Jelena Kiranov

Il 5 novembre scorso, su questo blog è apparso il commento di una lettrice che non conoscevo. Un mese e mezzo più tardi e le cose sono cambiate. E mica di poco.

handbrajelena_001.jpg

Succederà anche a voi, ogni tanto, di andare a frugare nelle vecchie agende, o spulciare qualche album di fotografie, o ancora andare a rileggere lettere di qualche tempo prima per cercare di ritrovare le circostanze in cui avete incontrato qualcuno per la prima volta. E magari tentare di ricostruire con la memoria il modo in cui quella conoscenza si è poi sviluppata, andando a caccia dei momenti chiave, quelli che hanno segnato una qualche svolta importante e che, alla fin fine, hanno fatto di voi e di quella persona ciò che, qualsiasi cosa sia, siete in quel momento.

snow_001.jpgO magari invece a voi non succede. Ma sicuramente succede a me già nella mia vita reale – figuriamoci su Second Life, dove tutto quello che accade passa attraverso una comunicazione testuale che, soprattutto se avete provveduto a marcare una certa casella nelle preferenze del client, viene registrata in qualche angolino remoto del vostro hard disk e resta lì a oltranza, a vostra disposizione ogni volta che volete tentare il giochino della storiografa e ripercorrere il passato, remoto o recente. Un giochino che io faccio più spesso di quanto forse non sia normale: anche perché nel metaverso tutto sembra cambiare con una velocità a volte vertiginosa, spingendoci a riflettere sul perché le cose non succedano con questa velocità anche nella vita reale… sono i limiti che ci poniamo nella nostra esistenza quotidiana a far sì che siamo così poco esposti al cambiamento? Sono costrizioni reali, sociali o anche solo psicologiche a impedirci di seguire, quando lo desideriamo, le nostre fantasie e i nostri desideri? È la necessità di guadagnarci la vita, di essere accettati dal gruppo sociale in cui siamo nati, a far sì che nella vita reale ci si comporti con più cautela? E quello che facciamo su Second Life è un gioco, una fuga dal reale, oppure è un metodo per esplorare davvero, in tempi molto più veloci, un secondo, un terzo, un quarto modo in cui potremmo vivere la nostra vita interiore ed emotiva?

Sto scantonando, lo so, quindi torno a bomba, perché questo è il post in cui voglio ricostruire la storia di un’amicizia che in appena quarantacinque giorni si è sviluppata in un modo che non avrei mai potuto prevedere. Cominciando proprio su queste pagine, con un commento tardivo a un post di parecchio tempo prima. Era il 5 novembre, e il commento era di una certa Jelena. Che scriveva, testuali parole:

Scusa ma avrei una domandina tecnica e non mastico molto l’inglese, sono molto interessata al viewer alternativo “Restrainmen life”. E la domanda è la seguente:
Deve essere utilizzato da entrambe? Mistress e slave o basta che lo ha solo una tipo la mistress?
Grazie della disponibilità

snow_002.jpgEcco tutto. Ricordo di aver pensato qualcosa tipo: ecco, vedi? Anche le cose che ho scritto tanto tempo fa possono ancora interessare a qualcuno… e quel commento mi confermava che non si è mai abbastanza chiari. Sul mio blog anche i post più vecchi sono sempre aperti a ulteriori commenti perché mi sono accorta che, su una media di 80/90 visitatori al giorno, le pagine che vengono lette sono sempre almeno 3/400 – vale a dire che i visitatori hanno la tendenza ad andarsi ad andare oltre ai tre ultimi post che compaiono nella homepage per andare a curiosare in quelli del passato. Poi ho risposto a Jelena, cercando di risolvere qualcuno dei suoi dubbi, e abbiamo avuto un breve scambio di commenti che è ancora tutto lì, in coda a quel vecchio articoletto sui Real Restraints. E al termine del quale ci siamo date un appuntamento in-world.

Il giorno dopo siamo riuscite a sentirci solo per IM. Le ho mandato un saluto veloce, perché stavo per uscire per commissioni RL, ma già che c’ero le ho mandato al volo il messaggio “@version“, per verificare se usasse il Restrained Life oppure il client tradizionale di Second Life. Non ho ricevuto la risposta automatica, ma un IM di Jelena stessa:

[2008/11/06 5:30]  Jelena Kiranov: non ho il RLV qui sono in ufficio
[2008/11/06 5:31]  Jelena Kiranov: l’ho installato a casa però ;)
[2008/11/06 5:31]  Win : Vedo, vedo ;-)
[2008/11/06 5:31]  Jelena Kiranov: qui ho win e non mi funzia
[2008/11/06 5:31]  Win: Eh, considera che se qualcuno tio dovesse legare in RLV, se poi usi il normale l’owner ne viene informato come se tu stessi barando
[2008/11/06 5:32]  Jelena Kiranov: di solito sono io che lego ;P
[2008/11/06 5:32]  Win: Allora tutto a posto! :-)
[2008/11/06 5:32]  Jelena Kiranov: ci si rivede quando siamo più libere. nn vedo l’ora

snow_003.jpgHo sorriso fra me e me. Non ci sono mai abbastanza domme, su Second Life, almeno per quello che ricordo fin troppo bene dei tempi in cui gironzolavo con le chiavi appese alle manette nella speranza che qualcuno si accorgesse di me spontaneamente, senza che dovessi essere io a offrire i polsi al loro divertimento. E anche se in tempi recenti mi rendo conto che il più delle volte anch’io, ormai, “sono io che lego”, beh, l’istinto di cercare di favorire la diffusione della conoscenza di Real Restraints fra le persone con un’attitudine al dominio mi è rimasto. Sarei stata felice di insegnare a Jelena tutto quello che sapevo, e chissà che, col tempo, non ci sarebbe potuta scappare per me qualche avventuretta in grado di farmi ritrovare il piacere della perdita del controllo… e tornare a essere la prigioniera di Second Life, e non la carceriera in cui mi sono trasformata.

Ci siamo viste per la prima volta il giorno seguente. Io ero a Stanlee, a cercare di esplorare meglio il Detention Center di cui Boy Lane mi ha nominata Warden e l’ho invitata a raggiungermi. “Finalmente ci si incontra in-world, come si deve”, le ho detto: “Felice di conoscerti”. Jelena ha sorriso: “piacere mio, sto leggendo il tuo blog con molto interesse”. Mi ha detto di aver scoperto queste pagine da non so che mio post sul forum di Second Life Italia e mi ha chiesto consigli su che accessori comprare per una sua nuova slave… “qualcosa che la leghi come un salame in posizioni strane, le piace essere umiliata”. Jelena mi ha raccontato di aver scoperto da poco il BDSM: qualche tempo prima era con un’amica, le aveva passato un collare Amethyst, le aveva messo un guinzaglio – scoprendo che la cosa piaceva ad entrambe.  Le ho segnalato il negozio di Marine, ovviamente, suggerendo di potenziarne i prodotti con i plugin di Chriss Rosca (il mio amatissimo Friends) e di Tat1ana Pera (il Nasty ma anche alcuni nuovi da poco messi in commercio) e buttandole lì anche il suggerimento di prendere alla sua schiava un bel Curfew, visto che mi diceva di avere una sua land personale e di volercela tenere segregata.

lezioni di scripting_001.jpglezioni di scripting_003.jpgAbbiamo parlato a lungo. Non so come mai, ma quel giorno ero in vena di confidenze e ho raccontato qualcosa sulle mie speranze e le mie fantasie. A un certo punto Jelena mi ha anche fatto provare un brividino piacevole, dicendomi: “chi lo sa, potrei catturarti prima o poi, penso che avrei molto da imparare da te” per poi capovolgere il discorso rilanciando in modo sorprendente: “o magari potrei fare io la mia prima esperienza da slave, l’idea mi eccita”. Ho sorriso, ripetendole la mia vecchia teoria: “Senti, io sono convinta che – beh, che una brava domme debba sapere almeno un po’ come ci si sente quando si è in mano di qualcun altro. All’inizio”, ho proseguito, “io non me la sentivo proprio di rapire qualcuno… dopo mesi da prigioniera di questo o quello ora – beh… francamente… quando catturo qualcuno godo come se fossi io la prigioniera. Ora a volte mi manca un po’ la mia vita di prima… preda di tutti… ma si fa sempre presto a rimediare…” Jelena ha capito benissimo cosa intendevo: “beh, basta che ci teniamo in contatto per rimediare. a entrambe le esigenze intendo”.

Era una conversazione quasi del tutto OOC, ma mentirei se negassi di aver cominciato, in quel momento, a sentire un pizzicorino familiare… un’emozione che cominciava a nascere e che mi faceva venir voglia di far provare alla mia nuova amica qualcosa che non aveva mai provato. Ho messo mano allo sparagabbie, uno dei giocattoli che non uso quasi mai perché troppo innaturale per i miei gusti. “Ci sono tanti modi, poi, per catturare qualcuno e capire se ha voglia o meno di fare l’esperienza”, ho mormorato, e ho fatto un click. Una gabbia è comparsa attorno a Jelena, imprigionandola per qualche secondo. Le ho sorriso, aspettando qualche istante, poi ho fatto sparire la gabbia: “Non ne approfitterei mai… non stavolta… non durante una chiacchiera informale…” Ma Jelena ha commentato: “non sono seccata…. anzi. penso che sia l’inizio di una bella amicizia la nostra”.

