Real Restraints

Nelle sim italiane sono ancora in pochi a conoscere e usare i prodotti della Real Restraints di Marine Kelley. Prima parte di una piccola guida di servizio per chi vuole saperne di più, con un accenno preliminare al Restrained Life Viewer.

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Qualche anno fa circolava, nelle mailbox, l’annuncio più o meno umoristico di un terribile virus albanese per PC. Un virus che consisteva solo nel testo che segue:

In questa momenta voi avere ricevuto “virus albanese”.
Siccome noi nela Albania no ha esperienza di softuer e programmaziona, questo virus albanese funziona su principio di fiducia e cooperazione.
Allora, noi prega voi adesso cancela tutti i file di vostro ar disc e spedisce questo virus a tutti amici di vostra rubrica.
Grazia per fiducia e cooperazione.

2259f366a632685d4b5cb955dc48ef5c.jpgee109b17c0c903bae736d48f8fd36717.jpg Paura? Immagino di no. Eppure, nel mondo BDSM di SL, capita spesso di trovare dominatori che si propongono come il virus albanese: accostando qualcuno e cominciando a dare una serie di comandi (Spogliati! In ginocchio! Tieni le mani dietro la schiena!) e aspettandosi che li eseguano immediatamente e senza discutere. Per qualcuno, situazioni come queste sono comunque molto eccitanti, ma parecchie aspiranti vittime sono scoraggiate dall’obbligo di fare da sè ciò che vorrebbero subire. Perché è vero che il roleplaying è sempre un elemento fondamentale, ma anche che sottomettersi a qualcuno perché lo si desidera e finché lo si desidera è molto meno emozionante che essere costretta a farlo, magari con metodi più convincenti. Il bello di trovarsi in un ruolo di sottomissione è proprio di non poter prendere l’iniziativa: ma di dover subire le decisioni di qualcun altro che ti controlla, che ti possiede come si possiede un oggetto. E che può aver cura di te ma anche scegliere di tormentarti, in qualsiasi momento, senza che tu abbia alcuna possibilità di reagire o di opporti. Qualcuno che ha in mano il tuo destino in modo assoluto, fino a quando gli gira così e nella misura in cui gli gira così.

Vivere un’esperienza del genere su Second Life non era facile, perché il sistema è studiato in modo da minimizzare il rischio che qualcuno possa imporre alcunché a qualcun altro. Era quindi necessario concordare passo per passo ogni comportamento. Così il dominante parlava e parlava e toccava al succube eseguire, eseguire, eseguire… indossando questo o quello, togliendosi questo o quello, mettendosi e poi restando ferma nella posizione richiesta. Ci voleva, insomma, molta buona volontà da parte della vittima – e a volte ce ne voleva davvero troppa per assaporare davvero il piacere della sottomissione. Poi Marine Kelley ha inventato le manette Real Restraints e tutto è cambiato, e di molto. Perché da quel momento è diventato possibile per chiunque prendere il controllo di qualcun altro, purché la potenziale vittima indossi un oggetto che sia stato reso Lockable.

Il Lockable System è uno script che permette di “bloccare” un oggetto sull’avatar di qualcun altro. Questo script è contenuto in tutti i prodotti della Real Restraints: manette, catene pesanti, cinture, corde shibari, bavaglio a pallina, benda per gli occhi – e ovviamente il casco del banesuit. In circolazione ne esistono ormai molte imitazioni, alcune ottime e altre decisamente non all’altezza. Io, per quel che mi riguarda, ho acquistato fin qui solo la roba di Marine, con una eccezione solo per il banesuit di Sable Janus (che è ottimo ma che, ovviamente, è un giocattolo rispetto alla esperienza offerta dal Banishment Program). Nelle righe che seguono mi limiterò a parlare di quello che conosco bene, riassumendo in breve quello che i Real Restraints sono in grado di fare – e soprattutto di far subire.

