Nelle sim italiane sono ancora in pochi a conoscere e usare il Viewer Restrained Life (anche noto come Real Restraint Viewer) e quasi nessuno sa come scoprire chi invece lo utilizza. Una piccola guida per chi vuole saperne di più.
Per chi sta leggendo queste righe nello stesso momento in cui è collegato a Second Life: facciamo insieme un piccolo esperimento? Scegli un avatar di qualcuno che conosci e, in qualche modo, ti interessa, e mandagli via IM l’espressione “@version” (senza le virgolette), e aspetta qualche istante per vedere cosa succede. Se lì per lì non accade niente, probabilmente l’avatar ti risponderà incuriosito, chiedendoti che diavolo significa il messaggio sibillino che ha visto apparire nella sua chatbox. In quel caso, puoi scegliere se far finta di niente, minimizzare oppure ancora offrirgli il link diretto a questa pagina, in modo che possa capire cosa stavi cercando di sapere.
Ma se il destinatario è una persona seria, del tuo messaggio non si accorgerà nemmeno – mentre a te arriverà un IM automatico che dovrebbe dire qualcosa di questo tipo: RestrainedLife viewer v1.10.5.2 (SL 1.19.1.4). Traduzione: quella persona non sta usando il client standard, quello che si scarica dal sito di Second Life, ma una versione particolare modificata da Marine Kelley (con l’aiuto di Mo Noel per la versione Mac, quella che uso io, e di Loom Kish per quella Linux) che funziona in modo molto, ma molto, diverso. È il più volte citato visore Restrained Life, per brevità chiamato RLV (o RL Viewer), oppure anche RR Viewer per associazione con i Real Restraints. Ed è pensato per rendere più realistica, su Second Life, l’esperienza di ritrovarsi sotto il controllo di qualcun altro.
Col Restrained Life viewer, questa illecita via di fuga diventa, semplicemente, impossibile: la vittima è impossibilitata a togliersi di dosso gli oggetti che sono stati locked ed è costretta, se proprio vuole slegarsi, a implorare chi l’ha catturata, oppure a darsi da fare cercando di divincolarsi (sperando che il keyholder non arrivi in tempo a stringere di nuovo i legami prima che questi cedano).
È necessario, naturalmente, che gli strumenti costrittivi di cui si parla siano compatibili, vale a dire che siano stati realizzati seguendo alcuni parametri tecnici su cui non mi dilungo – sia perché non ne capisco quasi nulla io stessa, sia perché potrebbero interessare solo chi è già discretamente abile con gli script (costoro farebbero bene a dare un’occhiata ai post sull’argomento nel blog di Marine, e consultare la wiki da lei pubblicata sull’argomento), ed è chiaro che chi proprio vuole barare può sempre chiudere il client e ricollegarsi usando quello standard. Ma l’effetto emotivo è straordinario: manette, corde, collari – ma anche molte gabbie e altri generi di trappola – possono davvero restituire molte di quelle deliziose sensazioni di impotenza e di frustrazione che, sospetto, sono ben note a chi ha preso l’abitudine di leggere queste pagine.
Per ora, ecco qua tutte le indicazioni per ottenerla, questa meraviglia. E ottenerla gratis, a proposito:
WINDOWS: http://www.erestraint.com/realrestraint
MACOS X: http://www.erestraint.com/realrestraint
LINUX: http://www.loomiverse.net/RestrainedLife
Per chi ha Mac, basta scaricare il file e avviarlo. Per gli utenti Windows ci vuole un momento di più, ma è comunque un’impresa facile: decomprimere il file, leggere le istruzioni nel Readme e installare l’eseguibile secondo le specifiche. E poi, naturalmente, buttare via il client tradizionale, per non avere più tentazioni. Io uso Restrained Life da mesi, ormai, e non mi sono mai guardata indietro.
(Prossimamente: Dr. Winkyll & Mistress Hyde)