Avvertenza: gli appunti che compaiono qui sotto sono stati scritti da Win in un raro momento di solitudine nei giorni più duri della sua prigionia. Ne ha consentito la pubblicazione chiedendo di specificare, qui all’inizio, che a differenza delle pagine di diario pubblicate nei due post precedenti, e quelle che seguiranno, questi erano appunti destinati a restare strettamente OOC e, quindi, che per nessun motivo avrebbe passato in-world, nè a Francesca e famiglia in caso di perquisizione, nè a eventuali visitatori che potessero aiutare Win o lanciare l’allarme al WCF.
Quarto giorno – 12 dicembre 2009
Oggi è il giorno dell’anniversario mio e di Jelena, e non posso celebrarlo con lei – prigioniera in-world di Francesca e dei suoi accoliti, e in RL del weekend, durante il quale non mi collego praticamente mai. Ma la mia situazione gravissima occupa quasi sempre una piccola parte dei miei pensieri in RL. Ero molto, molto turbata quando mi sono scollegata ieri. La sicurezza con cui Francesca mi raccontava di aver pianificato tutto, di avermi osservata a lungo, di essersi preparata a lungo per essere sicura di impadronirsi di me aveva qualcosa di ipnotico… mi faceva sentire come un coniglietto stretto nelle spire implacabili di un pitone, senza più nessuna speranza di salvezza. Una sensazione terrificante ma, lo confesso, anche profondamente eccitante: Francesca non aveva del tutto torto nel sostenere di essere una manifestazione di un mio desiderio – e la cosa che mi faceva venire le vertigini era rendermi conto di quanto, questo desiderio, fosse rimasto nascosto dentro di me per tutto questo tempo… Credevo che, nella nuova persona che sono diventata da quando conosco Andromeda, quella paura e desiderio del rapimento fosse ormai svanita – però, se dovevo dar retta alle sensazioni che provavo mentre Francesca assaporava il suo potere su di me, invece, forse era stata solo messa da parte.
E ho capito, o creduto di capire due o tre cose. Una, che per seducente che possa essere, per brevi momenti, il soccombere alla tentazione di arrendermi all’evidenza, non credo proprio che succederà mai che mi sottometta a qualcuno, nè Francesca nè altri. Tengo troppo alle persone a cui voglio bene per accettare di restarne lontana, e la minaccia di Francesca di impadronirsi di loro, anche se non ci credo nemmeno per un momento, mi fa infuriare al punto che mi sento pronta ad accettare qualsiasi tormento pur di non piegarmi. Anche se, nel breve periodo che oggi ho potuto passare online, Francesca mi ha tolto il guinzaglio dalle manette (da cui, ogni giorno, tento di fuggire: e che non ci sia riuscita è solo una questione di occasione e di tempi) e me l’ha attaccato al collare (di cui, a causa di chissà che maledetto plugin, non riesco nemmeno a raggiungere la serratura).
Ai tempi di Belias sostenevo di non avere limiti, ma avevo scoperto di averne anche io. Come tutti. Solo che non voglio ammetterlo, forse per lasciare ai miei interlocutori la possibilità di spingermi oltre. Però questo scarica su di loro tutto il peso delle loro decisioni. A costo, come è accaduto per Belias, che davvero ha saputo farmi sognare, di rovinare il rapporto con qualcuno a cui vuoi bene proprio mentre le dai quello che, hai saputo capire, sotto sotto desidera.
Consideravo Francesca un’amica, ho cercato di starle vicina nel momento difficile della sua separazione da Moltotaku Jewell, ho seguito alcune sue vicende da vicino e con partecipazione… e so che tutto quello che sta succedendo è in ultima analisi una manifestazione di affetto sconfinato. Posso aggiungere anche che, anche se non lo avrei mai confessato, una situazione come quella che sto vivendo sarebbe stata, una settimana fa, una fantasia emozionante. Ma so che adesso, quando la vedo, quando stringe i legami che mi trattengono in casa sua, sempre più spesso l’emozione si mischia con la rabbia, il desiderio di vendetta molto più che quello di fuga. Sento i primi sintomi di quella sensazione che mi portava, alla fine, a fare tutto quello che potevo per ferire Belias più profondamente possibile.
((Non pubblicherò queste parole scritte a caldo fino a quando questa storia non si sarà chiusa in qualche modo, naturalmente. Nemmeno se e quando sarò riuscita a far sapere a qualcuno dove mi trovo e chi mi tiene sotto chiave.))
Aggiunta a queste note prima di pubblicarle: avrei tante cose da dire in proposito e forse troverò le parole per dirle in futuro, ma qualcosa voglio buttarla giù qui. Rileggendo queste ultime righe ripenso a Mystique, che sognava una schiavitù permanente ma alla fine fuggiva sempre barando. E ripenso a me, che non baravo mai ma, proprio per questo, mi caricavo di un’energia negativa terribile, verso Jaron, verso Belias, e prima ancora verso Blackbear Babii, la mia primissima Mistress, nelle cui braccia mi ero gettata dopo che Mystique si era donata a Jaron. Lo so, voglio la classica botte piena con moglie ubriaca: essere rapita in modo serio ed efficace, senza via di scampo, senza poter barare, eppure restare libera – ma senza chiedere a nessuno di rapirmi e senza chiedere a nessuno di liberarmi. Impossibile, semplicemente. Nello scrivere le parole qui sopra, cominciavo a capire che da questa storia non avrei potuto uscire senza chiedere a Francesca di liberarmi – il che implicava guardarmi allo specchio e riconoscere, una volta per tutte, che di limiti io ne ho eccome e che sarebbe ora che invece di scaricarne il peso sugli altri mi decidessi ad affrontarli. Però ho deciso, come si legge nel brano fra parentesi che precede questo paragrafo, di reggere il gioco finché potevo farlo, per vedere se trovavo una onorevole via di uscita mediante RP che, in buona sostanza, mi fornisse un alibi per rinviare ancora una volta la necessità di dire, una buona volta, che diavolo volevo. Pronta, prima che i cattivi sentimenti che la mia carissima, affettuosa, talentuosa e audacissima rapitrice Francesca Miles sicuramente non si stava meritando, potessero cominciare davvero a compromettere il nostro rapporto, prima di tutto, e anche il piacere che anche lei e i membri della sua famiglia stavano traendo da questa avventura.