b3b9a51b5ce9818a6627005875597704.jpg463014873e6a826418e8cd0aa6c79d63.jpg6536f015f1c7373729d6157eea944c2f.jpg Prima di tutto, quando una persona fa clic su un legame che sia Lockable-enabled, in alto a destra sul suo schermo le compare un menu blu che consente immediatamente di capire:
– Chi ha la chiave in quel momento
– Quante volte l’oggetto è stato staccato senza permesso
– Da quanto tempo l’oggetto è chiuso (solo se è chiuso)
– Il tempo che manca sul timer (solo quando è stato messo un timer)
– Il record di durata fino a quel momento
– Numero delle fughe: il totale delle volte che la persona ha saputo liberarsi dai legami
– Il record di velocità: il tempo più breve totalizzato per liberarsi

Va notato che se l’avatar che indossa l’oggetto può sempre cliccare per attivare il menu, gli altri devono trovarsi ad almeno 3 metri di distanza – questo per rendere la cosa più realistica ed evitare tele-furti di chiavi. Perché, ricordiamocelo, indossare questo tipo di legami è, di fatto, un invito al roleplay: quando qualcuno ti ruba le chiavi si considera, in effetti, che sia lui a metterti indosso quelle manette, corde o quant’altro. E infatti la maggior parte di questi oggetti sono progettati in modo da essere invisibili fino a quando qualcuno ci fa clic sopra. (Invisibili? chiederà qualcuno, e allora io come faccio a vederli? Risposta: cliccate ctrl+alt+T e abilitate gli oggetti trasparenti, che vi appariranno in rosso).

Il menu di base degli oggetti Lockable offre queste possibilità:

Lock: chiude l’oggetto a chiave e inizia a contare il tempo. In genere a questo pulsante se ne affiancano altri che impongono all’avatar una determinata animazione, che consente a chi chiude il legame di costringere la vittima in determinate posizioni (mani davanti, mani dietro, gomiti liberi, gomiti serrati…)
Unlock: apre l’oggetto liberando la vittima. E rimette a posto le chiavi, rendendole disponibili ai malintenzionati, come si è visto ad esempio in Win finisce in Gloria
Take Keys: preleva le chiavi, impedendo a chiunque altro di manipolare l’oggetto. Se a prelevarle è chi indossa l’oggetto, beh, nessun altro può manipolarlo. Se le chiavi vengono rubate da qualcun altro, nessuno è in grado di prelevarle fino a quando non vengono restituite (a meno di effettuare un reset, che però azzera i tempi registrati e i record). Esiste però un modo con cui chi indossa le manette può recuperarle: chiuderle (mediante il pulsante Lock) e poi cercare di liberarsi dimenandosi e contorcendosi. Come sa chi ha letto il mio post sul Bondage Ordeal, tuttavia, può volerci parecchio tempo. Se le chiavi sono state prelevate da qualcun altro in precedenza, chi clicca sulle manette (o altro) si sentirà rispondere “Sorry, pincopallo, you can’t manipulate pallopinco’s handcuffs (o altro)
Leave Keys (accessibile solo a chi è attualmente in possesso delle chiavi): rimette le chiavi a posto consetendo a chiunque, nel raggio di 3 metri, di impadronirsene
Reset: poco da spiegare, resetta l’oggetto e azzera tutto. Può farlo solo chi lo indossa, e in genere lo si considera un imbroglio! Per giunta, il reset annulla tutti gli eventuali record precedenti e quindi è un peccato eseguirlo, salvo che si tratti di un caso di emergenza
No timer: azzera l’eventuale timer
+30 mn: aggiunge 30 minuti (di prigionia online) al timer
+3 h: aggiunge 3 ore al timer
Tug, Squirm, Struggle, Examine (solo per chi indossa l’oggetto, quando questo è chiuso): consente, con molto impegno e parecchio tempo, al prigioniero di liberarsi. Nei miei mesi passati su Second Life sono diventata bravina a spiegare come si gioca, e in genere sono a disposizione per dare a chi lo desidera qualche lezione. Ma attenzione, perché la lezione prevede che lo studente mi conceda l’uso delle sue chiavi, e qualche volta potrebbe venirmi voglia di approfittarne.

