Eudeamon – in corso di pubblicazione

Sono passati diversi mesi da quando ho letto per la prima volta Eudeamon. E da allora sono successe parecchie cose. Fra cui una di cui vado particolarmente orgogliosa.

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Questo sarà un post breve, quasi di servizio, ma ho una notizia che mi rende molto orgogliosa e voglio condividerla con tutti. In molti si sono accorti che ho rallentato drasticamente la mia attività su Second Life – e di conseguenza anche quella di questo blog. A parte il post su Serenella, ho pubblicato solo un aggiornamento sul pochissimo che mi è successo dopo le vacanze… e l’ho fatto comunque con enorme ritardo, lasciando per giunta in sospeso un po’ di fatti che conto di recuperare prossimamente.

Questa assenza ha diversi motivi di cui non sto a parlare qua. Ma ce n’è uno di una certa importanza che invece ci tengo a sottolineare perché è legato strettamente a gran parte di quello che sto scrivendo su queste pagine ormai da diversi mesi. L’ho accennato un po’ fugacemente mesi fa, nel post Doctor Winkyll and Mistress Hyde e credo di averne riparlato nei commenti di non so che altro post. Ma ora posso dirlo in via ufficiale: l’accordo con l’autrice di Eudeamon è stato raggiunto da tempo e l’edizione italiana del libro sarà presto una realtà.

Di più: gran parte del tempo che negli ultimi mesi ho sottratto a Second Life è stato dedicato alla traduzione e sono orgogliosa di annunciare che proprio ieri sera ho ultimato la prima stesura della versione italiana. Una prima bozza, con una traduzione abbastanza letterale e, di conseguenza, ancora scarsamente leggibile (come ben sa qualcuno a cui ho inviato qualche capitolo di assaggio). Da oggi mi dedico, come si dice, a metterla in bella, ricominciando dall’inizio e cercando di rendere tutto il testo più scorrevole, come si addice a un romanzo.

Non sto a ripetere quello che ho scritto a suo tempo su questo romanzo straordinario: rinvio al post Eudeamon, in cui ne ho parlato più diffusamente. Era lo scorso marzo – il tempo passa veloce e sono sbalordita di tutto quello che è successo da allora. Provo a riassumerlo per tappe. All’autrice Erika Moak (alias Evil Dolly) io avevo scritto subito dopo aver letto il romanzo, il 24 febbraio scorso, e già allora ho buttato lì l’idea di cercarle un editore italiano. Mi è parsa scettica, ma non ha detto di no, così ne ho parlato con un po’ di persone che conoscevo.

L’editore interessato l’ho trovato tre mesi dopo, e ho mandato una nuova mail a Erika il 25 di maggio. Le trattative per il contratto si sono protratte fino all’inizio di luglio, e il 18 di quel mese ho saputo che alla fine l’accordo c’era stato e che potevo cominciare a lavorare. Da allora, ho dedicato a Eudeamon molte ore. Fino a ieri sera, quando ho potuto finalmente tradurre “The End” in “Fine”.

Da oggi, come ho detto, si riprende dall’inizio. E intanto io mi dedico alla mia attività di Bane Operator: ho sottoposto al trattamento cinque nuovi bane, nelle ultime settimane, e intendo continuare. Finora, i soli italiani che mi sono capitati sono stati la compianta Serenella e Luca Beres, che dopo le violazioni commesse all’inizio mi sembra si sia finalmente dato una regolata e stia scontando la pena accumulata senza più mettersi nei guai. A tutt’oggi, nessuno dei miei bane ha sviluppato un Eudeamon, mentre Moss credo sia arrivata ad averne quattro o cinque (una di loro, Em Debevec, sta tenendo fra l’altro un blog molto interessante). Chissà se l’uscita del libro in italiano servirà ad aumentare i partecipanti dal nostro paese – e magari offrirmi l’occasione di essere testimone, in diretta, di un evento miracoloso?

