Regalo di compleanno

Non me ne sarei ricordata se non fosse stato per Facebook, ma oggi è il mio quarto rez day. Festeggiato, a sorpresa, con una visita inaspettata.

Snapshot_003.jpg

Come sa chi ricorda il vecchio post “Mille giorni“, la mia Second Life iniziò con una falsa partenza: alla creazione del mio avatar seguirono infatti molti mesi di letargo prima che scattasse quel  qualcosa che mi fece finalmente capire che cosa potevo fare nel metaverso. Ecco perché il mio rez day l’ho sempre festeggiato di rado – al punto che da sola non mi accorgerei nemmeno della ricorrenza se non fosse per gli amici che mi fanno gli auguri.

Snapshot_005.jpgDa quando sono su Facebook, gli auguri si moltiplicano, ovviamente, visto che il social network provvede a segnalare queste date a tutti i tuoi contatti. Eppure ci deve essere qualcosa di più… una qualche speciale convergenza di stelle … perché stamane, nel collegarmi, ho visto che online c’era qualcuno che non vedevo da… oddio: dallo scorso ottobre!

Come aveva promesso, Jelena non se n’è andata per sempre. Diciamo che ha sentito il bisogno di rimettere i piedi un po’ per terra e concentrarsi un poco di più sulla sua Real Life. Un’esigenza che a volte ho sentito anche io e che credo sia comune a quasi tutte le persone che su Second Life riescono a farsi trasportare dalla fantasia in modo totalizzante. Saperlo fare è, senza dubbio, un dono – ma che a volte rischia anche di diventare una trappola e, soprattutto in certi periodi della nostra vita, è in grado di stimolare un distacco dalla realtà che può essere molto pericoloso.

Snapshot_007.jpgJelena, in questo periodo, sta riprendendo contatto con la sua RL – ma evidentemente, e per nostra fortuna, noi di SL le manchiamo abbastanza da farle venire voglia di tornare a salutarci anche durante questo periodo di letargo. E stamattina ho avuto la gioia di poter festeggiare il mio quarto compleanno proprio con lei. Un’oretta di abbracci, di chiacchiere con alcune delle persone più importanti della sua vita virtuale: Calypso, che fu Frine, e la sua Franca… Michela, sua assistente e sub (e non solo!)… e la sottoscritta.

settembre.jpgInutile perdere tempo nei dettagli delle nostre chiacchiere di stamattina: lascio parlare le fotografie. E me ne torno in-world, che ci sono parecchie novità che, per così dire, bollono in pentola. Lavoro e RL permettendo, vorrei che questo 2011 restituisse a me e alle persone a me vicine il tempo di sognare nel metaverso. Coi piedi per terra, ma con la testa saldamente ancorata nelle nuvole.

(qui accanto: una pagina del calendario 2011 della Fortezza. Grazie ancora, Fujiko, per avermi chiesto di posare ed aver utilizzato questa mia foto con Jelena)

Ritorno amaro

Un mazzo di chiavi restituite. Un caso diplomatico urgente. Una riunione a cui, già lo so, non posso partecipare. I frutti avvelenati di una lunga assenza.

chiaviaddio_001.jpg

Non pensavo mai che avrei dovuto pubblicare una foto come quella qui sopra. Jelena e io, faccia a faccia. Lei senza collare, io che lascio cadere nella sua mano un piccolo mazzo di chiavi. E due persone molto importanti della nostra Second Life, Belias e Nemesis (alias Clelia, alias Frine), che assistono imbarazzate.

Qualcuno dice che certe situazioni vanno risolte in IM – una sorta di variazione tecnologica del concetto per cui i panni sporchi si lavano in famiglia. Ma ci sono rapporti che coinvolgono anche il prossimo e, fra questi, sicuramente c’è il tipo di rapporto che prevede un collare. Due persone si appartengono intimamente, ma il collare è un segno rivolto all’esterno. E quando non c’è più è giusto – e, aggiungerei, sano – che se ne conosca il motivo.

Snapshot_002 2.pngSnapshot_001 4.pngSnapshot_006.pngHo dovuto togliere il collare a Jelena per necessità tecniche, quando l’ho sottoposta al banishment. La pena che le avevo imposto, secondo le regole della Kelley Tech, superava le cento ore. Abbastanza, facendo una stima, per non esaurirsi prima del mio ritorno dalle vacanze – sempre che Jelena non incrementasse le ore quotidiane in cui era solita collegarsi.

Però, una volta tornata, ho scoperto due cose. Prima di tutto che nel corso del banishment Jelena, con la complicità di un altro personaggio chiave del WCF (di cui, per il momento, preferisco non fare il nome) ha tentato di manipolare il suo Custodian. E poi che durante la mia assenza si è collegata molto più a lungo del normale, riuscendo pertanto a completare legalmente la sua sentenza – incluse le non poche estensioni automatiche impartite dal meccanismo.

Il risultato? Al momento del nostro incontro dopo due settimane, Jelena era uscita dal banishment. E non accennava a rimettere addosso il collare che ha portato, senza interruzione, dal giorno in cui si era sottomessa a me e che sarebbe stato suo dovere rimettere allo scadere della pena.

A tutto questo si aggiunge, mi si dice, un aggravarsi di certe tensioni fra il Femdom e il WCF. Qualche scontro fra singole persone è sempre stato all’ordine del giorno – e fa parte dell’ordine naturale delle cose. Ma stavolta sento voci insistenti che parlano di un possibile abbandono della land da parte della bella community di Fujiko. Una situazione da chiarire, più che un problema vero e proprio, ma che comunque bisogna affrontare – soprattutto per quello che riguarda chi riveste ruoli di responsabilità in entrambe le strutture. Potrebbe rendersi necessario, per mantenere buoni rapporti, introdurre una sorta di separazione delle carriere.

Infine, anche il WCF ha bisogno di qualche intervento. Da tempo, un paio di guardie benemerite hanno dedicato alla prigione un’attività particolarmente valida, costante e affidabile, ed è giunta l’ora di riconoscerlo in modo ufficiale. Ci sono alcune nuove stanze da inaugurare, un nuovo e più incisivo metodo di restrizione da implementare. Nuove regole, nuovi manuali. Un sacco di lavoro, insomma.

Non c’è tempo, adesso, per le questioni personali fra me e Jelena. Stasera, 22 luglio 2010, tutte le guardie e le co-owners (oltre a Jel e me, Lella Demonia e Andromeda Sawson) sono convocate a una riunione nell’aula del tribunale per ascoltare (ed, eventualmente, discutere) alcune delle novità che riteniamo necessario introdurre. Sarà Jelena a condurre l’incontro, a partire dalle 22.00 ora italiana, perché io so fin d’ora che non mi è possibile intervenire. Leggerò poi la trascrizione completa della discussione e valuterò di conseguenza come comportarsi. Per quanto riguarda le decisioni relative al WCF, lo metto nero su bianco (anzi, azzurrino su nero, visto il formato di questo blog), Jelena ha la mia totale fiducia: abbiamo discusso l’ordine del giorno di questa sera via mail e sono certa che lo rispetterà nel modo più assoluto. Chiunque sia interessato a partecipare, anche se non fa parte dello staff, è il benvenuto.

chiaviaddio_003.jpgQuanto alle questioni più personali… con lei, di lei e me, ne riparleremo una volta affrontate e risolte queste emergenze. Per adesso, non ha senso che io tenga in tasca un mazzo di chiavi a cui non corrisponde una situazione più che cristallina. La fiducia non si può dare per scontata ma deve essere riacquistata, giorno per giorno. E, soprattutto, bisogna volerlo fare.

È Second Life, bellezza, e nessuno può farci niente. Non siamo che bolle di sapone soffiate dal vento. E tutto può finire in qualsiasi momento, soprattutto la proprietà di un collare.

