GreenZone: La privacy non ha prezzo

Una decisione importante per il futuro del GreenZone: da oggi, lo strumento per difendersi dal Red Zone è a disposizione di tutti gratuitamente. Per molti motivi, che cerco di riassumere.

GreenZone prod.png

Unya_005.jpgLa battaglia contro il Red Zone, questo malefico strumento scansiona-IP, ha occupato la maggior parte della scorsa settimana. Esperimenti portati avanti con Anna e con Fart, prima di tutto (in un’area Winsconsin lontana da qualsiasi visitatore occasionale), ma anche incontri e lunghe discussioni con altre persone preoccupate per gli effetti nefasti che il diffondersi del Red Zone stanno avendo sul mondo di Second Life. Fra queste, due nuovissime conoscenze già citate in queste pagine: Forceme Silverspar (autrice del blog che ha pubblicato l’indagine più approfondita e completa sulla faccenda) e Unya Tigerfish, di cui ho tradotto qualche giorno fa un’analisi dettagliata.

Sia Forceme che Unya sono persone d’azione: nemmeno cinque minuti dopo che, con Forceme, avevamo buttato lì l’idea di un blog apposito che serva da bacheca per segnalare le sim controllate da un Red Zone, il blog era già pronto online e io avevo ricevuto l’invito a contribuirvi come coautrice. Anche se lo avevo linkato già nel post precedente, lo segnalo di nuovo qui per dargli evidenza:

http://greenzonemouthpiece.blogspot.com/?zx=db190e571e6b75cb

Unya_006.jpgUnya_007.jpgL’obiettivo di GreenZone MouthPiece non è, naturalmente, di criminalizzare le sim che utilizzano il Red Zone. Ognuno ha diritto di ricorrere agli strumenti che gli pare, anche quando sono imprecisi come questo. Tuttavia, siamo convinte che l’uso di un sistema così subdolo, e la creazione di liste segrete, in stile Inquisizione spagnola, sia da segnalare a chi non ne è al corrente. Questo blog servirà quindi da lista, indicativa e non esaustiva, delle land compromesse. Chi, utilizzando il GreenZone, ne individuasse altre, è caldamente invitato a segnalarle.

Nel frattempo, il creatore del Red Zone, evidentemente sentendo tremare le fondamenta del suo impero, è passato al contrattacco. Se visitate la pagina del GreenZone su Marketplace e andate a leggere le recensioni, ne troverete una scritta molto negativa scritta da zFire Xue. Oddio, chiamarla recensione è già un azzardo: si tratta per lo più di un attacco diretto ad Anna (il nuovo avatar di Andromeda), arricchito da sproloqui circa il fatto che il GreenZone sarebbe uno strumento per aiutare i copybotters.

Unya_010.jpgUnya_009.jpgOvviamente non è così: come credo di aver spiegato molto chiaramente negli ultimi post (incluso quello in cui racconto la condanna a morte di Andromeda) non sono affatto a favore del copybotting, nè tanto meno dell’utilizzo di alt per dare fastidio a qualcun altro. I motivi per cui il Red Zone è uno strumento da combattere sono altri, vale a dire: che è inefficace (basta disattivare il Media Streaming per non farsi beccare), che produce più danni che vantaggi (identifica gli avatar come alt su basi risibili, come dimostra il post di Unya) e di fatto può servire più come mezzo di griefing che altro. È uno strumento che viola la privacy (e probabilmente anche il ToS di Second Life) e la privacy è un diritto che va rispettato – soprattutto in un luogo, come Second Life, dove andiamo per sognare quello che nella vita reale non possiamo avere.

Unya_012.jpg

È anche per questo che, soprattutto su istanza di Unya e di Forceme, abbiamo parlato a lungo di quale fosse la scelta migliore per far sì che il Red Zone venga neutralizzato. Ne ho discusso con Anna, che lo vende, e con Fart Admiral, che l’ha fabbricato. E siamo arrivati alla conclusione che il GreenZone deve essere uno strumento alla portata di tutti, non solo a quella di chi se lo può permettere.

freebie!_001.jpg250 L$ sono pochi spiccioli, è vero. Ma tutti siamo stati niubbi senza un soldo in tasca, pronti a passare ore seduti in qualche land deserta per tirare su qualche Linden col camping. Pertanto, da oggi in poi, abbiamo deciso che il GreenZone sarà in vendita dappertutto alla cifra di 0L$. Gratis. Freebie.

