Festa di nozze

Poche righe e molte immagini per catturare una serata irripetibile a casa dell’idolo di tutte le persone che conoscono e utilizzano il Restrained Life Viewer.

MarineOllalla_015.jpg

Per intense che possano essere, le esperienze che viviamo su Second Life hanno molte cose in comune con i sogni: la tendenza a interrompersi in modo inaspettato (quando un crash, un restart o il richiamo della Real Life – nostra o delle persone con cui ci troviamo – fanno sparire qualcuno sul più bello), la possibilità di sviluppi surreali e sorprendenti e, forse sopra tutto, l’evanescenza. Se i sogni svaniscono all’alba, lasciandoci impressioni che di solito evaporano molto rapidamente mentre cerchiamo di avviare la nostra giornata, le avventure vissute nel metaverso svaniscono in fretta non appena ci scolleghiamo – soprattutto se questo accade a causa di una irruzione imperiosa della RL.

MarineOllalla_002.jpgMarineOllalla_003.jpgMarineOllalla_004.jpgMarineOllalla_006.jpgMarineOllalla_007.jpgMarineOllalla_008.jpgMarineOllalla_012.jpgMarineOllalla_016.jpgMarineOllalla_018.jpgMarineOllallaPoker_003.jpgMarineOllallaPoker_005.jpgMarineOllallaPoker_007.jpgMarineOllallaPoker_009.jpgMarineOllallaPoker_011.jpgMi sono resa conto che, ancora prima del desiderio di condividere con qualcuno i miei pensieri, lo scopo ultimo di questo blog è affine a quello dei quadernetti che qualcuno tiene accanto al comodino per cercare di fermare almeno qualche frammento di ciò che ha sognato quella notte. Qualche volta si tratta di vicende articolate e complesse ma altre, come stavolta, solo del desiderio di avere da qualche parte un piccolo, personale, album fotografico che, un giorno, mi permetta di ricordare una serata che, pur essendo stata relativamente priva di sviluppi, diciamo, narrativi, mi spiacerebbe dimenticare.

Chi segue il blog di Marine Kelley lo sa già: la settimana scorsa, la creatrice della linea Real Restraints ha deciso di sposarsi con Ollalla “Sugar” Sugarbeet, sua compagna di SL da tre anni. A questo indirizzo trovate un post riccamente illustrato sulla cerimonia, a cui hanno partecipato pochi intimi. Per quello che mi riguarda, io sono stata invitata alla festa che si è tenuta a casa loro dopo le nozze, e ho fatto il diavolo a quattro in RL per trovare un po’ di tempo per affacciarmi in-world e cogliere l’occasione di partecipare.

Per una felice (e di questi tempi rara) combinazione di circostanze, hanno potuto raggiungermi in successione Lella, Lorella e anche Andromeda. La serata è stata priva di eventi rimarchevoli eppure deliziosa anche per l’occasione di rivedere dopo tanto tempo persone come Isabel Schulze, Chorazin Allen (un talentuoso creatore di gabbie e di plugin per i Real Restraints), Tania Owatatsumi (un’affascinante Mistress che domina spesso Moss, Chriss e la loro famiglia), Daisy Rimbaud (un’altra creatrice di gabbie che conoscevo ai tempi di Stonehaven) e diverse altre vecchie conoscenze. Ma soprattutto, almeno per me, è stata un’occasione per vedere insieme, per la prima volta insieme Marine e Ollalla.

Credo di dovere a Marine Kelley il fatto di aver deciso di restare su Second Life dopo le mie prime, deludenti, sperimentazioni. L’invenzione degli oggetti lockable – ossia legami che, una volta indossati, permettessero a un avatar di cedere il controllo di se stesso a qualcun altro – è, insieme alle gabbie, l’elemento che mi ha fatto capire che in questo mondo potevo trovare qualcosa di più che una cattiva imitazione di una vita reale fatta di discoteche e locali esclusivi dove però entrano tutti. Ricordo che il mio primo paio di manette Real Restraint mi fu regalato da un’amica di Stonehaven, Untameable Wildcat (scomparsa da tempo ma molto attiva, al di fuori del BDSM, in iniziative di ascolto e supporto psicologico per gli avatar più sensibili o bisognosi di contatto e conforto). L’idea che qualcuno potesse, usando quelle manette, legarmi e portarmi al guinzaglio fu una folgore che mi fece capire come, su Second Life, avrei potuto fare tutto quello che, per paura o per mancanza di occasione, nella mia Real Life non avevo mai tentato.

Ricordo che non molto tempo dopo (ero stata fatta prigioniera da Yasmin Heartsdale) ricevetti per la prima volta un IM col messaggio “@version”, e scoprii che qualcuno aveva inventato una versione modificata del client di Second Life pensato in modo che fosse impossibile togliersi di dosso un oggetto lockable che fosse stato locked. Quel qualcuno era, ovviamente, Marine Kelley, e il suo Restrained Life Viewer. Dopo aver capito bene di che si trattasse, lo scaricai e da allora non mi sono più voltata indietro – e non si contano le persone che come me hanno scoperto, grazie al RLV, un modo completamente diverso di vivere il metaverso, ovviamente se lo si utilizza per esplorare in modo sicuro le proprie fantasie di sottomissione o controllo.

Chi segue queste pagine sa che devo a Marine anche la scoperta di Eudeamon, il libro straordinario che sono riuscita a far pubblicare nel nostro paese, e il mio lavoro come Bane Operator. Sono cose per me importantissime, ma alla fine tutto torna alla mia stessa esistenza su Second Life. Senza i prodotti Real Restraint, senza il RLV… in breve, senza Marine Kelley, Win non sarebbe mai uscita da quella brutta crisalide che era WinthorpeFoghorn Zinnemann e sarebbe sicuramente finita a ingrossare le liste delle centinaia di account Second Life aperti e abbandonati dopo qualche giorno di esplorazione. Anche se la nostra frequentazione resta su basi quasi esclusivamente professionali (io sono prima di tutto una cliente affezionata, poi sua dipendente alla Kelley Technologies, e infine la traduttrice – autoinvestita – delle sue lezioni di RLV) provo per Marine un’ammirazione quasi sconfinata e mi sforzo di evitare, quando la incontro, quell’atteggiamento di rispetto esagerato che, come ben spiega nel suo profilo, le dà tanto fastidio. Ma incontrarla, quando accade, è per me sempre un privilegio.

Quanto a Ollalla, che posso dire? L’ho conosciuta grazie ad Andromeda, che la contattò (o fu da lei contattata) quando decise di iscrivere la nostra prigione alla Grey List. Durante uno dei nostri primi incontri a Penning, Ollalla mi raccontò l’origine del suo bizzarro nome (che si legge alla francese: Oh la là) spiegandomi di avere avuto, a differenza della maggior parte di noi avatar, una madre RL – nel senso di qualcuno, diverso da lei, che le ha creato l’account decidendo il nome per lei e poi glielo ha ceduto. Ollalla è una persona molto attenta e evitare i drammi – mi diede qualche buon consiglio, ad esempio, per affrontare in modo indolore la situazione di quando Andromeda rapì e arrestò la schiava di Sylestra (Andro e io decidemmo di non seguirli, quei consigli, perché non volevamo dare l’impressione di voler aggirare il problema – da cui la complessa serie di eventi che culminarono con la sua espulsione dal WCF e una lunga detenzione alla RR Prison) ma è anche una organizzatrice nata: si occupa lei dei negozi di Marine (lasciandola libera di dedicarsi solo allo scripting) e, oltre a gestire un centro di aggregazione e coordinamento delle prigioni di Second Life, sta mettendo su un sistema di confederazione che consentirà alle guardie di un carcere di effettuare arresti anche per le altre strutture confederate, favorendo un’applicazione della legge molto più efficace – ma soprattutto ampliando il RP in modo che ogni prigione non sia necessariamente un mondo a sè.

