Winsconsin Rising

L’ultima notte prima delle vacanze, visita alla nuova land acquistata da Lella. La nostra nuova casa, ancora tutta da costruire. E al riparo dalle censure della Linden Lab.

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Come quasi tutti sanno, da giugno scorso la Linden Lab ha introdotto nuove regole per assicurarsi che l’accesso alle aree del metaverso in cui si praticano attività per adulti sia riservato ai maggiorenni la cui età sia stata verificata. Da quando la notizia si è diffusa, le proteste si sono moltiplicate, soprattutto perché la definizione Linden del concetto per adulti si è dimostrata quantomeno incerta. L’unica certezza era che, da una certa data in poi, e in seguito al rilascio della nuova versione del client, il teletrasporto di chiunque non fosse age verified in una zona considerata Adult è semplicemente impossibile… allo stesso modo in cui le aree adulte non appariranno nei risultati di search di chiunque non abbia fornito ai Linden la prova della propria maggiore età.

4winazhora_001.jpeg4winazhora_002.jpeg4winazhora_003.jpeg4winazhora_004.jpeg4winazhora_007.jpeg4winazhora_009.jpegAnche se al Winsconsin Correctional Facility tendiamo a evitare situazioni esplicite, non c’è dubbio che quello che vi accade dentro sia da raccomandare solo a un pubblico maturo. Siamo una prigione, dopo tutto, e se dobbiamo cominciare a censurarci allora tanto vale chiudere baracca e burattini elettronici e rinunciare alla fuga dalla realtà che Second Life ci offre. Ma per quel che mi riguarda io sarei stata dell’idea di andare avanti senza troppo preoccuparci ed affrontare il problema solo se e quando le policy dei Linden si fossero chiarite a sufficienza da farci capire se siamo troppo hard oppure se potremmo tranquillamente andare avanti con i nostri giochi.

La mia Lella Demonia, però, la pensava diversamente e ha gettato il cuore oltre l’ostacolo. Con un colpo di mano, ben consapevole che con la fine di giugno sarebbero scattate tariffazioni più onerose per gli acquirenti di terreno virtuale, lo scorso 29 giugno Lella si è assicurata la proprietà di un’isola in mezzo a un mare bellissimo. Ha settato l’intera sim su Adult ed è pronta a lottizzare. Parte del terreno sarà messo in vendita o in affitto – e le trattative sono già avanzate con alcuni amici molto vicini al WCF. Il resto ospiterà una nuova versione accresciuta della prigione e le nostre abitazioni private.

La sera del 30 ho aspettato che Lella si collegasse prima di andare in visita e dopo un breve incontro nel parco di Zhora ho potuto gironzolare un poco nella land in compagnia di Jelena, Lella e Lorella – tre dei quattro motivi che rendono la mia Second Life così felice. Mancava solo Andromeda, giustificata dal fatto di essere in vacanza RL (have a great trip to New York, sweetie!). L’area assomiglia a un nuovo pianeta appena formato, al momento. Spazi sconfinati, una quantità enorme di prim disponibili per costruire. Una eccitante tabula rasa su cui, piano piano, dalla notte più fonda abbiamo visto sorgere il sole.

E Lella l’ha chiamata Winsconsin. :-)

Adesso io sono in partenza per qualche giorno. Resterò offline fino a metà di luglio, e della prigione si occuperanno le mie bravissime guardie. Ma al mio ritorno so che ci sarà da rimboccarsi le maniche. Oggi Winsconsin è vuota, ma lo è come un foglio bianco: una enorme tavolozza elettronica per la fantasia scatenata di persone piene di talento e passione. Persone che hanno dato vita alla prigione che porta il mio nome ma anche a molte altre realtà, pur virtuali, dove in tanti vengono a divertirsi. Costruttori di mondi, di giochi, di sogni, come nel film che abbiamo visto qualche settimana fa.

Siete pronti? Siete age verified? E che aspettate? Winsconsin sta arrivando. Ci vediamo lì da metà di questo mese. E nel frattempo, se state cercando un posto per realizzare qualcosa di interessante, andate a parlare con Lella, ditele pure che vi manda Win.

Grandi novità in famiglia: Lella

A volte ci creiamo delle regole. Dei limiti. Delle strategie, perfino. Ma poi c’è quello che senti che è giusto fare e che, alla fine, fai. Contro ogni buonsenso o ragionamento. Scontato, forse, per molti. Ma non per me.

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Ci sono occhi che si poggiano su di te come una farfalla. Ti sfiorano senza chiederlo, più impalpabili di un sussurro in una notte d’estate, ma quando si spostano altrove è come se si portassero dietro una scia di polverina magica che è quasi impercettibile ma si porta con sé un pochino della tua attenzione.

Poi sbatti gli occhi e non si vede più niente di strano. Però, qualche minuto, qualche ora o anche qualche giorno più tardi ti capita di sentirli di nuovo su di te, quegli occhi. E di nuovo, dopo un attimo, volano via velocemente, ma stavolta quella polverina ti sembra di vederla balenare per un attimo più a lungo. Hai visto davvero qualcosa che scintillava? Forse no, però, mah, sembrava proprio…

Lellautoritratto.jpgQuando il soffio di quello sguardo torna ancora una volta a farti vibrare la leggera peluria che, sulla tua nuca, separa il collo dall’attaccatura dei capelli, cominci a sentire che non è un’impressione o un film che ti stai facendo. Ed è lì che scateni – che scateno, dai, sto parlando di me stessa, dopo tutto, e lasciamo perdere la retorica. È lì che scateno il ragionamento, che chiedo aiuto alle regole, che mi metto a tracciare a terra linee rosse che non voglio superare.

Nel suo post di qualche giorno fa, Rossella riporta un brano di una nostra conversazione in IM di qualche tempo fa in cui mi invita a legare una conoscenza comune che, secondo lei, ne ha bisogno. Io le rispondo che ho già Andromeda e Jelena e che davvero non sto cercando nuove sub e giuro non lo dico per tirarmela, ma perché è vero: mi trovo spesso in mano più chiavi di  quante non abbia tempo di gestire – senza contare che il mio lavoro alla Kelley Tech (la procedura di Banishment non dura mai meno di un’oretta e mezza) e la stessa prigione di cui sono la direttrice richiedono a volte energie non indifferenti.

jelandro.jpgQuando comincio ad accorgermi di come quegli occhi mi stanno guardando, quando noto la maggiore frequenza con cui compaiono a Penning, sul piazzale davanti alla prigione, cerco di scuotermeli di dosso. Penso ad Andromeda e a Jelena e all’attenzione eccessiva che ho sempre dedicato a evitare che provassero, l’una per l’altra, quel sentimento di gelosia che appartiene molto più a me che a loro (e per far fare loro la pace quando avevano litigato). Penso a certe sedicenti Mistress che ho incontrato, che vanno in giro con codazzi di persone al guinzaglio come fanno le carampane con troppi cagnolini che sembrano tutti uguali. Penso al desiderio di possesso che mi divora e mi fa bramare di sapere tutto sulle persone che mi stanno a cuore – al punto che farei qualsiasi cosa per poter leggere e raccogliere da qualche tutti i loro pensieri… e al tempo che passo, ogni volta che resto offline per un giorno o due, a leggere i rapporti degli Spy, i microfoni indiscreti che tengo sempre accesi nei collari di Andromeda e Jelena.

