L’ultimo saluto di Costanza

Da stamattina, Costanza Paulino non esiste più. La schiava di Jelena – e mia – ha lasciato Second Life all’improvviso e per sempre. Con una lettera molto bella.

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Io la conoscevo bene, Costanza.

L’avevo incontrata subito dopo aver conosciuto Jelena. Era la sua schiava personale, mi era persino stata affidata per qualche tempo. E poi, quando Jelena stessa è diventata mia, anche Costanza è inevitabilmente passata sotto il mio dominio. Per proprietà transitiva, potremmo dire: e infatti ci ho sempre tenuto a mantenere, come punto fermo, che dovesse continuare a chiamare Padrona anche Jelena.

Perché? Per tanti motivi che non so nemmeno io ricostruire completamente. Un po’ perché la storia di Jelena nasceva come esperimento, e non volevo che – se mai Jelena avesse provato dopo poco tempo il desiderio di tornare ad essere una dominatrice – potesse pensare che le avevo scippato la schiava. Un po’ perché ho già due schiave che adoro, Jelena e Andromeda (e poi c’è Backbuttoned… e alcune altre persone che mi sono molto care, anche se qui le nomino di rado per motivi diversi) e non me la sentivo di prendermi il peso, oltre che il piacere, di una sub tutta mia in più. Un po’, senza dubbio, perché Costanza aveva bisogno di essere trattata in modi che non hanno mai fatto parte della mia natura.

Si sa, il mio elemento sono corde e manette, controllo, ascolto, dominio. Non certo l’imposizione di umiliazioni costanti, l’espressione reiterata e continua di disprezzo fisico, l’impartizione di punizioni corporali o tormenti fisici, l’abuso sessuale. Non giudico certo chi ama subire o dare sensazioni di questo genere. Semplicemente, non sono cosa mia e non posso e non voglio forzarmi a darle a chi le apprezza – allo stesso modo in cui qualcuno che non ama il bondage non potrebbe mai darmi davvero le emozioni che esso provoca a me.

All’inizio, lo dico senza problemi, Costanza non mi aveva impressionata in modo particolare. Mi sembrava forse troppo succube, troppo tesa a esprimere costantemente a parole la sua sottomissione, a usare emote come /me sente quanto il dominio della sua padrona sia assoluto. Il fatto che a me e Jelena desse sempre del Voi inizialmente mi irritava un poco e, per dirla proprio tutta, la sua assoluta obbedienza mi rendeva anche difficile trovare in me il desiderio di imporle le punizioni a cui, palesemente, agognava.

Costanza addio 2.jpgMa i rapporti si evolvono, sempre, fuori e dentro da Second Life. Il tempo online di Jelena si è ridotto in modo notevole, per questioni di RL, e sempre più spesso mi è capitato di trovarmi in-world da sola con Costanza. Spesso, quando ero impegnata altrimenti, la ignoravo. Ma ogni volta che non avevo online Andromeda, un bane da sistemare, una situazione da affrontare, facevo in modo di andare da lei – e di farle quello che mi sentivo di fare. Per lungo tempo l’ho costretta a combattere le sue catene per poter ottenere la sua Real Key e mettermi in grado di slegarla e legarla senza dover aspettare per forza la presenza di Jelena. Le ho installato il Nasty nelle manette per privarla anche solo dell’idea di una possibilità di fuga. Ho preteso di avere il diritto di modificare i suoi oggetti, e che solo Jelena e io fossimo abilitate a vedere dove si trovasse sulla mappa di Second Life. Le ho dato l’ordine di comunicarmi via notecard qualsiasi conversazione avesse con qualsiasi persona le si accostasse. Le ho comprato un bavaglio RLV, le ho insegnato a preparare la cartella condivisa, le ho sistemato nei capelli uno script che le consentisse di inginocchiarsi all’arrivo delle sue padrone senza dover necessariamente aspettare che fossimo noi a costringerla.

Costanza ha accettato tutto con la flessibilità della sub perfetta. Si è spinta addirittura, un giorno, a offrirmi la sua password perché potessi entrare in Second Life con il suo account. La possedevo, quindi, in modo assoluto – al punto che un giorno, una sola volta, mi sono tolta lo sfizio di fingermi Costanza nell’ora in cui si collegava Jelena… e provare il brivido di essere dominata, sotto quelle mentite spoglie, dalla mia devota e adoratissima padrona di casa. Stretta nello shibari che Costanza ha indossato per mesi, ho sentito le mani di Jelena incatenarmi, la sua voce darmi ordini con voce al tempo stessa secca e affettuosa. E ho avuto anche l’emozione di sentire Jel che, credendo di parlare a Costanza, diceva quanto si trovasse bene da quando era nelle mie mani. Un’emozione sconfinata e anche, naturalmente, il senso di colpa di stare in un certo senso imbrogliandola – tanto che non appena scollegata le ho inviato una notecard rivelandole lo scherzetto che le avevo giocato… rinunciando da allora a collegarmi più come Costanza (salvo in rarissimi casi in cui la cosa si è dimostrata necessaria per risolvere questioni tecniche di HUD, e anche in quei casi mai più ho parlato con alcuno fingendomi lei).

jelenadomina_001.jpgCol tempo, Costanza è diventata parte integrante del paesaggio. A volte ignorata, a volte usata come strumento di controllo per altre persone (poiché nel suo collare mantenevo sempre attiva la funzione “Spy”, che mi riportava tutto quello che avveniva intorno a lei), a volte tormentata, legata e sottoposta ad abusi di vario genere. Se spesso la sua obbedienza rendeva a me difficile trovare l’appiglio per punirla in qualche modo, diciamo anche che il pretesto si trovava in altri modi. In tempi recenti, ad esempio, le avevo imposto di passare molte ore in una casetta per cane davanti a Winsconsin, per punirla di aver osato mandarmi non uno, ma ben due IM bloccati quando mi aveva vista collegarmi.

L’assolutezza della sua devozione era per me di stimolo ad alzare sempre la barretta, anche se a modo mio: come quando l’ho trascinata a Deitide e l’ho chiusa in una gabbia dalla quale non poteva uscire senza convincere i passanti a pagare una piccola cifra per contribuire a un riscatto che avrebbe sbloccato la serratura. Cosa che forse non sarebbe stata difficile in una land italiana, ma che per lei si rivelava una missione particolarmente pesante visto che a Deitide il traffico è per il 90% di lingua inglese. E che Costanza, nonostante il suo inglese fosse migliore di quello di tanti avatar italiani di mia conoscenza, non si sentiva all’altezza del compito.