ee00daddae23926f31e61491f663af71.jpg Molto in linea di massima, la possibilità di fuga dipende da un sistema complesso di tentativi di indovinare una combinazione di mosse – che cambia ogni volta che il meccanismo di chiusura viene fatto scattare [AGGIUNTA del 10 Luglio 2009: Un’ottima spiegazione, scritta da Costanza Franizzi e altri commentatori, la si trova nei commenti al post A volte ritornano]. A seconda del legame, la forza costrittiva varia… da Bondage Expert, io ci ho messo dalle tre ore alle dieci ore per liberarmi dalle shackles e, ogni volta, il tutto dipende molto dalla fortuna. Per giunta se, mentre ti dibatti, chi ha le tue chiavi arriva lì e ti dà un ritocco alla serratura, tu sei da capo a quindici e riparti da zero. Diciamo quindi che una (o un) dominante che ogni tre o quattro ore viene a controllare come stai andando coi tentativi di fuga ha buone possibilità di tenerti in schiavitù per sempre.

E per schiavitù, se il (o la) dominante si mette a smanettare coi plugin, si intende una serie di restrizioni piuttosto serie. Ne parliamo in un prossimo post, d’accordo?

 

(Prossimamente: In balia di Belias)

Real Restraintsultima modifica: 2008-05-15T11:35:00+02:00da winthorpe
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13 pensieri su “Real Restraints

  1. Se nn l’avessi fatto tu l’avrei fatto sicuramente io, nn col la tua dovizia :) Ci sono molti italiani la fuori che sicuramente apprezzeranno questo articolo, brava complimenti. Non ci far aspettare troppo il resto, ciao
    P.S mi spiegheresti bene quali sono i sistemi per rientrare in possesso delle chiavi se qualche buontempone “si scorda” di restituirle?
    Gianka

  2. Gianka, felice che il post sia stato utile a qualcuno. Molto presto provvedo a scrivere qualcosa sui plugin, e poi un post esteso sul RL o RR Viewer. Sono un po’ presa, al momento, perché un’amica mi ha fatto prigioniera e sembra intenzionata a fare la bastarda fino in fondo! Come anticipazione, per recuperare le chiavi se qualcuno si e’ “scordato” di restituirle ci sono due metodi, uno “legale” e l’altro no. Quello illegale – possibile solo col viewer standard – è di resettare i legami. Devo fare una prova appena possibile per verificare se sia possibile, perché non ne sono certissima: ho un po’ una fissa di non barare mai. Il metodo legale è, semplicemente, di liberarsi da soli azzeccando, con molta pazienza, la serie esatta di “struggles”, “squirm” e “tug” (rispettivamente: lottare strenuamente, divincolarsi e tirare leggermente). Ogni legame, una volta chiuso, genera una lista. Il numero dei tentativi è sempre lo stesso (un tot di struggle, un tot di squirm, un tot di tug) e anche la quantità relativa non varia (sempre x struggle, y squirm e z tug), ma l’ordine varia ogni volta che l’oggetto viene chiuso. In bocca al lupo, o alla Mistress, e arrivederci in-world… sempre se riesco a sfuggire alle grinfie di quella peste.

  3. Dopo aver letto l’intero sito, il libro di Evil Dolly (bellissimo) ed il contraddittorio fra te e Rossella, ecco la mia opinione di neofita.

    Faccio due assumptions:
    – il BDSM dovrebbe essere SSC (sane, safe, consensual)
    – il viewer ufficiale non si presta ad un gioco vero, in quanto richiede una collaborazione continua

    Detto ciò, comprendo l’utilizzo di un viewer alternativo per consentire una partecipazione più realistica.
    Capisco che questo possa generare delle situazioni come quelle descritte nei post sull’ordeal, pratica che non comprendo.

    Infatti, alla luce della prima assumption, lo slave accetta consensualmente di farsi porre delle manette ed accetta di mantenerle.. è quasi un’atto di amore.. non si vede per quale motivo debba cercare di liberarsi, visto che essendo consensuale, in qualsiasi momento deve essere in grado di poterlo fare tramite una safeword.

    Semmai, la gara dovrebbe evidenziare colei che ha più a lungo e dignitosamente mantenuto la posizione per la quale si era offerta spontaneamente.

    Questi furti di chiavi, pur essendo giocati su un piano solo virtuale e di conseguenza non pericoloso, non dovrebbero in teoria essere considerati una pratica SSC.

