[Lezioni di RLV] Restraints per le braccia

Un argomento importante sempre sfiorato e mai affrontato: il modo in cui i legami RR per le braccia sono in grado di bloccare l’interazione – anche a chi non usa il RLV, poiché lo fanno tramite un HUD. Illustrato da immagini per lo più di repertorio. Come sempre in questa serie di lezioni, il testo che segue è di Marine Kelley.

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(Gandalf Willenov e tre guardie che ne hanno avuto abbastanza delle sue mani lunghe)

Di nuovo ciao, oggi esamineremo nello specifico i restraint per le braccia. Sono i miei preferiti! Useremo le Police Handcuffs che abbiamo usato nella lezione sulle chiavi, perché sono facili da usare.

jelenaelella.jpgL’obiettivo dei restraint per le braccia è di legarvi in modo che non siate più in grado di difendervi, nè di usare alcunché attorno a voi. Dopo tutto, è difficile aprire una porta quando hai le mani legate, non parliamo di proteggervi da ciò che la vostra catturatrice intende farvi… Ma, ancora una volta, dipende dal modo in cui siete legate.

Dato che la parola “Real” nel nome “RealRestraint” sta per “Realismo”, le Police Handcuffs (e tutti gli altri restraint per le braccia fatti da me) sono pensati per fare esattamente questo, impedirvi di toccare tutto quanto vi sta attorno. Per il modo in cui SL funziona, questa è una funzione tutto-o-niente: o siete in grado di toccare o non lo siete. Esiste un plugin RLV che si chiama “Touch” che può attuare una via di mezzo, ma naturalmente funziona solo se usate il RLV, per cui non ne parleremo qui.

Samydomme_002.jpgSamydomme_003.jpgEcco perché le manette vi “obbligano” a indossare uno HUD (un oggetto che si sovrappone alla vostra schermata e che voi sole potete vedere) quando le indossate la prima volta. Questo HUD non è di per sé uno “HUD di controllo”, non vedrete apparire pulsanti hi-tech o display monocromatici come in un aereo militare supersonico: in effetti non apparirà proprio niente, lo HUD resta invisibile fin quando le manette non lo attivano.

Quando le manette sono aperte, o chiuse in un modo per cui abbia senso che siate ancora in grado di usare le mani (ad esempio, quando siete ammanettate sul davanti), lo HUD rimane inattivo. Ma non appena le vostre mani si trovano visivamente bloccate in modo da impedirvi di toccare le cose, lo HUD improvvisamente salta fuori e vi rendete conto che non potete più toccare nulla. Proprio come nella vita reale!

ozzievisit_001.jpgozzievisit_002.jpgBeh, questa almeno è la teoria. In pratica la cosa funziona in modo più flessibile, sottile e versatile.

Prima di tutto, lasciate che vi faccia vedere. Queste manette sono quelle base, mi legano i polsi solo sul davanti o dietro la schiena. Clicco su di esse e premo “Lock”, in modo che si chiudano senza incatenarmi (come spiegato nella Lezione sulle Chiavi). Se premo “1 Hnd front” mi trovo le mani ammanettate sul davanti (anche questo viene spiegato nella Lezione sulle Chiavi). Ora premo “2 Hnd back”…

“Marine is now prevented from interacting with the environment.” (a Marine è ora impedita l’interazione con l’ambiente)

Aspettate… che cosa è appena successo? Il mio schermo ha preso una tinta leggermente arrossata, e ora ovunque clicco ottengo solo il menu delle manette invece di ciò che mi aspettavo che l’oggetto cliccato facesse! Questo, salvo che per gli altri HUD che magari indosso (come il mio AO, il radar ecc), i quali funzionano ancora.

Beh, si tratta solo dello HUD RR che fa il suo lavoro perché ho le mani ammanettate sulla schiena. Non posso più aprire porte, usare teletrasporti, ammanettare altre persone… Non posso fare nulla! Questo lo chiamo essere “bloccata”, come in “aver bloccata la mia abilità di toccare”. Sono chiusa a chiave e bloccata.

ozzievisit_003.jpgCome nota a margine, quando clicco su qualsiasi cosa, l’unica cosa che ottengo è il menu delle manette. Ciò significa che indossassi altri oggetti RR, come un bavaglio, non sarei in grado di cliccarci sopra per farli funzionare. Invece, posso dire “/77 gag” (senza le virgolette) per aprire il menu del bavaglio, perché “RR Ballgag” contiene la parola “gag”.

