Visite in cella

Su Second Life, l’espressione “Per sempre” di rado va presa alla lettera. E qualche volta il discorso vale anche per l’espressione “Isolamento”, anche quando ci sono sistemi di sicurezza attivati.

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Il sole sorge ogni sei ore, su Second Life, ma in una cella come quella dove Isabel mi ha chiusa è difficile rendersene conto. Da quando la mia aguzzina si è scollegata non ho fatto altro che cercare di liberarmi dalle manette – ma con risultati non entusiasmanti. Ho esaurito le forze molto più presto del solito e alla fine del primo round di lotta con i miei legami non ero nemmeno a metà strada. Mi sono resa conto che con ogni probabilità non avrei fatto in tempo a liberarmi prima che Isabel si ricollegasse… e tuttavia, nella speranza di riacquistare le energie per qualche nuovo, disperato, tentativo, sono rimasta online a lungo, a guardare le sbarre della cella. Sperando che passasse qualcuno, in questa SIM enorme e ancora in parte da costruire.

Prima di lasciarmi, Isabel aveva attivato un Orb di sicurezza in cui erano registrati solo il suo e il mio nome. Chiunque altro si fosse avvicinato nel raggio di 30 metri sarebbe stato immediatamente individuato e avrebbe ricevuto l’ordine di teleportarsi lontano entro 6 secondi, pena l’immediato eiettamento dalla SIM. Questo, mi ha spiegato Isabel, perché non mi venga la tentazione di chiamare qualche amichetta che ha la mia Real Key (la chiave passepartout che permette a chi la detiene di aprirti le manette anche se chi ti ha legata si è portata via le chiavi regolari). Io non l’avrei fatto mai: lo ritengo un mezzo da usare solo in casi di vita o di morte, ma Isabel mi ha rimbeccato che ora, comunque, non avrei potuto farlo nemmeno se avessi cambiato idea. Ero chiusa lì da ore quando ho sentito i passi lontani di Michele, una amica di Isabel… dopo di che l’Orb si è attivato e l’ha costretta ad allontanarsi.

Quando si resta online a lungo finisce quasi sempre che gli amici ti vengono a cercare. Dopo un po’ di tempo ho cominciato a ricevere una serie di IM da questo e da quello. Avendo il bavaglio, mi era impossibile rispondere in modo intelligibile. Gli unici IM che posso spedire quando sono imbavagliata sono questi:

WinthorpeFoghorn Zinnemann: *** IM blocked by sender’s viewer

Ma l’animo umano è nato per comunicare, e ci sono modi per farsi capire ugualmente. Basta un interlocutore abbastanza intelligente da bypassare le limitazioni e fare le domande giuste Io uso un IM bloccato per dire sì, due IM bloccati per dire no… tre quando non posso rispondere in modo binario… oppure per chiedere attenzione e aiuto.

c683153306b5b5418e4dd464aeaa650e.jpg4a5c721e0702ea2ca2e742fec91c358a.jpg Per giunta, quasi tutti i miei amici (almeno quelli che sanno che zone malfamate di Second Life frequento abitualmente) sono in grado di scoprire dove mi trovo sulla mappa globale, e possono quindi raggiungermi autonomamente. Ed ecco perché, pur essendo in una cella ben nascosta, a un certo punto davanti a me si è materializzata Samy80. L’Orb di sicurezza è scattato all’istante minacciando di eiettarla entro 6 secondi… ma Samy è un tipo testardo e non si è allontanata, scoprendo così che l’allarme era solo chiacchiere e distintivo – e che, a parte rompere le scatole coi suoi ammonimenti, non era in grado di allontanarla. Abbiamo potuto quindi quantomeno salutarci… poi, più che l’allarme poté il fracasso: esasperata dall’insistenza dei messaggi di avviso, la mia amica ha abbozzato e se n’è andata, lasciandomi di nuovo nel buio.