Indagini su un bane al di sopra di ogni sospetto

Mentre perdura l’assenza di Win da Internet e da Second Life (dovrebbe tornare, come promesso, attorno al 14 luglio) la redazione ha scovato alcuni appunti verosimilmente scritti dall’Operatrice della Kelley Tech prima della sua partenza. Li proponiamo così come ci sono pervenuti, con immagini raccolte da varie fonti e, in qualche caso, di provenienza incerta. Si ignora come si sia sviluppata questa brutta faccenda, ma qui appaiono elementi che fanno sospettare che non si tratti di un nuovo caso di abuso personale di Operatore sui bane ad esso affidati… ma di qualcosa di più grosso.

jelenaprimogiorno_002.jpg

Ho parlato con Jelena… cioè, col bane J-7297, maledizione, non mi ci abituo, a chiamarla così… non riesco a farla parlare. Chi e perché l’abbia condannata al banishment davvero non lo so immaginare.

So che mi do la colpa di essere stata assente. Sono stata una padrona senza grinta. Lo so, siamo amiche prima che dom e sub. Ma lei porta il mio collare, accidenti. O meglio, lo portava, visto che per il banishment gliel’ho dovuto togliere.

E ora che ci penso… se il banishment finisce prima che io torni, sarà libera – priva di controllo, senza nemmeno lo spy per poterle stare dietro. L’angoscia per la partenza imminente mi sa che viene anche da questo.

Basteranno, 96 ore? Posso sperare che le infrazioni la tengano ben sigillata fino al mio ritorno?

Michela_006.jpgRipenso a quando ho sentito nascere il rapporto fra Jelena e Michela. A quella volta che sono stata invitata ad assistere mentre Jelena le metteva il collare. A come quel piccolo privilegio mi facesse sentire privilegiata… ma anche un po’ fuori posto, quasi una terza incomoda in un momento particolarmente intimo e personale. Ho scattato qualche foto, sì… ma non sapevo tanto cosa stava succedendo. Jelena che condivideva con me la collarazione di Michela: un regalo alla sua Win, oppure un modo di costringermi a essere testimone del risveglio in lei di quel lato dominante che per tanti mesi le ho represso?

Perché Jelena lo sa: quando lei sta legando Michela, così come quando stava legando Frine Sapphire, io mi sento bloccata. Non vado certo a prendermela, interrompendo una scena, per il mio piacere. Potrei farlo, non so se dovrei farlo ma di certo sarebbe mio diritto. Eppure non accade – come ben di rado accade che mi intrometta fra Lella e Nightwish… (e questo anche se Lella mai e poi mai ha omesso di salutarmi e cercarmi nell’istante che io mi collegavo, pronta a lasciare tutto per venire a inginocchiarsi davanti a me)… e come non accadeva che interrompessi i giochi di Lorella con Marita. Jelena lega Michela e, sotto sotto, sta dicendo: “Win, adesso ho da fare”. O no?

motoc_001.jpgSnapshot_002 1.jpgForse no. Forse sono le menate che mi faccio adesso che Jelena è un bane – in mio potere finché non scadrà il suo tempo, e proprio nel momento in cui io sono costretta a non esistere per un bel po’ di giorni. Non mi è mai accaduto di sentire tanto lontano qualcuno su cui ho il controllo, di cui ho le chiavi. Le chiavi del casco non sono nulla se non sei sicura di avere ancora quelle del cuore – e al diavolo se questa è una frase da cioccolatino. Jelena è mia. Voglio che resti mia. E di recente qualche incrinatura mi è parso di notarla… come quel giorno in cui l’ho trovata trasformata in motocicletta e, sebbene l’abbia potuta cavalcare in giro per il piazzale, l’ho poi trovata parcheggiata a casa di Ewyn Raymaker.

lorellabelias.jpgNon basto più? Jelena sta cercando qualcos’altro? E Lella, che si collega pochissimo? È davvero la sua RL che la travolge come la mia travolge (felicemente) me, oppure si collega di meno perché appartenermi le impedisce di divertirsi (si sa quanto io sia gelosa anche di piccoli rapimenti tutto sommato innocenti) e se io non ci sono si ritrova bloccata per niente? Lo so, lo so, c’è Nightwish – che è un motivo eccellente per collegarsi e quindi anche questa è una mia paranoia vuota. Ma intanto Frough ha di nuovo lasciato SL per un po’ (questioni di RL, in parte). Lorella la vedo pochissimo, perché viaggia tanto e col portatile del lavoro non riesce a collegarsi se non con un client testuale che non ha il RLV. Oggi, collegandomi per un saluto pochi istanti dopo averla vista online, l’ho trovata a casa sua, sul letto di Belias, a farle un massaggio. E, di nuovo, è una paranoia, perché sono due amiche strettissime, perché vivono insieme, per tutti quei motivi che solo in parte ho raccontato e che hanno reso così difficile il momento in cui le ho chiesto le chiavi del suo collare… e se anche non fosse, la prima cosa che ci siamo dette era stata che non sarei mai stata una padrona di chiavi possessiva e gelosa. Eppure non credo proprio di essere riuscita a nascondere un momento di imbarazzo quando sono arrivata a Leords – e anche per questo mi sento una cacca. Perché dovrei invece essere solo contenta che una cosa del genere possa succedere – in modo che un giorno o l’altro anche Belias e io si possa stare vicine e giocare senza più il disagio che nasce da un passato ormai sepolto da tempo.

No. Ecco, una cosa devo ripeterla. I miei problemi sono immaginari. Sono dentro di me, sono paranoie, pippe mentali. Ora basta scrivere appunti, Win. Chiudi e vai a finire la valigia.

 

(riportiamo qui di seguito alcune parole scarabocchiate in modo poco comprensibile su un pezzo di carta…
non sono opera di Win anche se erano conservate fra le sue carte…
sospettiamo che il bane J-7297 sia riuscito a vergarle prima che il Custodian provvedesse a inibirle la capacità di scrivere,
perché la calligrafia è tremolante e alla fine diventa poco più di un ghirigoro senza senso)

 

Snapshot_003 1.jpgSnapshot_004.jpgSnapshot_005.jpgSECONDO GIORNO

Non è passato molto tempo dalla mia “reclusione” in me stessa, le continue punizioni del custodian mi costringono a passare lungo tempo in solitudine.
La mia operatrice mi ha detto che indagherà sulle accuse mosse a mio discapito, sono preoccupata, non ho la coscienza pulita e riconosco di essere andata oltre, troppo oltre.
La mia sete di sapere mi ha messa nei guai questa volta, spero solo che non riesca a trovare prove ma è una falsa speranza, lei può accedere a tutto ciò che è mio, zone private, i miei server, tutti i miei sistemi.
Se avessi solo immaginato quello che mi sarebbe accaduto avrei distrutto tutti i miei appunti ma ormai è tardi.

Mi sto rassegnando alla mia condizione, è questo il punto, ogni mio tentativo di forzare i protocolli del Custodian è miseramente fallito con il solo risultato di aumentare le mia pena.

Sono affranta, il senso di colpa mi riempie il cuore, quando mi ha trasformata ho sentito nella sua voce un profondo dolore, l’ho delusa, l’ho tradita.
Comincio solo ora a realizzare cosa sono diventata in questo lungo periodo che ci ha separate e capirlo mi fa male dentro, ripenso a quando le ho donato me stessa più di un anno fa, allora non le avrei nascosto nulla.

Mi butto a terra singhiozzando… il senso di colpa è opprimente… non sopporto l’idea di averle spezzato il cuore… di averla delusa…

jelprove1.jpg

 

(All’ultimo istante prima di pubblicare aggiungiamo a questo post un ultimo appunto
che getta una luce inquietante su tutto questo banishment.
Le foto qui sotto sono state scattate da Win nel laboratorio di Jelena)


jelprove2.jpgjelprove3.jpgOh, mio Dio, no. No, Jelena.