Beh… non avevo molto tempo davanti a me, ma non ho saputo resistere. Nel mio inventario ho preso al volo un paio di manette e gliele ho passate. È partito il primo emote:

[2008/11/07 5:29]  Win si avvicina all’improvviso… ti gira alle spalle… e ti afferra i polsi
[2008/11/07 5:30]  Win: (indossa)
[2008/11/07 5:30]  Jelena Kiranov: mmmh
[2008/11/07 5:30]  Handcuffs R whispers: Handcuffs R of Jelena Kiranov has been locked by Win
[2008/11/07 5:30]  Win preme qualcosa… uno scatto metallico… e tu ti trovi con le mani immobilizzate
[2008/11/07 5:31]  Jelena Kiranov: mi hai imprigionata O.O
[2008/11/07 5:31]  Win ti afferra per la vita e ti sussurra all’orecchio: “Hai commesso un errore, mia cara”
[2008/11/07 5:31]  Jelena Kiranov sente un brivido che le corre lungo la schiena
[2008/11/07 5:32]  Win: Siamo a 800 metri di altezza… nessuno qui attorno che possa aiutarti, e queste manette… anche se sono freebie… sono potenti
[2008/11/07 5:32]  Jelena Kiranov incomincia ad agitarsi
[2008/11/07 5:32]  Win ti afferra per il collo e avvicina il viso al tuo, sorridendo: “Avrai qualcosa da raccontare, quando tornerai a casa… sempre che io decida che tu un giorno possa riacquistare la libertà”
[2008/11/07 5:35]  Win ti spinge nel pozzo e guarda sorridendo mentre tu precipiti sul fondo

ozzievisit_010.jpgMi sento rimescolare un pochino solo a rileggerlo, questo scambio, anche se pochissimi secondi dopo ho recuperato Jelena dal pozzo in cui l’avevo gettata – scriptato in modo da impedirle di volare o tipparsi – e le ho tolto le manette. C’è chi non bacia, al primo appuntamento, e c’è chi, come me, non ama catturare qualcuno solo perché può farlo, alla prima occasione. Tanto meno qualcuno che ti ha detto “di solito sono io che lego”. Abbiamo continuato quindi a parlare e scambiarci idee e confidenze, fino a quando Jelena mi ha buttato lì l’idea di prestarmi per un poco la sua schiava. La proposta, devo dirlo, lì per lì mi ha lasciata perplessa: “Grazie”, le ho risposto, “ma… sai una cosa? Sono molto restia a usare le schiave altrui… salvo che faccia parte di una umiliazione che la padrona vuole imporre loro. Sono molto gelosa e temo troppo di essere causa di gelosia io stessa”. Ma Jelena non era gelosa, mi ha detto, e pensava che l’esperienza avrebbe potuto far bene sia a lei che alla sua tipa, così mi sono detta perché no?

eudeamon_003.jpgCosì, qualche giorno dopo, ci siamo ritrovate a Stonehaven, sul patio: stavolta era in compagnia della sua schiava, Costanza Paulino, una ragazza che aveva conosciuto in seguito a un suo post sul Forum di Second Life Italia nel quale cercava espressamente una padrona. Jelena mi ha ceduto le chiavi di Costanza perché me ne occupassi. Io mi sono limitata a metterle un bavaglio RLV che le impedisse di comunicare con altri tranne me, e l’ho legata strettamente, sempre tenendo Jelena informata di dove la portassi e cosa le facessi… ma soprattutto ripetendo continuamente a Costanza che la stavo tenendo solo per conto di Jelena, e a Jelena che Costanza sarebbe tornata in mano sua nel momento stesso in cui l’avesse voluta indietro. Non solo perché detesto chi si intromette in rapporti altrui, ma anche per una questione più personale: ho imparato che rapire qualcuno ha senso solo quando ti viene voglia di farlo, e che non ha senso farlo solo perché ti senti obbligata o perché te l’hanno chiesto.

Sono passati alcuni giorni. Costanza è rimasta per un po’ bloccata sul patio, con Jelena che ogni tanto l’andava a trovare, fino al giorno in cui – sapendo di avere davanti a me un lungo periodo di forzata astinenza – ho reso le chiavi alla sua padrona. E poi, per un poco, con Jelena ci siamo sentite solo sporadicamente e soprattutto via IM oppure via Facebook. Lei mi teneva informata di quello che stava facendo in una land che aveva acquistato… doveva essere un club, inizialmente, ma poi ha cominciato a parlarmi di gabbie, forse addirittura di una prigione… a invitarmi a vedere il suo lavoro, a dirmi che in qualche modo le poche cose che le dicevo, e i post non frequenti di questo blog, erano per lei di ispirazione.

statua_001.jpgL’11 novembre scorso era il giorno in cui Backbuttoned aveva fatto la sua scappatella. Ero furiosa, volevo sparire, chiudermi, togliere a me stessa la possibilità di rispondere agli IM, e per sbollire un poco la rabbia mi sono trasformata in una statua utilizzando il famoso Freezee della scomparsa Serenella. Non avevo IM nè chat, non potevo più aprire l’inventario – e proprio in quella mi è arrivato da Jelena un regalo a sorpresa.

[2008/11/14 14:40]  Xstreet SL Central Authority: Jelena Kiranov has given you a gift of “Kill Bill, Black Mamba suite” from XstreetSL.com!  Message de l’acheteur: Ciao, ecco il vestito perfetto per la tua animazione. Jelena.

Ho potuto aprirlo solo quando l’infernale invenzione mi ha liberata dal mio autoimposto isolamento, e ho scoperto di che si trattava: di un costume completo da Black Mamba, il personaggio di Uma Thurman in “Kill Bill” di Tarantino. E non era un regalo così per fare: Jelena mi aveva visto usare, sul patio, un’animazione ispirata a quel film e aveva voluto offrirmi la possibilità di renderla ancora più efficace con un abbigliamento adatto. Ma era solo l’inizio.

Qualche tempo dopo, stavo ammirando i progressi del club, rispondendo, dal basso della mia ben scarsa competenza, alle domande di Jelena che mi descriveva i suoi progetti. Jelena mi ha parlato dello spazio che aveva nella sua nuova land e, dopo averci girato un po’ intorno, mi ha fatto sapere che se avessi voluto avrebbe potuto ospitarci anche me. Non solo: visto che si stava costruendo una casa, le sarebbe stato facile rezzarne una anche per me, qualche centinaio di metri su nel cielo in modo da offrirmi il massimo della privacy e dell’indipendenza. Anche di questo episodio posso ricostruire il momento preciso:

[2008/11/17 4:53]  Win: Ma guarda che le celle troppo spaziose non vanno bene a tutti, eh… a me ad esempio piace stare in quelle molto piccole
[2008/11/17 4:53]  Jelena Kiranov: ma tu non hai una casa?
[2008/11/17 4:54]  Win: No, io niente… mai avuto il tempo… e non so costruire nulla… alla fine o gioco o costruisco…
[2008/11/17 4:54]  Win: Dovrei forse un giorno affittare un posto, almeno per poterci portare qualche preda ogni tanto… o per farmici portare se mi acchiappa qualcuno che non ha una casa… ma alla fine rinvio sempre
[2008/11/17 4:54]  Jelena Kiranov: se ti serve una casa , quando ho finito qui te ne faccio una.
[2008/11/17 4:55]  Win: Oh, grazie… ma mi spiacerebbe che perdessi del tempo rispetto al tuo progetto… sei davvero gentile…
[2008/11/17 4:55]  Jelena Kiranov: figurati. io pensavo di rifare casa mia a un migliaio di metri, se vuoi ne rezzo due.

Andromedanewhome_003.jpgInsomma, tempo pochi giorni e la mia casa era pronta. Non solo: quando ha saputo che mi piaceva la neve, e che stavo per comprare delle texture per circondare il tutto di un paesaggio invernale, Jelena avrebbe voluto pagarmele lei stessa (ho dovuto insistere per fare almeno a metà). Mi ci ha aggiunto un laghetto dove si può pattinare, un pupazzo di neve che permette di giocare a palle di neve. E ha corredato la casa di finestre oscurabili, di una porta che posso chiudere a chiave quando voglio e perfino di una zona più appartata dove, se del caso, sistemare qualche ospite che per qualsiasi motivo desiderassi tenere fuori dalla vista di altri visitatori.

Ma non era mica finita. Ci sono persone che, quando le conosci, cominciano a pretendere sempre di più da te. Jelena si è rivelata l’opposto: giorno, dopo giorno, dopo giorno, mi ha offerto sempre più poteri sulla land… dapprima consentendomi di materializzare oggetti (altrimenti come avrei potuto arredare la mia casa?), poi di teletrasportarmi direttamente da un punto all’altro della sim, in seguito di editare gli oggetti. Poi, quando ha saputo della prigione che Andromeda aveva cominciato a costruire sopra il suo negozio di Galveston…

[2008/12/10 4:57]  Jelena Kiranov: Comunque se ti fa piacere, potrei ospitare anche Andromeda nella mia land.

prisongalveston_001.jpg…mi ha offerto di ospitare anche quella costruzione, mettendo a disposizione un esorbitante numero di prims che permetteva una struttura molto più ricca e articolata e, volendo, anche un negozio. Andromeda e Jelena si sono conosciute, hanno fatto subito amicizia. E nel giro di pochi giorni mi sono vista offrire dalla mia nuova amica nientemeno che la comproprietà della intera land, con una varietà di poteri e diritti che mi fa girare la testa se solo provo a pensarci e che mi rende di fatto padrona assoluta di tutto quello che Jelena  e Andro stanno costruendo.

Potevo avere ancora qualcosa in più? Non mi pareva possibile, e mi sbagliavo. Lo scorso 11 dicembre trovo su Facebook un messaggio di Jelena. Eccolo.

Ultimamente, forse a causa della mancanza di Costanza, mi stanno venedo dei dubbi sulla mia identità da Dominatrice.
Di solito ho un carattere abbastanza ribelle e ho sempre pensato che il ruolo da Sub non mi si addicesse, inoltre, come ti ho accennato, quella breve esperienza che ho fatto con te mi è piaciuta.
Il modo in cui descrivevi la situazione mentre mi mettevi le manette mi faceva venire i brividi.
Se ti va, i primi giorni della settimana prossima potrei partecipare al Banishment. Forse questo mi schiarirà le idee.

Jelena_004.jpgAltro che rimescolio: questa volta ho sentito dentro di me smuoversi un piccolo terremoto. Una cosa è acchiappare (o essere acchiappata da) qualcuno che incontri per strada, ma scoprire che qualcuno con cui hai fatto amicizia ha in mente idee così diverse dal tipo di rapporto che si stava sviluppando fino a quel momento, è tutta un’altra cosa. È il potere di Second Life cui accennavo all’inizio: siamo in un vero e proprio laboratorio di sentimenti, dove possiamo sperimentare e rischiare più in fretta e con meno costrizioni di quanto non ci sia consentito nella vita reale. E, a pensarci bene, forse è questo il suo fascino: non tanto, o meglio non solo, il poter volare, costruire, cambiare forma e aspetto a volontà… ma soprattutto cambiare le geometrie affettive, tentare ruoli diversi. Esplorare. Esplorarsi. Sia a vicenda che introspettivamente. A Jelena, quindi, ho risposto in un modo che voleva essere interlocutorio ma che, mi rendo conto adesso rileggendo, tradiva un desiderio già febbrile di chiudere le mani sui suoi polsi… e soprattutto di stringerle al collo un collare che portasse il mio nome.

(Win sorride)

Jelena, credo che nessuno possa sapere cosa vuole se non prova tutto. Io sono sempre stata convinta di essere una sub. Poi, un po’ forse la sottomissione straordinaria di Back questa estate, un po’ forse il talento di Andromeda… o forse quello che è successo e mi ha tanto ferita quando ero in mano a Belias… il male che lei mi ha fatto senza volerlo… non so… ma tutto ha fatto sì che io abbia sentito crescere in me il bisogno opposto.

Non vuol dire che so cosa sono. So che posso ancora cambiare, di qua o di là… e so che sono ancora un po’ in mezzo al guado.

Il tutto per dire, mia cara: niente stress. Ci conosciamo da poco, ma è come se fosse da più tempo… SL ha un modo tutto suo di accelerare i tempi… e, beh, sono pronta a esserci sempre, per te, qualsiasi cosa tu voglia provare… sapendo che capirai che se ci sono cose che non mi sento di fare non mi forzerò a farle… ma anche ansiosa di sperimentare, con te, quello che desideri.

