Un abbraccio per Tomiko

A poche settimane da Costanza, se n’è andata da SL un’altra persona che conoscevo. Poche righe per un saluto e qualche considerazione su questioni importanti sollevate da una sua lettera di addio.

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Da ieri mattina, il WCF ha perso una delle sue guardie. Tomiko Pobieski, che già da tempo si faceva vedere poco a Winsconsin a causa di altri impegni su SL, ha mandato a me – e credo a tante altre persone – una bella lettera in cui spiega i motivi per cui ha deciso di chiudere il suo account SL. La pubblico qui sotto, rimuovendo tutti i riferimenti personali: perché i motivi contingenti di questa decisione riguardano solo Tomiko e le persone a lei più vicine, ma le sue considerazioni hanno, mi sembra, un valore più generale e sollevano alcune questioni sul rapporto che SL ha o può avere con la vita reale.

Il messaggio si intitola, semplicemente, “ciao ciao”. Eccolo.tomikoverticale.jpg

allora la situazione è questa, vorrei spiegarla un po’.
Come già detto ho scoperto di non essere in grado di gestire serenamente la mia SL in quanto quello che succede qui la riporto scioccamente in RL. Questo è in linea di massima.
Voglio dire, ognuna di noi porta inevitabilmente un po’ di se stessa qui dentro e mi pare ovvio in quanto sono le persone che gestiscono gli avatar.
Sbagliato ovviamente far si che quanto accade qui però, anche se a mio parere per certi versi abbastanza ovvio, faccia si che destabilizzi fuori.
Io almeno non riesco, se mi arrabbio in SL difficile che facendo off line  la cosa finisca lì.
SL poi è un po’ una droga e quindi ti prende un po’ la smania a volte di fare, di entrare a tutti i costi, e gli affetti sono reali come in RL anche se un po’ diversi.
I miei scazzi con Xxxxx non sono riuscita a tenerli fuori dal mio reale, la mia amicizia nemmeno e questo mi ha dato ovviamente qualche problemino anche in famiglia. Troppo tempo qui trascurando qualcosa là e quindi non va bene.
(omissis)
Quello principale è l’aver capito che Xxxxx o meno io con qualsiasi persona sarei la stessa e la mia incapacità di separare le cose sarebbe la medesima. Io a dare il massimo per qualcosa in cui credo, a fare i numeri per esserci a scapito di altre cose fuori. Io a dare la mia amicizia totale e sentirmi inadeguata spesso e volentieri in quanto la mia amicizia solo su SL (mai messo in dubbio questo e sempre fatto di tutto per non far si che la cosa possa essere trasferita in RL, capitato una volta e giurato mai più …. uno dei periodi più bui della mia vita) quindi a dare tutto quello che posso su SL quasi per farmi perdonare il non poterla dare fuori.

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Scema si ma non abbastanza da non capire che la cosa non è giusta e che è un meccanismo autolesionista. Ma non riesco a essere abbastanza distaccata per fare come tanti che entrano, si fanno i cavoli loro ed escono senza tanti problemi.
Quindi da qui il pensiero di cancellare l’account, se una cosa non va e non si riesce a modificarla meglio chiudere.
Però non è facile, ho incontrato persone e fatto cose che mi piacciono e divertono, persone che mi hanno dato tempo, simpatia e perchè no affetto e lasciarle spiace.
(omissis)
Ripeto cmq che il mio problema è molto più generale è proprio la difficoltà di gestirmi la second life a prescindere dalle persone che incontro.
Quindi ho cancellato l’account quando ho visto che mi ha subito tolta e certamente esco più serena …in fondo mi ha aiutato e facilitato la decisione. SL non fa per me per cui saluto e tolgo il disturbo buona vita a te.
Se ti ho fatto del male ti prego di perdonarmi, se beh, mi hai apprezzato in qualche modo ne sono felice.
Discorso difficile da capire? Confuso ? Senza dubbio si ma non sono mai stata molto lineare di mio e non riesco sempre a far capire chiaramente quello che penso.
(omissis)
Ora tolgo i gruppi, azzero il profilo chiudo e disinstallo il programma inutile quindi mandarmi degli IM non potrei leggerli.
Se qualcuno dovesse chiederti di me in modo magari un po’ confuso ho cercato di spiegare puoi dire loro tranquillamente che fine ho fatto e perchè.
Bacio e buon proseguimento :)

Tomiko_001.jpgIl messaggio si chiude con un sorriso, e non mi sembra un sorriso forzato. Tomiko ha fatto una scelta ma, come Costanza qualche tempo fa, non ha voluto sparire nel nulla, ben sapendo quanto la sparizione di qualcuno possa turbare le persone che a quel qualcuno hanno voluto almeno un po’ di bene. Perché Second Life è un gioco, sì, ma un gioco molto più serio di quelli in cui si interagisce con un programma di computer: qui interagiamo con altri esseri umani, ognuno diverso da tutti gli altri, e sappiamo molto bene che questi esseri umani, a differenza dei personaggi dei cosiddetti videogiochi, non cessano di esistere quando noi facciamo log off. Al contrario: sentono il distacco, sentono la nostra sparizione, sentono la solitudine, sentono l’abbandono.

