Mystique all’asta

La fine della storia di Mystique con Jaron si rivela nient’altro che un ulteriore peggioramento, perché la mia amica continua a cambiare padrone. Finendo in pugno a una delle persone più pericolose che si possano incontrare su Second Life.

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Dopo quello che Jaron mi ha fatto, quella sera a Ratmaw, come posso ancora incontrare Mystique? Il segreto mi brucia dentro, ma ho deciso di tenerlo per me in modo da rispettare la felicità che lei sembra aver trovato. Dopotutto, la confessione di una colpa libera da un peso chi l’ha commessa ma trasferisce il problema di gestire la faccenda a chi ne è stato vittima. Non voglio costringere Mystique a  decidere se Jaron merita la sua fiducia, ma non posso incontrarla e guardarla negli occhi sapendo di aver tradito la sua. E per un po’ di tempo, semplicemente, non ci vediamo. Un tempo che spendo con Samy80, cui mi sento sempre più legata. Il gioco di parole non è casuale, ovviamente.

ffd5bd6a730002ff9a685c74f52d4f1e.jpg Sono proprio in compagnia di Samy quando, un giorno, mi trovo per puro caso vicino a Mystique e Jaron. C’è fra noi un muro di mattoni, ma su Second Life questo non impedisce di ascoltare chi si trova nella cosiddetta chat range, di 20 metri. E mentre chiacchiero con Samy sento che i due piccioncini stanno discutendo. Lui le dice che è sempre più difficile tenerla sotto controllo, lei lo rimbecca: “Non è un mio problema”. Musica per le mie orecchie – e se il rapporto stesse deteriorandosi? Possibile che il loro per sempre sia già così vicino al mai più, oppure sono io che mi illudo? Così, nei giorni seguenti, mi scopro più volte a cercare di saperne di più: un’amica con una sorta di microfono direzionale si incarica di capitare per caso nei pressi del luogo dove Jaron custodisce Mystique, e comunicarmi i loro dialoghi. Io, dal canto mio, controllo continuamente se Jaron sia online o meno… e lo odio a distanza, con forza, sperando che Mystique si decida a lasciarlo. Anche perché non sono la sola a preoccuparsi: anche Moss commenta fra i denti che lui la tiene troppo segregata, e che qualcuno dovrebbe andare a salvarla.

E poi, all’improvviso, qualcuno mi gira una notecard che ha appena ricevuto proprio da Mystique. Una notecard scioccante, che traduco qui sotto:

L’Asta di Mystique Auction inizia alle 2 PM PST (SL time) Lunedì Feb 11th.

Il luogo è il cortile per gli Esercizi della prigione di Ratmaw.  Vi spedirò un LM.

Le offerte sono solo role play, non ci sarà passaggio di linden dollars, giocare non vi costerà nulla.
Ogni offerente avrà pari chance. Mikk lancerà un dado o o una moneta o altro dietro le quinte e invierà un IM a chi sarà stato eliminato nel corso dei rilanci. L’ultimo offerente rimasto sarà il vincitore.

Il premio è Mystique Aeon, per un contratto a termine la cui durata sarà determinata da Mikk Morane. Io non sarò informata della durata fino all’inizio dell’asta, ma si tratterà di almeno una settimana.

Venite a fare la vostra offerta, o venite solo a guardare, e in ogni caso divertitevi.

8f42671ce3a462d3d91eae8326a116f6.jpg3774d7514b40dafdb7520a14f2b93e15.jpg Le implicazioni della cosa mi lasciano sconvolta. Una cosa è donarsi a qualcuno, come Mystique ha fatto con Jaron, un’altra è essere acquistata da qualcuno: c’è un contratto scritto, c’è un passaggio di proprietà. Non c’è più modo di discutere, di interrompere il rapporto. Si diventa un oggetto, di cui il proprietario può disporre come più gli aggrada. Una settimana non è un tempo infinito, ma è più che sufficiente a scatenare in Mystique la sindrome di Stoccolma. E a quel punto sarebbe perduta di nuovo, innamorata del suo nuovo padrone, chiunque esso sia.

Con una serie di maneggi riesco a scroprire la sua ubicazione e ad andare a trovarla. Si trova a Salonika, prigioniera di un mercante di schiavi di nome Mikk Morane. Chiusa in uno sgabbiotto in cima a una nave arrugginita, incaprettata, bendata, imbavagliata e completamente impossibilitata a comunicare. Fortunatamente, io sono diventata piuttosto brava a capire le frasi distorte dal bavaglio e, approfittando dell’assenza di Mikk, mi faccio sentire di là dalla parete. Mystique sobbalza, mi chiede: “Win? Sei tu? Come hai fatto a trovarmi?” e sembra felice che io le sia così vicina, anche se non ho alcun modo di liberarla dai legami che la stringono. Parliamo un poco, con difficoltà. A quanto pare, Mystique ha poi lasciato Jaron ma è stata subito catturata da questo mercante che, dopo aver abusato di lei con alcune macchine da tortura, adesso è pronto a gestire un’asta per cederla a qualcun altro. Mentre parliamo, Mikk compare lì vicino e non mi resta che fuggire. Con la testa che lavora febbrilmente. E l’idea mi arriva come un lampo: e se partecipassi anch’io a quell’asta? Se riuscissi ad aggiudicarmi Mystique, lei diverrebbe di mia proprietà e forse… forse potrei riuscire a praticare io stessa, su di lei, la procedura Stoccolma. Oltre alla sua amicizia potrei assicurarmi il suo amore, con la forza che lei tanto desidera si eserciti su di lei.

Lo so che non è nel mio carattere… ma per Mystique sono disposta a tentare qualsiasi cosa – anche a comportarmi da Mistress. Il problema è che nelle ore in cui si terrà l’asta un impegno nella vita reale mi impedirà di partecipare. Non sono ancora così malata di Second Life da rinunciare a una cena con gli amici veri per cercare di acquistare Mystique… ma Samy80, che è un tesoro, accetta di partecipare in mia vece, e promette di fare il possibile per assicurarsi la ragazza dei miei sogni. E, nel caso, portarmela impacchettata su un metaforico piatto d’argento.

5e1bcd66eb94891f4aa073511a20771a.jpg Samy fa del suo meglio (nella foto qui accanto, che rappresenta la scena dell’asta, è la ragazza in minigonna jeans e maglietta rossa) ma, come si arguiva dalla notecard, l’esito dell’asta è affidata al caso, e alla fine Mystique viene aggiudicata a Cressida Caproni – che ho incontrato una volta, in una gabbia di Stonehaven e che, a quanto ne so io, è una delle schiave della temibile Claven Albatros. Da questo momento, Mystique è sua per, vengo a sapere, 18 giorni. Se non ci fosse Samy accanto a me, il mio cuore andrebbe nuovamente in pezzi: ma per fortuna la mia amica italiana è sempre lì a tenermi compagnia, e il pensiero di Mystique lontana da Jaron è comunque abbastanza confortante.

Per giunta, qualche giorno più tardi, Mys mi manda un IM e mi invita ad andare a trovarla: non può uscire dalla cella dove Cressida la tiene segregata, dice, ma puo’ ricevere visite purché gli ospiti non cerchino di toccarla. Ci incontriamo e parliamo, a lungo, e devo riportare qui almeno una parte del nostro dialogo:

[2008/02/16 9:36]  Win: Non avevo mai notato che avessi un cuore tatuato
[2008/02/16 9:36]  Mystique Aeon: cosa? ho un tatuaggio?
[2008/02/16 9:37]  Win: Mi sembra di sì… uno piccolino, nell’angolo in basso a destra del tuo occhio destro
[2008/02/16 9:37]  Mystique Aeon: oh, sul mio viso, sì, lo sapevo.
[2008/02/16 9:37]  Win: Beh, lo spero bene! :-)
[2008/02/16 9:38]  Mystique Aeon: pensavo intendessi sul mio cuore.
[2008/02/16 9:38]  Win: Non posseggo le chiavi del tuo cuore, purtroppo, e non ho modo di vederlo
[2008/02/16 9:38]  Mystique Aeon: è solo che non sapevi di averle, quelle chiavi.
[2008/02/16 9:39]  WinthorpeFoghorn Zinnemann sorride un poco e arrossisce
[2008/02/16 9:39]  Mystique Aeon: un giorno, win, tu sarai una domme, e io sarò la tua sub.
[2008/02/16 9:39]  Win: Il tuo periodo con Jaron è stato un tale inferno per me, Mystique
[2008/02/16 9:40]  Mystique Aeon: mi dispiace.
[2008/02/16 9:40]  Win: Rompevo le scatole a tutti gli amici sperando di avere notizie di voi due. Ho persino spedito qualcuno con una specie di radar spia sperando che potesse ascoltare le vostre conversazioni
[2008/02/16 9:41]  Win: E naturalmente non ha trovato niente. O forse non si è impegnata abbastanza!
[2008/02/16 9:41]  Mystique Aeon: alla fine discutevamo un sacco.
[2008/02/16 9:42]  Win: Mi sarebbe tanto piaciuto sentirvi, allora… o forse no. Blackbear è stata un inferno, ma mi aveva distratta da tutto quanto
[2008/02/16 9:42]  Mystique Aeon: perché ti disturbava tanto? ti preoccupi a tal punto di me o sei gelosa?
[2008/02/16 9:43]  Win: Odiavo che tu gli appartenessi… Immagino che fossi solo gelosa… Ricordo che mi avevi scritto che eri molto felice di essere sua
[2008/02/16 9:43]  Mystique Aeon: all’epoca ero felice, ma non andava bene per me
[2008/02/16 9:44]  Win: Desideravo tanto essere una domme, e per la prima volta ho desiderato possedere un terreno mio – per nascondertici. Perché dici che non andava bene per te?
[2008/02/16 9:45]  Mystique Aeon: non so come spiegarlo, volevo che mi controllasse ma lui se ne approfittava e mi impediva di avere altri amici e mi faceva sentire in colpa.
[2008/02/16 9:46]  Win: Forse è per questo che lo odiavo tanto… eri completamente scomparsa…
[2008/02/16 9:46]  Mystique Aeon: ma, adesso è tutto passato.
[2008/02/16 9:46]  Win: Beh… se davvvero è così… ho qualcosa che devo dirti.
[2008/02/16 9:47]  Mystique Aeon: ti prego di farlo. non tornerò mai da lui.

8095c156d0766dcdb557bc9248077202.jpg La conversazione viene interrotta dall’arrivo di Claven Albatros, che mi saluta ma per fortuna si allontana dopo aver fatto qualche battuta sardonica. A quanto so, Claven ha abusato della fiducia di Mystique nei suoi primi giorni a Stonehaven – e da allora Mystique ne è terrorizzata. Pare che sia malvagia, durissima e molto molto abile a imprigionare le sue sub in un viluppo inestricabile di sensi di colpa: ed è con sollievo che la seguo con lo sguardo mentre si allontana. E poi, finalmente, tranquillizzata dalla consapevolezza che fra Mystique e Jaron non c’è più nulla, posso confessare tutto quello che c’è stato, quella sera, fra me e lui. Le descrivo i miei sentimenti quando mi sono resa conto che mi trovavo nella loro cella: “Ero disperata… Non volevo intrufolarmi nei vostri giochi… Non volevo che pensassi che ti stavo spiando…”. Mystique mi sorride dolcemente: “Tu puoi spiarmi quando vuoi, Win”. Io continuo balbettando: “Beh, VOLEVO spiarti, ma quella volta non stavo cercando di farlo… così mi sono sentita in colpa senza motivo… e non volevo guastare il tuo divertimento e la tua felicità”.

Mystique ascolta con indulgenza tutto il mio racconto di quella terribile serata a Ratmaw, poi sorride di nuovo: dice che non importa, e che in ogni caso ero legata e non potevo difendermi, e che la colpa è tutta di Jaron. Ma più del suo perdono, ciò che mi pulsa nella testa è quella frase di poco prima circa le chiavi del suo cuore: È solo che non sapevi di averle, quelle chiavi, mi ha detto. Adesso so che la mia ossessione per lei forse non è tutta nella mia mente, allora, eppure non posso impedire che lei adesso appartenga a Cressida Caproni. Al punto di parlarne in questi termini: “Cressida è stata per me una vera sorpresa. non la conoscevo prima. Pensavo fosse solo una sub di Claven. Ma è molto di più. Claven è così malvagia. Miss Cressida è perfetta, molto dura ma in senso buono. Ha precisi standard di comportamento che si aspetta che io segua, e la punizione è veloce e severa ma non crudele. Ci tengo molto a seguire le sue regole. Temo il suo castigo. Ma bramo il controllo che ha su di me”.

Sospiro. 18 giorni sono lunghi, ma con Samy accanto posso riuscire a farli passare. E per allora, chissà, potrei aver imparato qualcosa su come far sì che Mystique diventi soltanto mia. Così il tempo passa, le storie si accavallano, Samy e io passiamo insieme sempre più tempo (e un giorno dovrò raccontare il suo salvataggio da una Mistress malvagia, effettuato goffamente ma con efficacia da me e da Cerdita). Mystique finisce che non riesco più a sentirla, perché passa quasi tutto il suo tempo imbavagliata. Finché un giorno mi fa sapere in qualche modo che, allo scadere del contratto che la lega a Cressida, ha deciso di diventare proprietà di Moss Hastings.