Qui… qui nella casa dove ti lasciavo la tua privacy perché potessi stare sola con Michela durante le mie lunghe assenze. Qui dove non venivo per discrezione, anche quando avrei potuto.

Questa non è una casa. È un laboratorio. E nemmeno un laboratorio qualsiasi. Ci sono collari, alcuni oggetti il cui uso non mi è chiaro. E due oggetti che invece riconosco fin troppo bene. Doprattutto adesso che ne indossi uno.

Sfioro con la mano l’oggetto nero, traslucido, che è sospeso sul tavolo. Sul tuo tavolo da lavoro, Jelena. È un casco.

No. Riformulo la frase. È il casco. Il casco dei bane della Kelley Tech. Un oggetto che si autodistrugge quando viene rimosso. Un oggetto che solo un bane può avere, fino al giorno in cui non scade la sua sentenza. Un bane e un bane operator.

Che cosa stai combinando, Jelena?

E io che sto partendo…

L’ultima registrazione

Win al momento si trova lontana da Internet e impossibilitata a collegarsi. Come contributo alla ricostruzione della verità, la redazione pubblica qui la trascrizione di parte del dialogo catturato dai microfoni di sicurezza della Processing Area di Zhora. Le immagini utilizzate per illustrare questo post sono prese dalle telecamere di controllo ma coprono una fase successiva – quella del banishment vero e proprio. Pare che le registrazioni audio di quella fascia temporale siano inspiegabilmente andate cancellate. Da Zhora ci dicono: “Siamo perplessi sulle immagini, in particolare le ultime tre, e ci auguriamo non si tratti di un nuovo caso di abuso sui bane – per l’Operatore Zinnemann non sarebbe la prima volta… ma di certo sarebbe l’ultima”.

jelena_002.jpg

[2010/06/23 7:46]  MystiTool HUD 1.3.1: Entering chat range: Stefany McAndrews (3m)
[2010/06/23 7:46]  Jelena Kiranov: proprio tu Win? ecco perché i miei sistemi non hanno funzionato.
[2010/06/23 7:47]  Win: Jelena… non rendere questa cosa più difficile di quanto non sia
[2010/06/23 7:47]  Jelena Kiranov: solo tu potevi disattivarli. mi sento tradita
[2010/06/23 7:47]  Win: Ah, ecco, adesso saresti TU quella che si sente tradita, Jel? Proprio tu parli così… dopo che mi avevi detto che non avresti mai avuto segreti per me?
jelstefbanes_001.jpgjelena_001.jpgjelena_003.jpg[2010/06/23 7:48]  Jelena Kiranov guarda a terra
[2010/06/23 7:48]  Win è un po’ alterata mentre si avvicina a Stefany e le afferra le braccia, quasi senza guardarla
[2010/06/23 7:48]  Jelena Kiranov: ma… non ritenevo importante che tu sapessi…
[2010/06/23 7:48]  Win: Jelena… non ho capito perché sei qui… e non so nemmeno se a questo punto lo voglio sapere
[2010/06/23 7:49]  Jelena Kiranov: in un certo senso meno sapevi…. era un modo per proteggerti
[2010/06/23 7:49]  Win ammanetta Stefany, e la guarda come se fosse la prima volta
[2010/06/23 7:49]  Jelena Kiranov stringe i pugni
[2010/06/23 7:49]  Stefany McAndrews si sente confusa
[2010/06/23 7:50]  Win: Stefany… purtroppo capiti in un momento difficile… non sarai la sola bane… ma sarai trasformata insieme a una persona che mi è particolarmente vicina…
[2010/06/23 7:50]  Stefany McAndrews: ho visto Miss Winthorpe… ma se vuole posso tranquillamente aspettare
[2010/06/23 7:50]  Jelena Kiranov scuote la testa: “Non ci credo che hai preso l’incarico sapendo che ero io”
[2010/06/23 7:51]  Win: Jelena… non è stata una decisione facile…
[2010/06/23 7:51]  Stefany McAndrews si sente a disagio
[2010/06/23 7:51]  Win: …ma non potevo certo lasciare che fosse qualcun altro a – ad aprirti il collare… e a trasformarti… credi che avrei sopportato l’idea di saperti in mano a… che so… a Malbert? Anche con tutto l’affetto che ho per lui?
[2010/06/23 7:52]  Jelena Kiranov prova rabbia e delusione: “Mal nemmeno sarebbe riuscito a catturarmi se è per quello… ma, dimmi: hai aspettato o hai detto subito di sì?”
[2010/06/23 7:52]  Win scuote la testa, avvicinandosi a Jelena con Stefany al guinzaglio: “Ah, ecco… la metti così, adesso? “Catturare”? Io ti avrei catturata, Jel? E allora che senso ha quello che vedo scritto nel tuo profilo?
[2010/06/23 7:53]  Jelena Kiranov la guarda negli occhi: “Sai quello che intendo”
jelena_009.jpgjelena_008.jpgjelena_010.jpg[2010/06/23 7:54]  Win: Lo so benissimo cosa intendi… e mi sto chiedendo se non sono stata troppo assente, negli ultimi tempi… così tanto da farti dimenticare alcune cose importanti
[2010/06/23 7:54]  Jelena Kiranov: fai il tuo dovere “operatrice”
[2010/06/23 7:54]  Win: …no, prima queste cose voglio ricordartele, Jelena
[2010/06/23 7:55]  Win: 1) Tu sei una cosa mia, anche se hai delle schiave o altro. Tu mi appartieni e io faccio di te quello che mi pare. Il fatto che ti abbia lasciata così tanto libera è forse stato un mio errore ma non cambia questo dato di fatto
[2010/06/23 7:55]  Jelena Kiranov stringe i pugni dietro la schiena al punto che le tremano le mani
[2010/06/23 7:56]  Win: 2) Tu per me non devi avere segreti. Nessuno. Ho chiuso un occhio quando hai smesso di passarmi i log dei tuoi IM… ti ho lasciato con Michela tutta l’intimità di cui avevi bisogno senza che dovessi chiederla
[2010/06/23 7:56]  Jelena Kiranov: e mi vuoi venire a dire che per questo sono stata condannata?
[2010/06/23 7:57]  Win: Non per questo… ma il punto è un altro. Il fatto stesso che io scopra che tu hai commesso, a mia totale insaputa, cose per cui meriti il banishment… beh, mi sembra che tutto questo sia una prova molto chiara del fatto che qualche segretuccio per me ce l’avevi!
[2010/06/23 7:57]  Jelena Kiranov: non erano rilevanti per il rapporto che ci legava
[2010/06/23 7:58]  Win: Adesso sei tu che decide cosa √® rilevante, Jelena?
[2010/06/23 7:58]  Jelena Kiranov è agitata
[2010/06/23 7:58]  Win: È per questo che a questo punto io NON voglio sapere cosa hai combinato, Jel… non arrivo a dire che sono delusa… ma mi ferisce molto che tu, proprio tu ti atteggi a vittima tradita
[2010/06/23 7:58]  Win: Se ti mancavo… e questo posso anche capirlo… bastava che me lo dicevi… bastava che parlassi
[2010/06/23 7:59] Jelena Kiranov: e…poi… insomma, certe cose era meglio che non le sapessi
[2010/06/23 7:59]  Win arrossisce di rabbia repressa: “Ecco, ci mancava solo questa frase!”
[2010/06/23 7:59]  Jelena Kiranov: era inutile…. ehm… coinvolgerti
[2010/06/23 7:59]  Win: Basta così, Jelena… più andiamo avanti e peggio mi fai stare… facciamola finita!
[2010/06/23 7:59]  Win sbatte il bavaglio ad anello in bocca a Jelena con mani tremanti di rabbia
[2010/06/23 7:59]  RR Ringgag 1.14.2 (mouth) sussurra: Jelena Kiranov has been locked by WinthorpeFoghorn Zinnemann (“Total”).
[2010/06/23 8:00]  Jelena Kiranov sobbalza
[2010/06/23 8:00]  Win afferra il guinzaglio e lo tira staccandolo dal muro
[2010/06/23 8:01]  Jelena Kiranov guarda Stefany
[2010/06/23 8:01]  Stefany McAndrews osserva Jelena e Miss Winthorpe e vorrebbe essere da un’altra parte
[2010/06/23 8:01]  Win: Povera Stefany… davvero non meritavi questa scena… anche perché le tue motivazioni sono ben diverse