Il nome Second Life è giusto e sbagliato al tempo stesso. È vero, senza dubbio, che chi si collega e supera l’iniziale diffidenza o difficoltà d’uso – ma soprattutto trova una sua dimensione – ben presto si può trovare a gestire tutta una rete alternativa di rapporti, affetti e magari anche antipatie e problemi di relazione che costituisce, davvero, una seconda vita. Ma quel che non si pensa è che, poiché la persona che sta dietro all’avatar – l’agente, come dice qualcuno in modo un po’ burocratico – ha già una sua vita reale, di fatto Second Life possa rischiare di succhiare alla RL tempi, attenzione e a volte anche affetti. Ed ecco che il nome diventa un’illusione, una promessa che non si può mantenere: paradossalmente, si potrebbe dire che una seconda vita non possa che puntare a dimezzare la prima. O quantomeno a interagirvi in modo inestricabile, quantomeno a livello emotivo.

 

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Chi continua a leggere queste mie paginette lo sa: è vero che racconto avventure, fatti, dialoghi… ma quello che mi interessa di più è cercare di catturare le emozioni, mie e delle persone con cui ho la fortuna di interagire. Ci sarà anche chi si appassiona alla mera narrazione, alla mia piccola telenovela, ma non credo proprio che il mio diario continuerebbe a ricevere tutte queste visite se non si sentisse che le emozioni che racconto sono tutte vissute davvero… non nella virtualità ma nel corpo della persona che sta seduta al computer a scrivere queste righe. E che è Win, certo, ma certo è anche qualcun altro. Sempre “me stessa”, esattamente come Tomiko e, se devo giudicare i miei comportamenti del passato, con la stessa difficoltà a staccare la spina. Perché il cuore e il cervello di Win sono e non possono essere che tutt’uno con quello dell’agente che le dà la vita, appunto. L’ho scritto nelle due righe di descrizione di me stessa per Networked Blogs, un’applicazioncina che rimbalza sul mio profilo Facebook i post di questo blog: “I live in the metaverse, I write in this world. My soul is split between two bodies”. Vivo nel metaverso, scrivo in questo mondo. La mia anima è divisa in due corpi.

Samydomme_002.jpgÈ anche per questo, per porre un argine a emozioni che vivo sempre con enorme intensità, che ho sempre tenuto ferma la regola della separazione fra SL e RL. È per questo che ho sempre rifiutato di usare il Voice, di rivelare il mio nome reale agli amici di SL (o di chiedere a qualcuno di dirmi il suo). Non vivo nel mistero e molti amici in-world sanno benissimo in che città abito e conoscono alcuni dettagli della mia vita privata – ma ho sempre fatto attenzione ad evitare qualsiasi indicazione che possa davvero permettere a qualcuno di trovarmi. Non è paranoia: non è che abbia paura che un maniaco mi si apposti sotto casa per spiarmi o magari, visto anche il tipo di giochi che mi piace fare nel metaverso, fare qualcosa di peggio. È, davvero, che mi conosco bene e so quanto le emozioni di un gioco possano essere coinvolgenti: ricordo bene i tumulti emotivi che ho vissuto quando giocavo, tanti anni fa, a giochi di ruolo in teoria molto più innocenti come Dungeons & Dragons. Con Second Life, in cui entrano in gioco una serie pulsioni molto più profonde e liberatorie (soprattutto grazie al fatto di non interagire con amici e amiche che conosco nel mondo reale, e davanti a cui, quindi, non sempre saprei mettermi a nudo come accade qui) il rischio può essere molto più alto. E poiché sono ben consapevole che la RL deve essere sempre al primo posto, l’unica autodifesa che posso avere, per consentirmi di vivere le emozioni del gioco, è assicurarmi che in nessun modo il gioco possa avere qualche effetto concreto sulla mia vita reale.

