Belias non c’è

Sono libera. Lo so che non dovrei spararmi questa notizia nell’occhiello, se ci tengo a mantenere qualche lettore. Ma devo dirlo subito: sono libera ormai da diverse ore – e con più accezioni di quanto non mi sarei aspettata. Fra esaltazione e un filo, sottile, di rimpianto.

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Chi legge con attenzione persino i commenti di questo blog potrebbe aver inarcato un sopracciglio curioso nel leggere una frase sibillina di New Vita (“Vedo che sorvoli su quanto attiene alla tua permanenza nel dungeon… So che avete apprezzato.. io anche“) che maliziosamente mi accusa di aver sorvolato, nel post Il gioco di Belias, su qualcosa di cui è stato indiscreto testimone (e, sospetto, anche paparazzo). Nessuna omissione, in realtà: semplicemente, non avevo altro da dire in quel momento. E questo diario online è già fin troppo prolisso, senza che io debba sentirmi obbligata a riportare tutto, ma proprio tutto quello che mi succede. In realtà l’episodio a cui allude lo spione si differenziava, da quanto accaduto il giorno prima, solo per il fatto che per la prima volta Belias ha deciso di portarmi in qualche posto dove potessimo trovarci completamente sole e indisturbate, nel dungeon della sua Miss, Happytimes Dawes (provvidenzialmente assente, anche se un paio di volte ha fatto capolino, per poi allontanarsi con la rapida e silenziosa discrezione della perfetta padrona di casa).

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I dettagli di quella breve visita non riguardano che Belias e me (ed, eventualmente, New – per fortuna nessuna rivista scandalistica avrebbe il benché minimo interesse per le foto che sostiene di averci scattato col suo teleobiettivo). Certo, un dungeon privato e chiuso al pubblico non è esattamente come il prato di Villa BDSM, che pure ne vede quotidianamente di cotte e di crude. In quei momenti sapevo che nessun amico poteva venirmi a trovare, a meno che Happytimes non autorizzasse la visita aggiungendo il nome alla white list dell’Orb di sicurezza… e fin dal primo momento, Belias aveva deciso di negarmi qualsiasi indumento, sicuramente per indulgere alla sua malsana abitudine di passare il dito sulle ferite inferte a suo tempo dalla sua frusta. Con polsi e caviglie stretti dalle manette, imbavagliata e bendata, sono a lungo rimasta agganciata a un anello invisibile, in una cella completamente buia. Quando Belias mi ha tirata fuori, togliendomi benda e bavaglio e facendomi capire con dolce fermezza perché aveva deciso di liberarmi la bocca, mi è parsa quasi una liberazione. E anche questa volta – anzi, questa volta più che quella precedente – quello che è successo subito dopo è stato lontanissimo da quello che cerco o credo di cercare… e anche travolgente, un po’ spaventoso, tenero brevissimo e interminabile, marchiato a fuoco nella memoria. Nella mia, almeno.

2be39289c97e6a84d7d938777b10ddc1.jpg369f5178079b44392b3a4a67e4c0e95d.jpg Una volta ripreso fiato, mi illudevo di essermi resa – se non necessaria – almeno un po’ più preziosa, invece Belias è tornata a parlare dell’idea di vendermi. C’è mancato poco che facesse l’affare la sua amichetta Faerie Nitely (che voleva mettermi in una macchina infernale capace di plastificarmi facendo di me una specie di Barbie)… ma alla fine l’affare è sfumato, e Belias mi ha riportata a Villa BDSM con l’idea di chiudere finalmente l’accordo con quei fantomatici acquirenti spesso vagheggiati dall’avido Cielo. Però, vuoi perché a quell’ora questi ipotetici clienti non erano online, vuoi perché forse forse Belias davvero non se l’è sentita, la giornata si è conclusa con me di nuovo sulla solita croce, ad aspettare le periodiche visite della mia catturatrice, e a salutare con gratitudine i visitatori disposti a fare un po’ di conversazione. Visitatori fra i quali voglio citare Luigi Numanox, che avevo già notato come frequentatore discreto e silenzioso della Villa, e che mi si è avvicinato, al termine di una mia intensa sessione di IM con Belias, per affrontare con una cortesia fuori dal comune qualche discorso personale. Vorrei riportare solo un piccolo estratto del nostro dialogo:

[4:49]  Luigi Numanox: ti và di fare due chiacchiere wint o sei sempre in im
[4:49] Win: No, sono libera adesso, per qualche minuto… si fa per dire…
[4:49]  Luigi Numanox: mi piacerebbe conoscerti meglio… mi interessa la tua personalità
[4:50]  Win inarca un sopracciglio: “Non la conosco molto bene, quella personalita’, Luigi”
[4:51]  Luigi Numanox: o nn vuoi conoscerla……..
[4:51]  Win: Non so… vivo le mie avventure e mi osservo, cercando di capirmi… è per quello che le annoto in un diario…
[4:52]  Luigi Numanox: sdoppiamento della personalità…………..
[4:52]  Win: Non credo si tratti di questo, Luigi… Diciamo che annoto quello che mi succede – non solo fisicamente ma anche nella mia testa e nel mio cuore – e poi a posteriori cerco di ragionarci sopra. Per quanto mi e’ possibile…
[4:52]  Luigi Numanox: ti osservi dal di fuori cercando di capirti… osservandoti dall’esterno…  eliminando il coinvolgimento… un’analisi il piu’ fredda possibile
[4:54]  Win scuote la testa sorridendo: “Oh, la mia Second Life mi coinvolge eccome, Luigi”
[4:54]  Luigi Numanox: non intendevo quello. :-) Che sei coinvolta in SL è chiaro… forse piu’ di tutti noi messi insieme
[4:55]  Win: Hmmm… forse dovrei dire che non cerco una relazione, su SL… perché nella mia vita reale ne vivo già una che mi piace molto… E quindi il coinvolgimento resta sempre un po’ giocoso… mi affascina il ruolo, mi affascina il fantastico, quello che nella vita reale non c’e’ perche’ ci sono le limitazioni fisiche…
[4:55]  Luigi Numanox: parlavo della situazione corrente nella quale sei
[4:56]  Win: Eh… infatti non riesco ancora a scriverne. O quasi
[4:56]  Luigi Numanox: ti osservi dall’esterno e poi ti analizzi nel modo piu’ scientifico oserei dire
[4:56]  Win: Mmm… magari, Luigi… Invece, non mi capisco, in questi giorni… sono combattuta fra pulsioni diverse…
[4:57]  Luigi Numanox: tipo?
[4:57]  Win: L’altro giorno ero quasi fuggita e invece mi sono praticamente lasciata ricatturare da Belias… Mi mancava solo un colpo per togliere le manette… avrei potuto collegarmi apposta di notte, per slegarmi… invece mi sono connessa sapendo bene che a quell’ora Belias era sicuramente online
[4:58]  Luigi Numanox: interessante……..
[4:58]  Win: Eppure voglio scappare, voglio andarmene, non ne posso piu’ di stare su questa croce, di non vedere i miei amici a Stonehaven… di occuparmi dei banes, del mio moneypig
[4:59]  Luigi Numanox: ti interessa di piu’ la sfida con Bellas… Sapevi di aver vinto… e allora ripeti la sfida
[5:01]  Win: Non so se sia una sfida… o qualcos’altro, Luigi. Chiunque puo’ scappare dalle manette se si impegna abbastanza… se vuole davvero andarsene… chiunque! E… no… credo che sia stata Belias a vincere qualcosa… in una gara che non sapevo stessimo combattendo
[5:02]  Win: Diciamo che una cosa del genere mi era successa solo un’altra volta, prima, Luigi. Ho la sensazione, Luigi, che Belias mi abbia messo addosso qualcosa che tiene… piu’ delle manette, forse…
[5:05]  Win: …e forse, quando ho… quando non ho fatto TUTTO il possibile per scappare… forse era un modo per dirglielo…

Perché, allora, adesso sono libera? Sarei ingiusta se volessi insinuare che Belias non ha saputo capire. Tutto il contrario, invece: nonostante la tentazione reiterata dello Slave Market, so che le sue manette chiuse sui miei polsi non legano solo me a lei, ma anche viceversa. Eppure, come dice il saggio, la vita è quello che ci succede mentre stai progettando altro. E una serie di circostanze ha fatto sì che, pur con qualche riluttanza, alla fine non potessi evitare di evadere.

L’elemento fondamentale è, come purtroppo spesso accade, l’interferenza della Vita Reale – questo fastidioso corollario che spesso interferisce in modo devastante nelle nostre vite virtuali. Alcuni ostacoli hanno a lungo tenuto Belias lontano da Second Life, impedendole di tornare a legarmi con la frequenza abituale. Io stessa ho passato online molto meno tempo di prima, e i nostri incontri si sono diradati parecchio. Senza contare che, oltre a occuparsi di me, Belias ha continuato la sua vita normale – e ci sono stati casi in cui, pur essendo entrambe online nello stesso momento, abbiamo dovuto limitarci a parlare in IM, perché lei si trovava legata in qualche dungeon lontano ad opera di mani a me sconosciute. Sapere che chi ha in mano le mie chiavi è a sua volta prigioniera di qualcuno, per me, diventa una motivazione forte per intensificare i miei sforzi per liberarmi – non so se sia una forma di gelosia, o se si tratti di una forma di frustrazione che non mi sento di accettare. Ma durante quelle chiacchierate a distanza, non potevo fare a meno di dibattermi come una disperata, con rabbia, come se la mia fuga potesse punirla per il tempo che non mi stava dedicando, riuscendo pian piano a eliminare alcuni dei legami che mi trovavo indosso.