2cbc414d6c268c7e657163346e05eb8a.jpg Anche questa notizia mi provoca una piccola fitta, ma ormai mi sto abituando all’ottovolante emotivo a cui Mystique sottopone chi le vuole bene. E poi Moss è un’amica – sa essere una domme molto dura ma certo non mi impedirebbe di andare a trovare la mia amica ogni volta che io ne avessi voglia. Mi ha detto spesso di voler proteggere Mystique da se stessa e dalla sua irrequieta ricerca di un padrone, e come me sembra avere in mente soltanto il suo bene. Alla fine, potrebbe addirittura essere Moss a fare il lavoro sporco della dominatrice, mantenendo Mystique sotto ferreo controllo, e lasciare che sia io a goderne: dopo tutto, lei ha già Chriss Rosca, che lei adora e da cui è a sua volta adorata. E ci vorrebbe poco a chiederle di darmi un qualche grado di controllo su Mystique, per tentare, finalmente, di sottoporla a mio vantaggio alla procedura Stoccolma. E magari rendere irreversibili i sentimenti che già ha detto di provare per me.

È con questi pensieri che aspetto con crescente ansia l’arrivo della data fatidica, senza poter contattare Mystique – che è tenuta dalla sua padrona in isolamento assoluto. Un tentativo di chiedere a Cressida stessa notizie della mia amica si scontra con un secco rifiuto: niente da fare. Ingoio il rospo, tanto ormai manca poco. E finalmente il giorno arriva.

Il giorno arriva, sì. Ma non accade niente. Non ricevo notizie, Mystique non mi scrive. Provo a mandarle un IM, ma è prigioniera da qualche parte e non può riceverne nè inviarne.

Moss è online e le scrivo, le mani che corrono sulla tastiera, preoccupata. Che diavolo succede? Lei non tarda a rispondermi – è una vera amica, dopo tutto. Ma ha pessime notizie: “Mystique non viene più”, mi dice, “ha deciso di restare”. Sento tutti i miei progetti sprofondare, e faccio un’altra domanda, con l’animo in subbuglio: “Restare? Con Cressida?”

“No”, risponde Moss, laconica. “Con Claven”.

 

Segue da Cuore infranto – Continua in Mystique e Claven (1)

(Prossimamente: La vendetta di Cerdita)

Bane Operator

Sono stata piuttosto assente, negli ultimi tempi, pur continuando a passare online diverse ore. La colpa è un lavoro a cui, dopo la mia esperienza come bane, non ho potuto dire di no. Ma che si è rivelato molto più impegnativo di quanto credessi.

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Qualche tempo fa sono stata informata che la mia amica Forrest aveva scritto qualcosa che mi riguardava sulla lavagna che, a Deitide, viene usata come penitenza per i sub più deboli in ortografia: “Where is Win?”, diceva il messaggio, “Che fine ha fatto Win?” Ho sorriso fra me e me, ma non ho potuto reprimere un senso di colpa: sapere che qualcuno sente la tua mancanza è sempre bello, ma è vero che con Forrest non ci vedevamo dai giorni in cui era venuta a votarmi al concorso di Villa BDSM – perché subito dopo avevo dovuto affrontare il problema di Jaron (ne parlerò nei prossimi giorni, completando la storia di Mystique) e poi presentarmi alla Kelley Technologies. Dove, come saprà chi legge questo mio diario, sono stata assunta come Bane Operator.

14ee9dbdba6b32c4f75350a40e83c7cf.jpg C38017b2b61c579a415e12d6a22a5a79a.jpgosa sia un bane dovrebbe essere ormai chiaro (in caso contrario, meglio dare un’occhiata ai primi post di questo blog (in particolare, Prigioniera di me stessa, Rollback ed Eudeamon – quest’ultimo soprattutto per avere il link da cui scaricare, in inglese, il romanzo originale). Molto in breve, un bane (abbreviazione di “banished”) è una persona che ha scelto, per beneficiare della riduzione di una pena detentiva, di non scontarla in una cella tradizionale ma di passarla sigillata all’interno di un abito in lattice aderentissimo, sotto il controllo perenne di un computer inflessibile (il Custodian) incaricato di assicurarsi che non vengano violate una serie di regole. E che, quando questo accade, determina ed esegue punizioni pesanti, quasi sempre allungando il tempo della detenzione stessa.

L’iniziativa Banishment Program, della geniale Marine Kelley, ha ben pochi precedenti su Second Life: appassionata del romanzo, la creatrice dei legami Real Restraints ha messo su un’articolata organizzazione per consentire a chi lo desidera di vivere un’esperienza il più possibile vicina a quella descritta da Evil Dolly. Chiunque desidera sperimentare il banishment può candidarsi tramite un modulo di iscrizione disponibile al quartier generale del laboratorio e, solo a seguito di un colloquio con un Ingegnere, essere ammesso al programma. A questo punto entrano in gioco gli Operatori, fra cui la sottoscritta, incaricati di compiere tutti i passi necessari per trasformare la persona in bane – e, in seguito, destinati a diventare per la propria vittima l’unico interlocutore che il Custodian ammetta. Un Bane Operator deve avere polso fermo, deve essere capace di non lasciarsi impietosire dalle lamentele dei prigionieri e proseguire il programma fino in fondo, controllando che i suoi bane si comportino bene. Ma deve anche essere pronto ad aiutare un bane in difficoltà, affrontare le emergenze e, se necessario, impartire ulteriori punizioni.

Ad assicurarmi il lavoro di Bane Operator è stata, naturalmente, la mia esperienza personale in proposito: bisogna conoscere la pena, per poterla infliggere a qualcuno, e noi Beta Tester abbiamo imparato sulla nostra pelle cosa significa essere completamente isolati da tutti i nostri amici. Una sorta di anticipazione della propria morte, diceva qualcuno, ma c’è anche chi decide di vivere l’esperienza per sfuggire a una delusione amorosa o cercare di ritrovare la propria anima. In definitiva, le motivazioni per scegliere il banishment al posto di una tradizionale cella possono essere personali e infinite – l’unica che mi sento di sconsigliare è quella, ufficialmente dichiarata, della riduzione della pena. Accade regolarmente che chi si aspetta di scontare una sentenza di 24 ore si ritrovi a passarne nel costume molte decine, con punte che superano – in soggetti che sviluppano una acuta Sindrome di Dipendenza da Banesuit – le duecento ore di detenzione. Prima di sottoporre un soggetto al trattamento, noi operatori siamo tenuti a offrire sempre un’ultima occasione di ripensarci. Anche se fino ad oggi nessuno ne ha approfittato.

4ccc0894c65e7c95c6f10ee7525ec9fa.jpg743a305dc6a718c931e651c4d9f39a32.jpg L’attività di Bane Processing è lunga e complessa, ed è per questo che sono stata a lungo assente dalla vita attiva. Il mio compito è di convocare i candidati che si trovano online in un dato momento, ammanettarli e sottoporli a una elaborata procedura che ripercorre fedelmente quella descritta nel libro. Alcuni la subiscono docilmente – altri si ribellano costringendomi a tenerli legati e imbavagliati fino al momento in cui il procedimento è diventato irreversibile e il Custodian mi assicura su di loro un controllo pressoché totale (è il caso di Mitzy Shino, che mi ha dato davvero filo da torcere, e che si è dibattuta fino all’ultimo obbligandomi a incaprettarla). Mi tocca infine liberarli, avvisandoli di ciò che rischiano una volta fuori nel mondo libero: in teoria, un bane dovrebbe essere ignorato dai cosiddetti civili, ma la novità spinge molti ad avvicinarsi loro con curiosità… e questo produce immediatamente effetti negativi sul condannato, perché il Custodian non tollera alcuna prossimità fra un bane e un civile, e la punisce severamente.

Come spesso accade in questi casi, la situazione provoca a volte effetti sgradevolmente distorti: esistono vigliacchi che si divertono ad avvicinarsi ai bane per costringerli ad allontanarsi, ben conoscendo le punizioni severe a cui questi saranno sottoposti se non fuggiranno all’istante. Il fenomeno ha già il nome di Bane Bashing, ed è ovviamente vietato dalla legge – ma i bane sono creature particolarmente vulnerabili e, sebbene il lattice li protegga in larga misura dalle aggressioni, niente se non la fuga può impedire che il loro Custodian punisca con un’estensione di sentenza anche la prossimità con civili aggressivi. Il compito dell’Operatore è, anche, di intervenire quando necessario a scoraggiare fenomeni del genere, per cercare di proteggere il condannato da effetti che vadano al di là della punizione che si è meritato.

Salvo nei rarissimi casi in cui l’Operatore glielo consente, un bane non può parlare nè ascoltare, non può penetrare in alcuna proprietà privata (una definizione volatile che si estende spesso a molti terreni apparentemente liberi), non può “spiare” (vale a dire zoomare con la macchina da presa per vedere altro che non sia nelle sue immediate vicinanze). Non ha accesso all’Inventory, non può spedire o ricevere IM, non può volare o muoversi di corsa, non può ricevere o inviare oggetti. Un bane può solo vagare in assoluta solitudine per ore e ore, trovando nell’isolamento il castigo alle sue colpe o il rimedio al proprio turbamento. Nell’attesa che si compia l’inconfessata beata speranza e, in qualche modo, si materializzi quel qualcosa di cui si parla sottovoce.

d5d9e89892ee07befc196e8e94b96f70.jpga9b5594413043895041735c61e407f8c.jpg Sì, perché la solitudine protratta, e la frustrazione dovuta agli interventi del Custodian, che blocca sul nascere qualsiasi tentativo del bane di comunicare con alcuno, può rivelarsi davvero pesante, e si mormora che a lungo andare i banesuit possano produrre strani effetti collaterali. Nell’ambiente si sente spesso la parola “Eudeamon”, ma si tratta, notoriamente, di una leggenda metropolitana generata dal disintegrarsi dell’intelletto di chi troppo a lungo resta isolato dal resto del mondo. Questo Eudeamon sarebbe una sorta di angelo custode, ma la sua esistenza non è mai stata dimostrata. Anche se si sono dati comportamenti insoliti da parte di alcuni bane, che sono stati scoperti a compiere intenzionalmente violazioni, quasi che ci tenessero a restare sigillati nel banesuit, senza tornare alla vita attiva normale. Strane cose, che preferiamo attribuire a stai allucinatori – e di cui chi lavora per la Kelley Technologies preferisce non parlare – almeno non in pubblico.

Anche perché l’esperienza ha – o meglio può avere – un costo importante. Per partecipare al Banishment Program occorre munirsi di una skin in lattice abbastanza costosa, e poi versare una cauzione di ben 2000 L$ a garanzia del completamento della sentenza. Chi arriva fino in fondo sarà rimborsato del 90 per cento di questa somma (il resto viene trattenuto come contributo, francamente irrisorio, alle spese di gestione dell’organizzazione e all’affitto della sim che ospita la Kelley Technologies), ma chi dovesse barare e liberarsi del Custodian in modo non autorizzato lo vedrebbe autodistruggersi in maniera irreparabile, e perderebbe all’istante tutta la cauzione. Va detto che, a tutt’oggi, un solo bane si è dimostrato così rammollito da non saper scontare la sua sentenza fino in fondo – una certa Saphire Pfeffer, che ho avuto il dubbio privilegio di sottoporre io alla procedura… e che nonostante l’avessi più che adeguatamente istruita in merito, ha ignorato bellamente gli avvertimenti del suo Custodian accumulando numerose violazioni, e raddoppiando in poche ore la sua pena (originariamente stabilita in 24 ore di detenzione). Marine, incredibilmente, ha scelto di rimborsarla lo stesso, diffidandola però di venire ancora a far perdere tempo alla Kelley Technologies. Ma a me non stava bene lasciare che la cosa passasse sotto silenzio e, in un piccolo dibattito scatenatosi sul blog di Marine, sono intervenuta nei seguenti termini (in risposta a un commento di qualcuno che alludeva oscuramente all’esperienza di Saphire per cercare di denigrare il Programma):

Nella mia qualità di bane Operator che ha appena dovuto tollerare che uno dei suoi bane barasse per interrompere l’esperienza, desidero rispondere all’argomentazione della postatrice anonima.

Non farò qui il nome della persona di cui parlo, ma ho avuto qualcuno che si è fatto assegnare una sentenza di 24 ore e poi ha ignorato gli ammonimenti con cui il Custodian le intimava di interrompere determinati comportamenti. Lei non l’ha fatto, e le reiterate violazioni hanno aggiunto alla sua sentenza altre 24 ore.

In quanto Operator, prima della procedura l’avevo avvertita che era ancora in tempo per cambiare idea – e limitarsi a scontare in carcere la sua sentenza originale. È vero: scegliere il banishment ti assicura una riduzione di pena. Ma bisogna considerare che una condanna al carcere non sarà mai allungata automaticamente attraverso un programma computerizzato – gelido e implacabile, per quanto sofisticato.

A procedura compiuta, ho sottolineato l’importanza che seguisse ALLA LETTERA gli ammonimenti del Custodian, e adempisse immediatamente alle sue richieste. I rapporti mostrano che lei non l’ha fatto, accumulando oltre 20 “Spying Violations” (utilizzo della funzione zoom della telecamera) in pochissime ore.

Occorre molta disciplina per affrontare il banishment. Questa candidata ne era palesemente priva.

Il solo rimpianto di questo Operatore è di non avere avuto la possibilità di essere online più spesso nel corso della detenzione di questo bane (un problema di diverse timezone) – si sarebbe meritata qualche scarica elettrica, e probabilmente anche qualche punizione più severa.

