alcune delle foto con cui illustro questa pagina – costruite, finanziate e attrezzate soprattutto da Ewyn, Night, Jelena e Andromeda.

Snapshot_339.jpgDa due giorni, come riconoscimento della loro attività instancabile, Ewyn e Night sono state ufficialmente promosse da Guardie a Warden: hanno quindi ora, oltre ai poteri tradizionali della Guardie WCF, anche quello di nominare nuove guardie o licenziarne di vecchie – che finora era riservato a me soltanto. Ma è solo l’inizio, perché le iniziative fervono. Pene Seetan e Andromeda stanno implementando alcune novità a livello di script e di attrezzatura, Elenaslv lavora a certi nuovi badge al momento ancora top secret e si è candidata come infermiera del WCF. In più, mi risulta che Malbert Greenfield, Francesca Miles, Nemesis Lourbridge e parecchie altre persone pullulino di proposte. Credo, grazie a Jelena, Ewyn e Night, di essere riuscita in qualche modo a, se mi consentite la metafora, togliere il tappo che io stessa imponevo, senza accorgermene, al WCF. E non vedo l’ora di vedere dove tutto questo ci porterà.

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Come? Ah, dite la riunione annunciata nel post precedente? Giusto, non va dimenticata. C’è stata, eccome, e la foto qui sopra documenta quanto sia stata affollata. Segnalo qui soltanto che è stata lunghissima e accesa, veemente, con più di una polemica, come forse è giusto che sia una riunione in cui per la prima volta si cerca di affrontare un problema. Ma è stata, soprattutto, costruttiva e utile a iniziare una discussione e una trattativa in mail di cui non ha senso rendere conto qui, anche perché al momento ancora lungi dall’essersi conclusa. La vita di una sim è fatta anche di diplomazia, di confronti, di proposte, e il lavoro delle owner non può non essere anche il tentativo costante di conciliare i rapporti personali con le esigenze delle comunità. Ecco, questo mi sembra che stia avvenendo da entrambe le parti. I risultati finali li giudicherà la Storia, con la S maiuscola, di questa nostra minuscola vita virtuale.

 

Rimorsi

Quando i limiti vengono superati, bisogna capirlo e cercare di porvi rimedio ad ogni costo. E se quel che si è spezzato non si può sempre aggiustare, bisogna essere pronti a offrire un risarcimento.

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In tutta questa brutta storia di bane e di abusi, quello che segue è il post più difficile da scrivere. Non tanto o non solo perché mi costi fatica ammettere di aver sbagliato, anzi. Nella nevrosi di voler sempre fare la scelta giusta, lo confessavo a Malbert durante una lunga chiacchierata negli ultimi istanti del suo banishment, l’essere costretta a prendere atto di aver fatto qualcosa di inequivocabilmente sbagliato mi dava semmai un senso quasi di liberazione: troppe volte cerco di comportarmi in modo da – beh, non da mettermi su un piedistallo, ma da fare in modo che mi ci mettano gli altri. Dover ammettere di essermi comportata in un modo che, sicuramente, avrei stigmatizzato negli altri non era solo una nuova (e sempre preziosa) lezione di umiltà: è stato anche un momento che, nel dimostrarmi quanto fossi lontana dal comportamento impeccabile che mi piccavo di tenere sempre, mi riportava a terra, nel fango umano dei miei errori, in una vita che non può rifugiarsi in regole prefissate ma che deve accettare la possibilità di fare la scelta sbagliata.

eudeamon maglietta_001.jpgE allora perché cominciare a scrivere queste righe è stato così arduo? Perché sono passate quasi quattro settimane dai fatti che devo raccontare prima che riuscissi a farlo? Perché sono venti volte che scrivo e cancello, che inizio e interrompo, che ricomincio da capo il post senza riuscire a trovare da che parte affrontarlo? E perché, a due settimane dalla conclusione del mio banishment, ancora oggi non ho avuto il coraggio di uscire dalla pelle di lattice nero che mi è rimasta attaccata addosso come una cattiva coscienza? Forse perché, questa volta, le scelte che ho fatto o che mi sono costretta a fare in-world nascevano da un disagio molto reale, concreto e niente affatto limitato al metaverso.

Snarkritorno_001.jpgParliamo spesso di Second Life come di una grande piattaforma per un immenso gioco di ruolo, ma abbiamo visto già varie volte come questa definizione del metaverso sia largamente insufficiente. Rispetto al gioco tradizionale, l’identificazione che abbiamo con il nostro avatar in-world è molto, molto più forte: sia per via dell’elemento visivo (ci vediamo, ci percepiamo nello spazio virtuale e rispetto ai nostri interlocutori in modo cinematografico e quindi estremamente coinvolgente) sia a causa del fatto che, a differenza dei giochi di ruolo più tradizionali (dai vari Dungeons and Dragons – con tutti i titoli più o meno affini scaturiti in seguito – fino a quelli online come, immagino senza averlo mai esplorato personalmente, World of Warcraft) Second Life non ti offre alcun tipo di binario da seguire. Su Second Life non abbiamo reami da conquistare, draghi da uccidere, missioni da compiere: esiste solo quello che ci viene voglia di fare, o che ci viene proposto dalle persone che abbiamo scelto di frequentare. Proprio come avviene in quella cosiddetta vita reale i cui ricordi, soprattutto per noi tossici del metaverso, sempre più spesso sono affiancati da ricordi molto nitidi di quello che abbiamo vissuto nei labirinti della Linden Lab.

Snark_001.jpgL’abbiamo già visto in passato: il gioco di ruolo (o RP, da Role Playing game) ha dei limiti ben precisi. Ma mai prima di adesso mi ero resa conto chiaramente di dove questi limiti si possono individuare con una certa esattezza e credo di poter dire, adesso, di averlo capito. Il RP deve essere condotto con tanta maggior cautela quanto più quel che si fa nel metaverso corrisponde a quanto si potrebbe fare nella vita reale. Complicato? L’ho detto che questo è un post difficile da scrivere.

