Win - La prigioniera di Second Life

In balia di Belias

L’improvviso voltafaccia di un’amica recente conferma che certe sub possono rivelarsi le più spietate fra le domme. E rischia di dare, al sottotitolo di questo blog, un significato molto più letterale.

In Romantico avventuriero (The Gunfighter, 1950), Gregory Peck interpreta Jimmy Ringo, un pistolero che comincia a sentire il peso degli anni ma che, soprattutto, è perseguitato dalla sua propria fama: la sua abilità con le pistole è così rinomata che tutti i giovani pistoleri cercano a ogni costo un’occasione per misurarsi con lui in un duello – per cercare così di affermare il proprio talento, e farsi conoscere.

Questo western di oltre mezzo secolo fa mi è tornato in mente l’altro giorno, durante una chiacchierata a Villa BDSM con Cielo, Gloria e altri, fra cui Belias Rubble. Da qualche tempo, Cielo insiste nell’idea malsana vendermi come schiava, asserendo di aver ricevuto offerte dell’altro mondo da aspiranti acquirenti particolarmente spendaccioni. A quanto ho capito, le offerte sarebbero arrivate a 12.000 L$ per una settimana, ma Cielo è convinto che ci vorrebbe pochissimo per arrivare a 20.000 – solo che io non ho alcuna intenzione di mettermi in vendita, nè tantomeno di regalare le mie chiavi a Cielo perché lui o Gloria possano approfittarsene. Come è noto, Gloria ha avuto per qualche tempo il controllo delle mie manette, ma per fortuna sono riuscita a recuperarle prima che le venisse in mente di mettermi all’asta allo Slave Market.

Nella chiacchierata cui accennavo, Cielo sognava ad occhi aperti di riacchiapparmi, per mettermi in vendita, e io esprimevo stupore su come certa gente spreca il proprio denaro. E Cielo ha esclamato: “Winth, ma tu sei un mito su sl. Molti master ti vorrebbero…” Qui è intervenuta Gloria, facendomi i complimenti per il blog, e Cielo ha commentato: “È un po’ come andare a letto con una diva di Holliwood… ti senti un divo anche tu. La gente si venderebbe un braccio per una roba del genere”. È qui che, a parte il piacere per i complimenti, mi sono resa conto che il mio esperimento comincia ad avere effetti interessanti. Oltre al tentativo di registrare le mie avventure in un diario, per cercare di capire cosa mi spinga a certe esperienze, la mia idea nell’aprire il blog era anche quella di creare un po’ di interscambio fra lettori e frequentatori di Second Life – in modo da vedere cosa succede quando abbatti la soglia fra chi scrive e chi legge.

Il rapporto fra chi scrive qualcosa (che sia un romanzo, un articolo o un blog) è essenzialmente a senso unico: da uno a molti, dall’autore al lettore, senza la possibilità di un’interazione vera, perché tutt’al più potrà succedere che il lettore scriva all’autore per esprimergli critiche o complimenti, o per chiedere maggiori dettagli su questo o quell’argomento. Lo stesso avviene con la televisione, in cui allo spettatore non è concesso che uno sguardo passivo, con una libertà di scelta che si limita al cambiare canale o a spegnere l’apparecchio. O al limite a quelle forme semitruffaldine di partecipazione che si hanno in molti reality show, dove il pubblico è chiamato a votare sull’eliminazione di questo o di quello inviando SMS (per giunta a prezzi piuttosto elevati) a un numero prestabilito, e aspettando i risultati del sondaggio a cui ha partecipato.

Su Second Life le cose possono cambiare, e di molto, perché chi legge un blog su quello che vi accade è solo a pochissimi clic di distanza dal poter entrare nel metaverso con un proprio avatar e, volendo, interagire direttamente con chi il blog lo scrive… con la possibilità di diventarne a sua volta uno dei protagonisti, e partecipare in modo più o meno penetrante ai contenuti dei prossimi post. È successo con il signor Garrigus (che si è spinto, qualche tempo fa, a rapire una ragazza che io avevo estemporaneamente catturato tentando di usarla per attirarmi nuovamente nel suo dungeon – cosa che non è accaduta forse solo perché in quei giorni ero bloccata da qualche altro impegno in-world), è successo con Pedro Gibbs. E, in misura leggermente diversa, è successo con Belias Rubble.

In realtà Belias l’ho conosciuta a Stonehaven prima che diventasse lettrice di questo blog. L’avevo notata per il suo bazzicare, di preferenza, le sim anglofone (nonostante la sua padronanza della lingua lasci ancora un po’ a desiderare), a causa della difficoltà di trovare interlocutori interessanti, ma ci è capitato di rado di giocare insieme, più che altro in quanto lei si è sempre dichiarata proprietà privata di Happytimes Dawes (che ben di rado le dà il permesso, credo, di lasciare le sue chiavi a disposizione di qualcun altro). Dopo aver scoperto queste pagine, più volte Belias mi ha fatto complimenti su questo o quel post, facendomi addirittura arrossire con espressioni affettuose di ammirazione che in qualche caso non si limitavano al blog, ma anche al mio modo di vivere la mia Seconda Vita.