Questo Operatore è orgogliosa di tutti i suoi altri bane – alcuni hanno totalizzato un numero di violazioni MOLTO superiore a quello dell’amica della postatrice anonima, e hanno imparato qualcosa dall’esperienza. Alcuni hanno obbedito prontamente aggli avvertimenti del Custodian, e non hanno praticamente subito estensioni. Nessuno di essi ha dato l’impressione di considerare il Banishment Program una vacanza. Nessuno di essi ha considerato il Custodian un giocattolo. Non lo è.

56ca26114b670637f1adccd7a2e86e7b.jpg Non avrei altro da aggiungere, anche perché la discussione è andata avanti e la sciocca Saphire ha provveduto a dimostrare da sola la sua malafede. Ma mi piace segnalare invece il blog (in inglese) tenuto da uno dei miei bane più diligenti – B-9140, un tempo nota come Boy Lane e alla ricerca di un’esperienza di isolamento seria. Il link che riporto punta direttamente a una pagina di qualche giorno fa, e lo segnalo anche per accontentare la mia vanità, dato che riporta una foto della sottoscritta nel pieno del suo impegno professionale. Ma suggerisco di leggere anche i post successivi perché B-9140 spiega bene il senso di pace e di solitudine, e di distacco dal mondo che l’esperienza le sta regalando. E anche perché, hmmm…

(sottovoce)

perché… beh, io non ci credo, naturalmente… ma B-9140 sostiene di aver avuto, nei giorni scorsi, la visita di quella cosa che chiamano Eudeamon…

(Prossimamente: Mystique all’asta) 

Cuore infranto

Cosa c’è di peggio del rendersi conto di non poter dare, alla persona che ami, quello di cui ha bisogno? Scoprire che c’è chi può farlo, naturalmente. E dover assistere, impotente mentre si impadroniscono di lei per sempre.

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Nei giorni successivi alla lettura del penultimo capitolo di “La Procedura Stoccolma” sono completamente destabilizzata. Mi sembra di aver ricevuto le istruzioni per impadronirmi del cuore di Mystique per sempre, e anche se so bene di non avere il polso per catturarla e costringerla ad amarmi continuo a rimuginare gli scenari possibili. Potrei forzare la mia natura e diventare una dominante anche con qualcuno a cui voglio bene? Devo acquistare un terreno tutto mio, per poterla mettere al sicuro dalle tentazioni e obbligarla a passare la sua Seconda Vita solo in mia presenza? Non rischio che lei si accorga subito della mia indole, decidendo di fuggire e lasciandomi con il cuore in pezzi e la consapevolezza di non essere stata all’altezza?

È con questi pensieri nel cuore che Mystique e io continuiamo a frequentarci: accorro ogni volta che lei mi invita a visitare questa prigione o quella cella – facendola aspettare, qualche volta, solo perché non pensi di potermi tirare come un cagnolino a destra e sinistra. E parliamo molto, di ciò che significa il bondage per noi ma soprattutto di quali siano le occasioni in cui può considerarsi lecito barare. Lei tende a uscire dalle gabbie non appena comincia ad annoiarsi, usando il famigerato metodo del sitting out. Io storco il naso e mi limito a seguirla solo quando nella gabbia ci sono entrata con un teletrasporto, ma sono convinta che usare sistemi del genere svuoti di senso tutta l’esperienza. Lei mi guarda spalancando gli occhioni: “I tuoi standard sono i più alti che io conosca, Win. Tu sei il mio modello e spero un giorno di essere come te”. Mi mordo la lingua: invece di lusingarmi, queste parole mi fanno scendere un brivido giù per la schiena, perché so bene che quando Mystique saprà rinunciare alla fuga non sarò certo io a beneficiarne. A meno che non mi riesca di sviluppare il mio lato domme, che fin qui si manifesta solo sporadicamente e per brevi periodi.

Una notte succede che Mystique e io ci troviamo in una stanza, da qualche parte. C’è un letto, lei ci si fa legare. Ci salgo su anch’io, mi avvicino a lei. E qui succede qualcosa che non mi sarei mai aspettata. La prima volta per me, sicuramente non la prima per lei. Non entro nei dettagli: ma finisce che rimango online fino alle quattro del mattino, senza accorgermene. Nel momento più bello faccio in modo di trovarmi anche io stretta dalle corde. E restiamo lì a lungo, legate insieme, su un letto morbido, tutto il mondo fuori, il tempo che non esiste più. Lei usa, a un certo punto, uno di quei suoi emote impossibili, che descrivono pensieri invece che azioni: “Mystique crede di amarti, ma ha paura a dirlo”.

Crede di amarmi? Nei giorni seguenti non penso ad altro. Allora l’amore può nascere anche al di fuori della Procedura Stoccolma? Sono riuscita a ottenere qualcosa senza dover cambiare la mia natura? Ormai è fatta, mi dico, e i miei pensieri affrontano già i possibili problemi: sarò un’amante gelosa? Potrò tollerare che Mystique sia fatta prigioniera da qualcun altro? Avrò la forza di lasciarla andare? Come potrò essere sicura che poi torni? Che importa: mi ama, e io amo lei e quello che è successo in quella stanza, su quel letto, è solo l’inizio di tanto, tanto tempo da passare insieme. Senza che si debba necessariamente ripetere l’esperienza: il sesso virtuale diventa subito meccanico e confesso di considerare con un certo disprezzo chi passa il tempo su Second Life cercando solo quello – una coazione squallida a reiterare le stesse frasi, a scrivere insieme scene più o meno pornografiche cercando sempre di andare oltre per dimostrare all’interlocutore che si ha il coraggio di osare. Non noi: la legherò, mi legherà, andremo insieme alle feste e a fare shopping, saremo rapite insieme da qualche malvagio Master e tenteremo insieme la fuga. Mystique e io, per sempre.

6e77c082a2a9299d48c03dabcba6197b.jpg491d2d66d9387e417790646b7caf37c2.jpg Poi arriva l’ultimo capitolo della “Procedura Stoccolma” e il mio cuore perde un colpo. Si intitola “Your Turn”, ossia “Tocca a te”: si riferisce a me? Apro la notecard con le palpitazioni e dopo averla scorsa rapidamente mi sento sprofondare. Il mio nome non vi compare nemmeno una volta – poco male, se non fosse che Mystique elenca un certo numero di persone che ha preso in considerazione come Mistress o Master perfetti, e che questa lista include anche simpatici succubi come Arther Meads, che mai e poi mai farebbe male a una mosca. Io non esisto proprio, mentre trovo un nome che non non conosco e che non mi piace affatto: un certo Jaron, che “sta bene in nero”, che è gentile e rispettoso dei limiti, e che da mesi, a quanto pare, le sta dietro. Proseguo la lettura, e si va di male in peggio: Mystique descrive tutte le trattative con lui e conclude, alla fine, con questa frase: “E questa è la fine della storia, perché quello che succede dopo non è affare di nessuno. Fine”. Sbam! È una porta sbattuta in faccia al lettore – o meglio alla lettrice che capitolo dopo capitolo si illudeva di avere un accesso privilegiato ai suoi pensieri. Una porta sbattuta in faccia a me.

Sono sconvolta, ma mi aggrappo a una tenue speranza: per concedere a Jaron le sue chiavi, Mystique scrive di aver preteso che lui si lasciasse legare per dimostrarle di essere degno di fiducia. Ma Jaron, che è un dominatore, potrebbe non aver accettato l’aut aut. Oppure il capitolo finale potrebbe essere una balla – una provocazione per vedere cosa succede agli amici quando lo leggono. Solo che io non sono il tipo da mettersi in competizione, soprattutto quando pochi giorni prima ero convinta di aver vinto. Per qualche giorno, Mystique sparisce e non ne so più niente. Poi un giorno la vedo online. E le scrivo un IM.

[2008/01/24 5:46]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Ehi Mystique… tutto okay?
[2008/01/24 5:47]  Mystique Aeon: sì, appartengo a jaron, e ne sono felice.
[2008/01/24 5:47]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Oh!
[2008/01/24 5:48]  Mystique Aeon: tu come stai?
[2008/01/24 5:48]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Ok, credo
[2008/01/24 5:49]  Mystique Aeon: non ne sembri troppo sicura.
[2008/01/24 5:49]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Non sto facendo nulla di speciale, diciamo

Mi scollego subito dopo, cercando di trattenere le lacrime. Come al solito, tutto quello in cui speravo dimostra di non aver mai avuto il minimo fondamento nella realtà: tutta la nostra storia era stata un parto delle mie fantasie, e quella sera sul letto – beh, quella sera sul letto era stata per lei solo un’avventuretta passeggera, niente che potesse lasciare traccia nella sua memoria di ragazza molto più attiva di me, molto più irrequieta e molto meno romantica. A me, Mystique ha preferito Jaron – forse perché lui è un maschio, forse solo perché ha il polso più fermo. Forse perché ha saputo chiedere, mentre io mi sono illusa di ottenere tutto senza chiedere nulla. E sono rimasta a mani vuote, con un paio di manette e un cuore in frantumi.

Svuotata di qualsiasi desiderio di giocare, nei giorni successivi mi lascio catturare da chi capita, per finire in mano a Blackbear Babii – una Mistress estremamente gentile ma che mi tiene segregata per una decina di giorni in una tuta a strisce, facendo disperare alcuni dei miei amici più cari. Se non posso avere Mystique, non so cosa farmene di me stessa e sono pronta a rinunciare alla mia libertà per sempre. A costo di perdermi tutti i contatti – inclusa una biondina italiana che da poco ho incontrato a Stonehaven mentre imparava da Zahnbuerste Strom i primissimi rudimenti del bondage. Una certa Samy80 Owatatsumi, che mi sembra da approfondire, ma con cui in questo momento difficile non mi sento di fare amicizia.

65673070ec9f69f67171e58472351134.jpgf6d349d6c4bcadf11ac48138281c05a1.jpg3b05cfab73f79eeb0dc8a692bc604b6c.jpg060ace81fa9563871730e83b4a26f771.jpg Poi, come al solito, le cose vanno diversamente dai piani. Blackbear è una di quelle Mistress che hanno a loro volta una Mistress, e mi lascia andare perché tocca a lei sottomettersi alla sua moglie/schiava, FionaChiara Voom. Tornata a Stonehaven, comincio a passare molto tempo con Samy80 insegnandole tutto quello che so sui Real Restraints e scoprendo quanto la nuova arrivata sia vivace, brillante, spiritosa e pronta a tutto pur di divertirsi. Da Mystique, nessuna notizia: spesso è online ma non la si vede più in giro. Deve essere imbavagliata da qualche parte, perché non riceve nè può scrivere IMs intelligibili – e in ogni caso che senso avrebbe, da parte mia, cercarla? Se con Jaron è felice, ebbene, non sarò certo io a mettermi di traverso per cercare di riconquistarla. So quando è il caso di farmi da parte. E poi, il tempo passato con Samy80 si rivela, sempre più spesso, qualcosa di più di un riempitivo: a volte resto collegata in attesa che lei appaia online e cominci a subissarmi di domande su questo paio di manette, su quella gabbia, sul tal personaggio, e su mille altre cose. Comincio a portarla in giro, a mostrarle posti nuovi che penso possano divertirla. Fino al giorno in cui decido di accompagnarla a Ratmaw, la prigione dove, una volta, Mystique mi aveva mostrato la sua cella favorita.

Ho ancora con me il LandMark di quella visita, laconicamente intitolato “In cell”, e uso quello per teletrasportarmici, passando con Samy qualche minuto di divertimento… fino a quando, all’improvviso, mi rendo conto che in quella stessa cella stanno comparendo proprio Jaron e Mystique. Urlo a Samy di fuggire, che le spiegherò tutto, e lei si teletrasporta altrove all’istante – io invece, bloccata dal Restrained Life Viewer, sono in trappola. Mystique sparisce subito (un crash?) e Jaron – che non mi conosce ancora – ci mette pochissimo ad ammanettarmi e legarmi su una branda – proprio accanto a quella dove, nei pochi istanti prima del crash, è comparsa brevemente la mia ossessione.

Anche qui, chiedo scusa se evito di andare nei dettagli. Quello che Jaron mi fa, su quella branda, forse non sarebbe un incubo di per sè. Quello che Mys aveva detto era vero: Jaron sa dominare con una certa eleganza e anche nell’abusare di te sa trovare una sua gentilezza che, nella situazione adatta, potrebbe anche sedurre. Ma questa situazione è tutta sbagliata: forse Mystique mi ha vista lì, forse ha pensato che fossi venuta a spiarla, forse si è scollegata per l’imbarazzo, forse è arrabbiata con me. E tuttavia potrebbe ricomparire da un momento all’altro, e sarebbe anche peggio: mi coglierebbe nelle mani dell’uomo che ama, mentre costui mi fa cose che probabilmente fa a lei quando si trovano soli. Ma cosa posso fare? Le manette mi impediscono di fuggire, mi impediscono di reagire. E per quanto mi sforzi di contrastare le mie sensazioni, le mani di Jaron sanno fin troppo bene come muoversi. Faccio il possibile per resistere, imploro, minaccio. Alla fine, cedo e, benché divorata dai sensi di colpa, mi abbandono al piacere.