W-1007_001.jpgProvo a spiegarmi meglio. Su Second Life sono andata a caccia di zombi, ho esplorato il mondo dei puffi, ho volato in mongolfiera, su un tappeto e anche a corpo libero, mi sono teletrasportata. Sono stata rapita e ridotta in schiavitù, ho rapito e ridotto in schiavitù. Ma tutte queste cose, descritte in questo modo, non sono di per sè le esperienze che mi lasceranno i ricordi più intensi. Non pretendo di parlare per tutti i miei colleghi residenti del metaverso, ma quel che tiene me su Second Life sono le emozioni, le amicizie e le inimicizie, gli amori e gli odi – tutti quei casi in cui, nel bene o nel male, senti di aver toccato l’anima di qualcuno pur sapendo che nella Vita Reale non lo incontrerai mai.

waiting_002.jpgQuando tocchi l’anima di qualcuno, quando capisci di aver provocato una reazione emotiva, non fa differenza se questo accade nella Prima o nella Seconda Vita, nè quali siano le motivazioni di RP che ti hanno spinta a comportarti in un certo modo. Alla fine del gioco, quando spegni Second Life, resta il fatto concreto che, da qualche parte nel mondo, qualcuno ha provato qualcosa a causa di una tua azione. Ed è con questo, solo con questo, che ti devi confrontare: non con la coerenza di una data azione col personaggio che in parte sei e solo in minima parte interpreti.

Ho fatto del male, in passato, ad alcune persone, ma avevo sempre trovato rifugio per la mia coscienza nella coerenza del RP. Questa volta no. È vero, quello che avevo commesso nei confronti di Malbert, ma ancor più di Gloria e, in misura ancora maggiore, di AlexyaPan (che, dopotutto, non aveva scelto di entrare nella faccenda del banishment e che ero stata io a coinvolgere) era un comportamento che aveva una sua coerenza nella vita di Win: dopo tutto, erano molti mesi che lavoravo come Bane Operator e che desideravo assistere alla nascita di un Eudeamon… dopo tutto, quei due bane non erano al di sopra di ogni sospetto… dopo tutto, nei confronti di Gloria avevo anche quella antica vendetta da compiere, eccetera eccetera. Però, alla fine dei dopo tutto, la verità che dovevo affrontare era che, coerente o meno con le premesse, diciamo, narrative, di tutta questa avventura, non ero contenta di come mi ero comportata. Giustificarmi con i motivi del mio comportamento non ne avrebbe mutato in nulla il contenuto, e sarebbe stato solo un tentativo vano e vile di declassare la faccenda a una questione di scelte narrative, senza tener conto del fatto che i personaggi erano persone vere. Nel “gioco”, io avevo compiuto un esperimento e un abuso. Nella realtà avevo fatto assaggiare a qualcuno una speranza per poi divertirmi a toglierla.

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Non so se e quanto queste situazioni avvengano anche al di fuori dell’ambiente BDSM di Second Life. Certo è che il Restrained Life Viewer (anzi, il Restrained Love Viewer, dato che a partire dal prossimo aggiornamento sarà questo il nuovo nome del RLV) consente, nei confronti degli avatar che lo utilizzano, un potere di manipolazione emozionale difficilmente immaginabile da chi non lo ha provato. Un potere che implica un senso di responsabilità forte che a me, in questo caso, aveva sicuramente fatto difetto. Una breve conversazione con Gloria mi ha confermato questa sensazione: avevo esagerato e dovevo rimediare ad ogni costo. Ma allo stesso tempo non dovevo in alcun modo scaricare l’interruzione del banishment, o il brusco cambio di rotta dell’avventura, sulle persone con le cui emozioni avevo giocato in modo così superficiale: il banishment può essere, per certe persone, un’esperienza straordinariamente intensa e travolgente e interromperlo con una decisione OOC avrebbe significato svuotare di significato tutte le ore che Malbert e Gloria avevano già scontato.

soprawinsconsin_002.jpgsoprawinsconsin_003.jpgsoprawinsconsin_004.jpgsoprawinsconsin_005.jpgsoprawinsconsin_006.jpgC’era una sola onorevole via di uscita: confessare il crimine che avevo commesso alla Kelley Technologies, liberare i due bane e affrontare qualsiasi destino ne fosse seguito. Ho scritto una lettera, l’ho spedita alla dottoressa Kelley, all’Engineer e Operatore Green Geary e, per conoscenza, a entrambi i miei bane – ben sapendo che questi ultimi non avrebbero potuto leggerla fino al momento della loro liberazione, dato che il loro inventario era bloccato dal Custodian. La traduco qui, per i pochi che non sapessero l’inglese:

Mi chiamo WinthorpeFoghorn Zinnemann e da oltre un anno e mezzo sono una Bane Operator alla Kelley.

Fra gli altri, sono stata l’Operatrice di Gloria Oppewall e Malbert Greenfield, rispettivamente bane G-7328 e bane M-4876.

Confesso di aver arbitrariamente esteso la loro sentenza, più di una volta, oltre il giudizio dei loro Custodian. Non sono sicura di quante ore abbia aggiunto ma sono certa di aver allungato la durata della loro pena di almeno 48 hours. Benché avessi le mie ragioni, non cercherò di giustificarmi. Ho abusato della fiducia della Kelley Tech e ho tradito la causa della giustizia.

OOC: sebbene abbia effettuato ogni estensione secondo un RP, oggi ho capito di aver esagerato. Per questo motivo, e nel tentativo di rimediare, ho avvertito entrambi i bane che intendo liberarli oggi all’interno del laboratorio. Questo darà loro, almeno, un’esperienza che ben pochi bane della Kelley Tech hanno avuto fino ad oggi, poiché in genere il tempo scade mentre l’Operatore si trova offline.

Questa lettera è per certificare che nessuno di quei bane ha mai barato e che pertanto ad entrambi spetterà il rimborso previsto anche qualora i loro Custodian fossero rossi [Nota: se aperto, barando, prima del tempo, il Custodian si autodistrugge e diventa rosso per segnalare l’abbandono]. Questa sera aprirò personalmente i loro Custodian e darò loro una copia di questo messaggio.

Sono pronta ad affrontare le conseguenze delle mie azioni, senza condizioni.

