La lunga estate calda di Winsconsin

Dopo una grande inaugurazione, la nuova prigione è pienamente operativa e in piena campagna acquisti. Qualche annotazione sparsa su queste prime settimane di agosto e su quello che verrà.

Dall'alto_001.jpg

Per una che, come me, non sa costruire quasi niente, è una meraviglia che ogni volta si rinnova e che questa volta è più intensa del solito. È passato poco più di un mese dal sorgere della sim Winsconsin, ma le mie costruttrici di mondi si sono date da fare in modo forsennato – e quel deserto dove, all’inizio di luglio, vedevo sorgere il sole su un orizzonte irraggiungibile è diventato, oggi, una land in continua evoluzione.

viaspettiamo_001.jpgPrima di tutto, naturalmente, la nostra prigione. Jelena e Lella si sono date un da fare maledetto nei giorni delle mie vacanze estive e in quelli che precedevano il matrimonio RL di Jelena – che in questo preciso momento è in pieno viaggio di nozze: anzi, se mi leggi, tesoro… vergognati! Spegni subito il browser ed esci da quell’Internet Café, è un ordine! ;-) Una volta finito il grosso dei lavori, abbiamo aspettato qualche giorno per consentire ad Andromeda di tornare dalle sue vacanze RL e finalmente, lo scorso 29 luglio, la nuova sede del Winsconsin Correction Facility è stata inaugurata con una grande festa. L’immagine qui accanto mostra la facciata con il cartello che annunciava l’evento (e, sullo sfondo, lo schermo gigante che campeggia sulla facciata principale, su cui i cinefili esperti riconosceranno Annabella Sciorra in una bella sequenza bondage del film “Perversione mortale“).

Inaugurazione_009.jpgIo le feste in genere le detesto – in RL ma soprattutto su SL – ma l’inaugurazione del WCF è stata una serata davvero memorabile: è arrivata una tale quantità di amici che siamo riusciti a far crashare la sim, complici anche i bengala e fuochi d’artificio che Jelena aveva piazzato dappertutto e acceso tutti insieme, rischiando fra l’altro di abbattere la casa che mi ha regalato… una stupenda mongolfiera sospesa in perpendicolare proprio sopra alla prigione. Abbiamo ballato, naturalmente, alla musica del DJ Sirius, ma soprattutto ho avuto modo di rivedere persone che da troppo tempo erano diventate solo dei nomi nella mia, sicuramente troppo affollata, lista dei contatti. Alexander Chapman, ad esempio, un vecchissimo compagno di giochi della prima Stonehaven, è venuto insieme alla fidanzata/per Pan Swindlehurst – ed è stato bello riabbracciarlo e ridere di nostalgia pensando a quando, mentre esploravamo insieme i primi rudimenti dei guinzagli RR, lo trascinai in volo sopra una zona no script perdendolo lungo la strada e lasciandolo, abbandonato e legato, in una zona sconosciuta dove non riuscivo più a rintracciarlo.

simcrash_031.jpgsimcrash_029.jpg

Fra le visite più inattese e gradite, quella di Claven Albatros, giunta verso la fine della festa accompagnata da una sua schiava ridotta a poco più che un oggetto. Abbiamo, ovviamente, parlato dei tempi di Mystique. Quando poi, al WCF, ci hanno raggiunte Rossella con Costanza ben legata al guinzaglio, ho avuto l’emozione di assistere all’incontro fra le due mistress che, senza (quasi mai) toccarmi, più hanno segnato in un modo o nell’altro la mia seconda vita.

simcrash_005.jpgsimcrash_009.jpgÈ venuta a salutarmi velocemente anche Mudlark Burns, ormai da tempo definitivamente bionda e, purtroppo, orfana di Halle Westland. Dopo un lunghissimo periodo in cui praticamente non si collegava più, Halle è definitivamente scomparsa da Second Life – voglio dire svanita, cancellata, rimossa dall’esistenza come era successo, quasi un anno fa, a Serenella Abruzzo, inghiottita dal nulla senza un fiato e, almeno da me, mai dimenticata. Sono cose che succedono e che dovrebbero ricordarci come, al di là della nostra personale fragilità di esseri umani mortali, gli avatar di Second Life siano ancora più evanescenti, pronti a dissolversi da un momento all’altro come i sogni all’alba, indipendentemente da quanto ci abbiano saputo far soffrire, gioire o battere il cuore. Perché qualcuno scelga di andarsene senza salutare, non lo sapremo mai: forse manca il coraggio di affrontare il momento dell’addio, forse si fugge da una situazione che si ritiene inestricabile, forse, con crudele superficialità, semplicemente si decide di cambiare vita e ci se ne infischia delle persone che ci hanno voluto bene. Chi lo sa: per quel che mi riguarda, non c’è nulla di peggio che svanire lasciando rapporti in sospeso, lasciando gli amici nel dubbio angoscioso che ci sia successo qualcosa in RL. Penso a Challenge Nakamura, che non si collega a SL dallo scorso marzo e la cui sorte in RL preoccupa me ma ancor di più Tat1ana, l’altra storica Bad Cat, e la mia dolce amica Moss. Challenge, if you ever happen to read these lines, dammit, give us a line in mail, or post a comment down here. Let us kow you are well, please!

Frine.pngUn avatar che è scomparso di recente, ma non senza salutare, è Frine Sapphire. Non provo nemmeno a riassumere tutto quello che le è successo, perché sebbene abbia seguito tutta la storia come testimone e confidente sua, di Jelena e di Franca Poper (una nuova, preziosa, amica della nostra famiglia) non ne sono stata coinvolta al punto da poter arrogarmi il diritto di raccontarla. Sarebbe, del resto, un racconto troppo intricato per le mie modeste capacità di narratrice. Basterà dire che Frine non è più, che si è mutata da qualche settimana in Clelia Saxondale – e che sia lei che Franca vivono ora in due terreni adiacenti nella nostra sim. Tutte e due fanno parte, in qualche modo, della grande famiglia che attorno a Winsconsin sta velocemente coagulandosi, e che include anche diverse altre persone che a vario titolo sono comparse in queste pagine.

Ewyncantina_001.jpegEwyn Raymaker, ad esempio. Dalle prime, timide visite, ai due mesi passati sotto il mio controllo quasi assoluto, ai lunghi allenamenti per un Bondage Ordeal che a tutt’oggi non ha ancora affrontato, Ewyn è diventata sempre più parte del gruppo: ha avuto modo di conoscere e spolpare a dovere Useme, è divenuta la prima delle guardie del WCF che abbia avuto l’incarico nella nuova sede e infine, assieme al fidanzato, ha preso dimora anche lei a Winsconsin, spostando qui una casa che contiene una quantità di opere d’arte che anche il Louvre si sogna. Non ho ancora capito come sia riuscita a convincere  il suo ragazzo – tutt’altro che sottomesso – a seguirla in una land dove, accanto al WCF, sorge il club femdom della nostra Fujiko Atlas, il che rende la zona alquanto a rischio per gli avatar maschi. Ma Ewyn sa essere molto persuasiva, quando occorre, e averla come vicina è un piacere particolare.

FrancescaZhora_002.jpegInfine, proprio accanto alle mura della prigione sorge la casa di Mandrashee Aeon e Francesca72 Allen, la prima una lettrice e postatrice regolare di questo blog, la seconda (sua moglie) la sola Mistress italiana delle Latex Dolls, il gruppo di cui fa parte anche Caliope Mah (nella vita reale, Erika Moak, l’autrice di Eudeamon). Se Mandrashee mi capita in questo periodo di incontrarla raramente, Francesca l’ho incrociata già almeno un paio di volte – cosa che fra l’altro mi ha spinta un giorno a curiosare a Circe in un’area dove mi sono trovata ridotta a bambola muta, sorda e immobilizzata per quasi un’oretta. Un’esperienza che non avevo programmato ma che si è rivelata intensa, riposante come un mini-banishment e che su cui varrà la pena di ritornare in futuro. Forse. Devo dire che la breve disavventura si inscrive nella tentazione che ogni tanto mi riprende di tornare, anche solo occasionalmente, la Win di un tempo…

rapita_001.jpgrapita_002.jpgScacco_001.jpgQuesta tentazione forse è stata risvegliata la settimana scorsa dall’ennesima marachella combinata da Andromeda. La settimana scorsa, per darle un po’ di sollievo dopo mesi di astinenza, le avevo temporaneamente tolto la cintura di castità e lei ne ha immediatamente approfittato per godersi un paio di incontri bollenti. Solo che quando la mattina dopo, appena sveglia, ho letto i log di quanto registrato dallo SPY che tengo sempre attivo nel suo collare, ho scoperto che era stata acchiappata da tale Greennote Freenote. Il quale, dopo averla illusa che le avrebbe mostrato non so ben che diavoleria, l’aveva intrappolata in casa sua e stava procedendo a bloccarle gli IM e ogni altra forma di comunicazione con l’idea di tenerla prigioniera. Mi sono collegata come una furia, ovviamente, ho localizzato Andro, e poi la skybox del rapitore – che ho affrontato con decisione, tenendo a freno la rabbia che mi faceva rimbombare le tempie, decisa a non usare la RK a nessun costo. Solo che Greennote non aveva alcuna intenzione di mollare la preda tanto facilmente e, dopo una lunga serie di schermaglie, ha sospeso Andromeda nel vuoto, a 4000 metri di altezza, minacciando di lasciarla cadere nel vuoto. L’alternativa, mi ha detto, sarebbe stata liberarla: ma l’avrebbe fatto dopo che io avessi accettato di offrire il collo al collare che mi porgeva.

In quasi due anni di Second Life non mi ero mai trovata di fronte a un aut aut del genere. Ho esitato, traccheggiato, ho cercato di guadagnare tempo mentre affannosamente studiavo se ci fosse un modo di liberare Andromeda – la quale, piangendo, mi gridava di non sacrificare per lei la mia libertà perché non se lo sarebbe mai perdonato. Ma quando Greennote ha cominciato a contare da uno a dieci, avvisando che se non gli avessi obbedito, alla fine avrebbe fatto cadere Andro nel vuoto, alla fine ho capitolato. Ho dovuto avvicinarmi, chinare la testa e lasciare che il collare mi scattasse al collo, preparandomi al peggio.

Inaugurazione_002.jpgInaugurazione_003.jpgUn peggio che, fortunatamente, non c’è poi stato: Greennote, somma umiliazione, non usa nemmeno il RLV – ma proprio questo ha probabilmente fatto sì che sia abituato a sessioni di gioco autoconclusive. Insomma, per farla breve, quando la RL lo ha richiamato e ha dovuto scollegarsi, ha liberato sia me che Andromeda, auspicando di riacchiapparci in una futura occasione. Gli ho detto che la futura occasione, almeno finché usa il client regolare, è meglio che smetta di sognarsela. Ma con Andro siamo tornate a casa scosse ed eccitate come non ci succedeva da tanto tempo (al punto da trovarci coinvolte in un rarissimo furto reciproco di chiavi che per qualche minuto ci ha messe entrambe sotto scacco, sotto lo sguardo perplesso di Pene). Di rado capita di incontrare rapitori in grado di gestire un RP decente e non convenuto in precedenza, e Greennote aveva saputo farci paura. Un sentimento che, prese dagli impegni della prigione e di altro, ci è capitato sempre più di rado di provare. E che, lo so per esperienza personale, spesso lascia a covare sotto la cenere dell’eccitazione la brace del desiderio di una dose più forte.

Sarà più forte la tentazione o il senso di responsabilità? Staremo a vedere. Per il momento, Andro è tornata a creare, con Pene, nuove diavolerie da usare nella prigione ma anche da mettere in vendita mentre io mi sto dedicando a rinnovare i ranghi delle guardie del WCF con qualche nuovo acquisto. Ci sono parecchie code da smaltire, visto che le candidature di nuovi prigionieri sono tornate ad affluire copiose nella nostra buca delle lettere. Per fortuna, anche se Tomiko, Lorella e Jelena in questi giorni sono in vacanza, e Fujiko è un po’ presa da altri impegni, alcune nuove guardie come Ewyn e xSandrax Savira stanno dedicandosi a dar nuovo lustro alla fama pericolosa del WCF, il tutto mentre Erie Waffle ed Echo Foxclaw macinano prigionieri con l’energia che già avevano messo in mostra alla vecchia sede.

dopofesta_006.jpglellaggiorna.jpgTra un nuovo prigioniero e un altro, io dedico il mio tempo a Lella, quando la sua RL convulsa le lascia qualche minuto per restare online, o ad amici che hanno bisogno i consigli sul funzionamento del RLV – ormai non passa giorno senza che qualcuno venga a chiedermi qualche lume su come funzionano le Real Key, come si usa questa o quella funzione dei Real Restraint, a cosa serve questo o quel plugin. Quando ho tempo, dare spiegazioni mi piace molto, ma ci saranno periodi in cui non mi sarà più possibile farlo – eppure non voglio rinunciare alla mia opera di evangelizzazione all’uso del RLV. Anche per questo, ho deciso che dal prossimo post questo blog ospiterà la traduzione in italiano delle lezioni che Marine Kelley ha cominciato a pubblicare sul suo blog e che mi ha ufficialmente autorizzata ad adattare nella nostra lingua. I Real Restraints sono ancora troppo poco diffusi nel nostro paese, ed è ora di rimediare. Ne riparliamo da domani.

 

 

Grandi novità in famiglia: Lella

A volte ci creiamo delle regole. Dei limiti. Delle strategie, perfino. Ma poi c’è quello che senti che è giusto fare e che, alla fine, fai. Contro ogni buonsenso o ragionamento. Scontato, forse, per molti. Ma non per me.

Lella_001.jpeg

Ci sono occhi che si poggiano su di te come una farfalla. Ti sfiorano senza chiederlo, più impalpabili di un sussurro in una notte d’estate, ma quando si spostano altrove è come se si portassero dietro una scia di polverina magica che è quasi impercettibile ma si porta con sé un pochino della tua attenzione.

Poi sbatti gli occhi e non si vede più niente di strano. Però, qualche minuto, qualche ora o anche qualche giorno più tardi ti capita di sentirli di nuovo su di te, quegli occhi. E di nuovo, dopo un attimo, volano via velocemente, ma stavolta quella polverina ti sembra di vederla balenare per un attimo più a lungo. Hai visto davvero qualcosa che scintillava? Forse no, però, mah, sembrava proprio…

Lellautoritratto.jpgQuando il soffio di quello sguardo torna ancora una volta a farti vibrare la leggera peluria che, sulla tua nuca, separa il collo dall’attaccatura dei capelli, cominci a sentire che non è un’impressione o un film che ti stai facendo. Ed è lì che scateni – che scateno, dai, sto parlando di me stessa, dopo tutto, e lasciamo perdere la retorica. È lì che scateno il ragionamento, che chiedo aiuto alle regole, che mi metto a tracciare a terra linee rosse che non voglio superare.

Nel suo post di qualche giorno fa, Rossella riporta un brano di una nostra conversazione in IM di qualche tempo fa in cui mi invita a legare una conoscenza comune che, secondo lei, ne ha bisogno. Io le rispondo che ho già Andromeda e Jelena e che davvero non sto cercando nuove sub e giuro non lo dico per tirarmela, ma perché è vero: mi trovo spesso in mano più chiavi di  quante non abbia tempo di gestire – senza contare che il mio lavoro alla Kelley Tech (la procedura di Banishment non dura mai meno di un’oretta e mezza) e la stessa prigione di cui sono la direttrice richiedono a volte energie non indifferenti.

jelandro.jpgQuando comincio ad accorgermi di come quegli occhi mi stanno guardando, quando noto la maggiore frequenza con cui compaiono a Penning, sul piazzale davanti alla prigione, cerco di scuotermeli di dosso. Penso ad Andromeda e a Jelena e all’attenzione eccessiva che ho sempre dedicato a evitare che provassero, l’una per l’altra, quel sentimento di gelosia che appartiene molto più a me che a loro (e per far fare loro la pace quando avevano litigato). Penso a certe sedicenti Mistress che ho incontrato, che vanno in giro con codazzi di persone al guinzaglio come fanno le carampane con troppi cagnolini che sembrano tutti uguali. Penso al desiderio di possesso che mi divora e mi fa bramare di sapere tutto sulle persone che mi stanno a cuore – al punto che farei qualsiasi cosa per poter leggere e raccogliere da qualche tutti i loro pensieri… e al tempo che passo, ogni volta che resto offline per un giorno o due, a leggere i rapporti degli Spy, i microfoni indiscreti che tengo sempre accesi nei collari di Andromeda e Jelena.

E poi comincio a pensare anche alla persona che quegli sguardi me li sta regalando. Penso che anche se passassi sopra a tutti i ma precedenti (ed eccolo, quel periodo ipotetico che comincia a incunearsi nella mia determinazione: anche se…) non sarei mai capace di dare a quella persona quello che si aspetta, quello che spera, quello che si illude io possa darle. Perché io sono una sola, e già la mia anima è un po’ divisa fra la mia vita reale e quella, di fantasia, che vivo nel metaverso, e non ho altre ore da dare, non ho altre emozioni da regalare. No, non sarebbe giusto. Sarebbe una delusione, per lei.