Vi è sembrato facile? Adesso passiamo a qualcosa di… più avanzato. Come mai ogni volta che mi lego le mani dietro la schiena sono bloccata, e non appena le lego davanti sono sbloccata? Dietro, bloccata, davanti, sbloccata. Beh, perché questa è la configurazione di default, e in realtà è interamente personalizzabile. Facciamolo adesso. Faccio un clic ovunque, ottengo il menu, premo “More…” e individuo il pulsante “Block”. Lo clicco e…

Block on menu.jpg“Marine is now allowed to interact with the environment.” (A Marine è ora permesso interagire con l’ambiente)

Woohoo, posso cliccare di nuovo! Lo so perché il mio schermo torna ad avere il suo colore normale (è solo una mia impressione o adesso fa un po’ più freddo?), e di nuovo posso cliccare dove voglio. Apro le manette, mi strofino i polsi, poi me li lego di nuovo dietro la schiena e… non succede nulla. Continuo a non essere bloccata. Macheccazz?! Le ho rotte?

Beh, no. Questo avviene perché “Block” è un comando accendi/spegni, e il suo stato dipende dalla posizione che scegliete, ma anche da se volete che quella determinata posizione vi blocchi o no. Se vi trovavate bloccate quando avete lasciato quella posa, sarete bloccate di nuovo quando tornerete a trovarvici, altrimenti resterete non bloccate. Credo sia questa la cosa più importante da tenere a mente sui restraint per le braccia: siete bloccate a seconda della posizione, potete cambiare i settaggi di default a volontà – resteranno così fin quando non li cambierete di nuovo.

Avrete senza dubbio notato il “Mouselook” accanto a “Block” sul menu. Che significa? È una funzione simile a “Block”, ma invece di bloccarvi i clic vi costringe a stare in Mouselook (cioè “visione in soggettiva”). E utile quando si vuole che la prigioniera sia costretta a vedere le cose dal suo proprio punto di vista, e non possa muovere la camera in giro. Ad esempio quando si trova in una cella.

chrisstotherescue_002.jpgchrisstotherescue_003.jpgchrisstotherescue_005.jpgOra, lo so, per la maggior parte della gente il Mouselook è una sofferenza. Questo avviene perché sono abituati a vedere il loro avatar ma, francamente, il Mouselook è più immersivo. Voi siete il vostro avatar. Ci vuole solo un po’ di tempo per abituarsi. Ricordate, quando siete in in Mouselook potete sempre fare tutto quello che fate in terza persona, ma dovete usare qualche scorciatoia da tastiera: Ctrl-T per la finestra degli IM e dei gruppi, Ctrl-H per la chat history, Ctrl-I per l’inventory e, naturalmente, Alt per cliccare in giro, incluse finestre e menu.

Ma sto divagando. “Mouselook” rende il vostro schermo nero per tutto il tempo in cui non siete in Mouselook, e vi tempesta con messaggi “go to mouselook” più o meno ogni secondo. È una sofferenza, sì. Come nel caso di Block, Mouselook dipende dalla posizione (è sempre spento di default), ed è indipendente dal Block. Potete essere Bloccate, o in Mouselook, o entrambe le cose, o nessuna.

Un’ultima cosa, il pulsante “Autoref”. Questo è riservato ai restraint che attivano un’animazione (braccia, gambe, collare Elegance). Forse avete notato che alcuni mobili, e anche alcuni Animation Overrider, interrompono l’animazione delle manette quando li si usa. Quando camminate indossando le manette, vi aspettereste che le mani vi restassero legate, giusto? Questo è il compito del pulsante “Autoref”. È On di default, per cui le manette prevalgono sempre su qualsiasi animazione (potremmo vederlo come un Animation Overrider overrider), ma se qualche volta avete bisogno che cedano il controllo a un oggetto di arredamento (ad esempio uno che vi tiene le braccia sollevate sopra la testa anche se siete ammanettate sul davanti) potete farlo cliccando su Autoref per metterlo Off. Questo funziona solo se il mobile o l’animazione a cui volete che le manette cedano il controllo sono settati con priorità 4, la più alta. Anche questo comando è acceso/spento, lo cliccate una volta per spegnerlo, un seconda per riaccenderlo, ma non dipende dalla posizione, almeno alla data in cui scrivo queste righe.