Poi, l’altro giorno, mentre con Moondog Merlin esploravo una struttura vagamente fantascientifica vicino a un luogo che mi è caro perché mi ci incontravo spesso con Samy80, Belias è comparsa un po’ all’improvviso nei paraggi e, dopo pochi veloci convenevoli, ha provato a cliccare sulle mie manette. Da tempo, in quanto amica, l’avevo aggiunta alla lista selezionatissima dei Friends autorizzati a rubarmi le chiavi, sicché lei se l’è trovate in mano. In pochi secondi mi ha rubato anche quelle delle cavigliere e del bavaglio e, prima che Moondog (che si trovava in una stanza vicina) potesse raggiungerci e intervenire, mi ha ammanettata strettamente.

Mi sono resa conto subito di essere in guai molto seri. Non prima di quella mattina, Belias mi aveva mandato un IM perché aveva catturato Cerdita e si trovava alle prese con un momentaneo vuoto di ispirazione su cosa farle – un indice evidente dell’ansia da prestazione che a volte coglie una sub che sta comportandosi da Mistress, e che anche io ho provato in passato (con Bunny e con la stessa Cerdita) quando mi è successo di rapire qualcuno senza avere veramente voglia di occuparmene. Per giunta, qualche giorno prima, quando ero riuscita a sfuggire a Gloria, Belias mi aveva scritto di essere stata un po’ delusa dall’inesperienza della mia catturatrice. Abbastanza prevedibile che, a questo punto, fosse determinata a fare di meglio. E infatti Belias ha subito dichiarato a Moondog che io da quel momento sarei stata il suo giocattolo e che potevo dire addio alla mia libertà per un bel pezzo.

Quando Moondog si è dovuta scollegare, la prima mossa di Belias è stata degna di uno dei giovani pistoleri nel film con Gregory Peck, ossia chiamare a raccolta un po’ di gente perché fosse testimone del suo acchiappo. Dopo pochi istanti, nel luogo dove ci trovavamo si sono avvicendati Montgomery Forcella, Pedro, Gloria, Cielo e altri frequentatori di Villa BDSM, mentre la mia catturatrice ed ex amica faceva la ruota mostrando a tutti la sua preda. Cielo ha subito buttato lì l’idea di portarmi allo Slave Market della Villa, e Belias ha detto che per il momento non intendeva farlo ma che quando si fosse stufata di me mi avrebbe messa all’asta lì per fare qualche soldo. E poi mi ha effettivamente trasportata nel prato della land di Cielo e Gloria, ricordandosi di controllare ogni poco i miei legami, per assicurarsi che io non potessi scappare.

Quella sera ho dovuto scollegarmi, ma la mattina dopo Belias mi ha raggiunta poco dopo che mi ero ricollegata – sempre vanificando come prima mossa tutti i miei tentativi di liberarmi dai legami in sua assenza – e ha cominciato a entrare nel vivo di quelli che sembrano i suoi piani nei miei confronti, senza più dare alcun segno di mancanza di ispirazione. Nel corso della giornata è riuscita a farmi passare praticamente tutto quello che mi aveva fatto subire Cerdita, al punto da farmi sospettare che stesse usando come guida il mio post dell’altro giorno: la pulizia delle scarpe, l’umiliazione di bere acqua da una ciotola per cani, il blocco dell’interazione, l’obbligo di stare sempre in ginocchio in sua presenza e chiamarla in un certo modo… il tutto, però, con una sfumatura di sadismo leggermente più intensa: qualche sberla, l’imposizione di mangiare un hamburger dopo che lei l’ha calpestato spiaccicandolo nell’erba, la minaccia di farmi diventare succube di Backbuttoned Bian, un’altra sua prigioniera (che a quanto ho capito Belias ha sfilato senza difficoltà dalle mani forse malferme di Pedro).

Di tutte queste cose, quello che sento di più sono le nuove regole. Belias è stata molto chiara con me: devo sempre rivolgermi a lei chiamandola Miss (non so perché, visto che parliamo italiano, ma non sono nella posizione di discutere), devo restare sempre in ginocchio in sua presenza (e anche qui nulla di nuovo rispetto a quanto impostomi da Cerdita, anche se Belias a volte pretende che io l’attenda in ginocchio anche quando lei non c’è – e si serve di Gloria per farle la spia nel caso io non obbedissi). E soprattutto devo sempre salutarla non appena la vedo comparire online. Sembra una sciocchezza, sembra un dettaglio. Ma posso assicurare che non lo è: è un amo acuminato che mi infilza nel profondo dell’animo e dal quale, al momento, non saprei proprio come divincolarmi.

(Prossimamente: Un fiore rosso per Win)

In balia di Beliasultima modifica: 2008-05-20T00:35:00+02:00da
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