Nelle sim italiane sono ancora in pochi a conoscere e usare i prodotti della Real Restraints di Marine Kelley. Prima parte di una piccola guida di servizio per chi vuole saperne di più, con un accenno preliminare al Restrained Life Viewer.
Qualche anno fa circolava, nelle mailbox, l’annuncio più o meno umoristico di un terribile virus albanese per PC. Un virus che consisteva solo nel testo che segue:
In questa momenta voi avere ricevuto “virus albanese”.
Siccome noi nela Albania no ha esperienza di softuer e programmaziona, questo virus albanese funziona su principio di fiducia e cooperazione.
Allora, noi prega voi adesso cancela tutti i file di vostro ar disc e spedisce questo virus a tutti amici di vostra rubrica.
Grazia per fiducia e cooperazione.
Vivere un’esperienza del genere su Second Life non era facile, perché il sistema è studiato in modo da minimizzare il rischio che qualcuno possa imporre alcunché a qualcun altro. Era quindi necessario concordare passo per passo ogni comportamento. Così il dominante parlava e parlava e toccava al succube eseguire, eseguire, eseguire… indossando questo o quello, togliendosi questo o quello, mettendosi e poi restando ferma nella posizione richiesta. Ci voleva, insomma, molta buona volontà da parte della vittima – e a volte ce ne voleva davvero troppa per assaporare davvero il piacere della sottomissione. Poi Marine Kelley ha inventato le manette Real Restraints e tutto è cambiato, e di molto. Perché da quel momento è diventato possibile per chiunque prendere il controllo di qualcun altro, purché la potenziale vittima indossi un oggetto che sia stato reso Lockable.
Il Lockable System è uno script che permette di “bloccare” un oggetto sull’avatar di qualcun altro. Questo script è contenuto in tutti i prodotti della Real Restraints: manette, catene pesanti, cinture, corde shibari, bavaglio a pallina, benda per gli occhi – e ovviamente il casco del banesuit. In circolazione ne esistono ormai molte imitazioni, alcune ottime e altre decisamente non all’altezza. Io, per quel che mi riguarda, ho acquistato fin qui solo la roba di Marine, con una eccezione solo per il banesuit di Sable Janus (che è ottimo ma che, ovviamente, è un giocattolo rispetto alla esperienza offerta dal Banishment Program). Nelle righe che seguono mi limiterò a parlare di quello che conosco bene, riassumendo in breve quello che i Real Restraints sono in grado di fare – e soprattutto di far subire.
– Chi ha la chiave in quel momento
– Quante volte l’oggetto è stato staccato senza permesso
– Da quanto tempo l’oggetto è chiuso (solo se è chiuso)
– Il tempo che manca sul timer (solo quando è stato messo un timer)
– Il record di durata fino a quel momento
– Numero delle fughe: il totale delle volte che la persona ha saputo liberarsi dai legami
– Il record di velocità: il tempo più breve totalizzato per liberarsi
Va notato che se l’avatar che indossa l’oggetto può sempre cliccare per attivare il menu, gli altri devono trovarsi ad almeno 3 metri di distanza – questo per rendere la cosa più realistica ed evitare tele-furti di chiavi. Perché, ricordiamocelo, indossare questo tipo di legami è, di fatto, un invito al roleplay: quando qualcuno ti ruba le chiavi si considera, in effetti, che sia lui a metterti indosso quelle manette, corde o quant’altro. E infatti la maggior parte di questi oggetti sono progettati in modo da essere invisibili fino a quando qualcuno ci fa clic sopra. (Invisibili? chiederà qualcuno, e allora io come faccio a vederli? Risposta: cliccate ctrl+alt+T e abilitate gli oggetti trasparenti, che vi appariranno in rosso).
Il menu di base degli oggetti Lockable offre queste possibilità:
– Lock: chiude l’oggetto a chiave e inizia a contare il tempo. In genere a questo pulsante se ne affiancano altri che impongono all’avatar una determinata animazione, che consente a chi chiude il legame di costringere la vittima in determinate posizioni (mani davanti, mani dietro, gomiti liberi, gomiti serrati…)
– Unlock: apre l’oggetto liberando la vittima. E rimette a posto le chiavi, rendendole disponibili ai malintenzionati, come si è visto ad esempio in Win finisce in Gloria
– Take Keys: preleva le chiavi, impedendo a chiunque altro di manipolare l’oggetto. Se a prelevarle è chi indossa l’oggetto, beh, nessun altro può manipolarlo. Se le chiavi vengono rubate da qualcun altro, nessuno è in grado di prelevarle fino a quando non vengono restituite (a meno di effettuare un reset, che però azzera i tempi registrati e i record). Esiste però un modo con cui chi indossa le manette può recuperarle: chiuderle (mediante il pulsante Lock) e poi cercare di liberarsi dimenandosi e contorcendosi. Come sa chi ha letto il mio post sul Bondage Ordeal, tuttavia, può volerci parecchio tempo. Se le chiavi sono state prelevate da qualcun altro in precedenza, chi clicca sulle manette (o altro) si sentirà rispondere “Sorry, pincopallo, you can’t manipulate pallopinco’s handcuffs (o altro)“
– Leave Keys (accessibile solo a chi è attualmente in possesso delle chiavi): rimette le chiavi a posto consetendo a chiunque, nel raggio di 3 metri, di impadronirsene
– Reset: poco da spiegare, resetta l’oggetto e azzera tutto. Può farlo solo chi lo indossa, e in genere lo si considera un imbroglio! Per giunta, il reset annulla tutti gli eventuali record precedenti e quindi è un peccato eseguirlo, salvo che si tratti di un caso di emergenza
– No timer: azzera l’eventuale timer
– +30 mn: aggiunge 30 minuti (di prigionia online) al timer
– +3 h: aggiunge 3 ore al timer
– Tug, Squirm, Struggle, Examine (solo per chi indossa l’oggetto, quando questo è chiuso): consente, con molto impegno e parecchio tempo, al prigioniero di liberarsi. Nei miei mesi passati su Second Life sono diventata bravina a spiegare come si gioca, e in genere sono a disposizione per dare a chi lo desidera qualche lezione. Ma attenzione, perché la lezione prevede che lo studente mi conceda l’uso delle sue chiavi, e qualche volta potrebbe venirmi voglia di approfittarne.
E per schiavitù, se il (o la) dominante si mette a smanettare coi plugin, si intende una serie di restrizioni piuttosto serie. Ne parliamo in un prossimo post, d’accordo?
(Prossimamente: In balia di Belias)