Non scrivo altro e lascio che a parlare siano le immagini. Anche se in gran parte imperfette a causa del lag provocato dall’affollamento, mi serviranno a ricordare la gioia di aver partecipato, con alcune delle persone a me più care, a una festa così bella. E anche a ricordarmi che devo informarmi per sapere se quel tavolo da strip poker si trova in vendita da qualche parte. La partita che sono stata invitata a giocare quella sera, e in cui ho rischiato seriamente di avere la peggio, è stata – come si può vedere – particolarmente divertente. A Marine e a Sugar, anche se queste pagine non le leggeranno mai, tanti, tanti, tantissimi auguri per la loro unione. Keep up the good job, girls: and thanks for making all this possible for us!

Marinecasa_002.jpg

Quello che adoro di Second Life

A margine di una chiacchierata, qualche sera fa, al carcere di Winsconsin. E dell’incidente cui ho dedicato il post precedente a questo.

fotopulp_001.jpg

Una delle cose più belle, quando si recupera un po’ di spazio da dedicare a Second Life, è che il lavoro arretrato pian piano si assottiglia e torna la possibilità di passare qualche minuto a conoscere le persone – a volte con qualche RP, altre solo e semplicemente sedendosi lì a fare due chiacchiere. Per questo, qualche giorno fa, ho detto ad Andromeda che il WCF aveva bisogno di recuperare quelle panche che erano installate all’interno della vecchia prigione e su cui molto spesso capitava di accomodarsi per farsi visita, anche le volte che non si aveva nessuno da arrestare.

Mandala_001.jpgLe panche non erano lì nemmeno da 24 ore quando è venuta a trovarci Mandala Ryba, che in questo periodo è nostra vicina di casa in quanto affittuaria di un piccolo lotto non lontano dal WCF. Mandala, nella vita reale, fa la scrittrice ed è una delle pochissime persone che conosco in Second Life che non fa mistero della sua vera identità: è di Torino ed è autrice di gialli e libri fantasy che non vedo l’ora di cominciare a leggere. Non trovavamo mai l’occasione di fare due chiacchiere, così l’altra sera l’ho invitata apposta – anche perché finalmente mi è arrivata a casa una copia di Sarka, un romanzo che da tempo mi incuriosiva e che, grazie all’incoraggiamento di Mandala stessa, alla fine mi sono decisa a comprare.

Mandala_002.jpgNon trascriverò tutta la nostra chiacchierata dell’altra sera – soprattutto perché a un certo punto Mandala ha cominciato a farmi arrossire rivolgendomi complimenti esagerati anche per una egocentrica vanitosetta come me. Voglio però riportare qualche brano della discussione perché ci stava portando su un argomento che mi sta molto a cuore e che, per certi versi, forse spiega almeno in parte la fascinazione che Second Life ha per chi, come noi, ci dedica o ci ha dedicato parte del suo tempo libero.

 

up_pixar-poster.jpg

[2009/11/12 13:45]  Mandala Ryba: ti diro’ il tuo blog e’ affascinante
[2009/11/12 13:45]  Mandala Ryba: molto spesso certe cose non le capisco
[2009/11/12 13:45]  Win: Davvero? Immagino le parti tecniche… quelle in effetti sono solo per, diciamo, gli appassionati di RLV
[2009/11/12 13:45]  Mandala Ryba: esatto
[2009/11/12 13:45]  Mandala Ryba: ma l’insieme e’ veramente ricco di fascino
[2009/11/12 13:45]  Mandala Ryba: mi interessano molto le dinamiche … diciamo sociali
[2009/11/12 13:46]  Win: Mandala, beh… direi che siamo qui soprattutto per quelle dinamiche… da soli, gli script, servono a poco
[2009/11/12 13:46]  Mandala Ryba: ah si decisamente
[2009/11/12 13:46]  Mandala Ryba: e’ quello il fascino
[2009/11/12 13:46]  Mandala Ryba: la profondita’ dell’animo dell’essere umano
[2009/11/12 13:46]  Mandala Ryba: e’ su questo piano che si rivela
[2009/11/12 13:47]  Win: La cosa incredibile se una persona non la prova è quanto su SL, e nonostante la mediazione dell’avatar, vengano fuori le INFINITE sfaccettature delle persone
[2009/11/12 13:47]  Mandala Ryba: si
[2009/11/12 13:47]  Mandala Ryba: condivido questa osservazione
[2009/11/12 13:47]  Mandala Ryba: sl e’ veramente una sorta di prisma
[2009/11/12 13:48]  Mandala Ryba: attraverso il quale le luci di un’anima o di uno spirito, tanto per non badare al sincretismo cattolico
[2009/11/12 13:48]  Mandala Ryba: si divide in mille rivoli
[2009/11/12 13:48]  Mandala Ryba: e qui dove siamo ora mi pare…
[2009/11/12 13:48]  Mandala Ryba: un pozzo diluce ecco
[2009/11/12 13:48]  Win: Io ho una teoria, che vale per Second Life ma anche… uhm, vediamo se riesco a spiegarmi…
[2009/11/12 13:49]  Win: Allora… hai visto il film, “Up”?
[2009/11/12 13:49]  Mandala Ryba: no ma ne ho letto tutto il possibile
[2009/11/12 13:49]  Mandala Ryba: non vado mai al cinema se non so la storia, come finisce e tutto il resto
[2009/11/12 13:49]  Win: Io l’ho visto la scorsa settimana… e la prima mezz’ora ho pianto come non mi succedeva da ANNI, al cinema

[2009/11/12 13:49]  Win: Non ci potevo credere… e anche mio marito si è commosso
[2009/11/12 13:50]  Mandala Ryba: avra’ toccato corde nascoste
[2009/11/12 13:51]  Win: Un po’ sì… se hai una certa età, appunto… insomma, pensi a cosa significa amare una persona, invecchiare… però…
[2009/11/12 13:51]  Win: Ho notato che mi commuovo di più a certi cartoni animati… ma anche se vedo i musical… e mi è venuto in mente che Second Life…
[2009/11/12 13:51]  Win: Cartoni, musical e second life…. hanno tutti un valore metaforico potente… sono un po’ tutti dei… come una realtà stilizzata…
[2009/11/12 13:51]  Lella Demonia dovrà andare a vedere il film
[2009/11/12 13:52]  Win: Vacci, Lella, davvero… prima che lo smontino
[2009/11/12 13:52]  Mandala Ryba: sì, aggiungi che in Second Life si e’ protagonisti di quel cartoon
[2009/11/12 13:52]  Mandala Ryba: e che non sai come va a finire
[2009/11/12 13:52]  Win: La parte centrale è carina ma da bambini… ma i primi venti minuti e una certa scena finale che non ti dico… sono bellissimi
[2009/11/12 13:55]  Win: È la storia di un vedovo che cerca di fare, da solo, quello che con sua moglie non ha mai trovato il tempo di fare
[2009/11/12 13:55]  Win: È un film sulla fedeltà a se stessi, sul rispetto della memoria di chi non c’è più… e sulla necessità però anche di SUPERARE queste cose, perché la vita continua
[2009/11/12 13:55]  Mandala Ryba: .. dovro’ proprio andare a vederlo, suppongo…
[2009/11/12 13:56]  Mandala Ryba: mi piacciono questi messaggi positivi
[2009/11/12 13:56]  Win: Guarda, è DAVVERO bello e anche complesso, secondo me, non ovvio… non la solita cosa tipo “segui la fantasia che ti salverà”
[2009/11/12 13:57]  Mandala Ryba: andro’ a vederlo…
[2009/11/12 13:57]  Win: Però, appunto, come dici tu… su SL siamo noi protagoniste e non sappiamo come finisce…

