Winsconsin Justice

In occasione della cattura di un ospite particolarmente pericoloso, qualche notizia in più sulla Winsconsin Correctional Facility. Regole, policy e campagna acquisti.

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Qualcuno forse lo aveva già indovinato leggendo il post Unable to Process, qualcun altro lo aveva appreso su Facebook – altri ancora, come Jelena, Ewyn, Costanza e Babi Gynoid, hanno avuto il dubbio privilegio di incontrarlo di persona. Fatto sta che ormai da diversi giorni la prigione che porta il mio nome ha, fra i suoi ospiti recalcitranti, un personaggio tristemente noto non solo nel nostro paese, dove si è conquistato alle ultime elezioni politiche una maggioranza schiacciante, ma anche all’estero, dove non perde occasione per rendere ridicolo sé e l’Italia tutta. Non so contare le volte che, all’estero, mi capita di essere presa in giro da qualcuno per qualche uscita grottesca, ignorante od offensiva del nostro attuale Presidente del Consiglio. E non saprei nemmeno stimare la quantità di commenti stupefatti che ho raccolto da amici e conoscenti stranieri che non riescono a credere come una persona così spesso indagata per situazioni giudiziarie quantomeno poco chiare sia riuscito a usare un impegno diretto in politica per porsi, se non al di sopra di ogni sospetto, almeno al di sopra di ogni giudizio. Ritrovandosi a gestire un potere personale ormai davvero spaventevole.

Usemeberlu2_001.jpgUsemeberlu2_003.jpgUsemeberlu2_004.jpgUsemeberlu2_012.jpgUsemeberlu2_014.jpgNon sono un’esperta di diritto e non ho titoli per esprimermi nel dettaglio circa le colpe, presunte o meno, di quel personaggio – anche se ho letto un libro di Marco Travaglio che raccontava dettagli inquietanti sui retroscena della sua ascesa e su un bel po’ di porcherie commesse negli anni. Quello che so di per certo è che il tipo non mi piace affatto e che, colpevole o meno che sia, trovo scandaloso che rinvii, decorrenze dei termini e soprattutto leggi da lui stesso fatte passare ad hoc lo abbiano messo al riparo quantomeno dal confronto con la legge a cui tutti noialtri cittadini siamo invece soggetti. Ed è per questo che, quando mi sono resa conto che la nostra piccola prigione di Winsconsin stava cominciando a funzionare come si deve, ho colto immediatamente la prima occasione che mi è capitata di compensare, nel mio piccolo, quella che ritengo una vera e propria ingiustizia.

Alla Winsconsin Correctional Facility (W.C.F.) possiamo permetterci di ignorare non solo parole come garantismo ma anche qualsiasi tipo di cavillo legale, di pressione politica o mediatica, di condizionamento della pubblica opinione. Siamo su Second Life e siamo felici se, piegando o aggirando qualche regola, possiamo fare in modo che chi riteniamo meritevole di una punizione la sconti anche quando non ci siano prove schiaccianti a suo carico. Da quando, qualche mese fa, abbiamo cominciato la nostra attività, abbiamo avuto fra i nostri ospiti sub ribelli, calunniatrici, una prostituta di Hong Kong, ladri, un assassino vestito da cameriera francese, alcuni trasgressori della proprietà privata, spie e persino un paio di visitatori che si sono fatti incarcerare per motivi di studio.

Ci mancava un Presidente del Consiglio. Non ci manca più. Colto ad aggirarsi con aria losca all’esterno della nostra prigione, il piccolo figuro che si vede nelle immagini qui accanto è stato catturato, ammanettato, ingabbiato e messo rapidamente in condizioni di non nuocere. E ormai da una decina di giorni passa tutto il suo tempo online nella gabbia posta all’ingresso della prigione, esposto al ludibrio dei visitatori e, spesso, imbavagliato – siamo costrette a usare il bavaglio per evitare le sue battute offensive nei confronti delle visitatrici, che lui apostrofa sempre con espressioni pesantemente maschiliste, proposte oscene e, in molti casi, offerte di denaro in cambio di un aiuto ad evadere.