Sono i rapporti, il bello, qui, e spesso non sono bianchi o neri ma di mille sfumature intermedie e mai uguali anche da un giorno all’altro.

Sono qui, Jelena… pronta ad essere tua amica, tua ospite, tua confidente (oppure quella che si confida, se ne avessi bisogno io)… ma anche pronta a fissare il suo sguardo nel tuo e guardarti, in silenzio, aspettando che tu, alla fine, pieghi davanti a me le tue ginocchia e mi offra le tue chiavi chinando il capo.

Ho atteso la risposta con una certa impazienza, anche perché Jelena di giorno si connette abbastanza di rado. E poi è arrivata, non esplicita ma difficilmente equivocabile.

Mi serviranno dei legami, quali sono i migliori?
Cioè per l’esperienza che hai quali puoi indicarmi?
Visto che stavolta sono per me non bado a spese vorrei il massimo della gamma. :)

(sospiro di piacere al ricordo)

Jelena_last001.jpgJelena_last002.jpgLe ho consigliato l’ultimo prodotto di Marine Kelley, collare e manette Restrained Elegance. Hanno le stesse funzioni delle Serious Shackles – ma costano meno e sono molto più belle. Ci siamo trovate a Stonehaven e l’ho accompagnata al Vendor dei Real Restraints. Non credo si potesse sentire, ma il mio cuore batteva un po’ più forte. E giurerei di aver sentito anche quello di Jelena. Mi sembrava quasi una versione speculare di quel giorno per me sconvolgente raccontato in “Sconfitta finale“. E anche di quel momento so esattamente l’ora precisa. È importante? Sicuramente no: ma mi dà un senso di conforto poter vedere il momento esatto in cui, per Jelena, tutto è cambiato.

La sua mano si solleva verso il vendor. Sento la transazione che viene eseguita. Resto a osservarla, palpitante, mentre materializza la scatola, la apre, prende le manette.

[2008/12/12 4:51]  Jelena Kiranov: le indosso ora
[2008/12/12 4:51]  Jelena Kiranov: prendile tu le chiavi

“Sei sicura?”, le chiedo. “Lo hai visto come sono, io, eh… a volte mi lascio un po’ andare…” Non sto traccheggiando. Sono solo una persona che ama rinviare i piaceri. Voglio che Jelena sia ben consapevole della scelta che sta facendo. Voglio che sia lei a darmi le sue chiavi. Voglio che sia mia in modo assoluto, divorante. La guardo, in silenzio, e lei mi risponde con una voce più decisa di quella che mi sarei aspettata: “Solo tu potrai essere la mia padrona. nessun’altra”.

[2008/12/12 4:52]  Win allunga la mano verso il tuo collo, sfiorandolo leggermente, scivolando lungo il metallo del collare
[2008/12/12 4:53]  Win ferma la mano sulla chiave. Alza gli occhi a cercare i tuoi, ti osserva per un lungo momento
[2008/12/12 4:53]  Elegance Collar 1.14.2 (spine) whispers: Win has taken Jelena’s keys from her Elegance Collar 1.14.2 (spine).
[2008/12/12 4:53]  Win mette in tasca una piccola chiave, facendola sparire
[2008/12/12 4:56]  Win ti appoggia le mani sulle spalle e ti tira leggermente verso di sè

Jelena_001.jpgJelena_002.jpgLe dò un bacio leggero. La sento mormorare “Mi pare di avere anche le chiavi ai polsi”, ma ogni cosa a suo tempo: ho un’altra priorità, adesso. Sorrido a Jelena durante il bacio, e le chiudo il lucchetto intorno al collare.

[2008/12/12 4:56]  Elegance Collar 1.14.2 (spine) whispers: Jelena Kiranov’s Elegance Collar 1.14.2 (spine) has been locked by Win (Type Lock).

È fatta. E già la voce di Jelena suona diversa quando mi chiede: “Mi serve altro Signora?”. Sorrido fra me e me: non voglio che mi dia del lei… è prima un’amica e solo dopo una sub… ma non è il momento di dirglielo. Le rispondo con una carezza: “Serve qualcosa a me, cara”. Le afferro dolcemente gli avambracci, sollevando i polsi e cercando la chiave che vi è appesa. Sono le 4:58 del 12 dicembre.

[2008/12/12 4:58]  Elegance RW 1.14.2 (r forearm) whispers: Win has taken Jelena’s keys from her Elegance RW 1.14.2 (r forearm).
[2008/12/12 4:58]  Elegance RA 1.14.2 (r lower leg) whispers: Win has taken Jelena’s keys from her Elegance RA 1.14.2 (r lower leg).
[2008/12/12 4:58]  Elegance RA 1.14.2 (r lower leg) whispers: Jelena Kiranov’s Elegance RA 1.14.2 (r lower leg) has been locked by Win (Type Taut).
[2008/12/12 4:58]  Elegance RW 1.14.2 (r forearm) whispers: Jelena Kiranov’s Elegance RW 1.14.2 (r forearm) has been locked by Win (Type 1 Front low).

“Adesso manca solo un piccolo dettaglio…”, mormoro. Srotolo dal nulla un piccolo gunzaglio metallico e lo fisso all’anello del suo collare.  “Sono qui per servirla”, sussurra Jelena. La guardo, cercando di nascondere la mia gioia:”E così accadrà, Jelena. Ormai è fatta. Benvenuta nella mia collezione”.  Jelena sorride: “Sono già sua su FB, è ovvio che lo dovessi essere anche qui… anche se penso che lo fossi già da tempo”. È vero, forse. Jelena l’ho sentita mia fin dal primo istante che ha postato quel commento. Anche quando mi ha detto “sono io che lego”, anche quando ho fantasticato che mi rubasse le chiavi. E tutto il percorso che abbiamo fatto insieme portava in questa direzione: a noi due, una davanti all’altra. Jelena con polsi e caviglie legate, io con le sue chiavi in tasca.

Jelena_003.jpgMa è tempo di chiarire alcune cose. La guardo, seria: “Non voglio che tu mi dia del lei. Non per il momento”. “Va bene, grazie”, mi risponde. Io proseguo: “Ma poi che tu mi dessi del lei… mi farebbe pensare che tu sia al piano di Costanza. Mentre lei è e resta tua, almeno per adesso”.  Jelena fa un gesto, come se si fosse improvvisamente ricordata di quello che era appena pochi giorni fa: “Già Costanza… chissa che fine ha fatto….” Chissà. Ma non è questo che conta, e voglio che Jelena lo sappia: “Davanti a lei non voglio tenerti legata… non in modo che si veda… almeno fino a quando non sarà chiaro il tuo rapporto con lei”. La risposta di Jelena è un sussurro: “Comunque penso che lei preferisca te”. Eccolo, il punto da chiarire. La guardo, seria: “Non mi riguarda, Jelena. Non sono tipa da cercare di rubare le sub – nemmeno a qualcuno che è appena diventata di mia proprietà”.

Le prendo i polsi e glieli sposto dietro alla schiena, richiudendo il lucchetto. Le blocco l’interazione con l’ambiente. “Adesso sei davvero completamente in mio potere”, le dico, ma so che ci sono ancora alcune cose da fare. Mi piace darle l’impressione di sprofondare, lentamente ma inesorabilmente. Guardo il suo collare: c’è ancora l’incisione di default. “Che tu porti il nome di Marine sul collare non va bene. Da ora in poi avrai il nome mio…”

[2008/12/12 5:34]  Elegance Collar 1.14.2 (spine): Please say the new label on the public chat channel. The limit is 22 letters max. Say “.” to clear the text.
[2008/12/12 5:34]  You: Win’s home maid
[2008/12/12 5:35]  Jelena Kiranov: :)
[2008/12/12 5:35]  Jelena Kiranov sorride

Jelena_letto.jpgSorrido anche io. Ma approfitto del suo sorriso per metterle il bavaglio ad anello che ha appena comprato.

[2008/12/12 5:38]  RR Ringgag 1.14.2 (mouth) whispers: Win has taken Jelena’s keys from her RR Ringgag 1.14.2 (mouth).
[2008/12/12 5:39]  Win ti sfiora le labbra con le dita, appoggiandoci il bavaglio, ancora odoroso di cuoio nuovissimo e mai usato…
[2008/12/12 5:39]  RR Ringgag 1.14.2 (mouth) whispers: Jelena Kiranov’s RR Ringgag 1.14.2 (mouth) has been locked by Win (Type Total).
[2008/12/12 5:40]  Jelena Kiranov: oh!
[2008/12/12 5:40]  RR Ringgag 1.14.2 (mouth): Jelena Kiranov is cheating !
[2008/12/12 5:40]  RR Ringgag 1.14.2 (mouth): Jelena Kiranov said ‘oh!’ on open chat while gagged !
[2008/12/12 5:40]  Win sorride. Si avvicina ancora a te, inserendo un dito nell’anello, carezzandoti la lingua che tu non hai più modo di difendere chiudendo la bocca

Bloccata. Non può parlare. Non può toccare. Può solo mandarmi gli IM. E lo fa.

[2008/12/12 5:41]  Jelena Kiranov: mi fai venire i brividi.
[2008/12/12 5:41]  Jelena Kiranov: :)
[2008/12/12 5:41]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: …bene… :-)

Jelena è mia, adesso. Giù le mani.

 

 

 

Natale nel “Winsconsin”

“Se un uomo grasso entra nella tua stanza nel cuore della notte e ti mette dentro un sacco, non ti spaventare…perchè ho detto a Babbo Natale che per Natale vorrei un amico come te”.

Ol Quan_003.jpg

La frase citata sopra, in italiano e in inglese, compare in una notecard che sta circolando in questi giorni. Si intitola “santa” e me ne è arrivata copia da ben tre amiche: Belias Rubble, Mandrashee Aeon, Valentine Vendetta. Il messaggio si conclude con questo invito: “Mandalo a ognuna delle persone a cui tieni, incluso me, e se ne ottieni 4 indietro…sei veramente speciale :)”

auguri.jpgNon l’ho rimandato a nessuno, nemmeno alle tre persone che me l’hanno spedito. Ma non l’ho fatto solo perché in questi giorni il Natale (e alcuni grattacapi di RL che per fortuna sembra che sia finalmente riuscita a risolvere) mi sta veramente travolgendo, lasciandomi pochissimo tempo da passare online. Quel poco che mi resta viene assorbito interamente dalle persone che riesco a vedere in-world, dalle responsabilità della prigione, dalle chiavi che devo amministrare, dai lucchetti che devo chiudere o riaprire. Sono felice, in questo periodo, voglio specificarlo per chi interpretasse male questo tono un po’ affannato: ma è la felicità che è impegnativa.