Mystique non ricompare online per tutta la serata, un’ora o forse più che sembra non finire mai. A questo punto, la sua assenza è per me un sollievo – ma anche forse una pietra tombale sul nostro rapporto. Perché, una volta fatti i suoi comodi (ma anche i miei, devo ammetterlo, maledizione) Jaron mi chiede di non raccontarle mai cosa è successo fra noi: “Mysti mi piace molto”, commenta: “non vorrei che questo potesse sconvolgerla. Questa è una di quelle cose che non è successa se nessuno ha visto“. Rimango per un attimo senza parole a questa ipocrisia. Ma non sono anche io l’ipocrita numero uno? Va bene che sono legata, ma ho appena finito di provare piacere per mano del ragazzo della mia migliore amica. “Capisco”, rispondo infine, “anche se devo farti notare che avresti dovuto pensarci PRIMA”. Jaron ha la risposta pronta: “Mystique ha rinunciato completamente alla sua libertà. Mi ci devo ancora abituare. Non voglio limitarla completamente, ma non le ho mai promesso alcuna esclusiva… però mi spiacerebbe se la cosa la facesse soffrire”.

Ecco, magnifico. Adesso che ho un segreto con l’uomo della donna che speravo di conquistare, con che faccia posso scriverle o parlarle ancora? Mentre Jaron, estratte le chiavi della prigione, mi congeda, mi rendo conto di aver perso Mystique per sempre. E non so che la storia, invece, è destinata a complicarsi ancora.

 

(Prossimamente: Bane Operator)

(Intermezzo) Francis Garrigus

Breve incontro con un gentiluomo che aveva avuto la bontà di darmi il suo voto nei giorni del concorso, e che qualche giorno dopo si è fatto vivo con una serie di silenzi inquietanti, imperiosi e autoritari. E con una sorpresa legata alla vita reale.

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In questi giorni sono molto impegnata nel mio nuovo lavoro di Bane Operator, e manco quindi un poco dai luoghi che sono solita frequentare. Parlerò dell’esperienza, che sta sviluppando un poco il mio diavoletto dominante, in un prossimo post – e nel frattempo devo finire la storia di me e di Mystique, e raccontare come mai non mi trovo chiusa con lei nella skybox di Jaron… ma oggi vorrei fare una pausa per un succinto resoconto del mio incontro, qualche giorno fa, con un distinto signore che si era fatto notare per l’abbigliamento e per la cortesia fra le tante persone che ho fugacemente conosciuto a Villa BDSM nei giorni del concorso per la Ragazza di Latex (a proposito, per chi è rimasto con la curiosità: sono arrivata seconda, ad appena sette voti dalla simpatica e bellissima Lilac Niven). Alla richiesta di un voto, il signor Garrigus mi aveva risposto gentilmente, concedendomelo subito ma aggiungendo, in IM, una frase inquietante: “Verrai presto nel mio dungeon“. Lì per lì non ci ho fatto troppo caso: diversi votanti mi avevano fatto minacce più o meno velate… ma Garrigus si è rifatto vivo tre giorni dopo, commentando: “Sei arrivata seconda se non sbaglio… dovrai renderne conto…” per poi concludere una breve conversazione in IM con questa frase raggelante: “Tu sei nuda, davanti a me. bendata e con i polsi legati dietro alla schiena. E aspetti”.

444f803d52b8e284e3a3f8f204c5e653.jpg Non sono abituata a questo tipo di atteggiamento, e confesso che mi ha turbata profondamente – al momento ero del tutto libera, anche se con le chiavi ancora in possesso di Jaron, eppure quelle parole mi hanno fatto correre dei brividi, lungo la schiena… e non solo. Un senso di minaccia sospesa, incombente alle mie spalle, che in un paio di occasioni si è anche concretizzata in una figura che mi spiava da lontano, galleggiando nel cielo vicino ai luoghi dove stavo lavorando. Fino a quando, a quasi una settimana dal nostro primo incontro, Garrigus non si fa vivo di nuovo con una serie di messaggi enigmatici e, infine, con un teletrasporto verso la sua casa. Dopo qualche difficoltà dovuta al fatto che la sua proprietà è restricted (vi si può accedere solo se autorizzati, e a quanto pare il mio ospite non ha provveduto ad aggiungere il mio nome), mi trovo seduta in una comoda poltrona rossa situata in un’ampia stanza arredata in modo moderno, con alle pareti alcune foto fra le quali una di Orson Welles. E mi viene in mente all’improvviso che l’aspetto del signor Garrigus ricorda non da lontano quello di Welles nel film “L’infernale Quinlan”, arricchito di un bizzarro paio di occhiali come quelli che si usavano per i film 3-D prima dell’avvento del digitale.

c344804ccaab75caafe0c8d66adf3f1d.jpg49fb26684435dbf5602fbbb7ece40b33.jpg Garrigus mi dà il benvenuto, ma commenta che fino a quel momento non mi sono comportata molto bene. Poi, con tono fermo, mi chiede – no, mi ordina – di alzarmi e venire nell’angolo accanto a lui. Non so bene cosa succeda a quel punto, ma mi ritrovo in una stanza diversa, seminterrata, strapiena di roba che assomiglia a strumenti di tortura. Pochi istanti dopo, Garrigus si materializza a qualche metro di distanza e in mano, invece del bastone da passeggio, impugna una frusta. Mi guarda strana da dietro le lenti colorate: “…Ti piace questa stanza?”. Ricambio lo sguardo, a disagio: “Mi rende un po’… inquieta, se devo essere sincera”. Ma Garrigus ribatte: “Vedi…non ha molta importanza di quello che senti e di quello che pensi…” e, non so in che modo, mi paralizza.

[0:46]  Francis Garrigus has frozen you for 30 seconds.  You cannot move or interact with the world.
[0:47]  Francis Garrigus: spogliati mia cara… ora…

Esito. Garrigus emana un senso di autorità che mi seduce, ma io non sono proprio il tipo che obbedisce a un ordine da parte di uno sconosciuto… io sono una ragazza per bene e non sono disposta a fare qualcosa solo perché me lo ordinano – salvo, naturalmente, quando qualcuno ha su di me un vantaggio che gli o le consente di impormelo. E dopo qualche secondo…

[0:47]  Your freeze expired, go about your business.
[0:47]  Win: Signore! La credevo un gentiluomo!
[0:48]  Francis Garrigus: …..lo sono….sennò ti avrei strappato i vestiti di dosso…..
[0:48]  Win: Non posso spogliarmi di fronte a una persona che non conosco!
[0:48]  Francis Garrigus: è appunto questa la questione… devi trovarti nuda davanti ad una persona che non conosci
[0:50]  Win: Signore, questo non so farlo. Questa stanza mi mette i brividi…
[0:50]  Francis Garrigus: :-) cosa pensi? hai paura?
[0:51]  Win: Si’, signore. Un po’. Penso ai miei impegni di lavoro… Ai miei bane che mi attendono…
[0:51]  Francis Garrigus: …insomma hai paura……..
[0:51]  Win: Si’, signore. Lo ammetto
[0:52]  Francis Garrigus: ….sei una ragazzina mia cara…..
[0:53]  Win: Si’, signore… ma lei lo dice come fosse un insulto
[0:53]  Francis Garrigus: …le ragazzine devono saper bene a cosa giocano… quanti anni hai?
[0:54]  Win: Io… io ho solo accettato un invito a venire a trovarla

Un breve silenzio, poi Garrigus torna nella stanza di sopra, mi offre un teletrasporto e mi lascia accomodare di nuovo in poltrona. “Dimmi di te…”, esordisce, “cosa pensi in questo momento?”. Ci penso per un attimo, prima di rispondere: “Penso a che differenza c’e’ fra questa stanza e quella al piano di sotto…” Garrigus sorride, come chi ha appena segnato un punto: “Eppure è la stessa casa”. Resto interdetta per un attimo, poi lui rilancia: “Tu hai paura di te?” Guardo il pavimento per qualche secondo: “Non lo so ancora. A volte si’, credo”, ma lui incalza: “Ma lo vuoi sapere?”

[0:58]  Win: Sto cercando di scoprirlo. Tengo un diario online di quello che succede, cercando di capire me stessa e quello che cerco
[0:58]  Francis Garrigus: l’ho visto
[0:58]  Win: Oh…
[0:58]  Francis Garrigus: l’ho letto
[0:58]  Win: Oh… grazie, allora, per il suo tempo…
[0:59]  Francis Garrigus: vedi….io penso di essere uno dei pochissimi qui in SL ….che c’è con il suo vero nome. Sopra la collina… c’è una galleria di fotografia: è mia, ed ha il mio nome – io sono fotografo

Controllo il suo profilo, ritrovo un nome e un link che già ai tempi delle votazioni a Villa BDSM avevano attratto la mia curiosità.

[1:00]  Win: Graziano Arici?
[1:00]  Francis Garrigus: si mia cara
[1:00]  Win: Avevo visto il link nelle sue picks e mi ero ripromessa di visitare la galleria. Mi chiedevo se ci fosse una identita’ fra lei e il proprietario
[1:01]  Francis Garrigus: non ho paura di essere qui quello che sono in rl
[1:01]  Win: Capisco, signore. Non so se sia paura, ma io ho deciso invece di tenere le due vite ben separate. SL per me e’ illusione, fantasia… e, visto che dalle foto qui dentro credo di intuire un suo interesse in proposito… cinema

La conversazione prosegue a lungo. Garrigus mi informa che il suo archivio è soprattutto orientato sulla cultura, e mi fa qualche domanda su cosa Second Life significhi per me.

006960a971cbd71dca9d7accce6b3ae7.jpg[1:06]  Win: Dato che ha letto il mio piccolo blog, credo abbia gia’ una idea precisa di quello che faccio in genere…
[1:06]  Francis Garrigus: che rapporto ha SL con la tua vita? è un sogno? è un film nel quale di immagini?
[1:07]  Win: Forse un film… una sorta di lungo film interattivo di cui sono solo una cosceneggiatrice, oltre che protagonista della parte che mi compete. Ma in questo film vivo a volte emozioni forti… E le emozioni sono reali anche quando nascono dalla finzione
[1:08]  Francis Garrigus: …anche Histoire d’O era un sogno…..
[1:08]  Win: Credo di non averlo mai letto. Ho visto il pessimo film che ne trasse Just Jaeckin. Solo per questo so di che si tratta
[1:09]  Francis Garrigus: assolutamente pessimo

[1:09]  Win: Riuscire a rendere mortalmente noioso un argomento come quello e’ un’impresa che deve essere difficile e Jaeckin ci e’ riuscito. Ma so che il bondage non gli e’ mai interessato realmente e forse questo spiega il risultato

[1:10]  Francis Garrigus: ma fu scritto da una persona che non aveva assolutamente il ruolo del suo personaggio

[1:11]  Win: Davvero? Ricordo vagamente quando si seppe il vero nome di Pauline Reage ma non ricordo i dettagli

[1:11]  Francis Garrigus: era una signora fisicamente molto banale… intendo dire anche che non avresti assolutamente legato le due vite… eppure…
[1:13]  Francis Garrigus: quanto distante è la tua vita reale da questa?
[1:14]  Win: Dipende, signore. La mia vita reale fisica è molto distante da quella del mio avatar. Quella mentale e fantastica credo vi sia molto più intimamente connessa
[1:14]  Francis Garrigus: si immaginavo… e come riesci a conciliare vita mentale e vita attiva nella rl?
[1:16]  Win: Vivendo, semplicemente. SL mi permette di esplorare le mie fantasie in un modo che la vita reale non mi permette – per timidezza, paura forse, o forse per evitare che la fantasia si scontri con la realtà e ne venga ferita
[1:17]  Francis Garrigus: si capisco…..se non ci fosse SL probabilmente scriveresti… :-)
[1:18]  Win: Immagino di si’. In effetti, con il blog scrivo anche essendoci SL – anzi, scrivo proprio di quello
[1:18]  Francis Garrigus: l’ho visto….e probabilmente hai esperienze di scrittura prima del blog
[1:19]  Win: Si’, signore. Scrivere e’ la mia professione – o una delle mie professioni, in effetti
[1:19]  Francis Garrigus: :-) era evidente….
[1:19]  Win: Davvero, signore? Grazie, lo prendo come una lode
[1:19]  Francis Garrigus: ..per quel poco che vale, lo è
[1:20]  WinthorpeFoghorn Zinnemann arrossisce un poco
[1:20]  Francis Garrigus: penso che l’esperienza del blog unita a quella “vissuta” in SL ti porterà a dare un senso forse a queste cose scritte
[1:21]  Win: Mi piacerebbe che ci fosse un’interazione fra i due. Un giorno potrei incontrare su SL qualcuno che ha letto il blog prima di conoscermi
[1:21]  Francis Garrigus: io l’ho fatto

Sgrano gli occhi, mentre Garrigus sorride guardandomi fisso.

[1:22]  Win: Davvero, signore? Lei ha letto il blog prima di incontrarmi?
[1:22]  Francis Garrigus: prima ho letto le tue cose – poi ti ho visto frustata in Villa BDSM

Oh, santo cielo… c’era anche lui, quella volta? Per farmi dare un voto da qualcuno avevo accettato di beccarmi ben venti frustate, contando sul fatto che in quel momento ci fosse ben poca gente in giro…

1792b59b03d9aa540136831406f88ac2.jpgc4c127e8870babb471c3c685f697d2c6.jpgAncora una volta, non so come, Garrigus mi paralizza per 30 secondi, nel corso dei quali mi rendo conto di non poter nemmeno parlare. Poi, l’effetto finisce, e la conversazione riprende. Lui sogghigna: “Ti sto perquisendo…”, e io tiro un sospiro di sollievo. Quando non sono impegnata come Operator, ho sempre su di me qualcuno dei Real Restraints di Marine Kelley, e oggi ho addosso le corde shibari. Come sempre, utilizzo il viewer Restrained Life, e gli basterebbe un solo clic per avermi alla sua mercé. Ma, a quanto pare, Garrigus ci tiene a concludere la discussione.