analiegh_001.jpgQui la discussione ha poi preso per un po’ una piega diversa, ma ci tengo a provare a completare qui il discorso. Per quello che mi riguarda, la fantasia non è solo uno strumento per fuggire dalla realtà ma anche un potentissimo filtro per osservarla da un punto di vista diverso. Un buon romanzo di fantascienza non è letteratura di evasione ma un modo per parlare, sotto metafora, di alcune realtà sociali, politiche ma anche emotive – e basterebbe pensare a quello che un libro come Eudeamon ci racconta sull’animo umano per capire cosa intendo. Una canzone d’amore diventa universale quando riesce a dirti molto senza andare troppo nel dettaglio, aprendosi alla tua storia ma anche alla mia, alla sua, tutte diverse ma tutte con la stessa base comune, che può essere il desiderio di amare ed essere amati, la paura dell’abbandono. la gratitudine dell’esistenza dell’altro. Allo stesso modo, ancora, un capolavoro come UP! non è la storia di un vecchietto che lega la casa a un miliardo di palloncini e fugge da una realtà ormai insopportabile, ma una storia che racconta la necessità per ciascuno di noi di essere coerenti cercando, allo stesso tempo, di non diventare schiavi di se stessi, dei propri ricordi più o meno dolci, delle proprie regole.

up-pixar.jpg

Oggi, gli effetti speciali sono sviluppati a tal punto che una storia come quella di UP! avrebbe tranquillamente potuto essere girata dal vero. Ma avrebbe avuto lo stesso impatto? Io credo di no: perché se, al posto del vecchietto disegnato avessero usato, che so, Jack Nicholson o Morgan Freeman, avremmo avuto un personaggio troppo vicino a (o troppo diverso da) qualcuno che magari conosciamo, o potremmo conoscere. Invece no: il protagonista è un disegno, addirittura un avatar digitale. Una maschera, un segnaposto su cui ciascuno di noi può proiettarsi in modo totale, prendendo quel che ci assomiglia e scartando istintivamente quello che non. Lo stesso, almeno per me, accade su Second Life: dove tutti siamo un po’ quello che di noi riusciamo a trasmettere mediante le parole e i comportamenti, e un po’ (ma non poco) quello che gli altri proiettano, di se stessi, su di noi. Io so di essere Win, ma so anche che la Win che conosce chi la frequenta è in gran parte frutto dell’immaginazione di quelle persone.

Mandala_004.jpgForse anche nella nostra Real Life siamo, in parte, maschere, metafore di noi stessi, protagonisti della nostra storia personale e personaggi collaterali nelle vite degli altri, ma su Second Life questa sensazione è rafforzata dal fatto che la maschera dietro a cui ci nascondiamo – e grazie alla quale possiamo concederci una sincerità maggiore di quella che la vita reale a volte ci consente – è sempre presente ed è impossibile ignorarla. Siamo, appunto, parte di un grande disegno animato del cui esito siamo responsabili solo in parte e che consente – a chi ha la fortuna di sapersi abbandonare alla fantasia mantenendo aperti gli occhi e il cervello – di amplificare la propria capacità di sentire le emozioni. È, di nuovo, l’idea di umanità accresciuta di cui parla Giuseppe Granieri in quel libro che ho letto qualche tempo fa: offrendoci nuove modalità comunicative, Internet non si limita ad eliminare le distanze ma ci espone a, come dice Mandala, dinamiche sociali che in gran parte prima non esistevano, e che tutti quanti scopriamo giorno per giorno, via via che il nostro futuro si trascolora nel presente per diventare subito passato.

[2009/11/12 14:00]  Win: Sai cosa adoro di SL?
[2009/11/12 14:00]  Mandala Ryba: si?
[2009/11/12 14:00]  Win: Che è forte come… che ha la stessa potenza dei migliori cartoni animati, la forza metaforica, no? Però…
[2009/11/12 14:01]  Win: …però non sei schiava di una storia scritta da qualcun altro… la scrivi tu con le persone che incontri, come la vita reale
[2009/11/12 14:01]  Win: Per me questo è dirompente!
[2009/11/12 14:01]  Mandala Ryba: assolutamente d’accordo
[2009/11/12 14:01]  Mandala Ryba: anche se io credo
[2009/11/12 14:01]  Mandala Ryba: che certe potenzialita’
[2009/11/12 14:01]  Mandala Ryba: certe caratteristiche di un avatar
[2009/11/12 14:01]  Mandala Ryba: non possano non essere anche nell’umano dall’altra parte
[2009/11/12 14:01]  Mandala Ryba: magari sono celate
[2009/11/12 14:02]  Mandala Ryba: ma qui deflagrano

nightlellame_001.jpgEcco, qui ho ancora qualcosa da aggiungere. Sicuramente è vero: su Second Life, molte qualità e molti difetti – molte caratteristiche, appunto – deflagrano grazie alla famosa maschera che indossiamo tutti, alla libertà con cui possiamo esprimerci… ma anche a causa dell’opposto della libertà. Vivere su Second Life, infatti, ci sottopone a pesantissime restrizioni comunicative, rispetto alla nostra vita reale: il fatto che su SL i gesti siano, quasi necessariamente, animazioni prefabbricate ci spinge per forza a una stilizzazione. Fra avatar ci abbracciamo molto più di quanto avvenga nella vita reale anche perché, ad esempio, non disponiamo di animazioni più articolate – o non abbiamo il tempo di scrivere un emote che indichi con più precisione il gesto che vorremmo dedicare a una certa persona. Dobbiamo, necessariamente, semplificare – vale a dire, di nuovo, diventare cartone animato, canzone, metafora, stilizzazione aperta all’interpretazione dei nostri interlocutori.

conLorellanew_001.jpgIn tutto questo, l’età apparente dei nostri avatar non è affatto un dettaglio. Il fatto che su SL siamo al 90 per cento giovani, belli (e femmine, vogliamo dire anche questo?) non significa solo che la maggior parte delle persone vorrebbe essere una bella ragazza di vent’anni, ma, credo, anche che l’intensità delle emozioni offerte da Second Life ci riporta direttamente alla nostra adolescenza. Una come me, che ha superato i quarant’anni, ricorda i suoi teen come il periodo della scoperta e messa a fuoco delle proprie emozioni, personalità e sentimenti: l’epoca in cui tutto ti investe, all’improvviso, prima che tu abbia avuto modo di munirti degli strumenti per affrontare l’ondata. Emozioni pure, sconosciute, a volte terrificanti, a volte indescrivibilmente dolci, o tristi o capaci di scatenare furie distruttive. Quando siamo adolescenti siamo più vulnerabili, ancora senza quel guscio che, se da un lato ci permette di sopravvivere ai sussulti della vita, dall’altra un po’ ne attutisce anche le cose belle, riducendo la nostra capacità di meraviglia.