LellaCreek.jpgMa è un ragionamento che già alle fondamenta mostra qualche crepa. Perché dovrebbe importarmi qualcosa di non deludere una persona a cui non devo nulla? Mi capita ormai così spesso di conoscere persone bellissime con le quali solo la tirannia del tempo e della RL mi impedisce di approfondire le relazioni che ho imparato a ignorare il sottile rimpianto delle occasioni che perdiamo ogni giorno. E allora come mai per questa mi sto facendo tanti problemi invece di farle capire con gentilezza che non è cosa?

Passano i giorni, e Lella continua a venire a trovarmi. Ogni tanto, non tutti i giorni. Il suo sguardo è sempre carezzevole ma discreto, e il desiderio che esprime è tranquillo. Mi saluta senza imporsi ma senza chiedere scusa, non resta mai un minuto di troppo nè uno di meno: capace di apprezzare con serenità il poco tempo che passa in mia compagnia, con una rassegnazione che non sembra esprimere rimpianto di un qualcosa di più che nessuno le promette, ma che invece coglie quello che può avere senza chiedere di più, allo stesso modo in cui non chiedi nulla di più all’erba che ti fa solletico sotto ai piedi, alla pioggia leggera che ti bagna il viso o al sole che sulla spiaggia ti nutre la schiena.

E io, lo capisco, questa discrezione mi sta seducendo, piano piano. Mi fa sentire come una stellina piccola piccola che si accorge della fioca luce che riesce a trasmettere a un pianetino che le orbita attorno. E che comincia a pensare che, tutto sommato, non c’è nulla di male se quel pianetino riesce a cogliere, nei coni d’ombra roteanti dei pianeti più vicini, qualche tua alba e qualche tuo tramonto. Magari regalandoti ogni tanto l’illusione di essere tu stessa un piccolo sole.

Angels.jpegFaccio resistenza per un poco attaccandomi alle mie regole. Mai e poi mai allungare le dita su persone che già appartengono a qualcuno, e Lella ha rapporti da chiarire con persone che conosco e a cui voglio bene. Alcune delle sue chiavi sono in mano a Rossella, e io mai e poi mai le prenderei se avessi anche un solo dubbio che Ross sta davvero considerando l’idea di tenerle. Il Mars Ring è sotto il controllo di Fujiko, e anche in questo caso non sarei capace di mettere anche solo un dito sulla bilancia che sta decidendo dei loro rapporti. Glielo dico, la rimando a casa, la invito a chiarirsi le idee con loro, non le prometto niente. Ricevo le sue confidenze su quello che succede con quelle persone, non le offro consigli, mi tengo indietro. Ma comincio a sperare.

Quando questi ostacoli, piano piano, svaniscono, comincio a non sapere più a cosa attaccarmi. Forse al fatto che Lella ha una persona di cui deve avere cura – Angels Svenska, la dolce schiava di Vales DeCuir che, attualmente lontana da SL, l’ha affidata alle cure di Lella perché la tenga ben legata, protetta, fuori dai guai. Eppure la dolcezza con cui Lella tiene sempre serrati i polsi di Angels, anche quella mi conquista lentamente. Quella dolcezza potrei volerla per me, credo. Angels viene accompagnata in una delle celle al piano di sopra del WCF, ringrazia quando sente lo scatto della porta della cella, ci sorride con gratitudine. Ci saluta.

Prendo il collare di Lella, come avevo fatto per Jelena, davanti a un vendor di Marine: lei lo compra, lo indossa, lascia le chiavi lì per me, socchiude gli occhi quando le raccolgo.

LellaJelFrine_001.jpeg

Tutto il resto non conta. Non conta il momento dello scatto, non il fatto che la rimprovero, con molta dolcezza, quando scopro che, di sua iniziativa, su quel collare ha scritto il mio nome prima che fossi io a ordinarglielo. Non conta il tempo che ci metto a raccogliere tutte le chiavi di una tale collezione di legami che mi ci vorrebbe una terza e una quarta vita ad esplorarli tutti. Conta, invece, la frase che Lella scrive in un weekend in cui io sono lontana da SL e che, da allora, campeggia nel suo profilo.

La sottomissione non è qualcosa che si può chiedere o costringere, ma una cosa volontaria. Una sub si sottomette per scelta propria, non perchè altre persone la forzano. Sottomissione non è schiavitù, una sub non ha rinunciato al proprio potere decisionale, ma ha ceduto il diritto di decidere per se ad un’altra Persona.
Io ho ceduto questi dirittti, la mia anima ed il mio corpo alla Signora WinthorpeFoghorn Zinnemann il giorno 7 maggio 2009

Adesso, ho un terzo Spy da ascoltare. Il tempo per farlo, beh, in qualche modo lo troverò.

Rossella Pintens: Lezione di umiltà 2

Il post che segue è molto particolare. Per la prima volta non si tratta di qualcosa che ho scritto io o che mi riguarda. No: le parole che seguono sono state scritte da Rossella Pintens, un’amica e confidente di vecchissima data, e anche se io vi compaio brevemente come interlocutrice di uno scambio di IM riguarda soltanto lei e un’altra mia vecchia conoscenza. Dato che il suo post prende le mosse dal mio Lezione di umiltà qualcuno potrebbe chiedersi come mai non l’abbia invitata a usare lo spazio dei commenti. Non ho una risposta univoca. Forse perché nei mesi scorsi diverse persone mi hanno proposto di scrivere ogni tanto su queste pagine, ma poi non l’hanno fatto, mentre lei sì. Forse perché Rossella è Rossella. Forse perché mi stanno a cuore entrambe le protagoniste di questa storia. E forse anche perché in questo periodo non sto trovando il tempo di raccontare alcuni eventi recentissimi che hanno reso la mia SL particolarmente felice. Non mi giustifico: il meccanismo è sempre quello per cui a volte vivere e raccontare quello che vivi non è sempre facile, soprattutto quando ti viene la paura che scrivere di qualcosa di magico mentre accade possa distruggerla, o peggio ancora ferire qualcuno che vi rimane coinvolto. Ma il post di Rossella mi serve da sprone per decidere che è ora che quel tempo di raccontare io lo trovi. Lo prometto a me e lo prometto alle persone che di fatto hanno reso, stanno rendendo, la mia Second Life un piccolo paradiso. Non accadrà stavolta, però. Oggi faccio un passo indietro e lascio questa pagina alla storia di Rossella e di qualcun altro. Molte persone che mi sono vicine sanno benissimo di chi si tratta, ma dato il modo e l’impeto con cui Rossella ha scritto le righe che seguono ho deciso di non rivelarlo in questa breve introduzione. A te la parola, Rossella. L’unico mio intervento sulle tue parole qui sotto è stato quello di impaginare le foto che mi hai mandato, di aggiungere qualche corsivo e i pochissimi link che mi sono sembrati necessari.

 

Amangasette 0,203,23.jpg

 

Win, un saluto a te e a tutte le belle persone del tuo blog di cui Astor ed io siamo lettrici fisse.  Stavolta ti scrivo per un fatto accadutomi recentemente ma che forse ha radici lontane. Anzi, senz’altro. Le mie avventure con le persone submissive hanno tutte straordinaria importanza per me. Mi forniscono la possibilità di conoscere caratteri diversi dal mio e siccome sono innamorata di questa favola magica che è SL, mi assicurano anche un po’ di quella compagnia che è indispensabile in world se il tuo Amore, quello con la A maiuscola ha problemi in Real e purtroppo ha poco tempo per starti vicina in world. Sono sempre stata, come lo sei tu, accanita sostenitrice della totale possibilità di convivenza tra relazioni separate di tipo bdsm e sentimentale. La maturità di un Amore completo e strappapelle quello che urla e lacera il cuore può convivere benissimo con lo slancio emozionale e vibrante  di storie di manette, di bavagli, maschere, bende, hoods, fetish in cui fai all’altra persona proprio quello che non si aspetta da te. Potrebbe sembrare un paradosso imprigionare una persona, toglierle la libertà, esibirla legata, stringerle i nodi, “proprio tu” che le sei vicina, ma lo diventa meno quando questa persona cerca proprio questo. E lo cerca proprio da te. E tu lo vuoi fare allo stesso modo di come lei lo voglia ricevere.

Io poi, e tanti ragazzi e ragazze te lo possono confermare (parlo di Lella, di Erikah, ma anche di Carrozza Baroque, Fabio, parlo di Hadiya, parlerei di Giada se ci fosse, parlo di Tina Vollmer, di Carmelishko, di Corinne Rabeni, di Kariin, Antonella, Matteo e tante altre), ho una soglia ben precisa. Per me BDSM è bondage. Bondage puro. Non contemplo l’uso di accessori che portino dolore fisico, detesto togliere vestiti alle persone sub, detesto abusare di loro sessualmente, detesto scene di nudismo e nudità (sottile differenza) in pubblico e…. anche in privato con loro. Bondage puro. I legami di amicizia, di lealtà, di rispetto, di sottomissione reali, quelli che si hanno dentro al cuore, in un certo senso proseguono nelle corde, in un foulard che ti imbavaglia, nelle manette; diciamo che è un modo per estenderli e per portarli fuori dal cuore nel mondo concreto. Quindi il mio non è un bdsm convenzionale anche se quelle corde mi piace molto farle sentire e quei bavagli mi piace stringerli parecchio, anche se le punizioni se le beccano e non sono di certo legami o restrizioni ma la libertà. Sono sadica almeno quanto loro sono masochisti e devono tremare al pensiero che se fanno qualcosa che non va la loro punizione è “non” legarli,e farli sedere al tuo fianco come se niente fosse ma senza la minima traccia di manetta o restrizione addosso. Se ti lego ti piace, che punizione è? Essere sub, lo dico sempre, non è l’Hotel a cinque stelle dove sei servita e coccolata. E’ servire ed essere servite, ma è anche ubbidienza, rispetto totale, sincerità assoluta, devozione e interesse verso me stessa sia come avatar che come persona. Molti sub si interessano poco all’avatar, alla persona, mentre pensano solo a “cosa mi farà oggi”. Cioè privilegiano le sensazioni ricevute rispetto al resto. Egoismo. Se non ti interessi a me, dal mio cervello a come sono vestita, almeno quanto lo faccio io su di te, ti mollo e ti ignoro. Non posso farne a meno. Mi assale il pensiero che se a legarti fosse un orsetto di Dark realm per te sarebbe la stessa cosa. Che a te interessi solo il click della manetta e non chi la faccia scattare. Di questo devono stare molto attente le persone che mi frequentano. Premessa necessaria per dire che ho un certo ego, a volte ipertrofico, a volte imbarazzante. Ma stavolta lo prendo a calci nel sedere come merita per la cantonata che ha preso. Ho delle attenuanti, senz’altro. Ma non bastano. E’ condanna pura. Mi sono auto sentenziata colpevole e questa lettera è la punizione. E lo spunto è venuto dal tuo ultimo argomento. Lezione di umiltà. E ora è il turno di Lezioni di umiltà 2

Rivulet (212, 167, 22).jpgLa storia inizia da lontano, molto lontano. Forse il primo Stonehaven. C’era Giada con me, la mia sub storica e perfetta. E c’erano due niubbe appena arrivate che dissertavano di bdsm. Le ascolto, parlo, credo di colpirne molto una e invece si fa avanti l’altra. Due ragazze meravigliose.  Scelgo appunto “l’altra”. “L’altra” pero’ dopo un po’ diventa insofferente, vive a 300 all’ora, vuole “fare” tutto e lo fa. Ogni tipo di esperienza che vola da Gor alla modella professionista, alla builder, al gruppo bdsm ai locali, le sfilate, la sub, la Miss, la disc jockey, i negozi, tutto. Vola alto non si ferma, è brava, riesce, lo fa bene. E non si ferma nemmeno con me. La scusa sono due guanti a palloncino, troppo umilianti secondo lei. Giusti e sacrosanti per me. La cosa bella è che ci lasciamo bene e con rispetto, come merita perché mi ha voluto bene e cosa molto rara, mi ha sempre portata in palmo di mano. Però io avevo persa di vista la prima, la tentennante per eccellenza, la signorina Perfettini, la portabandiera dell’indecisione, la maniaca del particolare nocivo in RL del bondage, quella che urta i nervi, che ti irrita che vorresti zittire con una bandana in bocca, un bavaglio tra i denti e una fascia sopra per non sentire il minimo lamento o parola da parte sua. Eh eh io lo chiamo Nautilus questo bavaglio per inciso (Molto molto efficace e silenzioso come il sottomarino). La perdo di vista ed evidentemente qualcosa dentro mi salta e mi rompe l’equilibrio. Ogni tanto nel tempo la incontro. Sempre vestita più o meno in toni di marrone. Terribile. Con la gonna quando servono i pantaloni, con i pantaloni quando serve la gonna. Con i fiori in testa, con cespugli da bambina  al posto dei capelli, filiforme, secca e i lineamenti giusti dei 19 anni che ha o avrebbe. Sempre acida e puntigliosa come le comari pinzute ma con la testa abbassata e quelle frecce di occhi che sparano laser dal basso verso l’alto. Ha una storia con una mia amica che ora è fuori da SL. Questa storia un po’ la subisco evidentemente, anche se non me ne accorgo, mentre non considero assolutamente importanti tutti i suoi approcci bdsm con altre persone a lei attorno, approcci per me totalmente permeati di egocentrismo e del tutto confusi tra sub e dom che si mescolano in un assurdo brodo primordiale. Bdsm, bondage invece sono disciplina e ordine. La confusione male alloggia. Intendo che tu domme puoi anche porgere i polsi, ma si sa molto bene chi comanda, si deve sapere. La sua storia va avanti. Un giorno la incontro al Ranch e scoppia una litigata epocale che abbraccia temi a me a me cari. Dal modo di imbavagliare alla mia cara Ingegneria. Sembrava Porta a Porta. Quello che dicevo io non andava bene mai. Riusciva a trovare problemi anche nei lembi della bandana che  potrebbero scivolare nell’esofago e soffocarti. Assurdità a catena, tanto per contestarmi. Io dubito della sua età e della sua integrità fisica e mentale e da quel giorno è guerra termonucleare totale. Se posso ne parlo male. Se posso dico alla mia amica di punirla peggio. La ignoro. La ghettizzo.

MA

Athen Shire (162, 190, 21).jpgMi accorgo di guardare spesso il suo profilo dove ovviamente si auto insulta la furbacchiona vipera. Si auto umilia la viscida. Ma invece quanto strillava con me, come urlava e pontificava la signorina, la umile, la povera, la dimessa… un accidente!!!…..Bene, dico la classica persona che gode a farsi compatire e ad umiliarsi per poi sotterrarti col suo ego da migliore della classe. Divento devastante. Ne parlo male con chiunque. Il mio Amore lo sa e i miei amici anche. 
Pero’ in tutto questo rimango fiera e orgogliosa di una cosa. Non sono stata di certo io a farle lasciare. Anzi io volevo che la cosa durasse. Perché volevo bene alla sua Miss. Tanto bene.  Eccone un esempio

[2008/08/11 11:49]  Rossella Pintens: ciao Xxx… in gamba e non deludere Alexya
[2008/08/11 11:49]  Xxxxxxxx Xxxxxxxx: non la voglio deludere assolutamente
[2008/08/11 11:49]  Rossella Pintens: buona serata
[2008/08/11 11:49]  Rossella Pintens: e ricorda i miei consigli
[2008/08/11 11:50]  Xxxxxxxx Xxxxxxxx: li terrò a mente
[2008/08/11 11:50]  Rossella Pintens: sei sub non partner
[2008/08/11 11:50]  Rossella Pintens: devi avere pazienza

Ma in lei vedevo falsità ed esagerazione. Non le perdonavo niente di niente. Insomma, poi  si lasciano. La vedo al ranch, immo Win:

[2009/03/14 16:02]  Rossella Pintens: c’è la XXXXXX qua al ranch, perchè non vieni e la leghi per bene?
[2009/03/14 16:02]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Io non lego la XXXXXX,  non credo di piacerle
[2009/03/14 16:02]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Non cerca una come me :-)
[2009/03/14 16:02]  Rossella Pintens: io credo invece di si
[2009/03/14 16:03]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Non ho mai avuto la sensazione che potesse funzionare, fra noi… e con Andromeda e Jelena… non credo di potermi permettere altre sub o schiave :-)
[2009/03/14 16:04]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Già così a volte sento la pressione
[2009/03/14 16:04]  Rossella Pintens: per smuovere un po’ le acque sarebbe stata un’ottima mossa :):):):)

E la storia continua. Sento disagio pero’ al solo sentirne il nome. Comincio a sentire disagio. Ma come io, che mi vanto di essere gentile e carina con tutti,una  bi che non rifiuta niente e nessuna, anzi una B con un ego monstre purtroppo, ma  con un debole per le persone a modo, io devo stare litigata con una ragazzina di 19 anni? Nel frattempo Giada mi ha lasciata (la sub perfetta), sparita senza un motivo dopo piu’ di un anno, senza una spiegazione, lasciando “morti e feriti” dietro di se in una scia di cloni e di cose belle e irripetibili. Il groppo in gola è grande. Lo capisce Astor, sempre vicina e con la quale il rapporto ha raggiunto dimensioni davvero da RL. Sintonia, telepatia. Sempre nei pensieri una dell’altra. Ma Astor è un po’ lontana da SL per via della RL. Che me la porta via spesso e volentieri. Desidero compagnia, desidero “legare”. Lo voglio. Non posso legare una moglie che quando entra proprio perché entra poco ehm…..ti ispira di fare altro, diciamo di stare abbracciate su un divano a raccontarsi flirtando le tante novità avide l’una della bocca dell’altra. Giada mi manca terribilmente. Ma forse mi mancano le sub. Che mi completano. Passa il tempo. Ho delle storie, una gran bella storia incompiuta con Lella con la quale ancora non mi sento pronta, un altro approccio meraviglioso che ancora continua in modo positivissimo con la signorina XY del quale non posso e non voglio parlare qua ora perché il topic deve essere il mio sputtanamento, e la sera mi attacco ad Astor, sempre a lei. Astor. Unica. Ma non posso stressarla o ucciderla con la mia solitudine dom. Io lei la voglio vivere fino all’ultima goccia, respirarla, amare quindi non ho tempo per parlarle di questo, cerco solo la sua bocca. Ma spesso in world sono sola.

