Sorprendente quanta gente non legge il tuo profilo prima di contattarti, anche quando hai una scritta sospesa che chiede di farlo. Ma ora sono in condizioni tali che chi non lo fa rischia di scontrarsi su un muro di silenzio. E anche chi lo fa, ad essere sinceri.
Detesto i tira e molla. Credo che alcune decisioni importanti vadano prese di getto, sull’impulso del momento, senza guardarsi indietro. Ed è quello che ho fatto ieri mattina, rimuovendo dai contatti alcune persone a me molto care ma che, in parte senza rendersene conto, rendevano la mia Seconda Vita una sofferenza. E ad almeno una delle quali anche io, a quanto mi ha detto l’altra, stavo indirettamente provocando, senza volerlo, molto dolore. Ho capito l’antifona, ho preso la decisione, ho abbracciato la mia interlocutrice, mi sono teleportata altrove. E ho rimosso i nomi in fretta, prima di poterci ripensare, come quando ci si tuffa da un trampolino troppo alto cercando prima di non guardare quanto lontana è l’acqua.
Lunedì mattina, come le avevo promesso, l’ho fatta uscire dalla cella, le ho restituito i canali di comunicazione e le ho concesso di tornarsene a spasso. Senza tuttavia liberarla – anzi, mi sono assicurata che tutte le sue catene siano ben sicure e le impediscano di cacciarsi nei guai. Devo riconoscere che, dopo qualche incertezza, ora si sta comportando bene – sembra già un’altra persona rispetto a un paio di settimane fa, quando non c’era verso di farla stare ferma cinque minuti, o di farle capire che cercare di slegarsi in presenza di chi ti ha legata è solo una perdita di tempo, per giunta irritante per i presenti. Ma devo ancora capire se è pronta per poter tornare a prendere decisioni in autonomia e per il momento le sto dietro con la funzione SPY del suo collare, in modo da assicurarmi che non faccia sciocchezze.
A parte Back, il giorno si è srotolato in modo tranquillo, col mio cuore che, se non pacificato, almeno sembra essere stato imbavagliato dalla mia decisione della mattina. Ho avuto modo di fare due chiacchiere in IM con Rossella, che non sentivo da qualche giorno, di passare parecchio tempo con Samy80, e perfino di accettare finalmente l’invito di New Vita, che ha mostrato a me e Backbuttoned, e alla sua ospite Melinda Arnahan, il megaschermo con cui nella sua skybox può vedere i filmati di YouTube. Non ho scattato foto, laggiù, ma visto che ne parlo aggiungo a questa pagina due dei filmati che ho proposto io alla visione collettiva: prima di tutto un brano del bellissimo The Collector, che William Wyler trasse nel 1965 da uno stupendo romanzo di John Fowles – una storia straziante di ossessione e di bondage che, non certo per caso, non affiora mai nella programmazione televisiva.
E poi una scenetta da un pregevole episodio di una vecchia serie TV di Dario Argento, l’avvincente Il vicino di casa di Luigi Cozzi, con una Laura Belli impegnata in attività abbastanza simili a quelle praticate dai frequentatori di Stonehaven. New, che pure a suo tempo si era approfittato di un mio momento di distrazione (dalle cui conseguenze mi aveva salvata solo l’intervento di Valentine) devo ringraziarlo oggi due volte: non solo per l’ospitalità ma anche per l’orecchio attento e comprensivo con cui ha ascoltato i miei sfoghi. E per il libro di Gibran che mi ha fatto avere suggerendo che provassi a rivolgermi alle sue pagine per trovare conforto.
L’altra persona con cui ho avuto modo di sfogarmi parlando è stata, stamattina, Spikeheel Starr. Tra cuori spezzati ci si riconosce all’odore, a quanto pare, perché solo dopo aver passato parecchio tempo a chiacchierare abbiamo scoperto di avere entrambe storie abbastanza simili alle spalle. Se non che è stata proprio Spikey a spingermi, inavvertitamente, a cacciarmi in un guaio molto più grosso di quello che avrei mai immaginato. Perché ci siamo messe a parlare di bane.
Le istruzioni di Serenella erano molto scarne: dicevano solo che una volta chiuso, il casco non si apre fino a quando la sentenza non è stata scontata. Ho chiesto a Spikey di provare a cliccarlo lei per vedere se avrebbe avuto una chiave o qualcosa di simile, ma niente. Solo io potevo prendere la decisione, e tutto quello che potevo fare era scegliere, in un menu blu, fra due pulsanti: “Engage” e “Ignore“. Ho preso fiato e ho cliccato “Engage“. E mi sono trovata di nuovo a precipitare nel vuoto, verso acque stavolte gelide. Uno scatto, poi una voce fredda. Interrotta, ogni tanto, da quella di una Spike presa dal panico – ameno fino a quando il Custodian non ha deciso di punirmi, distorcendola al di là di ogni intelligibilità.