Frinedeserto_001.jpegEcco, credo che per me Second Life sia anche questo: un luogo dove torno ad essere, per un poco, la ragazzina che sono stata fra i miei quattordici e i miei ventiquattro anni. La stessa vulnerabilità, la stessa attitudine a mettere il cuore in gioco in ogni momento. Con, in più, quel poco di saggezza che nei decenni successivi la vita spero mi abbia dato (e che mi ha insegnato a fare il possibile per evitare di ferire gli altri)… e, in meno, la paura del futuro che, all’epoca della mia adolescenza, mi accompagnava ogni giorno. Oggi ho una vita reale che – con gli inevitabili alti e bassi – mi rende ogni giorno felice… e anche questo mi permette, quando il tempo me lo consente, di godermi tramite Win un ritorno a quei tumulti che, venti o venticinque anni fa, mi squassavano in modo invincibile. Qui su Second Life posso giocare a “non sono più tua amica, anzi sì, anzi no” come ho raccontato nei post che precedono questo. Posso giocare di nuovo al gioco della seduzione ben sapendo che, appunto, è un gioco (anche se molto, molto serio) sia per me che per le persone con cui ho la fortuna di condividerlo. Siamo solo avatar, dopo tutto, no? Anzi, fatemi togliere il “solo”, perché il concetto di avatar non è necessariamente solo riduttivo rispetto a quello di persona: è qualcosa di meno ma anche qualcosa di più.

Siamo umanità accresciuta, ma non perché essere un avatar sia più di essere una persona. Siamo umanità accresciuta perché abbiamo saputo cogliere la possibilità di essere, simultaneamente, una cosa e l’altra.

 

Una spiegazione breve ma importante

Risposta articolata a una domanda, ricevuta in privato, sulla mia insolita reticenza a fare i nomi nel corso del post precedente. Con un aggiornamento sulla mia rimozione dai contatti di qualcuno.

attesa_001.jpg

Tenere un diario pubblico ha un rischio che non puoi aggirare: che quanto scrivi può produrre un effetto immediato su quanto vivi. Nel momento in cui scrivo la mia opinione su qualcuno, immediatamente ne metto a conoscenza quella persona (oltre a chiunque altro provi qualche interesse a leggere i miei piccoli deliri) il che non può non avere influenza sul mio rapporto con lei.

Per una come me, che tende per sua natura a rifuggire il confronto diretto preferendo l’allusione, questa situazione potere rischia di trasformarsi nella tentazione di usare il mio minuscolo potere mediatico in modo prepotente e forse anche un po’ vile, comunicando urbi et orbi anche cose che dovrei forse dire a una sola persona. Credo di aver commesso questo errore, almeno in parte, nei momenti più cupi del mio rapporto con Belias (me ne sono scusata con lei più di una volta e mi sento di farlo ancora anche se per motivi che comprendo benissimo preferisce non leggere più queste pagine) e, anche se rifiuto di autocensurarmi quando ho qualcosa che mi preme dire, in genere cerco di evitare di usare il blog come strumento di pressione, intimidazione o manipolazione.

È solo per questo che non ho fatto, nel post che precede questo, il nome della persona che mi aveva rimossa dai suoi contatti. Poiché in genere non mi so, come si dice a Roma, tenere un cece in bocca, qualcuno si è incuriosito per quella mia insolita reticenza e mi ha scritto per sapere se potevo svelare il mistero. In realtà, quel nome era tutt’altro che segreto, nella cerchia stretta della nostra famiglia, ma non potevo farlo in quel momento senza prendere il tono di certi talk show gossippari del peggior pomeriggio televisivo. Nel post volevo esprimere solo quello che la rimozione dai contatti di qualcuno mi aveva fatto provare: così ho fatto, e tanto meno intendo puntare il dito ora che l’incidente è rientrato felicemente con una riconciliazione reciproca. Anche per questo, questi primi paragrafi del post li pubblico senza fotografie e così intendo lasciarli salvo che la persona interessata non mi comunichi espressamente il permesso di metterle in un secondo tempo.

Dirò solo che la mia cancellazione era stata la conseguenza di una proposta, molto radicale, che io avevo fatto a quella certa persona in seguito alla sua richiesta di intervenire in una situazione che ne riguardava anche una terza. Sebbene io tenda in genere a non intromettermi negli affari degli altri, chi mi chiede di farlo mi invita letteralmente a nozze, perché mi legittima a tutti gli effetti a scatenarmi. Non ho voluto rispondere alle accuse che ho ricevuto di essere in preda a delirio di onnipotenza o di ambire a un controllo sugli altri che nemmeno la Stasi, perché il mio intervento era stato espressamente richiesto, non offerto volontariamente. E non ho voluto rispondere all’accusa di voler essere una burattinaia delle vite altrui perché, semplicemente, la ritenevo infondata. Rispondere ad accuse del genere avrebbe significato per me legittimarle e dare l’impressione di volermi giustificare per non affrontare fino in fondo le conseguenze delle mie decisioni – che invece, in quella situazione, ripeterei tali e quali. Ci tenevo invece a che la crisi si sciogliesse da sola e visto che così, per fortuna, è stato, queste righe mi consentono di spiegare il mio comportamento a tempesta placata.

AndromedaDanim_001.jpgAvrei molte altre cose da raccontare, ma siamo nel weekend e il tempo mi manca. Ne riparliamo a partire da lunedì. Per oggi mi limito ad annotare che l’influenza che mi ha colpita la settimana scorsa mi ha concesso un po’ di tempo per avviare la riorganizzazione del WCF (la lista dei candidati è stata ampiamente sfoltita e abbiamo ricominciato con gli arresti), per godermi un po’ di tempo con Andromeda, Lorella e Jelena (e anche Lella, anche se nelle ultime settimane era quella che avevo avuto la gioia di incontrare più spesso) e anche per ricevere qualche visita gradita come quella di Mandala Ryba, una nostra vicina di casa che in RL fa la scrittrice. Durante una piacevole serata nel piazzale del WCF, e partendo da un romanzo che Mandala mi ha consigliato e che mi preparo a leggere, abbiamo fatto una bella chiacchierata su cui vorrei tornare appena possibile.

Dietro le maschere

Una domanda sommessa da parte di Lella, e una brevissima riflessione su come SL ci renda, a volte, molto più vulnerabili di quanto siamo disposte ad ammettere.

lellabbraccioserale_001.jpg

Mi piace sempre citare, quando parlo di Second Life, quella frase di Oscar Wilde sul fatto che la verità si dice, più facilmente, quando si indossa una maschera. Ma come tutti gli aforismi anche questo, proprio come una maschera, nasconde una parte della verità. Così che, ogni tanto, capita qualche sorpresa: quando la maschera – o, per uscire dalla metafora, la mediazione di Second Life all’interno di un rapporto – produce effetti che rischiano di farsi interpretare nel modo sbagliato, soprattutto se capitano alla fine di una giornata non particolarmente piacevole.