È stato allora che ho sentito, in lei, qualcosa che cominciava a incrinarsi. Per me, quel senso di inadeguatezza nel non poter gestire il RP in inglese, faceva parte dell’umiliazione che volevo impartirle. Il fissarle una missione che sapevo avrebbe quasi certamente fallito era lo strumento che io potevo usare per ridurla sempre più a un oggetto nelle mie mani. E non come un servizio che rendevo io a lei, come una Mistress che sente il bisogno di intrattenere le sue sub: no, per il mio piacere che, quando percepivo questa sua sottomissione completa, era spesso intenso. Invece, a quanto ho visto, a Costanza questo dava solo un senso di inadeguatezza, convincendola di non essere degna di me, facendola soffrire per avermi delusa, facendola dubitare. Almeno in due occasioni mi è capitato di doverle parlare a lungo, consolandola OOC, facendole capire che era proprio del suo inevitabile fallimento che si nutriva il mio piacere nel nostro rapporto.

Poi, l’incidente. Nello scorso weekend. Quando ho ricevuto una lettera che Costanza aveva indirizzato a me per errore e che invece era destinata a qualcun altro. Non la riporterò, nè intendo rivelarne il contenuto nei dettagli, perché non è cosa che mi riguardasse. Ma, in un certo senso, mi riguardava eccome, poiché quella lettera descriveva come Costanza avesse eseguito gli ordini di un’altra padrona… qualcuno che aveva servito, su Second Life, prima di conoscere me e Jelena e con la quale il rapporto era proseguito via mail.

Costanza.jpgHo fatto qualche indagine. Ho appreso che quella persona era capitata, qualche giorno prima, a Winsconsin, e aveva incontrato Costanza nella posizione che le avevo imposto a metà della scorsa settimana, appesa a due pali nell’area delle celle di modo che qualsiasi guardia potesse sollazzarsi con lei a piacimento. Sapevo che non aveva potuto parlarle in IM, perché Costanza ce li aveva bloccati, e sapevo che non le aveva dato ordini in public chat, perché lo “Spy” me l’avrebbe rivelato. Eppure, la sua presenza a Winsconsin dimostrava che, di fatto, quello di Costanza era stato un tradimento, perché la visita non era stata una coincidenza: tramite Gmail, la padrona le aveva ordinato, una volta collegata a Second Life, di tipparla alla prigione, e Costanza aveva eseguito. Ecco il nostro dialogo, appena sono stata in grado di collegarmi e di parlarci.

[2009-03-29 15:58] Win: Salve, Costanza
[2009-03-29 15:58] costanza Paulino china il capo vergognosa
[2009-03-29 15:59] Win annuisce con aria grave
[2009-03-29 15:59] costanza Paulino attende tremante le parole della Padrona
[2009-03-29 15:59] Win: Devi imparare a fare attenzione con la mail, Costanza. Quello che hai fatto è molto grave, spero tu lo capisca
[2009-03-29 15:59] costanza Paulino, si Padrona… sono una sciocca e una stupida
[2009-03-29 16:0] Win: Quello che fai in RL non mi riguarda… fino a quando non mi costringi tu a occuparmene. come stavolta
[2009-03-29 16:0] costanza Paulino, si Padrona
[2009-03-29 16:0] costanza Paulino, mi dispiace … è stata una svista grave lo so
[2009-03-29 16:2] Win: Ne parleremo, Costanza. Non stasera… devo vedere al volo una persona… e dovremo parlare… anche con Jelena
[2009-03-29 16:2] costanza Paulino, si Padrona
[2009-03-29 16:2] costanza Paulino, ma Vi supplico credete che in SL avete la mia più totale devozione
[2009-03-29 16:3] Win: Non sarebbe un problema se non si trattasse di qualcuno che è venuto appena qualche giorno fa qui alla prigione…
[2009-03-29 16:3] costanza Paulino, Quando l’ho servita in SL avevo un altro AV che ora ho chiuso Padrona
[2009-03-29 16:3] Win: Ma che tu possa aver comunicato via Gmail con Xxxxx – quando qui dovresti avere gli IM bloccati… questo non è accettabile
[2009-03-29 16:4] costanza Paulino, Eravamo in chat e ha voluto sapere il mio nick e vedermi
[2009-03-29 16:4] Win: Appunto
[2009-03-29 16:4] costanza Paulino, Ma non interferirebbe mai nella mia SL attuale
[2009-03-29 16:5] Win: Ne riparleremo. Ci devo pensare. Usare GTalk per comunicare bypassando il blocco degli IM non mi convince
[2009-03-29 16:5] costanza Paulino, No padrona…non comunicherei mai con lei in SL
[2009-03-29 16:6] Win: Menti, Costanza, e ne ho le prove… è venuta qui e ci hai parlato, lo so
[2009-03-29 16:6] costanza Paulino, E’ quello che ho detto Padrona…è venuta qui quella sera… voleva vedere come vivevo ora
[2009-03-29 16:6] Win: Perché tu su GTalk le hai detto che eri qui, appunto… quindi ci avevi comunicato
[2009-03-29 16:6] costanza Paulino, Ma a parte quell’episodio RL e SL sono separate Padrona
[2009-03-29 16:7] Win: Mmm… ne parleremo, Costanza
[2009-03-29 16:7] costanza Paulino, Mi aveva ordinato di dirglielo
[2009-03-29 16:7] Win: QUINDI, SL e RL NON sono separate come hai appena detto, vedi?
[2009-03-29 16:7] costanza Paulino, Sono confusa padrona…scusatemi
[2009-03-29 16:7] Win: Devo andare. Per ora, buona notte, Costanza
[2009-03-29 16:8] costanza Paulino, Buonanotte Padrona

Immagine 1.pngNel giorno successivo ho avuto pochissimo tempo per occuparmi di Costanza nelle poche ore in cui era online. Stamattina, però, mentre ero alla prigione con Ewyn, l’ho vista collegarsi. L’ho salutata, le ho passato da leggere una copia del nuovo numero di L Magazine, che Rossella mi ha inviato fresco di stampa ieri sera (e su cui tornerò prestissimo), e quando mi sono scollegata le ho comunicato tutta la durezza che potevo trovare in me, ostentando di ignorarla. Per me era, come sempre, il solo modo per umiliarla senza spegnerle, come a volte ti invitava a fare, cicche di sigarette in bocca. Per lei, forse, è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso troppo pieno di sensi di colpa. Tornando, poco dopo, ho trovato un pacchetto contenente le sue poche cose e una lettera a me indirizzata. Eccola.