Sono orgogliosa di dire che le misure di sicurezza della prigione sono state finora tali da frustrare qualsiasi tentativo di fuga. Un riavvio della sim – forse l’unico cataclisma tipico di SL a cui ancora nulla è in grado di porre rimedio – ne aveva permesso una effimera fuga la scorsa settimana… ma la prontezza di spirito di Pene Seetan e la forza restrittiva delle sue gabbie ha rapidamente risolto la situazione. Il Presidente è tenuto sotto scacco dall’uso combinato del collare del W.C.F. (una versione personalizzata del collare Biunvara concessoci in esclusiva da Laida Laval) e di un ricchissimo armamentario di materiale Real Restraint. Ma la cosa migliore è il Punisher che indossa sul fondo della schiena – uno strumento meraviglioso cliccando il quale io, e chiunque altra delle guardie della prigione, accede direttamente al suo portafoglio sfilandogli somme cospicue.

Usemeberlu2_015.jpgUsemeberlu2_016.jpgQualcuno riconoscerà, dall’uso di questo oggettino, una vecchia conoscenza: e infatti chi si avvicinasse al prigioniero abbastanza da poterne leggere il tag del nome scoprirebbe che si chiama Useme Offcourse. Proprio lui, il mio affezionato Moneypig di tempi ormai lontani. Il porcello perde il denaro ma non il vizio – e, a quanto pare, Useme ne ha avuto abbastanza della Mistress Unica di cui mi aveva parlato parecchio tempo fa e a favore della quale aveva cessato di frequentare me. Al momento, e fino a quando la sua viltà di moneypig non lo dovesse portare a liberarsi barando, Useme non ha modo di tornare al suo aspetto tradizionale ed è prigioniero non solo nella nostra gabbia ma anche nell’avatar che l’ho costretto a indossare. Ogni volta che si collega, il suo borsellino si svuota ancora un po’. E al di là della soddisfazione personale nel vedere un figuro del genere finalmente dietro le sbarre, è bello pensare che la sua presenza nella nostra prigione contribuisca anche non tanto alla mia fortuna personale, quanto a quella della stessa struttura. Nei prossimi giorni, una buona parte dei guadagni che questa visita mi ha fruttato intendo reinvestirla in oggetti che rendano la W.C.F. ancora più ricca di attrezzatura adeguata ad assicurare, da parte degli ospiti, la massima obbedienza.

Nei giorni scorsi abbiamo avuto il piacere di accogliere, nello staff, alcune nuove guardie. Fin qui fanno parte del gruppo, oltre a me e Jelena (e anche Andromeda, che ha scontato la sua pena alla RR Prison e, come spero presto di raccontare, adesso è tornata a casa – anche se resta sotto attenta osservazione), la francese Ol Quan (mistress di Pene – lo so che il nome in italiano suona terribile, ma sta per Penelope, e anche lei, in qualità di nostro Chief Engineer, ha a volte funzioni di guardia… ed è di madre lingua tedesca), le italiane Monique Helendale, Tomiko Pobieski e Fujiko Atlas (quest’ultima particolarmente attiva e, a quanto sento dire, alquanto dura con i prigionieri), l’americana Green Geary, il britannico Hard Strom (fin qui l’unica guardia maschio, anche se a giorni dovrebbe unirsi a noi Mark Edelweiss), e un paio di altri nomi che al momento non posso rivelare per motivi di sicurezza. L’obiettivo è di fornire un servizio affidabile di carcere destinato ad avatar europei, visto che per gli americani esistono già decine di alternative. Ecco qui il testo della presentazione della nostra struttura.

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Breve presentazione della
Winsconsin Correction Facility

La Winsconsin Correction Facility è una prigione privata e no-profit. Siamo disposti a piegare qualche regola per assicurare che nessun criminale la faccia franca anche in assenza di prove schiaccianti. In realtà faremo il possibile per assicurarci che nessuno se ne vada prima di aver scontato la sua pena, punto. Entrare non sarà difficile: uscire potrebbe esserlo.