    Diciamo che quanto tu sperimenti trova la sua motivazione nel fatto che pone rimedio ai limiti dell’esperienza virtuale. Farei molta attenzione ad estendere la cosa alla RL, dove è vero che aumenta i livelli di esaltazione, quella sensazione alla bocca dello stomaco che le prima 20 pagine di Eudeamon mi hanno fatto sentire, ma aumenta anche i rischi.

    Un abbraccio (ovviamente strettissimo..)

  4. Caro Maurizio/New Vita, le tue riflessioni mi sembrano tutte fondamentalmente condivisibili, ma devo fare una piccola chiosa alla tua frase “il BDSM dovrebbe essere SSC (sane, safe, consensual)” e di conseguenza alle conseguenze del tuo ragionamento. Non dobbiamo dimenticare che qui stiamo parlando di Second Life e non di Vita Reale (o RL) e che anche l’uso del RR (o RL) Viewer, cui dedicherò un post quanto prima, non può che restare una finzione, una imitazione virtuale della realtà. E quindi, fondamentalmente, un gioco allo stesso modo in cui è un gioco usare il Viewer tradizionale: anche un prigioniero del RR Viewer non è mai realmente prigioniero, poiché è sufficiente non collegarsi a Second Life per recuperare la propria libertà all’istante.

    Ma proprio perché l’esperienza di Second Life è virtuale e alla fin fine rassicurante, non è affatto detto che tutti debbano per forza condividere l’assunto “sane, safe and consensual”. Nessuno rischia veramente, qui: nessuno può subire davvero quello che non desidera (giocare a) subire. E allora ecco che il rispetto assoluto per le regole sacrosantissime che tu riporti può anche essere messo da parte. Perché? Forse per compensare con un maggior pericolo virtuale l’atmosfera di sicurezza che ha inevitabilmente vivere una qualsiasi avventura su Second Life, sapendo di essere comunque al sicuro davanti al proprio computer, ad animare il proprio pupazzetto di pixel per farlo interagire con altri pupazzetti di pixel. Per favorire, se mi passi l’espressione pomposa, la sospensione dell’incredulità che sta alla base di qualsiasi forma di narrazione – da quella unidirezionale della letteratura e del cinema a quella interattiva di Second Life.

    L’Ordeal è, chiaramente, abbastanza distante dalla pratica del BDSM propriamente detto, è vero. È un’altra forma di gioco di ruolo, un modo per conoscere meglio e divertirsi con i prodotti di Marine – e magari per ammazzare il tempo quando non si è in vena di un roleplya più impegnativo. Magari per restare un po’ isolati, pur all’interno di Second Life, analogamente a (anche se in modo diverso da) quanto succede con il banesuit. Eppure ha elementi di BDSM molto evidenti, e non avrebbe senso escludere la connessione. La gara che tu suggerisci, quella sì, non avrebbe senso: se la sottomissione a qualcuno è una specie di atto d’amore, beh, misurarlo con un record non è possibile.

    Quanto alla safeword, beh, di nuovo: siamo su Second Life. Possiamo settare una safeword, ma sappiamo bene che qualora questa non venisse ascoltata da un master indegno di fiducia resta sempre la via di uscita dello scollegarsi dalla rete. O del barare. E allora, certo, forse sarebbe meglio una safeword… solo che fissarla in precedenza ufficializza in qualche modo la via di fuga fin dall’inizio, uccidendo gran parte dell’emozione. E sarebbe un peccato, non credi?

    In questi giorni io sono prigioniera di Belias. Non ho barato per togliermi dalle sue grinfie, ma avrei potuto allontanarmi in tanti modi legali – teletrasportandomi altrove quando mi ha lasciata senza guinzaglio, togliendole la possibilità di rintracciarmi sulla mappa e restando nascosta fino a quando non fossi riuscita a liberarmi dalle manette e recuperare le chiavi. Non l’ho fatto, ovviamente, per gli stessi motivi che mi hanno portata a diventare sua prigioniera, e di cui spero di parlare quando potrò aggiornare il blog.

    Annoto solamente che anche quando ero prigioniera di Gloria avrei potuto teletrasportarmi altrove e liberarmi con calma. E anche allora non l’ho fatto (l’ho fatto, mentre lei era offline, per vedere se era tecnicamente possibile, ma sono subito tornata).