E poi comincio a pensare anche alla persona che quegli sguardi me li sta regalando. Penso che anche se passassi sopra a tutti i ma precedenti (ed eccolo, quel periodo ipotetico che comincia a incunearsi nella mia determinazione: anche se…) non sarei mai capace di dare a quella persona quello che si aspetta, quello che spera, quello che si illude io possa darle. Perché io sono una sola, e già la mia anima è un po’ divisa fra la mia vita reale e quella, di fantasia, che vivo nel metaverso, e non ho altre ore da dare, non ho altre emozioni da regalare. No, non sarebbe giusto. Sarebbe una delusione, per lei.

LellaCreek.jpgMa è un ragionamento che già alle fondamenta mostra qualche crepa. Perché dovrebbe importarmi qualcosa di non deludere una persona a cui non devo nulla? Mi capita ormai così spesso di conoscere persone bellissime con le quali solo la tirannia del tempo e della RL mi impedisce di approfondire le relazioni che ho imparato a ignorare il sottile rimpianto delle occasioni che perdiamo ogni giorno. E allora come mai per questa mi sto facendo tanti problemi invece di farle capire con gentilezza che non è cosa?

Passano i giorni, e Lella continua a venire a trovarmi. Ogni tanto, non tutti i giorni. Il suo sguardo è sempre carezzevole ma discreto, e il desiderio che esprime è tranquillo. Mi saluta senza imporsi ma senza chiedere scusa, non resta mai un minuto di troppo nè uno di meno: capace di apprezzare con serenità il poco tempo che passa in mia compagnia, con una rassegnazione che non sembra esprimere rimpianto di un qualcosa di più che nessuno le promette, ma che invece coglie quello che può avere senza chiedere di più, allo stesso modo in cui non chiedi nulla di più all’erba che ti fa solletico sotto ai piedi, alla pioggia leggera che ti bagna il viso o al sole che sulla spiaggia ti nutre la schiena.

E io, lo capisco, questa discrezione mi sta seducendo, piano piano. Mi fa sentire come una stellina piccola piccola che si accorge della fioca luce che riesce a trasmettere a un pianetino che le orbita attorno. E che comincia a pensare che, tutto sommato, non c’è nulla di male se quel pianetino riesce a cogliere, nei coni d’ombra roteanti dei pianeti più vicini, qualche tua alba e qualche tuo tramonto. Magari regalandoti ogni tanto l’illusione di essere tu stessa un piccolo sole.

Angels.jpegFaccio resistenza per un poco attaccandomi alle mie regole. Mai e poi mai allungare le dita su persone che già appartengono a qualcuno, e Lella ha rapporti da chiarire con persone che conosco e a cui voglio bene. Alcune delle sue chiavi sono in mano a Rossella, e io mai e poi mai le prenderei se avessi anche un solo dubbio che Ross sta davvero considerando l’idea di tenerle. Il Mars Ring è sotto il controllo di Fujiko, e anche in questo caso non sarei capace di mettere anche solo un dito sulla bilancia che sta decidendo dei loro rapporti. Glielo dico, la rimando a casa, la invito a chiarirsi le idee con loro, non le prometto niente. Ricevo le sue confidenze su quello che succede con quelle persone, non le offro consigli, mi tengo indietro. Ma comincio a sperare.

Quando questi ostacoli, piano piano, svaniscono, comincio a non sapere più a cosa attaccarmi. Forse al fatto che Lella ha una persona di cui deve avere cura – Angels Svenska, la dolce schiava di Vales DeCuir che, attualmente lontana da SL, l’ha affidata alle cure di Lella perché la tenga ben legata, protetta, fuori dai guai. Eppure la dolcezza con cui Lella tiene sempre serrati i polsi di Angels, anche quella mi conquista lentamente. Quella dolcezza potrei volerla per me, credo. Angels viene accompagnata in una delle celle al piano di sopra del WCF, ringrazia quando sente lo scatto della porta della cella, ci sorride con gratitudine. Ci saluta.

Prendo il collare di Lella, come avevo fatto per Jelena, davanti a un vendor di Marine: lei lo compra, lo indossa, lascia le chiavi lì per me, socchiude gli occhi quando le raccolgo.

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Tutto il resto non conta. Non conta il momento dello scatto, non il fatto che la rimprovero, con molta dolcezza, quando scopro che, di sua iniziativa, su quel collare ha scritto il mio nome prima che fossi io a ordinarglielo. Non conta il tempo che ci metto a raccogliere tutte le chiavi di una tale collezione di legami che mi ci vorrebbe una terza e una quarta vita ad esplorarli tutti. Conta, invece, la frase che Lella scrive in un weekend in cui io sono lontana da SL e che, da allora, campeggia nel suo profilo.

La sottomissione non è qualcosa che si può chiedere o costringere, ma una cosa volontaria. Una sub si sottomette per scelta propria, non perchè altre persone la forzano. Sottomissione non è schiavitù, una sub non ha rinunciato al proprio potere decisionale, ma ha ceduto il diritto di decidere per se ad un’altra Persona.
Io ho ceduto questi dirittti, la mia anima ed il mio corpo alla Signora WinthorpeFoghorn Zinnemann il giorno 7 maggio 2009

Adesso, ho un terzo Spy da ascoltare. Il tempo per farlo, beh, in qualche modo lo troverò.