Ripenso a questo acidume…era settembre. Beh si è lei. COSTANZA FRANIZZI.

[2008/09/03 3:07]  Costanza Franizzi: buongiorno Miss Rossella
[2008/09/03 3:07]  Rossella Pintens: salve Costanza
[2008/09/03 3:07]  Costanza Franizzi: suppongo che ora tu preferisca che usi Miss per rivolgermi a te vero?
[2008/09/03 3:08]  Rossella Pintens: da dove viene questa considerazione?
[2008/09/03 3:09]  Costanza Franizzi: tu sei Mistress, io sono sub

Che sfocia in questo capolavoro dopo due ore serrate

[2008/09/03 4:44]  Rossella Pintens: spero ti serva questa discussione
[2008/09/03 4:44]  Rossella Pintens: a farti capire che gli altri e le altre non sempre sono sceme e si bevono tutto
[2008/09/03 4:45]  Costanza Franizzi: io…..
[2008/09/03 4:45]  Costanza Franizzi: tu non puoi dire questo di me
[2008/09/03 4:45]  Costanza Franizzi: e questa discussione mi ferisce solo, sei….  Sei…. quasi crudele!
[2008/09/03 4:45]  Costanza Franizzi: e non posso nemmeno più rimanere
[2008/09/03 4:46]  Rossella Pintens: a me non intenerisci nemmeno un po’, costanza
[2008/09/03 4:46]  Rossella Pintens: oramai ti ho capita

Uh….. e tanto tanto amaro in bocca.

Amagansette 2,203,23.jpgPoi un giorno quei lampi. A ciel sereno che ti legano, ti immobilizzano. La trasformazione. Eudeamon. Prendono il controllo. Agiscono loro. Paralizzano il cervello. Ti fanno ubbidire. Diventi Rossella/Libeccio a tutti gli effetti. Alexya non c’è più non solo nella sua vita da sei mesi, ma anche in sl è sparita da due mesi. Il libeccio squassa tutto, spazza, soffia, popola la spiaggia di legni, granchi, datteri, alghe, rifiuti e cose belle, e anche di gente che…. raccoglie i doni del vento e del mare. Bandana in testa c’è anche la Pintens. Il Libeccio porta via tutto. Anche il rancore. E parte un im come una spada, una stilettata. Giugno, caldo, mare, Libeccio. Si vedono la Capraia e la Gorgona ma anche il Tino e il Tinetto. Si’ è tutto limpido, tutto chiaro quaggiu’ lontana da Roma. Parte……. E ……arriva. Certo che  arriva.

[2009/06/05 17:50]  Rossella Pintens: tregua?
[2009/06/05 17:51]  Costanza Franizzi: a che proposito?
[2009/06/05 17:51]  Rossella Pintens: lo sai
[2009/06/05 17:51]  Rossella Pintens: abbiamo litigato male noi due
[2009/06/05 17:51]  Costanza Franizzi: non ne sono sicura
[2009/06/05 17:51]  Costanza Franizzi: allora ho scritto male
[2009/06/05 17:51]  Costanza Franizzi: per quale proposito
[2009/06/05 17:52]  Rossella Pintens: abbiamo un’amicizia comune che è sparita
[2009/06/05 17:52]  Rossella Pintens: cercavo il motivo e se ne avevi notizie
[2009/06/05 17:53]  Rossella Pintens: da persone serie stavolta, responsabili
[2009/06/05 17:53]  Rossella Pintens: tutte e due
[2009/06/05 17:53]  Rossella Pintens: te ed io
[2009/06/05 17:53]  Costanza Franizzi: devo darti atto che hai meno orgoglio di me, avrei voluto chiederti lumi perchè sapevo che ti aveva lasciato un messaggio prima dell’ultima volta che ha loggato
[2009/06/05 17:53]  Rossella Pintens: invece no

…..

Jiminy 3 (215, 186, 441).jpg

[2009/06/05 18:11]  Rossella Pintens: la vita riservasorprese
[2009/06/05 18:11]  Costanza Franizzi: questa…tregua
[2009/06/05 18:11]  Rossella Pintens: siediti Cos
[2009/06/05 18:11]  Rossella Pintens: o mettiti in ginocchio, fai quello che ti senti di fare
[2009/06/05 18:11]  Rossella Pintens: io quello che mi sentivo di fare l’ho fatto
[2009/06/05 18:11]  Rossella Pintens: e ti ho baciata
[2009/06/05 18:12]  Costanza Franizzi: il mio rancore non è mai forte come i miei litigi
[2009/06/05 18:12]  Rossella Pintens: è triste tutto questo
[2009/06/05 18:12]  Rossella Pintens: odio vederti cosi’
[2009/06/05 18:13]  Rossella Pintens: odio avere litigato
[2009/06/05 18:13]  Costanza Franizzi: odio pensare quello che può esser successo

 

E come il libeccio travolge me, travolge anche lei e in poco, pochissimo tempo si arriva a questo:

[2009/06/06 10:28]  Costanza Franizzi: ahia…son fregata
[2009/06/06 10:29]  Rossella Pintens:  non cambiare mai
[2009/06/06 10:29]  Rossella Pintens: ciao
[2009/06/06 10:29]  Costanza Franizzi: ma sei la stessa con cui ho litigato :) ?
[2009/06/06 10:29]  Costanza Franizzi: ciao Rossella :)

Rossella senza Miss. Capito che lezione?

E infine lei mi chiede il collare. 8 giugno. Lo chiede lei, formalizza lei, firma lei. Chiuso, click. Non puoi più tornare indietro.

Jiminy (215, 186, 441).jpgJiminy2 (215, 186, 441).jpgBene. Costanza, scusa. Il succo di questo post è che prima di parlare e di spargere veleno si deve pensare. Ma non solo scusa a Costanza. Scusa a tutti quegli amici e amiche che hanno sentito cosa ne dicevo e ora mi vedono con lei legata e in ginocchio a fianco. Mi bastano per tutti gli occhi strabuzzati di Corinne ieri notte a Stone. Bella buffona la Pintens.

Sparate pure. Stavolta l’ho meritata tutta. E tu con quella faccia da ragazzina non ti credere di essere arrivata all’Hotel cinque stelle di Saturnia.  Te lo faccio vedere io, te lo faccio…..

Il Libeccio ha spazzato via tutto. Si riaprono gli ombrelloni al bagno Genova, al Lidino, al Teresita in Darsena. Cosa rimane? Rimane l’Amore. Rimane Astor che ha la A di Amore per iniziale, quello con la maiuscola. Rimane XY (grazie mia amica comprensiva, Regina del deserto). Rimane le perfezione attuale della mia SL. Rimane la ferita che col salmastro brucia da morire. Rimane il dolore dentro. Rimane la perdita di un’amica. Ciao Alexya. Anche Giada è stata spazzata via del tutto, il che non è male.

E rimane la figura di cioccolata che ho fatto con mezzo web.  E grazie a tutte per avermelo fatto capire sopportando i miei sfoghi. Grazie, Lella, non sembra ma mi sono accorta che con te erano le prove generali e mi dolgo del tuo sacrificio, ma la vita è lunga, su SL siamo eterne poi, no?

Scusa, Costanza, sono una vera BIP BIP BIP e poi ancora BIPPPPP. Ma io ora ti stringo il bavaglio. Lo devo fare.

/me accarezza il capo chino della sua sub.

/me finalmente ride.

Dimenticavo. Rimane anche Costanza. Beh, legata cosi, ma dove si crede di andare?

/me ride, ma ride tanto…….

Complimenti, Cos e ancora scusa

Rossella/libeccio

p.s. Win stavolta ci hai visto lungo tu.

Intervista con l’Eudeamon

Per gentile concessione dell’autrice e di Astor Robbiani, il testo completo dell’intervista su Eudeamon che mi ha fatto Rossella Pintens e che è apparsa sull’ultimo numero di L Magazine

WINeudeamon2.jpg

Il 19 febbraio scorso, nemmeno un mese dopo l’uscita di Eudeamon in libreria, ricevo questa mail:

Ciao Win!!

io devo fare un pezzo sul prossimo numero della rivista in uscita a fine mese.
Volevo fare una sorta di intervista a te riguardo
Eudeamon…..
Penso che l’idea sia interessante.
Stasera ti mando un po’ di domande. Altre che reputi opportune vorrei che le aggiungessi da sola.
Poi la monto e la “coloro” io.
Mi serve anche un jpg della copertina.o una texture in sl se già ce l’hai. Come vuoi.

Cerchiamo di avvicinare più persone possibile al libro.
Io a Xxxxxx sto facendo tam tam.

Ma rispondimi urgentemente perchè martedi’ devo avere il pezzo finito e in mano.
Ovviamente se sei contraria fammelo sapere!

Un bacio mentre una mano scivola piano piano verso i tuoi polsi e cerca le manette……e l’altra tocca nervosamente il foulard attaccato alla borsa…..

Rossella

banes_001.jpgRossella Pintens è un’amica di lunga data e le avrei risposto di sì anche se mi avesse chiesto un’intervista sul campionato di calcio… ma l’idea di poter parlare con lei di Eudeamon era addirittura elettrizzante. Ho quindi aspettato con ansia le sue domande e sono stata su fino alle due del mattino per rispondere. Il risultato è quello che segue: una intervista fluviale che ha divorato metà delle pagine dell’ultimo numero di L Magazine. La riporto qui integralmente, sia per renderla disponibile (tramite il Google Translator) a chi non parla italiano, sia per condividerla con le persone che, ho scoperto, seguono il blog ma su Second Life ci vengono solo occasionalmente, o non ci vengono per nulla. Come illustrazioni, mi è parso giusto usare qualche altra immagine dalla serata di presentazione della rivista, la scorsa settimana, e una scelta fra le moltissime foto che tanti amici in-world si sono scattati, in questi ultimi mesi, davanti alla copertina del libro, e che sono andata postando su Facebook. Grazie a tutti!

Win

int1213.jpg

Lettrici, in questo numero voglio parlarvi di un libro che ha toccato l’anima di chiunque sia dotata di cuore e sentimento. Voglio parlarvi di Eudeamon, tradotto in italiano da una mia cara amica. E dato alla stampa in questi giorni. Lei è WinthorpeFoghorn Zinneman, un nome che sembra un terremoto tedesco e invece è solo pieno di dolcezza italiana. (/me sorride). Due parole sulla trama. Nella città di Eudeamon per scontare reati non troppo efferati si può scegliere di fare ricorso a una pena alternativa. Quella di farsi chiudere in una tuta di lattice con casco sigillato e organizzarsi una vita vagando in città senza avere nessuna possibilità di comunicazione con l’ambiente. Nessuna interazione, si diventa dei pària, dei “Bane” appunto. Ogni tipo di infrazione a questa regola viene punito da un software che è stato provvisoriamente impiantato nel cervello e che ti controlla e ti sorveglia (Il Custodian) e può estenderti la pena infliggendoti penalità ad ogni violazione del regolamento. Al centro del romanzo quindi c’è la figura del Custodian (che dovrebbe essere fredda tecnologia) e lo studio dell’interazione che questo Custodian ha con i prigionieri. Rapporti che possono prendere una piega molto molto particolare, al punto da far compiere ai “Bane” determinati gesti trasgressivi, apposta per auto-allungarsi la pena…. È il perché di questa cosa che si deve approfondire…….

Ho deciso quindi di intervistare Win (abbreviazione del terribile nome…) facendole alcune domande che possano stimolare in voi la curiosità di leggere questo bellissimo romanzo da lei tradotto e reso accessibile al pubblico italiano.

Ciao Win, intanto complimenti per la bella traduzione! Tu pensi che un libro così mirato verso un certo genere e una certa categoria di persone possa invece interessare chiunque? E se sì, perché?

Burning Moon_001.jpgDevo fare una piccola premessa. Quando l’editore mi ha fatto vedere per la prima volta la copertina, per me è stata una grossa sorpresa. A me sarebbe piaciuta la foto di un Bane con enormi ali nere – una delle incarnazioni di Inverno nel romanzo – e ne avevo anche mandata una scattata in-world da un’amica. L’editore a suo tempo mi era parso interessato invece a una foto di una ragazza seminuda che indossava il casco del Banishment ma non ancora il Banesuit. La scelta finale, invece, è stata questa bellissima immagine invernale, con una figura femminile che si allontana di schiena sotto un ombrello rosso. Beh, dopo la sorpresa ho capito che era una scelta molto giusta, perché Eudeamon è molto meno legato al genere di quello che si può pensare. Certo, è un libro di fantascienza e, certo, parte da una ispirazione bondage o fetish che non è certo per tutti i gusti: ma è soprattutto una storia di romanticismo estremo, di sentimenti e di ricerca della felicità, della libertà e anche di noi stessi.

EricaMoak_017.jpgUna copertina troppo puntata sul BDSM avrebbe allontanato tutto il pubblico che non è attratto, che non capisce o che magari ha addirittura paura di questi temi. Invece così, senza la suggestione visiva e fisica del lattice stretto attorno al corpo, che pure è quella da cui siamo arrivate al libro io e tutte le persone che lo hanno scoperto su Second Life, credo sia possibile arrivare più direttamente al cuore del libro… che è un cuore caldo, secondo me. Quindi, credo che la risposta sia sì: il romanzo potrebbe interessare tutti perché penso che tutti, in fondo in fondo, si sentano soli. Tutti cerchiamo una o più altre persone capaci di accettarci nel bene e nel male, di volerci bene e perdonare i nostri difetti.

E poi, per me che amo tanto scrivere, c’è un altro tema che è quello del linguaggio. Anche se sai usare bene le parole, non riesci mai a esprimere davvero, nei dettagli, quello che provi e che vorresti dire. Non bastano le parole, non bastano le carezze, i sorrisi, i sensi: anche quando sei davvero in sintonia con qualcuno, c’è sempre qualcosa che sfugge, qualche margine di incomprensione, di attrito. L’idea di qualcuno (o qualcosa, nel caso del Custodian) che prova quello che provi tu mentre tu lo provi e con cui la comunicazione è automatica e cristallina e inequivocabile, per me, è molto seducente.

int1415.jpg

A giudicare dai risultati del tuo lavoro, hai dato vita a un ottimo prodotto, pieno di vita e pulsante! Hai trovato particolari difficoltà nella traduzione?

nuovobane_001.jpgDirei di no. Ho avuto un po’ di ambasce all’inizio perché non sapevo decidere se lasciare certe espressioni in inglese oppure se avrei dovuto tradurle per renderle più familiari al lettore italiano. Il problema principale era che la parola “Bane”, in questa accezione, è una invenzione dell’autrice – una contrazione che viene dall’inglese “Banishment”, che significa letteralmente “messa al bando”. Ora, in italiano, chi veniva messo al bando, nel senso di escluso, era “bandito” – ma questa espressione significa ormai principalmente “malvivente” o “criminale” e il concetto di emarginazione non vi resta che in modo residuale. Avevo allora pensato di italianizzare i “Bane” in una parola inventata… avrei usato “Bani” sia al singolare che al plurale, un bani, due bani. Mi sembra che echeggiasse un po’ certe parole indiane e pensavo che potesse riecheggiare il concetto di emarginazione di un’altra parola che non ha distinzione fra singolare e plurale, “paria”. Poi, alla fine, ha prevalso il rispetto per l’originale – e anche per chi, frequentando Second Life, un po’ si era già abituato a sentir parlare di Bane e di Banishment. Dopo tutto, nella nostra vita quotidiana, usiamo tante di quelle parole straniere che voler tradurre per forza mi sarebbe sembrato un ritorno a quell’autarchia linguistica un po’ ridicola che c’era prima della guerra.