Per oggi è tutto, questa lezione non era poi così facile, eh?

Divertitevi,
Marine

 

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[Lezioni di RLV] Il gioco dello Struggling

Terza lezione tratta dal blog di Marine, stavolta per affrontare l’annoso problema degli Struggle. Per i quali vi rinvio anche a una bella spiegazione di Costanza Franizzi, nei commenti al post A volte ritornano. La modella di queste foto è, ovviamente, Lorella… non ci vedevamo da troppo tempo e abbiamo colto, diciamo, l’occasione di unire l’utile al dilettevole. Come negli altri casi, il testo che segue è opera di Marine Kelley. Io mi sono limitata a tradurre e illustrare.

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Salve, questa lezione riguarda quello che ho chiamato “il gioco dello struggling“… in altre parole, come diavolo fare a liberarvi da quelle manette che senza volere vi siete fatte scattare ai polsi senza prima assicurarvi di avere le chiavi.

Insomma, siete lì, le mani legate dietro la schiena, le chiavi chissà dove, avete assolutamente bisogno di liberarvi e sicuramente non volete farlo barando (non volete o, se usate il RLV, non potete). Come fare? Beh, come accade con molti restraint nella vita reale, se siete abbastanza agili potete tentare di liberarvi andando per tentativi. Ci vuole tempo e non è detto che ci si riesca, ma almeno avete una possibilità.

strugglelorella_001.jpgstrugglelorella_003.jpgPer liberarvi, dovete fare un giochino di logica e memoria. L’obiettivo è di indovinare una sequenza di mosse, provando e sbagliando. Più errori commettete più tempo ci vorrà a slegarsi. Avrete notato che il menu cambia quando siete sotto chiave e non avete le chiavi (o quando avete le chiavi ma c’è un timer attivo). È quello che chiamiamo “accesso ridotto”. Avete accesso ai vostri restraint ma avete solo una gamma ristretta di possibilità. Di certo non potete aprirli. Questo “menu ridotto” mostra in particolare i pulsanti “Tug” (tirare leggermente), “Squirm” (dimenarsi), “Struggle” (dibattersi con forza) ed “Examine” (esaminare). Che roba sono?

Sono le “mosse”, o i “tentativi”, e sono i passi necessari che vanno fatti, nel corretto ordine, per ottenere la libertà. Proverò a spiegare come il meccanismo funzioni, dall’interno. Immaginate una sequenza random di lettere A, B e C, sapendo che:

– C’è sempre lo stesso numero di lettere su un dato restraint (più di 20, ma dipende dal restraint)
– C’è sempre la stessa quantità di A
– C’è sempre la stessa quantità di B
– C’è sempre la stessa quantità di C
– Le quantità di A, B e C sono sempre diverse fra loro (ci sono più C che B, e più B che A)

strugglelorella_006.jpgstrugglelorella_007.jpgstrugglelorella_008.jpgOra, immaginate che A significhi “Tug”, B significhi “Squirm” e C significhi “Struggle”. La domanda è, qual è la prima lettera della sequenza? Se pensate che sia A, premete “Tug”, se pensate che sia B, premete “Squirm”, e se pensate che sia C premete “Struggle”. Certo, obietterete che non potete averne idea, visto che la sequenza è casuale. Ma, beh, non è casuale del tutto: come ho detto, ci sono più C che B, e più B che A, anche se per il momento è tutto quello che sapete. Proviamo “Struggle”. Se la prima lettera della sequenza è C, allora viene tolta dalla serie, e il restraint dice Pinco Pallo feels s/he’s making progress (ossia, Pinco Pallo sente che sta facendo progressi). Altrimenti la lettera resta lì e il restraint dice Pinco Pallo struggles fiercely in his/her restraint, to no avail. (Pinco Pallo si dibatte selvaggiamente nei suoi legami, senza risultato). E ora sapete che la prossima mossa sarà una A o una B, ma non una C.