Voglio sottolineare che, da parte di Anna e di Fart, questa decisione è stata presa in totale libertà. Anche se Anna porta il mio collare, non ho voluto esercitare su questa faccenda la mia autorità perché ci tenevo che fosse una scelta libera della sua coscienza. Anche perché il GreenZone si stava rivelando un prodotto alquanto proficuo: in meno di una settimana, ne erano state vendute già 174 copie, senza contare le copie omaggio che avevamo spedito alle persone che ne avevano fatto richiesta su questo blog. In prospettiva, rinunciare alla vendita di questo strumento significa, per Anna e Fart, dire addio a un potenziale discreto gruzzoletto. Ma, come diceva la stessa Anna durante la discussione:

AnnaAlarm.jpg[2011/01/27 09:07]  Anna (anastasia.howlett): Will make me have done something for humanity

Ho sorriso, passandole la mano nei capelli e giocando col guinzaglio che tengo attaccato al suo collare. Ecco la mia Andromeda: qualcuno che sa di aver sbagliato, che ha pagato il suo conto con la società (e in modo salatissimo) e ha capito molto bene quanto sia importante dissociare la nostra crociata contro il Red Zone da qualsiasi sospetto di avidità. Anna continuerà a guadagnare, su SL, tramite i suoi prodotti e il GreenZone diventerà invece un bene di uso comune. Di dominio pubblico, come dovrebbe essere tutto ciò che tutela i diritti fondamentali.

Ci sono altre novità che bollono in pentola ma parlarne è prematuro… basterà dire che si parla già di implementare il sistema creato da Fart in una delle nuove edizioni di un client di uso molto comune. Ma sono ancora solo ipotesi e bisogna vedere se e quando accadrà. Da oggi, comunque, voglio ripeterlo ancora una volta: il GreenZone è in vendita gratis su Marketplace e anche su ogni vendor disponibile in world (ne trovate uno proprio a Winsconsin, vicino alla rezzing area). E per giunta è, da ora, copy e trans: vale a dire che potete darne voi stessi una copia a chi vi pare, contribuendo a diffonderlo più rapidamente.

freebie!_003.jpgChi vorrà sostenere la ricerca necessaria a mantenere il GreenZone potrà sempre donare qualcosa alla causa tramite i vendor in-world, ma si tratterà di un contributo puramente volontario e opzionale: il GreenZone continuerà comunque ad avere tutte le sue funzionalità anche se acquistato a 0L$. Le quasi 180 persone che ne hanno acquistata una copia prima che prendessimo la decisione di distribuirlo gratuitamente sappiano che il loro supporto è stato fondamentale per la ricerca e che è anche grazie al loro contributo che ora possiamo permetterci di offrire il GreenZone a tutti gli altri residenti di Second Life. Qualcosa, io credo, di cui andare orgogliosi.

experiment.jpg

(Qui sotto: la comunicazione inviata a tutti coloro che avevano già acquistato il GreenZone prima del passaggio a Freebie)

After long discussion, we have decided GreenZone is too important for the sake of privacy for it to be only available to paying customers. From now on, the tool will thus available for 0L$ both on marketplace and on affiliate resellers. This would not have been possible without the support of early customers, whose patronage covered all our research and development costs in less than a week. GreenZone wishes to thank all these generous people for supporting its fight against privacy scammers.

Dopo lunga discussione, abbiamo deciso che il GreenZone è troppo importante come strumento di difesa della privacy perché possa essere disponibile solo a chi può pagarlo. Da ora in poi sarà pertanto disponibile a 0L$ sia su marketplace che sui rivenditori affiliati. Ciò non sarebbe stato possibile senza il sostegno dei primi clienti, il cui denaro ha coperto tutti i nostri costi di ricerca e sviluppo in meno di una settimana. GreenZone vuole ringraziare tutte queste persone generose per il sostegno alla lotta contro i ladri di privacy.