Rossella Pintens: Lezione di umiltà 2

Il post che segue è molto particolare. Per la prima volta non si tratta di qualcosa che ho scritto io o che mi riguarda. No: le parole che seguono sono state scritte da Rossella Pintens, un’amica e confidente di vecchissima data, e anche se io vi compaio brevemente come interlocutrice di uno scambio di IM riguarda soltanto lei e un’altra mia vecchia conoscenza. Dato che il suo post prende le mosse dal mio Lezione di umiltà qualcuno potrebbe chiedersi come mai non l’abbia invitata a usare lo spazio dei commenti. Non ho una risposta univoca. Forse perché nei mesi scorsi diverse persone mi hanno proposto di scrivere ogni tanto su queste pagine, ma poi non l’hanno fatto, mentre lei sì. Forse perché Rossella è Rossella. Forse perché mi stanno a cuore entrambe le protagoniste di questa storia. E forse anche perché in questo periodo non sto trovando il tempo di raccontare alcuni eventi recentissimi che hanno reso la mia SL particolarmente felice. Non mi giustifico: il meccanismo è sempre quello per cui a volte vivere e raccontare quello che vivi non è sempre facile, soprattutto quando ti viene la paura che scrivere di qualcosa di magico mentre accade possa distruggerla, o peggio ancora ferire qualcuno che vi rimane coinvolto. Ma il post di Rossella mi serve da sprone per decidere che è ora che quel tempo di raccontare io lo trovi. Lo prometto a me e lo prometto alle persone che di fatto hanno reso, stanno rendendo, la mia Second Life un piccolo paradiso. Non accadrà stavolta, però. Oggi faccio un passo indietro e lascio questa pagina alla storia di Rossella e di qualcun altro. Molte persone che mi sono vicine sanno benissimo di chi si tratta, ma dato il modo e l’impeto con cui Rossella ha scritto le righe che seguono ho deciso di non rivelarlo in questa breve introduzione. A te la parola, Rossella. L’unico mio intervento sulle tue parole qui sotto è stato quello di impaginare le foto che mi hai mandato, di aggiungere qualche corsivo e i pochissimi link che mi sono sembrati necessari.

 

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Win, un saluto a te e a tutte le belle persone del tuo blog di cui Astor ed io siamo lettrici fisse.  Stavolta ti scrivo per un fatto accadutomi recentemente ma che forse ha radici lontane. Anzi, senz’altro. Le mie avventure con le persone submissive hanno tutte straordinaria importanza per me. Mi forniscono la possibilità di conoscere caratteri diversi dal mio e siccome sono innamorata di questa favola magica che è SL, mi assicurano anche un po’ di quella compagnia che è indispensabile in world se il tuo Amore, quello con la A maiuscola ha problemi in Real e purtroppo ha poco tempo per starti vicina in world. Sono sempre stata, come lo sei tu, accanita sostenitrice della totale possibilità di convivenza tra relazioni separate di tipo bdsm e sentimentale. La maturità di un Amore completo e strappapelle quello che urla e lacera il cuore può convivere benissimo con lo slancio emozionale e vibrante  di storie di manette, di bavagli, maschere, bende, hoods, fetish in cui fai all’altra persona proprio quello che non si aspetta da te. Potrebbe sembrare un paradosso imprigionare una persona, toglierle la libertà, esibirla legata, stringerle i nodi, “proprio tu” che le sei vicina, ma lo diventa meno quando questa persona cerca proprio questo. E lo cerca proprio da te. E tu lo vuoi fare allo stesso modo di come lei lo voglia ricevere.

Io poi, e tanti ragazzi e ragazze te lo possono confermare (parlo di Lella, di Erikah, ma anche di Carrozza Baroque, Fabio, parlo di Hadiya, parlerei di Giada se ci fosse, parlo di Tina Vollmer, di Carmelishko, di Corinne Rabeni, di Kariin, Antonella, Matteo e tante altre), ho una soglia ben precisa. Per me BDSM è bondage. Bondage puro. Non contemplo l’uso di accessori che portino dolore fisico, detesto togliere vestiti alle persone sub, detesto abusare di loro sessualmente, detesto scene di nudismo e nudità (sottile differenza) in pubblico e…. anche in privato con loro. Bondage puro. I legami di amicizia, di lealtà, di rispetto, di sottomissione reali, quelli che si hanno dentro al cuore, in un certo senso proseguono nelle corde, in un foulard che ti imbavaglia, nelle manette; diciamo che è un modo per estenderli e per portarli fuori dal cuore nel mondo concreto. Quindi il mio non è un bdsm convenzionale anche se quelle corde mi piace molto farle sentire e quei bavagli mi piace stringerli parecchio, anche se le punizioni se le beccano e non sono di certo legami o restrizioni ma la libertà. Sono sadica almeno quanto loro sono masochisti e devono tremare al pensiero che se fanno qualcosa che non va la loro punizione è “non” legarli,e farli sedere al tuo fianco come se niente fosse ma senza la minima traccia di manetta o restrizione addosso. Se ti lego ti piace, che punizione è? Essere sub, lo dico sempre, non è l’Hotel a cinque stelle dove sei servita e coccolata. E’ servire ed essere servite, ma è anche ubbidienza, rispetto totale, sincerità assoluta, devozione e interesse verso me stessa sia come avatar che come persona. Molti sub si interessano poco all’avatar, alla persona, mentre pensano solo a “cosa mi farà oggi”. Cioè privilegiano le sensazioni ricevute rispetto al resto. Egoismo. Se non ti interessi a me, dal mio cervello a come sono vestita, almeno quanto lo faccio io su di te, ti mollo e ti ignoro. Non posso farne a meno. Mi assale il pensiero che se a legarti fosse un orsetto di Dark realm per te sarebbe la stessa cosa. Che a te interessi solo il click della manetta e non chi la faccia scattare. Di questo devono stare molto attente le persone che mi frequentano. Premessa necessaria per dire che ho un certo ego, a volte ipertrofico, a volte imbarazzante. Ma stavolta lo prendo a calci nel sedere come merita per la cantonata che ha preso. Ho delle attenuanti, senz’altro. Ma non bastano. E’ condanna pura. Mi sono auto sentenziata colpevole e questa lettera è la punizione. E lo spunto è venuto dal tuo ultimo argomento. Lezione di umiltà. E ora è il turno di Lezioni di umiltà 2