Per esempio, diciamo che la sequenza interna sia CBACBB. Voi, naturalmente, non lo sapete. Premete  “Struggle”, e la prima lettera è C, per cui la mossa va a buon fine, e la C viene tolta. La sequenza diventa BACBB (una di meno, un passo avanti verso la libertà). Diciamo che ora premete “Tug”. Poiché la prima lettera della sequenza non è A, semplicemente il tentativo va sprecato e la sequenza non cambia. Adesso sapete che la prossima lettera è B o C, perché A era sbagliata. Premete “Squirm”, scommettendo sulla B. E ci azzeccate, perché la prima lettera della sequenza è proprio B, che viene quindi tolta. La sequenza diventa ACBB, e vi siete avvicinate ancora alla libertà. Una volta che la sequenza è interamente esaurita, siete libere!

strugglelorella_010.jpgstrugglelorella_009.jpgstrugglelorella_012.jpgVia via che continuate a making progress (fare progressi, in altre parole indovinare le lettere giuste facendole sparire) vi avviate pian piano ad allentare i legami, e il restraint lo dice nel menu: locked and very secure (chiuso a chiave e molto ben assicurato), locked and secure (chiuso a chiave e assicurato), locked (chiuso a chiave), locked but getting loose (chiuso a chiave, ma si sta allentando) e locked but almost escaped (chiuso a chiave ma vicino alla fuga). Sembra facile, giusto? Vi basterà continuare a provare mosse a caso e alla fine vi sarete liberate?

Sbagliato. Avete a disposizione un numero limitato di “tentativi” prima di esaurire le energie ed essere costretti a rinunciare per un po’, esauste. In genere avete a disposizione all’incirca 10 tentativi in più rispetto al numero di mosse che dovete indovinare (circa 30 tentativi, quindi). Quando esaurite i tentativi siete bloccate, e non importa quanto vi siate avvicinate alla libertà. Ma non siete bloccate per sempre: col passare del tempo recupererete pian piano i tentativi… Ogni volta che recuperate forze sufficienti per un nuovo tentativo, il vostro restraint dice una cosa tipo Pinco Pallo gathers what’s left of his/her energy to fight his/her restraint some more… (Pinco Pallo raccoglie quel che resta delle sue energie per tornare a sfidare il suo restraint).

La frequenza con cui le forze vi tornano consentendovi di riprendere a dibattervi dipende da diversi fattori:

– Più siete vicine alla libertà, più frequentemente riguadagnate tentativi
– Più errori di seguito avete commesso prima di esaurire i tentativi, meno frequentemente li riguadagnate
– Non potete recuperare più di due tentativi di seguito prima di tentare nuove mosse, in modo da impedire che qualcuno si limiti a restare online senza fare nulla in attesa di recuperare le forze; alla vostra fuga, naturalmente, dovete partecipare voi per prime.

strugglelorella_013.jpgPrima che cominciate a dirvi che fate schifo in questo gioco, solo perché avete esaurito tutti i tentativi e non avete fatto grandi progressi, sappiate che è molto difficile che possiate liberarvi dai vostri restraint senza esaurire le forze. Qualcuno, a volte, ci riesce, ma hanno fatto molta pratica. 99 volte su 100 dovrete aspettare per recuperare le forze, e ci vogliono ore. Proprio come nella vita reale!