EwynBane_003.jpgProviamo a spiegare nel dettaglio. Questa settimana, la RL mi ha concesso qualche spazio in più per affacciarmi in-world e, inevitabilmente, ne ho approfittato per cercare di recuperare. Recuperare il piacere di vedere appena possibile Andromeda, Jelena, Lella e Lorella, prima di tutto, ma anche cercare di affrontare innumerevoli questioni che si erano accumulate. Dovevo parlare con Ollalla Sugarbeet di un nuovo progetto intercarcerario (che, molto più della Grey List, potrebbe permettere una maggiore interazione fra le guardie e i prigionieri di strutture diverse). C’erano diversi Bane da sistemare, due dei quali erano italiani e non erano persone qualsiasi: una, Ewyn Raymaker, è una cara amica più volte citata su queste pagine – e fra l’altro è uscita dal banesuit in un tempo record (e, aggiungo, senza che l’esperienza, non proprio in linea con le sue fantasie, l’abbia colpita più di tanto). L’altra, Stefany McAndrews, è stata schiava di Belias per un po’, adesso appartiene a Francesca72 e, a differenza di Ewyn, sta accumulando giorno dopo giorno una quantità di violazioni che rendono sempre più lontana la data del suo rilascio. Le foto di questa pagina sono state scattate durante il loro trattamento. C’erano poi amiche e amici che avevano bisogno di un abbraccio, di un consiglio, di un orecchio amico in cui riversare i loro tormenti… o anche solo di fare due chiacchiere dopo tanto che non ci si sentiva. Senza contare che l’attività del WCF, in mia assenza, sembra aver notevolmente rallentato a causa di troppe guardie che battono la fiacca o che sono impegnate altrove.

EwynBane_001.jpgC’era, per farla breve, un sacco di Seconda Vita da vivere. Ma vivere, lo sappiamo tutti, è un’attività che lascia ogni giorno segni  profondi, qualche volta lasciandoti qualche graffio, per cui il mio parziale ritorno in-world non è stato privo di contraccolpi. Un piccolo dolore, che in parte mi aspettavo, è stato ad esempio scoprire che il buon Dirk Massiel, patron di Stonehaven, ha deciso di sfoltire la lista degli Stonehaven Warden, mantenendo in carica solo quelli che negli ultimi mesi hanno effettivamente frequentato la land. Da 25 Warden, quindi, la lista è stata ristretta a 9 e io, che non mi faccio vedere da mesi (salvo sporadiche e sempre più rare apparizioni) sono tra i nomi che sono stati rimossi. Dirk ha avuto la delicatezza di scrivermi, ovviamente: io gli ho detto che capivo benissimo la sua scelta (io stessa dovrò decidermi a dare una bella ripulita alla lista delle guardie del WCF, verificando chi davvero vuole continuare ad esserlo), lui mi ha risposto che a sua volta capiva benissimo i motivi, quasi tutti felici, per cui da tempo manco da Stonehaven.

EwynBane_004.jpgSe la vita è un viaggio, il bagaglio che possiamo portarci dietro è limitato. Second Life, da quando non pone più limiti a quello che possiamo tenere nel nostro Inventario, ci dà l’illusione di poterci portare dietro tutto quello che abbiamo. Ma gli impegni, le persone, le emozioni, quelli possiamo accumularli solo fino a un certo punto: a meno di non rinunciare del tutto alla RL, l’idea di essere Warden di Stonehaven, Bane Operator, proprietaria del WCF, padrona di quattro collari e autrice di un blog come questo è, semplicemente, irrealistica. Perdere lo status di Warden del luogo dove ho cominciato a scoprire il BDSM virtuale è stato un dispiacere ma, visto che a qualcosa dovevo per forza rinunciare, è giusto che sia stato Stonehaven. Che resta, comunque, un luogo dove mi sento sempre benvenuta.

EwynBane_005.jpgPoi però certe cose capitano tutte insieme. A pochi giorni dalla comunicazione con Dirk, ieri noto la scomparsa dalla mia lista dei contatti di qualcuno che appena poche ore prima manifestava nei miei confronti un atteggiamento molto diverso. Non intendo andare nei dettagli, in questo caso, perché sarebbe un discorso molto lungo e complesso: conosco quella persona da un po’ di tempo, i motivi di certe sue oscillazioni, e da tempo ho deciso di accettarli per quello che valgono, e accettare quella persona per quello che è, senza prendermela per certi scatti improvvisi. Ma decidere di non prendersela non equivale sempre a riuscirvi, e se qualcuno mi rimuove dalla sua lista dei contatti non posso prenderla a cuor leggero – tanto più quando, come in questo caso, lo si fa in silenzio, senza una parola di commiato o di spiegazione, e con l’aggiunta di un’altra coltellatina nella schiena su cui preferisco sorvolare. Ho preso atto della cosa con la massima freddezza possibile e, davanti a una porta che si è chiusa, ho chiuso anche io la mia, rimuovendola a mia volta quella persona dai miei contatti di Facebook. Chiuso l’argomento e pagina voltata, per quanto mi riguarda.

Immagine 1.png

EwynBane_007.jpgEwynBane_008.jpgPer completare degnamente la giornata, ieri pomeriggio, invece di tornare subito a casa dopo aver finito di lavorare, avevo deciso di concedermi un’oretta su SL… Mi sono connessa, e di lì a due o tre minuti ho avuto la gioia di veder comparire online Lella prima e Lorella subito dopo. Una gioia che è diventata immediatamente disperazione quando il mio capo è comparso all’improvviso con un lavoro urgentissimo da fare entro quella sera stessa. Ho dovuto spegnere subito, senza fare quasi a tempo a salutare, e mettermi sotto a sbrigare quelle pratiche. E quando sono tornata a casa mi sono dovuta portare dietro un po’ di arretrati su cui ho lavorato fino a tardi.

15431_1072939642063_1783332221_156365_5646863_n.jpgPer tutti questi motivi, quando dopo cena mi sono collegata brevemente a SL per un momento di fuga prima di rimettermi al lavoro, il mio umore non era certo dei migliori. Lo Spy mi ha informata che la mia Lella era online in compagnia della sua Nightwish, così ho deciso di astenermi, stavolta, dal teleportarla immediatamente fra le mie braccia: Dopo tutto, visto che ho dato a lei e a Night il compito di scattare le fotografie per il prossimo post sull’Autolock, non potevo non lasciar loro il tempo di farlo. E poi, lo so che non dovrei confessarlo… ma anche quando sono padrona del collare di qualcuno ho qualche difficoltà a interromperla se la vedo impegnata con qualcun altro. Comunque, di certo Lella mi avrebbe salutata non appena si fosse accorta che ero online.

Invece i minuti passavano e mentre io mi occupavo dell’amministrazione del WCF, cercando di sfoltire una lista ormai lunghissima di candidati e facendo conversazione con Daid5, Lella restava a parlare con Night. Mentre sbrigavo le mie faccenduole, la seguivo grazie allo Spy ma ogni tanto non potevo fare a meno di chiedermi se, per caso, l’affetto della micetta non l’avesse distratta al punto da far sì che non si accorgesse che ero online. Mi sentivo paralizzata tempo da pulsioni contrastanti: il desiderio di sentire la voce di Lella e quello di non dover essere io a chiamarla per prima, la voglia di vederla inginocchiarsi davanti a me e quella di non interrompere un suo momento tenero con Nightwish. E, sotto sotto, lo stesso dubbio che mi tormentava ai tempi di Jelena e Frine: su quanta libertà sia oppurtuno restituire a chi ti ha donato la sua.