Alla Winsconsin Facility non si troveranno molte poseball di sesso o violenza. Ma ci sarà controllo, obbedienza e tutte le umiliazioni che saranno necessarie e spezzare la volontà di un prigioniero riluttante. Alle fine, alcuni ospiti potrebbero arrivare a implorare una Guardia di tenere le loro chiavi in permanenza.

Nessuno potrà essere accettato prima di aver compilato l’Application Form. Il modulo dovrà includere limiti, una breve descrizione dei crimini del prigioniero, la durata suggerita della pena e la Massima Sentenza che il prigioniero è disposto a sopportare. Nel completare l’Application Form, il prigioniero accetta il fatto che anche la Massima Sentenza *potrà* essere estesa, se necessario, da qualsiasi guardia.

Si suggerisce che i limiti siano indicati chiaramente anche nel profilo personale del prigioniero.

Nessun sub di proprietà di qualcun altro sarà ammesso alla prigione senza che il WCF abbia ricevuto il permesso del padrone o della padrona. Ogni candidato “libero” dovrà indicare nella Application Form di consegnarsi volontariamente, e che nessun altro avrà alcun titolo per protestare. Una volta che un prigioniero si trovi sotto il controllo della prigione, la WCF avrà ogni diritto di decidere del suo destino e perfino di estendere la sentenza originale (nei limiti di ragionevoli regole di RP).

chrisstotherescue_007.jpgREGOLE PER I PRIGIONIERI:

1) I prigionieri devono usare il RLV per tutta la durata della pena. Collegarsi con il client standard non è ammesso per alcun motivo. I prigionieri devono essere consapevoli che saranno loro bloccati IM e TP per tutta la durata della pena.

2) Su richiesta dello staff WCF, i prigionieri devono rimuovere qualsiasi legame, collare, relay o HUD che sia al momento indossato. I prigionieri devono anche consegnare la propria Application Form originale a qualsiasi guardia che la chieda.

3) Nella prigione non sono consentiti indumenti privati. La WCF garantirà l’accesso a indumenti adeguati (alcuni stracci sono disponibili gratis, una uniforme della prigione può essere acquistata a L$ 95: l’introito servirà a contribuire alle spese di gestione della land).

4) I prigionieri devono restare sempre nella prigione fino a quando non abbiano scontato l’intera pena. È necessario che sappiano che le guardie hanno il diritto di mettere in pausa il timer della cella quando il prigioniero ne esce – oppure come mero strumento motivazionale quando al prigioniero sia stato dato un compito da eseguire in un tempo breve.

5) I prigionieri devono comportarsi con rispetto e obbedire sempre alle guardie e allo staff della prigione. Comportarsi diversamente porterà punizioni – quali ulteriori restrizioni alla chat, mouselook forzato e/o esttensioni di sentenza – anche se dovesse superare la succitata Sentenza Massima.

6) Offrire a chiunque un TP nell’area celle è rigorosamente proibito. I visitatori sono ammessi solo nelle aree di accoglienza, di visita e di interrogazione – e solo sotto supervisione di una Guardia. Ai prigioneri sarà pertanto richiesto di negare a tutti i loro contatti, SENZA ECCEZIONI, il diritto di vederli sulla mappa.

7) Entro limiti ragionevoli, le comunicazioni OOC (Out Of Character: fuori personaggio) sono ammesse. Gli IM sono da preferire per le comunicazioni OOC, per non disturbare il RP. Se gli IM sono bloccati, l’OOC è ammessa nella public chat ma dovrà essere segnalata da ((doppie parentesi)).

REGOLE PER LE GUARDIE:

1) Le Guardie devono evitare di superare i limiti dei prigionieri ed ascoltare le comunicazioni OOC.

2) Ciascuna Guardia ha, su ciascun prigioniero, lo stesso lvello di controllo delle altre Guardie. Tuttavia, a nessuna Guardia è consentito rilasciare un prigioniero che sia sotto il controllo di un collega prima che la sentenza sia stata scontata interamente.

3) Le Guardie hanno diritto di abusare dei prigionieri in qualsiasi modo ritengano necessario per spezzarne la natura ribelle. Possono rezzare oggetti all’interno dell’area della prigione ma è loro richiesto di settarle al gruppo in modo che altre Guardie possano spostarli se necessario.