[2008/07/22 0:37] Custodian: Custodian Attivo
[2008/07/22 0:37] Custodian: Fai attenzione, B-1000. Ti verrà detto una volta soltanto
[2008/07/22 0:37] Custodian: Poiché sei messa al bando…
[2008/07/22 0:37] Custodian: Non ti è permesso entrare in alcuna struttura pubblica o privata.
[2008/07/22 0:37] Spikeheel Starr: …
[2008/07/22 0:37] Comm: [Spikeheel Starr] ci sei, win?
[2008/07/22 0:37] Custodian: Ti è permesso entrare solo nelle Maintenance stations.
[2008/07/22 0:37] Custodian: Non puoi sconfinare su proprietà privata.
[2008/07/22 0:37] Custodian: Non puoi rubare o vandalizzare proprietà pubblica o privata.
[2008/07/22 0:37] Custodian: Non puoi usare utensili di alcun genere.
[2008/07/22 0:37] Custodian: Non puoi indossare abiti o gioielleria.
[2008/07/22 0:37] Custodian: Spikeheel Starr ha toccato il tu casco, B-1000
[2008/07/22 0:38] Custodian: Non puoi tentare di comunicare coi Cittadini.
[2008/07/22 0:38] Custodian: Non puoi avvicinarti troppo agli altri bane.
[2008/07/22 0:38] Custodian: Non puoi avvicinarti troppo a gruppi di Cittadini.
[2008/07/22 0:38] Custodian: Non puoi teleportarti troppo spesso.
[2008/07/22 0:38] Custodian: Non puoi restare senza cittadini intorno a te.
[2008/07/22 0:38] Custodian: Non puoi restare troppo a lungo nello stesso luogo.
[2008/07/22 0:38] Spikeheel Starr: …
[2008/07/22 0:38] Comm: [Spikeheel Starr] porca vacca
[2008/07/22 0:38] Custodian: Non puoi correre.
[2008/07/22 0:38] Custodian: Non puoi volare.
[2008/07/22 0:38] Spikeheel Starr: …
[2008/07/22 0:38] Comm: [Spikeheel Starr] 12 ore di sentenza, Win
[2008/07/22 0:38] Custodian: Le Violazioni Saranno Punite.
[2008/07/22 0:38] You: …
[2008/07/22 0:38] Custodian: Protocolli di default avviati.
[2008/07/22 0:38] Custodian: Attenzione. Un altro bane entro 10 m.
[2008/07/22 0:38] Custodian: Violazione di Protocollo. Troppo vicino a un altro bane.
Per un po’ di tempo sono completamente cieca, non posso muovere le gambe e non sento assolutamente nulla. Cielo mi si avvicina, penso che cerchi di salutarmi, ma non lo sento nè posso rispondere. Qualsiasi emote viene sanzionato immediatamente dal Custodian implacabile di Serenella. E tutto quel che posso fare è ricorrere ai più inoffensivi dei gesti che ho disposizione: indicare le persone, inchinarmi, fare sì o no con la testa. Ma già se provo a salutare (col comando /wave) il Custodian si altera, perché al gesto il sistema abbina in automatico la frase “Goodbye“, e mi accusa (non proprio ingiustamente) di un tentativo di comunicazione. Poi, se riesco a evitare di commettere violazioni abbastanza a lungo, piano piano recupero parte delle mie facoltà. Dal buio, ottengo di nuovo immagini distorte, poi scure ma nitide e, infine e se riesco a comportarmi bene, addirittura normali. E lo stesso accade per la chat che diventa progressivamente più comprensibile. Ecco ad esempio quello che mi ha detto la Bravin, intorno alla quale ho continato a ronzare silenziosa durante la mia lunga visita a Villa BDSM:
[7:02] Comm: [Lorella Bravin] Win zpari hwa lo non voglia cera il bana a lubro
[7:02] Comm: [Lorella Bravin] perche ci xancwerai
[7:04] Comm: [Lorella Bravin] bob è ballo vaderli cosi sau?
Come ben spiega Serenella, è una intelligenza artificiale, fredda e invincibile. È spietato ma, a suo modo, giusto. E non è in grado di ferirmi, perché non vuole farlo: è solo un programma, che fa il suo lavoro e che non è in grado di manipolare le mie emozioni. Forse è di questo che ho bisogno, in questo momento? Non lo so di per certo, ma so che questa cosa non l’avevo pianificata, e che adesso, comunque, non ho scelta.