Per inoltrare quel messaggio ad altre persone (oltre a Belias, Mandrashee e Valentine, che sanno bene quanto, ciascuna a suo modo, siano per me speciali) avrei dovuto spulciarmi una lunga lista di contatti, riflettere, scegliere, escludere. E soprattutto, poi, passare altro tempo a ricevere eventuali risposte, a chiacchierare in IM proprio in questi giorni convulsi. Io di corsa, loro di corsa. Frasi brevi, magari di circostanza. Perché sono tante le persone che in questo 2008 mi hanno messa nel sacco o che, soprattutto nelle ultime settimane, ci sono state messe da me, e non voglio nemmeno cominciare a provare ad elencarle in una specie di lista della spesa.

frough.jpgOltre a quel messaggio, in questi giorni fioccano anche i Christmas Card – eccone qui attorno alcuni ricevuti da altre amiche che mi onorano del loro affetto… e anche qualche visita in tema, come dimostrano queste foto, scattate ieri mattina alla prigione, dove ho ricevuto la visita di Ol Quan, una Maitresse francese che è stata la prima a candidarsi come guardia. La sub di Madame Quan, Pene Seetan (“Pene” sta per “Penelope”, eh, ed è lei la Babba Natale sulla sedia per gli interrogatori nella foto di apertura), ha molto aiutato Andromeda nell’organizzazione del sistema di porte e gabbie che costituisce il nucleo della prigione, il cui nome ufficiale è adesso Winsconsin Correctional Facility.

EUDEAMON_COVER.jpgWinsconsin? Sì: in mia assenza, Andromeda e Jelena si sono coalizzate e hanno deciso di ispirarsi al mio diminutivo, Win, per battezzare questa istituzione (alla quale stiamo ancora lavorando e che speriamo presto di poter inagurare). Io l’ho scoperto a cose fatte, e ancora una volta non mi bastano le parole per esprimere quello che la loro devozione mi regala. Di Andromeda ho parlato e parlerò ancora a lungo, a Jelena sto dedicando un post che pubblicherò prossimamente: non vorrei anticipare niente, ma non riesco a tenere per me la notizia che, oltre ad avermi costruito una casa e tutto il resto, Jelena è diventata lei stessa per me un regalo di Natale anticipato.

Nicki.jpgUn altro regalo stupendo che ho ricevuto in questi giorni è la copertina di “Eudeamon”, di cui sapete quasi tutto. Eccola qui sopra, come anticipazione: il libro uscirà, mi ha detto l’editore, verso la fine di gennaio e avremo modo di riparlarne con tutta calma. Mi piacerebbe organizzare una presentazione in-world, ma per il momento mi sono limitata a mettere su un “fan club” su Facebook, e ho in mente una cosina che mi piacerebbe chiedere a tutte le persone che ne fanno o ne faranno parte. Anche di questo riparleremo però l’anno prossimo, perché adesso abbiamo tutti famiglie da vedere, pranzi da organizzare o a cui partecipare, affetti da esprimere senza ritegno in Real Life. So che a tante persone, per indole, per atteggiamento o per sfortuna, il Natale non piace troppo: io lo adoro e so che, magari con un pochino di affanno, me lo godrò tutto. Eppure sono consapevole che il mio pensiero correrà spesso verso le amicizie e gli affetti che vivo nel metaverso: verso le persone che hanno avuto le chiavi delle mie manette o del mio cuore, verso quelle che hanno lasciato che rubassi le loro… e verso quelle che potrebbero fare presto una cosa o l’altra.

Cerdita.jpgEssere catturata e catturare è sempre, sempre stata per me un’esperienza intensa ed emozionante che solo in parte riesco ad esprimere con le parole, e faccio fatica a pensare a un messaggio natalizio più bello, dolce e caldo di quello che appare in quelle due righe. Vorrei usare questo spazio per dedicarlo non solo a tutte le persone che per me sono importanti, ma anche a quelli che leggono queste pagine senza far sentire la loro voce.

Buon Natale a tutti voi. Alle brave e alle cattive ragazze. Ai ragazzi perduti e a quelli ritrovati. A dom, sub, switch e agli inclassificabili. Ai curiosi e a chi apre queste pagine e fugge inorridito. Ai visitatori occasionali e a chi si è fermato da queste parti. A tutti, tutti quanti, auguro di trovare un Babbo Natale con un grande sacco morbido, ben imbottito. E, per chi apprezza queste cose, a prova di evasione.

santabelias.jpg

 

La scappatella di Backbuttoned

Qualcuno ogni tanto mi chiede ancora della promessa che avevo fatto a Backbuttoned la scorsa estate. È tempo di dare una risposta, perché da allora molte cose sono cambiate.

black hole_001.jpg

Ogni tanto mi succede di incontrare qualcuno che mi chiede: “Ma con Backbuttoned poi come è finita?” E capisco immediatamente cosa intendono. Non è tanto per capire dove sia finita lei, cosa stia facendo io, o per fare quattro chiacchiere, no: vogliono sapere della famosa promessa che le avevo fatto, prima dell’estate, se fosse riuscita a superare la prova che si era offerta di affrontare per me. E che, lo ricordo per chi non avesse letto il post dedicato alla faccenda (e soprattutto i suoi e gli altrui commenti) lei aveva superato brillantemente, restando legata, nel prato di Villa BDSM, per ben tre settimane, ossia tutto il periodo in cui io, causa vacanze, mi trovavo lontana da Second Life.

All’epoca, Back si era sottomessa a me in modo totale: io avevo tutte le sue chiavi, avevo ritoccato i suoi legami per renderli più inestricabili ancora, e le avevo bloccato ogni comunicazione eccettuati gli emote. Ma in cambio le avevo fatto una promessa che doveva servire a soddisfare, una volta per tutte, un desiderio che mi aveva ogni tanto confessato di avere e che mi ero sempre rifiutata di esaudirle. Back, mi ripeteva sempre quando era in mia mano, voleva tanto legarmi, avermi in suo potere, poter fare di me quello che desiderava. E io avevo deciso che, se fosse davvero riuscita a resistere quelle tre settimane senza imbrogliare, glielo avrei concesso – pronta a correre tutti i rischi che la cosa comportava. Perché io le garantivo assoluta obbedienza per 48 ore… ma in 48 ore di cose ne possono succedere molte: certi legami possono essere saldati, certe situazioni possono cambiare in modo imprevedibile. Per quel che ne sapevo, Back avrebbe potuto impormi qualche legame che da sola non ero capace di aprire… o peggio ancora avrebbe potuto vendermi a qualcuno… o mettermi in qualche situazione senza uscita. O anche, semplicemente, rifiutarsi di slegarmi al termine del periodo – e continuare a oltranza a richiudere le manette vanificando ogni mio tentativo di fuga. Fino al giorno in cui, chi sa, avrei chinato io la testa, la volontà spezzata, accettando il suo collare e diventando magari il suo animale domestico, o la sua prigioniera per sempre.

Poi, il giorno in cui sono tornata e mi sono presentata a Villa BDSM per slegarla, Back aveva fretta. Io mi sono inginocchiata davanti a lei, pronta a offrire i miei polsi alle sue manette. Ma lei doveva andare – e anche io sarei stata offline qualche altro giorno. Mi ha fatto rialzare, mi ha detto che avrebbe aspettato, che mi avrebbe chiesto di onorare la promessa un’altra volta.

Untitled.jpgCi siamo riviste diverse volte, da allora, e ogni volta Back mi diceva “un’altra volta”. Sempre “un’altra volta”, e ogni volta, obbedendo a un ordine che le avevo dato prima dell’estate, quando, dopo aver perdonato una sua uscita infelice, le avevo dato un’ultima chance di dimostrarsi davvero desiderosa di trovare qualcuno che la dominasse, mi porgeva i polsi, aspettando di vedere se quel giorno avevo voglia di legarla oppure se preferivo farmi i cavoli miei, lasciando che se ne andasse in giro. Confesso che, quasi sempre, ho scelto di chiuderle le manette, portarla via, isolarla, metterla sotto nel modo più inflessibile che conosco: chiudendola in gabbie sperdute nel nulla, sbattendola a Pandora per una settimana, bloccandole tutto quello che le potevo bloccare, isolandola dalle sue amiche. E passando, spesso, ore a parlare e farla parlare, ascoltando le sue confidenze, rivelandole le mie, e godendo di una sensazione di possesso che sentivo crescere, giorno dopo giorno dopo giorno.

E così un giorno le ho detto che doveva decidersi, e che doveva farlo in quel momento. Che ero disposta a onorare la mia promessa, ma che le mie chiavi doveva chiedermele lì e ora. L’avrei slegata all’istante e le avrei ceduto tutto, se mi avesse appena detto di farlo. Ma se non l’avesse fatto lì ed ora, beh, mi sarei considerata sciolta dall’impegno. Perché anche una spada di Damocle non può dondolare per sempre, condizionando un’intera esistenza.

Back non ha esitato. Ha detto che preferiva restare sotto il mio controllo. Almeno, mi ha detto arrossendo e scaldandomi il cuore con la sua dolce insicurezza, finché non mi fossi stufata di lei e avessi deciso di mandarla via. Le ho sorriso. Ho cambiato il testo del suo collare da “Protetta da Win” a “Proprietà di Win” e ho rimesso le sue chiavi nella scatolina di quelle che non mi serve avere sempre a portata di mano. Ormai era mia, per sempre, irreversibilmente, che le piacesse o no, che cambiasse idea o meno.

black hole_002.jpgLa sua e la mia RL ci hanno tenute entrambe più lontane da SL di quanto non accadesse un tempo: ma ho sempre cercato di affacciarmi ogni volta che mi arrivava la notizia che si trovava online. Ogni volta che si collegava, interrompevo quello che stavo facendo – fosse anche un Bane da sistemare – per andare a vedere come stava, allentarle un attimo il bavaglio, permetterle di sgranchirsi le braccia e magari fare due chiacchiere. E sono passate alcune settimane. Finché, una volta che mi aspettava una decina di giorni di lavoro intenso e di totale astinenza da Second Life, ho deciso finalmente di consentirle qualcosa che mi chiedeva da tempo: ossia di essere libera per qualche giorno, libera di andare in giro senza essere legata… e magari di fare shopping, di vedere qualche amica, di esplorare nuove land. In attesa di tornare, quando io ne avrei avuto il tempo, a piegare le ginocchia davanti a me. Le ho aperto manette e cavigliere, lasciandole legato al collo il solo collare, l’ho abbracciata e l’ho lasciata andare. Convinta che una padrona debba anche saper concedere qualche privilegio – soprattutto a qualcuno che in passato ha saputo dimostrare costanza e fedeltà a un impegno come quello delle tre settimane estive.