Eudeamon – in corso di pubblicazioneultima modifica: 2008-10-09T09:31:00+02:00da winthorpe
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13 pensieri su “Eudeamon – in corso di pubblicazione

  1. Promesso, Pedro… te lo devo proprio, questo regalo. :-)

    E intanto, mmm… provo a sentire anche il consiglio di chi legge circa questioni di traduzione. Posto qui la lettera che ho scritto ieri all’autrice su alcune questioni fondamentali. Chiedo scusa se non traduco: ma chi parla bene l’inglese e ha voglia di intervenire per un consiglio su come risolvere la faccenda è il benvenuto!

    (…)

    1) Speaking of Banes (I will leave the capital “B”, and I will do the same for Custodians), I noticed you use “she” when it’s a female Bane, and a “he” when it’s a male. However, while rereading the opening chapter, I find that using the female when describing Barbara makes the whole thing harder to read. It is my feeling that, even when it has a curvaceous and sexy shape as Barbara/Eden has, a Bane still hasn’t a very strong sexual connotation and that it would have to be a “it” instead of a “she”… at least in this first, eerie, encounter. I tried changing all the “her” and “she” into “its” and “it” and I think it feels much better. And it helps telling Katrina from the Bane in some sentences… a woman and an alien thing, albeit with a female shape. I would strongly suggest leaving this like that – although I may have to rethink this in future instances, where interaction may have more emphasis on the fact a certain bane is or isn’t a female.

    2) I have decided to use the word “Bane” with no further changes, and scrap the idea of using “Bani” as I originally wrote you. It may have to do with the familiarity I now have with the word due to my frequent activity as a Banishment Technician at Marine Kelley’s Second Life lab… but changing it to “Bani” would now sound out of place. I have been using that a lot in the blog too and so far that has been the main itaian source of information on everything banishment. I believe we could now safely keep that word, even if some people might mispronounce it (if it was an Italian word it’s sound something like “baa-nae”).

    3) I will also keep the word “Banesuit” as it is. All my ideas to create something similar in Italian sound rather ridiculous. That is also a word the few people who already know about the novel will be familiar with – and the others will have to go with it. Both “Bane” and “Banesuit” are words you created and that also pushes me towards trying and keep them as they are.

    4) I am still struggling with the word “Custodian”. The word does exist outside your novel, but translating it may add unwanted resonances. Literally, “Custodian” can be translated into both “Custode” and “Guardiano”. In Italian, a “Custode” mean more of someone who keeps a mostly defensive eye on something or someone. A “custode” can be the doorman to your condo, for example, or someone who keeps watch at night so burglars won’t break into some place. However, the other most popular use of the word is “Angelo Custode”, which is “Guardian Angel” in english. That also carries a mostly defensive meaning: an angel will protect you, more than it would control you in the sense a “Custodian” from the novel would. The other Italian word for “Custodian” is “Guardiano”, which sounds of course very much like “Guardian”, which confuses me a little. “Guardiano” is also the italian word for “Warden”, which does of course sound much more like a person restricting rather than protecting someone. All this is to say: would you rather have me using “Custode” (with the defensive resonance… and also with an echo of the idea of “angel”, which will of course become important later on in the book), or “Guardiano” (which of course sounds very much like something strict and heartless as the Custodian indeed is until the Eudeamon awakens)? I think the point is, was the “angelic”, “defensive” resonance meant to be there… or would you rather have the Custodian sound, initalliy, like something more restrictive? A third option, which is the one I had chosen in my first draft, would be to just leave the word “Custodian” in english – so resonances of angels and protection are still there but somehow muted by the fact it’s a foreign word. That would mostly erase the feeling of threat that “Guardiano” (i.e. Warden) would have.

    (…)

    Qualcuno ha consigli, considerazioni o altro?

  2. Concordo perfettamente sui punti 2, 3 e 4.
    Meglio, molto meglio spiegare la funzione (es. banesuit, tuta di segregazione sensoriale) ed adottare poi un termine anche inventato che funga da token.