Rivulet (212, 167, 22).jpgLa storia inizia da lontano, molto lontano. Forse il primo Stonehaven. C’era Giada con me, la mia sub storica e perfetta. E c’erano due niubbe appena arrivate che dissertavano di bdsm. Le ascolto, parlo, credo di colpirne molto una e invece si fa avanti l’altra. Due ragazze meravigliose.  Scelgo appunto “l’altra”. “L’altra” pero’ dopo un po’ diventa insofferente, vive a 300 all’ora, vuole “fare” tutto e lo fa. Ogni tipo di esperienza che vola da Gor alla modella professionista, alla builder, al gruppo bdsm ai locali, le sfilate, la sub, la Miss, la disc jockey, i negozi, tutto. Vola alto non si ferma, è brava, riesce, lo fa bene. E non si ferma nemmeno con me. La scusa sono due guanti a palloncino, troppo umilianti secondo lei. Giusti e sacrosanti per me. La cosa bella è che ci lasciamo bene e con rispetto, come merita perché mi ha voluto bene e cosa molto rara, mi ha sempre portata in palmo di mano. Però io avevo persa di vista la prima, la tentennante per eccellenza, la signorina Perfettini, la portabandiera dell’indecisione, la maniaca del particolare nocivo in RL del bondage, quella che urta i nervi, che ti irrita che vorresti zittire con una bandana in bocca, un bavaglio tra i denti e una fascia sopra per non sentire il minimo lamento o parola da parte sua. Eh eh io lo chiamo Nautilus questo bavaglio per inciso (Molto molto efficace e silenzioso come il sottomarino). La perdo di vista ed evidentemente qualcosa dentro mi salta e mi rompe l’equilibrio. Ogni tanto nel tempo la incontro. Sempre vestita più o meno in toni di marrone. Terribile. Con la gonna quando servono i pantaloni, con i pantaloni quando serve la gonna. Con i fiori in testa, con cespugli da bambina  al posto dei capelli, filiforme, secca e i lineamenti giusti dei 19 anni che ha o avrebbe. Sempre acida e puntigliosa come le comari pinzute ma con la testa abbassata e quelle frecce di occhi che sparano laser dal basso verso l’alto. Ha una storia con una mia amica che ora è fuori da SL. Questa storia un po’ la subisco evidentemente, anche se non me ne accorgo, mentre non considero assolutamente importanti tutti i suoi approcci bdsm con altre persone a lei attorno, approcci per me totalmente permeati di egocentrismo e del tutto confusi tra sub e dom che si mescolano in un assurdo brodo primordiale. Bdsm, bondage invece sono disciplina e ordine. La confusione male alloggia. Intendo che tu domme puoi anche porgere i polsi, ma si sa molto bene chi comanda, si deve sapere. La sua storia va avanti. Un giorno la incontro al Ranch e scoppia una litigata epocale che abbraccia temi a me a me cari. Dal modo di imbavagliare alla mia cara Ingegneria. Sembrava Porta a Porta. Quello che dicevo io non andava bene mai. Riusciva a trovare problemi anche nei lembi della bandana che  potrebbero scivolare nell’esofago e soffocarti. Assurdità a catena, tanto per contestarmi. Io dubito della sua età e della sua integrità fisica e mentale e da quel giorno è guerra termonucleare totale. Se posso ne parlo male. Se posso dico alla mia amica di punirla peggio. La ignoro. La ghettizzo.

MA

Athen Shire (162, 190, 21).jpgMi accorgo di guardare spesso il suo profilo dove ovviamente si auto insulta la furbacchiona vipera. Si auto umilia la viscida. Ma invece quanto strillava con me, come urlava e pontificava la signorina, la umile, la povera, la dimessa… un accidente!!!…..Bene, dico la classica persona che gode a farsi compatire e ad umiliarsi per poi sotterrarti col suo ego da migliore della classe. Divento devastante. Ne parlo male con chiunque. Il mio Amore lo sa e i miei amici anche. 
Pero’ in tutto questo rimango fiera e orgogliosa di una cosa. Non sono stata di certo io a farle lasciare. Anzi io volevo che la cosa durasse. Perché volevo bene alla sua Miss. Tanto bene.  Eccone un esempio

[2008/08/11 11:49]  Rossella Pintens: ciao Xxx… in gamba e non deludere Alexya
[2008/08/11 11:49]  Xxxxxxxx Xxxxxxxx: non la voglio deludere assolutamente
[2008/08/11 11:49]  Rossella Pintens: buona serata
[2008/08/11 11:49]  Rossella Pintens: e ricorda i miei consigli
[2008/08/11 11:50]  Xxxxxxxx Xxxxxxxx: li terrò a mente
[2008/08/11 11:50]  Rossella Pintens: sei sub non partner
[2008/08/11 11:50]  Rossella Pintens: devi avere pazienza

Ma in lei vedevo falsità ed esagerazione. Non le perdonavo niente di niente. Insomma, poi  si lasciano. La vedo al ranch, immo Win:

[2009/03/14 16:02]  Rossella Pintens: c’è la XXXXXX qua al ranch, perchè non vieni e la leghi per bene?
[2009/03/14 16:02]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Io non lego la XXXXXX,  non credo di piacerle
[2009/03/14 16:02]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Non cerca una come me :-)
[2009/03/14 16:02]  Rossella Pintens: io credo invece di si
[2009/03/14 16:03]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Non ho mai avuto la sensazione che potesse funzionare, fra noi… e con Andromeda e Jelena… non credo di potermi permettere altre sub o schiave :-)
[2009/03/14 16:04]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Già così a volte sento la pressione
[2009/03/14 16:04]  Rossella Pintens: per smuovere un po’ le acque sarebbe stata un’ottima mossa :):):):)

E la storia continua. Sento disagio pero’ al solo sentirne il nome. Comincio a sentire disagio. Ma come io, che mi vanto di essere gentile e carina con tutti,una  bi che non rifiuta niente e nessuna, anzi una B con un ego monstre purtroppo, ma  con un debole per le persone a modo, io devo stare litigata con una ragazzina di 19 anni? Nel frattempo Giada mi ha lasciata (la sub perfetta), sparita senza un motivo dopo piu’ di un anno, senza una spiegazione, lasciando “morti e feriti” dietro di se in una scia di cloni e di cose belle e irripetibili. Il groppo in gola è grande. Lo capisce Astor, sempre vicina e con la quale il rapporto ha raggiunto dimensioni davvero da RL. Sintonia, telepatia. Sempre nei pensieri una dell’altra. Ma Astor è un po’ lontana da SL per via della RL. Che me la porta via spesso e volentieri. Desidero compagnia, desidero “legare”. Lo voglio. Non posso legare una moglie che quando entra proprio perché entra poco ehm…..ti ispira di fare altro, diciamo di stare abbracciate su un divano a raccontarsi flirtando le tante novità avide l’una della bocca dell’altra. Giada mi manca terribilmente. Ma forse mi mancano le sub. Che mi completano. Passa il tempo. Ho delle storie, una gran bella storia incompiuta con Lella con la quale ancora non mi sento pronta, un altro approccio meraviglioso che ancora continua in modo positivissimo con la signorina XY del quale non posso e non voglio parlare qua ora perché il topic deve essere il mio sputtanamento, e la sera mi attacco ad Astor, sempre a lei. Astor. Unica. Ma non posso stressarla o ucciderla con la mia solitudine dom. Io lei la voglio vivere fino all’ultima goccia, respirarla, amare quindi non ho tempo per parlarle di questo, cerco solo la sua bocca. Ma spesso in world sono sola.