GREYLIST:

La Winsconsin Correctional Facility aderisce alla Grey List. Chiunque sia colto a barare o a comportarsi da griefer non solo sarà bannato dalla land ma anche segnalato al database condiviso fra le migliori prigioni di Second Life.

Silvio!_002.jpgSilvio!_004.jpgSilvio!_005.jpgSilvio!_007.jpgCome sempre accade in tutte le migliori prigioni, siamo sempre alla ricerca di nuove guardie – che sappiano essere ferme e rigorose con i prigionieri ma anche che abbiano il gusto per il RP – in modo da non limitarsi a impartire punizioni bensì a motivarle in senso narrativo – posto, che, ovviamente, il prigioniero ne sia degno. Posso puntualizzarlo OOC? Il rapporto della guardia nei confronti del prigioniero non va visto come un servizio di uno dei due nei confronti dell’altro – semmai di un gioco in cui entrambi i partecipanti devono, sia pur nella coerenza di un gioco di ruolo preso sul serio, divertirsi entrambi.

Chiudo con alcune immagini dell’ultima serata passata con Useme/Presidente del Consiglio nella sala principale delle celle. Anche se molte care amiche non sono riuscite a venire in visita in tempo, la presenza del noto prigioniero ha stimolato particolarmente la vena di arciera di Babi Gynoid che, al termine di una sessione in cui ho dovuto usare la frusta per spiegare a Useme come comportarsi con le opsiti, lo ha preso di mira come un Guglielmo Tell alla rovescia crivellandolo di frecce.

Avevo dato per scontato che fossero frecce narcotiche o roba del genere, anche perché il prigioniero ha continuato a lamentarsi e a imprecre durante tutto il trattamento. Poi però ha crashato e il giorno dopo ho ricevuto qualcosa di strano: un paio di IM da parte di Anja Arida, che non sentivo ormai da mesi e mesi e che costituisce la principale fornitrice a me nota di accessori per moneypig. Insieme a questo messaggio…

[5:55] Anja Arida: Hi. Congratulation. I see, you killed Silvio B. Nice! But are you sure, you will not get any trouble for this? Have seen the pic, that is running around SL?
[5:55] Anja Arida: I will give you.

…Anja mi ha mandato anche la fotografia che pubblico qui sotto e che non so davvero chi possa averle fornito. Notare, prego, la “Description”:

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Chi ha scattato quella foto che Anja mi ha fatto arrivare? L’autore dell’immagine, così come appare nelle properties, è un altro tedesco che non ho mai sentito nominare prima e che non mi risulta essere mai passato alla prigione – anche se dovrò far verificare ad Andromeda, che ha accesso ai log sulle visite. Quella sera, mentre Babi faceva il tiro al bersaglio, attorno a noi c’era tutta gente che conoscevo. Doveva esserci qualche spia, fra di noi. O qualche telecamera nascosta. Oppure i servizi segreti, perché – beh, è pur sempre il Presidente. Poiché nella RL ha il terrore delle intercettazioni, gli abbiamo proprio tolto gli IM e la possibilità di leggere o scrivere notecard (o pizzini?) – ma sicuramente uno come lui conosce i media abbastanza da trovare sempre un modo di comunicare con l’esterno. E le sue minacce sono sempre più concrete: costringermi all’esilio, obbligarmi a strisciare davanti a lui, a piegarmi alle porcherie orribili di cui, prima che lo imbavagliassi, minacciava me e le mie guardie più attraenti.

Dopo il messaggio di Anja, il sistema dei Real Restraints mi ha informato che Useme avrebbe barato (usando il client regolare) per liberarsi dai legami che lo stringevano. Staremo a vedere se si è trattato di un falso allarme o se le frecce di Babi l’hanno davvero fatto fuori (e quindi lui, ritenendosi “morto”, si sia sentito giustificato a scollegarsi)? Forse è solo un trucco per farci allentare la sorveglianza – ma è anche possibile che Useme non abbia saputo resistere all’umiliazione più pesante che gli abbia imposto dai tempi in cui lo costrinsi a chiedere l’elemosina – quella di indossare le vesti del nostro Presidente. Chissà: magari abbiamo scoperto un nuovo limite del RP!