 

Padrona
mi permetto di scrivervi e di disturbarvi un ultima volta solo per salutarvi.
Ho deciso di abbandonare SL.
Da una settimana sono legata a questo palo e ho capito che ormai non interesso più a nessuno. Stamattina ne ho avuto l’ultima prova.
Esistono errori che non possono essere perdonati e questo lo capisco benissimo, per cui è inutile per me continuare a collegarmi per passare ore a fissare il vuoto.

Prima di andarmente vi ho trasferito i pochi spiccioli che ho da parte e alcuni oggetti che forse potrete riutilizzare. Il resto sparirà con me.
Vi ringrazio tantissimo per le bellissime sensazioni che mi avete aiutato a provare in questi mesi e Vi prego di salutare da parte mia Miss Jelena che purtroppo ho visto pochissime volte in questo periodo.
Mi resta, mi creda, uno splendido ricordo, di Voi come persona e continuerò a seguire il Vostro lavoro sul blog. Mi spiace non essere stata all’altezza delle attese e soprattutto di non essere stata capace di contraccambiare le emozioni che da Voi ho ricevuto.

Chiudo solo facendoVi ancora tanti complimenti per questo splendido luogo che avete creato e che, in questo periodo, ho visto crescere. L’ho sentito veramente come casa mia e mi dispiacerà non vederlo più.

Appena uscita chiuderò l’account e la mia esperienza in questo mondo avrà fine. Questa volta in modo definitivo dopo essere già caduta una volta nell’errore di tornare con un nuovo AV. L’ultimo periodo mi ha insegnato molto sui miei limiti, sia personali sia, in parte, legati ai miei problemi di RL. E la cosa mi ha aiutato a prendere la giusta decisione.

Chiudo prima di doverVi salutare dal vivo, che mi imbarazzarebbe molto.

Ancora sinceri auguri di una felice SL e un enorme grazie per tutto

Costanza

Lazzy e Costanza.jpgHo richiuso la lettera, restando per un poco pensierosa, a riflettere sulle mie emozioni nel leggerla. Mi sarei aspettata, nel leggere l’addio di una schiava, di provare la fitta che mi provoca sempre un abbandono. Mi sono invece scoperta a provare una certa serenità. Costanza ha fatto una scelta netta, coraggiosa, bella e pienamente degna della schiava perfetta che così ha a lungo dimostrato di essere.

Ho il solo rimpianto che se ne sia andata continuando a pensare di non interessare più nessuno e di non essere stata all’altezza delle attese. Poiché so che legge queste pagine, le uso per dirglielo un’ultima volta: Costanza, sei stata molto al di sopra di quello che, quando ti ho incontrata, mi aspettavo da te. I tuoi rari errori – anche quest’ultimo, colossale, della mail inviata a me per sbaglio, sono sempre stati per me solo ulteriori lucchetti che potevo mettere sulla tua anima. E, ma questo credo che tu lo sappia, da me sono stati sempre perdonati tutti: quell’IM di troppo, quella volta che usasti il viewer normale per superare una restrizione. E perfino la tua mail dello scorso weekend, naturalmente. Si perdona tutto a chi tutto dà e tu hai sempre saputo dare tutta te stessa.

Credo che sia tu, in realtà, quella che non si è mai saputa perdonare… sei tu quella sempre tesa alla ricerca della perfezione assoluta della propria sottomissione, a tal punto ossessionata da essa da soffrire in modo sproporzionato quando ti mettevo in condizione di dover ammettere una mancanza qualsiasi… rivelandoti al tempo stesso incapace di godere davvero le volte (ed è successo spesso) che ti facevo i complimenti per una devozione che credo di non aver mai incontrato in alcun altro avatar.

Visto che mi dedichi alcune bellissime parole, Costanza, lascia che le ricambi. Lascia che ti dica che anche tu hai dato a me emozioni forti e uniche – sia con la tua sottomissione, sia regalandomi la tua fragilità e permettendomi di consolarti quando piangevi. Sei stata una parte importante della mia Seconda Vita, ma anche nella crescita di Winsconsin. Sono certa che la tua presenza mancherà a molti dei frequentatori abituali.

Costanza addio.jpg

Non scrivo tutto questo per chiederti di restare. Rispetto e ammiro la tua scelta di darci un taglio, e so che i giochi sono fatti anche perché oggi, dopo aver ricevuto i tuoi messaggi, mi sono collegata un’ultima volta col tuo account. Ho avuto il dono di essere online nell’istante in cui veniva disabilitato. L’immagine che riporto qui sopra è l’ultima catturata dalle tue pupille virtuali prima di chiudersi per sempre.

Te la dedico, Costanza. Per ringraziarti di quello che tu hai dato a me e alle persone che ti hanno incontrata. Per augurarti, di tutto cuore, di ritrovare nella tua prima, e più importante vita, quella serenità e quella gioia che, su Second Life, non hai trovato.

 

Mamma mia!

L’attesa è finita. Andromeda ha scontato la sua sentenza ed è tornata a casa già da qualche giorno. E anche Backbuttoned, alla fine, è uscita dalla RR Prison. A Winsconsin, la vita ricomincia, con qualche novità.

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Se il banishment su Second Life è un’esperienza molto dura più per gli amici che per la persona che viene isolata nel banesuit, il dicorso vale anche per il carcere. La lunga permanenza di Andromeda e Backbuttoned alla RR Prison è stata sicuramente molto dura per entrambe – ma lo è stata molto anche per me. Non me ne lamento: per quanto sofferta, è stata una mia scelta. Ma mi sono accorta di avere, molto più spesso di quanto avrei immaginato, bisogno di andare a trovare le prigioniere – cercando di vederle attraverso la grata delle visite, di parlarci, quando possibile, quando le guardie non le tenevano imbavagliate… e in qualche caso, nei giorni in cui erano segregate in una cella di isolamento, almeno cercare di vederle da lontano, anche senza poterle confortare con una parola, un bacio da lontano, un gesto.