[1:32]  Win: Ho… ho avuto la mia parte di umiliazioni, signore… in effetti…
[1:32]  Francis Garrigus: che effetto ti hanno fatto?
[1:33]  Francis Garrigus has unfrozen you.
[1:33]  Win: Non sono in grado di fissare regole, purtroppo… in qualche caso, di grande emozione… in altri, di noia e semplice attesa che la cosa si esaurisse per tornare ad esplorare
[1:34]  Francis Garrigus: l’emozione era nella rl o nell’avatar?
[1:34]  Win: L’emozione non puo’ che essere nella RL. L’avatar l’emozione puo’ simularla con il roleplaying… anche per far si’ che almeno si diverta l’interlocutore
[1:35]  Francis Garrigus: questo intendevo….
[1:35]  Win: Anche se non sempre e’ facile mantenere un buon RP se l’emozione non scatta nella RL
[1:36]  Francis Garrigus: …tu lo sai vero che prima o poi ritorneremo in quella stanza…..non ora…più avanti……
[1:36]  Win: Tremo al pensiero, signore… ma immagino che ciò accadrà, un giorno
[1:38]  Francis Garrigus: ….vedi…ora è come se tu fossi seduta e i tuoi piedi nudi sentissero il pavimento di marmo….freddo…..
[1:39]  Francis Garrigus: lo senti?
[1:39]  Win: Posso immaginarlo, signore, si’
[1:39]  Francis Garrigus: …e sei in attesa…..
[1:40]  Francis Garrigus: e dei brividi ti corrono lungo la schiena
[1:40]  Francis Garrigus: e sai che prima o poi avverrà
[1:41]  Win: Oh, non devo sforzare troppo l’immaginazione per provare qualcosa di simile, signore… ho subito, talvolta, esperienze del genere… anche se forse non questo senso di incombenza
[1:42]  Francis Garrigus: bene…adesso puoi andare……ne riparleremo…….ma tu sei li…seduta…e i piedi nudi sentono il freddo del marmo……
[1:43]  Win: Si’, signore… grazie della conversazione interessante…
[1:43]  Francis Garrigus: ..la riprenderemo…..
[1:43]  Francis Garrigus: presto

(Prossimamente: Cuore infranto)

I diari di Mystique

Seconda tappa del tentativo di ricostruire in pochi post i molti mesi del mio rapporto con Mystique – scoprendo le molte cose che ci accomunano ma ancora senza sapere quello che finirà per dividerci.

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Come tutte le persone che amano scrivere, adoro la lettura e, fra i mille generi possibili, una cosa che mi appassiona è la diaristica: poter seguire gli appunti quotidiani di una persona interessante mi affascina, spesso, più di un romanzo o di una biografia. Leggere i diari di qualcuno che conosco personalmente, però, è per me un’esperienza addirittura ipnotica. Mi sembra di avere accesso alla sua anima, di scoprire fra le righe quello che abbiamo in comune e quello che ci divide. E di avere un dialogo molto più intimo di quello che si può avere in occasioni di incontro spesso veloci.

Col passare dei giorni, Mystique mi ha continuato a passare via via i nuovi capitoli della storia della sua (seconda) vita, e io li ho divorati tutti, uno dopo l’altro, scoprendo quanto profondamente ciò che le accadeva su Second Life potesse influenzarla nella vita reale. Riporto e traduco un passaggio del secondo capitolo, Panic Attack!, in cui descrive le sue sensazioni dopo essere rimasta per ben due giorni prigioniera di Claven Albatros, che aveva rilevato le sue chiavi da Kaori Nozomi:

Questa cella non aveva molti visitatori per cui mi trovavo per lo più da sola. Indossavo anche le manette per i gomiti (…). Mi trattenevano le braccia sulla schiena e sembravano costringermi in una posizione molto scomoda sul lungo periodo. Erano giorni che mi osservavo con le braccia strette sulla schiena e la cosa cominciava a rendermi nervosa. Credo di essere una persona molto suggestionabile e cominciai a sentire un indolenzimento alle giunture delle spalle e subito sopra i gomiti, dove le manette mi stringevano. So che tutto questo non è reale, ma avevo passato così tante ore a identificarmi col mio corpo sullo schermo che il mio cervello aveva iniziato a mappare ciò che mi accadeva su SL alle reti neurali corrispondenti nei miei gangli fondamentali. Non si trattava di un evento senza precedenti. Una scimmia con un impianto neurale ci aveva messo due giorni a mappare le azioni di un braccio robot sui suoi gangli, ed era in grado ci controllare il braccio del robot con la stessa facilità con cui controllava il proprio. Ma qui non si  trattava di un esperimento di neuroscienza. Era un incidente. La mia estrema suggestionabilità, combinata con le molte ore passate in questo ambiente nuovo, aveva provocato un fenomeno inatteso. Mi scollegai, pensando che avrebbe risolto il problema. Ma non ne ebbi alcun sollievo. Era come se fossi due persone, quella nella Vita Reale e quella su SL, e sapevo che quella su Second Life era ancora legata e sofferente, e mi sentivo così anche io. Il mio terrore crebbe e non potei fare altro che tornare online per cercare di liberarmi.

256440afb298d53106b50ed370e8bfdb.jpg In quel caso, Mystique era poi riuscita a farsi liberare da Moss tramite la Real Key – una sorta di chiave di sicurezza presente nei Real Restraints, ma che per molti costituisce un modo appena legalizzato per barare. Ma tutto quello che aveva provato, l’angoscia del sapersi legata su Second Life anche quando nella vita reale tutto va bene, era qualcosa in cui potevo identificarmi perfettamente. Così come mi identificavo in quello che appariva, via via, nei capitoli successivi. La scoperta di come il bavaglio impedisca di parlare, e di quali semplici frasi si riescano comunque a pronunciare in modo comprensibile… Il fastidio per chi, solo per il fatto di averti catturata, ritiene di poterti chiamare slut (troia, sgualdrina)… L’amore per Bunny che l’aveva catturata, qualcosa che io avevo provato solo per qualche attimo, prima che lei mi lasciasse andare, avvertendomi che il suo cuore era di qualcun’altra. Ma era amore? Ecco come Mystique descrive una sua chiacchierata con Bunny:

Le confessai quanto l’amavo. Ne fu lusingata ma disse che non era amore. Quel pensiero mi mise a terra. Non era amore. Non me n’ero resa conto, ma aveva ragione. Come poteva essere amore? Non è necessario conoscere qualcuno molto bene e a lungo per potersene innamorare? Non si trattava che di un effetto del bondage. Non era amore; era la Sindrome di Stoccolma. Ma ti fa sentire come innamorata. Ti fa sentire piena di amore, più forte di qualsiasi amore io abbia provato (non che in proposito abbia avuto molte esperienze, nella Vita Reale). Un amore paralizzante, ossessivo, capace di consumarti. Cosa è l’amore se non una sensazione? Se la sensazione è amore, come può non essere amore? La sola differenza è come ci si arriva, ma la destinazione è la stessa.

Ed è qui che iniziano i guai, perché questa cosa che stiamo chiamando alternativamente amore o Sindrome di Stoccolma è qualcosa di forte e distruttivo – qualcosa che in Mystique scatena una gelosia furiosa quando Bunny passa del tempo con la sua amata Niamh, o con qualche altro avatar. Anche una prigioniera soffre di bisogno di attenzione e Mystique prova – quando Bunny lega o è legata da qualcun altro – una rabbia impotente che cresce di minuto in minuto. Mystique fugge una volta accettando, dopo lunga solitudine, un TP da Faye, e ritrovandosi in una gabbia, prigioniera della temibile Mistress Idoru Ryba… poi però fugge, barando, e torna da Bunny a capo chino, riuscendo a farsi perdonare di essersi allontanata senza permesso. Ma la situazione non è cambiata e il tormento della gelosia riprende fino al giorno in cui, libera da manette ma non dalla promessa di restare lì ad aspettarla, Mystique non decide di andarsene per sempre, lasciandole un biglietto in cui la implora di perdonarla ma di non farcela a restare con lei nella consapevolezza che il suo amore – o Sindrome – non è corrisposto con la stessa intensità.

937542681a36f48d2a76aa757191fe2c.jpgBunny ci resta malissimo – a tutt’oggi mi ripete, ogni volta che ne parliamo, che Mystique è una pazza, che nel suo diario ha modificato molti fatti per farli sembrare più spettacolari o drammatici, e che dopo due fughe consecutive è diventato evidente che non ci si può fare alcun affidamento. Non stento a credere che possa essere vero, eppure so che le emozioni descritte sono reali: che Mystique è davvero lacerata fra il bisogno di allontanarsi da Bunny per cancellare la gelosia e la tentazione di tornare da lei ancora e ancora, sempre sperando di diventare la sua schiava per sempre. Sono sensazioni che sembrano, pantografate, le mie: io non cerco (non ancora?) una situazione stabile di sottomissione. Rossella sostiene che cerco la persona giusta, ma anche che in realtà, sotto sotto, ho una tendenza dominante che è destinata a venir fuori, prima o poi. Eppure so bene quali sono state le mie sensazioni su Second Life e sono consapevole che, prima o poi, dovrò farci i conti. Proprio in questi giorni, Samy80 è tornata dalle vacanze e non ho ancora avuto modo di passarci un po’ di tempo insieme. Forse non mi è nemmeno ben chiaro perché faccia questa associazione, visto che quello che abbiamo condiviso fin qui mi sembra sia soprattutto un approccio molto giocoso. Eppure l’associazione mi è venuta in mente e non posso cancellarla. Così come non posso cancellare il pensiero di persone conosciute in tempi recenti: Francis Garrigus, che è venuto a votarmi al concorso dopo aver scoperto per caso questo blog… Arctic, che mi aveva promesso/minacciato una lezione… la stessa Rossella.

Scuoto la testa e scrollo via questi pensieri oziosi, e torno al diario di Mystique: lacerata dall’impossibilità di tornare ancora una volta da Bunny, la mia amica si mette scientificamente alla ricerca della Mistress perfetta, e nel capitolo sei del suo diario butta giù in otto punti quella che battezza “La Procedura Stoccolma”. Lascio ancora una volta la parola a lei:

Qualcuno è più sensibile ad essa di altri ma se vi piace essere controllati da qualcun altro è probabile che funzioni anche su di voi. Il tempo necessario non è lo stesso per tutti, ma ritengo che da 2 a 10 giorni sia un periodo ragionevole, che però dipende anche da condizioni come il tempo passato online e l’abilità della Mistress. Il primo paio di volte che è accaduto a me non avevo idea di cosa succedesse, per cui è stata una grande sorpresa, ma ora conosco bene la sensazione e mi rendo conto, gradualmente, mentre accade, come se affondassi nelle sabbie mobili. Gli effetti saranno irresistibili sensazioni di amore per la Mistress e l’incapacità di disobbedirle in sua presenza. La vittima della procedura non deve essere necessariamente consenziente. È possibile eseguirla su qualcuno contro la sua volontà.

La procedura:

1. La Mistress deve avere controllo esclusivo sulla sub per un esteso periodo di tempo. Si raccomanda il RealRestraint viewer.

2. Il controllo deve essere personale, non una gabbia automatica. Richiede un certo investimento temporale da parte della Mistress.

3. La Mistress deve esercitare il controllo in autonomia secondo il suo capriccio. La sub non deve sapere ciò che la Mistress farà, o essere in grado di controllare le azioni della Mistress, quindi non sono necessarie penalità predefinite per infrazioni specifiche.

4. Il controllo deve variare a capriccio della Mistress. Le condizioni di isolamento non possono essere immutabili. Dovrebbero esserci periodi di isolamento minore alternati a periodi di isolamento maggiore. La successione di questi cambiamenti deve essere ignota alla sub.

5. Il benessere della sub deve dipendere completamente dalla Mistress. Il timore di ciò che la Mistress potrebbe fare ispirerà il desiderio di compiacerla. La Mistress dovrà punire occasionalmente la sub, sebbene una punizione continua sia controproducente.

6. La sub deve essere costretta a restare coinvolta nel procedimento, non restarsene a guardare la TV. Esistono infiniti mezzi per assicurare questa condizione, e uno possibile è esigere che la sub consegni periodicamente rapporti scritti che descrivono le sue sensazioni. I rapporti serviranno anche ad aiutare la Mistress a seguire i progressi della procedura.