GreenZone: La privacy non ha prezzoultima modifica: 2011-01-28T17:29:00+01:00da winthorpe
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4 pensieri su “GreenZone: La privacy non ha prezzo

  1. Ciao Win, per un po’ di tempo cosa fossero la Red Zone e la Green Zone mi è rimasto oscuro, pensavo fossero cose BDSM (che niubba …) … appreso meglio di che si tratta dopo esserne stata informata da mia figlia (Fiona Saiman) che mi ha anche passato una copia di Green Zone, ho trovato la questione estremamente interessante.
    A quanto ho capito il Red Zone utilizza gli stream media per carpire indirizzi IP o indirizzi MAC o altre informazioni idonee a identificare un computer in rete … secondo la normativa sulla privacy italiana e di pressoché tutti i paesi UE, questi sono senza ombra di equivoco “dati personali”. Se il Red Zone acquisisce questi dati senza alcuna forma di consenso e senza previa informativa, sono previste sanzioni penali e amministrative non da poco, e dovrebbero applicarsi a chiunque ha un’attività (anche SL) che possa considerarsi “stabilita” in Europa, anche se faccia uso di dati “Red Zone” raccolti da attività americana. E ai fini di SL, attività “europea” dovrebbe considerarsi qualunque attività che faccia uso di PC situati in un paese UE a fini di produzione, ad esempio un/a designer che confezioni i suoi abiti per mezzo di Photoshop installato su un PC ubicato in Europa sarà parzialmente stabilito/a in Europa, mentre dovrebbero essere fuori coloro che svolgono interamente le attività all’interno di SL e si limitano all’uso del client per collegarsi.
    Quindi, Red Zone è sicuramente ILLEGALE per il diritto europeo e americano, e le relative attività potrebbero integrare gli estremi di un REATO (trattamento illecito di dati).
    Per le attività “americane”, la legislazione è molto varia da Stato a Stato, in alcuni Stati (Massachusetts e Nevada) è rigidissima e porterebbe probabilmente ad analoghe conseguenze, ma nella maggior parte degli Stati vige la deregulation. Ma se come si pensa, anche la California presto adotterà una legge organica sulla protezione dei dati personali, saranno dolori … in ogni caso, se gli IP e i dati sugli utenti raccolti da Red Zone sono in qualche modo “dati personali”, ai fini dei TOS della Linden Lab penso che la loro condivisione con terzi diversi da chi li raccoglie direttamente importi una “disclosure” illecita, che dovrebbe essere in quanto tale sanzionabile.
    Chiedo scusa per il lungo pistolotto legale, frutto della mia deformazione professionale (sono esperta di normative sulla privacy italiane e internazionali) e ti faccio i miei complimenti per l’opera di divulgazione su un’utilità tanto importante.
    Buon W.E.

    Anna

  2. Anna, prima di tutto grazie per il contributo. L’indagine sul RedZone continua e spero a breve di pubblicare qualche dato ulteriore su una scoperta inquietante fatta da Fart Admiral e da una comune amica.

    Ho trovato questo testo… non ho ancora capito se sia parte del TOS ma sembra un modo della LL di lavarsi le mani della faccenda:

    “SL’s corporate policy on privacy:

    Further, you agree and understand that Linden Lab does not control and is not responsible for information, privacy or security practices concerning data that you provide to, or that may otherwise be collected by, Second Life users other than Linden Lab. For instance, some services operated by Second Life users may provide content that is accessed through and located on third party (non-Linden Lab) servers that may log IP addresses.”

    È legale, secondo te?

  3. E’ una liberatoria. Direi che sono più diligenti di altri e che si sono “parati il deretano” proprio rispetto alla legislazione europea sulla privacy. Sul piano legale è ineccepibile: chi usa RedZone, se commette violazioni della privacy, ne è responsabile in prima persona. Peccato che sia difficile individuare poi le persone, specie se LL non collabora (e in caso di indagini radicate in altro Paese, occorrono rogatorie negli USA a cui le autorità americane rispondono in tempi lentissimi e talora non rispondono neanche), e che non si adottino misure più drastiche come quelle in tema di gambling, attività adult, banking etc. Evidentemente LL deve tenere conto di diverse esigenze, tra cui quella della tutela del diritto d’autore … anche se continuo a rimanere perplessa sul fatto che “creativi” di primo piano come Nicky Ree, che non ci pensa su troppo a fare un DMCA, NON usino Red Zone … alla fine siamo sicuri che la tutela della proprietà intellettuale sia il vero motivo per cui taluni fanno uso di Red Zone?

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