Ma Backbuttoned ormai credo di conoscerla abbastanza bene e… beh, fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio. Così, e non a sua insaputa, avevo preso due precauzioni: le avevo bloccato gli IM mediante il plugin creato da Tat1ana, e avevo acceso lo SPY – la funzione che, nel collare di Marine, consente di ascoltare tutto quello che viene detto nel raggio di venti metri dalla persona che lo indossa. In questo modo, a meno che non comunicasse tramite lo scambio di notecard, avevo la certezza di poter essere sempre informata di qualsiasi cosa Back dicesse o sentisse. E, nel caso, sarei stata in grado di richiamarla all’ordine. Ogni giorno, ricevevo via mail decine di rapportini che mi informavano dei suoi movimenti e dei suoi incontri. Ed è così che ho capito molto presto che quella vacanza dalle catene, in realtà, era destinata a prendere una piega un po’ diversa.

black hole_003.jpgFra le prime visite di Back c’è stata la prigione di Pandora, dove era rimasta una settimana, subendo angherie di ogni tipo e implorandomi ogni giorno che la tirassi fuori come avevo tirato fuori Andromeda – con la differenza che Andromeda era stata chiusa là dentro senza processo, mentre Backbuttoned aveva accettato in modo esplicito una sentenza di una settimana. Non sarei mai andata a scocciare ancora Bojo Auer e Mechelle Oceanlane – perché in questo caso sarei stata dalla parte del torto: una cosa che sto cercando di insegnare a Backbuttoned è di accettare le conseguenze delle sue azioni, e certo non l’avrei mai fatta uscire in anticipo. Eppure adesso era di nuovo lì, a insistere con le secondine, e con la stessa Bojo, perché la facessero entrare e le dessero l’uniforme della prigione, ma le dessero una pena minima, di poche ore, in espressa deroga alle regole, chiarissime, della prigione. Ho sentito la voce di Bojo che le rispondeva con sufficienza, per giunta esprimendo nei confronti della sottoscritta un certo rancore non sopito per il nostro scontro di qualche settimana prima. Ho sentito Back insistere fin quasi alla morte, fino a capire finalmente che era meglio allontanarsi.

L’altro posto familiare dove Back si è recata durante la vacanza è stato Our Wicked Dream, e qui sì che ho inarcato non uno solo, ma entrambe le sopracciglia. Our Wicked Dream è la land dove Back era andata a legare Costanza Franizzi ma, soprattutto, il luogo dove sorge la casa di Belias e di Pony Mondschein. E Belias era la singola persona da cui, a suo tempo, avevo cercato di tenere Back lontana. Quando ho conosciuto Backbuttoned per la prima volta, lei era in mano proprio a Belias, e la sua presenza aveva in seguito contribuito non poco a creare fra me e Bel la tensione che poi aveva fatto esplodere un brutto periodo. Come sa chi legge queste pagine, sotto il tallone di Belias ho passato momenti per me indimenticabili ma anche drammi che non ricordo volentieri, gelosie, rancori, angosce e tormenti che invece mi sarei volentieri risparmiata. E alcuni contraccolpi della cosa avevano ferito profondamente Backbuttoned (e anche Belias, che è una persona sensibile, anche se si atteggia a dura), al punto che Bel stessa aveva insistito con me perché mi occupassi io di Backie in quel momento difficile.

black hole_004.jpgGià nei giorni in cui la tenevo prigioniera a Stanlee, mi era successo un giorno di capitare lì vicino per caso e scoprirla in compagnia di un avatar alternativo di Belias, che stava cercando di slegarla – e avevo più o meno fatto finta di niente, anche se la mia presenza aveva indotto Bel ad allontanarsi facendo firulì firulà. Dopo aver gironzolato per Our Wicked Dream senza incontrare nessuno, Back se ne era andata a spasso, ma io sapevo che era solo questione di tempo… e infatti, qualche ora dopo, ho visto che era di nuovo lì, e che stavolta c’era anche Belias. Non ci voleva molto a immaginare cosa sarebbe successo, ma ho deciso di non intervenire, sperando che il problema si sciogliesse da solo. Ma con Back le cose non si sciolgono mai da sole, magari con la complicità di SL e dei problemi che a volte ci sono sulla grid.

Mentre lavoravo in RL, a un certo punto, ho ricevuto in mail la notizia che Backbuttoned si era tolta il collare – qualcosa che semplicemente non può (o non dovrebbe) succedere se si usa il Restrained Life e il collare è chiuso a chiave. Ora, io il collare di certo non lo avevo aperto. Per giunta, se Back ora era senza, non potevo più sentire quello che si diceva a Belias… e, in ogni caso, senza quel plugin del collare avrebbe potuto scriversi con lei in IM senza che io fossi in grado di controllarla. Ho sentito il sangue affluirmi alla testa. Furiosa, ho sospeso il mio lavoro, ho lanciato il client e sono piombata in-world scrivendo a Back un IM secco: “Hai 2 minuti per spiegarmi cosa è successo”.  Back ha fatto la gnorri: “ciao”, mi ha scritto, “sei online?”black hole_005.jpg

[2008/11/14 8:00]  Win: Rispondi alla mia domanda, resta un minuto e mezzo
[2008/11/14 8:00]  Win: Hai tolto e rimesso il collare.
[2008/11/14 8:01]  Backbuttoned Bian: non ho barato
[2008/11/14 8:01]  Win: Non chiedo cosa non hai fatto ma cosa hai fatto
[2008/11/14 8:01]  Backbuttoned Bian: ho indossato un bodybag su spine ed il collare è andato via
[2008/11/14 8:01]  Win: Impossibie a meno che tu non stessi usando il viewer normale
[2008/11/14 8:01]  Backbuttoned Bian: sto usando il restrained viewer
[2008/11/14 8:02]  Win: Non quando hai indossato il body bag
[2008/11/14 8:02]  Win: Se hai un oggetto locked questo non si toglie se usi il RL Viewer
[2008/11/14 8:02]  Win: Allora, restano 30 secondi. Perché hai usato il viewer normale?
[2008/11/14 8:03]  Backbuttoned Bian: non lo ho usato
[2008/11/14 8:03]  Backbuttoned Bian: ho restrained life viewer
[2008/11/14 8:04]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: @version
[2008/11/14 8:04]  Backbuttoned Bian (busy response): RestrainedLife viewer v1.10.5.2 (SL 1.19.1.4)
[2008/11/14 8:04]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Hai una versione vecchia. Devi aggiornare.
[2008/11/14 8:05]  Backbuttoned Bian: come faccio?

Nel frattempo, guarda guarda, mi stava scrivendo anche Belias. Occhio agli orari:

[2008/11/14 7:59]  Belias Rubble: ciao winth
[2008/11/14 7:59]  Belias Rubble: ho rubato qcosa di tuo
[2008/11/14 7:59]  Belias Rubble: almeno per un po’
[2008/11/14 7:59]  Win: Cosa?
[2008/11/14 7:59]  Belias Rubble: un oggetto di scarso valore
[2008/11/14 7:59]  Belias Rubble: back
[2008/11/14 8:00]  Win: Ha tolto il collare. Le ho dato due minuti per spiegare. Poi stacco
[2008/11/14 8:03]  Win: Ha usato il viewer normale, o il collare non si sarebbe tolto
[2008/11/14 8:03]  Belias Rubble: no, capita
[2008/11/14 8:03]  Belias Rubble: era con me quando è successo
[2008/11/14 8:04]  Belias Rubble: e da allora non ha sloggato
[2008/11/14 8:04]  Win: Boh.
[2008/11/14 8:05]  Win: Comunque, benissimo, tienila pure… io devo finire il mio articolo
[2008/11/14 8:05]  Belias Rubble: non miinteressa più
[2008/11/14 8:05]  Belias Rubble: la libero
[2008/11/14 8:05]  Win: Neanche a me

Ero furiosa. FURIOSA. Ho staccato e mi sono rimessa a lavorare in RL. Sono tornata dopo una mezz’ora.

[2008/11/14 8:29]  Backbuttoned Bian: winth, sei caduta?
[2008/11/14 8:29]  Win: No. Ho staccato perché avevo da fare e tu non rispondevi alle mie domande. Ti saluto, per adesso
[2008/11/14 8:29]  Backbuttoned Bian: non essere arrabbiata con me
[2008/11/14 8:30]  Backbuttoned Bian: sei tu che mi hai lasciata libera
[2008/11/14 8:30]  Win: Non lo sarei se non me ne dessi motivo, Back. Ti ho detto chiaramente che il collare non si doveva staccare in nessun caso. Non credo ci sia molto altro da dire
[2008/11/14 8:30]  Backbuttoned Bian: non abbandonarmi, per piacere
[2008/11/14 8:31]  Backbuttoned Bian: giuro che si è tolto da solo

Era vero? Forse sì e forse no. Ma io ormai avevo il cuore che batteva a mille per la rabbia. E poi, Belias, quella che mi aveva detto che non le interessava più, che la liberava, mi ha scritto di nuovo.

[2008/11/14 8:30]  Belias Rubble: ride

Ma non avevo proprio voglia di ridere, io. E non è che me ne sia venuta di più quando Back si è rifatta viva – per modo di dire: perché quel che mi ha scritto significava palesemente solo una cosa. Che adesso non era solo legata, ma anche imbavagliata:

[2008/11/14 8:34]  Backbuttoned Bian: *** IM blocked by sender’s viewer
[2008/11/14 8:34]  WinthorpeFoghorn Zinnemann alza le spalle
[2008/11/14 8:35]  Backbuttoned Bian: *** IM blocked by sender’s viewer
[2008/11/14 8:35]  WinthorpeFoghorn Zinnemann scuote la testa e rimuove di nuovo la possibilità che tu veda quando sei online
[2008/11/14 8:36]  Backbuttoned Bian: *** IM blocked by sender’s viewer
[2008/11/14 8:36]  Backbuttoned Bian: *** IM blocked by sender’s viewer
[2008/11/14 8:38]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Sono letteralmente stupefatta. Basta così, divertiti

Ho smesso di risponderle e credo di essermi anche scollegata, visto che Back continuava a mandarmi IM bloccati e inviti a tipparmi che non avevo nessuna intenzione di accettare. Se di quella libertà che mi aveva tanto chiesto di renderle per un poco aveva saputo fare solo quello – di tornare a farsi legare dalla sola persona da cui doveva tenersi lontana – che accettasse le conseguenze delle sue azioni anche in questo. Io avevo altro da fare che far finta che mi importasse, a quel punto, di andare a salvarla e farmi condizionare da qualcosa del genere. Sono tornata in RL e quando mi sono ricollegata, molte ore dopo, avendo finito il mio articolo, ho scritto a Backbuttoned un messaggio di ghiaccio: “Ti prego di rimandarmi il bavaglio che ti ho dato quando hai tempo. Grazie”.