7. La Mistress dovrebbe visitare la sub spesso, ma non costituire una presenza continua. 

8. Il periodo complessivo di isolamento deve restare ignoto alla sub ed essere legato al capriccio della Mistress. La Mistress dovrebbe indicare alla sub una gamma di durate possibili, ad esempio da una settimana a parecchie settimane. La sub deve credere di non essere in grado di sopportare la lunghezza complessiva. La sub deve temere che sarà troppo lungo, più di quanto possa sopportarlo.

e3a778a462af712704446fb5831060d8.jpg Mi fermo qui, per oggi. Si parlava di Topping from the Bottom? Ecco un esempio di quello che Mystique è capace di fare, e di pretendere da chi volesse diventare la sua padrona. Ed ecco qualcosa che, per me, scatena una inquietudine profonda. Anche se non sono affatto convinta che la Procedura possa avere su di me un effetto così profondo (almeno questa è la mia esperienza fino ad oggi) questa ragazza è troppo, troppo simile a me perché io possa lasciarla andare: deve essere mia. Eppure, mi rendo conto con amarezza, sono troppo simile a lei per poterle dare qualcosa che, in misura minore e non così estrema, forse anche io sto cercando. Come posso sperare di diventare la Mistress di Mystique quando in realtà sono anche io alla ricerca di qualcuno che si impadronisca delle mie chiavi? Come posso sperare di eseguire su di lei la Procedura Stoccolma quando, dopo aver tenuto qualcuno prigioniero per dieci minuti, comincio a pensare come fare a lasciarlo andare senza farlo restare male? E poi, come devo interpretare questa pagina del diario? Mystique ormai sa bene che lo leggo avidamente, e potrebbe aver scritto queste indicazioni sperando che sia io a metterle in pratica. Si tratta di un messaggio per me? Oppure sono solo la lettrice autorizzata di una storia di cui in realtà non faccio parte?

Altro che Sindrome di Stoccolma. Questa ragazza mi ha preso il cuore e l’ha messo sotto chiave. E ancora nemmeno so se se ne sia accorta.

 

Continua in Cuore infranto

(Prossimamente: Intermezzo – Francis Garrigus)

Mystique, il primo incontro

Ci si può innamorare di un altro avatar? Certo che si può, quando si incontra qualcuno con cui ci si riconosce profondamente, e come nella realtà si tratta, spesso, di un colpo di fulmine. Ma i fulmini possono bruciarti e, a volte, quella che credi un’anima gemella può ferirti più profondamente di una compagnia occasionale.

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È così difficile parlare ad altri di qualcuno che ami. Tu scavi nella memoria del tuo cuore, fai l’impossibile per tentare di esprimere a parole le emozioni che questa persona provoca in te. Ma chi ti ascolta, di solito, recepisce poco più di una serie di luoghi comuni – e forse non potrà mai capire perché, per te, proprio quella persona è unica e importante, e capace di scuoterti come una foglia quando pensi a lei o quando ci passi del tempo insieme. Forse è per questo che ci ho messo così tanto per cominciare a raccontare della piccola Mystique Aeon – la ragazza a cui ho insegnato a non barare mai, quella per amore della quale ho rischiato di diventare schiava di Claven Albatros, colei che senza saperlo spezzò il mio delicato cuore di avatar facendo sì che mi lasciassi catturare da Mistress Blackbear Babii. E anche quella che, proprio ieri, all’improvviso mi ha tradita consegnandomi a Jaron – e un istante dopo se n’è pentita, rovinando tutto, facendomi arrabbiare sul serio e, chissà, forse curandomi finalmente dalla mia ossessione per lei.

Perché quella che avevo per Mystique era, davvero, un’ossessione: mi capitava, nella vita reale, di sorprendere i miei pensieri a tornare a lei e a quello che stava passando in quel momento. E mi capitava di parlarne agli altri avatar e spesso di scoprire che eravamo in tanti a preoccuparci per lei, a seguire con crescente inquietudine la sua sperimentazione di detenzioni sempre più lunghe e sempre più restrittive, e la sua progressiva scomparsa dai luoghi che tutti frequentavamo. Fino a diventare, per lunghi periodi, una specie di fantasma, che tutti volevamo proteggere da lei stessa per i suoi comportamenti autodistruttivi… mentre forse eravamo noi amici che avremmo dovuto imparare a proteggerci da lei. Perché il suo atteggiamento da succube perfetta è in realtà una trappola, perché alla fin fine lei è il tipo che – come si dice – ha la tendenza a topping from the bottom... a dominarti con la sua sottomissione. Sotto l’atteggiamento remissivo, Mystique nasconde invece una volontà di ferro, che in più di un’occasione consuma ed esaurisce nervi e cuore a chi si illude di poterla tenere in pugno, e che mette a dura prova anche chi, come me, sarebbe stata pronta a buttarsi per lei nel fuoco dell’inferno, con un peso attaccato al collo.

c883b9a507344094bcc8775a62a11684.jpg Se ci penso bene, è stata lei anche a decidere il nostro incontro. Erano i miei primi tempi a Stonehaven e, come spesso accadeva, girovagavo senza meta cercando di capire come mettermi nei guai. In giro c’era poca gente, ed era impossibile non notare quella moretta incatenata al muro del castello. Portava una maglietta corta con su disegnate delle manette, e un paio di hot pants verdi estremamentee succinti. Aveva le braccia ammanettate dietro la schiena, le gambe costrette dalle cavigliere in posizione genuflessa ed era imbavagliata. Mi sembrava chiaro che fosse proprietà privata di qualcuno, e credo che non mi sarei mai avvicinata, se non avesse fatto lei la prima mossa. “Ciao”, mi fa lei per prima. Il bavaglio trasforma il saluto in un bofonchio, ma io frequento la zona da abbastanza tempo per aver imparato a capire i mugolii di chi parla con la bocca tappata. Sventurata, le rispondo, e sono perduta.

Una delle prime cose che Mystique mi chiede è se ho voglia di giocare un po’ col suo “Odium”. Oltre ai legami che ho descritto, scopro che indossa una specie di vibratore interno su cui non ha il controllo e che io scopro, cliccando, di poter accendere e spegnere a mio piacimento. Non amo particolarmente questo genere di strumento: basta un click per leggere in chat cose del tipo “Mystique Aeon sente un brivido di piacere mentre la macchina entra in azione”… mi sembra un modo per semplificare troppo la vita a chi non sa portare avanti nemmeno quel minimo di gioco di ruolo che da solo può, a volte, dare un senso a una solenne idiozia come il famoso sesso virtuale. Però cliccare un po’ su quell’affare non mi costa niente, così mi ci applico distrattamente, tenendolo acceso per un poco, poi spegnendolo sul più bello, poi accendendolo di nuovo durante una conversazione, poi spegnendolo ancora. Senza troppo farci caso, senza strategia e senza davvero osservare le reazioni di Mystique – che, nel frattempo, slego dal muro e porto in una gabbia lì vicino, chiudendocela a chiave.

Eppure, evidentemente, anche senza farlo apposta devo aver fatto qualcosa di giusto: ansimando, Mystique confessa che la sto facendo impazzire e che per lei quest’alternanza fra lo stimolo elettronico e la sua assenza è un delizioso tormento, che la porta più volte sull’orlo dell’orgasmo e ogni volta glielo nega all’ultimo istante con crudele malizia. Quando me ne rendo conto, mi decido a lasciare l’oggetto in funzione abbastanza a lungo in modo che lei possa, finalmente, arrivare fino in fondo. Non sono una Mistress e non sempre me la sento di negare qualcosa a qualcuno che sta fremendo – nemmeno quando la negazione è proprio ciò che questa persona sta cercando. Però, a quanto sembra, il tormento è durato abbastanza a lungo da far sì che per Mystique si tratti di un’esperienza importante. Mi aggiunge alla lista dei suoi amici, mi chiede se sono interessata leggere la sua storia e mi passa alcune notecard. Poi si scollega e io comincio a leggere, prima senza farci troppo caso e poi, via via, con attenzione crescente.

e4d03a04a534fe6aa26f24dddd4041a7.jpg Perché la storia di Mystique ha, sorprendentemente, parecchi punti in contatto con la mia. Anche lei ha iniziato la sua esperienza nel BDSM con le gabbie di Psi Merlin, di cui è stata anche prigioniera per diversi giorni. Anche lei, dopo un po’ di giorni a spasso per Stonehaven, è stata rapita dalla mia cara Bunny Hastings, che se l’è portata a casa (lo stesso cottage a Silent Wind che anche io ho conosciuto) e l’ha tenuta a lungo prigioniera lì, all’interno di un tubo. E anche lei si è innamorata, di Bunny, proprio come era successo a me quando mi ero trovata in suo potere, legata e imbavagliata e chiusa in una casa che non conoscevo. Mystique la chiama Sindrome di Stoccolma, ma si tratta di un’etichetta semplicistica: quello che mi conquista, nelle sue notecard, è invece il candore e la precisione di dettaglio con cui descrive le sue sensazioni di prigioniera di Second Life – e l’inquietante coincidenza di tante di queste sensazioni con le mie. Per tante persone, vedere il proprio avatar con le braccia legate dietro la schiena non ha, probabilmente, un effetto che vada al di là di quello che può dare un qualsiasi mediocre videogioco: per Mystique (e per me) si verifica invece un fortissimo transfert sulla vita reale. Vedere il nostro avatar legato ha su di noi un effetto che in parte è anche fisico: le braccia, seppur libere, ci si irrigidiscono davvero e, dopo molte ore, sentirsi i gomiti serrati dietro la schiena produce in noi una sorta di malessere reale, un fantasma di crampo che diventa indolenzimento autentico. Essere rapite e legate su Second Life non è solo un gioco di ruolo: la costrizione non ti lascia lividi sulla pelle, ma non si limita affatto alla sola fantasia.

E poi c’è l’amore per chi ci cattura. Mystique si è convinta che la sindrome di Stoccolma sia una forma automatica di autodifesa insita nell’essere umano: forse la cavernicola che veniva brutalmente rapita e posseduta con la forza da un nerboruto uomo di Neanderthal finiva per affezionarglisi obbedendo a un impulso di conservazione di se stessa e della specie… e questo istinto si è trasmesso in qualche modo fino a quelle come noi. Fatto sta che Mystique si è convinta di essere destinata a innamorarsi di chiunque la catturi e mantenga su di lei un controllo assoluto per un tempo sufficientemente lungo. Io non so se sono tanto d’accordo: ma non ho mai sperimentato una cattività davvero a lungo termine fino ad ora… e in qualche modo sono affascinata da qualcuno che sembra aver già capito quello che cerca nel mondo del BDSM. È più di quanto io possa dire di me stessa: io non so perché mi piaccia tanto essere immobilizzata da qualcun altro. Mystique sì: lei cerca e di solito trova l’innamoramento – forzato, condizionato dal rapporto di forza e dalla Sindrome di Stoccolma, ma pur sempre un innamoramento.
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In uno dei primi post di questo blog riflettevo sul fatto che magari farsi sigillare in un banesuit è un po’ un modo per provare l’emozione della morte e del lutto altrui prima che sia giunto il tempo. Però anche il punto di vista di Mystique ha un suo perché: il possesso altrui come un abbraccio globale, che ti include in modo totalizzante come un amore che ti divora. Thanatos o Eros? Penso alle considerazioni di Rossella, penso a Samy che mi chiude il casco del banesuit attorno al collo, a Jaron che mi trascina in manette su nel cielo, a Bunny che mi toglie tutti i tentativi di fuga, a tante e tante gabbie che ho sentito chiudersi automaticamente alle mie spalle, alle mani di Forrest che mi imprigionano con ferma dolcezza nelle corde dello shibari. E non so ancora darmi una risposta.

 

(Prossimamente: I diari di Mystique)

23 ragazze, tanti amici e il ritorno di un adorabile cagnolino

Secondo giorno del concorso Latex Girl a Villa Bdsm. Ancora per oggi sarò online parecchio tempo, ma domani temo di poterci essere solo la mattina. Qualche aggiornamento sugli amici che sono venuti a trovarmi e qualche indicazione per chi volesse venirmi a votare anche in mia assenza.

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Il concorso a cui sto partecipando è una faticaccia per me, e posso solo provare a immaginare che faticaccia sia per Cielo Robbiani e Gloria Oppewall, che lo hanno organizzato per inaugurare nel modo migliore la loro nuova area BDSM italiana. Ovviamente non si può giudicare il successo di una SIM dall’affluenza a un concorso: a partecipare siamo in 23, e ognuna ha scritto, credo, a tutta la sua agenda implorando gli amici di venire a trovarla e di darle il suo voto… questo, naturalmente, oltre al tentativo di agganciare i visitatori occasionali per strappare il voto anche a loro. Quello che Carin, stamattina, definiva una sorta di speed dating che, quando si ha il tempo di un po’ di interazione, consente soprattutto di conoscere gente potenzialmente interessante.

d758f32ca2dcc7ae2875ebd70b1e539b.jpgVorrei citare tutti gli amici e le amiche che sono passati a trovarmi. È venuto Jaron, a un certo punto, e in mia assenza, la notte scorsa, è passata anche Mystique (continua a passare tanto tempo senza che riesca a vederla, e questo è ciò che di questo concorso mi pesa di più, credo). È passata, più di una volta, Rossella – sempre con al seguito splendide fanciulle imbavagliate o al guinzaglio, anch’esse pronte a votare per me… e a un certo punto è apparsa anche Astor, il famoso e gentilissimo puntino verde di quando non la conoscevo di persona e la ritenevo solo un ostacolo al mio desiderio di scrivere un IM alla sua amata. E poi c’è stata una vera sfilata di amici da Stonehaven: a cominciare dal proprietario Dirk Massiel, che in questi giorni mi sta raccontando di come abbia conosciuto nella vita reale la mitica Lorelei di Bedroom Bondage – e che mi ha passato sottobanco alcune foto inedite che le ha scattato ai tempi della loro frequentazione, quando l’ha legata (ed è stato legato da lei) nella vita reale. Dirk ha promesso di presentarmi l’avatar di Lorelei – su Second Life Lorelei Mission, tenutaria del Bondage Ranch e non sto più nella pelle… se lei mi desse il permesso, mi piacerebbe pubblicare qualcuna delle foto di Dirk qui sul blog. All’epoca lei gli aveva fatto promettere di non pubblicarle se non dopo la sua morte, ma poi è diventata una modella bondage molto nota, e ora una produttrice di ottimo materiale bondage, e magari il divieto può considerarsi caduto… Tuttavia mi asterrò dal pubblicare alcunché fino a quando non avrò la certezza di essere autorizzata a farlo.