Partire è un po’ morire

Fra 24 ore sarò di nuovo su un aereo, stavolta per andare a passare due settimane di vacanza. E allora perché mi sento tutte queste farfalle nello stomaco?

imack_001.jpg

È una giornata lenta, oggi, in ufficio. A Roma, il 29 giugno è vacanza e molti colleghi sono via per il ponte. E io stessa sono sul piede di partenza. Domani mi aspetta un aereo che mi porterà, finalmente, in vacanza. Non tornerò online fino al 14 luglio e mi resta ancora oggi per finire le ultime faccende, chiudere una valigia leggerissima e salutare tutti.
La cosa curiosa è che sto cercando di salutare con più cura le persone che conosco su Second Life di quelle reali. Di partire mi capita ormai abbastanza spesso, e ancora più spesso mi succede di non sentire per giorni, settimane e anche mesi persone a cui sono vicina nella vita reale: eppure non mi viene da fare tutte queste telefonate in giro, nemmeno stessi partendo emigrante per un altro continente. Invece, stamattina, sto facendo tutto quel che posso per non lasciare cose in sospeso: vedere per un momento Andromeda, Jelena, Lorella, Lella (non Frough, ma solo perché si sta prendendo una vacanza da Second Life per motivi che un giorno forse potremo raccontare), aggiornare il mio profilo segnalando che non ci sarò per qualche tempo, capire se ci sono questioni in sospeso da affrontare prima di andare offline per quindici giorni.
malesophii_001.jpgMi sono fatta qualche domanda e credo che quest’ansia di avvertire abbia a che fare con la fragilità estrema dei nostri rapporti virtuali. Abbiamo spesso parlato del fatto che su Second Life quando fai log off cessi letteralmente di esistere, e che quindi ogni volta che spegnamo il programma è come se consapevolmente scegliessimo lo shakespeariano non essere… ma in questo caso il punto è il non essere per qualcuno, il terrore di sparire, di lasciare qualche persona sospesa nell’incertezza di dove sei sparita… Esisti ancora? Tornerai online? Quando?
makingof.jpgIn questi giorni sto leggendo un libro interessante sulla nascita del nostro metaverso preferito. Si intitola “The Making of Second Life” ed è scritto da un giornalista che ha seguito i lavori alla Linden Lab fin dall’inizio, dapprima come incaricato degli stessi Linden e poi come blogger specializzato nei mondi virtuali… e una delle cose che mi ha colpita di più fra quello che scrive l’autore è l’importanza che ha, in questo mondo fatto di pixel, la continuità. Su Second Life chiunque può essere bello, giovane e sexy, perché basta comprare gli accessori giusti… ma quello che differenzia le persone è da un lato la capacità creativa (i builder, gli scripter, i designer) oppure la costanza con cui si è rintracciabili online. Con cui, appunto, si esiste. Perché è inevitabile: in un mondo in cui si scompare da un secondo all’altro, in cui non c’è differenza fra quando cade la connessione o manca la luce e quando si fa “quit”, si cerca tutto quello che ci offre almeno un’illusione di stabilità. Si tratti di luoghi oppure, soprattutto, di persone.
Per me, in questo periodo, partire è più difficile perché gli impegni di lavoro mi hanno tenuta a lungo lontana da Second Life e dalle persone a cui tengo – persone a cui, in qualche caso, sono più attaccata che a molte mie conoscenze nella vita reale. Persone che mi piace pensare abbiano bisogno di me quanto io ne ho di loro e che, anche se sanno bene che tutto questo è solo un gioco, sentiranno la mia mancanza.
E quindi, questo post è per salutare e per avvertire chi è interessato a saperlo: parto domani. Anche senza esistere, so che vi penserò, quando prenderò il sole su un’isoletta spartana (uhm… in realtà tecnicamente sarebbe più ateniese… ma, vabbe’, intendevo un’altra cosa) dove so che Internet non arriva manco a piangere in greco. Ma il 14 luglio ritorno e spero, finalmente, di poter recuperare un po’ di tempo virtuale perduto.
spiaggia_001.jpg

Il peso del dovere

bannerfatto.gif

Ci sono volte che adoro il mio mestiere. E ci sono volte che lo detesto. Anche se il senso del dovere mi costringe a inghiottire l’amarezza e ad andare comunque fino in fondo.

JelBane_006.jpg

JelBane_007.jpg

JelBane_008.jpg

Qualcuno forse ha riconosciuto al volo il luogo che appare nelle foto qui sopra. Qualcuno avrà capito al volo di chi sia il corpo immobilizzato che, col cuore gonfio di amarezza, sto portando all’interno della stanza.

JelBane_001.jpgJelBane_002.jpgJelBane_004.jpgSiamo a Zhora. A quattrocento metri di altezza. L’entrata della “Processing Area”, il laboratorio dove noi della Kelley Technologies trasformiamo in bane i condannati che se lo sono meritato. E la persona che porto in braccio non è una persona qualsiasi. Si chiama Jelena Kiranov, e mi appartiene da più di un anno.

Fare il bane operator non è un mestiere facile. Non esistono due prigionieri uguali: molti protestano invano la loro innocenza, qualcuno cerca di ribellarsi, altri affrontano il loro destino con una sorta di attonito fatalismo. Il mio lavoro consiste nel traghettarli al di là della soglia, quella in cui, per un tempo limitato ma mai del tutto prevedibile, cesseranno di essere persone e diventeranno bane, per affrontare una vita di solitudine itinerante, con la sola compagnia dell’implacabile Custodian… e del ricordo dei reati che hanno commesso. Ogni banishment è quindi un’operazione delicatissima, sia dal punto di vista chirurgico che da quello psicologico, e richiede da parte mia la massima concentrazione.

Eppure, in tanto tempo che faccio questo lavoro, non mi era mai accaduto di dover sottoporre alla procedura qualcuno che mi apparteneva. Oh, certo, Andromeda Sawson mi aveva dato le chiavi del suo collare prima che la sigillassi nel lattice del banesuit – ma lo era diventata dopo l’incontro preliminare alla procedura, e anche per questo attraversò il suo periodo con leggerezza, velocemente, mentre sia lei che io speravamo di poterci presto abbracciare e vivere quella vita insieme che all’epoca stavamo appena iniziando.

Ma il caso di Jelena è diverso. Il nostro rapporto si è consolidato con ben altre dinamiche, da quell’ormai lontano giorno in cui le feci scattare al collo un collare nuovo di zecca. Sono successe tante cose: Jelena è un tipo irrequieto e non è un segreto che il mio dominio su di lei le abbia consentito di avere qualche schiava personale e anche qualche estemporanea avventuretta da sub, anche se sempre sotto il mio controllo. Ci siamo sempre dette tutto, senza nasconderci nulla, e raccontandoci a voce tutto ciò di cui i log del suo collare non bastavano a tenermi aggiornata.