Lo stesso vale per il “Custodian”, che ho lasciato alla fine in inglese perché la parola evoca sia il senso della custodia (come un agente di custodia) sia quello di angelo custode (anche se questo, in inglese, lo chiamano Guardian Angel). Chiamarlo “Guardiano” avrebbe mantenuto solo il primo dei due significati e, d’accordo con l’autrice, ho ritenuto che mantenere almeno l’allusione a un’entità benevola che è severa ma che ti protegge fosse qualcosa che corrispondeva allo spirito del libro.

Altrimenti, beh, ho solo cercato per quanto potevo di mantenere il senso molto colloquiale di certe espressioni, anche in qualche frase mal costruita, in qualche esitazione e perfino in qualche costruzione non proprio ortodossa sulla pagina scritta ma comue in quella parlata.

int1617.jpg

Secondo te gli sforzi fatti per riprodurre l’esperienza del libro in Second Life sono stati capiti fino in fondo?

Per la mia esperienza, non da tutti. C’è chi si è accostato al Banishment sperando di rivivere pedissequamente le scene descritte dal libro, come se fosse proprio uno script da seguire. Altri che l’hanno fatto per provare l’isolamento. Chi cercava il suo Eudeamon e chi voleva solo, una volta trasformato in Bane, uscirne prima possibile. Come dicevamo prima, credo sia impossibile farsi capire sempre e da tutti – e dopo tutto la ricchezza di questo mondo deriva anche da quanto ogni persona sia diversa dalle altre. Non so se gli sforzi per riprodurre l’esperienza siano stati capiti, ma non posso nemmeno avere la certezza che tutti capiscano Eudeamon come l’ho capito io – nè che la mia comprensione del libro sia più giusta di quella di altri lettori.

Quello che ci tengo a sottolineare è come, nonostante la spesa elevata della cauzione per parteciparvi, l’esperienza offerta da Marine Kelley è assolutamente no profit. Dei 2000 L$ richiesti ai candidati, 1800 sono restituiti al termine del Banshment. Ne restano 200, di cui 100 come contributo spese per la land (e chi ha un terreno in affitto sa bene quanto questa cifra sia una briciola rispetto ai canoni e alle tasse che si pagano) e 100 che vanno all’Operatore. Considera che sottoporre un Bane alla procedura è una faccenda che dura da un minimo di un’oretta, proprio se si corre come disperati, a due ore e più quando il candidato è in vena di interpretare la cosa in modo più articolato e magari ti stimola a sviluppare il dialogo in modo creativo e a volte inatteso. Non è una cosa che fai per guadagnare L$: ne fai molti di più con le mance in qualsiasi club di lap dance.

int1819.jpg

Al di là di un tecnicismo esasperato, trovi che si sia potuto riprodurre fedelmente il contenuto del libro?

2banes_old.jpgBeh, dunque, il tecnicismo è una parte che tocca essenzialmente agli Operatori. Siamo noi che dobbiamo ricordarci con molta esattezza le varie fasi della procedura, l’ordine e i tempi con cui far scattare lucchetti, chiavi, script e attività varie. Soprattutto all’inizio, è molto faticoso, poi diventa routine. Ma ti assicuro che essere dall’altra parte, indossar quel casco e sentire come progressivamente vieni trasformata in una cosa, intrappolata in modo irrevocabile, produce un’emozione enorme. La fase iniziale è terrificante ed anche eccitante, poi subentra spesso anche un momento di noia e di desiderio di fuga fortissimo, e di frustrazione nel non poterlo più fare: e sono anche queste emozioni molto forti e vere.

Quello che naturalmente Second Life non può e non potrà mai dare, ovviamente a parte la sensazione della costrizione fisica, è lo sviluppo dell’Eudeamon. So che il Banishment di Marine ha una funzione misteriosa che porta alcuni Bane lungotempo (e NON tutti) a vivere un’esperienza di epifania dell’Eudeamon analoga a quella della protagonista del libro… però personalmente non ne ho mai avuto esperienza diretta – e credo di poter escludere che  esista un modo, sia con uno script automatico, sia con una eventuale persona che interagisca col Bane, per restituire la sensazione di completezza, di interezza che Katrina Nichols, nel libro, scopre quando si fonde con Inverno.

tomiko.jpgEcco, appunto, volevo esaminare proprio questo… Queste restrizioni, questi legami, questo modo di gestire le vite delle persone anche impossessandosene, quando iniziano a diventare un’estensione dei legami del cuore? C’è un preciso momento in cui si oltrepassa una soglia?

Credo che ci sia, ma credo anche che sia diversa di caso in caso e che non si possa generalizzare. Alla fine il legame che conta non è mai quello fisico (o, nel nostro caso, fisico in senso virtuale, se mi perdoni l’acrobazia logica) ma quello emotivo. Allora, nel momento in cui faccio scattare un paio di manette ai polsi di qualcuno, nell’attimo in cui metto un lucchetto su un collare, nell’istante in cui saldo il casco da Bane sulla testa di un prigioniero, molto dipende dalla sua reazione. Ci sono persone che vogliono arrivare in fondo alla procedura per vivere l’esperienza in solitudine, e che attraversano il tutto in modo quasi frettoloso… altre che si compiacciono di fare un RP elaborato e di buon livello, ma che magari lo fanno con la freddezza di un attore consumato… altre ancora che ti trasmettono la loro emozione e che ti permettono di nutrirtene. Con queste, senti subito vibrare qualcosa si diverso e in qualche caso ti rendi conto che l’emozione che ti lega non è più solo quella semiprofessionale di chi è Operatore e chi Bane, ma qualcosa di più profondo.

Però, attenzione, il Banishment è di per sè una esperienza fondamentalmente solitaria, e di solito anche a una procedura molto emozionante seguirà necessariamente un lunghissimo periodo di silenzio. Da Operatore cerco quando posso di seguire i miei Bane – ma in genere mi accorgo che preferiscono essere lasciati in pace, a godersi il silenzio, la solitudine e la serenza disperazione di chi sa che non c’è modo di liberarsi se non aspettare che passino le ore cercando di non commettere violazioni che portino a ulteriori estensioni di sentenza. Per cui, certo, quella soglia di cui parli ci può essere… ma nel Banishment, di certo, meno che con altri tipi di legame. Qui l’emozione è proprio data dall’automatismo, dal computer impassibile e implacabile che segue le sue regole e non ha pietà perché non è programmato per averne.

int2021.jpg

Passiamo ora ad esaminare un aspetto collaterale. Il Custodian su SL spesso è una persona in carne e ossa, però l’attività secondo me è proliferata oltre misura… Puoi dire due parole contro la crescita esponenziale del numero di schiavi e schiave ma anche di mistress e di master nel mondo di SL? Pensi che questo sia un problema e che svilisca un qualcosa di più importante?

nuovobane_002.jpgNon riesco a vedere questo come un problema. Sono sorpresa, questo sì, dalla quantità di persone che si incontrano, su Second Life, che seguono questo tipo di interessi. Ma devo anche osservare che io passo tutto il mio tempo in-world in aree dedicate al BDSM, il che francamente aumenta di parecchio la possibilità di incontrare altre persone come me! Se fossi appassionata dei puffi, forse mi sorprenderei nello scoprire quanta gente sogna di essere un puffo o una puffina, o magari Gargamella. Nel mio inventario ho anche altri avatar che non uso quasi mai: Darth Vader, Barbapapà, il balrog del “Signore degli anelli” e persino Wanna Marchi… ma alla fine ho scelto di essere Win e ne sono felice. Il bello di Second Life, per me, è che è un facilitatore per la fantasia e permette di vivere tante cose che nella vita reale ci sarebbero precluse. Davvero, non riesco sentirlo come un problema. Potremmo semmai chiederci come mai tanta gente sogni di essere schiavizzata o di schiavizzare qualcun altro. Ma credo che ognuno debba trovare la sua risposta, perché ognuno vive queste passioni a modo suo: a qualcuno piace usare la frusta, ad altri (come me) piace solo l’idea del controllo. Io posso dirti di aver conosciuto persino un tipo molto gentile che avrebbe voluto arrostirmi e mangiarmi. Credo che ognuno trovi la sua strada e che se anche lo schiavismo troppo facile svilisse per qualcuno la possibilità che si crei un rapporto più bello e più profondo… beh… penso che forse quel qualcuno non era adatto o non era pronto a scoprirlo, quel rapporto più bello e più profondo.

costanza.jpgE allora, visto l’enorme numero di persone che in world si vogliono sottoporre all'”esperimento bane”, o in misura più lata a farsi “controllare”, a cosa pensi sia dovuto questo?

Credo che il fenomeno in world sia meno diffuso di quel che si crede. È vero che molte persone si sottopongono al Banishment, ma non mi pare che il fenomeno stia dilagando – anche se potremmo assimilare al Banishment alcune delle esperienze di quella che chiamano “dollification”. Non saprei dire cosa attragga altre persone ma posso parlare per me stessa e, se ci penso davvero, credo che a spingermi siano almeno due pulsioni, una forse più pratica e una più profonda. Quella pratica è che a volte anche Second Life può diventare molto stressante: decine di amici e amiche, troppi IM che arrivano a raffica, impegni, rapporti, emozioni a volte eccessive. Quando sei chiusa nel banesuit, gli IM non ti arrivano e non ne puoi spedire… non puoi parlare, non puoi toccare, puoi solo andare in giro e guardare da lontano. Così riscopri per un po’ una vita di esplorazione, di viaggi, di solitudine e riflessione… ritrovi un po’ di spazio per te stessa e i tuoi pensieri. Una sorta di vacanza della mente e anche del cuore, e una liberazione dagli intrighi, dalle paranoie, dalle gelosie.

int2223.jpg

L’altra pulsione che penso mi spinga in questo genere di bondage (perché su SL è difficile che il banishment possa essere qualcosa di più che una elaborata forma di bondage) è una cosa che ho messo un po’ più a fuoco ascoltando le reazioni di qualcuno che era sconvolto perché una persona a cui voleva bene aveva voluto per forza fare il Banishment. Ricordo che diceva una cosa del tipo: “Che gusto si prova a essere morti prima del tempo?” Ecco… essere un Bane è un poco come essere morti senza esserlo e, forse, almeno per me, è un modo di esorcizzare la paura della morte vera, che verrà e che non potrò conoscere – perché come diceva, credo, Epicuro, quando ci sarà la morte non ci sarò più io.

Credi che un giorno i sentimenti possano davvero farsi largo anche nelle intelligenze artificiali e a manifestarsi con interferenze di qualunque tipo nelle relazioni tra macchina e essere umano?

EudeamonBane.jpgGuarda, questo non lo so e la cosa un po’ mi inquieta. Come idea penserei che una intelligenza artificiale non possa che simulare una emozione, in modo più o meno convincente. Ma poi penso che non sappiamo davvero cosa sia, un’emozione: dopo tutto, tutto quello che proviamo è una combinazione di chimica e impulsi elettrici… e allora, forse, il giorno in cui si avessero abbastanza dati, perché non dovrebbe essere possibile fabbricare un’emozione in modo artificiale? Non so. L’idea reale di un coinvolgimento fra macchina e umano mi spaventa a priori e mi lascia sospettosa – poi mi chiedo se non si tratta solo di una posizione legata al passato e a cui manca l’apertura che dovremmo sempre avere verso le novità.

Certo che, a istinto, il coinvolgimento con una macchina mi fa pensare più a una forma più o meno elaborata di autoerotismo che a qualcosa che possiamo anche solo avvicinare all’amore. Una cosa che mi affascina di Eudeamon è che il dubbio rimane sempre: il grande amore fra Katrina e Inverno è davvero amore? O non è invece una forma di chiusura in se stessa, in cui Katrina vive una schizofrenia indotta dal Custodian che, dopo tutto, è prodotto dalla interazione fra un programma uguale per tutti e i circuiti neurali della prigioniera? E ancora: anche ammesso che Inverno sia davvero un’entità cosciente separata da Katrina (e non un prodotto della sua immaginazione, o addirittura lo specchio di Narciso) quello fra loro è amore vero, oppure è solo l’inevitabile attrazione verso qualcuno che ci perdona e ci accetta e ci adora per come siamo, senza discuterci o cambiarci? L’Eudeamon è un angelo custode? È Dio? È l’Amore in sè?

int2425.jpg

Tu che in SL sei operatrice del progetto “bane” in world, e che quindi in pratica chiudi i lucchetti e le porte a queste persone, limitandone la libertà, sei mai stata presa dai sentimenti? E poi, in tutta sincerità, ci sono persone tra quelle che conosci che avresti voluto “controllare” e sottoporre al progetto? Hai la possibilità di elencare cinque nomi di persone in world che vorresti sottoporre al progetto “bane”.

BaneAndro_004.jpgBaneAndro_008.jpgBaneAndro_010.jpgAllora, la prima cosa da dire è che il Banishment è più duro, a volte, per chi resta fuori dal banesuit che per chi vi entra. Il Bane può avere quella eccitazione iniziale, e poi, passata la noia, forse quella serenità quasi zen che ho trovato io. Ma chi sta fuori vede l’amica o l’amico diventare un oggetto, non ci può comunicare, non può avvicinarsi e non può sapere come sta. Per questo, nei casi in cui mi sono chiesta se volevo essere io a sottoporre a Banishment qualcuno che conoscevo, ho sempre pensato di farlo soprattutto per proteggere la persona… per farle sentire che come operatore c’era qualcuno a cui importava di lei, e non un operatore freddo e impassibile. Però, poi, alla fine mi è capitato una volta sola di sottoporre alla procedura qualcuno che conoscevo… la mia sub, Andromeda, l’ho conosciuta proprio quando si è iscritta al programma, e il rapporto fra noi è partito prima del giorno fatidico. Renderla un Bane è stato strano, difficile da un lato, molto facile dall’altro. Mi spiaceva sapere che sarebbe stata lontana da me a lungo, ma sapevo anche che sentiva il mio amore per lei e che questo le toglieva molta della paura dell’esperienza. Non so se questo le abbia reso l’esperienza più piacevole o magari solo meno intensa. So che Andromeda ha fatto il possibile per uscire dal Banesuit prima possibile per tornare fra le mie braccia… anche quando ha avuto le prime avvisaglie della nascita del’Eudeamon, questo non l’ha spinta a prolungare il suo Banishment.

Anche per questo, non credo di poter dire cinque nomi che vorrei sottoporre al Banishment – sarebbero solo nomi di amici o amiche che mi hanno detto o fatto capire che vorrebbero provarci. Mi viene in mente forse solo V.V., che avrebbe voluto provare ma che non ha avuto il permesso della sua partner e ci ha rinunciato. Ma non è una cosa a cui potrei aver voglia di sottoporre qualcuno che non lo desidera.

Valentine&Rei.jpgPrima di diventare operatrice hai te stessa provato la condizione di bane? Più di una volta?

Oh, certo che sì. Al Banishment Program non si diventa operatori se non si ha fatto prima l’esperienza. Bisogna sapere cosa si prova là dentro, per potervi sottoporre qualcun altro. Io avevo avuto la fortuna di entrare nel programma in fase di betatesting: sono stata la numero 7 dei primi 10 bane di Marine Kelley – tutti sottoposti al programma insieme, e tutti interrogati poi via notecard su come e cosa funzionasse all’interno del casco. La ricordo come una delle esperienze più intense della mia Seconda Vita: è stato allora che ho cominciato a scrivere il mio blog, che esiste ormai da quasi un anno.

Ho vissuto altri due Banishment. Uno per mano di Samy80, un’amica che vedo ormai molto di rado, e che mi chiuse nel Banesuit di Sable Janus (oggi purtroppo abbandonato dalla creatrice, per cui non più in commercio e non più utilizzabile con le versioni recenti di Second Life) e mi fece passare alcuni giorni indimenticabili. L’ultima è stata invece con il Banesuit creato da una italiana che era stata mia “cliente” alla Kelley Technologies – una certa Serenella, che qualche mese dopo è scomparsa da Second Life senza lasciare traccia e prima che potessi conoscerla meglio come mi sarebbe piaciuto. Curioso pensare che, dei tre Banesuit che ho provato, due siano ormai inaccessibili al pubblico.

int2627.jpg

Durante la traduzione del libro, sognavi? Cosa si prova a tradurre un libro che coinvolge così tanto le proprie emozioni?