    Chi conosce l’inglese, lo comprende, chi non lo conosce, impara ad associare al token la descrizione che se ne è data, magari in un secondo momento per motivi di suspense del romanzo. Infatti, Katrina ed il lettore non hanno idea di ciò che indossare un banesuit comporti.. anzi, meglio.. aggiunge un filo di mistero.

    Per quanto al punto 1, voglio proprio vedere come rendi in italiano il genere neutro dell’inglese ;-)

    Ah, complimenti.. hai una ricercatezza che io sono molto lontano dall’avere.. io avrei usato though e strange, non ho la tua proprietà di linguaggio, nell’idioma della perfida Albione ;-)

  3. New, mi fai arrossire. Ho avuto un nuovo scambio con Erika e ho deciso di usare ogni volta che posso il maschile, per quello che riguarda i Bane… questo salvo i casi in cui la frase non richieda in modo evidente il femminile (ad esempio quando si parla di Barbara/Eden o Barbara/Bane… o di Barbara tout court). Altrimenti, ogni volta che la frase sia costruita sul Bane, che per motivi immaginabili certo non può diventare “la” Bane, intendo usare il maschile.

    Ecco qui la mail che dicevo:

    (…)
    The main problem with this – which was my first choice during the rough translation, of course – is that as I said the “neuter” article and the “male” article are the same in Italian. That is, for “it” we use the same words as for “he” (in both cases the articles are “il” or “lo” depending on how the word begins). For the female article we use “la”, instead. In english, you only use “the” for all the three genders, neuter, male and female, and the only way to discern sex is either stating it (“it was a female bane”) or use sex-oriented pronouns such as “his” or “her”. In a sentence such as “the Bane waved her hand” we only learn it’s a female Bane when we read it’s “her” hand. My problem in translating is that since “it” and “he” sound the same, it can get confusing within a same sentence because it sounds as if the Bane keeps shifting sex. For example, “the Bane waves her hand” would sound to us something like: “He waves her hand” (or “the male Bane waves her own hand”).

    I would recommend to keep the Banes as sexless as possible in most situations – except when it becomes apparent and important to stress a Bane’s “femaleness”. I think I could try and use the female pronouns in any case where that does not get confusing. But in the first scenes between Katrina and Barbara/Eden (that is, before the flashback which explains the whole premise of Banishment in Eudemonia) I think that in spite of the book having Katrina’s point of view it would be important to have the Bane being a “female it”, if you can see what I mean.
    (…)

    Conterei prossimamente di postare qualche brano di assaggio della traduzione… magari nelle due versioni, in modo che il problema sia più chiaro e così la soluzione che ho deciso di usare. Sempre se a qualcuno interessa, naturalmente.

  4. Certamente.

    Può sembrar cosa da poco, ma si presta a lunghe discussioni e forse potrebbe anche esser trattata in modo diverso nel corso della storia.
    Mi spiego.
    Quando un umano parla dei Banes (perdonatemi, lo so che in italiano i vocaboli stranieri non si declinano..), poiché non sa ciò che i Banes sanno di loro stessi, dovrebbero riferirsi ad essi in modo sessuato a seconda se il bane è evidentemente un uomo o una donna..

    Peraltro, poiché il banishment è una punizione dove l’essere ignorati e spogliati della propria dimensione umana fa parte della punizione stessa, riferirsi loro in modo disumanizzante, usando il maschile anche per le donne, come fossero oggetti, è verosimile ed aggiunge eventuale umiliazione.

    Io ci vedrei un film, da questo racconto, anzi già immagino come interprete la bella Kate Beckinsale (http://tinyurl.com/ob26u)

  5. Concordo naturalmente con quanto scrivi, New… e ovviamente sto cercando di utilizzare i generi in modo che abbiano il più possibile senso nel testo, variando ogni volta che sia necessario.

    Un film? Non nego che ci sto riflettendo su, nonostante i problemi che sicuramente la storia presenterebbe sullo schermo. Chi ha letto lo sa: gran parte dell’interazione si svolge nella testa della protagonista e visivamente non sarebbe facile raccontarla senza molta, ma molta voce fuori campo. E il banishment in sè, per motivi facili da intuire, rende il personaggio quasi completamente inespressivo. Ma il cinema sa fare molto.