Ecco perché quando ieri ho aperto la busta con i nomi delle persone che dovevo sottoporre al banishment, credo di essere impallidita. Jelena Kiranov? Proprio lei? Come era possibile? Cosa aveva fatto? E, soprattutto, perché non lo avevo saputo da lei?

jelenaprebane.jpgSono rimasta per un po’ a interrogarmi sul da farsi. Era giusto che fossi proprio io a occuparmene? È vero che viviamo in un paese in cui l’idea stessa di conflitto di interessi è stata fin troppo sdoganata: ma il coinvolgimento personale di un Operatore verso il suo bane è sempre sconsigliabile – un dato di fatto che peraltro ho potuto verificare di persona io stesso al tempo del banishment congiunto di Gloria e Malbert. Un errore che ho commesso e che credo anche di aver pagato con gli interessi. Eppure…

…eppure l’idea di lasciare Jelena nelle mani di qualche altro operatore non mi pareva accettabile. Un bane non può indossare altro che non sia il casco che gli copre il volto annullandone l’identità.

Ma, soprattutto, non può indossare un collare. Nemmeno il mio collare.

Avrei dovuto aprirglielo e non me la sono sentita. Non senza avere, in cambio, almeno il controllo del suo Custodian. Che avrà, ovviamente, lo spy sempre acceso.

stefjelbane_002.jpgE allora sono corsa, prima di poterci pensare su ancora. Ho raggiunto Jelena in un negozio in cui faceva spese chiacchierando allegramente con Nightwish e con la sua amica Antonella Rieko, come se niente fosse. Mi sono avvicinata, senza dire troppe parole perché mi sentivo la gola stretta da qualcosa di invisibile. L’ho ammanettata, imbavagliata, le ho imposto un cappuccio isolante. E l’ho portata quassù, in attesa che un ingegnere della Kelley Tech (la ben nota Green Geary, che ho avuto il brivido di conoscere anche come mio Operatore) provvedesse a farle riempire tutte le cartacce necessarie.

Quando l’ho raggiunta oggi e le ho tolto il bavaglio, Jelena non ha reagito bene. L’ho sentita recriminare, come fanno le persone colpevoli di qualcosa. E l’ho vista ammutolire quando ho rimbeccato tutte le sue insinuazioni… quando è arrivata a dire che si sentiva tradita… come se pensasse che il mio senso della giustizia doveva farsi da parte di fronte al rapporto che ci lega. Come se si illudesse che essere amica e schiava di un Bane Operator ti consenta di farla franca, di non pagare il tuo debito con la società.

stefjelbane_003.jpgstefjelbane_004.jpgHo dovuto rimetterle il bavaglio, anche perché nel frattempo ci aveva raggiunte Stefany McAndrews… una persona che già qualche tempo fa è stata un mio bane e che, per motivi che non tocca a me spiegare, da tempo sentiva il bisogno di tornare nel completo di lattice. Stefany si è accostata al suo secondo banishment docilmente, più con speranza che con rassegnazione, anche se il cuore le batteva così forte che mi pareva di sentirlo. E certo non meritava di trovarsi di fronte a uno scambio di opinioni come quello che, in quel momento, Jelena mi costringeva a sostenere.

Stefany, adesso, è libera di girare il mondo, nella costrizione per lei rassicurante del banesuit. Jelena è ancora assicurata sul lettino dell’operazione, mentre aspettiamo che il Custodian si radichi a fondo nei suoi neuroni. Io so che domattina dovrò completare la procedura e ho il cuore pesante. Anche perché prima di andarmene ho trovato a terra questo fogliettino, che Jelena deve aver scritto fra il momento dell’arresto e quello dell’inizio dell’operazione.

Sono qui inginocchiata alla Kelley Technologies in attesa della mia trasformazione in Bane, c’è un silenzio assordante qui, mi snerva, mi fa desiderare che la procedura inizi.
Sono qui da tanto ormai, le stanze sono vuote e il pavimento di marmo mi raffredda le gambe, cerco di non muovermi per non perdere calore ma poi mi fanno male le ginocchia.

Da ieri l’unica persona che ho visto è una certa Green, un’ingegnere, mi ha squadrata e fatto compilare frettolosamente dei moduli, nemmeno ho avuto il tempo di leggerli.
Liberatorie ha detto… per cosa? La procedura è pericolosa?

Snapshot_002 1.pngNel silenzio comincio a pensare, alle persone che lascerò, ai miei compiti ormai quotidiani, alle mie routines.
Faccio un veloce resoconto e scuoto la testa. Avrò tempo per pensare.
Sorrido fra me e me, un sorriso che ha un che di amaro.

Osservo il monitor dall’altra parte della stanza, scruto per vedere qualche informazione, qualche cosa che mi possa aiutare, qualche nozione, qualche segreto. Nulla, non ci riesco. È troppo lontano.

Rivolgo lo sguardo a terra e nel silenzio percorro le scanalature delle mattonelle con lo sguardo, mentalmente seguo le linee e traccio dei disegni immaginari.

Passa il tempo e mi rivolgo alla porta al mio fianco, quella in cui entrerò per uscirne cambiata, trasformata in Bane, un brivido mi attraversa la schiena.

Mi arrivano dei messaggi, fortunatamente non sono ancora isolata al momento, alcuni sono dolcissimi e mi fanno battere il cuore forte, altri mi feriscono come io probabilmente ho ferito loro facendomi catturare.
Non so che pensare, sono confusa, ma mi aggrappo anche a quei messaggi, come fossero un’ancora a quello che sono ora.

Osservo il mio vestito comprato pochi minuti prima che fossi “prelevata”, mi piace da morire, così Hi-Tech, peccato averlo usato così poco… sospiro. Non ricordo molto del momento della mia cattura, ero in un negozio di abbigliamento, l’arrivo dell’operatrice che mi ha messo un casco, tutti i miei “congegni” in system fail e poi buio, mi sono ritrovata qui in questi laboratori, incatenata.
Armeggio con le mani cercando di attivare il grimaldello elettronico che ho allacciato al polso, un suono sgraziato mi fa capire che è ancora malfunzionante. Dannazione!!!

Mi rassegno…una morsa mi stringe lo stomaco, stavolta non riuscirò a scappare…

Snapshot_001 3.pngRido da sola pensando alla ragazzaccia che sono, doveva capitare prima o poi che venissi arrestata. “era solo questione di tempo” dico a bassa voce fra me e me.
Forse il progetto Banishment mi vorrà cambiare… beh! devo solo stare buona buona per un po di tempo, scontare la pena e tornare alle mie attività. L’importante è non farsi beccare di nuovo, tenere un profilo basso… non potrò essere una Bane per sempre, le mie fidate compari mi attenderanno e ci rimetteremo in carreggiata.
Il coraggio torna in me e mi fa assumere un’espressione più fiera.
Sono di nuovo lucida.
Sono pronta.

A Francesca Miles

Più o meno 24 ore dopo aver avuto l’ordine di scriverla, ecco il prodotto di qualche ora di insonnia ma, soprattutto, di emozioni molto forti vissute solo in parte a causa di una RL sempre, inevitabilmente, tiranna. Dei versi artificiosi, forse, ma completamente sinceri in quello che cercano di comunicare. E che sono stati consegnati a Chiara Haalan durante una connessione molto fugace, dall’ufficio, mentre fuori dalla casa di Moordon in cui Win era tenuta prigioniera si erano da qualche ora asserragliate forze d’attacco del WCF pronte a scatenare l’inferno.


FrancescaMilesprofiloFB.jpg

 

A Francesca

 

Ti ho vista, ti ho acchiappata, ti ho tenuta
per qualche ora, forse neanche un giorno
e fosti come mia, legata, muta,
capelli e fiore rossi, mentre attorno
avevo dolci amiche, prigionieri,
turisti, s’una spiaggia ch’era un forno,
e Lella, senza i suoi stivali neri.