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Androback.jpgHo ritrovato le emozioni intense dei tempi di Mystique – quando la andavo a trovare nelle gabbie di Claven, e lei non era in grado di parlare nè di esprimere il piacere che la mia visita le faceva. Quel senso terribile di isolamento, di impotenza nel non poter abbracciare una persona a cui vuoi bene. Aggravata, nel caso di Backbuttoned e di Andromeda, dalla consapevolezza che alla prigione avevano ormai un controllo completo su di loro, perché le regole prevedevano che il personale avesse accesso alla loro Real Key. Quando metti il collare a qualcuno, vedere che le chiavi di quel collare passano a qualcun altro dà una lacerante sensazione di perdita. Quel tipo di emozione sconvolgente che, come ho visto in passato, può spingere qualche Mistress a dar fuori di matto scatenando quei drammi che tutti su SL temono ma che in un certo senso rinnovano a volte la verità dell’emozione, evitando che tutto si riduca a un gioco ripetitivo.

Perdere Andromeda e Backbuttoned per tutto questo tempo (rispettivamente 24 e 12 ore di sentenza: che per Andro sono state allungate dal fatto che alla prigione avevano avuto l’ordine di liberarla solo in mia presenza – mentre Back è rimasta bloccata dal fatto di aver avuto poco tempo per collegarsi a SL negli ultimi tempi) mi ha insegnato qualcosa, credo, confermandomi come il controllo assoluto possa da un lato diventare una schiavitù per chi lo detiene, e dall’altro spingere a dare per scontato un rapporto che, come tutti i rapporti interpersonali, reali o virtuali, deve nutrirsi sempre, giorno per giorno. Ho capito che, a volte, il modo per stringere un collare ancora di più è aprirlo. E mi ha fatto ricordare quanto sia stupido quel detto, lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Nemmeno per sogno: Andromeda e Back mi sono mancate moltissimo, in tutto questo periodo. E il loro ritorno a casa è stata una festa, soprattutto quando ho rimesso ad Andro il collare col nomignolo che le ho dato da quando mi appartene – Windromeda. Tutto il passato, rivedendoci, è svanito come neve al sole: i suoi abusi come guardia della nostra prigione, i drammi che il suo comportamento aveva scatenato fra noi e la Greylist, e Shaya e Sylestra. Tutto dimenticato, in un turbine di batticuori, di abbracci, di baci a fior di labbra, di sorrisi.

RR atrio_001.jpgRRAndrovisit5.jpgrelease!_007.jpgrelease!_009.jpgrelease!_010.jpgrelease!_013.jpgrelease!_014.jpg A me gli ABBA sono sempre piaciuti poco, e il film “Mamma mia!”, che ho visto in DVD qualche tempo fa, mi è parso modestissimo. Eppure, sarà la forzata separazione di Andromeda, ma quando per la prima volta ho letto sottotitoli della canzone eponima, non ho potuto fare a meno di pensare che in qualche modo parlava di noi due. Fra l’altro, come Andromeda, anche gli ABBA sono svedesi – e le loro canzoni (e questa in particolare) hanno nel ritmo una giocosità  che mi ricorda molto lo spirito con cui lei affronta la sua Second Life: una specie di quieta disperazione disseminata in testi semplicissimi e ben dissimulata da motivetti molto allegri e ballabili. Ho cantato Mamma mia ad Andro non appena le porte della RR Prison si sono riaperte e, da allora, non passa giorno senza che me la canticchi ad alta voce anche in RL. Vedendo, invece delle immagini con Meryl Streep, una galleria fotografica che rappresenta l’ultimo mese della nostra vita nel metaverso.

 

Non so nemmeno da quanto tempo tradivi la mia fiducia
Così ho preso la decisione che dovevo farla finita.
Guardami ora, imparerò mai?
Non so come ma all’improvviso perdo il controllo
Nella mia anima c’è un fuoco
Basta uno sguardo e sento una campana che suona
Un altro sguardo e dimentico tutto, o-o-o-oh

Mamma mia, ecco che mi riprende
Oddio, come posso resisterti?
Mamma mia, si vede di nuovo?
Oddio, quanto mi sei mancata
Sì, ho avuto il cuore spezzato
Triste, dal giorno in cui ci siamo separate
Perché, perché mai ti ho mandata via?
Mamma mia, ora lo so davvero,
Oddio, non potrei mai lasciarti andare.

Ho provato rabbia e tristezza per le cose che fai
Posso contare le volte che ti ho detto che avevamo chiuso
E quando te ne vai, quando sbatti la porta
Penso tu sappia che non starai lontana a lungo
Lo sai che non sono così forte
Basta uno sguardo e sento una campana che suona
Un altro sguardo e dimentico tutto, o-o-o-oh

Mamma mia, ecco che mi riprende
Oddio, come posso resisterti?
Mamma mia, si vede di nuovo?
Oddio, quanto mi sei mancata
Sì, ho avuto il cuore spezzato
Triste, dal giorno in cui ci siamo separate
Perché, perché mai ti ho mandata via?
Mamma mia, anche se dico
Addio, lasciami ora o non farlo mai più
Mamma mia, è un gioco che facciamo
Addio non vuol dire per sempre

Mamma mia, ecco che mi riprende
Oddio, come posso resisterti?
Mamma mia, si vede di nuovo?
Oddio, quanto mi sei mancata
Sì, ho avuto il cuore spezzato
Triste, dal giorno in cui ci siamo separate
Perché, perché mai ti ho mandata via?
Mamma mia, ora lo so davvero,
Oddio, non potrei mai lasciarti andare.

