Tornata dalle vacanze, ancora in sospeso, poco o niente di nuovo da raccontare. Salvo un evento che non mi riguarda direttamente ma che mi ha turbata. E il rinnovo di un appello che avevo lanciato invano nei commenti al post precedente.
Saranno in pochissimi ad accorgersene, ma la foto qui sopra è già apparsa su questo blog qualche tempo fa. Mi sono però accorta che è la foto migliore che mi rimanga di Serenella Abruzzo, l’autrice del banesuit in cui sono rimasta intrappolata qualche tempo fa ma anche e soprattutto del bellissimo FreeZee – uno strumento che ti permette di trasformarti in statua e che è in grado di tenerti prigioniera come tale molto a lungo, a seconda dei settaggi e della fortuna.
Avevo conosciuto Serenella a Zhora. È stata il mio primo bane italiano, ed era riuscita a scontare la sua sentenza con un livello davvero minimo di violazioni – e nonostante questo ci aveva messo settimane e settimane a liberarsi, perché si collegava solo di rado. Aveva anche un bel blog, inizialmente scritto in inglese, poi da un certo momento in poi passato all’italiano.
Ma devo riformulare l’ultima frase. Di Serenella mi restano anche il ricordo di qualche chiacchierata e almeno due regali preziosi: il banesuit di cui dicevo sopra e una copia del FreeZee, che già ho utilizzato due o tre volte. Serenella stava lavorando a una versione che avrebbe consentito di utilizzare la statua non solo come strumento di self bondage, ma anche con una modalità owned capace di dare a una terza persona il controllo sullo strumento – e, potenzialmente, far sì che chi è divenuta statua sia costretta a rimanere tale fino a quando piaccia a chi ne ha il controllo. Mi ero offerta come disponibile ai test, sia come statua che, se necessario, come owner e non vedevo l’ora di cominciare.
La scomparsa di Serenella mi addolora come cliente delle sue invenzioni (uso l’espressione in modo affettuosamente ironico: era estremamente generosa e i suoi oggetti non erano in vendita ma venivano dati da lei in regalo a chi li desiderava), come aspirante betatester di oggetti straordinari e – soprattutto – come qualcuno che, pur non conoscendola ancora granché, pensava di avere il tempo di fare amicizia… e magari cominciare a imparare da lei qualcosina sui misteri dello scripting.
Serenella, so che questo blog lo leggevi e il solo modo che mi resta per comunicare con te è sperare che tu lo legga ancora questa volta. Sono sicura che tu abbia avuto i tuoi buoni motivi per sparire così all’improvviso e in maniera totale e non pretendo di ficcare il naso negli affari tuoi, tanto più che ci conoscevamo poco e da poco. Ma sappi che la tua sparizione è stata un piccolo shock e che non passa giorno senza che mi chieda che cosa ti è successo. E che sarei davvero felice di sapere, almeno, che non è accaduto nulla di grave. Se puoi, se vuoi, fammi sapere qualcosa. In mail, se per qualche motivo non vuoi che altri leggano. O, se non vuoi che nemmeno io possa scriverti direttamente, con un commento in calce a questo post – credo proprio che sia possibile scriverne anche anonimamente.
Serenella, se ci sei batti un colpo. Anche uno solo.
(Prossimamente: Riassunto delle puntate precedenti)