Ma sapete una cosa? Abbiamo appena cominciato a grattare la superficie. Sul gioco dello struggling c’è altro da scoprire! Lasciate che vi spieghi cosa fa il tasto “Examine”…

Quando premete “Examine”, il restraint vi darà una dritta su cosa potete aspettarvi. Vi rivelerà una delle prossime tre mosse (con una chance leggermente superiore di indicarvi proprio la prossima) ma potrebbe anche solo non rivelarvi niente. Se fate “Examine” una volta, non vi costa nulla, purché subito dopo tentiate una mossa (non un altro “Examine”, perché vi costerebbe un tentativo). Se toppate quella mossa, vi costerà 2 tentativi invece di uno solo! Non potete fare “Examine” a ripetizione: non farete che consumare tentativi per niente perché non vi rivelerà più nulla – dovrete prima fare una nuova mossa.

strugglelorella_001.jpgstrugglelorella_002.jpgAspettate, c’è altro! Restraint tradizionali come le police handcuffs tendono ad essere alquanto normali e prevedibili… In altre parole, una mossa ha buone possibilità di essere seguita da una mossa uguale. Una sequenza del genere assomiglierà a una cosa tipo CCCBBACCBAAACC… Restraint più robusti come le shackles (le catene, studiate per tener legata la prigioniera molto a lungo) sono molto più toste e hanno sequenze più incasinate, come CBABCCABACCBCAB.

Volete saperne di più? Sapete già che restraint diversi hanno forza diversa. Alcuni sono più restrittivi, alcuni più forti, da qualcuno è facile liberarsi, altri sono un incubo. Ad esempio, è molto più facile sfilarsi un ballgag di quanto non lo sia rimuovere un collare! La forza e la restrittività influenzano la frequenza con cui si recuperano le forze, la complessità della sequenza, il numero delle mosse da fare e l’efficienza del pulsante “Examine”.

Complicato? Lo so… In teoria ora sapete tutto quel che c’è da sapere. Ora è tempo di metterlo in pratica! Con tutto quello che avete imparato, quanto vi ci vorrà a liberarvi dalle manette? C’è un solo modo di saperlo, vero?

Divertitevi,
Marine

 

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Un’altra buona spiegazione del gioco dello struggle è quella data da Costanza Franizzi nei commenti a questo post

[Lezioni di RLV] I timer

Seconda lezione dal blog di Marine Kelley, con tutto quel che avreste voluto sapere sui timer ma non avete mai osato chiedere. Con esempi pratici, naturalmente. Le immagini che ho aggiunto si riferiscono non all’esempio scritto da Marine bensì alla sorte che in questi giorni sta subendo Gandalf Willenov, assidua frequentatrice del WCF cronicamente (e allegramente) disattenta alla sorte delle sue chiavi. Se la incontrate in queste ore e in questa posizione, date un’occhiata ai suoi polsi. Scommettiamo che le sue chiavi sono a portata delle vostre mani?

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(Gandalf e due nuove guardie, la canadese Kadira DeCuir e l’italiana Luana Umia)

 

Salve e bentornati a questa serie di lezioni sui RealRestraint. Oggi parleremo di timer. Dò per scontato che abbiate letto la lezione precedente sulle chiavi. Chi non l’ha fatto è pregato di provvedere ora: è necessario averla letta per capire i concetti che affronteremo qui sotto.

TutLocking5.jpgmenu.jpgChe succede se legate una vostra amica che ha perso una scommessa ma non siete sicure di poter essere online quando lei ha bisogno di essere liberata (e notate che non ho scritto “quando vuole essere liberata”)? In questo caso, avete bisogno dei  timer. Ricordate quei pulsanti “No timer”, “+30 mn” e “+3 h” nella seconda pagina del menu? Prima di spiegare a cosa servono, lasciatemi spiegare che cosa significhi timer.

Di default, quando un restraint viene chiuso a chiave, l’idea è che rimanga locked fino “alla fine dei tempi”, oppure “fino a quando chi ha le chiavi decide di aprirlo”. In altre parole, il restraint non ha un timer di default, o meglio ne ha uno infinito. Ma quando si comincia ad aggiungere minuti, il timer parte da zero e immediatamente viene accresciuto del tempo specificato. Col passare dei minuti, il timer decresce lentamente fino a tornare a zero. Quando si arriva a zero, la prigioniera recupera le chiavi ed è in grado di liberarsi. Fino a quel momento la chiave resterà fuori dalla sua portata.

