Fuga da Wicked Dream

A volte succede di voler scappare e di non riuscirvi (e di godersi fino in fondo la deliziosa frustrazione nel vedere sventati i propri tentativi). A volte succede di non voler scappare – ma di trovarsi sul piatto d’argento un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.

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Qualcosa è cambiato, fra Belias e me, e se n’era accorta molto bene Lorella, in un suo commento a Belias non c’è. Nei giorni trascorsi da quando il suo offrirsi a Wizard Biedermann aveva fatto evaporare il mio desiderio di inginocchiarmi al suo cospetto, non sono mancate le occasioni di vedersi più o meno fugacemente… per recuperare qualche freebie interessante offerto a Dark Den, per andare a comprare insieme il MystiTool che a lei mancava, per una lunga e laboriosa visita a Pak al fine di aggiornare i nostri Real Restraints dalla versione 1.13 alla 1.14 (un aggiornamento non sostanziale, ma che per me è particolarmente significativo dato che risolve finalmente il bug del plugin Give Keys – adesso, anche in presenza mia o di altri avatar dal nome troppo lungo, il comando funziona perfettamente… sottraendomi finalmente quella indesiderata protezione, che pure mi aveva salvato dalle grinfie di Cielo ai tempi del mio rapimento ad opera di Gloria).

Belias è sempre la prima amica che mi saluta quando mi collego, è la prima che saluto io quando la vedo online. Quando ci vediamo, mi abbraccia sempre: mi salta addosso, aggrappandosi a me come un naufrago a un relitto galleggiante. Oppure mi butta a terra col suo impeto, inchiodandomi i polsi sul pavimento con una forza che non ti aspetti vedendola così piccina. Mi morde, mi graffia, mi bacia, mi odia, mi ama. Mi fa sentire al centro del mondo. Un giorno, a Pak, subisce per me un incantesimo che la pietrifica e la muta in una fontana – e lì mi fa sentire un impulso fortissimo a starle vicina, a coccolarla… a difenderla da un dom deficiente che trova spiritoso minacciare di sfregiare a martellate la statua in cui la mia amica si è trasformata.

e850d14c7c978cab233f9a79c4457489.jpg4863e11ff9be8397880d158ee75eed19.jpge5fa60dc6be1419ac9525c670797e1d5.jpg1fab3ebc46cafcc3f2e62c469d5ec36d.jpgE i giorni passano – fra bane, visite alla nuova sede del Bondage Team, esplorazioni varie (ad esempio, Stormhold, dove Mudlark e Halle, assieme a Moondog, stanno mettend su una casa tutta per loro). Fino a quando, un giorno, Valentine Vendetta non mi dice qualcosa che mi fa pensare: “Win, è  tanto che non ti vedo indossare manette”. È vero, anche se Valentine non l’ho conosciuta che nei miei giorni di cattività. Un tempo andavo in giro per giorni interi con le chiavi a portata di tutti. Looking for Trouble, come diceva una tag frequentemente sfoggiata da Cerdita, sapendo che tutto sommato era ben difficile che di guai ne trovassi davvero – perché per una Tine o una Isabel Schulze, che mi tenevano legata per un paio di giorni, c’erano sempre molte più persone desiderose di rapirmi per un periodo breve e che mi lasciavano, dopo avermi regalato il brivido del rapimento, del tutto libera o quantomeno in condizioni di liberarmi in tempi non lunghi. Con Belias è cambiato tutto, perché due settimane sono un periodo abbastanza lungo da farmi sentire la mancanza della Win che ero prima di incontrarla, libera di andare a fare shopping, di rispondere ai TP degli amici, di occuparmi dei bane, persino di tentare di creare oggetti nonostante la mia incapacità quasi assoluta nell’utilizzare gli strumenti offerti dal client. Per cui, quando sono finalmente riuscita a fuggire da Villa BDSM, quasi inconsapevolmente mi sono trovata a difendere la mia libertà con attenzione decuplicata.

Perché da un lato so che se Belias mi acchiappa di nuovo non me la caverò tanto facilmente… eppure al tempo stesso mi rendo conto che non voglio che le mie chiavi siano disponibili al primo venuto e non lo siano per lei. D’altra parte, accade ormai di rado che riesca a passare su Second Life il tempo che ci passavo qualche settimana fa. Il risultato è che, da quando ero sfuggita al controllo di Belias, mi era capitato di essere legata solo da New Vita (un’esperienza da cui mi ha salvato solo l’intervento provvidenziale di Vale) oppure dalle colleghe del Bondage Team, un ambiente pericoloso ma fondamentalmente protettivo, dove si finisce in genere per imporsi a vicenda timer abbastanza brevi. Così mi è capitato sempre più spesso di scoprirmi a ricordare, con eccitazione crescente, quella volta che mi ero inginocchiata davanti a Belias senza avere addosso manette di sorta, consapevole che sarebbe bastata una sua parola perché le offrissi i polsi col capo chino… in un incantesimo che era durato pochi secondi intensi, e che la comparsa inopportuna di Wizard aveva dissipato.