Si Rhiadra.jpgTradurre è un lavoro solitario, a volte faticoso anche fisicamente – quando traduco mi contraggo sulla sedia e spesso mi faccio venire dei mal di schiena che non mi vengono quando sono io a scrivere cose mie. Difficile quindi emozionarsi… eppure ti assicuro che ci sono state alcune scene che mi avevano commossa alla prima lettura, che mi hanno commossa alla seconda, e che mi hanno fatto piangere – letteralmente, eh, non in senso metaforico, parlo proprio di lacrime agli occhi – anche quando mi sono trovata a tradurle. E poi, di nuovo, quando ho riletto e rivisto la traduzione… e ancora correggendo le bozze… e poi quando ho avuto il libro cartaceo in mano per la prima volta. E poi c’è l’emozione per me straordinaria di essere riuscita nel mio sogno: trovare un editore nel mondo reale disposto a tradurre e pubbicare un libro che esisteva fino ad allora solo in forma di pixel. Ora ho un oggetto che, anche se non sono io l’autrice, sento profondamente mio… sia perché senza di me forse non sarebbe stato pubblicato, sia perché mi ci riconosco in molti aspetti.

Win, se si dovesse presentare la tua partner, tua moglie, tuo marito, insomma un affetto importante a farsi “rinchiudere” e “controllare” da te, come pensi che reagiresti tu e come invece pensi che bisognerebbe reagire? E’ possibile l’indifferenza?

Rossella, non so cosa rispondere a questa domanda. Non sono ancora riuscita a capire se per me queste cose sono fantasie che vorrei vivere nella mia vita reale oppure se penso che sia megio mantenerle nel mondo della fantasia. Non ho mai saputo come fare a comunicare questi desideri alle persone che mi sono care. Il mio blog mi ha permesso di parlarne, di rifletterci sopra e di condividerlo con altre persone. Non so davvero se mai troverò la forza, il desiderio o il modo di invitare, di offrire a qualcuno nel mondo reale il controllo su di me – o il mio controllo su di lui.

erikah.jpgMa mi accorgo che non ho risposto alla domanda e ci riprovo. L’indifferenza penso che sia l’unica reazione che non dovrebbe esistere: se vuoi bene a una persona penso che tu sia curiosa di lei e quindi che la scoperta di una passione come questa non possa suscitare qualche reazione. Io credo che si dovrebbe sempre reagire, a qualcosa che viene espresso da una persona cara, con apertura e disponibilità ad ascoltare, anche se ci si rendesse subito conto che non si potrà mai condividere quella passione.

Che tipo di differenza percepisci se a parlarti del libro e a intervistarti è ora una Mistress piuttosto che una persona estranea a tutto questo mondo? Voglio dire….. la gente non coinvolta riesce a non essere banale oppure è una mera utopia?

Eheheh, difficile a dirsi… a giorni dovrei essere intervistata (sempre via mail) da una persona Real Life che credo sia estranea al mondo del BDSM… anche se a quanto ho capito è quantomeno simpatizzante e che nel frattempo mi è passata a trovare in-world. So che quando ne parlo ad amiche o amici in RL cerco sempre di sottolineare il cuore romantico del libro più della fascinazione per il lattice, per evitare quel sospetto che mi sembra sempre di percepire nei non iniziati (e che, chissà, magari invece viene dalla mia paura di scoprirmi troppo e di espormi al giudizio degli amici “non coinvolti”).

Int2829.jpg

Hai dovuto spingere un po’ per imporre questo libro e le sue tematiche particolari a un editore, oppure hai trovato parecchie persone intelligenti?

A pensarci ora, sembra sia stato tutto facilissimo. Ho scritto a un po’ di editori, che non mi hanno risposto oppure (nel caso di un amico che lavora in una casa editrice e che è stato il primo a cui abbia proposto il libro) mi hanno detto “mah, sì, anche affascinante, però non so tanto…” Poi ho conosciuto in-world una persona che mi è parsa interessata davvero e sono riuscita a entusiasmarla. Alla fine è stato lui a trovare l’editore e a convincerlo che potevo essere la persona giusta per tradurre il libro in italiano nonostante non avessi mai fatto prima questo mestiere.

2banes_002.jpg2banes_003.jpgCerca di descrivere per le persone che non lo sanno e non lo conoscono cosa si prova quando ci si consegna in mano all’operatore e si iniziano le operazioni di “bane”.

Beh, avrei bisogno di un numero di parole almeno pari a tutte quelle consumate finora in questa intervista. Posso provare a riassumere dicendo che la sensazione è quella, vertiginosa, di sprofondare via via in modo inesorabile in qualcosa di sempre più stretto e soffocante ma, al tempo stesso, protettivo e rassicurante. Per me è sempre l’inizio, il momento più emozionante: quello della chiave che passa di mano, e poi dello scatto del lucchetto.

Ci descrivi in pratica le operazioni cui in SL sottoponevi un bane dal momento che si presentava con una sentenza di condanna fino alla sua “chiusura”? Ti lasciavano sempre indifferente?

Indifferente? Mai. Anche se la procedura è ripetitiva, ogni candidato Bane è diverso. La descrizione delle operazioni necessarie sarebbe davvero lunga, però, e comunque il contratto con la Kelley Tech proibirebbe di parlarne – essenzialmente per non guastare l’esperienza a chi decide di provarla. Posso dire che è molto simile a quella descritta nel libro, anche se l’Operatore è in genere uno solo (mentre nel libro si avvicendano numerosi dottori, tecnici, guardie e infermieri). Addirittura, nel corso della procedura, uso quando posso alcune frasi ispirate, o tratte direttamente, dal testo originale… e a volte capita anche dall’altra parte… l’ultimo Bane che ho sottoposto alla procedura mi ha sorpresa usando una frase di un personaggio del libro: “Mi sta mangiando il cervello!” Quando trovi il Bane davvero appassionato, anche se è la ennesima volta che compi le stesse operazioni, l’emozione la ritrovi tutta.

fotogruppo_001.jpgPensi che siano i rifiuti, la severità e l’intransigenza delle punizioni a portare il bane piano piano a provare qualcosa verso il suo carceriere virtuale o reale?

Come dicevo prima, io credo che non sia il Banishment il modo migliore per creare un rapporto fra il carceriere e il prigioniero, perché dopo la procedura si tende ad essere lasciati il più possibile soli a vivere l’esperienza fino alla scadenza naturale. Ma in generale penso che quello che spinge un prigioniero a provare qualcosa verso chi ne tiene in mano le chiavi sia quel fenomeno che una mia amica chiama Sindrome di Stoccolma e che ha anche provato ad articolare in una serie di regole fin troppo precise (lei è americana, quindi ha un po’ quella tendenza classificatoria e di suddivisione di qualsiasi evento in una serie di passi, anzi di “step”, successivi). I rifiuti, se giustificati. L’intransigenza, se imposta con intelligenza. Ma anche l’occasionale concessione, la mancanza di rigidità precostituita, la sensazione che dall’altra parte ci sia un essere umano. Il fascino del Banishment su SL è l’opposto: la freddezza della macchina, il senso irreversibile di trappola che si prova sapendo che nessun essere umano ti potrà aiutare. Perché, parafrasando lo slogan di un film di un po’ di anni fa, nel Banesuit nessuno può sentirti urlare.

int3031.jpg

I risvolti BDSM del fenomeno Bane in che misura ne hanno decretato il successo su second life?

In misura notevole, senza dubbio. Su SL, il Banishment non può essere che uno strumento complesso e sofisticato di bondage. L’Eudeamon, che è quello che dà al romanzo il suo colpo d’ala straordinario, non ci può davvero essere, credo… anche se ho colleghe Operatrici che hanno avuto numerosi Bane cosiddetti “Eudeamonici” mentre io, che ne avrò sistemati almeno una trentina, non ne ho avuto neanche uno! Su SL, il Banishment è solo una forma di costrizione che, mediante un RP ben fatto, permette di fantasticare e un po’ sperare di vivere un’esperienza in grado di evocare almeno una parte di un libro che, tuttavia, resta per forza inarrivabile.

EricaMoak_021.jpgWin tutte le cose belle hanno un seguito. Accade così nei libri, nei film e in tutto quanto “piace” alla gente. Immaginati un seguito per Eudeamon e descrivicelo.

Non sono all’altezza di fare una cosa del genere. Non solo, trovo che la conclusione del romanzo così come è ora sia così perfetta, così soddisfacente e conclusiva, che spero che nemmeno Erika decida mai di scrivere un seguito.

Ma posso dirti che spesso mi capita di sentire il richiamo del Banesuit e penso che prima o poi mi deciderò a provare di nuovo l’esperienza – licenziandomi dal ruolo di Operatore e tornando a farmi impiantare il Custodian nel cervello. Chissà se sarà la volta buona che riesco a trovare il mio Eudeamon!

Beh l’intervista è finita………magari ci siamo dilungate un po’ ma penso valesse la pena. Adesso non posso che rileggere il libro un’altra volta! Nel frattempo………devo fare un’altra cosa, Win, la “devo” fare.

Click, click, click e… oh no non puoi e non devi più parlare……click.

Ovviamente mentre ti accarezzo.

/me sorride. Grazie Win…

Rossella/Libeccio

Serata d’onore

La presentazione del numero 2 di L Magazine diventa l’occasione per una serata indimenticabile. Con un incontro addirittura storico fra Erika Moak e Marine Kelley.

EricaMoak_009.jpg

Un anno, di già. Anzi, qualcosa di più. Era quasi Pasqua 2008 quando indossai per la prima volta il Banesuit della Kelley Technologies, restando intrappolata per giorni in una aderente tuta di lattice, con la testa imprigionata nel casco, la mente nella presa ferrea del Custodian, le mie chiavi in mano alla diabolica creatrice del Progetto Banishment, Marine Kelley.

Da allora, tante cose sono accadute, e di molte ho reso conto su queste pagine. Ma penso che ieri sera sia stata per me il coronamento di una serie di sogni che non mi ero mai nemmeno confessata. Non posso e non voglio raccontare tutto nei dettagli: quello che conta è stato l’evento, l’atmosfera magica della serata, i momenti per me storici, e non le singole frasi o battute… Basterà dire che ho scattato decine e decine di fotografie, come cercando di catturare il momento… i momenti… per rivederli dopo e potermi confermare che era tutto vero, che non stavo sognando, che stava succedendo sul serio.

int1415.jpg

Tutto è cominciato quando Astor e Rossella mi hanno detto che ci sarebbe stata una festa per il lancio di “L Magazine” numero 2, quello con la mia intervista su “Eudeamon”, e mi hanno invitata a partecipare. Anche se la sera non mi collego quasi mai, ho deciso che questa volta non potevo non farlo e mi sono tenuta la sera libera apposta… dopo di che ho scritto a Erika Moak per sentire se la cosa poteva interessarla.

Con Erika mi sono scritta a lungo durante il lungo lavoro della traduzione. Sapevo che aveva un avatar su Second Life, ma anche che aveva smesso di collegarsi da tanto tempo e che non era molto dell’idea di tornare, per paura di dover affrontare una quantità spaventosa di messaggi arretrati. Eppure, a questa mail di invito, mi ha risposto chiedendo il luogo e l’ora e lasciando capire che avrebbe potuto anche farci un pensierino. Ho avvertito subito Rossella e Astor, e ho mandato a Erika una copia della rivista, che potesse almeno vederla, anche se non parlando italiano non avrebbe potuto capire l’intervista.

Immagine 1.pngMi sono collegata in anticipo, ieri sera, eccitatissima. Jelena mi ha raggiunta presto e ci siamo affrettate verso il club Italian Lesbian dove la festa si sarebbe tenuta. Ad accoglierci, abbiamo trovato prima Lella Demonia, sub servizievole ed educata che nei giorni scorsi ho avuto spesso il piacere di vedere a Winsconsin, poi è arrivata Astor Robbiani – lo storico “puntolino verde” di Rossella, che non vedevo da secoli e secoli. E, proprio mentre si chiacchierava, ho ricevuto da Caliope Mah, l’avatar di Erika, risposta a quello che le avevo scritto mentre era ancora offline.

Poiché Erika è americana e non parla italiano, la prima cosa da fare era fornirla di un traduttore in vista della serata. Ho tirato Jelena per il guinzaglio e mi sono precipitata a Cupo per prenderne uno gratuito ma ottimo che consiglio sempre a tutti. Da lì ho mandato un invito al TP per Caliope… che pochi secondi dopo ci si è materializzata davanti.

EricaMoak_005.jpg

EricaMoak_006.jpgEricaMoak_007.jpgBeh, devo dire una cosa. Second Life aiuta molto a ridurre la timidezza, e rende più facile accostare senza troppi scrupoli persone famose… ma trovarmi Erika di fronte mi ha fatto davvero tremare le gambe – anche se solo per un istante. Era bellissima: vestita tutta di nero, col viso di una bambola perversa – ll’improvviso il fatto che sul suo sito si faccia chiamare Evil Dolly ha acquistato tutto un altro significato… e in un flash mi sono passate davanti agli occhi anche molte situazioni che ho letto in un altro suo romanzo che sto leggendo al momento, “Rest and Relaxation” e che è stata Ewyn a suggerirmi. Ci siamo guardate, le ho presentato Jelena, le ho mostrato il distributore. E nel frattempo scrivevo un IM a Marine Kelley, perché sapevo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per incontrare colei che le ha ispirato tutta la faccenda del Banishment Program. Marine era presissima da un RP ma mi ha pregata di cercare di trattenere Caliope… sarebbe venuta di corsa appena possibile.

EricaMoak_015.jpgEricaMoak_018.jpgTemevo che Caliope/Erika potesse aver perso dimestichezza con Second Life, invece ci ha messo pochi istanti per prendere il traduttore ed attivarlo per tradurre fra inglese e italiano. Poche battute, poi abbiamo visitato brevemente la Processing Area del Banishment Program. Non c’era tempo di mostrare a Caliope tutta la procedura, anche perché l’ora della festa si stava avvicinando e dovevamo tornare al club… ma ci tenevo a farle vedere l’aspetto di un Bane. Siamo quindi andate di corsa a Zhora, dove ho fatto comprare a Jelena la skin in lattice nero che tutti i Bane devono indossare. Poi siamo tornate al club, a Xigola, e Jelena ha indossato il collare e il casco che mi erano rimasti dai tempi del test originario, e che Marine ha consentito a noialtri proto-Bane di tenere (oggi, al termine del Banishment, il casco si autodistrugge e va restituito per riavere indietro la cauzione versata all’inizio della procedura).

Astor mi ha consentito il rezzing, così ho potuto scattare qualche foto assieme a Caliope davanti alla copertina del suo libro. Meglio di un autografo, no? Ho spiegato qualcosa a Caliope su come funziona il Banishment nel metaverso. Era molto interessata, come ci si poteva aspettare, anche perché, pur essendo a conoscenza di tutto quello che il suo libro ha scatenato su Second Life, non aveva mai visto un Bane in-world. E proprio in quella, Marine mi ha scritto in IM, dicendo che si era liberata e che sarebbe stata felicissima di venire a conoscere Caliope. Ho chiamato subito Astor, che non si perdesse la scena, e poi l’ho tippata.

EricaMoak_023.jpgMoak2_001.jpgLa scena successiva, davvero, la ricordo nella nebbia dell’emozione e del turbinio di incontri. Ricordo di aver presentato Marine e Caliope, di aver sentito il reciproco scambio di complimenti. Ricordo di aver tippato Lorella, e di aver visto arrivare anche Valentine Vendetta e Rei Schulman. Ricordo l’arrivo di Rossella, completamente rivestita da una sorta di banesuit su cui però spiccava, immancabile, il suo foulard. Ricordo Ross che buttava lì a Marine l’idea di una linea di foulard Real Restraints. Ricordo Marine che puntualizzava, rivolta a Caliope, di essere ben consapevole che nel romanzo i Bane non hanno il naso… ma che si è presa questa libertà per rendere loro un minimo di umanità – precisando però che il naso sparirà in una futura revisione del Banesuit a cui metterà mano appena possibile (e questo, se permettete, è uno scoop bello e buono!). Ricordo di aver conosciuto Lisa, motore dell’Italian Lesbian club, di aver scambiato qualche parola con la DJ Niky, di aver incrociato una marea di gente interessante…

Moak2_002.jpg…e poi ricordo che alla fine Marine è dovuta tornare a casa e noialtre siamo andate tutte di sopra. Niky cambiava i dischi ma non disdegnava di ballare, Caliope, Jelena ed io siamo rimaste per un poco a guardare la pista, per poi gettarci anche noi nelle danze. Ho visto Lorella e la DJ scatenarsi in formazione accanto a Caliope, Rossella e Astor che ballavano insieme abbracciandosi, ho ascoltato Rei che mi raccontava in IM tutta la sua vita, ho colto lo sguardo gentile di Lella sul guinzaglio che teneva Jelena legata a me, ho visto arrivare Erikah Jameson, a cui avevo mandato in mail i primi capitoli della traduzione, e le ho presentato la sua quasi omonima. È passata a salutare anche Katia80. Ho parlato a lungo, in IM perché ormai il casino era completo, con tante persone, una dopo l’altra, o insieme, fino a perdere il filo nella musica, nel ballo, nella notte che si srotolava tutta attorno a noi.