Usemeritorna_001.jpgEwyn_001.jpgAndromeda è di nuovo con me, adesso. Back è tornata ieri ed è stata immediatamente ricatturata da una delle trappole che abbiamo cominciato a mettere intorno alla prigione, quindi so che la ritroverò a Penning non appena la sua RL le consentirà di riconnettersi. Jelena, anche se di questi tempi la vedo solo attorno all’ora di pranzo, ha un nuovissimo Mac che, mi dice, ha migliorato di moltissimo le prestazioni della sua Second Life, permettendole di vedere in maniera fantastica tutto quello che ha creato qui intorno. E la famiglia cresce: Pene Seetan è ormai di casa, e ha preparato un sistema complesso per la gestione delle code di persone in attesa di essere incarcerate – e una trappola con la quale proprio ieri abbiamo riacchiappato Useme non appena è venuto a curiosare alla prigione in cui, nelle vesti del Presidente, aveva già passato parecchio tempo. Costanza Paulino sprofonda sempre più nel dominio ormai assoluto che Jelena e io abbiamo su di lei. Compliant, sempre blindata nel suo astuccio di lattice, vive ormai stabilmente, nella nostra sim e al momento sta sperimentando una nuova gabbia – nella quale potrebbe finire prestissimo anche MG, se non riesce a completare una missione che gli ho affidato qualche giorno fa. Tomiko e Fujiko sono due guardie attive e molto temute dai prigionieri. E intanto Ewyn, di cui ho parlato un poco nel post dedicato a Challenge, è, per così dire, tornata anche lei nei paraggi e divenuta mia ospite a lungo termine.

Così tante cose da fare, così tante avventure da vivere, così tanti nuovi amici da conoscere e così poco tempo. Mamma mia!

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Winsconsin Justice

In occasione della cattura di un ospite particolarmente pericoloso, qualche notizia in più sulla Winsconsin Correctional Facility. Regole, policy e campagna acquisti.

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Qualcuno forse lo aveva già indovinato leggendo il post Unable to Process, qualcun altro lo aveva appreso su Facebook – altri ancora, come Jelena, Ewyn, Costanza e Babi Gynoid, hanno avuto il dubbio privilegio di incontrarlo di persona. Fatto sta che ormai da diversi giorni la prigione che porta il mio nome ha, fra i suoi ospiti recalcitranti, un personaggio tristemente noto non solo nel nostro paese, dove si è conquistato alle ultime elezioni politiche una maggioranza schiacciante, ma anche all’estero, dove non perde occasione per rendere ridicolo sé e l’Italia tutta. Non so contare le volte che, all’estero, mi capita di essere presa in giro da qualcuno per qualche uscita grottesca, ignorante od offensiva del nostro attuale Presidente del Consiglio. E non saprei nemmeno stimare la quantità di commenti stupefatti che ho raccolto da amici e conoscenti stranieri che non riescono a credere come una persona così spesso indagata per situazioni giudiziarie quantomeno poco chiare sia riuscito a usare un impegno diretto in politica per porsi, se non al di sopra di ogni sospetto, almeno al di sopra di ogni giudizio. Ritrovandosi a gestire un potere personale ormai davvero spaventevole.

Usemeberlu2_001.jpgUsemeberlu2_003.jpgUsemeberlu2_004.jpgUsemeberlu2_012.jpgUsemeberlu2_014.jpgNon sono un’esperta di diritto e non ho titoli per esprimermi nel dettaglio circa le colpe, presunte o meno, di quel personaggio – anche se ho letto un libro di Marco Travaglio che raccontava dettagli inquietanti sui retroscena della sua ascesa e su un bel po’ di porcherie commesse negli anni. Quello che so di per certo è che il tipo non mi piace affatto e che, colpevole o meno che sia, trovo scandaloso che rinvii, decorrenze dei termini e soprattutto leggi da lui stesso fatte passare ad hoc lo abbiano messo al riparo quantomeno dal confronto con la legge a cui tutti noialtri cittadini siamo invece soggetti. Ed è per questo che, quando mi sono resa conto che la nostra piccola prigione di Winsconsin stava cominciando a funzionare come si deve, ho colto immediatamente la prima occasione che mi è capitata di compensare, nel mio piccolo, quella che ritengo una vera e propria ingiustizia.

Alla Winsconsin Correctional Facility (W.C.F.) possiamo permetterci di ignorare non solo parole come garantismo ma anche qualsiasi tipo di cavillo legale, di pressione politica o mediatica, di condizionamento della pubblica opinione. Siamo su Second Life e siamo felici se, piegando o aggirando qualche regola, possiamo fare in modo che chi riteniamo meritevole di una punizione la sconti anche quando non ci siano prove schiaccianti a suo carico. Da quando, qualche mese fa, abbiamo cominciato la nostra attività, abbiamo avuto fra i nostri ospiti sub ribelli, calunniatrici, una prostituta di Hong Kong, ladri, un assassino vestito da cameriera francese, alcuni trasgressori della proprietà privata, spie e persino un paio di visitatori che si sono fatti incarcerare per motivi di studio.

Ci mancava un Presidente del Consiglio. Non ci manca più. Colto ad aggirarsi con aria losca all’esterno della nostra prigione, il piccolo figuro che si vede nelle immagini qui accanto è stato catturato, ammanettato, ingabbiato e messo rapidamente in condizioni di non nuocere. E ormai da una decina di giorni passa tutto il suo tempo online nella gabbia posta all’ingresso della prigione, esposto al ludibrio dei visitatori e, spesso, imbavagliato – siamo costrette a usare il bavaglio per evitare le sue battute offensive nei confronti delle visitatrici, che lui apostrofa sempre con espressioni pesantemente maschiliste, proposte oscene e, in molti casi, offerte di denaro in cambio di un aiuto ad evadere.

Sono orgogliosa di dire che le misure di sicurezza della prigione sono state finora tali da frustrare qualsiasi tentativo di fuga. Un riavvio della sim – forse l’unico cataclisma tipico di SL a cui ancora nulla è in grado di porre rimedio – ne aveva permesso una effimera fuga la scorsa settimana… ma la prontezza di spirito di Pene Seetan e la forza restrittiva delle sue gabbie ha rapidamente risolto la situazione. Il Presidente è tenuto sotto scacco dall’uso combinato del collare del W.C.F. (una versione personalizzata del collare Biunvara concessoci in esclusiva da Laida Laval) e di un ricchissimo armamentario di materiale Real Restraint. Ma la cosa migliore è il Punisher che indossa sul fondo della schiena – uno strumento meraviglioso cliccando il quale io, e chiunque altra delle guardie della prigione, accede direttamente al suo portafoglio sfilandogli somme cospicue.