 

***Francescaaitempi.jpg francescaitempi2FB.jpg francescaitempiFB.jpgfralegataaitempiFB.jpg

Molt’acqua è poi passata sotto al ponte
che gli oggi nostri ognora muta in ieri
fin quando ognuna, sola, su Acheronte,
debba salpar. Ma delle nostre strade
da allora si incrociarono le impronte.
Se Fato le occasioni facea rade
la Volontà era pronta a rimediare.
Non ci fu, forse, mulinar di spade
a fianco una dell’altra, ma più care
d’ogni avventura sono certe storie
che solo il metaverso può ospitare.

DungeonMardiGras_001.jpg


Per chi non sa, null’altro son che scorie
quei giochi nostri di manette e celle,
e di sconfitte dolci, e ambigue glorie,
e corde, e il lattice come seconda pelle.
Per noi quel mondo, che talun spaura
è forte sì da renderci sorelle,
amiche, amanti: ché non c’è tortura
peggior di soffocare nella culla
le proprie fantasie. Ah! Com’è dura
la sorte di una povera fanciulla
che se si pensa presa e prigioniera
sente il cuor suo che all’impazzata rulla.

Giorno4_002.jpgGiorno4_003.jpgGiorno4_005.jpg Giorno4_007.jpg


Francesca, lo sapevi, e l’altra sera,
venuta ad abbracciarmi alla prigione,
scattasti con l’audacia di una fiera
cogliendo (anzi creando) l’occasione.
In ceppi mi hai costretta in pochi istanti,
travolta di sorpresa e d’emozione,
sì che da pochi son poi stati tanti
gli attimi che ho rubato a quella notte.

giorno4fine_002.jpg

Tu, Chiara e Travestroia, le Baccanti,
con DoctorLover, François la mascotte,
non mi avete lasciato alcuno scampo,
avvinta come certe galeotte.
haalan4.jpgSol che ci pensi tutta in viso avvampo
non tanto perché nuda tu mi hai esposta
nel tuo salotto. No! Perché in un lampo
sapesti ritrovar sotto la crosta
la Win che china il capo in soggezione.
Tu mi parlavi, e lo facevi apposta,
come le spire avvolge un gran pitone
attorno al coniglietto ipnotizzato
di cui si sta per fare un sol boccone.
Fui tua, sospesa al minimo tuo fiato,
fin quando fui connessa, ed anche dopo,
col mio pensiero ch’era imprigionato
da un gatto che giocava con un topo.
Legata, priva ancor della favella,
spogliata di un futuro e di uno scopo
che non ti contemplasse, proprio in quella
sentii una nuova forza nella schiena.

conlorella_005.jpg

Dei volti. Nomi. Sussultai. “Frough! Lella!”
E ancor: “Lorella! Andromeda! Jelèna!”
Lo so: la vita vera ci è di freno
in questi tempi, ché per tutte è piena,
ma non per questo può venire meno
l’amor con cui codesti miei gioielli
coloran la mia vita arcobaleno.

Lellanitenite.pngandrotentacoli_004.pngaggiornamento_001.jpg bee_003.jpg

Francesca, tu puoi farmi anche a brandelli,
tenermi al tuo guinzaglio come i cani,
mi puoi stringere il cuore od i capelli,
negarmi ancora l’uso delle mani…
ma adesso so per certo: sottomessa
tu non mi avrai nè oggi nè domani.
Più facile sarebbe farmi lessa,
perché color di cui tengo la chiave
mi rendono più forte di me stessa.

Ewyncage_001.jpeg


Io non mi piegherò, Francesca. Cave!
Dirtelo voglio grata, e con dolcezza,
ma intendo andare con la prima nave.
Flettermi non potrai: sol mi si spezza
se troppo vien tirata la catena.
Ma allor gaudio e emozione alla tristezza,
all’odio ed al rancor lascian la scena.
Sei pronta pure a ciò? Come in un fuoco
tu puoi bruciarmi tale e qual falena
ma l’esito finale di quel giuoco
sarebbe devastante, e molto amara
la vita mi farebbe. Qui t’invoco:
quello ch’è rotto più non si ripara
e d’uopo e che qui te ne faccia accorta
con questi versi che mi ha chiesto Chiara.

lorellalegata.jpgAndrolella_001.jpgFrinesera_003.jpegbane Stefany fine_003.jpg

Francesca Miles: vuoi tu vedermi morta?
Spero e credo di no ma se sì fosse
non hai che da tener chiusa la porta
e stringermi il collar senza più mosse.
Io sento la distanza delle amiche
che sono mie. Lo dico a gote rosse
ma a fronte alta: tutte le fatiche
per prendermi fra le tue damigelle
non otterran l’alloro della Nike.
Giammai potrò scordar quell’ore belle
in cui mi desti ciò cui in parte anelo.
Ma ora lasciami andar, verso le stelle
che, pur di pixel, brillano nel cielo.

Win

triospazio_002.jpg

 

La lunga estate calda di Winsconsin

Dopo una grande inaugurazione, la nuova prigione è pienamente operativa e in piena campagna acquisti. Qualche annotazione sparsa su queste prime settimane di agosto e su quello che verrà.

Dall'alto_001.jpg

Per una che, come me, non sa costruire quasi niente, è una meraviglia che ogni volta si rinnova e che questa volta è più intensa del solito. È passato poco più di un mese dal sorgere della sim Winsconsin, ma le mie costruttrici di mondi si sono date da fare in modo forsennato – e quel deserto dove, all’inizio di luglio, vedevo sorgere il sole su un orizzonte irraggiungibile è diventato, oggi, una land in continua evoluzione.

viaspettiamo_001.jpgPrima di tutto, naturalmente, la nostra prigione. Jelena e Lella si sono date un da fare maledetto nei giorni delle mie vacanze estive e in quelli che precedevano il matrimonio RL di Jelena – che in questo preciso momento è in pieno viaggio di nozze: anzi, se mi leggi, tesoro… vergognati! Spegni subito il browser ed esci da quell’Internet Café, è un ordine! ;-) Una volta finito il grosso dei lavori, abbiamo aspettato qualche giorno per consentire ad Andromeda di tornare dalle sue vacanze RL e finalmente, lo scorso 29 luglio, la nuova sede del Winsconsin Correction Facility è stata inaugurata con una grande festa. L’immagine qui accanto mostra la facciata con il cartello che annunciava l’evento (e, sullo sfondo, lo schermo gigante che campeggia sulla facciata principale, su cui i cinefili esperti riconosceranno Annabella Sciorra in una bella sequenza bondage del film “Perversione mortale“).