Sono passate diverse ore, forse un giorno. In quelle ore ho tolto anche a Belias la possibilità di vedere se ero online, ho svenduto le sue foto che avevo comprato sull’infernale “Owned”, ho deciso di ignorarla. Se, ogni volta che Belias ha a che fare con qualcuno che conosco devo starci così male, beh, forse meno notizie ho di lei meglio è. Se, ogni volta che ha mezza occasione di legare qualcuno a cui tengo, Belias non sa resistere, forse meno amicizie in comune ho con lei meglio è. Se, ogni volta che la saluto, mi deve fare una battuta per farmi sentire in colpa, o cercare di provocarmi, forse è meglio che non la saluti proprio più. Sono meccanismi che, ormai, da tempo si ripetono con frequenza preoccupante ma che credevo di essere riuscita a evitare visto che, ormai da tempo, i miei rapporti con Bel sono diventati occasionali e, per forza di cose, praticamente platonici. E se Back, ogni volta che la lascio andare, mi deve mettere in situazioni che mi torturano… tutto sommato meglio che restasse dove si era voluta cacciare per forza, smettendola di chiedere il mio aiuto. Avrei dovuto andare a “salvarla”? Mettendomi contro una persona con cui già ho un rapporto abbastanza complicato? No, che se la cavasse da sola, che restasse con la sua Belias che, palesemente, ancora rimpiangeva di averla abbandonata per chiedere, proprio a me, di consolargliela.

BackSnapshot_001.jpgQuesta era la mia determinazione. Ma stavolta non ho avuto il coraggio di toglierle di nuovo entrambe dai miei contatti. L’ho fatto già una volta, non è servito se non a farci stare male tutte e tre per parecchio tempo. E, puntualmente, non molte ore più tardi, ho ceduto. Belias mi ha scritto scusandosi, dispiaciuta che io ci fossi rimasta così male – ma mi ha voluto far leggere il dialogo che aveva avuto con Back, quel dialogo che – a causa di chissà che malfunzionamento di Second Life che aveva staccato il collare – io non avevo potuto origliare direttamente. Un dialogo in cui, praticamente, Back implorava Belias di prendere le sue chiavi – in termini e con una insistenza tale da farmi credere che forse io stessa, se fossi stata al posto di Bel, avrei ceduto alla tentazione. Non posso dire di essere riuscita a cancellare il rancore che avevo nei suoi confronti: ma ho trovato almeno la forza per scusarmi con Bel per la mia reazione eccessiva nei suoi confronti.

Belias era legata a casa di Happytimes, in quel momento, e mi ha fatto sapere che ci sarebbe rimasta per un po’ e che Back si trovava a Our Wicked Dream, legata solo con le catene ma, di nuovo, col mio collare, che aveva indossato di nuovo appena si era accorta dello sfortunato incidente. Back nel frattempo mi implorava di perdonarla, di andare a slegarla usando la Real Key, di andare per lo meno a trovarla. Io, dura, niente. Per un po’. Poi, come era successo l’altra volta, mi sono sciolta. Back è Back, lo sappiamo tutti. Tippami, le ho scritto. E sono andata.

Evito di riportare nei dettagli la nostra conversazione, che questo post è davvero di nuovo troppo lungo e troppo, troppo personale e doloroso. Ma ho rifiutato con decisione di usare la RK per aprire le catene strette da Belias. Sarebbe stato un imbroglio, sarebbe stato un rubare a Belias qualcosa che aveva preso legittimamente… qualcosa, qualcuno che aveva insistito per darsi a lei. Sono possessiva, lo so, ma non sono competitiva in questo modo: non ruberei mai la sub di qualcun altro, non quando non sono stati usati mezzi illeciti per imprigionarla, non quando la vittima si è appena, spontaneamente, buttata nelle braccia della catturatrice. No. Eppure, Back portava ancora il mio collare, quello che dice “Proprietà di Win” e una cosa del genere, qualcosa, deve pur significare.

BackSnapshot_002.jpgBack mi ha promesso di tutto: si è detta disposta a lasciarsi legare, isolare, bloccare completamente, seppellire nel dungeon più profondo e solitario, sopportare il mio silenzio per sempre, anche di sottoporsi al controllo assoluto del banishment più stretto, purché io la riprendessi. Mi ha commossa, ma non potevo, non volevo cedere a quel punto, e alla fine ho capito quale fosse l’unica soluzione possibile. Le ho detto che per la sua scappatella si poteva ritenere perdonata, e che l’avrei potuta accogliere nuovamente, ma solo quando fosse stata di nuovo libera dalle catene che non le avevo imposto io. Che si liberasse da sola dalle manette di Belias, e solo dopo si rifacesse viva con me. L’avrei attesa a braccia aperte.

Da allora sono passate alcune settimane in cui non è riuscita quasi mai a collegarsi e non ci siamo mai trovate online allo stesso momento. Ogni tanto ci sentiamo a distanza, quando lei mi manda un IM che io ricevo in differita… e a cui rispondo sapendo che lo leggerà anche lei la prossima volta. Chissà se sta cercando di liberarsi. Chissà se porta ancora il mio collare. Chissà se riuscirà a riconquistare la sua libertà e se, quando questo dovesse accadere, tornerà ad offrirmela.

E chissà se, nel caso, io sarò ancora la stessa da cui lei ha detto di voler tornare. Tante cose stanno cambiando velocemente. Andromeda, tanto per cominciare. E poi Jelena, di cui è giunta l’ora di parlare seriamente. E forse, forse, anche qualcun altro. Ma questa è un’altra storia. Anzi, un’altra ancora.

Si chiamava Bettie

Un saluto a Bettie Page, idolo di generazioni intere, modello inimitabile e leggero del piacere libero, spensierato e senza inutili sensi di colpa.

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Bettie Page

1923 – 2008

 

bettiepage.jpgEra lo scorso luglio, erano i giorni del mio terzo e fin qui ultimo banishment, e sul blog di Spikeheel Starr trovai uno di quei test scemini che, però, per qualche motivo mi venne voglia di fare. Il gioco era rispondere a un po’ di domande facili per capire quale famosa pin-up ci somigliasse di più. Il risultato finale mi riempì di gioia: il nome che era comparso al termine del mio test era Bettie Page.

BP_03.jpgPosso citarmi da sola? Avevo scritto allora, in coda al post As Banished Time Goes By: Cosa chiedere di meglio? Bettie Page, un mio idolo di sempre, forse la modella bondage più allegra di ogni tempo, innocente nella malizia e maliziosa nell’innocenza… con quegli occhi malandrini e vivaci, che sanno esprimere la paura della prigioniera e la durezza della carceriera, ma che non dimenticano mai di burlarsi di quello che per lei, anche nelle situazioni più imbarazzanti, è soprattutto un gioco.

Immagine 1.pngPosso forse solo aggiungere che per Bettie, tutto sommato, il bondage non fu probabilmente una passione ma solo una professione: essere legata non doveva essere per lei così diverso che indossare un bikini di leopardo, o mostrarsi completamente nuda su una spiaggia. Corde, tavoli e catene non erano forse che solo alcuni dei possibili accessori per condire una posa sexy. Ben di rado il suo sguardo esprime il piacere del sentirsi la carne stretta dai nodi, la bocca tappata da un bavaglio. Ma anche le sue espressioni spaventate sono sempre un po’ esagerate, caricate, come di una che non ci crede più di tanto, e che si diverte a far finta, ma senza far finta sul serio. Eppure, forse proprio per questo, l’ho sempre vista un po’ come un’amica che non conoscevo ma con la quale mi piaceva immaginare che mi sarei trovata bene. Una che non dimentica come tutto sia un gioco meraviglioso, inesauribile e costantemente fonte di stupore e di piaceri sempre nuovi.

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Qualche anno fa, al festival di Torino, ho visto un discreto film su una parte della sua vita. Si intitolava The Notorious Bettie Page ed era abbastanza carino. Ma per quanto attraente e dotata – sicuramente più di quanto non fosse la stessa Bettie – la protagonista Gretchen Mol non poteva in alcun modo eguagliare quella che era stata chiamata a interpretare. Di certo, pur avendolo apprezzato, non credo che mi capiterà di rivederlo spesso. Mentre i filmini e le foto di Bettie mi capita ancora, ogni tanto, di rivederli. Anche in luoghi inaspettati, come si vede dalle immagini che riporto in questa pagina, scattate a Stanlee appena poche settimane fa e in cui Boy Lane e io ci siamo trovate a fare due chiacchiere davanti a uno schermo sul quale scorrevano immagini d’epoca proprio della unica, vera, irripetibile Bettie. Quella che tante di noi vorremmo essere state, quella che tutte noi avremmo voluto avere come amica – perché, a vederla, non c’è dubbio: con lei doveva essere impossibile non divertirsi.

Bettie se n’è andata giovedì scorso, alla discreta età di 85 anni, dopo essersi ritirata dalle scene oltre mezzo secolo fa. Ma il suo sorriso malizioso, pieno di peccato allegro e irresistibile innocenza, non era mai scomparso, e certo non sparisce ora davanti a una piccolezza come la morte.

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La prova di Andromeda

Ad appena due giorni dal post precedente, voglio tornare sul discorso avviato, anche per riprendere degnamente l’intervento, come sempre puntuale, di Mandrashee. Partendo da Andromeda.

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L’incidente con la Mistress A.K. di cui ho scritto qualche giorno fa non mi interessava tanto come aneddoto in sè ma per gli argomenti che solleva quando si tratta dei rapporti di dominazione e sottomissione che, almeno qui su Second Life, ci affascinano tanto. Che fare la Mistress non sia affatto facile lo so da tanto tempo, nonostante una mia cara amica mi ripetesse da mesi che in me riconosceva una personalità più dominante di quella che fin qui avevo manifestato, ma è solo da quando Andromeda ha scelto di sottomettersi completamente a me che mi sono resa conto della pressione a cui anche una sub ideale come lei non può che sottoporre qualcuno che diventa la sua padrona.

galveston_001.jpglantern_001.jpgIntendiamoci: Andromeda è anche una schiava particolare, perché è un vulcano di iniziative. Non si limita a restarsene legata ad aspettare che io mi colleghi ma mi fa trovare, ogni volta, una sorpresa. Inizialmente aggiungeva alla sua piattaforma nel cielo una gabbia qui, un cestino là, una nuova poseball. Poi ha messo su una deliziosa casetta. Infine si è scatenata e in pochi giorni ha fabbricato nel sotterraneo un’intera prigione – per la quale sta adesso finendo di ultimare le uniformi… in attesa, forse, di spostare tutto da Galveston alla land di Jelena (un’altra fucina di creatività su cui tornerò prestissimo). Star dietro ad Andromeda significa confrontarsi continuamente fra il desiderio di tenerla ben legata, come lei ama stare, e quello di non frenare le sue iniziative – oltre all’esigenza di lasciarle ogni tanto la libertà di occuparsi dei suoi affari, di aprire e chiudere i negozi in cui vende le sue creazioni, pagare affitti e stringere accordi di distribuzione con altri produttori di abiti o oggetti di altro genere. Per giunta, Andromeda è una che non bara mai e diventa molto difficile trovare un’occasione per punirla. Così, dopo diversi giorni in cui mi ritrovavo ogni volta a salutarla, la sera, lasciandola slegata, ho deciso che era tempo di affermare un po’ di arbitraria autorità dandole un compito che non fosse troppo scontato, e minacciando di tenerla prigioniera finché non l’avesse compiuto.

handbraorig.pngFra le tante menate che Facebook propone, mi sono appassionata di recente a un giochino infernale chiamato “Owned” che, in breve, permette di comprare, vendere e contendersi con altri acquirenti le foto di amici, conoscenti e anche di sconosciuti. Potete immaginare il sottile brivido di dominio che sfiora quando riesci ad aggiudicarti l’immagine di qualcuno a cui tieni un poco: per quello che mi riguarda, sono particolarmente gelosa di un Eudeamon fotografato da Brite, di una bella foto di Lorella, di una fanciulla che non conosco (Jennifer Guarino) che ci ho messo un bel po’ ad assicurarmi, e dei primi piani degli occhi di Manuela – anche se Luca Spoldi continua a fregarmela con offerte sempre più vertiginose. Sia come sia, mi capita spesso di acquistare foto solo come investimento, sperando  che altri le ricomprino da me aumentando i miei profitti.