EwynBane_009.jpgQuesto dubbio non è durato a lungo, per fortuna. A un certo punto, sento Lella che si congeda da Night dicendo che ha qualcosa da fare. E pochi istanti dopo la vedo comparire nel piazzale del WCF. Mi si avvicina, mi chiede con voce sommessa “È arrabbiata con me?”, e già in quel momento sento svanire nel nulla qualsiasi cattivo pensiero. Le carezzo la testa, confessando che al mio collegarmi mi sarei solo aspettata almeno un IM di saluto. E scopro che, come a volte succede, Second Life ci ha messo lo zampino: Lella, il suo saluto, me lo aveva inviato nell’istante stesso in cui mi ero collegata ma, a causa di chissà che misterioso bug, non solo a me il suo IM non era arrivato (l’ho ricevuto solo dopo, in mail, figurarsi!) ma, a lei, io risultavo essere offline. E il motivo per cui è venuta da me è che solo pochi attimi prima ha ricevuto, dal suo collare, il messaggio che la sua keyholder è adesso online – questo nonostante io sia collegata da oltre mezz’ora.

LellaFrough.jpgAbbraccio Lella, e stavolta non so chi delle due si aggrappi all’altra con più forza. Il distacco da Stonehaven? Una persona che ti azzanna la mano con cui credevi di confortarla? Il capo che ti ammolla un lavoro imprevisto all’ultimo momento? Che importa, quando, anche per pochi minuti, ho una testolina bionda da carezzare…. sapendo bene che quella testolina, nello stesso momento in cui io mi facevo venire i miei pensieri malinconici, forse credeva a sua volta che fossi io ad ignorarla. Tutto questo solo perché Second Life era in vena di dispetti e faceva pensare a ciascuna di noi la cosa sbagliata.

Evviva le maschere, insomma. Ma ricordiamocelo sempre: dietro la maschera, nessuno può vedere se stai piangendo.

[Lezioni di RLV] RealKey

Il poco tempo che la RL mi lascia negli ultimi tempi ritarda anche il lavoro di traduzione in italiano delle lezioni di Marine Kelley. Ma finalmente ecco qui l’attesissima lezione sulla misteriosa RealKey (o RK), forse il più prezioso e misconosciuto dei plugin dei Real Restraints. Per integrare le scarse illustrazioni utilizzate da Marine nel suo post originale, utilizzo fra l’altro le foto che Stacey Westminster mi ha mandato tempo fa e che sono arrivate troppo tardi per essere utilizzate nel post che riportava le sue impressioni sul WCF, ma che sono troppo belle per finire nel dimenticatoio. Intanto, per le illustrazioni del prossimo post di questa serie (dedicato all’Autolock) ho incaricato la mia Lella Demonia e la sua micetta, una Neko di nome Nightwish Weiss che da qualche giorno è entrata a far parte della nostra famiglia come suo animaletto personale.

Immagine 2.png

Ahaa! Adesso siamo arrivate a una lezione difficile, e tuttavia questa è una delle interfaccia più semplici fra tutti i prodotti Real Restraint! La RealKey… molta gente ne conosce il nome ma pochi sanno come funzioni davvero. È possibile che sia colpa mia per averla spiegata male, o per averne seppellito il manuale troppo profondamente nelle mie notecard. Lasciate che corregga qui questo mio errore.

WCF kneel leash background_001.pngPrima di tutto, però, devo sottolineare la differenza fra la chiave regolare (quella che ottenete quando premete “Take keys”), che è soltanto un pezzo di informazione interna contenuta nel restraint, e la RealKey che è un oggetto a forma di chiave indossato dalla top. Per evitare confusione chiameremo la prima “chiave normale” e la seconda “RealKey” . E il plugin stesso, chiamato “plugin RealKey”, è un po’ come il buco della serratura in cui la RealKey viene inserita.

Il fine di una RealKey è di fungere da “chiave maestra”, vale a dire di bypassare la chiave normale, indipendentemente da chi possiede quest’ultima. Molti la confondono con il concetto di “owner”, ma non è questo. È una chiave maestra, nè più né meno. Le chiavi possono essere date, copiate, a volte rubate, ed è responsibilità della prigioniera decidere se fidarsi della persona a cui darà una RealKey, o cambiarne la password se le cose vanno male.

WCF leashed inside bust_006.pngWow, un sacco di concetti nuovi tutti insieme. Password, owner, chiave maestra, chiave normale, responsabilità… E adesso? Siamo qui per divertirci, mica per romperci le scatole con le password!

Beh, sì e no. Una RealKey non serve a nulla senza un plugin RealKey a cui connettersi, e un plugin RealKey non serve a nulla senza una RealKey. Entrambe funzionano solo insieme, come una chiave e una serratura. O come un Mastro di chiavi e un Guardacancelli *risatina*

Perché naturalmente, come nella vita reale, una chiave non può aprire una porta se non corrisponde alla serratura. In altre parole, le impronte di entrambe devono essere uguali per poter aprire. Nel nostro caso sia il plugin che la chiave devono condividere la stessa password. Questa password è un numero alto (in genere 6 cifre) che dovrebbe restare un segreto della prigioniera e proprietaria della RealKey. Al momento in cui scrivo la RealKey rivela ancora la password a chi la indossa, ma una versione futura la renderà più sicura [Nota di Win: il problema è stato risolto, nel tempo trascorso fra la pubblicazione dell’originale di questo post e quello di questa mia traduzione con l’aggiornamento alla versione 1.17 dei Real Restraints. Spero bene che abbiate provveduto ad aggiornare, visto che ve l’ho segnalato da tempo!]. Ma ricordate che cambiare ogni tanto la password è sempre una buona idea.

compliantsullanave_001.jpgPer chiarire le cose, lasciate che vi guidi con un esempio base di come funziona e di cosa fa la Real Key.

Addosso ho un paio di nuovissime Police Handcuff. Sono uscite ora dalla scatola, la password è una di default che più o meno è unica per me, ed è la stessa per tutti i nuovi restraint RR che indosso (bavaglio, cinture, benda, cavigliere…) fino a quando non la cambio. Io però raccomando sempre di non fermarsi alla password di default, nel caso che qualcuno scopra un modo per indovinarla. Parecchio tempo fa, la cosa era facilissima e per fortuna ho riscritto il codice in fretta per renderlo molto più sicuro, ma, comunque… Quindi cambiamola. Clicco sulle manette, poi vado a Plugins > RealKey. Il menu è molto semplice quindi per stavolta non occorre metterci una fotografia. E poi non voglio che la mia password di default appaia su questa pagina. Come prima cosa la cambierò con una random, cliccando su “New pwd” :

Plugin : “My password is now 354125”

JelenabbraccioKadira_002.jpg

Ma in realtà non c’è bisogno di metterne una random, sarà meglio che la definisca manualmente così da ricordarmela. Clicco su “Set pwd” e dico “909090” sul canale che mi viene indicato:

Plugin : “Please say the new password on the channel 7840, it must be a positive integer. Ex : /7840 123456”
Io: /7840 909090
Plugin : “My password is now 909090”

triodominatrici_002.jpgOk, così ho definito la password (l’impronta) della serratura. Ora bisogna mettere la stessa password sulla RealKey che verrà usata per aprire queste manette. Un momento, a proposito, ma dove è questa RealKey?

Posso dire al plugin di crearmene una, o posso usarne una vecchia. Ne farò una nuova. Per farlo, clicco su “Give RealKey” e voilà, mi viene dato un oggetto che Accetto. Questo oggetto è la RealKey vera e propria, e per usarla devo indossarla.