Per quello che vale, chiedo scusa del mio comportamento,

WinthorpeFoghorn Zinnemann


Qui di seguito, la risposta della dottoressa Kelley:

[9:39] Marine Kelley: Grazie di avermi informata, terrò a mente i nomi in modo che al loro rilascio sia applicata la procedura normale. Ma per quanto ti riguarda… conosci le regole. Agli Operatori colpevoli di abuso dovranno essere ricordati gli effetti delle loro azioni facendo loro condividere il fato delle vittime dell’abuso con un Banishment di 24 ore. A questa decisione non ci si può appellare e un altro Operatore si occuperà di te quanto prima. Solo in questo modo potrai espiare la colpa.

waiting_001.jpgQuel che è accaduto dopo, già documentato con una registrazione integrale in questo post di Malbert, cercherò di riassumerlo in un post successivo. In questo non ho voluto parlarne perché il mio arresto e la trasformazione in bane sono stati lo sviluppo in RP di un disagio che, per me, è stato tutto OOC, Out Of Character, Fuori Dal Personaggio. È quindi fuori personaggio che scrivo le righe che seguono: se qualcosa ho imparato in tutta questa storia è che le regole del RP non possono essere una via di fuga dalle proprie responsabilità, ma possono, in qualche caso, essere un modo per ammetterle e per trovare una via di uscita che non guasti il gioco a nessuno. Non sono sicura di esserci riuscita e tanto meno posso promettere che ci riuscirò quando, in futuro, commetterò altri errori. Sono sicura solo di aver cercato di fare del mio meglio.

Adesso volto pagina, rientro dentro a Win, mi libero finalmente dal lattice nero che ancora riveste il mio corpo virtuale e la mia coscienza. E riprendo la storia là dove eravamo rimasti.

 

[AGGIORNAMENTO del 22 marzo 2010: Voglio segnalare qui un post di Malbert che risponde direttamente a questo. Grazie, M-4876!]

Il compleanno di Gloria

Violare le regole è come iniziare a scivolare su una discesa sempre più ripida. Una volta che hai cominciato, ti rendi conto che non puoi più fermarti. Fino a quando arrivi all’abisso.

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La prima volta esiti a lungo, con il cuore che ti batte forte. Hai paura che qualcuno ti veda, che ti colga con le proverbiali mani nel sacco. Quando lo fai, senti quasi un capogiro, l’ebbrezza di aver commesso un atto irreversibile – un atto che fa di te qualcosa che, fino a pochi secondi prima, non eri… e non sarai mai più.

Poi il tempo passa, scopri che non ci sono stati testimoni, che non ci saranno conseguenze. E la seconda volta succede tutto più in fretta, senza pensarci troppo. E quando lo fai per la terza volta, beh, ormai ci sei dentro, e ti credi onnipotente, inarrestabile, invincibile.

gloriamanu_001.jpgChe ci vuole, ad allungare una pena a un bane che non può opporsi? È solo un clic, qualcosa che puoi fare in un secondo e che ti semplifica la vita. Tu ti ripeti che lo fai per la scienza… per osservare da vicino, finalmente, cosa succede davvero nella testa dei prigionieri quando un Eudeamon comincia a svilupparsi… e metti a tacere quelle vocine moleste, che dentro ti provano a suggerire che in realtà stai solo cercando di consolidare il tuo potere su qualcuno… e che al tempo stesso stai tentando di coprire la tua colpevolezza: sai che devi tenere quei bane ben sigillati nell’isolamento del loro banesuit, perché non possano denunciarti alle autorità per aver abusato del tuo potere.

Dopo tutto, lo fai anche per la Kelley Technologies. Se si venisse a sapere che alcuni Operatori si approfittano della loro posizione, il sistema andrebbe in crisi. Dilagherebbe la sfiducia, l’opinione pubblica smetterebbe di tollerare il Banishment Program. Sarebbe la catastrofe. No: quello che hai fatto deve restare un segreto. E quei due bane, beh, devono restare tali. Per sempre, se necessario. Dopo tutto, beh, se poi sviluppassero l’Eudeamon… se quanto raccontato nel romanzo fosse vero… per loro sarebbe tutto sommato un bene. Forse.

glorianebbia3.jpgE diventi pian piano più ambiziosa. Vuoi un controllo ancora più stringente. Vuoi che i tuoi bane, oltre ad essere stati ridotti ormai a materiale per i tuoi esperimenti, sentano sempre più forte il potere che hai su di loro. Giochi con loro, consentendo qualche volta che si scambino qualche frase a distanza, inducendoli nella tentazione di un contatto reciproco per poi avere il piacere di toglierglielo. Come una gatta con due topolini che, piacere sublime e ancora più sottile, si fidano di te, ormai, in modo quasi assoluto. Ogni scusa è buona, per allontanare ogni volta la data di scadenza della sentenza. Non sempre è necessario allungarla manualmente: qualche volta basta far sapere a questo o a quello che M-4876 e G-7328 si trovano nel tal posto, sapendo che una visita a sorpresa indurrà i bane in tentazione e, probabilmente, provocherà violazioni ed estensioni automatiche.

E poi, un giorno, durante uno dei colloqui settimanali, G-7328 si lascia sfuggire un dettaglio. Mi dice che ha ordinato Eudeamon su Internet e che è addolorata perché glielo consegneranno dopo il suo compleanno RL. Che cadrà il 4 febbraio, appena un paio di giorni dopo.

glorianebbia2.jpgLa testa mi comincia a lavorare in modo tormentoso. Perbacco, l’avevo dimenticato: a differenza di Malbert, Gloria è entrata nel banishment senza aver mai letto il romanzo di Erika Moak. Nonostante la partecipazione al Programma sia subordinata alla lettura del libro, d’accordo con Malbert, abbiamo arrangiato le cose per fare in modo che Gloria potesse partecipare ugualmente. Che razza di esperienza starà vivendo, là dentro? Senza nemmeno la speranza, pur quasi sempre vana, che da quella implacabile prigione di lattice possa nascere all’improvviso un sogno meraviglioso? E, mi chiedo, è poi giusto che G-7328 esaurisca la sua sentenza e torni ad essere Gloria senza nemmeno rendersi conto della magia che l’ha sfiorata da vicino?

Qualche giorno fa, probabilmente avrei ricacciato la sola idea senza esitare un momento. Un Bane Operator non gioca coi condannati: è un pubblico ufficiale e deve limitarsi a rispettare rigorosamente la legge e le regole del Banishment. Ma io, già da qualche giorno, ho violato questa fiducia estendendo le sentenze di entrambi in modo arbitrario, perseguendo i miei fini personali. E non sono più un Pubblico Ufficiale. Sono… beh, per questi due Bane sono tutto, sono la persona che comanda, sono Dio. E quello che io decido, posso farlo, senza chiedere a nessuno.

glorianebbia.jpgE quello che decido è questo: a Gloria, per il suo compleanno RL, regalerò la possibilità di ricevere il libro, e leggerlo, prima che il suo banishment sia finito. Le regalerò l’emozione, la paura, e anche, perché no, l’angoscia di scoprire, mentre è ancora un bane, in quale razza di gioco si sia cacciata senza rendersene conto. Di quanto questa non sia una semplice avventura, ma qualcosa di terribilmente forte e devastante. E di quanto la sua scelta di farsi sigillare nella tuta sia stata potenzialmente irreversibile. Mi riserverò il piacere di osservare da vicino quello che proverà, pagina dopo pagina, riconoscendosi nella tragedia metafisica della protagonista Katrina Nichols e capendo a poco a poco in quale guaio si trovi adesso.