Ripenso a questo acidume…era settembre. Beh si è lei. COSTANZA FRANIZZI.

[2008/09/03 3:07]  Costanza Franizzi: buongiorno Miss Rossella
[2008/09/03 3:07]  Rossella Pintens: salve Costanza
[2008/09/03 3:07]  Costanza Franizzi: suppongo che ora tu preferisca che usi Miss per rivolgermi a te vero?
[2008/09/03 3:08]  Rossella Pintens: da dove viene questa considerazione?
[2008/09/03 3:09]  Costanza Franizzi: tu sei Mistress, io sono sub

Che sfocia in questo capolavoro dopo due ore serrate

[2008/09/03 4:44]  Rossella Pintens: spero ti serva questa discussione
[2008/09/03 4:44]  Rossella Pintens: a farti capire che gli altri e le altre non sempre sono sceme e si bevono tutto
[2008/09/03 4:45]  Costanza Franizzi: io…..
[2008/09/03 4:45]  Costanza Franizzi: tu non puoi dire questo di me
[2008/09/03 4:45]  Costanza Franizzi: e questa discussione mi ferisce solo, sei….  Sei…. quasi crudele!
[2008/09/03 4:45]  Costanza Franizzi: e non posso nemmeno più rimanere
[2008/09/03 4:46]  Rossella Pintens: a me non intenerisci nemmeno un po’, costanza
[2008/09/03 4:46]  Rossella Pintens: oramai ti ho capita

Uh….. e tanto tanto amaro in bocca.

Amagansette 2,203,23.jpgPoi un giorno quei lampi. A ciel sereno che ti legano, ti immobilizzano. La trasformazione. Eudeamon. Prendono il controllo. Agiscono loro. Paralizzano il cervello. Ti fanno ubbidire. Diventi Rossella/Libeccio a tutti gli effetti. Alexya non c’è più non solo nella sua vita da sei mesi, ma anche in sl è sparita da due mesi. Il libeccio squassa tutto, spazza, soffia, popola la spiaggia di legni, granchi, datteri, alghe, rifiuti e cose belle, e anche di gente che…. raccoglie i doni del vento e del mare. Bandana in testa c’è anche la Pintens. Il Libeccio porta via tutto. Anche il rancore. E parte un im come una spada, una stilettata. Giugno, caldo, mare, Libeccio. Si vedono la Capraia e la Gorgona ma anche il Tino e il Tinetto. Si’ è tutto limpido, tutto chiaro quaggiu’ lontana da Roma. Parte……. E ……arriva. Certo che  arriva.

[2009/06/05 17:50]  Rossella Pintens: tregua?
[2009/06/05 17:51]  Costanza Franizzi: a che proposito?
[2009/06/05 17:51]  Rossella Pintens: lo sai
[2009/06/05 17:51]  Rossella Pintens: abbiamo litigato male noi due
[2009/06/05 17:51]  Costanza Franizzi: non ne sono sicura
[2009/06/05 17:51]  Costanza Franizzi: allora ho scritto male
[2009/06/05 17:51]  Costanza Franizzi: per quale proposito
[2009/06/05 17:52]  Rossella Pintens: abbiamo un’amicizia comune che è sparita
[2009/06/05 17:52]  Rossella Pintens: cercavo il motivo e se ne avevi notizie
[2009/06/05 17:53]  Rossella Pintens: da persone serie stavolta, responsabili
[2009/06/05 17:53]  Rossella Pintens: tutte e due
[2009/06/05 17:53]  Rossella Pintens: te ed io
[2009/06/05 17:53]  Costanza Franizzi: devo darti atto che hai meno orgoglio di me, avrei voluto chiederti lumi perchè sapevo che ti aveva lasciato un messaggio prima dell’ultima volta che ha loggato
[2009/06/05 17:53]  Rossella Pintens: invece no

…..

Jiminy 3 (215, 186, 441).jpg

[2009/06/05 18:11]  Rossella Pintens: la vita riservasorprese
[2009/06/05 18:11]  Costanza Franizzi: questa…tregua
[2009/06/05 18:11]  Rossella Pintens: siediti Cos
[2009/06/05 18:11]  Rossella Pintens: o mettiti in ginocchio, fai quello che ti senti di fare
[2009/06/05 18:11]  Rossella Pintens: io quello che mi sentivo di fare l’ho fatto
[2009/06/05 18:11]  Rossella Pintens: e ti ho baciata
[2009/06/05 18:12]  Costanza Franizzi: il mio rancore non è mai forte come i miei litigi
[2009/06/05 18:12]  Rossella Pintens: è triste tutto questo
[2009/06/05 18:12]  Rossella Pintens: odio vederti cosi’
[2009/06/05 18:13]  Rossella Pintens: odio avere litigato
[2009/06/05 18:13]  Costanza Franizzi: odio pensare quello che può esser successo

 

E come il libeccio travolge me, travolge anche lei e in poco, pochissimo tempo si arriva a questo:

[2009/06/06 10:28]  Costanza Franizzi: ahia…son fregata
[2009/06/06 10:29]  Rossella Pintens:  non cambiare mai
[2009/06/06 10:29]  Rossella Pintens: ciao
[2009/06/06 10:29]  Costanza Franizzi: ma sei la stessa con cui ho litigato :) ?
[2009/06/06 10:29]  Costanza Franizzi: ciao Rossella :)

Rossella senza Miss. Capito che lezione?

E infine lei mi chiede il collare. 8 giugno. Lo chiede lei, formalizza lei, firma lei. Chiuso, click. Non puoi più tornare indietro.

Jiminy (215, 186, 441).jpgJiminy2 (215, 186, 441).jpgBene. Costanza, scusa. Il succo di questo post è che prima di parlare e di spargere veleno si deve pensare. Ma non solo scusa a Costanza. Scusa a tutti quegli amici e amiche che hanno sentito cosa ne dicevo e ora mi vedono con lei legata e in ginocchio a fianco. Mi bastano per tutti gli occhi strabuzzati di Corinne ieri notte a Stone. Bella buffona la Pintens.

Sparate pure. Stavolta l’ho meritata tutta. E tu con quella faccia da ragazzina non ti credere di essere arrivata all’Hotel cinque stelle di Saturnia.  Te lo faccio vedere io, te lo faccio…..