 

Unable to Process

Un post flash, ma mi è successa una cosa che mi ha fatto troppo ridere.

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Poiché uno dei miei mestieri è la traduttrice, un fenomeno che conosco bene è quello dei cosiddetti falsi amici. Ossia quelle parole che sembrano quasi uguali in una certa lingua e in italiano, ma che in realtà hanno significati diversi. In francese, per esempio, salir les escaliers non significa salire le scale ma sporcarle.

Beh, ieri, dopo tanto tempo, ho di nuovo catturato Useme Offcourse e l’ho portato con me nella land “Nuova Sicilia 2” per un’idea che mi è venuta. Gli ho ordinato di acquistare l’avatar di un noto uomo politico italiano e lui, naturalmente, ha obbedito, pagando anche una cifra abbastanza elevata – ben 2000 L$.

berluuseme_002.jpgIn RL quel politico è abbastanza incline a non mantenere le sue promesse ma, soprattutto, ha dedicato l’intera sua carriera a evitare tutta una serie di indagini e di processi per certi comportamenti quantomeno opinabili tenuti nel corso della sua carriera imprenditoriale. Beh, sarà stato un problema di Second Life, non dico di no. Ma mi è parso molto significativo che, anche dopo aver pagato, il prodotto non sia arrivato.

Useme mi ha detto che il sistema gli ha inviato questo messaggio: “Unable to process”.

 

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P.S. Per correttezza nei confronti del creatore dell’avatar di cui sopra, MrSigmund Fride, devo precisare che gli abbiamo subito scritto un IM e che lui ha provveduto subito a inviare a Useme l’oggetto acquistato. Si trattava, come ipotizzato, proprio di uno di quei momenti in cui Second Life fa i capricci.

E, voglio aggiungere, se non faccio il nome dell’uomo politico in questione, non è per timore di ritorsioni o perché abbia paura di dire la mia opinione su di lui. Semplicemente, mi sembra che di visibilità ne abbia anche troppa e voglio evitare che il nome di un personaggio che mi piace così poco compaia anche su queste pagine. Mi rendo conto che anche questo piccolo post contribuisce alla sua dubbia fama, ma almeno Google non è in grado di riconoscerlo dalla sola immagine ed eviterò il fastidio di ritrovarmi quel nome detestabile davanti quando vado a vedere le stringhe di ricerca che hanno portato qualcuno a leggere il blog.

Moneypig

Cornuto e mazziato? Musica per le orecchie di un moneypig, il migliore amico di una ragazza spiantata che ogni tanto sa trovare in sé una vena dominante.

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La prima volta che ho incontrato Anja Arida non me la ricordo troppo bene. Ma ricordo che in pratica era venuta a offrirmi le sue chiavi chiedendo che ne approfittassi, e facendomi capire che sarebbe stata felice se l’avessi ricattata: legandola prima e poi pretendendo da lei che mi desse dei soldi in cambio della promessa di lasciarla andare – promessa che ero invitata, se appena appena mi girava, a non mantenere anche dopo che mi avesse dato quello che le chiedevo.

Da brava ragazza timida e inesperta, l’avevo legata volentieri e mi ero limitata a farmi pagare da lei l’accesso a una SIM che ammontava a 25 L$… una miseria ma per me, all’epoca, un piccolo capitale. Ci eravamo incontrate un paio di volte, e ogni volta avevo provveduto a ammanettarla o chiuderla in gabbia senza per questo chiederle del denaro che sentivo di non meritare. E’ passato un po’ di tempo e un bel giorno a Stonehaven ho visto apparire il cartello che riporto qui sotto: Anja si era messa in affari e adesso vendeva accessori destinati a chi, come lei, ama essere sfruttato economicamente da qualcun altro. Quelli che, in gergo, si chiamano moneypig – porcellini salvadanaio.