Ora, forse avete notato che una volta attivato un timer sul menu si vedono sempre due tempi, non uno soltanto. Beh, semplice, il primo cresce e segna il tempo che, fin qui, avete passato legate. Il secondo decresce, ed è il tempo che dovrete ancora restare legate. Facile. E ce n’è un terzo (Best) che tiene conto del tempo più lungo che avete passato in catene fino a quel momento, in modo che possiate vantarvene con gli amici. Hehe.

Allora, torniamo alla vostra amica che ha perso la scommessa ed è ben legata. Non può fare niente con le sue manette, a parte combatterci (il cosiddetto struggle, di cui parleremo in un’altra lezione). Non può allungare il tempo perché non c’è un timer attivo, vale a dire che ha un timer su infinito. Se potesse aggiungere tempo, le basterebbe settare 30 minuti ed aspettarne la scadenza per ritrovarsi libera – sarebbe troppo facile. Invece no, non può fare nulla – ma rivuole le chiavi per potersi slegare da sola, qui e ora. Certo, se le lasciaste le chiavi (con leave keys), potrebbe in effetti slegarsi.

Noel_023.jpgMa voi, invece, le cliccate sulle manette e, con “More…”, aprite la seconda pagina del menu. Supponiamo che vogliate fare un po’ la bastarda con lei e farle uno scherzetto: per cui vi limitate a cliccare “+30 mn”. Che succede? Le manette “dicono” che al loro timer sono stati aggiunti 30 minuti, e che pertanto resteranno chiuse (locked) per 0:30:0 – un totale di 30 minuti. Fin qui tutto bene. La vostra amica sogghigna perché si fa l’idea che siate una tenerona. Solo mezz’ora, pfui!

Questo timer particolare conta solo il tempo passato online (non sono tutti così: ad esempio il plugin RL Timer conta il tempo indipendentemente dallo status online). Ciò significa che la vostra amica dovrà resistere mezz’ora legata. Certo, potrà sempre andare AFK (Away From Keyboard, lontana dalla tastiera) ma sarà comunque una mezz’ora in cui non potrà andare da nessuna parte. Anche se si scollegasse da Second Life, e si ricollegasse un’ora dopo, non si troverebbe magicamente libera. Le manette resteranno chiuse mezz’ora perché voi così avete deciso.

Ma la piccola peste continua a sogghignare, e magari vi sta sfidando. Potrebbe essere un buon motivo per imbavagliarla prima che si metta nei guai. Invece… premete “+30 mn” un’altra volta. Che succede ora? Le manette dicono che sono stati aggiunti altri 30 minuti, facendo crescere il tempo a un’ora. Adesso la vostra amica non sorride più, anzi, vi guarda furiosa! Poverina. Naturalmente non c’è nulla che possa fare per fermarvi.

Noel_024.jpgE la chiave? Ovviamente, vorrebbe riaverla – forse un’ora le sembra troppo lunga. Ebbene, restituiamogliela, questa chiave! Premete “Leave Keys” nella prima pagina del menu. Adesso cosa può fare? Può prendere la chiave e slegarsi? Niente affatto. La chiave se ne sta lì, in bella vista e a portata del primo che passa, ma lei è impossibilitata ad usarla. Tutto quel che può fare è cercare di slegarsi dibattendosi (struggle), oppure allungarsi il timer! Qualcosa che non poteva fare, prima, fino al momento in cui non siete state voi ad attivare il timer.

Adesso è il momento di farle capire chi comanda. Riprendete la chiave toccando le manette e premendo il pulsante “Take Keys”, recuperando il diritto esclusivo di accesso alle sue manette (e togliendolo a eventuali terzi), poi andate alla seconda pagina del menu e premete il pulsante “+3 h”. Ed ecco che il suo sguardo, da furioso diventa, invece, implorante. Certo non la lascereste mai legata per 4 ore! …vero?

Noel_025.jpgCerto che potete, e certo che lo fate. Forse non fate log off, ma ve ne andate a spasso sapendo che la vostra amica è al sicuro e ben legata nella vostra casa. Ogni tanto, se ne avete voglia, andate a vedere come sta, magari ve ne andate AFK per fare qualcosa in RL. Fino a quando il timer non sarà scaduto. In quel momento, ovunque siate, riceverete un messaggio dalle manette (“Time over, Pinco Pallo is given the keys to her blah blah back“) che vi informa che il tempo è scaduto, che l’amica ha riavuto le sue chiavi e che ora è in grado di slegarsi da sola. Ora può farlo, perché le è stato reso “pieno accesso” (ha la chiave, e non è sotto timer).