Moak2_014.jpg
Moak2_022.jpg
Moak2_019.jpg
Moak2_026.jpg

Astor, Rossella, Lella, Elisa: grazie per una serata davvero indimenticabile. Grazie di avermi intervistata sulla vostra bella rivista, grazie di avermi invitata al club, e grazie di aver reso possibile l’incontro storico fra Caliope e Marine, e per aver fornito l’occasione per un evento che davvero non avrei saputo immaginare. Un anno fa, vagavo per Second Life sigillata nel banesuit. Ieri sera ballavo con la persona dalla cui fantasia è scaturito tutto. Un sogno? Realtà? Come dice la protagonista di “Eudeamon”… c’è davvero differenza?

Moak2_024.jpg

Batticuori

Qualche dialogo, qualche rapimento, qualche appunto su cose che, nei giorni scorsi, ho fatto per la prima volta. In attesa di capire se sono i contraccolpi temporanei del mio lungo banishment, oppure un sostanziale cambio di atteggiamento.

607147199.jpg

A me il film Frantic di Roman Polanski non ha fatto una grande impressione, lo confesso. Ma c’è una scena che, quando l’ho visto, si è scavata un angolino nella mia memoria emotiva e ci è rimasta attaccata tutti questi anni. Non l’ho mai rivista e non ricordo assolutamente il dialogo esatto, ma ricordo bene la situazione. Harrison Ford, la cui moglie è scomparsa misteriosamente durante una permanenza a Parigi, cerca di descriverla ai poliziotti con la massima precisione possibile. Si capisce bene che, mentre parla, la sta pensando intensamente, che la “vede” con la memoria e con il cuore. Solo che gli sbirri che stanno raccogliendo le sue parole non conoscono la donna e si capisce benissimo che, nella trascrizione del verbale, si sta perdendo tutta la verità. Quella descritta nella denuncia di scomparsa, chiaramente, non sarà la donna in carne e ossa e sangue a cui Ford sta pensando, ma solo un freddo identikit, generico e fungibile, uguale a milioni di altri.

Certo che io, qui, non ho il filtro di qualche agente polizia: il mio verbale me lo scrivo da sola e i limiti di quello che riesco ad esprimere sono solo miei e non posso imputarli a nessun altro. Eppure mi rendo conto che ci sono cose che non posso e non voglio raccontare nei dettagli, perché so che non sarei in grado di resituirne le sfumature senza scrivere pagine e pagine noiosissime per chi dovesse leggere… e per farlo dovrei passare più tempo a scrivere che a vivere. Invito quindi l’eventuale lettore a passare senz’altro al prossimo post, saltando a piè pari questo… nel quale cercherò solo di annotare, per mia memoria, i momenti più intensi di incontri vissuti nel corso della scorsa settimana… in un lento e bellissimo riscoprire alcune persone per me centrali che non vedevo da troppo tempo, cercando di capire se e quanto sono cambiata nelle ultime settimane, cosa sia accaduto di irreversibile, cosa si può invece ritrovare. Cosa va reinventato da zero. In capitoletti.

1551373416.jpgBentornata, Belias

La persona che mi ha fatto soffrire di più è anche quella che ho fatto soffrire di più io. Lo temevo e ne ho avuto una conferma diretta durante la prima di alcune lunghe chiacchierate. Il giorno in cui ti ho rimossa dai miei contatti è stato uno dei peggiori anche per me, lo sai. E sai anche quali fossero le mie intenzioni: proteggere me stessa in un momento nero, ma anche cercare di evitare che quel nero stingesse troppo anche su di te e su chi ti stava vicina. Non so ancora se ho fallito o se sono riuscita a minimizzare i danni. So che nei giorni seguenti ho continuato a digitare il tuo nome sul search, a sentire una fitta di dolore unita a un senso di sollievo ogni volta che vedevo che, non avendoti più fra i contatti, non avevo modo nemmeno di sapere se fossi online o meno. So che ho apprezzato che tu non mi scrivessi più nemmeno una riga, dopo quella mia decisione così improvvisa. So che quando, nelle ultime ore del mio banishment, mi hai inviato una tua fotografia, il cuore mi ha fatto una piccola capriola. Hai fatto tu il primo passo chiedendomi di nuovo di aggiungerti e te ne sono grata. Posso immaginare come sia difficile chiedere friendship a una stronza che ti ha cancellata e, se ho esitato un attimo ad accettare, è solo perché mi sono, per un attimo, chiesta come avrei potuto fare
a ribaltare la sensazione. Avrei voluto cancellare la tua richiesta senza che fosse un rifiuto, per poi essere io a chiederti amicizia – ed espormi a un tuo rifiuto che avrei compreso benissimo. Invece non ho potuto che accettare chinando la testa, con gratitudine, felice dell’umiliazione di dover riconoscere che ti stavi dimostrando più generosa di me. Non so cosa sarà di noi due, Belias, ma sono davvero felice di vederti di nuovo nella lista dei miei contatti. Come ho detto a qualcuno che conosciamo entrambe, sentivo come profondamente sbagliato avere una lista di amici così lunga e sapere che per colpa mia ne mancavano due persone così importanti.

1743313736.jpgFinalmente, Rossella

Mesi e mesi che ti ronzavo attorno, Rossella, da quella volta che con Samy mi trovavo a Pak e che rimasi affascinata dall’attitudine che esprimevi nel tuo profilo. Sono un’avida lettrice di profili, io. Non mi capacito di chi li ignora. Ma da allora, se si eccettua una brevissima visita a una tua gabbia, e un veloce ma intenso scontro di volontà, eri rimasta per me una specie di voce della coscienza con cui confrontarmi a distanza in momenti di dubbio, un reagente con cui mettere a confronto le mie esperienze, spesso molto distanti dalle tue, per capire cosa davvero volessi in quel momento, cosa davvero stessi cercando. Come sai, sono ancora in cerca. Ma sai anche che, senza aver perso la Win ribelle di un tempo, determinata a fuggire a qualsiasi costo da qualsiasi manetta, esiste ora anche una Win più docile. Domata in parte da Belias, non potrei mai negarlo. Ma domata anche dalla goccia cinese di lunghissime discussioni in privato e in pubblico, fra l’escapologia e il bondage del cuore, fra le emozioni nei roleplay alla Cerdita, che partono come simulazione e poi diventano vere, e quelle vere dell’abbraccio delle corde, che poi si traducono in roleplay attraverso gli emote. Mi hai insegnato, o mi stai insegnando (o forse soltanto mi aiuti a ricordare) che le regole qui non esistono ma che esiste solo quello che ci si sente di fare. E che non esiste modo più sicuro di legare a te una persona che lasciarla andare, spingerla fra le braccia di qualcun altro quando senti che ne ha bisogno. Pronta però, quando finalmente arriva il momento, ad afferrarle i polsi, piegarli delicatamente dietro la schiena e ammanettarli strettamente. Dopo aver quasi perso l’occasione a causa di una breve sperimentazione del FreeZee di Serenella, quella sera del trenta luglio non ho pensato per un attimo a cercare di slegarmi, ben prima che la tua voce ferma mi dicesse: Quando sei con me non esiste struggle, tug o squirm. Ti posso liberare dopo un minuto, dopo un’ora, o un giorno. Ma lo decido io. Ho annuito, in silenzio, come avevo fatto solo con un’altra persona. Controlla le chiavi, mi hai detto, dopo avermele restituite, quando veramente abbiamo capito che era ora di staccare e andare a dormire, controlla tutto.  Potevo risponderti solo come ho fatto: No, non controllo niente, non ne ho bisogno.

776932737.jpgMi manchi sempre, Samy

Non pensavo che ti avrei rivista prima di settembre, per i motivi che tu sai e che io posso solo intuire in parte, fingendo di credere che vada tutto bene come coraggiosamente mi dici, sperando dentro di me che tutto vada bene sul serio. Invece sei ricomparsa a sorpresa e qualsiasi cosa stessi facendo in quel momento non potevo non venire, di corsa, nel nostro posto delle sedie. Per raccontarti tutto quello che mi era successo nelle ultime settimane, aggiornarti sugli ultimi gadget acquistati, rimpiangere che non avessi accesso a un computer abbastanza decente da consentirti di fare clic su di me, esaltarmi nel vedere che per la prima volta, dopo tanti mesi, indossavi di nuovo manette e legirons. So che non saresti scappata, mentre ti annegavo con le mie chiacchiere. Ma so anche che avere avuto l’occasione di impedirtelo con la forza dei Real Restraints ha reso per me la serata particolarmente indimenticabile. Win, non ti eclissare, mi hai detto mentre quel tizio ti stava addosso e ti tempestava di IM ignorando il fatto che stavamo insieme. Non c’è pericolo, Samina: lo sai che per te ci sono sempre, che il tuo salvataggio dalla Nestler resta uno dei momenti più emozionanti della mia Seconda Vita, che parlare con te anche per poco mi illumina nei momenti più cupi, mi rende un po’ di equilibrio, mi rende tutto più facile aiutandomi a non perdere di vista il fatto che siamo qui, soprattutto, per divertirci.

686183019.jpgYou’re mine, Mystique

I’m no good at being a domme, you said to me at point blank on that night of July 31st. And I could not help but being surprised. You have endured the tightest restrictions, you’ve been kept in the deepest dungeons, in the darkest isolation, leashed to every post that ever existed, banished, gagged, hogtied, sold, used and abused in every possible way. And I have wanted you since I first met you – no, let me rephrase that, I have wanted you since you started giving me your Stockholm novel to read… but I could never find the domme in me to hold you as tight as you would need. When you wanted free from Jaron last time and became a Baroness shopping for slaves and servants, I was shocked and excited. Ownership can be mutual and if I could not own you, I thought, I might as well be owned. However, as usual, life proved to be what happens to us when we are planning something else: when you were trying to fill your vacant cells in Chamcook, I was being held by someone who loved me too much to sell me to you. Then all hell broke loose around me, and too many things happened that I had no control over whatsoever – by the time I was free to visit again, things and moods had changed for you again. When we met on the patio and saw you with your cuff keys hanging out, sadly, because nobody had seized them, I realized not many people would dare kidnapping the Baroness you have become. And I knew I could do it, instead… I had to, out of respect of the Win who almost surrendered her freedom for you once… and I also knew that I really really wanted to. Restraining you is so simple and yet so hard. I am aware of your weakness against the temptation to cheat out, I know our radical timezone differences make it very difficult for this to work out. And I know we have a relationship that’s probably too complex to be handled in the usual domme/sub schemes – provided such schemes even exist. But you should know I will be in Chamcook much more often now, and that all my love for you won’t make me any keener on ignoring your lack of discipline, Mystique. And I don’t expect you to ever complain again because you have been unrestrained for too long a time. You are much more likely to complain about the opposite. Besides, it is time for you to start writing again.

1981193985.jpg889753659.jpgQuesto è solo l’inizio, Backbuttoned

Backbuttoned, mi hai ossessionata per settimane, mentre ero in mano a Belias, chiedendomi di legarti quando non riuscivo nemmeno a slegare me stessa. Mi hai fatto venir voglia di tirare capocciate nel muro ogni volta che cedevo e che, poco dopo, ti rivedevo liberata da qualche Real Key malandrina eppure ancora ansiosa di porgermi i polsi in quello che mi sembrava un teatrino insensato. Hai contribuito al caos nei giorni più brutti della mia Second Life, e per finire me ne hai fatta una talmente grossa che ho cercato di rimuoverti per sempre. Ho scritto di te cose terribili, su queste pagine, e non ne rinnego nemmeno una. E da quel giorno so di essere stata, con te durissima – come non lo sono mai stata con alcuno. Tu sei rimasta, nonostante tutto, accettando fino a questo momento qualsiasi castigo o restrizione: restando ore in ginocchio ad aspettare che il mio banishment finisse, chinando la testa quando cedevo le tue chiavi a qualcun altro, restando online muta e obbediente quando ti inibivo non solo gli IM ma anche il canale del bavaglio. Hai subito da parte mia e da parte di tante persone che mi vogliono bene l’ironia, la condanna, il rifiuto, il silenzio, l’isolamento, l’esclusione – e non sei scappata nonostante tutto. Hai continuato a commettere qualche errore: a fare struggle al mio cospetto anche quando non te lo permettevo, a comparirmi all’improvviso accanto in un momento che discrezione avrebbe voluto rimanesse privato, a cercare di contattarmi prima che ti autorizzassi. Ma devo ammettere che il collare che ti ho stretto sul collo è rimasto, da allora, intatto. E ho la sensazione che, lentamente, qualcosa in te stia cambiando. Mi sbaglio? Ne riparleremo questa settimana. Perché ho pensato alla proposta che mi hai fatto e sto considerando seriamente di accettarla. Ma a una serie di condizioni su cui sto riflettendo in questi giorni – regole molto dure che deciderò io, che non sono negoziabili e che costituiranno per te una prova molto difficile. Saprai superarla, Backbuttoned? Qualche tempo fa avrei sperato di vederti fallire, ora scopro che sto cominciando ad augurarmi il contrario.

(Prossimamente: MossTP)

23 ragazze, tanti amici e il ritorno di un adorabile cagnolino

Secondo giorno del concorso Latex Girl a Villa Bdsm. Ancora per oggi sarò online parecchio tempo, ma domani temo di poterci essere solo la mattina. Qualche aggiornamento sugli amici che sono venuti a trovarmi e qualche indicazione per chi volesse venirmi a votare anche in mia assenza.

3497733e1242854fb554a6beafac7a3b.jpg
Il concorso a cui sto partecipando è una faticaccia per me, e posso solo provare a immaginare che faticaccia sia per Cielo Robbiani e Gloria Oppewall, che lo hanno organizzato per inaugurare nel modo migliore la loro nuova area BDSM italiana. Ovviamente non si può giudicare il successo di una SIM dall’affluenza a un concorso: a partecipare siamo in 23, e ognuna ha scritto, credo, a tutta la sua agenda implorando gli amici di venire a trovarla e di darle il suo voto… questo, naturalmente, oltre al tentativo di agganciare i visitatori occasionali per strappare il voto anche a loro. Quello che Carin, stamattina, definiva una sorta di speed dating che, quando si ha il tempo di un po’ di interazione, consente soprattutto di conoscere gente potenzialmente interessante.

d758f32ca2dcc7ae2875ebd70b1e539b.jpgVorrei citare tutti gli amici e le amiche che sono passati a trovarmi. È venuto Jaron, a un certo punto, e in mia assenza, la notte scorsa, è passata anche Mystique (continua a passare tanto tempo senza che riesca a vederla, e questo è ciò che di questo concorso mi pesa di più, credo). È passata, più di una volta, Rossella – sempre con al seguito splendide fanciulle imbavagliate o al guinzaglio, anch’esse pronte a votare per me… e a un certo punto è apparsa anche Astor, il famoso e gentilissimo puntino verde di quando non la conoscevo di persona e la ritenevo solo un ostacolo al mio desiderio di scrivere un IM alla sua amata. E poi c’è stata una vera sfilata di amici da Stonehaven: a cominciare dal proprietario Dirk Massiel, che in questi giorni mi sta raccontando di come abbia conosciuto nella vita reale la mitica Lorelei di Bedroom Bondage – e che mi ha passato sottobanco alcune foto inedite che le ha scattato ai tempi della loro frequentazione, quando l’ha legata (ed è stato legato da lei) nella vita reale. Dirk ha promesso di presentarmi l’avatar di Lorelei – su Second Life Lorelei Mission, tenutaria del Bondage Ranch e non sto più nella pelle… se lei mi desse il permesso, mi piacerebbe pubblicare qualcuna delle foto di Dirk qui sul blog. All’epoca lei gli aveva fatto promettere di non pubblicarle se non dopo la sua morte, ma poi è diventata una modella bondage molto nota, e ora una produttrice di ottimo materiale bondage, e magari il divieto può considerarsi caduto… Tuttavia mi asterrò dal pubblicare alcunché fino a quando non avrò la certezza di essere autorizzata a farlo.

Ha votato per me BlackBear Babii, la mia Mistress dislessica di forse dieci giorni, a cui mi ero concessa tanto tempo fa, quando piangevo per la prima volta la cattura di Mystique da parte di Jaron. Ha votato per me Useme Offcourse, cui avevo promesso che, per una volta, non l’avrei legato (e che ha commentato un po’ sardonicamente che questo concorso per me era praticamente una prigione all’aperto – un commento un po’ insolente da parte di un Moneypig… ma gliela faccio pagare appena riesco a mettergli le grinfie addosso). Bunny è passata con un giorno di ritardo (ieri era in punizione per aver “dato per scontata” la sua Mistress, Pirate Russell) e ha portato con sè quattro o cinque amichette, tutte ammanettate e tutte pronte a darmi il loro voto. Grazie, Bunny, sei una vera amica.