58083161b8252ace551c5d3515813294.jpg Il mio primo moneypig autodichiarato si chiamava SugarChris Albatros e comparve un bel giorno a Stonehaven mentre chiacchieravo con alcune amiche. Aveva una tag che diceva “Moneypig for girls” e alla mia domanda su cosa significasse Mudlark mi rispose: “Significa un disperato”. In effetti, la sensazione era un po’ quella: è vero che, come dicevo qualche giorno fa, ci sono di gran lunga più sub che dom – ma è anche vero che se ci si sbatte un poco qualcuno disposto a farti su come un salame lo trovi sempre. Qualcuno che arriva a pagare perché qualcuno lo metta in gabbia si direbbe, effettivamente, un poveraccio incapace di un minimo di roleplay e che non ha nemmeno la pazienza di perdere su Second Life quel minimo di tempo necessario a conoscere una persona i cui gusti siano complementari ai suoi.

Eppure la cosa mi aveva incuriosita – forse anche per il fatto che desideravo moltissimo potermi comprare il mio primo paio di cinture Real Restraints per alternarle alle manette… ma che i soldini che guadagnavo facendo camping, o lavorando come ballerina a House Nishi, non erano abbastanza per consentirmi quell’acquisto. Avvicinai SugarChris e lo catturai senza difficoltà, scoprendo ben presto che avevo realizzato la sua massima speranza: lo obbligai ad acquistare le cinture e indossarle, legandolo strettamente con esse e tenendolo per un po’ mio prigioniero su una Skybox abbandonata dove non passava nessuno… e una volta liberatolo mi feci regalare le cinture, in modo da averle senza aver speso un Linden Dollar!

316a061dc49946d369d688449e458c20.jpg4cfe4bed9ad0f27dbcdeda57109ec000.jpg All’epoca l’attrezzatura di Anja non esisteva ancora e i denari passavano direttamente di mano in mano. Poi un giorno incontrai di nuovo SugarChriss che indossava un certo pulsantino, premendo il quale potevo sfilargli ogni volta una ventina di dollari. Nei giorni seguenti mi feci un piccolo capitale alle sue spalle, ogni volta rubandogli pochi dollari alla volta, per far durare il tormento più a lungo possibile e dargli almeno un po’ di soddisfazione – finché una volta non te lo incontro in un locale pubblico mentre discute con una Mistress talmente snob che vuole farsi dare i soldi da lui senza nemmeno prendersi la briga di legarlo o di premere il famoso pulsante.

Insomma, non ricordo bene come va la faccenda – fatto sta che a un bel momento la tipa comincia a cliccarlo a ripetizione, e lo stesso faccio io… il pulsante fa non so che pasticcio e SugarChriss si trova alleggerito di un paio di migliaia di dollari in pochissimi secondi. Troppo persino per lui, che infatti da allora scompare dai radar e da allora non si è fatto più vedere in giro (anche se mi sembra che Samy80 mi abbia detto di averlo incontrato in tempi recenti)!

In ogni caso, quando ho conosciuto Useme Offcourse sapevo già cosa aspettarmi. L’ho beccato a Pak, credo, mentre gironzolava all’ansiosa ricerca di qualcuna che avesse voglia di tormentarlo… indossava sullo stomaco un anello di ferro creato da Anja, un cosiddetto Punisher cliccando il quale potevo sfilargli denaro dal borsellino in percentuali variabili. Quella volta non ho esitato: senza fargli troppe domande me lo sono acchiappato al volo e l’ho trascinato in un luogo sicuro, tormentandolo con manette e bavaglio e alternando a ogni azione un piccolo prelievo forzoso dalle sue tasche – fino a quando non gli ho lasciato più nulla.