Una sera, prima di addormentarmi, mi sono collegata. Belias era online e ci siamo scambiate una serie di IM in cui lei faceva finta di mettermi un collare e io lo accettavo, con gratitudine, chiudendo gli occhi, immaginando le sue mani sul mio collo, attendendo lo scatto degli altri legami, sprofondando nel sonno lentamente nella dolce illusione di sprofondare nel suo affettuoso controllo, incapace di reagire, di oppormi, di lottare. Era solo un gioco, ma quella sera mi si è scolpita nella mente. Scavando, scavando, spingendomi a diventare via via meno attenta, meno abbottonata… rivelandomi quanto, ormai, fossi vulnerabile alla volontà di Belias.

Poi, l’elemento decisivo. La scoperta, durante un pomeriggio di intensi rapimenti incrociati alla sede del Bondage Team (nel quale Moss Hastings stava cimentandosi nuovamente nella conquista dello status di Bondage Champion), di una nuova invenzione dalla mente diabolica di Tat1ana – uno script che consente a chi lo scopre di accedere alle cartelle condivise del #RLV, costringendoti a indossare tutto quello che ci hai messo.

dddb026a5b80a5f59729031724e3d6b7.jpg Per me, questo script significa qualcos’altro: vuol dire poter dare a Belias una nuova chance di rapirmi senza abbassarmi a offrirle le mie chiavi – un atto che va proprio contro la mia natura – e senza fidarmi di nuovo del plugin “Friends”, di cui lei aveva approfittato la volta scorsa. E i risultati sono quelli descritti nelle foto del post precedente a questo. Belias che mi mette a forza le catene alle caviglie e ai polsi, chiudendole con i suoi lucchetti. Che mi stringe al collo un collare. E che, quando scopre che l chiavi non sono a disposizione, mi dice con la calma di chi sa di aver vinto: “Chiavi, cara. Sappiamo entrambe che me le darai”. E mi porge la mano, nella quale, senza esitare come se fossi un topolino ipnotizzato da un boa constrictor, adesso lascio cadere quello che lei mi chiede. Chinando poi la testa, e aspettando immobile lo scatto irreversibile del meccanismo.

Quando mi scollego, penso che ormai è fatta. Non riuscirò ad andarmene, stavolta. Tentare di liberarsi da un collare richiede molte più ore di quelle necessarie per togliersi le manette – e stavolta mi trovo proprio nella tana del lupo. Una cosa era essere legata sulla croce di Villa BDSM, e poter approfittare del tempo che Belias passava altrove… ma qui mi trovo in Our Wicked Dream, nel dungeon che Belias condivide con Pony e in cui, ho visto, passa ormai gran parte del suo tempo. Ogni volta che tornerà online, non potrà che comparire qui accanto a me – pronta a verificare che non sia riuscita ad allentare i miei legami, e a stringerli di nuovo. E il guinzaglio che mi ha messo sul collare garantisce che mi sia impossibile teleportarmi altrove. Sono finita, ormai. Sono sua, per sempre.

E poi, quando torno a collegarmi, succede invece l’imprevisto. Una di quelle comunicazioni blu che Second Life manda ai residenti per avvertirli di questa o quella emergenza. E che in questo caso mi avverte che la SIM in cui mi trovo verrà riavviata fra cinque minuti e che è bene che me ne vada se non voglio essere logged off.

Esito. Belias è online. Devo avvertirla? Aspetto un paio di minuti, poi le scrivo.

[2008/06/26 8:06]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Ehi… collegamento veloce… bene… dove sei?
[2008/06/26 8:06]  Belias Rubble: ehm….
[2008/06/26 8:06]  Belias Rubble: mhhh
[2008/06/26 8:06]  Belias Rubble: ehm

Suona imbarazzata, ma perché? Controllo sul suo profilo, ma so già quello che sto per scoprire. Belias si trova nel luogo dove mi aveva portata nella mia breve vacanza dalla croce, il che vuol dire che è con Happytimes Dawes, la sua Mistress. [2008/06/26 8:07]  Belias Rubble arrossisce, mi scrive lei… ma io Happytimes la rispetto e scopro con sorpresa di non provare gelosia per lei – né la delusione che mi aveva ferita quando Belias se ne era andata con Wizard. Però, anche questa volta, Belias non c’è. “Uh! Ti vedo! Eheheh”, le dico, mentre il conto alla rovescia prima del riavvio della sim prosegue. Tre minuti.