  5. Comprendo quanto dici.

    Avevo infatti annotato che “quanto tu sperimenti trova la sua motivazione nel fatto che pone rimedio ai limiti dell’esperienza virtuale”

    In questo ambito capisco e condivido, e devo dire che, pur essendo sempre stato convinto di rispondere al mio profilo psicologico di ENTJ (v. http://www.personalitypage.com/ENTJ.html ), quanto ho letto qui in questi giorni mi sta facendo soffermare ad analizzare quella stretta allo stomaco di cui parlo qui sopra..

  6. Immagino che non saresti capitato nelle sim dove ci siamo incontrati se in quel profilo non ci fosse anche qualcosa che risuona con elementi che non sembrano farne parte. Come diceva qualcuno, ognuno di noi contiene moltitudini. Per fortuna.

  7. Scusa ma avrei una domandina tecnica e non mastico molto l’inglese, sono molto interessata al viewer alternativo “Restrainmen life”. E la domanda è la seguente:
    Deve essere utilizzato da entrambe? Mistress e slave o basta che lo ha solo una tipo la mistress?
    Grazie della disponibilità

    Jelena

  8. Ciao Jelena… la risposta breve è “no”, basta che a usare il Viewer di Marine (“Restrained Life”, ossia, potremmo dire, “Vita Legata”) sia chi indossa i legami. Il client, infatti, si limita a consentire da parte di alcuni script il controllo su chi lo utilizza.

    Detto questo, io sono convinta che una Mistress che voglia saper utilizzare bene questo strumento per manipolare meglio le emozioni della sua sub debba avere una conoscenza minima di quello che può fare… e sono del parere quindi che sarebbe meglio che lo usassero entrambe. Ma non è una necessità tecnica, diciamo così.

    Segnalo che esiste ancora una ulteriore versione, realizzata da Boy Lane e che si chiama “Cool Viewer”… Boy sostiene che è più stabile ancora di quello di Marine, ma si sa che “la civetta vanta i figli sua”… io fin qui ho usato solo il Restrained Life, ma di recente sto avendo qualche sporadico problemino e potrei prossimamente sperimentare anche quell’alternativa… che volendo si può scaricare qui:

    http://my.opera.com/boylane/blog/

    (Non metto il link diretto al post perché magari questo commento verrà letto anche fra qualche settimana, quando magari saranno uscite versioni più aggiornate… tanto vale quindi andare a vedere il blog di Boy e scorrere verso il basso fino a trovare il post coi link alla versione più recente)

  9. Sempre più interessante, :)
    un ultima cosa…
    dove trovo una guida con, che so, un elenco comandi di cose fattibili in italiano?
    Purtroppo non mastico molto l’inglese.
    Spero di poterti vedere in world in uno dei posti che segnali nel blog così ci si conosce anche.

    Ciao e grazie.

  10. Jelena, mmm… non saprei… un po’ di plugin li avevo descritti in un post successivo, questo:

    http://win.myblog.it/archive/2008/05/26/i-plugin-dei-real-restraints.html

    Andrebbe forse rivisto e aggiornato ma in questi giorni ho a stento il tempo di respirare (questioni di lavoro RL). Quando ho tempo, però, vedo di metter su un post che spieghi come funziona la nuova versione del Restrained Life che permette accesso alla cartella condivisa in un modo molto più efficace rispetto a quello descritto qui:

    http://win.myblog.it/archive/2008/06/26/le-cartelle-condivise-del-rlv.html

    Quanto al vedersi in-world, tempo RL permettendo, non vedo l’ora. Io so solo il tuo nome, però, quindi magari mandami un IM tu, così so come rintracciarti, okay?

  11. Felice di averti conosciuta e… mmm… di averti fatto “visitare” qualche assaggio del luogo dove lavoro adesso… Sei la seconda persona in una settimana che conosco in-world dopo che ci siamo lette sul blog (ma l’altra, un giovine baldanzoso che finora qui non ha scritto mai, è già da cinque giorni ben incatenato in una cella di Stonehaven). A prestissimo, in bocca al lupo per – beh, per le cose e persone che stai esplorando in questi giorni. Grazie per quello che mi hai raccontato e per quello che mi racconterai in futuro.

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