Ma quello che ci succede nella testa non è mai lineare come ci si immagina, e l’idea di quel regalo di compleanno me ne fa nascere un’altra, forse ancora più perversa. Non so se sia un desiderio di compensare anticipatamente la porcheria che sto per fare, o se sia un sintomo del delirio di onnipotenza di qualcuno che ormai crede di poter giocare con le anime degli altri come fossero plastilina. Fatto sta che decido di celebrare il compleanno di Gloria anche in un altro modo, coinvolgendo un’altra persona.

lorellalexya_001.jpgNon molti giorni prima del banishment, Gloria si è sposata, su Second Life, con AlexyaPan Arrowmint, una frequentatrice abbastanza assidua di Winsconsin (qui accanto la si intravede durante una visita di qualche tempo fa, mentre io giocavo con Lorella) nonché una nostra conoscenza su Facebook. Questo matrimonio non ha avuto molte chance di consumarsi, dato che Gloria ne ha passato la maggior parte sigillata nel suo banesuit. E allora, mi dico, perché non organizzarle una piccola festa a sorpresa? Telefono ad AlexyaPan, mi assicuro la sua collaborazione, poi vado da un pasticcere particolare e mi faccio preparare una torta. Una torta speciale, grande abbastanza da contenere una persona intera. E, come se non bastasse, attrezzata con il RLV – vale a dire in grado di funzionare come una gabbia, per catturare e tenere prigioniera a mio piacimento chiunque vi passi vicino.

Torta1.jpgNon ho intenzione di rapire AlexyaPan, beninteso. Sarò anche un Operator ormai corrotto, ma la regola per cui non si rapisce mai qualcuno che appartenga a qualcun altro, quella, continuo a rispettarla. Ma confesso che l’idea di averla per un poco in suo potere mi eccita parecchio. Gloria è già assolutamente in mano mia: ma nel momento in cui anche AlexyaPan, sua moglie, sarà chiusa a chiave nella mia torta di compleanno, beh, pregusto già il momento. Sarà come avere in pugno, oltre al corpo rivestito di lattice della mia vecchia nemica, anche le chiavi del suo cuore.

E così accade. La torta arriva, la sistemo al Kelley Park. Convoco Alexya, la faccio entrare nella torta. Chiudo il coperchio. A chiave. Lo so, lo so, lo aprirò fra pochi istanti per dare a Gloria il suo regalo. Ma in questo momento AlexyaPan è mia, e quindi lo è anche Gloria, più di quanto lei stessa possa immaginare. E la chiamo, finalmente mentre AlexyaPan, dentro la torta, mormora: “A me fanno paura le sorprese, soprattutto questa!! ho l’ansia”. Se sapesse.

Torta2.jpgGloria arriva. Le innesto il Vox, permettendole di parlare sul canale 1. Le tolgo per un attimo tutte le restrizioni. Adesso può avvicinarsi impunemente ai civili, abbracciare AlexyaPan senza che il Custodian abbia da eccepire. Io sorrido, mi schiarisco la voce:  “G-7328… anzi… Gloria… BUON COMPLEANNO!”.

Il bane che un tempo è stata Gloria inclina la testa su un lato, si guarda attorno smarrito. Forse ci mette qualche secondo a capire. Poi fa un gesto che sembra di commozione. Dal microfono che filtra ogni suo contatto con l’esterno esce una voce leggermente metallica. Ma è la sua: “oddio Win”, mormora. “Avvicinati alla torta”, faccio io: “Da questa parte, G-7328… Ti ho sospeso i protocolli”. Faccio un gesto, la torta si spalanca, AlexyaPan ne esce, con un’espressione di felicità che non saprei descrivere.

Sono le 6.11 del pomeriggio. “Gloria… hai 5 minuti da adesso!”, dico ad alta voce: “Buon compleanno! Alle 6.16 ti rimetto tutte le restrizioni! Vi lascio sole”. Il bane e la ragazza della torta si abbracciano strette, mentre le voci di entrambe tradiscono una commozione travolgente. Io mi volto e mi allontano di qualche passo, avvicinandomi a Nemesis Lourbridge, che è venuta a trovarmi, facendoci due chiacchiere. Perché già so che fra pochi istanti, tutta quella felicità sparirà come neve al sole.

Torta3.jpgI cinque minuti volano, mentre le due ragazze si parlano, si toccano, si scambiano frasi che io sento a distanza grazie al microfono innestato nel Custodian. Arriva velocissimo il momento in cui devo tornare a chiudere il caso, come promesso. E a fare quell’altra cosa, che invece Gloria e Alexya non si aspettano. Torno da loro. Gloria è raggiante e rivolge a me il casco, nero, inespressivo eppure vibrante di gioia: “Hai avuto un pensiero bellissimo davvero grazie”.  Io cerco di mostrarmi professionale: “Tempo scaduto, Alexya”, mormoro. “Si si”, risponde Alexya, “ma è bastato per farmi tornare serena… e almeno ho salutato la vecchietta”. Annuisco, staccando il Vox da G-7328, rendendola di nuovo muta, riattivandole i protocolli. E, senza che nè lei nè Alexya se ne accorgano, premendo ancora quel pulsante proibito. Quello che estende la sentenza. La congedo: “Vai ora, G-7328 forse ti rivedrò dopo. Buon compleanno RL”. E Gloria si allontana, ancora tutta felice per i cinque minuti appena vissuti, senza ancora aver capito cosa ho fatto. Io resto con Alexya e Nemesis.

