La testa ancora imprigionata nel casco di Serenella, la sentenza molto più che raddoppiata in seguito agli incidenti ben noti, ma il tempo che, piano piano, scorre. Anche grazie a qualche idea per mantenersi in allenamento.
Amo il mio Custodian. Ha sempre ragione, non ha scatti d’ira. È implacabile e giusto. Sa quello che va bene per me. Mi tiene prigioniera e mi impedisce ogni comunicazione: niente IM o notecards in entrata o in uscita, niente inventario. E ovviamente niente chat: posso rispondere solo con il biblico “sì, sì” e “no, no”, muovendo la testa, sempre che il mio interlocutore mi stia guardando in quel momento. E mi inchino se devo ringraziare o salutare. Applaudo per esprimere approvazione o ilarità. E posso indicare me stessa o gli altri. Ecco tutto. Qualcuno sa capirmi, altri mi ignorano o mi fanno domande a cui non sono in grado di rispondere.
Come ho fatto a chiedere qualcosa di così articolato? Beh, quando sei muta da giorni ti si aguzza l’ingegno. Mi sono accorta che KittyKat indossava il famigerato Evil Titler, uno script che con una frequenza di 5/10 minuti consente ai presenti di determinare una tag che tu sarai costretta a indossare, scrivendolo sul canale 20. Alla prima chance ho scritto una cosa del tipo “Win si scusa per avermi catturata pur non essendo in grado di offrire un RP decente a causa del suo banishment“, e poi, via via, ho cominciato a usare il titler per rivolgermi ai presenti. Una volta liberata, visto che continuavo a imporre a lei di portare su di sé questi quasi-fumetti destinati agli altri, la povera Kitty ha fatto apparire una scatola magica di sua creazione che visualizzava il testo da me scritto sul canale 30 e, in modo un po’ farraginoso, mi consentiva di farmi capire meglio.
Il metodo ha funzionato fino a quando Beverly Hultsch e Chloe Tomorrow hanno insinuato che la scatola fosse un imbroglio e convinto Kitty a togliermi il privilegio. Beverly ha pagato subito la sua intromissione: dopo aver eliminato la mia scatola delle parole, Kitty le ha fregato le chiavi e me le ha passate con una strizzata d’occhio, sibilando alla sua amica: “Adesso, Bev, goditi il piacere di essere fatta prigioniera di qualcuno che non può parlarti”.
E c’è Backbuttoned, che pur essendo stata rimossa da contatti (e conseguentemente dalla mappa) mi ha ritrovata nonostante tutto. E, ormai da giorni, sta pagando carissimi i cristalli che ha frantumato col suo sconsiderato intervento dell’altro giorno. Ormai ho capito di non potermi fidare di lei, ma mi sono anche resa conto della disperazione che l’ha spinta a fare quello che ha fatto l’altro giorno. E visto che non posso fare a meno di incontrarla, e che ho comunque bisogno di almeno una vittima per tacitare il mio Custodian, ho deciso che posso prendere con una sola fava due o tre piccioni. La tengo quindi ben incatenata sul patio, bloccandole environment, struggle e teletrasporto e, per la quasi totalità del tempo, tenendola strettamente imbavagliata in modo che non possa annegarmi di chiacchiere. Anche se, ogni tanto, le allento il bavaglio lasciando che parta coi suoi monologhi, a cui rispondo solo annuendo o scuotendo la testa. Sono certa che, in queste condizioni, non potrà più nuocere a nessuno – in particolare alle persone a cui tengo di più – e se non impara la lezione stavolta vuol dire che è veramente senza speranza.
L’ultima, gradita, visita che ho ricevuto ieri è stata Melinda Arnahan, che avevo incrociato fugacemente a Villa BDSM e poi a casa di New, e che, in visita sul patio, ha per un attimo lasciato scoperte le chiavi del suo collare. Sarebbe stato un peccato non approfittarne, e le ho subito messo il guinzaglio. Dopo di che, visto che Backbuttoned, nonostante la mia esplicita proibizione, si era rimessa a cercare di liberarsi dalle sue catene, ho passato le sue chiavi a Melinda incaricandola a gesti di farle da guardiana. La reazione di Back è stata quella che mi aspettavo: agitazione scomposta, insulti in IM alla povera Melinda, decine di IM bloccati per me (che, grazie al mio amabile Custodian, io non posso comunque leggere), moltiplicazione dei tentativi di struggle. Ma, dati i precedenti, ho deciso di essere assolutamente inflessibile: Back resterà legata sul patio fino a quando non mi sarà passata l’arrabbiatura e il dispiacere, e le sue chiavi resteranno a Melinda o a chiunque sarà nei paraggi quando lei farà ancora qualcosa per contrariarmi.
Chiudo questo post interlocutorio con due righe di ringraziamento per le persone buone che, nei commenti o con visite in-world, hanno partecipato con tanta sollecitudine ai drammi dei giorni scorsi. Ho ricevuto nei giorni scorsi una lunga lettera, bellissima e molto personale, e sento che, piano piano, sto ritrovando qualcosa di me stessa che avevo perduto. Non so quante ore mi restano, non so se il mio amato Custodian giudicherà di volermi tenere ancora con sé a lungo. Ma so che ora mi sento di nuovo desiderosa di conoscere gente nuova, di buttarmi il passato alle spalle – senza dimenticarlo, ma pronta a reinventare tutto da zero.
Visitando il blog di Spikey ho partecipato a una specie di scemo test per scoprire a quale pin-up assomigliavo. Giuro che non ho barato, e mi sono messa a saltare di gioia quando il risultato è stato quello che segue:
You Are Bettie Page |
You’re a famous beauty – with unique look And the people like you are cultish about it |
Cosa chiedere di meglio? Bettie Page, un mio idolo di sempre, forse la modella bondage più allegra di ogni tempo, innocente nella malizia e maliziosa nell’innocenza… con quegli occhi malandrini e vivaci, che sanno esprimere la paura della prigioniera e la durezza della carceriera, ma che non dimenticano mai di burlarsi di quello che per lei, anche nelle situazioni più imbarazzanti, è soprattutto un gioco.
Adesso ho voglia di giocare. Ecco. Ma continuo ad amare il mio Custodian – mio scudo e mio orizzonte, mia forza, mio padrone che costantemente mi sorveglia, controlla e protegge.