Il Libeccio ha spazzato via tutto. Si riaprono gli ombrelloni al bagno Genova, al Lidino, al Teresita in Darsena. Cosa rimane? Rimane l’Amore. Rimane Astor che ha la A di Amore per iniziale, quello con la maiuscola. Rimane XY (grazie mia amica comprensiva, Regina del deserto). Rimane le perfezione attuale della mia SL. Rimane la ferita che col salmastro brucia da morire. Rimane il dolore dentro. Rimane la perdita di un’amica. Ciao Alexya. Anche Giada è stata spazzata via del tutto, il che non è male.

E rimane la figura di cioccolata che ho fatto con mezzo web.  E grazie a tutte per avermelo fatto capire sopportando i miei sfoghi. Grazie, Lella, non sembra ma mi sono accorta che con te erano le prove generali e mi dolgo del tuo sacrificio, ma la vita è lunga, su SL siamo eterne poi, no?

Scusa, Costanza, sono una vera BIP BIP BIP e poi ancora BIPPPPP. Ma io ora ti stringo il bavaglio. Lo devo fare.

/me accarezza il capo chino della sua sub.

/me finalmente ride.

Dimenticavo. Rimane anche Costanza. Beh, legata cosi, ma dove si crede di andare?

/me ride, ma ride tanto…….

Complimenti, Cos e ancora scusa

Rossella/libeccio

p.s. Win stavolta ci hai visto lungo tu.

Un abbraccio per Tomiko

A poche settimane da Costanza, se n’è andata da SL un’altra persona che conoscevo. Poche righe per un saluto e qualche considerazione su questioni importanti sollevate da una sua lettera di addio.

tomikosi.jpg

Da ieri mattina, il WCF ha perso una delle sue guardie. Tomiko Pobieski, che già da tempo si faceva vedere poco a Winsconsin a causa di altri impegni su SL, ha mandato a me – e credo a tante altre persone – una bella lettera in cui spiega i motivi per cui ha deciso di chiudere il suo account SL. La pubblico qui sotto, rimuovendo tutti i riferimenti personali: perché i motivi contingenti di questa decisione riguardano solo Tomiko e le persone a lei più vicine, ma le sue considerazioni hanno, mi sembra, un valore più generale e sollevano alcune questioni sul rapporto che SL ha o può avere con la vita reale.

Il messaggio si intitola, semplicemente, “ciao ciao”. Eccolo.tomikoverticale.jpg

allora la situazione è questa, vorrei spiegarla un po’.
Come già detto ho scoperto di non essere in grado di gestire serenamente la mia SL in quanto quello che succede qui la riporto scioccamente in RL. Questo è in linea di massima.
Voglio dire, ognuna di noi porta inevitabilmente un po’ di se stessa qui dentro e mi pare ovvio in quanto sono le persone che gestiscono gli avatar.
Sbagliato ovviamente far si che quanto accade qui però, anche se a mio parere per certi versi abbastanza ovvio, faccia si che destabilizzi fuori.
Io almeno non riesco, se mi arrabbio in SL difficile che facendo off line  la cosa finisca lì.
SL poi è un po’ una droga e quindi ti prende un po’ la smania a volte di fare, di entrare a tutti i costi, e gli affetti sono reali come in RL anche se un po’ diversi.
I miei scazzi con Xxxxx non sono riuscita a tenerli fuori dal mio reale, la mia amicizia nemmeno e questo mi ha dato ovviamente qualche problemino anche in famiglia. Troppo tempo qui trascurando qualcosa là e quindi non va bene.
(omissis)
Quello principale è l’aver capito che Xxxxx o meno io con qualsiasi persona sarei la stessa e la mia incapacità di separare le cose sarebbe la medesima. Io a dare il massimo per qualcosa in cui credo, a fare i numeri per esserci a scapito di altre cose fuori. Io a dare la mia amicizia totale e sentirmi inadeguata spesso e volentieri in quanto la mia amicizia solo su SL (mai messo in dubbio questo e sempre fatto di tutto per non far si che la cosa possa essere trasferita in RL, capitato una volta e giurato mai più …. uno dei periodi più bui della mia vita) quindi a dare tutto quello che posso su SL quasi per farmi perdonare il non poterla dare fuori.

tomikotestimoni.jpg

Scema si ma non abbastanza da non capire che la cosa non è giusta e che è un meccanismo autolesionista. Ma non riesco a essere abbastanza distaccata per fare come tanti che entrano, si fanno i cavoli loro ed escono senza tanti problemi.
Quindi da qui il pensiero di cancellare l’account, se una cosa non va e non si riesce a modificarla meglio chiudere.
Però non è facile, ho incontrato persone e fatto cose che mi piacciono e divertono, persone che mi hanno dato tempo, simpatia e perchè no affetto e lasciarle spiace.
(omissis)
Ripeto cmq che il mio problema è molto più generale è proprio la difficoltà di gestirmi la second life a prescindere dalle persone che incontro.
Quindi ho cancellato l’account quando ho visto che mi ha subito tolta e certamente esco più serena …in fondo mi ha aiutato e facilitato la decisione. SL non fa per me per cui saluto e tolgo il disturbo buona vita a te.
Se ti ho fatto del male ti prego di perdonarmi, se beh, mi hai apprezzato in qualche modo ne sono felice.
Discorso difficile da capire? Confuso ? Senza dubbio si ma non sono mai stata molto lineare di mio e non riesco sempre a far capire chiaramente quello che penso.
(omissis)
Ora tolgo i gruppi, azzero il profilo chiudo e disinstallo il programma inutile quindi mandarmi degli IM non potrei leggerli.
Se qualcuno dovesse chiederti di me in modo magari un po’ confuso ho cercato di spiegare puoi dire loro tranquillamente che fine ho fatto e perchè.
Bacio e buon proseguimento :)

Tomiko_001.jpgIl messaggio si chiude con un sorriso, e non mi sembra un sorriso forzato. Tomiko ha fatto una scelta ma, come Costanza qualche tempo fa, non ha voluto sparire nel nulla, ben sapendo quanto la sparizione di qualcuno possa turbare le persone che a quel qualcuno hanno voluto almeno un po’ di bene. Perché Second Life è un gioco, sì, ma un gioco molto più serio di quelli in cui si interagisce con un programma di computer: qui interagiamo con altri esseri umani, ognuno diverso da tutti gli altri, e sappiamo molto bene che questi esseri umani, a differenza dei personaggi dei cosiddetti videogiochi, non cessano di esistere quando noi facciamo log off. Al contrario: sentono il distacco, sentono la nostra sparizione, sentono la solitudine, sentono l’abbandono.