Usemeberlu2_015.jpgUsemeberlu2_016.jpgQualcuno riconoscerà, dall’uso di questo oggettino, una vecchia conoscenza: e infatti chi si avvicinasse al prigioniero abbastanza da poterne leggere il tag del nome scoprirebbe che si chiama Useme Offcourse. Proprio lui, il mio affezionato Moneypig di tempi ormai lontani. Il porcello perde il denaro ma non il vizio – e, a quanto pare, Useme ne ha avuto abbastanza della Mistress Unica di cui mi aveva parlato parecchio tempo fa e a favore della quale aveva cessato di frequentare me. Al momento, e fino a quando la sua viltà di moneypig non lo dovesse portare a liberarsi barando, Useme non ha modo di tornare al suo aspetto tradizionale ed è prigioniero non solo nella nostra gabbia ma anche nell’avatar che l’ho costretto a indossare. Ogni volta che si collega, il suo borsellino si svuota ancora un po’. E al di là della soddisfazione personale nel vedere un figuro del genere finalmente dietro le sbarre, è bello pensare che la sua presenza nella nostra prigione contribuisca anche non tanto alla mia fortuna personale, quanto a quella della stessa struttura. Nei prossimi giorni, una buona parte dei guadagni che questa visita mi ha fruttato intendo reinvestirla in oggetti che rendano la W.C.F. ancora più ricca di attrezzatura adeguata ad assicurare, da parte degli ospiti, la massima obbedienza.

Nei giorni scorsi abbiamo avuto il piacere di accogliere, nello staff, alcune nuove guardie. Fin qui fanno parte del gruppo, oltre a me e Jelena (e anche Andromeda, che ha scontato la sua pena alla RR Prison e, come spero presto di raccontare, adesso è tornata a casa – anche se resta sotto attenta osservazione), la francese Ol Quan (mistress di Pene – lo so che il nome in italiano suona terribile, ma sta per Penelope, e anche lei, in qualità di nostro Chief Engineer, ha a volte funzioni di guardia… ed è di madre lingua tedesca), le italiane Monique Helendale, Tomiko Pobieski e Fujiko Atlas (quest’ultima particolarmente attiva e, a quanto sento dire, alquanto dura con i prigionieri), l’americana Green Geary, il britannico Hard Strom (fin qui l’unica guardia maschio, anche se a giorni dovrebbe unirsi a noi Mark Edelweiss), e un paio di altri nomi che al momento non posso rivelare per motivi di sicurezza. L’obiettivo è di fornire un servizio affidabile di carcere destinato ad avatar europei, visto che per gli americani esistono già decine di alternative. Ecco qui il testo della presentazione della nostra struttura.

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Breve presentazione della
Winsconsin Correction Facility

La Winsconsin Correction Facility è una prigione privata e no-profit. Siamo disposti a piegare qualche regola per assicurare che nessun criminale la faccia franca anche in assenza di prove schiaccianti. In realtà faremo il possibile per assicurarci che nessuno se ne vada prima di aver scontato la sua pena, punto. Entrare non sarà difficile: uscire potrebbe esserlo.

Alla Winsconsin Facility non si troveranno molte poseball di sesso o violenza. Ma ci sarà controllo, obbedienza e tutte le umiliazioni che saranno necessarie e spezzare la volontà di un prigioniero riluttante. Alle fine, alcuni ospiti potrebbero arrivare a implorare una Guardia di tenere le loro chiavi in permanenza.

Nessuno potrà essere accettato prima di aver compilato l’Application Form. Il modulo dovrà includere limiti, una breve descrizione dei crimini del prigioniero, la durata suggerita della pena e la Massima Sentenza che il prigioniero è disposto a sopportare. Nel completare l’Application Form, il prigioniero accetta il fatto che anche la Massima Sentenza *potrà* essere estesa, se necessario, da qualsiasi guardia.

Si suggerisce che i limiti siano indicati chiaramente anche nel profilo personale del prigioniero.

Nessun sub di proprietà di qualcun altro sarà ammesso alla prigione senza che il WCF abbia ricevuto il permesso del padrone o della padrona. Ogni candidato “libero” dovrà indicare nella Application Form di consegnarsi volontariamente, e che nessun altro avrà alcun titolo per protestare. Una volta che un prigioniero si trovi sotto il controllo della prigione, la WCF avrà ogni diritto di decidere del suo destino e perfino di estendere la sentenza originale (nei limiti di ragionevoli regole di RP).

chrisstotherescue_007.jpgREGOLE PER I PRIGIONIERI:

1) I prigionieri devono usare il RLV per tutta la durata della pena. Collegarsi con il client standard non è ammesso per alcun motivo. I prigionieri devono essere consapevoli che saranno loro bloccati IM e TP per tutta la durata della pena.

2) Su richiesta dello staff WCF, i prigionieri devono rimuovere qualsiasi legame, collare, relay o HUD che sia al momento indossato. I prigionieri devono anche consegnare la propria Application Form originale a qualsiasi guardia che la chieda.

3) Nella prigione non sono consentiti indumenti privati. La WCF garantirà l’accesso a indumenti adeguati (alcuni stracci sono disponibili gratis, una uniforme della prigione può essere acquistata a L$ 95: l’introito servirà a contribuire alle spese di gestione della land).

4) I prigionieri devono restare sempre nella prigione fino a quando non abbiano scontato l’intera pena. È necessario che sappiano che le guardie hanno il diritto di mettere in pausa il timer della cella quando il prigioniero ne esce – oppure come mero strumento motivazionale quando al prigioniero sia stato dato un compito da eseguire in un tempo breve.

5) I prigionieri devono comportarsi con rispetto e obbedire sempre alle guardie e allo staff della prigione. Comportarsi diversamente porterà punizioni – quali ulteriori restrizioni alla chat, mouselook forzato e/o esttensioni di sentenza – anche se dovesse superare la succitata Sentenza Massima.