Ha votato per me BlackBear Babii, la mia Mistress dislessica di forse dieci giorni, a cui mi ero concessa tanto tempo fa, quando piangevo per la prima volta la cattura di Mystique da parte di Jaron. Ha votato per me Useme Offcourse, cui avevo promesso che, per una volta, non l’avrei legato (e che ha commentato un po’ sardonicamente che questo concorso per me era praticamente una prigione all’aperto – un commento un po’ insolente da parte di un Moneypig… ma gliela faccio pagare appena riesco a mettergli le grinfie addosso). Bunny è passata con un giorno di ritardo (ieri era in punizione per aver “dato per scontata” la sua Mistress, Pirate Russell) e ha portato con sè quattro o cinque amichette, tutte ammanettate e tutte pronte a darmi il loro voto. Grazie, Bunny, sei una vera amica.

83cfc76d7472faeba47d8c6d1fc01013.jpgFra le visite più bizzarre che ho ricevuto, quella di Teck Paine, quel simpatico cagnolino un po’ indiscreto che appariva già in una foto risalente alla mia prima cattura da parte di Isabel e che da allora non avevo più incontrato. Teck è comparso trotterellando ed è rimasto a lungo a tenermi compagnia dopo avermi dato il suo voto – a quanto pare, su Second Life, il suffragio è veramente universale e anche un cane può  permettersi di fare scelte importanti. Teck è piaciuto molto, mi è parso, anche a Rossella, che gli ha dato qualche affettuosa grattatina sulla testa prima di salutarlo.

A trovarmi è passata anche Mudlark Burns, in questi giorni impegnata in una sorta di missione per conto della sua amata dominatrice Halle Westland – che l’ha chiusa in un attillato costume da catwoman e ha chiesto a dieci delle sue amiche più care di fotografarsi in compagnia di Mud nello stato in cui si trova in questi giorni, e spedirle il risultato insieme a una notecard. Il materiale finirà in un libro che Halle sta preparando e che, a quanto ho capito, sarà offerto in dono a chi ha partecipato al progetto. Sono orgogliosa di poter dire che anche io faccio parte della decina, e conto di pubblicare qui, in un prossimo post, le foto e il mio contributo all’opera cui Mudlark affida la sua immortalità artistica!

Più tardi si è fatta vedere (e ha votato) anche Moondog Merlin, cara amica di Mudlark e talentosa scripter che vende, da qualche tempo, un plugin battezzato Jolt. Ci torneremo sopra prossimamente anche perché finora l’ho potuto provare – e brevemente – solo su Useme… ma come anticipazione posso dire che consente a chi ha le chiavi delle tue manette di mandarti qualche scarica elettrica punitiva ogni volta che pronunci determinate parole proibite (o che non ne pronunci alcune obbligate, tipo “Mistress” o “Sir”), ogni volta che cerchi di liberarti da un legame, o anche ogni volta che gli gira di darti una scarichetta tanto per gradire.

5579edbda665b1882c17e270da0525bb.jpgHo conosciuto parecchi nuovi italiani, alcuni dei quali mi hanno concesso il loro voto – qualcuno in cambio della mia disponibilità a cambiare posizione, altri chiedendomi di sorridere o di smettere di farlo, altri ancora pretendendo di vedermi con un bavaglio in bocca (parlo troppo, eh? lo so), qualcuno esigendo di essere aggiunti come “amici”. Uno solo, finora, ha voluto di più e mi ha fatto sudare il voto fino all’ultimo. Si chiama Artic Spyker e, una volta ottenuto il controllo degli script del mio collare (che ho nascosto nel fiore che indosso sempre) mi ha costretto in pose piuttosto imbarazzanti e ha manifestato l’intenzione, a concorso finito, di rintracciarmi e darmi una sonora lezione che mi faccia passare la voglia di cedere, ogni tanto, alle mie tentazioni dominanti – quelle tentazioni che per Rossella sono destinate a crescere fino a predominare sul mio atteggiamento fino ad oggi. Staremo a vedere cosa succederà, anche perché Jaron mi ha confermato di non avere alcuna intenzione di lasciarmi andare tanto presto.

Tengo per ultima la notizia per me più eccitante, ossia la comunicazione da parte di Marine Kelley che il Banishment Program per il quale ho fatto da cavia nei primi giorni di questo blog sta per entrare nel vivo della sua esistenza commerciale… e che in seguito alla nostra esperienza, noi dieci vittime siamo le migliori candidate a parteciparvi come Operator – ossia come chi tiene le chiavi ed esercita il controllo, nel bene e nel male, di chi indossa il banesuit. Seguendolo a distanza, assicurandosi che si comporti bene, imponendo le punizioni quando necessario (l’hai letto, il romanzo Eudeamon? maledizione: provvedi subito!). Poiché il banishment sarà un servizio a pagamento, esserne l’operatore sarà addirittura un lavoro pagato – ma è chiaro che non lo farò per i soldi, come non è per i 1000 L$ di premio che sto partecipando al concorso di Villa BDSM. Il diavoletto dominante che si nasconde in me non vede l’ora di avere nelle grinfie qualche incauto esploratore dell’isolamento più completo. E fargli, o farle, provare, il delizioso inferno del mondo dei bane.

01438e7cffb38d1e3ff9e6de1dc24e3c.jpg14bfead18dedf421987973c11edac07d.jpg7659b5b6a488f36de35a15a6f83777d8.jpgÈ tempo, per me, di tornare online e guadagnarmi, se possibile, qualche altro voto. Per chi fosse così gentile da voler votare per me, ecco le istruzioni dettagliate per raggiungere la mia Vote Box e aiutarmi ad arrivare prima.

1) Collegati a Second Life (se necessario, creando un account gratuito: suvvia, ci vuole pochissimo) e recati a Villa BDSM.

2) Dal punto in cui atterri, fai qualche passo avanti, verso l’edificio grande, e gira a sinistra seguendo le indicazioni per il concorso.

3) Chiedi a qualcuno dei presenti, di quelli che indossano la tag VILLA BDSM di aggiungerti al gruppo, in modo che tu possa votare. Quando ricevi l’invito (che è gratuito) accettalo.

4) Entra nell’area del concorso – un ampio terrazzo in erba con balaustre in pietre grigie e svolta subitissimo a sinistra. La mia Vote Box è la prima che trovi, a terra, nell’angolo sinistro. Non puoi sbagliare: c’è su il mio nome, Winthorpe Foghorn Zinnemann. Cliccaci sopra. Udirai in chat conferma che il voto è stato registrato. Missione compiuta.

Ti prego, vota per me. Aiutami a essere la prima fra le ragazze di lattice di Villa BDSM.

(Prossimamente: Mystique, il primo incontro)

La ragazza di Latex

A quarantott’ore dalla fine della campagna elettorale, c’è ancora qualcuno disposto a stare ad ascoltare chi chiede un voto? Temporaneamente libera dalle mani di Jaron, partecipo a un concorso per la più bella Latex Girl di Villa BDSM. Mi daresti il tuo voto?

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Mentre l’altra sera Jaron completava la gabbia intorno a me, è giunta per me l’ora di scollegarmi, e in seguito non sono più tornata su Second Life. Ricollegandomi, ieri mattina, la gabbia era stata completata e Jaron era lì ad aspettarmi. Mystique no, purtroppo: lei la trovo online solo quando mi collego la sera tardi. In compenso, a curiosare nei paraggi è venuta Aimee Riptide e c’è mancato poco che Jaron non aggiungesse anche lei al suo harem (una sorta di esperimento sociale che sta preparando per vedere come si sviluppa una piccola comunità di sub perfettamente isolata da tutti gli altri – dice lui). Abbiamo fatto due chiacchiere, e Aimee è parsa molto interessata al concorso per la miglior ragazza vestita in lattice organizzato da Villa BDSM, la land di Cielo Robbiani e Gloria Oppewall. Le ho passato l’indirizzo, e più tardi ho saputo che anche lei si era iscritta. Sarà un concorrente temibile, temo.

7cae3b7adacba1f18f4b0069707ae910.jpg32572981795aa5c75e26cad14c04780c.jpg Quando Aimee se n’è andata, sono rimasta di nuovo sola con Jaron e abbiamo parlato ancora. Di Mystique, ovviamente. È una strana situazione, la mia: anche se sono prigioniera di Jaron, credo di averci scambiato troppe confidenze per provare realmente una qualche emozione. Lo capisce bene anche lui quando mi dice: “I probably confide in you too much mystique wise to make you feel truely captive anyhow” (Traduco? Traduco: Probabilmente mi sono confidato troppo con te a proposito di Mystique perché possa farti sentire davvero mia prigioniera). E forse anche per questo, visto che la nostra amica è offline e lo sarà per tutto il giorno, all’improvviso Jaron mi slega… intasca le chiavi delle mie manette e me le fissa sul corpo, lasciandomi tuttavia libera di interagire e di muovermi. Perché sa bene che, quando chiamerà, io dovrò andare – non per lui, ma per Mystique.

Jaron sta cercando di ridurmi a un paio di legami particolarmente resistenti, contando sul fatto che per amor mio Mystique rinuncerà del tutto a fuggire. E sa di poterselo permettere perché io ho bisogno di starle vicino, almeno in questo periodo. E quindi tornerò allo skybox nel cielo di Snark non appena lui deciderà di richiamarmi. Vorrà ben dire qualcosa se, in ventiquatt’ore, non ho mai tentato di togliermi queste manette, che pure non mi danno alcuna emozione di cattura. Sono libera di partecipare al concorso di Villa BDSM, ma non di giocare liberamente con chi mi pare, perché le chiavi non le ho più io.

E parliamo del concorso… mi verresti a votare? Dico proprio a te che mi leggi: ho bisogno di tutti i voti che posso raccogliere, perché al concorso partecipano altre 22 ragazze molto belle, e tutte sono piene di amici. Se hai un account su Second Life, ti prego, collegati adesso e vieni a questo indirizzo: dovresti materializzarti proprio accanto alla box da cliccare per darmi il tuo voto (il mio nome lo sai, no? Winthorpe Foghorn Zinnemann). Se sono online, vieni a salutarmi… e se non ti piace quello che indosso, o se hai qualche altra richiesta che posso esaudire, non esitare a parlare… dovrei mettere un bavaglio? Un casco da bane? Una benda sugli occhi? Un abito più coprente – o più audace? Sono lì per te, pronta a quasi tutto per ottenere un voto.

Altrimenti, se vieni a darmi il tuo voto in un momento in cui non sono collegata… beh, il mio cubo è il primo che trovi, sulla sinistra, entrando nel recinto dove si sta tenendo il concorso. Basterà che tu ti faccia iscrivere (gratuitamente) al gruppo “Villa BDSM” e poi ci faccia un clic sopra. Ti ringrazio in anticipo, ma se vuoi che possa esprimere meglio la mia gratitudine segnalami il tuo passaggio e il tuo voto inviandomi un IM, oppure scrivendo un commento a questo post. E passa voce, per favore: avverti gli amici e le amiche, mandami qualcuno, aiutami a vincere. Domani, giovedi’ 10 aprile, vedo di postare qualche foto scattata nel primo giorno del concorso e qualche aggiornamento su come sta andando.

(Prossimamente: 23 ragazze, tanti amici e il ritorno di un adorabile cagnolino)

Nelle mani di Jaron

Basta un’amica distratta o maliziosa. Basta un momento di esitazione. E ti ritrovi in una nuova gabbia, con sbarre che non puoi spezzare. Perché non sono fisiche.

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Ho scattato la foto qui sopra mentre volavo, trascinata da un guinzaglio, verso una skybox nata da pochissimi giorni nei cieli di Snark, l’isola di Psi Merlin situata a sud di Stonehaven. Il puntolino nero che chi aguzza la vista intravede sopra di me è Jaron Bailey, il mio catturatore. E il solo uomo che, nella mia breve vita su Second Life, io abbia odiato con tutte le mie forze, anche prima di quella volta che mi ha colta, come uno stupido fiorellino, nella prigione di Ratmaw. Ma è colpa mia: colpa mia che qualche giorno fa mi sono lasciata andare a qualche confidenza di troppo. Per il piacere di parlare di Mystique.

Mystique. Mystique. Mystique Aeon. Sempre lei: la mia ossessione di un tempo che sembra infinito e che in realtà, se rifletto sui pochi mesi attivi che ho passato su Second Life, si riducono a ben poca cosa… ma Second Life ha questo potere, di condensare molto in poco, di accelerare le emozioni e i rapporti, amplificandoli oltre ogni logica, anche all’interno di quello che inizialmente consideravi soltanto un gioco. Mystique, che di cui ormai è giunto il momento di parlare a lungo, e ripetutamente. Mystique, che mi ha fatto fare sciocchezze e follie, prima senza saperlo, poi – credo – consapevolmente. Mystique, la sub perfetta che in realtà domina i suoi dominatori con una mano ferrea. Mystique, che tutti vogliono proteggere, prima dai suoi aguzzini, poi da se stessa. E che invece proprio per questo forse è, fra le persone che conosco, la più pericolosa.