83cfc76d7472faeba47d8c6d1fc01013.jpgFra le visite più bizzarre che ho ricevuto, quella di Teck Paine, quel simpatico cagnolino un po’ indiscreto che appariva già in una foto risalente alla mia prima cattura da parte di Isabel e che da allora non avevo più incontrato. Teck è comparso trotterellando ed è rimasto a lungo a tenermi compagnia dopo avermi dato il suo voto – a quanto pare, su Second Life, il suffragio è veramente universale e anche un cane può  permettersi di fare scelte importanti. Teck è piaciuto molto, mi è parso, anche a Rossella, che gli ha dato qualche affettuosa grattatina sulla testa prima di salutarlo.

A trovarmi è passata anche Mudlark Burns, in questi giorni impegnata in una sorta di missione per conto della sua amata dominatrice Halle Westland – che l’ha chiusa in un attillato costume da catwoman e ha chiesto a dieci delle sue amiche più care di fotografarsi in compagnia di Mud nello stato in cui si trova in questi giorni, e spedirle il risultato insieme a una notecard. Il materiale finirà in un libro che Halle sta preparando e che, a quanto ho capito, sarà offerto in dono a chi ha partecipato al progetto. Sono orgogliosa di poter dire che anche io faccio parte della decina, e conto di pubblicare qui, in un prossimo post, le foto e il mio contributo all’opera cui Mudlark affida la sua immortalità artistica!

Più tardi si è fatta vedere (e ha votato) anche Moondog Merlin, cara amica di Mudlark e talentosa scripter che vende, da qualche tempo, un plugin battezzato Jolt. Ci torneremo sopra prossimamente anche perché finora l’ho potuto provare – e brevemente – solo su Useme… ma come anticipazione posso dire che consente a chi ha le chiavi delle tue manette di mandarti qualche scarica elettrica punitiva ogni volta che pronunci determinate parole proibite (o che non ne pronunci alcune obbligate, tipo “Mistress” o “Sir”), ogni volta che cerchi di liberarti da un legame, o anche ogni volta che gli gira di darti una scarichetta tanto per gradire.

5579edbda665b1882c17e270da0525bb.jpgHo conosciuto parecchi nuovi italiani, alcuni dei quali mi hanno concesso il loro voto – qualcuno in cambio della mia disponibilità a cambiare posizione, altri chiedendomi di sorridere o di smettere di farlo, altri ancora pretendendo di vedermi con un bavaglio in bocca (parlo troppo, eh? lo so), qualcuno esigendo di essere aggiunti come “amici”. Uno solo, finora, ha voluto di più e mi ha fatto sudare il voto fino all’ultimo. Si chiama Artic Spyker e, una volta ottenuto il controllo degli script del mio collare (che ho nascosto nel fiore che indosso sempre) mi ha costretto in pose piuttosto imbarazzanti e ha manifestato l’intenzione, a concorso finito, di rintracciarmi e darmi una sonora lezione che mi faccia passare la voglia di cedere, ogni tanto, alle mie tentazioni dominanti – quelle tentazioni che per Rossella sono destinate a crescere fino a predominare sul mio atteggiamento fino ad oggi. Staremo a vedere cosa succederà, anche perché Jaron mi ha confermato di non avere alcuna intenzione di lasciarmi andare tanto presto.

Tengo per ultima la notizia per me più eccitante, ossia la comunicazione da parte di Marine Kelley che il Banishment Program per il quale ho fatto da cavia nei primi giorni di questo blog sta per entrare nel vivo della sua esistenza commerciale… e che in seguito alla nostra esperienza, noi dieci vittime siamo le migliori candidate a parteciparvi come Operator – ossia come chi tiene le chiavi ed esercita il controllo, nel bene e nel male, di chi indossa il banesuit. Seguendolo a distanza, assicurandosi che si comporti bene, imponendo le punizioni quando necessario (l’hai letto, il romanzo Eudeamon? maledizione: provvedi subito!). Poiché il banishment sarà un servizio a pagamento, esserne l’operatore sarà addirittura un lavoro pagato – ma è chiaro che non lo farò per i soldi, come non è per i 1000 L$ di premio che sto partecipando al concorso di Villa BDSM. Il diavoletto dominante che si nasconde in me non vede l’ora di avere nelle grinfie qualche incauto esploratore dell’isolamento più completo. E fargli, o farle, provare, il delizioso inferno del mondo dei bane.

01438e7cffb38d1e3ff9e6de1dc24e3c.jpg14bfead18dedf421987973c11edac07d.jpg7659b5b6a488f36de35a15a6f83777d8.jpgÈ tempo, per me, di tornare online e guadagnarmi, se possibile, qualche altro voto. Per chi fosse così gentile da voler votare per me, ecco le istruzioni dettagliate per raggiungere la mia Vote Box e aiutarmi ad arrivare prima.

1) Collegati a Second Life (se necessario, creando un account gratuito: suvvia, ci vuole pochissimo) e recati a Villa BDSM.

2) Dal punto in cui atterri, fai qualche passo avanti, verso l’edificio grande, e gira a sinistra seguendo le indicazioni per il concorso.

3) Chiedi a qualcuno dei presenti, di quelli che indossano la tag VILLA BDSM di aggiungerti al gruppo, in modo che tu possa votare. Quando ricevi l’invito (che è gratuito) accettalo.

4) Entra nell’area del concorso – un ampio terrazzo in erba con balaustre in pietre grigie e svolta subitissimo a sinistra. La mia Vote Box è la prima che trovi, a terra, nell’angolo sinistro. Non puoi sbagliare: c’è su il mio nome, Winthorpe Foghorn Zinnemann. Cliccaci sopra. Udirai in chat conferma che il voto è stato registrato. Missione compiuta.

Ti prego, vota per me. Aiutami a essere la prima fra le ragazze di lattice di Villa BDSM.

(Prossimamente: Mystique, il primo incontro)

Quattro chiacchiere con Rossella

Una conversazione sul bondage, da troppo tempo rinviata, con Rossella Pintens, talent scout di sub e non, signora dei puntini verdi, incontrata nel caos del Bondage Ranch di Lorelei Mission.

9807ddd48a299532a7d2254e36a83246.jpg

Quando ho scritto il primo post di questo blog, ho detto che uno dei miei obiettivi nel tenere un diario online della mia esperienza su Second Life era anche quello di provare a capire meglio perché mi piaccia tanto frequentare le aree tematiche del BDSM. Poi, sarà stata la voglia di raccontare le avventure, sarà stato il bisogno di spiegare una serie di cose che non potevo dare per scontate… fatto sta che non so quanto, in queste prime due o tre settimane, mi si siano chiarite le idee.

Non dico che ciò sia accaduto oggi, ma la conversazione di cui riporto un estratto qui sotto mi è servita un poco per fermarmi a riflettere. Conosco Rossella solo da lontano: ci siamo incontrate una volta a Pak e siamo rimaste in contatto, ma poi ho, non so bene perché, cercato di farla incontrare con Samy80, e sono subito volate le scintille. Un po’ per questo, un po’ perché lei divide il suo tempo fra un piccolo gruppo di sub e la sua Astor Robbiani, ci siamo viste molto di rado, limitandoci a qualche sporadico scambio di IM, bavagli permettendo.

Di Rossella ho citato già una volta qualche battuta – e lei ha protestato ripetutamente accusandomi di aver frainteso la sua posizione sulla famosa escapologia. Ecco qui l’occasione per una rettifica dalla sua viva voce, all’inizio di una conversazione che, almeno per me, è stata interessante. Non dico rivelatrice, non dico di essere d’accordo con tutto quello che dice lei. Interessante.

[2008/04/07 4:24]  Rossella Pintens: un giorno ti parlero’ di tante cose che ti voglio dire a proposito del tuo bondage e del bondage in generale
[2008/04/07 4:24]  Rossella Pintens: mi è dispiaciuto quando hai pensato che io snobbavo l’escapologia, o che la guardassi dall’alto in basso
[2008/04/07 4:25]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Mi spiace… mi era parso che fosse cosi’…
[2008/04/07 4:25]  Rossella Pintens: non era vero
[2008/04/07 4:27]  Rossella Pintens: riguardo al bondage, io purtroppo ci mischio un po’ di sentimento e di amore
[2008/04/07 4:28]  Rossella Pintens: nel senso che per me  è un gesto intimo, che si sublima se fatto con la donna con cui sto
[2008/04/07 4:29]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Totalmente d’accordo… solo che quando non hai qualcuno con cui “stai” finisce che sei un po’ obbligata a giocartela in modo piu’ occasionale. Per quello a volte un po’ vi invidio
[2008/04/07 4:30]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Spesso mi capita di trovarmi a dominare perche’ non trovo una persona che mi sembra una potenziale dominatrice
[2008/04/07 4:30]  Rossella Pintens: tutto giusto
[2008/04/07 4:30]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: E perche’ non cerco una dominatrice fissa… forse non sono pronta… non so davvero
fb3e44c7c2360de9b5c175b7ab5dc905.jpg [2008/04/07 4:30]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Ero pronta a sottomettermi a Claven per stare vicina a Mystique…
[2008/04/07 4:31]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Ma poi lei si e’ fatta cacciare… so di aver perso un’occasione e anche la sua Mistress mi ha detto di rimpiangere di non avermi acchiappata quando poteva farlo
[2008/04/07 4:31]  Rossella Pintens: forse non sei pronta
[2008/04/07 4:31]  Rossella Pintens: ma ricordati che a me scatta anche la fase opposta quando ho una relazione
[2008/04/07 4:31]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: La fase opposta?
[2008/04/07 4:31]  Rossella Pintens: si il lato
dom e il lato sub convivono in un mix eplosivo

[2008/04/07 4:33]  Rossella Pintens: puo’ darsi capiti anche a te
[2008/04/07 4:33]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Credo sia inevitabile, forse, si’… lo vedo in Moss e Chriss, in Challenge e Tat1ana… anche un pochino in due niubbe come me e Samy… anche se entrambe stiamo ancora cercando di capire cosa siamo…
[2008/04/07 4:33]  Rossella Pintens: io comunque una cosa che volevo dirti, e che ti ho già detto più volte… è che per me non sei
sub, e vedrai che ci arriverai
[2008/04/07 4:34]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Sai che davvero non so?
[2008/04/07 4:35]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Eppure essere rapita, contro la mia volonta’, mi emoziona MOLTO piu’ di quando sono io a imporre la mia volonta’ su qualcuno o qualcuna…
[2008/04/07 4:35]  Rossella Pintens: a te emoziona il gesto in funzione della voglia di scappare che hai dopo
[2008/04/07 4:35]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Nella vita reale sono orgogliosa… se mi dicono di fare una cosa mi viene l’impulso di disobbedire… ma su SL finisco quasi sempre per obbedire…
[2008/04/07 4:36]  Rossella Pintens: nulla di nuovo
[2008/04/07 4:35]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: E la voglia di scappare… vero, c’è…
[2008/04/07 4:36]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: …ma c’è sempre la speranza che chi mi ha presa riesca a fermarmi in tempo
[2008/04/07 4:36]  Rossella Pintens: questi non sono risvolti sub
[2008/04/07 4:36]  Rossella Pintens: ma forse maso
[2008/04/07 4:36]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Deve essere bisogno di attenzione
[2008/04/07 4:36]  Rossella Pintens: infatti
[2008/04/07 4:37]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: La fuga come punizione per chi mi ha catturata per non aver saputo tenermi sotto. Questa sensazione la provo, si’…
[2008/04/07 4:38]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Non mi hai saputo tenere prigioniera? Bene, io ti faccio trovare la gabbia vuota e le manette per terra
[2008/04/07 4:38]  Rossella Pintens: comunque sei molto
dom
[2008/04/07 4:38]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Pero’ nulla mi farebbe piu’ felice, almeno al momento attuale, di essere riacchiappata all’ultimo e rimessa a posto
[2008/04/07 4:39]  Rossella Pintens: forse è desiderio di un qualcosa di diverso il tuo, ma la cosa rischia poi di rimanere fine a se stessa
[2008/04/07 4:39]  Rossella Pintens: chiediti il perché di questo tuo desiderio
[2008/04/07 4:40]  Rossella Pintens: non posso credere che ti piaccia quello infunzione di quello e poi ancora e ancora… in una catena infinita di fughe e ricatture che si susseguono
[2008/04/07 4:40]  Rossella Pintens: secondo me c’è un perché
[2008/04/07 4:40]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Eh… il blog doveva nascere soprattutto per quello… ogni tanto mi perdo nell’aneddotica… ma l’idea e’ capire perche’ mi piace fare questo
[2008/04/07 4:41]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: E le fughe ripetute, e’ vero, sono una palla, dopo un po’
[2008/04/07 4:41]  Rossella Pintens: hanno un motivo e un perché
[2008/04/07 4:41]  Rossella Pintens: intanto si fugge dalla persona sbagliata e dalla situazione sbagliata
56fff4bd5e8d521b7324ee82e6aa5ff9.jpg [2008/04/07 4:41]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Infatti sono sempre li’ che mi rendo le cose piu’ difficili, che aggiungo plugin, che studio come rendermi piu’ indifesa
[2008/04/07 4:41]  Rossella Pintens: se invece si reputano giuste persone e situazioni, si vuole essere riacchiappate e continuare questo tira e molla
[2008/04/07 4:42]  Rossella Pintens: questa situazione E’ una sorta di relazione
[2008/04/07 4:42]  Rossella Pintens: che tu alla fine tronchi piantandola perché ti sei stufata “di lei”
[2008/04/07 4:43]  Rossella Pintens: e fuggendo definitivamente
[2008/04/07 4:43]  Rossella Pintens: finché la continui “ci stai assieme”
[2008/04/07 4:43]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Quindi e’ come se al momento io avessi paura di una relazione fissa… magari per paura di sentire, un giorno, che voglio “piantarla”?
[2008/04/07 4:43]  Rossella Pintens: Sì. Tu “sposti” tutti i contenuti della relazione sentimentale nella relazione bondage: fuga ricattura
[2008/04/07 4:44]  Rossella Pintens: È una traslazione, una sostituzione. Io invece le mischio proprio
[2008/04/07 4:45]  Rossella Pintens: Dai…forse è meglio… c’è più sale
[2008/04/07 4:46]  Rossella Pintens: vedi anche il modo di affrontare il bondage come gara, competizione, team – tipo le macchine dei rally “Racing Team”, la tuta, la bandiera a scacchi
[2008/04/07 4:47]  Rossella Pintens: mi vede lontana
[2008/04/07 4:47]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Beh, quello lo capisco… io lo considero un intermezzo, non una vera emozione. Se fosse tutto solo quello, beh, avrei lasciato il BDSM virtuale da molto tempo
[2008/04/07 4:48]  Rossella Pintens: lo spero bene
[2008/04/07 4:48]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: E’ un gioco, una versione giocosa di qualcosa di potenzialmente emozionante
[2008/04/07 4:48]  Rossella Pintens: forse si, ma non ti togliere emozioni
[2008/04/07 4:48]  Rossella Pintens: continuando cosi’ lo fai secondo me
[2008/04/07 4:49]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: L’emozione piu’ forte l’ho avuta quando Samy mi ha tenuta due giorni dentro il banesuit
[2008/04/07 4:50]  Rossella Pintens: infatti, non avere paura di lasciarti andare
[2008/04/07 4:50]  Rossella Pintens: “mi ha tenuta”
[2008/04/07 4:50]  Rossella Pintens: lo vedi?

Ecco.

(Prossimamente: Nelle mani di Jaron)

 

Nuovi amici

Breve aggiornamento sugli ultimi nomi aggiunti alla lista dei miei contatti – gli “amici” della cui presenza o meno su Second Life sono aggiornata in tempo reale.

218a976abfd4e7d06966134d8b661205.jpg

“Diventare amici”, su Second Life, ha un significato leggermente diverso da quello della vita reale. Ogni avatar ha una lista di contatti selezionati di persone che ha ammesso (o che l’hanno ammessa) nella propria cerchia in seguito a una richiesta di amicizia inviata da una delle parti e accettata dall’altra. Nella versione minimale, i miei “amici” sono informati in diretta ogni volta che mi collego a Second Life, ma con un semplice clic posso consentire loro anche di individuarmi in qualsiasi momento sulla mappa generale della grid – per potermi raggiungere ma anche solo per farsi un’idea di dove mi trovo, di cosa sto facendo in quel momento, se sono o meno in compagnia di qualcuno. Volendo (ma io lo faccio solo in casi molto specifici) si può autorizzare un amico a modificare gli oggetti di nostra proprietà – un privilegio che non è necessariamente reciproco e di cui è considerato delittuoso abusare.

Aggiungere qualcuno alla lista senza il suo consenso è impossibile. Chiedere a qualcuno amicizia è possibile a tutti, ma c’è chi si irrita molto quando questo succede a sorpresa, senza che ci sia stato prima un avvicinamento, una conversazione, un qualche tipo di scambio che lo renda, in qualche modo, giustificato. Aggiungere qualcuno alla lista è un gesto che può avere significati molto variabili, ma che non va preso alla leggera – di avatar ce ne sono a sciami, e la lista ti permette di selezionare e tenere traccia di quelli con cui ci troviamo meglio. Qui di seguito segnalo qualcuna delle aggiunte più recenti, con qualche notizia sul come e perché sia nato il contatto.