Il nome Second Life è giusto e sbagliato al tempo stesso. È vero, senza dubbio, che chi si collega e supera l’iniziale diffidenza o difficoltà d’uso – ma soprattutto trova una sua dimensione – ben presto si può trovare a gestire tutta una rete alternativa di rapporti, affetti e magari anche antipatie e problemi di relazione che costituisce, davvero, una seconda vita. Ma quel che non si pensa è che, poiché la persona che sta dietro all’avatar – l’agente, come dice qualcuno in modo un po’ burocratico – ha già una sua vita reale, di fatto Second Life possa rischiare di succhiare alla RL tempi, attenzione e a volte anche affetti. Ed ecco che il nome diventa un’illusione, una promessa che non si può mantenere: paradossalmente, si potrebbe dire che una seconda vita non possa che puntare a dimezzare la prima. O quantomeno a interagirvi in modo inestricabile, quantomeno a livello emotivo.

 

Immagine 1.png

Chi continua a leggere queste mie paginette lo sa: è vero che racconto avventure, fatti, dialoghi… ma quello che mi interessa di più è cercare di catturare le emozioni, mie e delle persone con cui ho la fortuna di interagire. Ci sarà anche chi si appassiona alla mera narrazione, alla mia piccola telenovela, ma non credo proprio che il mio diario continuerebbe a ricevere tutte queste visite se non si sentisse che le emozioni che racconto sono tutte vissute davvero… non nella virtualità ma nel corpo della persona che sta seduta al computer a scrivere queste righe. E che è Win, certo, ma certo è anche qualcun altro. Sempre “me stessa”, esattamente come Tomiko e, se devo giudicare i miei comportamenti del passato, con la stessa difficoltà a staccare la spina. Perché il cuore e il cervello di Win sono e non possono essere che tutt’uno con quello dell’agente che le dà la vita, appunto. L’ho scritto nelle due righe di descrizione di me stessa per Networked Blogs, un’applicazioncina che rimbalza sul mio profilo Facebook i post di questo blog: “I live in the metaverse, I write in this world. My soul is split between two bodies”. Vivo nel metaverso, scrivo in questo mondo. La mia anima è divisa in due corpi.

Samydomme_002.jpgÈ anche per questo, per porre un argine a emozioni che vivo sempre con enorme intensità, che ho sempre tenuto ferma la regola della separazione fra SL e RL. È per questo che ho sempre rifiutato di usare il Voice, di rivelare il mio nome reale agli amici di SL (o di chiedere a qualcuno di dirmi il suo). Non vivo nel mistero e molti amici in-world sanno benissimo in che città abito e conoscono alcuni dettagli della mia vita privata – ma ho sempre fatto attenzione ad evitare qualsiasi indicazione che possa davvero permettere a qualcuno di trovarmi. Non è paranoia: non è che abbia paura che un maniaco mi si apposti sotto casa per spiarmi o magari, visto anche il tipo di giochi che mi piace fare nel metaverso, fare qualcosa di peggio. È, davvero, che mi conosco bene e so quanto le emozioni di un gioco possano essere coinvolgenti: ricordo bene i tumulti emotivi che ho vissuto quando giocavo, tanti anni fa, a giochi di ruolo in teoria molto più innocenti come Dungeons & Dragons. Con Second Life, in cui entrano in gioco una serie pulsioni molto più profonde e liberatorie (soprattutto grazie al fatto di non interagire con amici e amiche che conosco nel mondo reale, e davanti a cui, quindi, non sempre saprei mettermi a nudo come accade qui) il rischio può essere molto più alto. E poiché sono ben consapevole che la RL deve essere sempre al primo posto, l’unica autodifesa che posso avere, per consentirmi di vivere le emozioni del gioco, è assicurarmi che in nessun modo il gioco possa avere qualche effetto concreto sulla mia vita reale.

tomiko1.pngMi accorgo che non mi sto spiegando come vorrei, ma Tomiko ha ragione, non è facile. Anche tenendo rigorosamente separate le due vite, l’interazione è inevitabile: a me, senza dubbio, è capitato di provare impazienza nei confronti della RL e delle persone con cui vivo quando questo entrava in conflitto con qualche situazione in-world che per me era irrisolta. Mi è capitato di collegarmi a tarda notte per slegare qualcuno che avevo fatto prigioniero e non farlo sentire abbandonato, per scrivere due righe a una persona che ne aveva bisogno, per spiegare a qualche avatar un comportamento che poteva essere equivocato. Lo scorso Natale, mentre con la mia famiglia RL preparavo il cenone, mi sono dovuta nascondere in bagno per scrivere una mail di auguri a Chloe Tomorrow, un’amica ammalata che non sentivo da tempo e per la quale temevo il peggio. Non mi ha mai risposto, ma la sapevo in ospedale e, fra i tanti SMS di auguri che ricevevo a sciami dai miei amici reali, ci tenevo a che questa persona, che in RL non vedrò mai, sentisse il calore del mio pensiero e delle mie speranze che potesse guarire o, almeno, soffrire il meno possibile. (Voglio annotare qui che proprio l’altro giorno sono capitata sul suo blog e ho letto un post breve ma molto confortante: “Just to let every on know that im fine and getting better thanks for all the support ive got”. Evviva, Chloe, so che qui non mi leggerai, ma sul tuo blog non posso commentare senza un account msn – però adesso so che starai meglio e questo mi basta, che ti si riveda su SL o meno).

tomikomonique.jpgÈ anche vero che, anche se a me non è capitato mai, ho sentito storie inquietanti di quello che può succedere quando RL e SL si confondono. Sia Jelena che Ewyn, due persone che mi sono, in modi diversi, molto vicine, mi hanno raccontato di recente esperienze più o meno personali che, fossero capitate a me, con ogni probabilità avrebbero reso anche me molto più sospettosa e circospetta. Non vado nei dettagli dei loro racconti, perché non sono affari miei: ma non so come potrei reagire se scoprissi che qualcuno che conosco su Second Life sa chi sono e dove abito. So però che, in passato, è capitato a me di trovarmi in mano indizi sufficienti da individuare con assoluta certezza l’identità reale di una mia cara amica americana – parlo del suo vero sesso (era in realtà un uomo sposato) ma anche di nome, cognome, indirizzo di casa e numeri di telefono. Non ho mai avuto la tentazione di contattarla, ovviamente, ma mi sarebbe piaciuto mandarle una cartolina affettuosa, firmata Win. Poi ho deciso, non solo di non farlo, ma anche di non dirle mai quello che avevo scoperto di lei. Ne parlavo l’altro ieri sera con Jelena e Lella:

[2009/05/17 13:39] Win: Insomma, tante volte mi sono chiesta se dirle che sapevo tutto di lei/lui… poi ho deciso che la mia regola di tenere separate RL e SL doveva valere nei due sensi… e che non volevo rischiare di spaventarla
[2009/05/17 13:39]  Jelena Kiranov: hai fatto bene a mio parere
[2009/05/17 13:40]  Win: Non mi sarei mai perdonata se – che ne so – avesse lasciato SL dopo essersi accorta di essersi scoperta così tanto…
[2009/05/17 13:41] Win: E poi, soprattutto… beh, perbacco, io ho il suo numero di casa e indirizzo!
[2009/05/17 13:41] Win: Anche se si fosse cancellata… che faceva, traslocava? Avrebbe vissuto sempre con l’incubo che potessi essere una pazza… che so, ricattarla… non si sa mai

Compliant_003.jpgCompliant_005.jpgCompliant_006.jpgÈ vero che c’è chi invece questo brivido lo cerca consapevolmente. Compliant Breen, ad esempio, da mesi e mesi vive esclusivamente chiusa in una gabbia magnetica all’interno del WCF, sospesa nel vuoto e, all’interno di essa, immobilizzata da un armbinder, resa muta da una maschera a gas chiusa col lucchetto, ridotta a un oggetto in perpetua e frustrante attesa di qualche minuto della mia attenzione, avida ormai anche, di una breve frase, di un solo sguardo fugace o almeno un cenno. Ma è anche pronta, e me l’ha detto in modo chiaro svariate volte, a compiere per me “missioni” nel mondo reale… cose che possano metterla a rischio di farsi scoprire dalle persone che le stanno vicine, sia al lavoro sia negli affetti. Cose che, manco a dirlo, io non mi sono mai sognata di chiederle, perché il ricatto non fa parte della mia natura, ma che so che lei sarebbe felice di fare per me. Certo, magari lo farebbe per me e non per altri proprio perché si rende conto che io non andrò mai oltre certi limiti ben precisi. Ma resta il fatto di aver offerto la sua disponibilità a rivelarmi… potrei dir meglio a lasciarsi estorcere… dettagli che in mani irresponsabili potrebbero metterla in vera difficoltà.

Però c’è anche chi queste cose le cerca ma poi si tira indietro. Penso a Sunset Quintessa, che proprio ieri mattina ho allontanato dalla nostra prigione. Per settimane si è fatto dominare da Andromeda, che nella sua veste di guardia sa essere molto dura (per la gioia di molti prigionieri maschi). Sunset le ha ripetuto fino alla nausea frasi tipo: “Ormai ti appartengo”, “sono obbligato a obbedire”, “questa è la schiavitù completa”, “ormai sono tuo anche in RL” fino a farsi assegnare, appunto, una missione da compiere nel mondo reale. Nulla di impossibile, ma qualcosa di piuttosto umiliante per un uomo, anche se Andro l’aveva studiata proprio sui gusti che lui aveva espresso. Ma Sunset, alla fine, non ne è stato capace e non mi è rimasto che mandarlo via – perché è vero che ognuno di noi ha i suoi limiti e che nessuno ha diritto di forzarli oltre il lecito… ma è vero anche che la parola data va rispettata. E continuare a ripetere “farò qualsiasi cosa” senza poi compiere una missione facile come quella, beh, non era davvero più accettabile.

Ma persone come Compliant e Sunset sono le eccezioni a una regola che per quello che mi riguarda rimane d’oro: SL e RL, soprattutto per chi come noi trova in SL la libertà della maschera, dell’avventura e del rischio, è bene che restino rigorosamente separate. Questo comporta a volte scelte che possono essere dolorose, come quando ci si costringe ad allentare certi legami che, ci si rende conto, stanno diventando troppo forti. So di per certo che a me è successo – sia come sub che come padrona o potenziale tale. So che la mia disponibilità a concedere ad Andromeda un certo livello di libertà (e non solo ad Andromeda: negli ultimi due giorni ben due diverse persone hanno avuto in mano le chiavi di Jelena: una vecchia amica come Katia80 Flow e una nuova conoscenza come Rabbah Inkpen) si deve in parti eguali a un mio tentativo di reagire alla mia gelosia, al desiderio di sfiatare un pochino i sentimenti molto forti che provo per loro, nello sforzo di mantenere salda la nostra amicizia anche a costo di indebolire un pochino l’attrazione reciproca, e anche alla consapevolezza che non posso essere online tanto quanto dovrei esserlo se questa, davvero, fosse la mia Seconda Vita. Perché di vita ce n’è una sola, e occorre ricordarlo sempre. E anche perché, ogni tanto è bene ripeterselo, su Second Life ogni persona che conosciamo è solo in parte opera della persona che gli dà la vita: l’altra metà è frutto della nostra immaginazione e di quello che siamo noi a proiettare nei moltissimi spazi indefiniti che qualsiasi maschera lascia sempre a disposizione di chi la guarda dall’esterno.

Samy_001.jpgPer questo, almeno su Second Life, anche il rapporto più stretto è in parte un’illusione e occorre ricordarlo nel momento in cui questo dovesse mettere in crisi la vita reale. Tomiko, forse, era arrivata a un punto in cui questo equilibrio non era più sostenibile e ha fatto una scelta decisa – sicuramente sofferta per lei, così come per tutte le persone che erano felici di incontrarla su SL o su Facebook, ma da accettare senza giudizi, senza angoscia e senza sentirci rifiutate come amiche. Così come senza giudizi va presa la scelta opposta di chi decide di restare, o quella di chi, dopo aver fatto scelte analoghe, ha cambiato idea, magari anche più di una volta.

So che Tomiko leggeva queste pagine e quindi ho privilegio di poterle usare per mandarle un saluto che forse potrà ancora leggere pur avendo lasciato sia FB che SL. Questo saluto non è necessario a lei, che sa bene quanta gente si fosse affezionata alla sua avatarina, ma lo è forse solo per me che lo scrivo. Adesso la so in famiglia, più tranquilla, più serena, anche se, forse, con un po’ di inevitabile nostalgia per questo nostro strano mondo di pixel dietro a cui, come dice un’altra persona profondamente coinvolta in questa storia, “ci stanno delle persone con sentimenti veri”.

Ma mi rende felice sapere che, in qualche punto dello scaffale RL di Tomiko ha trovato posto una copia di “Eudeamon”, il libro che ho trovato nel metaverso e che sono riuscita a portare nel mondo reale. Mi piace pensare che quel libro resterà in qualche modo un ricordo tangibile non certo di me sola, ma di tutta Second Life: amici e nemici, amori e sofferenze, momenti indimenticabili, illusioni e realtà di sentimenti a volte belli e a volte brutti ma sempre forti. E che, per questo, sono da conservare in qualche scrigno della mente, come piccoli tesori preziosi.

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