6) Offrire a chiunque un TP nell’area celle è rigorosamente proibito. I visitatori sono ammessi solo nelle aree di accoglienza, di visita e di interrogazione – e solo sotto supervisione di una Guardia. Ai prigioneri sarà pertanto richiesto di negare a tutti i loro contatti, SENZA ECCEZIONI, il diritto di vederli sulla mappa.

7) Entro limiti ragionevoli, le comunicazioni OOC (Out Of Character: fuori personaggio) sono ammesse. Gli IM sono da preferire per le comunicazioni OOC, per non disturbare il RP. Se gli IM sono bloccati, l’OOC è ammessa nella public chat ma dovrà essere segnalata da ((doppie parentesi)).

REGOLE PER LE GUARDIE:

1) Le Guardie devono evitare di superare i limiti dei prigionieri ed ascoltare le comunicazioni OOC.

2) Ciascuna Guardia ha, su ciascun prigioniero, lo stesso lvello di controllo delle altre Guardie. Tuttavia, a nessuna Guardia è consentito rilasciare un prigioniero che sia sotto il controllo di un collega prima che la sentenza sia stata scontata interamente.

3) Le Guardie hanno diritto di abusare dei prigionieri in qualsiasi modo ritengano necessario per spezzarne la natura ribelle. Possono rezzare oggetti all’interno dell’area della prigione ma è loro richiesto di settarle al gruppo in modo che altre Guardie possano spostarli se necessario.

GREYLIST:

La Winsconsin Correctional Facility aderisce alla Grey List. Chiunque sia colto a barare o a comportarsi da griefer non solo sarà bannato dalla land ma anche segnalato al database condiviso fra le migliori prigioni di Second Life.

Silvio!_002.jpgSilvio!_004.jpgSilvio!_005.jpgSilvio!_007.jpgCome sempre accade in tutte le migliori prigioni, siamo sempre alla ricerca di nuove guardie – che sappiano essere ferme e rigorose con i prigionieri ma anche che abbiano il gusto per il RP – in modo da non limitarsi a impartire punizioni bensì a motivarle in senso narrativo – posto, che, ovviamente, il prigioniero ne sia degno. Posso puntualizzarlo OOC? Il rapporto della guardia nei confronti del prigioniero non va visto come un servizio di uno dei due nei confronti dell’altro – semmai di un gioco in cui entrambi i partecipanti devono, sia pur nella coerenza di un gioco di ruolo preso sul serio, divertirsi entrambi.

Chiudo con alcune immagini dell’ultima serata passata con Useme/Presidente del Consiglio nella sala principale delle celle. Anche se molte care amiche non sono riuscite a venire in visita in tempo, la presenza del noto prigioniero ha stimolato particolarmente la vena di arciera di Babi Gynoid che, al termine di una sessione in cui ho dovuto usare la frusta per spiegare a Useme come comportarsi con le opsiti, lo ha preso di mira come un Guglielmo Tell alla rovescia crivellandolo di frecce.

Avevo dato per scontato che fossero frecce narcotiche o roba del genere, anche perché il prigioniero ha continuato a lamentarsi e a imprecre durante tutto il trattamento. Poi però ha crashato e il giorno dopo ho ricevuto qualcosa di strano: un paio di IM da parte di Anja Arida, che non sentivo ormai da mesi e mesi e che costituisce la principale fornitrice a me nota di accessori per moneypig. Insieme a questo messaggio…

[5:55] Anja Arida: Hi. Congratulation. I see, you killed Silvio B. Nice! But are you sure, you will not get any trouble for this? Have seen the pic, that is running around SL?
[5:55] Anja Arida: I will give you.

…Anja mi ha mandato anche la fotografia che pubblico qui sotto e che non so davvero chi possa averle fornito. Notare, prego, la “Description”:

Immagine 1.png

Chi ha scattato quella foto che Anja mi ha fatto arrivare? L’autore dell’immagine, così come appare nelle properties, è un altro tedesco che non ho mai sentito nominare prima e che non mi risulta essere mai passato alla prigione – anche se dovrò far verificare ad Andromeda, che ha accesso ai log sulle visite. Quella sera, mentre Babi faceva il tiro al bersaglio, attorno a noi c’era tutta gente che conoscevo. Doveva esserci qualche spia, fra di noi. O qualche telecamera nascosta. Oppure i servizi segreti, perché – beh, è pur sempre il Presidente. Poiché nella RL ha il terrore delle intercettazioni, gli abbiamo proprio tolto gli IM e la possibilità di leggere o scrivere notecard (o pizzini?) – ma sicuramente uno come lui conosce i media abbastanza da trovare sempre un modo di comunicare con l’esterno. E le sue minacce sono sempre più concrete: costringermi all’esilio, obbligarmi a strisciare davanti a lui, a piegarmi alle porcherie orribili di cui, prima che lo imbavagliassi, minacciava me e le mie guardie più attraenti.

Dopo il messaggio di Anja, il sistema dei Real Restraints mi ha informato che Useme avrebbe barato (usando il client regolare) per liberarsi dai legami che lo stringevano. Staremo a vedere se si è trattato di un falso allarme o se le frecce di Babi l’hanno davvero fatto fuori (e quindi lui, ritenendosi “morto”, si sia sentito giustificato a scollegarsi)? Forse è solo un trucco per farci allentare la sorveglianza – ma è anche possibile che Useme non abbia saputo resistere all’umiliazione più pesante che gli abbia imposto dai tempi in cui lo costrinsi a chiedere l’elemosina – quella di indossare le vesti del nostro Presidente. Chissà: magari abbiamo scoperto un nuovo limite del RP!

 

Le cartelle gerarchiche del RLV

Sollecitata da molti e a lungo rinviata, una veloce guida, per chi non legge l’inglese, alle novità nella gestione che il Restrained Life Viewer consente alla cartella condivisa.

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L’avevo promessa da tempo, poi alcuni impegni di RL – ma anche, come si sarà visto, un periodo in-world che, fra Andromeda e Challenge, mi ha dato parecchio da fare – mi hanno costretta a rinviare più e più volte. Ma una promessa è una promessa ed ecco qui qualche spiegazione per cercare di aiutare gli utenti RLV che non parlano inglese a organizzare in modo decente la loro cartella condivisa. In modo da poter approfittare di qualcuna delle novità che Marine ha introdotto nel Restrained Life Viewer versione 1.13, nell’ottobre 2008. Siamo ormai a marzo 2009 e il RLV è arrivato alla versione 1.16, quindi bando alle esitazioni e andiamo a cominciare.