1d11981235e381ebb2df35205ad42739.jpg Le ore passavano, la libertà si avvicinava, e così quella vertigine in cui si mescola la speranza di fuggire e quella di essere riacchiappata. Ma Belias restava offline, o bloccata altrove. Fra lunghe chiacchierate con Rei e Vale (due tesori, che oltre a fare il tifo per me hanno persino proposto di fare una colletta per comprarmi e lasciarmi libera) ho anche ricevuto, a sorpresa, la visita di Happytimes. Si è parlato ovviamente della sua pet, Belias – Happytimes è molto compiaciuta della sua crescita, ma mi ha autorizzata ufficialmente, qualora si presentasse l’occasione, a farle pagare caro lo scherzetto che mi ha combinato. E poi, finalmente, gli ultimi legami hanno finalmente ceduto. Sono caduta dalla croce, massaggiandomi polsi e caviglie, sentendo finalmente il sangue fluire di nuovo nelle membra indolenzite. Libera. Libera! Poiché le uniche testimoni erano Rei e Vale, ho chiesto loro di mantenere il segreto – non volevo che Belias venisse a sapere della mia fuga da qualcun altro, e per qualche giorno ho vissuto in semiclandestinità, nascondendomi a Zhora, occupandomi dei miei bane, evitando accuratamente le aree italiane.

Sono passati alcuni giorni, e mi è parso che un velo di polvere si depositasse sulle due settimane passate su quella croce. Belias era lontana, assente, scomparsa. Da lei non ricevevo nemmeno qualche riga in mail – solo, ogni tanto, qualche laconica risposta a IM che le avevo spedito quando non l’avevo trovata online, quasi ad alleviare il senso di colpa che il solo fatto di essermi slegata mi faceva provare. Allora, gli effetti della Sindrome di Stoccolma erano così effimeri? Bastava qualche giorno di abbandono perché Belias tornasse ad essere per me una semplice conoscenza? Era stata tutta una breve e intensa illusione? Me ne stavo quasi convincendo…

Poi, improvvisamente, nella lista dei contatti ricompare quel nome. Belias Rubble. “Eccola”, penso, mentre una scarica di adrenalina mi perfora lo stomaco. Non so se sono io la prima a salutarla con un IM, o se fa lei il primo passo. Non so se mi ricordo di chiamarla Miss Belias – probabilmente no, dato che ormai non ha su di me alcun controllo fisico… Quello che so per certo è che quando, pochi istanti dopo, lei mi raggiunge a Pak, provo un impulso irresistibile. Mi avvicino a lei, silenziosamente. E mi metto spontaneamente in ginocchio davanti a lei, chinando la testa, aspettando di sentire la sua mano su di me, con un brivido di emozione lungo tutto il corpo.

In quel momento, sono sua. Completamente. Più che in qualunque istante delle settimane passate.

E poi, come sempre, la vita riprende il suo corso. Nella bellissima Autogrill, Francesco Guccini canta: “E in un attimo, ma come accade spesso / cambiò il volto di ogni cosa“. Dapprima Belias comincia a rispondermi più lentamente, segno che sta comunicando con qualcun altro via IM. Pochi istanti e cominciano ad apparire altri visitatori: Faerie Nitely, per prima, poi Gloria… e infine anche Wizard Biedermann, una vecchia conoscenza che non vedo da mesi. Mi affretto a rialzarmi, ripulendomi la gonna dalla polvere rimasta sulle ginocchia. Wizard mi ha catturata, tanto tempo fa, in un giorno di noia, tenendomi prigioniera per un poco, ma l’esperienza non mi è piaciuta affatto: ossessionata dai catsuit e dai buttplug, mi ha fatto passare alcuni giorni niente affatto gradevoli, che si sono conclusi quando mi ha mollata in mano a Blackbear Babii. In pratica, dalla padella nella brace.

Sapevo da Belias che Wizard ha fatto passare a lei e a Happytimes qualche brutto quarto d’ora nei giorni precedenti, ma tutto è accaduto lontano dai miei occhi. Ora invece assisto inorridita alla scena di Belias che le si avvicina. C’è un lungo silenzio, in cui verosimilmente le due comunicano via IM. Poi, Belias lascia le sue chiavi sulle manette che indossa e resta immobile davanti a Wizard, per qualche lunghissimo secondo. Vorrei scollegarmi ora, finché sono in tempo. E rimango invece online, ipnotizzata, come davanti a un incidente stradale. Fino a quando lo sento:

[2008/06/04 0:55]  Steel Shackle (RA) 1.13 low leg whispers: Wizard Biedermann has taken Belias’s keys from her Steel Shackle (RA) 1.13.

Sento qualcosa che evapora, dentro di me. Forse è la parola Miss.
Sospiro. Mi scollego.
Ci vorrà un po’ di tempo, adesso, prima che le mie ginocchia si pieghino ancora volontariamente.

(Prossimamente: Crashed iBook Life – il blocco definitivo)