Inaugurazione_009.jpgIo le feste in genere le detesto – in RL ma soprattutto su SL – ma l’inaugurazione del WCF è stata una serata davvero memorabile: è arrivata una tale quantità di amici che siamo riusciti a far crashare la sim, complici anche i bengala e fuochi d’artificio che Jelena aveva piazzato dappertutto e acceso tutti insieme, rischiando fra l’altro di abbattere la casa che mi ha regalato… una stupenda mongolfiera sospesa in perpendicolare proprio sopra alla prigione. Abbiamo ballato, naturalmente, alla musica del DJ Sirius, ma soprattutto ho avuto modo di rivedere persone che da troppo tempo erano diventate solo dei nomi nella mia, sicuramente troppo affollata, lista dei contatti. Alexander Chapman, ad esempio, un vecchissimo compagno di giochi della prima Stonehaven, è venuto insieme alla fidanzata/per Pan Swindlehurst – ed è stato bello riabbracciarlo e ridere di nostalgia pensando a quando, mentre esploravamo insieme i primi rudimenti dei guinzagli RR, lo trascinai in volo sopra una zona no script perdendolo lungo la strada e lasciandolo, abbandonato e legato, in una zona sconosciuta dove non riuscivo più a rintracciarlo.

simcrash_031.jpgsimcrash_029.jpg

Fra le visite più inattese e gradite, quella di Claven Albatros, giunta verso la fine della festa accompagnata da una sua schiava ridotta a poco più che un oggetto. Abbiamo, ovviamente, parlato dei tempi di Mystique. Quando poi, al WCF, ci hanno raggiunte Rossella con Costanza ben legata al guinzaglio, ho avuto l’emozione di assistere all’incontro fra le due mistress che, senza (quasi mai) toccarmi, più hanno segnato in un modo o nell’altro la mia seconda vita.

simcrash_005.jpgsimcrash_009.jpgÈ venuta a salutarmi velocemente anche Mudlark Burns, ormai da tempo definitivamente bionda e, purtroppo, orfana di Halle Westland. Dopo un lunghissimo periodo in cui praticamente non si collegava più, Halle è definitivamente scomparsa da Second Life – voglio dire svanita, cancellata, rimossa dall’esistenza come era successo, quasi un anno fa, a Serenella Abruzzo, inghiottita dal nulla senza un fiato e, almeno da me, mai dimenticata. Sono cose che succedono e che dovrebbero ricordarci come, al di là della nostra personale fragilità di esseri umani mortali, gli avatar di Second Life siano ancora più evanescenti, pronti a dissolversi da un momento all’altro come i sogni all’alba, indipendentemente da quanto ci abbiano saputo far soffrire, gioire o battere il cuore. Perché qualcuno scelga di andarsene senza salutare, non lo sapremo mai: forse manca il coraggio di affrontare il momento dell’addio, forse si fugge da una situazione che si ritiene inestricabile, forse, con crudele superficialità, semplicemente si decide di cambiare vita e ci se ne infischia delle persone che ci hanno voluto bene. Chi lo sa: per quel che mi riguarda, non c’è nulla di peggio che svanire lasciando rapporti in sospeso, lasciando gli amici nel dubbio angoscioso che ci sia successo qualcosa in RL. Penso a Challenge Nakamura, che non si collega a SL dallo scorso marzo e la cui sorte in RL preoccupa me ma ancor di più Tat1ana, l’altra storica Bad Cat, e la mia dolce amica Moss. Challenge, if you ever happen to read these lines, dammit, give us a line in mail, or post a comment down here. Let us kow you are well, please!

Frine.pngUn avatar che è scomparso di recente, ma non senza salutare, è Frine Sapphire. Non provo nemmeno a riassumere tutto quello che le è successo, perché sebbene abbia seguito tutta la storia come testimone e confidente sua, di Jelena e di Franca Poper (una nuova, preziosa, amica della nostra famiglia) non ne sono stata coinvolta al punto da poter arrogarmi il diritto di raccontarla. Sarebbe, del resto, un racconto troppo intricato per le mie modeste capacità di narratrice. Basterà dire che Frine non è più, che si è mutata da qualche settimana in Clelia Saxondale – e che sia lei che Franca vivono ora in due terreni adiacenti nella nostra sim. Tutte e due fanno parte, in qualche modo, della grande famiglia che attorno a Winsconsin sta velocemente coagulandosi, e che include anche diverse altre persone che a vario titolo sono comparse in queste pagine.

Ewyncantina_001.jpegEwyn Raymaker, ad esempio. Dalle prime, timide visite, ai due mesi passati sotto il mio controllo quasi assoluto, ai lunghi allenamenti per un Bondage Ordeal che a tutt’oggi non ha ancora affrontato, Ewyn è diventata sempre più parte del gruppo: ha avuto modo di conoscere e spolpare a dovere Useme, è divenuta la prima delle guardie del WCF che abbia avuto l’incarico nella nuova sede e infine, assieme al fidanzato, ha preso dimora anche lei a Winsconsin, spostando qui una casa che contiene una quantità di opere d’arte che anche il Louvre si sogna. Non ho ancora capito come sia riuscita a convincere  il suo ragazzo – tutt’altro che sottomesso – a seguirla in una land dove, accanto al WCF, sorge il club femdom della nostra Fujiko Atlas, il che rende la zona alquanto a rischio per gli avatar maschi. Ma Ewyn sa essere molto persuasiva, quando occorre, e averla come vicina è un piacere particolare.

FrancescaZhora_002.jpegInfine, proprio accanto alle mura della prigione sorge la casa di Mandrashee Aeon e Francesca72 Allen, la prima una lettrice e postatrice regolare di questo blog, la seconda (sua moglie) la sola Mistress italiana delle Latex Dolls, il gruppo di cui fa parte anche Caliope Mah (nella vita reale, Erika Moak, l’autrice di Eudeamon). Se Mandrashee mi capita in questo periodo di incontrarla raramente, Francesca l’ho incrociata già almeno un paio di volte – cosa che fra l’altro mi ha spinta un giorno a curiosare a Circe in un’area dove mi sono trovata ridotta a bambola muta, sorda e immobilizzata per quasi un’oretta. Un’esperienza che non avevo programmato ma che si è rivelata intensa, riposante come un mini-banishment e che su cui varrà la pena di ritornare in futuro. Forse. Devo dire che la breve disavventura si inscrive nella tentazione che ogni tanto mi riprende di tornare, anche solo occasionalmente, la Win di un tempo…

rapita_001.jpgrapita_002.jpgScacco_001.jpgQuesta tentazione forse è stata risvegliata la settimana scorsa dall’ennesima marachella combinata da Andromeda. La settimana scorsa, per darle un po’ di sollievo dopo mesi di astinenza, le avevo temporaneamente tolto la cintura di castità e lei ne ha immediatamente approfittato per godersi un paio di incontri bollenti. Solo che quando la mattina dopo, appena sveglia, ho letto i log di quanto registrato dallo SPY che tengo sempre attivo nel suo collare, ho scoperto che era stata acchiappata da tale Greennote Freenote. Il quale, dopo averla illusa che le avrebbe mostrato non so ben che diavoleria, l’aveva intrappolata in casa sua e stava procedendo a bloccarle gli IM e ogni altra forma di comunicazione con l’idea di tenerla prigioniera. Mi sono collegata come una furia, ovviamente, ho localizzato Andro, e poi la skybox del rapitore – che ho affrontato con decisione, tenendo a freno la rabbia che mi faceva rimbombare le tempie, decisa a non usare la RK a nessun costo. Solo che Greennote non aveva alcuna intenzione di mollare la preda tanto facilmente e, dopo una lunga serie di schermaglie, ha sospeso Andromeda nel vuoto, a 4000 metri di altezza, minacciando di lasciarla cadere nel vuoto. L’alternativa, mi ha detto, sarebbe stata liberarla: ma l’avrebbe fatto dopo che io avessi accettato di offrire il collo al collare che mi porgeva.

In quasi due anni di Second Life non mi ero mai trovata di fronte a un aut aut del genere. Ho esitato, traccheggiato, ho cercato di guadagnare tempo mentre affannosamente studiavo se ci fosse un modo di liberare Andromeda – la quale, piangendo, mi gridava di non sacrificare per lei la mia libertà perché non se lo sarebbe mai perdonato. Ma quando Greennote ha cominciato a contare da uno a dieci, avvisando che se non gli avessi obbedito, alla fine avrebbe fatto cadere Andro nel vuoto, alla fine ho capitolato. Ho dovuto avvicinarmi, chinare la testa e lasciare che il collare mi scattasse al collo, preparandomi al peggio.