Facebook.jpgFra queste foto è comparsa, ieri mattina, quella che rappresentava il reggiseno molto particolare che si vede qui sopra. L’ho comprata immediatamente e senza pensarci, poi ho cominciato a rifletterci e mi è venuto in mente un modo per costringere Andromeda a fare, per una volta, qualcosa che avevo deciso io senza che questo limitasse la sua creatività. L’ho quindi spinta in una delle gabbie che lei stessa ha messo nella sua prigione, ce l’ho chiusa a chiave e le ho detto di visitare la pagina del mio profilo su Facebook, ordinandole di leggere lì quello che volevo da lei. Andromeda ha visitato la pagina, ha deglutito, per un attimo credo abbia pensato che pretendessi da lei di creare un oggetto del genere in RL. E poi ha detto che si sarebbe messa al lavoro, ma che non sarebbe stato facile. L’ho autorizzata a chiedere aiuto a chi voleva, purché nessuno entrasse nella gabbia con lei. Non sarebbe uscita dalla gabbia finché non avesse creato un reggiseno come quello che avevo pubblicato nel profilo – e se si fosse dimostrata non all’altezza del compito avrebbe subito una punizione per avermi illusa di essere più brillante di quanto non fosse realmente. L’ho salutata e me ne sono andata a letto, convinta di averle dato pane per i suoi denti.

handsbra_001.jpghandsbra_002.jpgSono felicissima di poter dire che Andromeda non ha perso tempo. Mi sono ricollegata brevemente a notte fonda e l’ho trovata online, nella sua gabbia, con addosso un reggiseno identico a quello che le avevo mostrato. Ho già visto che me ne ha mandato una copia e non vedo l’ora di entrare in-world per provarmelo e vedere come mi sta. Ma nel frattempo, le ho sciolto il guinzaglio, ho aperto la gabbia e le ho fatto trovare, pur nella prigione, un letto comodo su cui passare la notte in luogo dei materassi sporchi che si trovano nelle varie celle. Un gesto che, come spiegherò nei prossimi giorni, ha un significato molto più profondo di quel che può sembrare a prima vista e che, lo confesso, ho compiuto non senza un po’ di apprensione. Perché Andromeda ha anche una specie di pretendente, che io ho incontrato e che ho anche aggiunto ai miei contatti. E nei confronti del quale, come si può immaginare, ho un atteggiamento ambivalente che non mi lascia completamente tranquilla. Chi mi conosce sa che conosco bene la gelosia. Ma non sono, non voglio essere come A.K. – terrorizzata di perdere il suo dominio sulla sua sub se non appena la lascia allontanarsi dalla sua orbita per un poco. E sono convinta, voglio esserlo, che se si ama qualcuno sia importante lasciarlo libero.

Ma come si fa a lasciare libero qualcuno a cui piace essere legato? Dove si traccia la linea? Che cosa è giusto consentire e che cosa non lo è? E ancora: se una sub è tenuta ad essere fedele, sempre e comunque, alla sua padrona, non è forse vero che anche alla sua padrona spetta qualche obbligo? Fino a che punto è lecito, per una sub, essere gelosa di eventuali altri rapporti che la sua padrona intreccia con altri? Ne riparleremo, perché adesso devo raccontare quello che è successo, recentemente, quando Backbuttoned mi ha chiesto di lasciarla libera per qualche giorno. Ed è scoppiata la tragedia.

(Prossimamente: La scappatella di Backbuttoned Bian)

La Mistress e il Bane

Sto traccheggiando, lo so. Ho talmente tante cose nuove di cui parlare che mi angoscia solo l’idea di rimettermi ad aggiornare il blog ora che recupero un pochino di tempo alla RL. Ma mi è successo qualcosa, di recente, che introduce bene uno degli argomenti di cui fra poco dovrò parlare.

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Essere un Bane Operator non è facile. Non lo è perché ogni Bane è diverso uno dall’altro, perché c’è chi ha bisogno di costanti rassicurazioni e chi preferisce essere lasciato solo ad affrontare la sua prova. A me ne sono capitati di ogni genere: Bane deliziosamente ribelli come Mitzy Shino, che guarda caso è una Mistress molto amata dalle sue sub; Bane sfortunatissimi come Boy Lane, autrice di un Viewer RL alternativo a quello di Marine e anch’esso molto apprezzato (si chiama Cool Viewer, se qualcuno volesse provarlo); Bane che parlano a stento l’inglese, come il tedesco Bernhard Melnik (sarà per questo che è ancora chiuso nel Banesuit dopo tante settimane?); Bane sperimentatori, come un ragazzo ceco che ha compiuto la sua esperienza in 24 ore, senza incorrere in una sola violazione o estensione – ed è stato il solo, quando gli ho chiesto cosa avesse commesso per meritare quella sentenza, a non inventare una colpa convincente nell’ottica del RP ma a rispondermi: “Non ho fatto niente, ma voglio provare questa esperienza”; Bane devoti come Luca Beres, che una volta uscito credo abbia trovato una Mistress che lo ha comprato e lo tiene sotto chiave, e a cui auguro di aver trovato quello che cercava. E anche Bane di mia proprietà come Andromeda, che si è sottomessa a me poco prima di essere inghiottita, per un tempo fortunatamente breve, nel feroce completo della Kelley Technologies.

gilka_004.jpgHo avuto un Bane contestatario, che non ha fatto che lamentarsi perché il servizio della Kelley Tech non era uguale uguale al libro (il che dovrebbe essere evidente a chiunque sia dotato di un minimo di comprendonio: sarebbe alquanto noioso limitarsi a recitare un testo precostituito e l’idea è, evidentemente, di riprodurre le premesse lasciando poi che ogni esperienza si sviluppi in modo autonomo). Ho avuto un Bane che è uscita con una safeword quando la sua Mistress le ha fatto capire di non poter sopportare oltre la sua lontananza. E adesso ho anche avuto una candidata Bane che, pronta ad essere sottoposta alla procedura, ha fatto retromarcia all’ultimo istante perché la sua Mistress ha cambiato idea.

La cosa, intendiamoci, è più che legittima – tanto che, prima di avviare sul serio la procedura, ogni operatore è tenuto a ricordare al prigioniero di turno che il Banishment è un’esperienza che per qualcuno può rivelarsi troppo intensa, e invitarlo a pensarci bene per un’ultima volta. In quel momento, prima che il relay venga irreversibilmente fatto scattare, il futuro Bane può ancora scegliere di rinunciare (e, nel gioco del roleplay, tornare alla immaginaria pena detentiva che il Banishment dovrebbe sostituire). È solo una volta avviata la procedura che il viaggio è senza ritorno fino allo scadere del tempo. Eppure, con una candidata recente di cui, per questioni di privacy, cito solo le iniziali, le cose sono andate diversamente. Mi limiterò a riportare, traducendoli, gli scambi che sono intercorsi in IM fra lei e me, e poi fra me e la sua Mistress – di cui, parimenti, mi asterrò di fare il nome in pubblico.

[2008/12/03 10:45]  Win: Buon pomeriggio, signorina V.S… mi è giunta voce che lei sia candidata al banishment

V.S. non era online in quel momento. Mi ha risposto quando si è ricollegata, circa sette ore dopo.

[2008/12/04 5:59]  V. S.: (Saved Thu Dec  4 14:40:10 2008) Salve Mister Zinnemann, sì è vero, sono stata condannata al banishment. Mi sta chiamando a scontare la mia sentenza?
[2008/12/04 5:59]  Win: Esattamente, signorina S. …è pronta ora?
[2008/12/04 6:01]  Win: Signorina S.? La prego di rispondere celermente quando le si rivolge la parola…
[2008/12/04 6:01]  V. S.: Win:  Esattamente, signorina S. …è pronta ora?

Strano, questo. Perché mi ripropone la mia stessa frase? Un errore di finestra, probabilmente: succede quando si gestiscono troppe sessioni di IM insieme. E infatti dalla frase successiva è evidente che i miei messaggi venivano riportati a qualcun altro.

[2008/12/04 6:02]  Win: C’è un qualche tipo di eco, da queste parti?
[2008/12/04 6:03]  V. S.: Salve Mister Zinnemann, scusi un errore – al momento mi trovo con la mia Mistress A. K. e non ho il permesso di andarmene. Forse lei potrebbe contattarla direttamente.
[2008/12/04 6:03]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Le parlerò immediatamente, signorina S., sì. La ringrazio.