95e02dee0e382ddd871c98b0711645da.jpgCielo Robbiani – Nel corso dei miei vagabondaggi solitari in qualità di bane, sono capitata a Manette Matte, una zona BDSM italiana espressa dall’omonimo e pregevole sito internet ma che frequento di rado perché troppo spessa affetta da un tasso di chiacchiera troppo alto e da una eccessiva presenza di niubbi. Non so se sia una particolarità degli italiani, ma ho notato che quasi tutte le volte che bazzico aree dove si parla la mia lingua finisco per incontrare individui che mi chiedono amicizia senza scambiare due parole, oppure che due parole le pronunciano, ma alternandosi fra “Vuoi scopare?” e “Dove sei?”. Io non sono su Second Life a cercare sesso virtuale, e non sono su Second Life a cercare persone da incontrare poi nella First Life. Il fatto che io abiti a Milano o a Roma non deve fare differenza: sono su Second Life, parlo italiano e inglese e questo ti deve bastare. Cielo, tuttavia, si è rivelato subito diverso: a differenza di un babaleo il cui nome ora mi sfugge, ha saputo capire che in quanto bane non potevo essere avvicinata e mi ha inviato una notecard gentile che mi invitava a farmi viva quando avessi potuto. L’ho fatto e ho incontrato un dom gentile, che sta dandosi un gran da fare per aprire la sua land personale (Villa BDSM). Ha due difetti: tende, nella chat, a spezzettare le frasi in troppi frammenti incompleti, e mi sembra che abbia ancora le idee poco chiare rispetto agli oggetti RR e al RL viewer. Ma sta organizzando un bel concorso per chi indossa il miglior abito di lattice, con un premio che mi fa gola, e conterei di partecipare (se non ho capito male si svolgerà dal 9 all’11 del mese). Mi ha anche offerto un lavoro come Mistress a pagamento. Dubito di essere tagliata per farlo, ma nella (seconda) vita non si può mai sapere.

Gloria Oppewall – Tutte le volte che l’ho incontrata finora indossava abiti neri facendo sospettare una tendenza dominatrice che, invece, è lontanissima dalla sua natura. È la schiavetta di Cielo e ho dedicato un po’ di tempo a istruirli insieme sulle meraviglie dei Real Restraints, spingendola ad acquistare manette e benda e aiutandola a inserire in entrambe il meraviglioso plugin Friends di Chriss Rosca (che consente di garantire a un selezionato numero di persone di cui ti fidi, e solo a quelle, di rubarti le  chiavi). Cielo è un dom molto geloso, si direbbe, e teme assai che Gloria possa essere legata da qualcun altro – e anche lei sembra piuttosto spaventata all’idea di essere dominata da qualcuno che sia diverso dal suo Master. Con Friends sono a cavallo entrambi, almeno fino a quando Gloria non dovesse scoprire il brivido del rapimento ad opera di sconosciuti.

Claven Albatros – Claven meriterebbe (e anzi meriterà) un post tutto per sé perché la storia del nostro incontro si intreccia molto strettamente con quello del mio rapporto con Mystique Aeon. Diciamo che ha una fama di Mistress ESTREMAMENTE rigorosa ed ESTREMAMENTE esigente. Dal 29 febbraio di quest’anno, Mystique aveva accettato di diventare di sua proprietà, di fatto scomparendo quasi totalmente dalla scena. Salvo rarissime eccezioni (un paio di visite e una libera uscita), Mystique è rimasta per quasi un mese chiusa in una sua cella in una skybox molto isolata – incatenata strettamente, imbavagliata, impossibilitata a comunicare con chiunque, e senza nemmeno poter aprire il proprio Inventory… fino al giorno in cui è stata addirittura sigillata nel banesuit di Sable Janus, e costretta ogni due minuti a ripetere i mantra che il casco le ordinava di ritrascrivere in maniera esatta, inviando a Claven un log dettagliato su quante volte l’ordine fosse stato eseguito in modo corretto. A sorpresa, un paio di giorni fa, Mystique si è fatta cacciare da Claven per aver barato, utilizzando il client standard in luogo del Restrained Life e rimuovendo senza permesso tutti i legami che Claven le imponeva. Uno scazzo gravissimo che pare sia nato dalla sua confessione, a Claven, di aver rivelato la sua password a qualcuno, consentendogli di collegarsi a Second Life al suo posto. Ne riparleremo, perché si tratta di una scelta abbastanza clamorosa, e posso ben capire che Claven se ne sia sentita tradita. Sapendo che Mystique è una delle mie amiche più care, ed essendosi trovata per caso a passare in un luogo dove mi trovavo, ha ritenuto fosse il caso di informarmi che Mystique non faceva più parte della sua famiglia – e soprattutto avvertirmi che poteva darsi il caso che dietro all’avatar di cui sono innamorata da tanto tempo, a volte ci fosse una persona diversa da quella che ormai credevo di conoscere. Ho apprezzato l’attenzione, e riporto qui, traducendolo, il dialogo con cui ho osato chiedere a Claven di aggiungermi ai suoi contatti.

1873dbb63d2fa06fac66e12ab06d979b.jpg07a55bd2ba46510b1fe16e7b8bdbe7d1.jpg[16:14]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Potrei avere l’onore di aggiungerti tra gli amici della mia contact list, Claven?
[16:14]  Claven Albatros: Sì, ti prego
[16:14]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Grazie
[16:14]  Claven Albatros: Stavo per dire che sarei stata onorata di fare di te una parte della mia comunità. Sembra che tu sia una persona davvero deliziosa.
[16:14]  Claven Albatros: Mi dispiace che non abbia funzionato
[16:15]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Mi sarebbe piaciuto… Non posso dire che… In effetti mi spiace che non sia accaduto, in un certo senso
[16:15]  Claven Albatros: Spiace anche a me
[16:16]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Io… io credo di non potermi spingere ad andare da qualcuno chiedendo che mi rapisca… e [diventare tua prigioniera per stare vicina a Mystique] era una scappatoia che pensavo avrebbe potuto funzionare col mio modo di essere su SL…
[16:17]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Ma ho veramente apprezzato che tu mi abbia detto tutte queste cose e mi auguro di poter condividere qualcosa, un giorno, con te
[16:17]  Claven Albatros: Lo spero anch’io. Forse questo potrà aprire una nuova porta. Abbi cura di te e stai bene, Win.

Astor Robbiani – Astor, per me, è da parecchie settimane quel puntino verde che compare costantemente accanto a quello che rappresenta, sulla mappa di Second Life, Rossella Pintens la quale, sebbene non ci si veda mai, è una delle quattro o cinque persone che mi hanno concesso il privilegio di conoscere in ogni istante la loro ubicazione (un privilegio che io invece concedo al 90 per cento dei miei contatti). Non ricordo se Rossella fosse con Astor quando l’ho incontrata per la prima volta a Pak, davanti al negozio di Marine – di certo, mi sembra di averle viste sempre insieme ciascuna delle rare volte che i nostri sentieri si sono nuovamente incrociati. A quanto ho capito, Rossella ha detto ad Astor che la definivo “il pallino verde”, e mi sa che la cosa non l’ha entusiasmata. Fatto sta che l’altro ieri sera stavo giocando un po’ con Forrest – che mi aveva chiamato in aiuto perché la slegassi e che ovviamente avevo provveduto a impacchettare per benino (anche perché indossava con quel famoso abitino nuovo che mi aveva mostrato di tra le sbarre della cella di Isabel, e non ho saputo resistere alla tentazione di toglierglielo)… Insomma, stavamo divertendoci un poco su un bondage bed pieno di animazioni quando a un bel momento, nella stanza, vedo entrare Astor, con Rossella al guinzaglio, legata e con una benda sugli occhi che le impediva di vedere alcunché. Dire che la cosa mi ha distratta sarebbe un eufemismo – anche perché quel poco che so di Rossella mi consente di immaginarla come quella che il guinzaglio lo tiene in mano, non certo quella che lo indossa, soprattutto in pubblico. Astor si è presentata come il puntino e si è allontanata dopo poco, immagino soddisfatta per l’effetto della sua comparsa. Con lei la lista degli avatar italiani nella mia agenda arriva alla vertiginosa cifra di sei. Devo fare più attenzione alle zone che frequento, mi sa.

(Prossimamente: Moneypig)

Le schiave di Isabel Schulze

Anche per una Bondage Expert come me, la fuga dalle manette non è sempre garantita. E il ritorno online di Isabel non porta con sé un collare, ma una minaccia ben più grave venuta dal passato.

252117516959b583355dc37e2c18ff9e.jpg

Ero partita troppo male, stavolta, e lo sapevo che non potevo farcela. A furia di dibattermi, mentre ancora Moss era lì che mi teneva compagnia, ieri sera ero riuscita a togliermi il bavaglio e recuperare perciò la possibilità di comunicare a distanza con gli IM – ma la stretta delle manette e delle cavigliere era ancora abbastanza salda da impedirmi di uscire dalla cella e magari teleportarmi da Forrest per una serata bollente, o da Samy per fare due chiacchiere. Nessuna delle due era online, comunque, e io mi stavo scrivendo qualche IM con Rossella Pintens, un’amica che avrò incontrato al massimo due o tre volte ma con cui ci scambiamo ogni tanto opinioni a distanza sul concetto di bondage.

Rossella sembra abbastanza interessata all’evoluzione che il mio modo di giocare sta avendo. Ha sempre un po’ disprezzato la mia tendenza a cercare di liberarmi dai legami, liquidandolo come mera “escapologia” e di fatto sostenendo che il bondage è altro. Ecco un estratto della nostra chiacchierata la sera del 26, subito prima che Isabel mi imbavagliasse, di fatto stroncando la nostra comunicazione.

[2008/03/26 12:12]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Intanto pero’ a me mi ha acchiappata una tipa…
[2008/03/26 12:12]  Rossella Pintens: ma tanto te ti liberi in un baleno
[2008/03/26 12:13]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Tsk tsk… ho messo un plugin con cui mi possono togliere TUTTI gli struggle con un clic…
[2008/03/26 12:13]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: E la tipa che mi ha preso ha creato degli script che rendono le manette “no escape”…
[2008/03/26 12:13]  Rossella Pintens: secondo me è una strada particolare quella sulla quale ti stai avventurando
[2008/03/26 12:14]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Davvero?
[2008/03/26 12:14]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Essere un bane mi ha turbata parecchio
[2008/03/26 12:14]  Rossella Pintens: si perchè ovviamente stai andando verso l’impossibilità di scappare
[2008/03/26 12:14]  Rossella Pintens: cosa possibile
[2008/03/26 12:15]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Eh…
[2008/03/26 12:15]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: E’ quello che mi piace… provarci e non riuscire
[2008/03/26 12:16]  Rossella Pintens: :):)

Un altro paio di battute e Isabel mi aveva messo il bavaglio (Rossella aveva commentato laconica: “Perfetto. Fine della radio”). Lei intende il bondage come donarsi a qualcuno. Io no: non posso andare da una persona a chiedere di legarmi… mi sembrerebbe di legarmi da sola e non sarebbe una vera perdita di controllo. Ed è anche per questo che non fisso regole, non comunico i miei limiti e non uso la Real Key, tenendola per i casi veramente di emergenza. Perché altrimenti il gioco non vale. Il giorno dopo, eliminato il bavaglio, la nostra conversazione è ripresa

[2008/03/27 12:00]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Salutino veloce che sono riuscita a togliermi il bavaglio
[2008/03/27 12:00]  Rossella Pintens: mi fa piacere
[2008/03/27 12:00]  Rossella Pintens: grazie del saluto :)
[2008/03/27 12:01]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Mi era spiaciuto interrompere a meta’, ma la Isabel ha deciso cosi’
[2008/03/27 12:01]  Rossella Pintens: capisco :)
[2008/03/27 12:01]  Rossella Pintens: ma tutte te le trovi?
[2008/03/27 12:02]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: In realta’ e’ lei che ha trovato me… tempo fa avevo catturato e tenuto per un po’ legata una tizia…
[2008/03/27 12:02]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Poi e’ venuto fuori che costei era una sua schiava… e forse in effetti addirittura un suo avatar alternativo!
[2008/03/27 12:02]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Quindi puoi capire, me l’ha giurata
[2008/03/27 12:17]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Azz, arriva la tipa che avevo legato e che probabilmente e’ l’alternavatar di Isabel! Saluto finche’ posso farlo

L’avatar sopraggiunto nel frattempo si chiama Tine Rhode. Tanto tempo fa aveva rapito me e Samy insieme mentre provavamo non so che nuove manette, e ci aveva fatto vedere i sorci verdi, separandoci e trattenendoci per un po’ in un dungeon che non conoscevamo. Mi era capitato di incontrarla di nuovo a Stonehaven e, con un colpo segreto, ero riuscita ad addormentarla per una ventina di minuti – tutto il tempo per ammanettarla, metterle un collare e catene pesanti, un bavaglio, e chiuderla in una gabbia in un sotterraneo. Esaltata per il colpaccio, non so nemmeno cosa mi aveva preso… ma avevo fatto in modo di tenere d’occhio le volte che lei si trovava online, e andare ogni tanto a vedere come andava la sua lotta coi legami per lucchettarla nuovamente ogni volta che, dopo ore di tentativi, era lì lì per liberarsi. Fino a quando, in un momento in cui io ero caduta prigioniera di qualcun altro, mi era piombata addosso Isabel con intenzioni bellicose e io avevo appreso che Tine era una sua schiava, e che forse addirittura era una sua seconda personalità, diciamo così. Con un trucchetto poi Tine era riuscita a farmela pagare tenendomi alla corda per un paio di giorni, fino a quando mi aveva abbandonata al mio destino, consentendomi finalmente di slegarmi e fuggire.

6af72e7fca1a8f4acfc5f5fc9f232a1f.jpg Tine mi si avvicina e sorride sardonica, ma non riesce a mettere le mani sulle mie manette (le chiavi le ha tenute Isabel) e si allontana silenziosa. Isabel arriva qualche minuto dopo, scopre a che punto sono arrivata nella mia lotta per liberarmi, mi mette un guinzaglio e dice che è tempo che io conosca le mie nuove coinquiline. Trascinata per lunghi corridoi, mi trovo alla fine sulla spiaggia tropicale che circonda casa sua, vicino a due ragazze che l’aspettano inginocchiate: si chiamano Sandrine e Fuu e sono due delle sue schiave. Parlano tutte tedesco, fra di loro, e la lingua per me incomprensibile aggiunge al senso di impotenza che mi attanaglia.

Isabel dice loro che io resterò lì per settimane, forse mesi. Le ragazze mi consigliano di avvertire gli amici più cari con un IM finché posso ancora farlo. Fuu si scollega poco dopo, mentre Sandrine viene legata, nuda, a quattro pali piantati sulla spiaggia. Isabel mi stringe di nuovo le manette e le cavigliere, annullando con un click ore di sforzi per allentarne la morsa, e mi blocca, impedendomi qualsiasi interazione. Poi lascia le mie chiavi sulle manette per allontanarsi, abbandonandomi legata a un guinzaglio che si direbbe attaccato alle parti intime di Sandrine. Evito di fare domande o di approfondire l’impressione.

Poi Isabel si scollega e io rimango a parlare con Sandrine. Per poco tempo, tuttavia, perché di lì a poco ricompare Tine. Scambia due chiacchiere di cortesia, ma sappiamo tutte e due cosa è venuta a cercare. Poco dopo, infatti, raccoglie le chiavi che Isabel le ha gentilmente lasciato sulle mie manette e mi trascina via al guinzaglio annunciando di avere intenzione di vendermi a una mia vecchia mistress per la misera cifra di 1 L$. Sparisce lasciandomi lì bendata, quindi mi manda un teletrasporto con destinazione misteriosa. Impossibilitata a fare altro, accetto. E a questo punto succedono un paio di cose impreviste.

58815bca5c223253f0c2ba99d8ec28c6.jpg Prima cosa: anche se sono bendata, la finestra di Second Life mi informa del luogo dove mi trovo. Tine mi ha teleportata a casa di Cerdita – proprio quella mia cara amica che qualche giorno fa ho vanamente tentato di trasformare in bane, e che ha una splendida villa sul mare, con una ricchissima collezione di gabbie e strumenti di restrizione. Cerdita è offline, o comunque altrove, però.

Seconda cosa: la casa di Cerdita ha anche lei un Orb di sicurezza come quello che Isabel aveva messo accanto alla mia cella… ma a quanto pare questo funziona benissimo. Il mio nome non è registrato fra quelli autorizzati e una voce minacciosa mi intima di andarmene entro 30 secondi. Non sono in grado di fare niente in quei pochi istanti, e poco dopo il meccanismo scatta implacabile. Mi ritrovo nel limbo dell’iperspazio, proiettata verso chissà dove. Legata mani e piedi, bendata e imbavagliata.

(Prossimamente: Incubo ad occhi aperti, bendati)