tomiko1.pngMi accorgo che non mi sto spiegando come vorrei, ma Tomiko ha ragione, non è facile. Anche tenendo rigorosamente separate le due vite, l’interazione è inevitabile: a me, senza dubbio, è capitato di provare impazienza nei confronti della RL e delle persone con cui vivo quando questo entrava in conflitto con qualche situazione in-world che per me era irrisolta. Mi è capitato di collegarmi a tarda notte per slegare qualcuno che avevo fatto prigioniero e non farlo sentire abbandonato, per scrivere due righe a una persona che ne aveva bisogno, per spiegare a qualche avatar un comportamento che poteva essere equivocato. Lo scorso Natale, mentre con la mia famiglia RL preparavo il cenone, mi sono dovuta nascondere in bagno per scrivere una mail di auguri a Chloe Tomorrow, un’amica ammalata che non sentivo da tempo e per la quale temevo il peggio. Non mi ha mai risposto, ma la sapevo in ospedale e, fra i tanti SMS di auguri che ricevevo a sciami dai miei amici reali, ci tenevo a che questa persona, che in RL non vedrò mai, sentisse il calore del mio pensiero e delle mie speranze che potesse guarire o, almeno, soffrire il meno possibile. (Voglio annotare qui che proprio l’altro giorno sono capitata sul suo blog e ho letto un post breve ma molto confortante: “Just to let every on know that im fine and getting better thanks for all the support ive got”. Evviva, Chloe, so che qui non mi leggerai, ma sul tuo blog non posso commentare senza un account msn – però adesso so che starai meglio e questo mi basta, che ti si riveda su SL o meno).

tomikomonique.jpgÈ anche vero che, anche se a me non è capitato mai, ho sentito storie inquietanti di quello che può succedere quando RL e SL si confondono. Sia Jelena che Ewyn, due persone che mi sono, in modi diversi, molto vicine, mi hanno raccontato di recente esperienze più o meno personali che, fossero capitate a me, con ogni probabilità avrebbero reso anche me molto più sospettosa e circospetta. Non vado nei dettagli dei loro racconti, perché non sono affari miei: ma non so come potrei reagire se scoprissi che qualcuno che conosco su Second Life sa chi sono e dove abito. So però che, in passato, è capitato a me di trovarmi in mano indizi sufficienti da individuare con assoluta certezza l’identità reale di una mia cara amica americana – parlo del suo vero sesso (era in realtà un uomo sposato) ma anche di nome, cognome, indirizzo di casa e numeri di telefono. Non ho mai avuto la tentazione di contattarla, ovviamente, ma mi sarebbe piaciuto mandarle una cartolina affettuosa, firmata Win. Poi ho deciso, non solo di non farlo, ma anche di non dirle mai quello che avevo scoperto di lei. Ne parlavo l’altro ieri sera con Jelena e Lella:

[2009/05/17 13:39] Win: Insomma, tante volte mi sono chiesta se dirle che sapevo tutto di lei/lui… poi ho deciso che la mia regola di tenere separate RL e SL doveva valere nei due sensi… e che non volevo rischiare di spaventarla
[2009/05/17 13:39]  Jelena Kiranov: hai fatto bene a mio parere
[2009/05/17 13:40]  Win: Non mi sarei mai perdonata se – che ne so – avesse lasciato SL dopo essersi accorta di essersi scoperta così tanto…
[2009/05/17 13:41] Win: E poi, soprattutto… beh, perbacco, io ho il suo numero di casa e indirizzo!
[2009/05/17 13:41] Win: Anche se si fosse cancellata… che faceva, traslocava? Avrebbe vissuto sempre con l’incubo che potessi essere una pazza… che so, ricattarla… non si sa mai

Compliant_003.jpgCompliant_005.jpgCompliant_006.jpgÈ vero che c’è chi invece questo brivido lo cerca consapevolmente. Compliant Breen, ad esempio, da mesi e mesi vive esclusivamente chiusa in una gabbia magnetica all’interno del WCF, sospesa nel vuoto e, all’interno di essa, immobilizzata da un armbinder, resa muta da una maschera a gas chiusa col lucchetto, ridotta a un oggetto in perpetua e frustrante attesa di qualche minuto della mia attenzione, avida ormai anche, di una breve frase, di un solo sguardo fugace o almeno un cenno. Ma è anche pronta, e me l’ha detto in modo chiaro svariate volte, a compiere per me “missioni” nel mondo reale… cose che possano metterla a rischio di farsi scoprire dalle persone che le stanno vicine, sia al lavoro sia negli affetti. Cose che, manco a dirlo, io non mi sono mai sognata di chiederle, perché il ricatto non fa parte della mia natura, ma che so che lei sarebbe felice di fare per me. Certo, magari lo farebbe per me e non per altri proprio perché si rende conto che io non andrò mai oltre certi limiti ben precisi. Ma resta il fatto di aver offerto la sua disponibilità a rivelarmi… potrei dir meglio a lasciarsi estorcere… dettagli che in mani irresponsabili potrebbero metterla in vera difficoltà.