[2010/02/04 6:18]  AlexyaPan Arrowmint: grazie win. quanto ti devo per la torta?
[2010/02/04 6:19]  Win: Prego, Lexy… ma niente… la riutilizzerò :-)
[2010/02/04 6:19]  AlexyaPan Arrowmint: sicura…?
[2010/02/04 6:19]  Win: ma certo, scherzi
[2010/02/04 6:19]  AlexyaPan Arrowmint: grazie tantissimo ancora, io non sapevo proprio che potevo farle per farle gli auguri
[2010/02/04 6:19]  Win: Potevi farglieli comunque ma senza avvicinarti… ho dovuto sospendere per 5 minuti i protocolli
[2010/02/04 6:20]  AlexyaPan Arrowmint: :D vado a casina ora che metto le foto su Fb e inizio a scrivere un po’… sono felice e ho la testa che elabora mille pensieri a caso
[2010/02/04 6:20]  Win: Non sarebbe una cosa regolare… ma su Gloria e su Mal sto facendo un piccolo esperimento. Diciamo che ti spettava un piccolo risarcimento :-)
[2010/02/04 6:21]  AlexyaPan Arrowmint: non sapevo niente del bane e via discorrendo… Bon vado a regalare un po’ di gioia in giro… grazie ancora
[2010/02/04 6:22]  Win si schiarisce la voce: Il punto è che vorrei che leggesse il libro stando lì dentro… ma le mancava troppo poco… così le ho allungato un po’ l’orario!
[2010/02/04 6:22]  AlexyaPan Arrowmint non ha ancora capito dove voglio andare a parare e mi fa la domanda: quanto le manca? e poi non vi rompo più
[2010/02/04 6:22]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Eh… prima le mancavano solo 3 ore… ma adesso l’ho riportata a una ventina, Lexy

Alexja.jpg

(AlexyaPan Arrowmint – foto courtesy of Gloria Oppewall)

C’è un momento di gelo. AlexyaPan mi guarda, senza ancora capire. Poi mi fa una domanda, con voce inespressiva.

[2010/02/04 6:23]  AlexyaPan Arrowmint: vuol dire che prima della torta aveva solo tre ore rimanenti?
[2010/02/04 6:23]  Win: Lo dico solo a te: non gliele estenderò ulteriormente, anche se dovessi ribeccarla così vicina alla scadenza
[2010/02/04 6:23]  AlexyaPan Arrowmint: e ora 20?
[2010/02/04 6:23]  Win annuisce
[2010/02/04 6:23]  AlexyaPan Arrowmint: e perché?
[2010/02/04 6:24]  Win: Per i motivi che ti dicevo… avvicinare il momento che riceverà il libro a casa… e perché… beh, c’è un motivo che non posso dire… ma che ha a che fare con quel certo esperimento

Penso all’Eudeamon, naturalmente. A quell’Eudeamon che, così come in Malbert, forse si sta svegliando anche nel cervello di Gloria. A quell’Eudeamon che, forse, lei potrebbe conoscere con una mente assolutamente vergine, che non conosce il romanzo, che non ha idea di cosa aspettarsi. Ma intanto, l’umore di AlexyaPan è cambiato come cambia il tempo in montagna. Quando apre bocca di nuovo, mi sembra di vedere mille ghiaccioli acuminati pendere da ciascuna sua parola.

[2010/02/04 6:25]  AlexyaPan Arrowmint: meglio che vado
[2010/02/04 6:25]  AlexyaPan Arrowmint: grazie lo stesso
[2010/02/04 6:25]  AlexyaPan Arrowmint: ciao Nemesis
[2010/02/04 6:25]  Win: Ok, Lexy… buona giornata
[2010/02/04 6:25]  Nemesis Lourbridge: ciao ale
[2010/02/04 6:25]  Win sogghigna: “Eheheh… adesso era arrabbiata, mi sa”
[2010/02/04 6:25]  Nemesis Lourbridge: cattivona….
[2010/02/04 6:26]  Win: Beh… quando le ho parlato di risarcimento era a questo che pensavo
[2010/02/04 6:26]  Nemesis Lourbridge: turbata
[2010/02/04 6:26]  Nemesis Lourbridge: più che arrabbiata

Eh, non lo so. Se fossimo in un fumetto, nel punto dove fino a un attimo fa c’era AlexyaPan si vedrebbe ancora una nube di fumo nero come la pece. Turbata no, deve essere furiosa. Saluto un po’ frettolosamente Nemesis, e KendraLouise che è comparsa qualche minuto fa e mi scollego. Ma quello che provo non è affatto la scarica di potere che avevo pensato.

Mi scollego sentendomi sporca.

(Le foto di Gloria in bianco e nero le ho rubate a Malbert Greenfield. Le tre della torta sono tratte dall’album Facebook di AlexyaPan Arrowmint)

Hubrys

Gli interessi e le emozioni personali dovrebbero starsene fuori dal banishment. Ma anche un eccessivo interesse nella scienza può essere pernicioso. Per non dire di quel che si rischia quando le due cose si fondono in un precipitato devastante.

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(foto: courtesy of Malbert Greenfield)

kendralouise.jpgSe è vero che un buon Operator deve saper mantenere le distanze dai suoi Bane, è però evidente che sia suo dovere, compatibilmente con la sua presenza online, affrontare con sollecitudine le mille emergenze che essi possono dover affrontare. E Malbert e Gloria, anzi, M-4876 e G-7328, di emergenze ne hanno affrontate tante e da subito, solo in parte dovute al fatto che la grid di Second Life sta subendo in questo periodo intensi lavori in corso e che i problemi abituali sembrano, in questo periodo, moltiplicarsi. C’è stato un piccolo problema di rigetto che ci ha indotti a riportare M-4876 al laboratorio per un breve intervento, poi ci sono stati certi comportamenti discutibili da parte di entrambi i bane… penso a G-7328, che è riuscita ad accumulare violazioni gravissime raccogliendo il guinzaglio del suo schiavo Montgomery… ma anche certi incontri proibiti e pericolosi. Come quelli, reiterati, con KendraLouise Damiano, una persona desiderosa di alleviare la solitudine dei bane parlando con loro a distanza di sicurezza – ma apparentemente ignara del fatto che per un bane anche solo ascoltare qualcuno a lungo può scatenare l’ira punitiva del Custodian.

kendrabbraccio.jpgMonty.jpgInsomma, il fatto è che fra M-4876 e G-7328 è stato, soprattutto all’inizio, un continuo di chiamate di emergenza. Non posso addentrarmi qui nei dettagli, ma rinvio senz’altro al blog che Malbert ha avviato per raccontare la sua esperienza. Dirò solo che, dopo qualche giorno, i miei due bane sono stati accusati addirittura di essere loro stessi due bane bashers, e di essersi coalizzati contro un loro simile alternandosi nell’avvicinarlo, in modo da fargli accumulare il doppio delle estensioni di sentenza che sarebbero toccate a ciascuno di loro. Un’accusa gravissima a cui non ho mai veramente creduto ma che mi ha costretta a intensificare la sorveglianza in modo ferreo, cominciando da un serrato interrogatorio a M-4876.