Subfolders_Outfit_main_shared_root.jpgNon starò a rispiegare qui cosa sia il comando Force Wear, accessibile dal plugin Outfit di alcuni dei Real Restraints. Rinvio al post che scrissi all’epoca, che è in gran parte ancora valido. L’unica cosa sostanziale che da allora è cambiata è che l’accesso alla cartella #RLV non si ferma più alla prima directory ma funziona in modo gerarchico. Che vuol dire? Che all’interno della cartella #RLV è possibile ora mettere altre cartelle in modo da poter organizzare le cose in modo più razionale – e non costringere chi vuole metterci addosso qualcosa a scorrere pagine e pagine e ore di tentativi prima di scoprire cosa abbiamo a disposizione.

Tanto per cominciare, quindi, possiamo creare nella cartella chiamata “#RLV” (e che, questo voglio ricordarlo, per essere accessibile deve stare necessariamente al primo livello del nostro Inventory) una prima serie di sottocartelle. Ognuno può organizzarsi come vuole, naturalmente, ma è il caso crearne almeno due separate: una per i vestiti e una per i legami. Nel dar loro il nome, suggerisco di seguire il metodo pensato da Marine e che traduco qui sotto. Non è un requisito necessario, ma a pensarlo è la persona che ha creato e che tiene aggiornato il Restrained Life e, vi assicuro, seguirlo rende le cose più semplici.

* Ogni cartella che non contiene oggetti indossabili (cioè contiene solo altre cartelle) ha un nome che inizia con “>”. Questo fa in modo che appaia in cima a una eventuale lista, e segnala a chi sta curiosando nella nostra cartella che, cliccando quel bottone, si accede a una directory diversa.

* Ogni cartella che contiene oggetti indossabili (anche se contenesse altre sottocartelle, il che – come vedremo – sarà necessario per gli oggetti no-mod) non ha alcun carattere speciale – quindi viene ordinata in ordine alfabetico, sotto quelle che iniziano con “>”.

* Ogni cartella che contiene oggetti indossabili, ed è contenuta in un’altra cartella con oggetti indossabili (ad esempio, un oggetto in più che puoi voler aggiungere a un completo oppure no: diciamo un accessorio in più, un cappello, un oggetto alternativo) è considerato una “opzione”, una “aggiunta”, per cui viene battezzata con un “+” prima del nome. Ad esempio, “+ Corsetto” al completo “Mini in pelle” permette di indossare il completo e, volendo, aggiungere anche il corsetto.

No_mod_Step_2.jpgNon starò a spiegare passo passo come navigare in queste cartelle perché la cosa mi sembra intuitiva. È importante invece spendere qualche riga su come comportarsi quando ci si trova a dover indossare elementi caratterizzati da una scomoda combinazione di caratteristiche: oggetti che sono prims (e non semplici wearable: li si distingue perché nell’inventario hanno accanto l’iconcina di un cubetto giallo e non quella dell’indumento corrispondente, sia esso una mutandina, una maglietta o roba simile) e che sono non modifiable. Il lettore Restrained Life, infatti, ha il potere di ricordarsi, da una volta all’altra, quale sia l’attach point di un oggetto – ma solo se questo, essendo modificabile, può essere rinominato aggiungendo al nome il punto di attacco fra parentesi.

Mi seguite? Se, ad esempio, indosso un cappello, che presumibilmente andrà su “skull” (cranio), il RLV fa in modo che questo cappello venga rinominato da “cappello” a “cappello (skull)”. Ma se il cappello non è modificabile diventa impossibile anche solo rinominarlo. La soluzione è pertanto di inserire l’oggetto non modificabile in una cartella che abbia nel nome il punto di attach. Quale che sia il nome dell’oggetto, il comando Outfit apprenderà il punto di attacco dalla cartella che lo contiene – e che sarà a sua volta contenuta nella cartella del completo di cui l’oggetto fa parte.

L’unica accortezza da seguire è che ogni oggetto no mod stia in una cartella tutta sua. Ci può volere un po’ di tempo a farla, questa cosa, ma il viewer ci rende le cose semplici perché pensa lui a rinominare le cartelle. Osservate, prego, le immagini qui sotto, che ho spudoratamente rubato dal blog di Marine:  prima si crea un numero di cartelle vuote (New Folder) pari ai pezzi che ci dobbiamo inserire, poi vi si inseriscono i pezzi (uno per ciascuna cartella), infine li si indossa uno per uno e, come per magia, le New Folder che li contengono cambieranno nome automaticamente includendo anche il punto di attacco.

 

No_mod_Step_3.jpgNo_mod_Step_4.jpgNo_mod_Step_5.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutto qui, in effetti, e sono io stessa meravigliata di essermela sbrigata in un post così breve – ma mi sembra che non ci sia davvero altro da aggiungere. Chi volesse una spiegazione passo per passo dovrebbe rivolgersi direttamente ai due post originali sul blog di Marine, http://realrestraint.blogspot.com/2008/08/objects-sharing-tutorial.html e http://realrestraint.blogspot.com/2008/10/shared-outfits-tutorial-part-2.html – anche se sono abbastanza convinta che sia più utile provare a mettere in pratica quanto scritto qui sopra direttamente in-world. Ma visto che per una volta tanto sono stata concisa approfitto di queste ultime righe per segnalare la nascita del blog di un’amica, intitolato Restrained Italia. È il terzo blog che Erikah Jameson crea da quando ci conosciamo e spero che, a differenza dei due precedenti, questo lo manderà avanti con maggior costanza – anche perché i post comparsi in questi primi giorni sono una preziosa guida ai segreti degli Open Collar, che io ancora conosco quasi niente ma che offrono, gratuitamente, molte delle funzioni offerte da tanti prodotti commerciali. Io sono e resto una fedelissima di Marine, i cui prodotti restano per me inbattibili – ma gli Open Collar possono contribuire in modo notevole alla diffusione del Restrained Life anche fra i niubbi che ancora non hanno Linden da spendere. Per chi vuole provare su Second Life i piaceri del bondage, ormai, non c’è davvero più scusa per usare il client regolare.