“Ma sei nel mio dungeon?”, chiede Belias. Le rispondo subito, mentre il tempo che manca al riavvio scende a due minuti: “Eh, dove, se no? Mi hai messo il guinzaglio, come potevo andarmene?” Lei mi invita a guardarmi intorno: non me n’ero accorta ma nel dungeon c’è una specie di grossa gabbia per pappagalli che contiene un tale RJ, legato e completamente nudo. Mmm, vedo che il concetto di gabbia per uccelli si presta a pesanti doppisensi. Ma il tempo stringe e devo sapere perché Belias non viene da me: “Ma sei legata?”.  “No”, risponde, e io incalzo: “Mmmbeh… puoi muoverti?”. Manca appena un minuto al riavvio della sim in cui mi trovo e se lei non viene presto…

[2008/06/26 8:09]  Belias Rubble: tra un secondo
[2008/06/26 8:09]  Belias Rubble: sto parlando con mia sorella e la mia MIss
[2008/06/26 8:09]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: No, e’ che…
[2008/06/26 8:09]  Belias Rubble: cosa?

Non posso non dirglielo, e glielo dico: la sim sta per ripartire… e ho appena suggerito a RJ di spegnersi prima che accada. “Ora stacco anche io se no mi butta fuori”, le confesso… ma non faccio a tempo. Pochi secondi, e tutto diventa grigio – e appare il famoso messaggio: You have been logged off from Second Life. Ed è qui che prendo la decisione.

Senza dare tempo alla sim di riavviarsi, mi ricollego subito. Il client ci mette un po’, ad accogliermi di nuovo in world, e quando lo fa accade esattamente quello che mi aspettavo. Ricevo un altro messaggio che mi informa: la sim a cui sto cercando di collegarmi non è disponibile, e il sistema mi sta spostando in un altro luogo. Che è quello, già noto, che Second Life ha memorizzato come mia home, e in cui mi ero ritrovata, legata, quando Tine aveva cercato di portarmi a casa di Cerdita senza sapere che l’orb di sicurezza mi avrebbe cacciata via!

Ed è fatta! Ho ancora addosso collare e catene. Ho ancora il guinzaglio, che mi impedisce di teleportarmi. Ma sono fuggita dal dungeon di Belias, e ora è solo questione di struggle, di pazienza e di tempo!

(Prossimamente: Struggling the Collar)

 

Fuga da Wicked Dreamultima modifica: 2008-06-30T11:20:00+02:00da winthorpe
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5 pensieri su “Fuga da Wicked Dream

  1. Stronzetta, Win…. adorabile stronzetta. Saluto le mie due amiche.. le uniche ora per le quali vale la pena restare su SL…. Win e Belias…… piu’ un’altra. Che vorrei fosse presto mia, non so per quanto, ma MIA. Si, parlo proprio di te, tu lo sai!!!

  2. New inarca il sopracciglio sinistro ed un leggero sorriso a mezza bocca si apre sul suo viso leggendo le parole di Pedro..

    Il pensiero corre ad un vecchio film con il compianto Nino Manfredi dal titolo “Vedo nudo”, dove si narrava di un noto “sventrapapere” romano affetto da una sindrome che lo portava a vedere nudi di donna ovunque.. ma si fermava al solo dire, senza riuscire più a fare.. :-)

    http://it.wikipedia.org/wiki/Vedo_nudo_(film_1969)

    “Che Pedro stia attraversando un momento simile?” si chiede mentalmente..

    Il caldo afoso della mattinata napoletana lo distrae da questi pensieri.. è tempo di mare..

    Start, Shut down, Stand by… Il disco del portatile frulla un attimo, poi con un sommesso click il monitor si spegne.

  3. Rientro in ufficio dopo 15 giorni di ferie e uno di momentanea inabilità, e trovo l’aria condizionata kaputt, il termometro sulla mia scrivania si rifiuta di dirmi a che temperatura sono (fose è meglio così) ed in più Pedro mi alita sul collo!!!!!!
    Per parafrasare la Loren: Aiutatemi!!!!

    La Bravin

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