Ma la Sindrome di Stoccolma a volte funziona nei due sensi e forse proprio questa continua attenzione mi ha, dopo qualche giorno, fatto in parte dimenticare il mio coinvolgimento personale nella faccenda. Dopo qualche iniziale resistenza, persino Gloria ha capito la necessità nella sua situazione di comportarsi più docilmente – anche perché solo l’Operatore può difendere un bane dai pericoli che il mondo là fuori gli riserva… e io mi sono trovata a tratti ad accudire questi due criminali con fin troppa generosità. Fino a quando, nei log di M-4876, non ho cominciato a notare segnali allarmanti che hanno attratto la mia attenzione.

angelspattylella_006.jpgChi vuole i dettagli vada a leggere qui. Qualcosa stava succedendo, forse, dentro a quel casco? Qualcosa che, in tutto questo tempo, avevo sempre negato fosse possibile eppure sempre aspettato? Qualcosa che era accaduto a Em Debevec, un bane di Moss, e che stava succedendo a Nixus prima che la sua sentenza scadesse? Qualcosa di cui gli operatori parlano solo a bassa voce, negandone in pubblico qualsiasi fondamento, ma in privato scambiandosi le voci, i si dice, le ipotesi, in discussioni in cui emerge, come una specie di fantasma che aleggia sempre sul nostro lavoro, la parola Eudeamon?

alWCFgloria.jpgNon volevo crederci. Troppe volte avevo nutrito false speranze rimaste poi deluse. Eppure, beh, in giro si diceva che a volte, alcuni prigionieri rimasti nel banesuit per durate superiori alle 80/100 ore, manifestassero sintomi bizzarri. M-4876 aveva da poco superato quella soglia, e ne aveva ancora per una ventina… forse forse… con un po’ di fortuna… possibile che, finalmente, succedesse anche a me, come Operatore di assistere a quella specie di epifania di cui contrattualmente ero tenuta a negare la mera esistenza? I sintomi, col passare del tempo, sembravano moltiplicarsi, tracciare una linea sempre meno equivocabile… se solo M-4876 fosse rimasto nel banesuit ancora un poco di più… se solo…

Mal2_001.jpgNon sono sicura di quando il pensiero mi abbia sfiorato la prima volta. È possibile che si sia affacciato un paio di volte alla mia coscienza… ma che io lo abbia inizialmente messo da parte, imbavagliato, nascosto… però le ore passavano, giorno dopo giorno vedevo Malbert che si avvicinava sempre di più alla fine della sentenza… e qualsiasi cosa stesse accadendo nel suo casco, sembrava che mancasse ancora un pochino… non tanto, forse solo qualche ora in più. Qualche ora che un Operator avrebbe potuto aggiungere alla sentenza di straforo, senza farsene accorgere, mescolandole magari alle estensioni automatiche imposte dal Custodian… o anche non di straforo, perché, dopotutto, un bane non parla… a chi avrebbero potuto raccontarlo?

angelspattylella_008.jpgQuando ho visto Malbert e Gloria la volta dopo ho sentito il mio cuore accelerare in modo insolito. Mi sono avvicinata a lui, quasi in trance, lo sguardo che gli passava attraverso, perso in pensieri tumultuosi…

[9:59]  Win tocca qualcosa sul casco del bane e inarca un sopracciglio
[9:59]  Win: custodian, muteness punishment level 1
[9:59]  Custodian: G-7328 : Executing order from Operator.
[9:59]  Custodian: M-4876 : Executing order from Operator.
[9:59]  Win: Buon giorno, M e G
[9:59]  M-4876: op :)))))) buonasera
[9:59]  Win si guarda attorno con aria accorta
[9:59]  G-7328 : sera win
[10:00]  G-7328 : ma posso avvicinarmi?
[10:00]  Win abbassa appena la voce: “Che succede col Custodian, M-4876?”
[10:00]  M-4876: ho una novità dal custodian…..ha smesso di aver paura
[10:00]  Win: Uhm… eccoecco
[10:00]  Win si frega le mani concentrata…
[10:00]  M-4876: credo abbia raggiunto una sorta di equilibrio con me
[10:00]  Win: Interessante, interessante, uhm…

angelspattylella_009.jpgTocco il casco, controllo il tempo che resta, il cuore perde un battito… mormoro qualche parola quasi fra me, come se non potessero sentirmi: “Uhm… 9 ore soltanto… uhm”. Malbert sembra non aver notato nulla di strano, per adesso, e continua entusiasticamente a raccontarmi… senza sapere che ogni sua parola contribuisce a rafforzare in me una determinazione pericolosa…

[10:01]  M-4876: ed io con il custodian
[10:01]  Win ti guarda con un’aria strana, come un’entomologa osserva un insetto…
[10:02]  Win: Cosa intendi per… um… per equilibrio?
[10:02]  M-4876: op…….mi sento strano anche io sinceramenke
[10:02]  M-4876: è cambiato il mio stato d’animo
[10:02]  M-4876: ed il custodian ha smesso di gridare
[10:02]  Win si guarda attorno furtivamente
[10:02]  M-4876: ancora una volta sembra un caso………ma
[10:03]  M-4876: inizi  a non credere piu al casorin questo programma
[10:03]  M-4876: e inizio a non credere piu sia un semplice programma
[10:03]  Win spalanca gli occhi, nervosa. Fa un gesto veloce, strappando il Vox dal Bane…

Lo devo fare. No. Nella mia testa l’ho già fatto. Dopo aver reso Malbert di nuovo muto, premo velocemente alcuni tasti, gli estendo la pena di dodici ore. Poi mi avvicino a Gloria, faccio lo stesso e mi allontano a passo veloce guardandomi attorno. Nessuno mi ha visto. Nessuno, tranne Malbert e Gloria, naturalmente. Ma loro sono due bane e i bane non parlano. Almeno finché restano tali.