Quando indosso la RealKey, ecco cosa mi dice:

RealKey : “My command channel is now 5437 and my password is 1111” RealKey : “To change my password, say the new one (must be a positive integer) on that channel while wearing me. Ex : /5437 123456”

Che?! Devo di nuovo definire una password?? Ma l’ho appena fatto! L’ho settata come “909090” non “1111” !

Beh, quella valeva per il plugin (la serratura), ora devo farlo per la chiave stessa perché funzionino insieme. Come nota a margine, c’erano dei sistemi per far sì che le password si sincronizzassero automaticamente ma nessuna era del tutto soddisfacente, e tutte erano suscettibili di errore. Meglio farlo come facevano gli antichi: a mano. Solo così siamo sicuri di sapere cosa facciamo. Per cui, ecco qui:

Io: /5437 909090
RealKey : “My password is now 909090”

Snapshot_012.jpgOra tutto è pronto, le impronte della chiave e della serratura corrispondono, dovrebbero funzionare insieme. L’unica cosa che mi resta da fare è trovare qualcuno a cui dare questa RealKey, perché io non sono in grado di usarla sui miei restraint (sarebbe troppo facile, così). Vi presento la mia Mistress Gin, che è stata così gentile da accettare di partecipare a questa lezione. Non è carina? ^_^

Prima di dare a Gin la mia RealKey, per evitare che sia in grado di passarla a mezza SL (so benissimo che non lo farà, questo è solo un esempio), ne setterò i permessi a no-trans. Poi gliela passo, sperando che ne farà buon uso, e mi chiudo le manette da sola. Questo fa sì che per Gin diventi impossibile accedervi cliccandoci sopra (le chiavi, infatti, sono ora in mio possesso).

Così lei ora indossa la sua RealKey (come ho detto, quando lo fa le viene detta la mia password attuale, ma questo dettaglio cambierà presto) [Nota di Win: già fatto, come indicato sopra, con l’aggiornamento all’1.17], e la vediamo apparire nella sua mano destra. Tutto quel che deve fare e cliccarci sopra e… non succede niente?!

Snapshot_016.jpgQuesto accade perché il mio plugin RealKey è regolato per rispondere solo se le manette sono state toccate da meno di un minuto. Questa modalità è utile perché a volte una top vuole “rubare” la chiave di un solo restraint, fra i 25 che la prigioniera indossa, solo che tutti sono regolati con la stessa password. Questa modalità può essere cambiata cliccando sul pulsante “Mode”, e cambiando i settaggi in “Inactive” (inattiva), “Active on Touch” (attiva su tocco, che è la configurazione di default) o “Always Active” (sempre attiva). Attenzione, “Inactive” significa che il plugin è totalmente disattivato. Non risponderà ad alcuna RealKey, quale che sia la password, fino a quando la modalità non sarà cambiata di nuovo in “Active on Touch” o “Always Active”.

Insomma, Gin deve prima cliccare sulle mie manette, e ottenere questo messaggio:

“Sorry Gin, you are not authorized to manipulate Marine’s Police Handcuffs 1.16 (RW) (r forearm)”

A seguire quel messaggio, le stesse manette mandano un IM direttamente a Gin:

“RealKey plugin is now active for 60 seconds.” (Il plugin RealKey è ora attivo per 60 secondi)

Menu shot.jpgQuesto messaggio io non lo vedo, perché è un IM inviato da un oggetto, ma Gin lo vede eccome. Per cui basta che clicchi un’altra volta sulla sua chiave e… tombola! Le si apre il menu e, come possiamo vedere, ora ha in mano le chiavi delle mie manette! In pratica ha usato la sua chiave maestra per bypassare i miei diritti di accesso e ottenere accesso pieno! E facendo questo lascia a me solo un accesso ridotto, perché adesso io la chiave non ce l’ho più…

In realtà, non c’è altro da sapere. Riassumendo:

– Settate la password sul vostro plugin RealKey (una volta)
– Create una RealKey
– Settate la stessa password sulla RealKey che avete ottenuto, dopo averla indossata (una volta)
– Settate i permessi sulla RealKey (rendendola non trasferibile)
– Date la RealKey a quella persona speciale
Persona speciale indossa la chiave, clicca sulle vostre manette e poi sulla propria chiave (oppure setta la modalità su “Always Active”)

Francasedute_001.jpgAspettate, c’è un’altra cosa divertente che si può fare con una RealKey! Come nella vita reale, potrebbe anche darsi il caso che io inciampi “per caso” su una chiave dimenticata da qualcuno sul pavimento, una chiave che potrei usare per aprire i miei propri restraint (ma, un’altra volta, attenzione: l’oggetto-chiave non deve appartenere a me)… Così Gin lascia cadere la chiave a terra, lontana da me. Io mi ci avvicino e…

“Marine Kelley has found a RealKey that opens their restraint, resetting timer and returning keys to the wearer” (“Marine Kelley ha trovato una RealKey che le apre il restraint, resetta il timer e le restituisce le chiavi”)

Ho riavuto la mia chiave normale! E i miei timer, se ce n’erano di attivi, sono stati fermati per cui posso liberarmi. Woohoo!

Francasedute_002.jpgQuesta opzione è molto utile per una grande varietà di giochi bondage… Immaginate un mazzo di 5 RealKey sparpagliate per la casa, di cui 4 sono vuote mentre la quinta è settata in modo da aprirvi i restraint… Oppure immaginate di aggiungere a una RealKey (dopo tutto sono mod) uno scriptino che la fa diventare physical dopo un periodo definito. Mettete la chiave in alto, fuori portata. La prigioniera sarà in grado di recuperarla solo quando l’oggetto cadrà a terra (ricordate ovviamente di bloccarla, prima, e di incatenarle le gambe, in modo che non possa saltare o costruire oggetti su cui sedersi). Attenzione, la modalità del plugin RealKey (inactive, active on touch o always active) viene presa in considerazione anche quando ci si va a sbattere contro, per cui state attente! Volendo, la vostra top potrebbe disabilitare del tutto il vostro plugin RealKey se lo desidera!

Divertitevi!
Marine

Ewyn_002.jpgPS: Diversa gente vede il plugin RealKey come un modo facile per liberarsi se qualcosa dovesse andare male. L’idea non è affatto questa. Ricordatevi che alla peggio potete sempre fare un hard reset sui vostri restraint! È per questo che la RealKey offre tutti i poteri a chi la possiede, e nessun potere alla prigioniera. Se la top comincia a fare la matta, collegatevi col client normale di SL (o disattivate il RLV) e fate un bell’hard reset sulla vostra roba. Poi cambiate la password dei plugin RealKey dei vostri restraint, per stare tranquille. L’ultima cosa che la detentrice di una RealKey desidera è che la sua prigioniera scappi via passando una RealKey a qualche amica non appena lei gira le spalle. Se le top non avessero i mezzi per affermare in modo completo il loro controllo sul modo in cui sono gestite le chiavi, questo distruggerebbe la loro fiducia nei restraint.

[Nota conclusiva di Win: Quest’ultimo poscritto è particolarmente interessante e vorrei in futuro svilupparlo in un post che potrebbe intitolarsi Controllo e Fiducia. Di fatto, è bene ricordarlo sempre, anche quando siamo legate strettamente, su SL, la liberazione è sempre a portata di cheat: e il fatto che nessuna padrona che si rispetti sia disposta ad accettare una prigioniera o un prigioniero che si libera barando non toglie il fatto che barare sia sempre una possibile via di fuga da una situazione quando questa è divenuta inaccettabile].