Chiudo la finestra, cerco la Mistress di V.S. e comincio a scriverle.

gilka_002.jpg[2008/12/04 6:05]  Win: Cordialità, Mistress K. Qui l’Operatore Win Zinnemann della struttura Bane della Kelley Tech. Posso scambiare una parola con lei, per favore?
[2008/12/04 6:05]  A. K.: sì naturalmente
[2008/12/04 6:06]  Win: Grazie, Mistress K. Sono incaricata di sottoporre alla procedura una criminale che, mi si dice, si trova al momento sotto la sua custodia. Il suo nome è V. S.
[2008/12/04 6:07]  A. K.: sì è mia schiava
[2008/12/04 6:07]  Win: Mi auguro che l’abbia informata che la sua sentenza di carcerazione è stata commutata, per sua scelta, alla pena del banishment con una durata ridotta.
[2008/12/04 6:07]  A. K.: e non le permetto di venire al vostro rp
[2008/12/04 6:08]  Win: Capisco, Miss. Posso chiederle se l’aveva informata della sua decisione prima di farsi fare il colloquio dai nostri ingegneri?
[2008/12/04 6:09]  A. K.: sì ma pensavo sarebbe stato solo per alcune ore
[2008/12/04 6:09]  A. K.: e dopo averci pensato ritengo questo gioco che mescola denaro isolamento e altre cose davvero pauroso
[2008/12/04 6:10]  A. K.: quindi per il suo bene non verrà al vostro rp
[2008/12/04 6:10]  Win: Si tratterebbe senza dubbio di parecchie ore, Miss K. – sempre che si comportasse bene e non si facesse dare estensioni di sentenza… il che accade di rado. Rispetto i suoi desideri, naturalmente, e non insisterò.
[2008/12/04 6:10]  A. K.: le allungate sempre
[2008/12/04 6:10]  A. K.: molti mi hanno detto che è ingiusto
[2008/12/04 6:11]  A. K.: non vi permetterò di danneggiarla
[2008/12/04 6:11]  A. K.: basta ora
[2008/12/04 6:11]  Win: Oh, lasci che la corregga su questo punto: all’Operatore non è consentito estendere la sentenza. Viene tutto fatto dal Custodian. Ma è vero che è molto, molto duro e capisco la sua paura
[2008/12/04 6:12]  Win: Solo per consentirci di mettere ordine nei nostri archivi, Miss K., la prego di confermare che io tolga Vera dalla lista dei candidati
[2008/12/04 6:12]  A. K.: preferisco mantenermi cortese quindi ora per favore
[2008/12/04 6:12]  A. K.: rimuovetela
[2008/12/04 6:12]  Win: La cortesia è anche la mia politica, Miss. Lei ha tutto il mio rispetto. E grazie per questa discussione franca
[2008/12/04 6:13]  A. K.: non vi auguro alcun bene
[2008/12/04 6:13]  Win: Questo non è poi così cortese da parte sua, Miss, ma sono forte abbastanza per gestire la gente scortese quando mi capita di incontrarne.
[2008/12/04 6:13]  A. K.: beh in quanto torturatrice scommetto che lei è forte
[2008/12/04 6:15]  Win: Si sbaglia di grosso, Miss. Ma non sprecherò il suo e il mio tempo tentando di convincerla di qualcosa che chiaramente lei non è interessata a verificare. Le invio i miei saluti e mi limito a ritrattare la mia precedente affermazione circa il mio rispetto nei suoi confronti, poiché è evidente che la cosa non è reciproca. Addio, Miss.

sal reease_001.jpgEsaurito questo colloquio, diventato improvvisamente sgradevole, ho preparato il mio rapporto per la dottoressa Kelley e per Boy Lane, l’Engineer che aveva fatto il colloquio a V.S. In esso raccontavo l’accaduto, riportando per intero il colloquio avuto con V.S. e quello successivo con la sua Miss e concludendo in questi termini:

Miss S. dovrebbe dunque essere rimossa dalla lista dei candidati Bane non appena a un Engineer  sia possibile intervenire, per evitare che altri Operatori cerchino di contattare lei o la sua Mistress per fare qualcosa su cui, a quanto pare, non era stato raggunto un accordo chiaro fra di loro.

Vi invio i migliori saluti, esprimendo il mio orgoglio nel vedere che il nome della Kelley Tech viene percepito come minaccioso dalle menti più deboli,

Winthorpe Foghorn Zinnemann
Bane Operator

Ho ritenuto che fosse il caso di inviarlo anche a Vera perché fosse informata del fatto che stavamo dandoci da fare per evitare ulteriori scontri con una Mistress così ottusa, ma l’intenzione era lasciare a lei la scelta di inoltrare o meno il messaggio a quest’ultima. Ma qui ho commesso un piccolo errore perché nell’inoltrare la notecard ai vari destinatari l’ho inviata, per sbaglio, anche alla stessa A.K. Le ho immediatamente mandato un IM, ma la reazione della simpatica interlocutrice è stata, se possibile, ancor meno composta che in precedenza.

[2008/12/04 6:31]  Win: Miss, chiedo scusa… il messaggio era destinato solo a Miss Kelley. Non intendevo disturbarla ancora
[2008/12/04 6:32]  A. K.: fottiti testadicazzo fatti una vita piccolo pezzo di merda
[2008/12/04 6:32]  Win: Grazie, Miss, le auguro lo stesso
[2008/12/04 6:32]  A. K.: e affanculo pure lei
[2008/12/04 6:33]  Win: Certo, certo, Miss K.
[2008/12/04 6:33]  A. K.: ora sparisci
[2008/12/04 6:33]  A. K.: ti farò bandire….
[2008/12/04 6:35]  A. K.: ho dimenticato un piccolo dettaglio
[2008/12/04 6:35]  Win: La invito ad aprire il mio profilo e cliccare il bottoncino che dice “mute”, Miss… in quel modo non sarà più costretta ad affrontare la sua incapacità di rispondere cortesemente ai miei IM… ma questo sarà l’ultimo che le manderò, quindi può anche risparmiarsi questa fatica
[2008/12/04 6:36]  A. K.: morditi il cazzo
[2008/12/04 6:36]  Win: La prego di mandarmene uno e sarò lieto di indossarlo ed eseguire, Miss. Arrivederci.

Ho inoltrato anche questo scambio a Marine e a Boy (e ad alcune care amiche che pensavo avrebbero potuto divertirsi) e poco dopo ho ricevuto dalla povera V. un accorato IM di scusa per la situazione imbarazzante. Abbiamo qundi avuto un ulteriore e breve scambio di vedute:

[2008/12/04 6:34]  Win: Nessun problema, V. Avreste dovuto mettervi d’accordo più chiaramente, ritengo… ma la questione è solo fra di voi e io non interferisco mai in questo genere di rapporti. Mi dispiace che si sia offesa e si sia comportata in modo più scortese di quanto mi sarei aspettata
[2008/12/04 6:36]  V. S.: Mi dispiace per il disagio -sono pronta a scontare la mia sentenza – e avevo il permesso della mia Mistress, ma ha cambiato atteggiamento.
[2008/12/04 6:37]  Win: Capisco e devo dire che rispetto completamente la tua posizione. Molto più di quanto non possa dire della sua. Sono stata una sub e mi capitava spesso di essere legata e, come te, rispettavo completamente il volere della mia Mistress. Non dispiacerti per me, quindi. Anche questo è stato un RP interessante. Spero solo che non renda le cose difficili fra voi due.
[2008/12/04 6:38]  Win: Mi rincresce di aver spedito la notecard anche a lei – è stato un errore disgraziato per il quale ti chiedo scusa. Ho scambiato le finestre del profilo.
[2008/12/04 6:39]  V. S.: Nessun problema, grazie per aver capito.

BaneAndro_004.jpgBaneAndro_008.jpgLa storia andrebbe avanti, perché ieri sera ho appreso da Green Geary che V. era rimasta ancora nella lista dei candidati e che Jacolyn, uno dei nostri Operator migliori, stava per contattarla. Le ho intercettate in tempo, ma non prima che entrambe si trovassero anche loro inondate dai raffinati ragionamenti della Mistress furiosa – e credo che l’incidente abbia consentito infine di trovare il modo di eliminare V. dalla lista. Chiudo quindi l’episodio per tornare all’argomento per me chiave di tutta la faccenda. Vale a dire quello che significa essere una Mistress.

Per me, come sa chi mi conosce, si tratta di un’esperienza piuttosto nuova. Per mesi, la mia Mistress Hyde si è ben nascosta dietro al volto rassicurante della dottoressa Winkyll e solo dopo l’incontro fortuito con Andromeda ha, per così dire, conquistato la maggioranza assoluta nella borsa dei miei impulsi all’azione. Ne parlerò, spero, in un prossimo post: a parte Backbuttoned (che, per motivi legati alla RL, di questi tempi si collega molto, ma molto raramente – e che comunque è in castigo, come avrò presto modo di spiegare) e Andromeda, al momento sono direttamente sotto il mio controllo anche Laziter Twine e Compliant Breen, due tipe incontrate a Stonehaven qualche tempo fa e che mi hanno continuato incautamente a tampinare per settimane fino a quando mi hanno colta in vena di rubar loro le chiavi… e anche Costanza Paulino, che è in realtà la sub della mia benefattrice e padrona di casa, Jelena Kiranov – la quale tuttavia mi ha esplicitamente chiesto di averne cura in sua assenza. Sono già cinque persone – roba da far girare la testa, anche perché ciascuna ha la sua combinazione particolare di Restraints da gestire. E Andromeda, evidentemente, ha bisogno di tutta la mia attenzione perché sta costruendosi attorno una intera prigione in cui io poi sia in grado di confinarla.

beliascirce_001.jpgContinuo a non pensare a me stessa come una Mistress – ma cinque prigioniere non sono uno scherzo e comincio a scoprire a quali problemi vada incontro chi si trova in mano troppe chiavi di troppe persone. Non solo: non posso negare di sentire spesso il conflitto fra il desiderio di impedire, restringere, legare chi è sotto il mio controllo, e quello di consentir loro di divertirsi e fare le loro esperienze quando io sono offline… oppure quando sono altrimenti impegnata. Come l’altro giorno, quando Belias è venuta a trovarmi nella mia nuova casa e ne ha approfittato per farmi scattare al collo e ai polsi tutte le catene che è riuscita a trovare. Un momento che per me è stato di emozione travolgente, ma al termine del quale mi sono ritrovata completamente bloccata e priva di IM, con Andromeda che richiedeva la mia attenzione. Torneremo, magari, anche su questo argomento: io le ho permesso di vedermi legata, pur ricordando l’effetto che su di me aveva avuto vedere Belias sottomettersi a Wizard Biedermann, ma mi rendo conto che quella vista l’ha turbata abbastanza profondamente e che sarà bene non ripetere l’esperimento senza le dovute cautele. Chiudo però segnalando che sebbene Compliant fosse già mia ospite (sebbene offline) nel momento della visita di Belias, di Laziter mi sono impadronita mentre ancora avevo al collo le catene e il guinzaglio della mia aguzzina preferita.

Andromeda, al banishment si è sottoposta all’indomani del nostro incontro, e ho avuto la fortuna di essere io l’Operatore che l’ha sottoposta alla procedura. Ma cosa avrei provato se, invece, avessi ricevuto una comunicazione come quella che ho inviato io alla Mistress di V.S.? Anche se di certo non avrei reagito in maniera così scomposta, cosa avrei sentito nel mio cuore all’idea che qualcuno voleva trasformare la mia sub in un Bane senza volto e senza voce a cui non avrei potuto nemmeno avvicinarmi? E come si sarebbe dovuta comportare, in quell’occasione, una Mistress degna di questo nome? Essere la proprietaria di qualcuno è un privilegio a doppio taglio, perché rischi di farti divorare dal terrore di perderla, quella persona, come – pensi – l’ha persa chi l’ha avuta prima di te.

Cercherò il tempo per parlarne, nei prossimi giorni, RL permettendo. E, come promemoria per me stessa e trailer per chi ha ancora la bontà di verificare se questo blog è ancora vivo, ecco qui la lista della spesa degli argomenti che vorrei affrontare prossimamente:

La scappatella di Backbuttoned
La mia casa nella neve, Jelena Kiranov e Costanza Paulino
Miss Win e il pretendente di Andromeda
Nuova guida alle cartelle condivise del RLV

Mi tremano i polsi: troverò mai il tempo di fare tutto? Abbiate pazienza, vi prego.