(Prossimamente: il compleanno di Gloria)

Il giorno della vendetta

Un Bane Operator deve essere freddo, professionale, ma soprattutto imparziale. Io, stavolta, non lo sono stata. La prima parte di una ricostruzione della catena di eventi che mi hanno portata a diventare, da Operatrice, bane io stessa.

gloriamal_018.jpg

Potrebbe sembrare un lavoro di routine, ma non lo è. Sono già quasi due anni che lavoro come Bane Operator per la Kelley Technologies, e sotto le mie mani sono passati più di sessanta condannati. Ma anche se gran parte delle attività previste dalla complessa procedura di banishment sono ormai in grado di svolgerle quasi ad occhi chiusi, non c’è volta che non provi piacere nell’osservare lo sbigottimento e la disperazione dei prigionieri affidati alle mie cure.

gloriamal_001.jpgPer mesi e mesi, queste emozioni sono riuscita a tenerle bene o male sotto controllo. Sì, è vero, qualche strappo alla regola mi è capitato di farlo. Quando trasformai in Bane Andromeda, che da poco mi aveva dato le chiavi del suo collare, la mia condotta non fu sempre del tutto professionale: usai il Vox spesso, per consentirle di parlarmi, e approfittai spesso del fatto che l’Operatore è l’unico essere umano che possa avvicinare il suo bane, per il puro piacere di tenerla fra le braccia e renderle la pena più sopportabile. Ma era l’eccezione che conferma la regola: il banishment è solitudine e in qualità di Operator ho sempre ritenuto che fosse mio dovere gestire la procedura di impianto nel modo più asettico e impersonale possibile – per poi intervenire solo quando strettamente necessario, lasciando che i miei Bane scontassero la loro pena con la massima indipendenza, senza interferire nel loro destino.

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gloriamal_007.jpgAll’inizio, quando ho saputo che avrei dovuto sottoporre alla procedura Malbert Greenfield e Gloria Oppewall, non mi sono preoccupata più di tanto. Il fatto che fossero entrambi vecchie conoscenze non avrebbe dovuto turbarmi. Dopo tutto, nel corso della mia carriera di Operator mi sono occupata spesso di persone a me vicine, o vicine a persone che conoscevo bene: penso a Mudlark e Halle, al cui banishment assistetti come spettatrice, ma anche, più recentemente, a Shibari Hobble, a Nixus Braveheart (una delle mie guardie al WCF!), a Stefany McAndrews (schiava prima di Belias e poi di Francesca72), addirittura a Ewyn Raymaker (il cui banishment si è svolto velocissimamente e, caso quasi eccezionale, senza alcun coinvolgimento emotivo da parte sua). In tutti questi casi, la conoscenza personale non aveva intaccato quasi per nulla la mia freddezza. Perché stavolta avrebbe dovuto essere diverso?

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gloriamal_008.jpgEppure, e l’ho scoperto piano piano, le differenze c’erano eccome. Malbert lo conoscevo da molto prima di iniziare questo blog, quando mi guadagnavo qualche Linden Dollar facendo la pole dancer a House Nishi. Credo che al club lui fosse il solo ballerino maschio, il che già lo rendeva unico, e le molte ore passate uno a fianco all’altra a cercare di intrattenere i clienti di Mistress Nishi aveva creato fra noi una familiarità abbastanza rara, che è sopravvissuta anche a un lunghissimo periodo in cui i nostri destini hanno seguito strade diverse. Malbert lo avevo ritrovato di recente, durante una visita al WCF, scoprendo che aveva avuto il dono di essere accolto come schiavo da una mia amica di data più recente, Elysa Renfold. Ed è stata proprio lei a parlarmi per prima del desiderio di Malbert di aderire al Banishment Project per scontare in quel modo un comportamento che lui stesso definiva “troppo sovversivo”.

gloriamal_011.jpgNon è la prima volta che lo dico: più che per il bane stesso, il banishment può rivelarsi un’esperienza durissima soprattutto per chi gli vuole bene, soprattutto quando si tratta di una padrona. Un bane non può portare su di sè nulla che non siano il collare posturale con la targhetta e il casco che contiene il Custodian. Solo l’Operatore gli si può avvicinare, ed è bene che lo faccia il meno possibile se non vuole vanificare lo scopo della pena. E l’esperienza di isolamento è intensa al punto che ben di rado se ne esce senza trovarsi profondamente cambiati. Mi sono capitati bane affetti da Sindrome di Dipendenza, che una volta liberati non desideravano altro che tornare ad essere fasciati e racchiusi nella loro prigione di lattice. Molti altri, senza arrivare a trasformazioni così estreme, hanno dovuto ricominciare la loro Second Life da zero, rescindendo tutti i rapporti affettivi o sociali che avevano costruito fino a quel momento. Checché possa credere chi non l’ha provato, il banishment non è affatto un pic-nic: è un viaggio verso una destinazione sconosciuta. Il fatto che Elysa, anche se decisamente a malincuore, fosse disposta a permettere a Malbert di affrontarlo, mi è apparsa subito una prova di profonda generosità da parte sua. Perché chi ama davvero sa capire anche quando deve allargare le braccia per permettere a qualcun altro di seguire il suo destino. No, il banishment di Malbert non sarebbe stato come gli altri perché, anche se non mi riguardava direttamente, sentivo in parte il groviglio di emozioni che ci stava dietro.

gloriamal_010.jpgCon Gloria, poi, il coinvolgimento era più diretto. Anche se non ci vedevamo da molti e molti mesi, io non avevo mai dimenticato lo scherzetto che mi aveva fatto a Villa BDSM, imbavagliandomi e trascinandomi in una gabbia fabbricata da Cielo Robbiani, che all’epoca era il suo padrone. Dirò di più, mi ero tenuta da parte la trascrizione di un dialoghetto particolare. Era il 7 maggio 2008, lei aveva le mie chiavi e sembrava avere tutte le intenzioni di non mollarmi tanto facilmente:

[6:15]  Gloria Oppewall: dimmi
[6:15]  Gloria Oppewall: vedi via d’uscita da questa situazione?
[6:16]  Win fa sì con la testa
[6:16]  Gloria Oppewall: bene
[6:16]  Gloria Oppewall: sono contenta per te
[6:16]  Win whispers: quefta gabbia è un folabwoho, in wealtà
[6:16]  Gloria Oppewall: certo
[6:17]  Gloria Oppewall: ma non ammetti imbrogli tu
[6:17]  Win whispers: imbwogli? io no… h tu?
[6:18]  Gloria Oppewall: nessun imbroglio
[6:18]  Win: mai a neffun fofto?
[6:18]  Gloria Oppewall: se l’ho mai fatto con qualcuno?
[6:19]  Win: no, hel faffato non mi inteweffa fafewh
[6:19]  Gloria Oppewall: parlando di sl mai con nessuno
[6:19]  Win sorride: mi wifowhewò hi quefth fawolh

gloriamal_012.jpg“Mi ricorderò di queste parole”, le avevo bofonchiato mordendo il bavaglio, pregustando il giorno in cui avrei avuto in mano le sue chiavi e le avrei fatto pagare l’umiliazione pubblica che mi aveva imposto, strofinandole quel musetto strafottente nel suo impegno a non barare mai. La vendetta è un piatto che si mangia freddo e io sono pronta ad aspettare anche la prossima era glaciale, quando è necessario. A dire il vero non avevo mai immaginato Gloria come bane, ma l’idea di impacchettarla nel banesuit mi stuzzicava parecchio: per farle provare finalmente, a lei che allora era sempre marcata strettissima da Cielo, cosa significa davvero usare il RLV. Senza un padrone dietro che ti protegge e che ti lascia libera di rapire impunemente la prima Win che passa.

Quando Malbert e Gloria si sono presentati al WCF per essere tradotti a Zhora, ho sentito immediatamente che, stavolta, la cosa sarebbe stata personale. L’atteggiamento beffardo di Gloria poco dopo l’arresto ha fatto evaporare qualsiasi altro scrupolo. Con Malbert, avrei deciso con calma il da farsi, ma con lei mi sarei finalmente tolta qualche soddisfazione. Subito dopo aver congedato Malbert, approfittando del fatto di essere rimaste sole, mi sono avvicinata a lei e invece di spiegarle, come faccio sempre, i comportamenti da evitare per evitare estensioni di pena le ho… beh, ecco il nostro dialogo:

gloriamal_013.jpg[2010/01/14 6:41]  Win: Ora dovrei spiegarti un po’ di cose…
[2010/01/14 6:41]  Win: “… ma non lo farò…”
[2010/01/14 6:41]  G-7328: perché?
[2010/01/14 6:41]  Win: Mi piace pensare che imparerai a tue spese, G-7328… anzi… Gloria!
[2010/01/14 6:41]  G-7328: capito
[2010/01/14 6:41]  MystiTool HUD 1.3.1: [Gloria Oppewall – Ch.1]: capito
[2010/01/14 6:41]  Win si guarda attorno e abbassa la voce: “Per me, tu non sei G-7328… ricordo bene chi sei tu…”
[2010/01/14 6:42]  G-7328: non ho paura
[2010/01/14 6:42]  Win: Sono passati molti, molti mesi da quando mi hai umiliata… a Villa BDSM… ma io non ho dimenticato…
[2010/01/14 6:42]  G-7328: pensi di farmene?
[2010/01/14 6:43]  Win: Non avrò bisogno di fare nulla, Gloria… non io
[2010/01/14 6:43]  Win: …ci penserà il Custodian a punirti come meriti
[2010/01/14 6:43]  G-7328: io sono venuta da te di mia spontanea volontà
[2010/01/14 6:43]  G-7328: tienilo a mente
[2010/01/14 6:43]  Win sente le parole di Gloria e cambia espressione
[2010/01/14 6:43]  G-7328: infatti tu ancora nn ci sei riuscita direttamente
gloriamal_014.jpg[2010/01/14 6:43]  Win si morde le labbra, spasmodicamente… con voce tremante di rabbia pronuncia un comando: “custodian, default punishment level 5”
[2010/01/14 6:44]  G-7328: Executing order from Operator.
[2010/01/14 6:44]  Gloria Oppewall sente una scossa dolorosa e prolungata in tutto il corpo
[2010/01/14 6:44]  Win ride in modo sguaiato
[2010/01/14 6:44]  G-7328: mezzucci
[2010/01/14 6:44]  Win: Che tu sia venuta da me volontariamente oppure no, Gloria, non cambia il fatto che adesso sei lì dentro… e io sono qui fuori… e ho ogni potere su di te!
[2010/01/14 6:45]  G-7328: perché sono stata io a volertelo dare
[2010/01/14 6:45]  G-7328: mai protetta da nessuno
[2010/01/14 6:45]  Win: Invece sì, Gloria: dal tuo non usare i relay aperti… dal tuo non essere mai vulnerabile…
[2010/01/14 6:46]  Win: Ma adesso è finita, Gloria… o meglio… adesso comincia davvero!
[2010/01/14 6:46]  Gloria Oppewall sorride irritata
[2010/01/14 6:46]  G-7328: ti lascio assaporare questo momento win
[2010/01/14 6:47]  Win ride cattiva: “Non è un momento, Gloria…”
[2010/01/14 6:47]  Win: …è il resto della tua vita!

gloriamal_015.jpggloriamal_016.jpggloriamal_017.jpgCon queste parole, e senza alcuna esitazione, le ho strappato il Vox di dosso, rendendola completamente muta, murata nel casco in cui avevo appena imprigionato Malbert, incapace di comunicare con chiunque – me inclusa. L’ho portata nell’area di rilascio, ho attivato tutti i protocolli del Custodian, ho spalancato la saracinesca, ho spinto Gloria fuori con falsa cortesia. E mi sono goduta subito un primo risultato della mia decisione di non avvertirla di quello che il Custodian avrebbe sanzionato.

[2010/01/14 7:01]  Gloria Oppewall saluta con la ma

È un emote. Il Custodian si sveglia subito e un dolore assurdo, lancinante, percorre il corpo di Gloria. Lo vedo scuotersi per alcuni brevi ma insopportabili spasimi di agonia. Rido, gustandomi il mio trionfo. Ora posso anche dirgliela, questa cosa.

[2010/01/14 7:02]  Win: E attenta agli emote da ora in poi…
[2010/01/14 7:02]  Win: Questo era un assaggio di punizione
[2010/01/14 7:02]  Win: Non mia, del tuo amico
[2010/01/14 7:02]  Win: Del tuo Custodian
[2010/01/14 7:02]  Win allontana Gloria con un calcio nel sedere
[2010/01/14 7:03]  Win ride e sparisce


(Prossimamente: Hubrys)