2323b994f157d4f468bf48b6470fc15f.jpg23b0b9c06d4d7a68888c8e2e5d433887.jpg10d65f7509a65909c8ebd79ba4b5a04b.jpgPensavo a lei, ieri sera, anche dopo l’emozionante mia chiacchierata con Rossella… mentre ero nella mia torre del faro, per non aspettare in mezzo alla gente che il Curfew mi comandasse di tornare all’ovile ma, una volta tanto, farmi trovare pronta. Pensavo a Mystique e dalla torre sono scesa, per un attimo, alla gabbia dove Jaron l’ha tenuta a lungo alcuni giorni fa… la stessa gabbia davanti alla quale, nel giorno di Bunny, ero rimasta a parlare a lungo con Jaron del suo e del mio rapporto con Mystique, fino a quando Moss non ci aveva raggiunti.

Mi sono fermata davanti alla gabbia per qualche minuto e pochi istanti dopo Jaron è piombato in volo come un falco: “Strano posto per gironzolare”, ha commentato sardonico, al che io gli ho risposto che volevo solo vedere se per caso Mystique fosse di nuovo lì – nonostante sapessi che da qualche giorno Jaron ha trasferito lei e Sylvine Fouroux in una nuovissima skybox di legno a qualche centinaio di metri sul livello di Snark. Vaglielo a spiegare, a un uomo, che mi piaceva guardare la gabbia e pensare alla mia amica, che in quel momento era offline, immaginando di starle vicina. E infatti, Jaron ha aggiunto, con un ghigno, che se quella gabbia mi piaceva tanto sarebbe stato felice di ospitarmici.

Mi sono tirata indietro, ovviamente, ma non avevo fatto i conti col suo occhio di predatore. E con la distrazione, o la malizia, di Bunny, che salutandomi l’altra sera si era dimenticata di disattivare la funzione del Nasty che mi proibiva di recuperare le mie chiavi, anche quando le manette sono aperte. In un battibaleno, Jaron mi ha chiuso le manette sui polsi, poi è partito in volo, trascinandomi nella prigione volante dove Mystique passa da qualche giorno tutto il suo tempo. Fasciata strettamente dal lattice del banesuit di Sable Janus, e con la testa imprigionata da un casco che la costringe a ripetere continuamente formule di sottomissione a Jaron. Di cui, ormai, nel suo profilo, afferma di essere proprietà assoluta.

Nella skybox di Jaron non c’era nessuno. Dopo aver assicurato il guinzaglio a un anello fissato nel muro, mi ha frugata senza tante cerimonie facendomi cacciare le chiavi delle cavigliere e costringendomi in ginocchio davanti a lui. Poi ha cominciato a costruirmi intorno una gabbia di legno, raccontandomi con tono trionfante i suoi piani per il mio futuro: da ora in poi intende tenermi lì assieme a Mystique, per tenerle compagnia… ma poiché sa che io ho la tendenza a scappare appena resto incustodita mi ha annunciato un piano che dovrebbe rendere la mia cattività molto più irreversibile di quanto non sia stata finora. Jaron punirà Mystique per ogni mia disobbedienza, avvertendola che la causa della punizione sono io… e viceversa.

“Questo è un ricatto!”, ho esclamato indignata. “Lo è”, ha risposto lui sorridendo, “funzionerà?”

(Prossimamente: La ragazza di Latex)

Quattro chiacchiere con Rossella

Una conversazione sul bondage, da troppo tempo rinviata, con Rossella Pintens, talent scout di sub e non, signora dei puntini verdi, incontrata nel caos del Bondage Ranch di Lorelei Mission.

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Quando ho scritto il primo post di questo blog, ho detto che uno dei miei obiettivi nel tenere un diario online della mia esperienza su Second Life era anche quello di provare a capire meglio perché mi piaccia tanto frequentare le aree tematiche del BDSM. Poi, sarà stata la voglia di raccontare le avventure, sarà stato il bisogno di spiegare una serie di cose che non potevo dare per scontate… fatto sta che non so quanto, in queste prime due o tre settimane, mi si siano chiarite le idee.

Non dico che ciò sia accaduto oggi, ma la conversazione di cui riporto un estratto qui sotto mi è servita un poco per fermarmi a riflettere. Conosco Rossella solo da lontano: ci siamo incontrate una volta a Pak e siamo rimaste in contatto, ma poi ho, non so bene perché, cercato di farla incontrare con Samy80, e sono subito volate le scintille. Un po’ per questo, un po’ perché lei divide il suo tempo fra un piccolo gruppo di sub e la sua Astor Robbiani, ci siamo viste molto di rado, limitandoci a qualche sporadico scambio di IM, bavagli permettendo.

Di Rossella ho citato già una volta qualche battuta – e lei ha protestato ripetutamente accusandomi di aver frainteso la sua posizione sulla famosa escapologia. Ecco qui l’occasione per una rettifica dalla sua viva voce, all’inizio di una conversazione che, almeno per me, è stata interessante. Non dico rivelatrice, non dico di essere d’accordo con tutto quello che dice lei. Interessante.

[2008/04/07 4:24]  Rossella Pintens: un giorno ti parlero’ di tante cose che ti voglio dire a proposito del tuo bondage e del bondage in generale
[2008/04/07 4:24]  Rossella Pintens: mi è dispiaciuto quando hai pensato che io snobbavo l’escapologia, o che la guardassi dall’alto in basso
[2008/04/07 4:25]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Mi spiace… mi era parso che fosse cosi’…
[2008/04/07 4:25]  Rossella Pintens: non era vero
[2008/04/07 4:27]  Rossella Pintens: riguardo al bondage, io purtroppo ci mischio un po’ di sentimento e di amore
[2008/04/07 4:28]  Rossella Pintens: nel senso che per me  è un gesto intimo, che si sublima se fatto con la donna con cui sto
[2008/04/07 4:29]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Totalmente d’accordo… solo che quando non hai qualcuno con cui “stai” finisce che sei un po’ obbligata a giocartela in modo piu’ occasionale. Per quello a volte un po’ vi invidio
[2008/04/07 4:30]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Spesso mi capita di trovarmi a dominare perche’ non trovo una persona che mi sembra una potenziale dominatrice
[2008/04/07 4:30]  Rossella Pintens: tutto giusto
[2008/04/07 4:30]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: E perche’ non cerco una dominatrice fissa… forse non sono pronta… non so davvero
fb3e44c7c2360de9b5c175b7ab5dc905.jpg [2008/04/07 4:30]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Ero pronta a sottomettermi a Claven per stare vicina a Mystique…
[2008/04/07 4:31]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Ma poi lei si e’ fatta cacciare… so di aver perso un’occasione e anche la sua Mistress mi ha detto di rimpiangere di non avermi acchiappata quando poteva farlo
[2008/04/07 4:31]  Rossella Pintens: forse non sei pronta
[2008/04/07 4:31]  Rossella Pintens: ma ricordati che a me scatta anche la fase opposta quando ho una relazione
[2008/04/07 4:31]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: La fase opposta?
[2008/04/07 4:31]  Rossella Pintens: si il lato
dom e il lato sub convivono in un mix eplosivo

[2008/04/07 4:33]  Rossella Pintens: puo’ darsi capiti anche a te
[2008/04/07 4:33]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Credo sia inevitabile, forse, si’… lo vedo in Moss e Chriss, in Challenge e Tat1ana… anche un pochino in due niubbe come me e Samy… anche se entrambe stiamo ancora cercando di capire cosa siamo…
[2008/04/07 4:33]  Rossella Pintens: io comunque una cosa che volevo dirti, e che ti ho già detto più volte… è che per me non sei
sub, e vedrai che ci arriverai
[2008/04/07 4:34]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Sai che davvero non so?
[2008/04/07 4:35]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Eppure essere rapita, contro la mia volonta’, mi emoziona MOLTO piu’ di quando sono io a imporre la mia volonta’ su qualcuno o qualcuna…
[2008/04/07 4:35]  Rossella Pintens: a te emoziona il gesto in funzione della voglia di scappare che hai dopo
[2008/04/07 4:35]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Nella vita reale sono orgogliosa… se mi dicono di fare una cosa mi viene l’impulso di disobbedire… ma su SL finisco quasi sempre per obbedire…
[2008/04/07 4:36]  Rossella Pintens: nulla di nuovo
[2008/04/07 4:35]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: E la voglia di scappare… vero, c’è…
[2008/04/07 4:36]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: …ma c’è sempre la speranza che chi mi ha presa riesca a fermarmi in tempo
[2008/04/07 4:36]  Rossella Pintens: questi non sono risvolti sub
[2008/04/07 4:36]  Rossella Pintens: ma forse maso
[2008/04/07 4:36]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Deve essere bisogno di attenzione
[2008/04/07 4:36]  Rossella Pintens: infatti
[2008/04/07 4:37]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: La fuga come punizione per chi mi ha catturata per non aver saputo tenermi sotto. Questa sensazione la provo, si’…
[2008/04/07 4:38]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Non mi hai saputo tenere prigioniera? Bene, io ti faccio trovare la gabbia vuota e le manette per terra
[2008/04/07 4:38]  Rossella Pintens: comunque sei molto
dom
[2008/04/07 4:38]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Pero’ nulla mi farebbe piu’ felice, almeno al momento attuale, di essere riacchiappata all’ultimo e rimessa a posto
[2008/04/07 4:39]  Rossella Pintens: forse è desiderio di un qualcosa di diverso il tuo, ma la cosa rischia poi di rimanere fine a se stessa
[2008/04/07 4:39]  Rossella Pintens: chiediti il perché di questo tuo desiderio
[2008/04/07 4:40]  Rossella Pintens: non posso credere che ti piaccia quello infunzione di quello e poi ancora e ancora… in una catena infinita di fughe e ricatture che si susseguono
[2008/04/07 4:40]  Rossella Pintens: secondo me c’è un perché
[2008/04/07 4:40]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Eh… il blog doveva nascere soprattutto per quello… ogni tanto mi perdo nell’aneddotica… ma l’idea e’ capire perche’ mi piace fare questo
[2008/04/07 4:41]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: E le fughe ripetute, e’ vero, sono una palla, dopo un po’
[2008/04/07 4:41]  Rossella Pintens: hanno un motivo e un perché
[2008/04/07 4:41]  Rossella Pintens: intanto si fugge dalla persona sbagliata e dalla situazione sbagliata
56fff4bd5e8d521b7324ee82e6aa5ff9.jpg [2008/04/07 4:41]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Infatti sono sempre li’ che mi rendo le cose piu’ difficili, che aggiungo plugin, che studio come rendermi piu’ indifesa
[2008/04/07 4:41]  Rossella Pintens: se invece si reputano giuste persone e situazioni, si vuole essere riacchiappate e continuare questo tira e molla
[2008/04/07 4:42]  Rossella Pintens: questa situazione E’ una sorta di relazione
[2008/04/07 4:42]  Rossella Pintens: che tu alla fine tronchi piantandola perché ti sei stufata “di lei”
[2008/04/07 4:43]  Rossella Pintens: e fuggendo definitivamente
[2008/04/07 4:43]  Rossella Pintens: finché la continui “ci stai assieme”
[2008/04/07 4:43]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Quindi e’ come se al momento io avessi paura di una relazione fissa… magari per paura di sentire, un giorno, che voglio “piantarla”?
[2008/04/07 4:43]  Rossella Pintens: Sì. Tu “sposti” tutti i contenuti della relazione sentimentale nella relazione bondage: fuga ricattura
[2008/04/07 4:44]  Rossella Pintens: È una traslazione, una sostituzione. Io invece le mischio proprio
[2008/04/07 4:45]  Rossella Pintens: Dai…forse è meglio… c’è più sale
[2008/04/07 4:46]  Rossella Pintens: vedi anche il modo di affrontare il bondage come gara, competizione, team – tipo le macchine dei rally “Racing Team”, la tuta, la bandiera a scacchi
[2008/04/07 4:47]  Rossella Pintens: mi vede lontana
[2008/04/07 4:47]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Beh, quello lo capisco… io lo considero un intermezzo, non una vera emozione. Se fosse tutto solo quello, beh, avrei lasciato il BDSM virtuale da molto tempo
[2008/04/07 4:48]  Rossella Pintens: lo spero bene
[2008/04/07 4:48]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: E’ un gioco, una versione giocosa di qualcosa di potenzialmente emozionante
[2008/04/07 4:48]  Rossella Pintens: forse si, ma non ti togliere emozioni
[2008/04/07 4:48]  Rossella Pintens: continuando cosi’ lo fai secondo me
[2008/04/07 4:49]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: L’emozione piu’ forte l’ho avuta quando Samy mi ha tenuta due giorni dentro il banesuit
[2008/04/07 4:50]  Rossella Pintens: infatti, non avere paura di lasciarti andare
[2008/04/07 4:50]  Rossella Pintens: “mi ha tenuta”
[2008/04/07 4:50]  Rossella Pintens: lo vedi?

Ecco.

(Prossimamente: Nelle mani di Jaron)