Per poco, per fortuna, perché l’isolamento è stato violato poco dopo da qualcun altro. Forrest Shostakovich l’ho conosciuta ai tempi in cui facevo la ballerina a House Nishi, campando di mance. Sempre elegantissima, sembrava apprezzare il mio numero di pole dancing soprattutto dopo aver notato che io, dal palco, occhieggiavo le sue manette. Credo di essere stata io, all’epoca, a descriverle le cinture Real Restraint come strumento di costrizione particolarmente sexy – e ricordo che era andata subito a comprarsele. Approfittando della scarsa affluenza di clienti nel club, l’avevo subito incaprettata accanto alle poltrone, assicurandomi almeno una spettatrice attenta – e il trattamento era stato da lei apprezzato abbastanza da indurla a tornare varie volte, e anche a lasciarmi una piccola mancia. In seguito, incontrandoci in zone dove io non fossi professionalmente tenuta a un rispetto almeno verbale nei suoi confronti, siamo diventate buone compagne di giochi – e Forrest ha rivelato di ritenere il bondage soprattutto un buon sussidio ad attività, diciamo, più intense e diversamente piacevoli. Mi è capitato di trovarmela accanto all’improvviso, con una mano maliziosa sulle manette e l’altra non diciamo dove… e il gioco è spesso reciprocato.

Non ci si vedeva da tempo, perché è stata via un paio di settimane e io, come ben sai, sono stata poco in circolazione di recente, così è venuta a vedere come stavo offrendosi di salvarmi con la mia Real Key, di cui lei ha una copia. Ho declinato perché non si tratta di un’emergenza, e lei ha storto il naso lamentandosi: “Ma è tanto tempo che non posso giocare con Win”. Quando ho ammirato il suo vestito mi ha subito detto: “L’ho comprato ieri! È un vestito nuovo e nessuno mi ci ha ancora legata – e non mi ci potrai legare finché non esci!” Come non sciogliersi davanti a tanto candore? Eppure l’uso della Real Key per me resta un tabù quando il rapimento è stato compiuto con stile. A malincuore, ma ho dovuto scuotere la testa, promettendo che le salterò addosso, ovunque sia, la prima volta che sarò libera e la vedrò online.

dc261a0193050fc4efff19e3e179a6ba.jpg Durante la notte, Isabel deve essersi resa conto che l’Orb si era scassato e deve averlo rimosso, così la mattina dopo ho ricevuto un paio altre visite, stavolta non funestate dagli allarmi. Il primo è stato Santana Thibedeau, che non ha mai un dollaro in tasca ma è sempre elegantemente vestito in giacca e cravatta (e a volte, come oggi, è munito di sigaro). Anche a Santana piace essere catturato ma non è di quei sub lagnosi che praticamente ti si buttano addosso quasi implorandoti di legarli: è, invece, discreto e gentile, a volte vulnerabile e a volte improvvisamente birichino e aggressivo. Possiede solo un paio di manette, donategli da un’amica e da me accessoriate (con un minimo investimento di 50 L$) del plugin Lock Key creato dalla mia attuale carceriera, e di cui ho detto nel post di ieri. Da quando gli ho comprato questo piccolo script, capita spesso che Santana non sia in grado di venirmi a trovare – soprattutto visto che Mudlark e Mini (due amiche di cui parlerò senza dubbio in futuro) amano prenderlo di mira.

Più o meno insieme a Santana è capitata anche la dolce Moss, compagna dei giorni di banishment, Trainer del Bondage Team, compagna della script-genius Chriss Rosca che sta finendo di preparare per lei un pozzo profondo, completamente a prova di fuga. Lei non vede l’ora di provarlo, ovviamente.

Quando i miei amici mi salutano, dopo aver scattato qualche foto ricordo, mi rendo conto che la mia lotta contro i legami non sta andando bene, per niente. Altro che pozzo inviolabile, mi sa tanto che quando Isabel torna online mi trova ancora qui legata ad aspettarla. Si ricorderà del collare o diceva tanto per dire?

(prossimamente: Le schiave di Isabel Schulze)

Visite in cellaultima modifica: 2008-03-28T18:15:00+01:00da winthorpe
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