Il post originale di Marine (in inglese) si trova qui

Il viewer Restrained Life si scarica gratuitamente qui (e, a proposito, è uscita la versione 1.22.1!)

Pene Seetan: “Indagine sul Lag”

Da più parti sento echeggiare periodiche lamentele per il lag che affligge la nostra land. Lo sento da commenti diretti, da segnalazioni di amici e amiche, e qualche volta anche da dialoghi che gli SPY inseriti nei collari delle mie ragazze mi riportano. La nostra engineer, Pene Seetan, creatrice di quasi tutti gli script della prigione (e socia di Andromeda nella realizzazione di apprezzatissime trappole e gabbie RLV, alcune delle quali vedete nell’immagine in chiusura di post) ha fatto una ricerca per capire quale fosse il problema, e ha inviato alle responsabili del WCF un rapporto dettagliato. Lo traduco qui sotto per chi fosse interessato, perché la verità è che, come accade spesso, il lag è quasi sempre nell’occhio di guarda! Prima di lasciare la parola a Pene, segnalo però a chi parla inglese una pagina utilissima che mi è stata segnalata su Facebook la scorsa settimana, e che offre numerosi suggerimenti per alleggerire il compito al proprio processore, migliorando notevolmente la performance del client di Second Life. Concludo con un’ultima segnalazione che riguarda il Green Life Emerald Viewer, che in tempi recenti si è diffuso a macchia d’olio anche nella nostra land (io per prima ne sono stata sponsor). Dopo una conversazione con Marine Kelley, personalmente ho deciso di abbandonare l’Emerald per tornare al classico Restrained Life Viewer, oppure al Cool Viewer di Boy Lane. L’Emerald NON usa il codice di Marine e chi lo adotta rischia quindi di esporsi a bug su cui la Kelley non può e non vuole garantire il funzionamento impeccabile dei suoi prodotti. Ritengo che chi usa il RLV farebbe bene a fare altrettanto, utilizzando un client come il RLV – collaudato e aggiornato con passione costante dalla stessa persona che ha inventato per noi il concetto stesso di Restrained Life. Ma ora mi taccio e faccio un passo indietro. Grazie, Pene Seetan: ti ascoltiamo.

stranieffetti_001.jpg

(Un effetto molto singolare del lag, ma che descrive bene il mio attaccamento per Lella)


Il Lag è la piaga di tutte le nostre esistenze…

PeneSeetan_001.jpgIn occasione delle lamentele di alcune persone che hanno crashato entrando nella sezione oasi vicino alla prigione, ho fatto un’indagine sul lag di Winsconsin. Si direbbe che ci siano molti errori nel capire che cosa voglia dire lag. La gente registra una reazione lenta del suo viewer e presuppone che la regione abbia un problema di lag sul lato server.

Che tipi di lag esistono?

Lag è il termine colloquiale con cui si indica un tempo di reazione lento quando si usa Second Life. Ma a provocare il lag ci possono essere tre diversi livelli di cause. Il client, la rete (network) e i server linden. Il lag basato sul client deriva dall’hardware dei computer (memory/cache), dalla performance della cpu e dai settaggi grafici. Il lag della rete-network dipende dalla qualità della connessione internet. Infine, il lag da server è determinato dal conteggio nella regione degli oggetti fisici, dal numero degli agenti, naturalmente, dal conteggio dei cambiamenti di texture e da quello degli script attivi (tempo di esecuzione).

Immagine 1.pngUsare il lag meter (nel menu del vostro client: Help-> Lag Meter):

Il lag meter è uno strumento meraviglioso e semplice che consente a chiunque di determinare quali siano i propri problemi di lag. Mostra in modo visivo lo stato di ciascuno dei tre livelli sopra indicati, e dà un messaggio testuale quando si incorre nel lag. Nell’entrare in alcune aree di Winsconsin otterrete segnalazioni di lag per il livello client. Dapprima, il viewer deve caricare le texture necessarie a visualizzare l’ambiente. Quindi arriva l’allarme lato client: “Too many complex objects in scene” (Troppi oggetti complessi nell’ambiente).

Che cosa significa? Beh, che il client non è in grado di renderare un numero sufficiente di fotogrammi al secondo perché la scena contiene molti oggetti – pertanto il client riesce a generare meno fotogrammi al secondo, e quindi i movimenti rallentano e la reazione del viewer mostra dei difetti.

Immagine2.jpgPER FAVORE, PRENDETE NOTA DEL FATTO CHE SI TRATTA SOLO DI UN PROBLEMA  DI PERFORMANCE DELL’HARDWARE DEL COMPUTER E DEI SETTAGGI DELLA GRAFICA, E NON UN PROBLEMA DEI SERVER!

Provate voi stessi questo esperimento: quando vi accorgete di avere un frame rate basso (pochi fotogrammi al secondo, o FPS), limitatevi a puntare la camera verso il suolo. Vedrete che il frame rate aumenta subito e che la reazione del viewer torna ad essere normale.

Non starò qui a spiegare come fare ad ottimizzare i settaggi del viewer per risolvere questi problemi e non voglio discutere con quelli che usano viewer alternativi. Ci sono già abbastanza bug nel client originale di Second Life!

Usare il pannello delle region statistic per avere dettagli (nel menu del vostro client: View->Statistic Bar):

Nel pannello delle statistiche troverete altri dettagli importanti sulla performance della regione dal lato server. I valor importanti sono la Time dilation, il SimFPS (fotogrammi al secondo nella Sim) e lo script time. (http://wiki.secondlife.com/wiki/Statistics_Bar_Guide).

Ho fatto qualche paragone con Stonehaven. Ho registrato periodicamente, per poterli analizzare, il conto degli agenti, la time dilation e il SimFPS. Stonehaven è una regione utile per fare confronti perché ha un rapporto simile al nostro nel conteggio degli oggetti e quello degli script attivi, e so che il proprietario dedica molto tempo a mantenere sana la sua regione. Ecco alcuni risultati.

Quello che si vede nella immagine qui sotto sono i fotogrammi al secondo della regione, lato server, in situazioni diverse. (Il massimo è di 45 fotogrammi al secondo, che equivale a una salute del 100%)

lagdapenelope.jpg

Immagine 5.pngLa curva WCF-A l’ho registrata una settimana fa. La curva WCF-B mostra la situazione dopo aver disabilitato le collisioni. Infine, la curva WCF-C è stata registrata dopo aver ripulito l’area oasi. L’ultima curva (SH) è stata registrata a Stonehaven per avere un metro di paragone. Le parti depressionarie delle curves sono causate da agenti in arrivo e da agenti che stanno lasciando la regione. I valori statistici medi per questi dati sono:

WCF-A =42.72 FPS.
WCF-B = 42.15 FPS.
WCF-C = 41.56 FPS.
SH = 41.76 FPS.

Come si vede, non ci sono cambiamenti significativi fra questi valori.

Il conto medio di agenti all’interno della regione era di 13 durante ciascuna registrazione.

Conclusioni e suggerimenti:

–   In rapporto al conteggio degli script attivi (e a Winsconsin ce ne sono molti), la regione è sana.
–   Non è possibile far crashare il viewer di qualcun altro mediante script.
–   Per rendere le cose più facili a quelli che hanno computer lenti, gli ambienti più complessi potrebbero essere ricostruiti rimpiazzando le palme sculpted con cubi di legno.
–   La gente che racconta storie sul lag andrebbe tradotta in cella o, semplicemente, sculacciata.

Cordialità,
Pene