348a5648d02ff739d1a4818388be2b9c.jpg Ora, credo sia chiaro che fare la dominatrice non è la mia passione… ma forse l’esperienza che ormai mi sono fatta dal lato sbagliato delle manette mi consente in qualche modo di capire che cosa può provare chi viene legato da qualcun altro. Non so: fatto sta che la situazione l’ha entusiasmato al punto che ben presto Useme ha cominciato a tempestarmi di IM ogni volta che gli capita di essere online… sperando che io sia, almeno temporaneamente, libera e in grado di prenderlo e rivoltarlo come un calzino. In queste proficue sedute, spesso è mia complice Samy80 – e fra tutte e due abbiamo scoperto che Useme è ampiamente in grado di soddisfare le nostre non esagerate esigenze consumistiche. Quando ci va di comprare qualcosa, basta aspettare un giorno o due, e appena Useme compare online gli saltiamo addosso e ci rimettiamo a posto il bilancio. Ho scoperto che legare Useme scatena in me istinti che non sapevo di avere e che in qualche caso un poco mi spaventano: mi è capitato di sorprendermi a piantargli un tacco della scarpa in bocca, a strangolarlo con un ginocchio piantato nel collo, a costringerlo a sedersi su un gabinetto e persino a minacciarlo di aprirlo in due con una sega a nastro. All’inizio persino Samy mi guardava sbarrando gli occhi – ma devo dire che nel caso della sega a nastro ho dovuto essere io a fermarla prima che davvero affettasse il nostro prigioniero come un prosciutto di Parma.

Magari tornerò in futuro sull’argomento. Useme è un porco dichiarato, parla male inglese, non sa fare niente di interessante, non è spiritoso e non è particolarmente simpatico. Anche a livello di gioco di ruolo, Useme è un disastro: appena gli finiamo i soldi, in genere, scompare… e in passato non ha esitato, dopo essere stato abbandonato da qualche parte con le manette ben chiuse addosso, a liberarsi barando, usando il visore standard e resettando i legami approfittando della nostra assenza. Samy e io lo frequentiamo solo perché questo ci consente di comprare quasi tutto quello che ci pare, e ci facciamo un punto d’onore di spolparlo ben bene ogni volta, ridendo di lui e pregustando tutto quello che ci compreremo alla faccia sua (il che, voglio precisare, è esattamente quello che lui desidera e che chiede esplicitamente a chiunque gli capita di incontrare). Eppure…

2967d2a3487ea432ac5525a5c689c308.jpg0e6f2edb0c5431a00eaef135d7980274.jpg …eppure, negli ultimi tempi, qualcosa sembra che stia cambiando. Sempre più spesso, Useme dimostra una certa buona volontà che non gli conoscevamo. Mi è capitato di trovarlo, con sorpresa, ancora legato come l’avevo lasciato due o tre giorni dopo il nostro ultimo incontro… e quando l’ho costretto ad acquistare e indossare il banesuit di Sable Janus lui ha saputo obbedire e accettare di passarvi dentro ben quattro giorni – giorni in cui sia io che Samy eravamo offline e non potevamo quindi tormentarlo come desiderava. L’altra sera ho sentito che era il momento di liberarlo dall’isolamento e mi sono ritrovata a esprimergli il mio compiacimento per i suoi progressi – da laido porcellino salvadanaio, Useme sembra aver fatto qualche passo verso lo status superiore di schiavo personale.

Può darsi che capiterà di nuovo di parlarne, di Useme. Una delle ultime volte che ci siamo incontrati, è scomparso all’improvviso da Second Life per confessarmi, qualche giorno dopo, che aveva dovuto spegnere il computer quando sua moglie – sua moglie nella Real Life suppongo – era piombata nella stanza del computer chiedendogli che diavolo ci facesse ancora in piedi alla sua una e mezza del mattino. Per punirlo di questo sgarro, l’altra sera, anche senza la presenza di Samy80, gli ho sfilato la consueta bella sommetta per poi imporgli la suprema umiliazione di un moneypig: l’ho chiuso, a Deitide, in una gabbia speciale che si apre solo a pagamento. Chi vi viene chiuso dentro potrà uscire solo quando abbastanza persone avranno pagato il riscatto stabilito dal display luminoso che si trova sulla porta – un riscatto il cui ammontare viene diviso in parti eque fra il prigioniero e i proprietari della gabbia stessa. L’ordine per Useme è di mandarmi, via via, tutto il denaro che la gabbia dovesse fargli guadagnare – con la proibizione assoluta di imbrogliare e mandarmi soldi che non siano stati racimolati in quel modo.

Per un moneypig che gode a farsi sfilare denaro dalle tasche, trovarsi a chiedere l’elemosina agli altri deve essere l’incubo peggiore in assoluto. O almeno lo spero per lui.

(Prossimamente: Coprifuoco)