Però c’è anche chi queste cose le cerca ma poi si tira indietro. Penso a Sunset Quintessa, che proprio ieri mattina ho allontanato dalla nostra prigione. Per settimane si è fatto dominare da Andromeda, che nella sua veste di guardia sa essere molto dura (per la gioia di molti prigionieri maschi). Sunset le ha ripetuto fino alla nausea frasi tipo: “Ormai ti appartengo”, “sono obbligato a obbedire”, “questa è la schiavitù completa”, “ormai sono tuo anche in RL” fino a farsi assegnare, appunto, una missione da compiere nel mondo reale. Nulla di impossibile, ma qualcosa di piuttosto umiliante per un uomo, anche se Andro l’aveva studiata proprio sui gusti che lui aveva espresso. Ma Sunset, alla fine, non ne è stato capace e non mi è rimasto che mandarlo via – perché è vero che ognuno di noi ha i suoi limiti e che nessuno ha diritto di forzarli oltre il lecito… ma è vero anche che la parola data va rispettata. E continuare a ripetere “farò qualsiasi cosa” senza poi compiere una missione facile come quella, beh, non era davvero più accettabile.

Ma persone come Compliant e Sunset sono le eccezioni a una regola che per quello che mi riguarda rimane d’oro: SL e RL, soprattutto per chi come noi trova in SL la libertà della maschera, dell’avventura e del rischio, è bene che restino rigorosamente separate. Questo comporta a volte scelte che possono essere dolorose, come quando ci si costringe ad allentare certi legami che, ci si rende conto, stanno diventando troppo forti. So di per certo che a me è successo – sia come sub che come padrona o potenziale tale. So che la mia disponibilità a concedere ad Andromeda un certo livello di libertà (e non solo ad Andromeda: negli ultimi due giorni ben due diverse persone hanno avuto in mano le chiavi di Jelena: una vecchia amica come Katia80 Flow e una nuova conoscenza come Rabbah Inkpen) si deve in parti eguali a un mio tentativo di reagire alla mia gelosia, al desiderio di sfiatare un pochino i sentimenti molto forti che provo per loro, nello sforzo di mantenere salda la nostra amicizia anche a costo di indebolire un pochino l’attrazione reciproca, e anche alla consapevolezza che non posso essere online tanto quanto dovrei esserlo se questa, davvero, fosse la mia Seconda Vita. Perché di vita ce n’è una sola, e occorre ricordarlo sempre. E anche perché, ogni tanto è bene ripeterselo, su Second Life ogni persona che conosciamo è solo in parte opera della persona che gli dà la vita: l’altra metà è frutto della nostra immaginazione e di quello che siamo noi a proiettare nei moltissimi spazi indefiniti che qualsiasi maschera lascia sempre a disposizione di chi la guarda dall’esterno.

Samy_001.jpgPer questo, almeno su Second Life, anche il rapporto più stretto è in parte un’illusione e occorre ricordarlo nel momento in cui questo dovesse mettere in crisi la vita reale. Tomiko, forse, era arrivata a un punto in cui questo equilibrio non era più sostenibile e ha fatto una scelta decisa – sicuramente sofferta per lei, così come per tutte le persone che erano felici di incontrarla su SL o su Facebook, ma da accettare senza giudizi, senza angoscia e senza sentirci rifiutate come amiche. Così come senza giudizi va presa la scelta opposta di chi decide di restare, o quella di chi, dopo aver fatto scelte analoghe, ha cambiato idea, magari anche più di una volta.

So che Tomiko leggeva queste pagine e quindi ho privilegio di poterle usare per mandarle un saluto che forse potrà ancora leggere pur avendo lasciato sia FB che SL. Questo saluto non è necessario a lei, che sa bene quanta gente si fosse affezionata alla sua avatarina, ma lo è forse solo per me che lo scrivo. Adesso la so in famiglia, più tranquilla, più serena, anche se, forse, con un po’ di inevitabile nostalgia per questo nostro strano mondo di pixel dietro a cui, come dice un’altra persona profondamente coinvolta in questa storia, “ci stanno delle persone con sentimenti veri”.

Ma mi rende felice sapere che, in qualche punto dello scaffale RL di Tomiko ha trovato posto una copia di “Eudeamon”, il libro che ho trovato nel metaverso e che sono riuscita a portare nel mondo reale. Mi piace pensare che quel libro resterà in qualche modo un ricordo tangibile non certo di me sola, ma di tutta Second Life: amici e nemici, amori e sofferenze, momenti indimenticabili, illusioni e realtà di sentimenti a volte belli e a volte brutti ma sempre forti. E che, per questo, sono da conservare in qualche scrigno della mente, come piccoli tesori preziosi.

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