Inaugurazione_002.jpgInaugurazione_003.jpgUn peggio che, fortunatamente, non c’è poi stato: Greennote, somma umiliazione, non usa nemmeno il RLV – ma proprio questo ha probabilmente fatto sì che sia abituato a sessioni di gioco autoconclusive. Insomma, per farla breve, quando la RL lo ha richiamato e ha dovuto scollegarsi, ha liberato sia me che Andromeda, auspicando di riacchiapparci in una futura occasione. Gli ho detto che la futura occasione, almeno finché usa il client regolare, è meglio che smetta di sognarsela. Ma con Andro siamo tornate a casa scosse ed eccitate come non ci succedeva da tanto tempo (al punto da trovarci coinvolte in un rarissimo furto reciproco di chiavi che per qualche minuto ci ha messe entrambe sotto scacco, sotto lo sguardo perplesso di Pene). Di rado capita di incontrare rapitori in grado di gestire un RP decente e non convenuto in precedenza, e Greennote aveva saputo farci paura. Un sentimento che, prese dagli impegni della prigione e di altro, ci è capitato sempre più di rado di provare. E che, lo so per esperienza personale, spesso lascia a covare sotto la cenere dell’eccitazione la brace del desiderio di una dose più forte.

Sarà più forte la tentazione o il senso di responsabilità? Staremo a vedere. Per il momento, Andro è tornata a creare, con Pene, nuove diavolerie da usare nella prigione ma anche da mettere in vendita mentre io mi sto dedicando a rinnovare i ranghi delle guardie del WCF con qualche nuovo acquisto. Ci sono parecchie code da smaltire, visto che le candidature di nuovi prigionieri sono tornate ad affluire copiose nella nostra buca delle lettere. Per fortuna, anche se Tomiko, Lorella e Jelena in questi giorni sono in vacanza, e Fujiko è un po’ presa da altri impegni, alcune nuove guardie come Ewyn e xSandrax Savira stanno dedicandosi a dar nuovo lustro alla fama pericolosa del WCF, il tutto mentre Erie Waffle ed Echo Foxclaw macinano prigionieri con l’energia che già avevano messo in mostra alla vecchia sede.

dopofesta_006.jpglellaggiorna.jpgTra un nuovo prigioniero e un altro, io dedico il mio tempo a Lella, quando la sua RL convulsa le lascia qualche minuto per restare online, o ad amici che hanno bisogno i consigli sul funzionamento del RLV – ormai non passa giorno senza che qualcuno venga a chiedermi qualche lume su come funzionano le Real Key, come si usa questa o quella funzione dei Real Restraint, a cosa serve questo o quel plugin. Quando ho tempo, dare spiegazioni mi piace molto, ma ci saranno periodi in cui non mi sarà più possibile farlo – eppure non voglio rinunciare alla mia opera di evangelizzazione all’uso del RLV. Anche per questo, ho deciso che dal prossimo post questo blog ospiterà la traduzione in italiano delle lezioni che Marine Kelley ha cominciato a pubblicare sul suo blog e che mi ha ufficialmente autorizzata ad adattare nella nostra lingua. I Real Restraints sono ancora troppo poco diffusi nel nostro paese, ed è ora di rimediare. Ne riparliamo da domani.

 

 

Jelena: Addio al nubilato!

Non lo faccio praticamente mai, ma quella di stasera è un’occasione particolare per una persona davvero speciale. E allora, ecco un post estemporaneo, a scadenza, per segnalare un evento importante.

INVITO

IN OCCASIONE DEL SUO IMMINENTE MATRIMONIO IN RL

JELENA KIRANOV

SARA’ FESTEGGIATA QUESTA SERA CON UN GRANDE ADDIO AL NUBILATO

serataballo_002.jpeg

La festa, organizzata da Lorys Lane, si terrà questa sera al bar della spiaggia del WDT, con la musica del DJ Raffi, alle 22.30, ora italiana.

Ci sarete?

Winsconsin Rising

L’ultima notte prima delle vacanze, visita alla nuova land acquistata da Lella. La nostra nuova casa, ancora tutta da costruire. E al riparo dalle censure della Linden Lab.

4winazhora_008.jpeg

Come quasi tutti sanno, da giugno scorso la Linden Lab ha introdotto nuove regole per assicurarsi che l’accesso alle aree del metaverso in cui si praticano attività per adulti sia riservato ai maggiorenni la cui età sia stata verificata. Da quando la notizia si è diffusa, le proteste si sono moltiplicate, soprattutto perché la definizione Linden del concetto per adulti si è dimostrata quantomeno incerta. L’unica certezza era che, da una certa data in poi, e in seguito al rilascio della nuova versione del client, il teletrasporto di chiunque non fosse age verified in una zona considerata Adult è semplicemente impossibile… allo stesso modo in cui le aree adulte non appariranno nei risultati di search di chiunque non abbia fornito ai Linden la prova della propria maggiore età.

4winazhora_001.jpeg4winazhora_002.jpeg4winazhora_003.jpeg4winazhora_004.jpeg4winazhora_007.jpeg4winazhora_009.jpegAnche se al Winsconsin Correctional Facility tendiamo a evitare situazioni esplicite, non c’è dubbio che quello che vi accade dentro sia da raccomandare solo a un pubblico maturo. Siamo una prigione, dopo tutto, e se dobbiamo cominciare a censurarci allora tanto vale chiudere baracca e burattini elettronici e rinunciare alla fuga dalla realtà che Second Life ci offre. Ma per quel che mi riguarda io sarei stata dell’idea di andare avanti senza troppo preoccuparci ed affrontare il problema solo se e quando le policy dei Linden si fossero chiarite a sufficienza da farci capire se siamo troppo hard oppure se potremmo tranquillamente andare avanti con i nostri giochi.

La mia Lella Demonia, però, la pensava diversamente e ha gettato il cuore oltre l’ostacolo. Con un colpo di mano, ben consapevole che con la fine di giugno sarebbero scattate tariffazioni più onerose per gli acquirenti di terreno virtuale, lo scorso 29 giugno Lella si è assicurata la proprietà di un’isola in mezzo a un mare bellissimo. Ha settato l’intera sim su Adult ed è pronta a lottizzare. Parte del terreno sarà messo in vendita o in affitto – e le trattative sono già avanzate con alcuni amici molto vicini al WCF. Il resto ospiterà una nuova versione accresciuta della prigione e le nostre abitazioni private.

La sera del 30 ho aspettato che Lella si collegasse prima di andare in visita e dopo un breve incontro nel parco di Zhora ho potuto gironzolare un poco nella land in compagnia di Jelena, Lella e Lorella – tre dei quattro motivi che rendono la mia Second Life così felice. Mancava solo Andromeda, giustificata dal fatto di essere in vacanza RL (have a great trip to New York, sweetie!). L’area assomiglia a un nuovo pianeta appena formato, al momento. Spazi sconfinati, una quantità enorme di prim disponibili per costruire. Una eccitante tabula rasa su cui, piano piano, dalla notte più fonda abbiamo visto sorgere il sole.

E Lella l’ha chiamata Winsconsin. :-)

Adesso io sono in partenza per qualche giorno. Resterò offline fino a metà di luglio, e della prigione si occuperanno le mie bravissime guardie. Ma al mio ritorno so che ci sarà da rimboccarsi le maniche. Oggi Winsconsin è vuota, ma lo è come un foglio bianco: una enorme tavolozza elettronica per la fantasia scatenata di persone piene di talento e passione. Persone che hanno dato vita alla prigione che porta il mio nome ma anche a molte altre realtà, pur virtuali, dove in tanti vengono a divertirsi. Costruttori di mondi, di giochi, di sogni, come nel film che abbiamo visto qualche settimana fa.

Siete pronti? Siete age verified? E che aspettate? Winsconsin sta arrivando. Ci vediamo lì da metà di questo mese. E nel frattempo, se state cercando un posto per realizzare qualcosa di interessante, andate a parlare con Lella, ditele pure che vi manda Win.