    Quanto alla Kate Beckinsale, New… beh, confesso che andai a vedere quel pessimo film, “Underworld”, essenzialmente perché sogno da sempre di vestirmi in quel modo. Ma davvero dopo una mezz’oretta di lotte fra lupi mannari digitali e vampiracci desideravo solo andarmene il più presto possibile. E la Beckinsale forse è ancora troppo giovane e carina per intepretare Katrina Nichols… che almeno stando alla descrizione nel romanzo è una bella ragazza che comincia ad avere sul volto e sul corpo le tracce dei suoi trentacinque anni e qualcosa.

  6. Concordo pienamente sul spersonalizzazione del bane, dovrebbe essere indicato come un “oggetto” per cui un articolo ne’ maschile ne’ femminile. Resto in attesa de lromanzo, chiedo perdono a Win per non averlo letto in inglese, ma la mia scarsa conoscenza della lingua non mi avrebbe consentito di gustarlo appieno.

  7. Guarda caso, Kate Beckinsale è del 1973, quindi 35 anni esatti :-)
    E’ un bel bocconcino, se li porta bene ed ha avuto anche una figlia, ma molto merito oggigiorno va alla postproduzione eheh

    Per quanto riguarda la voce fuori campo.. nel caso mio, di Maurizio, sarebbe un tale new.. e nel tuo ?

  8. Sarà un caso, ma tale è la mia firma in internet dal 1998 ;-)

    In realtà la / sostituisce il ben più noto a.k.a., però nel contesto suona proprio come se fosse il mio Eudeamon..

    Se ci rifletti, Win lo è per… te ;-)

    Noto solo ora il logo di Facebook.. sono tentato da aggiungerti, ma cadrebbe un’altro velo..

  9. Caro Maurizio… non facciamo cadere i veli. Ma comincio ad avere qualche contatto, su Facebook: un paio di esseri umani, che nulla hanno a che fare con Second Life, un avatar che non conoscevo e con cui ho fatto amicizia dopo che si è iscritta al mio gruppo “Virtual BDSM”, e due carissime amiche Second Life come Belias e Lorella… con le quali abbiamo passato TROPPE ore, oggi pomeriggio, in un gioco infernale che sembra scritto per noialtre: si chiama “Owned” e sostanzialmente fa sì che si scateni un’asta fra amici e sconosciuti per comprare la foto del tuo profilo… la mia, dopo essere stata aggiudicata a una cifra spropositata a un austriaco che assomiglia a Garfunkel, se l’è comprata la mia Belias per un fantastilione di dollari… io mi sono scollegata adesso avendo nel carniere una foto bellissima di Belias e quella di Lorella… oltre a un tot di altre foto in cui ho sperperato una fortuna prima di capire come funzionasse il gioco.

    E se ti creassi un avatar per New Vita, lasciando a Maurizio il suo? ;-)

    Oppure no, meglio – mi sono ripromessa, da domani, che se devo perdere tempo lo perderò per scrivere un nuovo post sul blog. O per qualche ora di gioco in-world, ancora meglio. Ma, visto che siamo nel post dedicato a Eudeamon, sono felicissima di annunciare che ieri sera ho finito la versione definitiva della mia traduzione e che l’ho inviata all’editore.

    A questo punto, non resta che aspettare!

    Win

  10. Potrei anche farmi venir voglia di farti arrabbiare, Pedro… lo sai come sono… ma ogni promessa è debito, anche se ad autografarlo sarebbe più giusto che fosse Erika Moak, che ne è l’autrice. Quanto a Facebook… mamma mia, è una droga – quasi più pericolosa di SL, perché frammenta tutto in microscemenze… eppure ci tenevo a essere presente anche lì, per poter creare un gruppo di discussione che mi pare abbia più senso off-world che su SL.

    E ho altri regali che ti manderò, naturalmente. Brite oggi mi ha regalato della roba bellissima in lattice e spero presto di aggiudicarmi una certa uniforme da infermiera…

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