E si libera, per cui… forse ora è il momento di… uh… scappar via… di corsa!

Marine

PS: Conosco una persona che si è fatta legata 1800 ore di seguito. Una roba come 4 ore al giorno, tutti i giorni, per oltre un anno. Chi vuole provare a battere il suo record?

 

Il post originale di Marine (in inglese) si trova qui

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[Lezioni di RLV] Le chiavi

Quella che segue è la prima puntata di una serie di lezioni di Marine Kelley sull’uso dei suoi prodotti, i legami Real Restraints. Come ben sa chi segue queste pagine, sebbene esistano ormai innumerevoli prodotti analoghi, io continuo a ritenere quelli di Marine i più affidabili e facili da usare. Senza contare il fatto che è stata lei a inventare, ed è lei che mantiene e aggiorna, quel Restrained Life Viewer che rende le esperienze bondage su Second Life insuperabilmente intense (e che fra l’altro è requisito essenziale per poter entrare alla nostra prigione, sia come guardia che come prigioniero). Consiglio la lettura attenta di queste lezioni anche a chi crede di sapere già tutto: io stessa, nel tradurre le righe che seguono, ho scoperto cose che non sapevo e che ho trovato illuminanti. Per qualsiasi dubbio, utilizzate per favore lo spazio dei commenti, in modo che le risposte possano essere utili a tutti. Buona lettura, lascio la parola alla nostra benefattrice, Marine Kelley. Le righe che seguono sono tradotte (e in qualche caso leggermente adattate) col suo gentile permesso.

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Benvenuti alla prima lezione sui prodotti RealRestraint. Nelle righe che seguono verrà spiegato cosa sia un restraint, come chiuderlo a chiave, cosa siano le chiavi e perché i RealRestraint non prevedano il concetto di “proprietà” (ownership).

Prima di tutto, qualche premessa importante… Gli oggetti di cui parliamo sono restraint, e servono a “tenere al sicuro” voi stessi o qualche vostro amico. Questo elemento non è necessariamente legato ad alcuna considerazione BDSM, ed è per questo che non useremo molto termini come “sub” e “domme”. Useremo rispettivamente “prigioniera” e “top”. Per semplificare il discorso, dò per scontato che entrambi i giocatori siano di sesso femminile.

Jelenaoggi_001.jpegPer me, “tenere al sicuro” qualcuno significa “averla sotto controllo in qualsiasi momento”. In altre parole, se lasciate la vostra prigioniera incaprettata su un letto per un paio d’ore, al vostro ritorno avete una buona chance di ritrovarla incaprettata sullo stesso letto (anche se magari alquanto furiosa). Nel frattempo possono essere successe molte cose ma, se avete fatto le cose per bene, dovrebbe essere incapace di chiedere aiuto, o anche di liberarsi da sola in vostra assenza.

Ma, ma… in tutto questo dove va a finire il concetto di “sicuro, sano e consensuale”? Che succede se la prigioniera non si diverte più e decide di andarsene? Dopo tutto, si tratta di un gioco, no?

Beh, se per qualsiasi motivo la prigioniera decide di andarsene, è una sua scelta di prendersi la responsabilità di ingrangere le regole e liberarsi barando (“cheat out“). Il concetto stesso di “prigionia” su SL si basa sul presupposto che la prigioniera non vorrà barare, rovinandosi la reputazione (questo sempre che la catturatrice non sia una cretina o una pessima dominatrice che non sa prendersi cura dei suoi prigionieri). Come sicuramente avrete notato, su SL la reputazione è tutto. Se vi fate la fama di qualcuno che non si fa problemi a liberarsi barando non appena comincia ad annoiarsi, finirà che vi troverete a giocare in futuro solo con giocatori occasionali.

Okay, adesso che ci siamo tolti questa luuunga premessa è tempo di cominciare a sporcarci (e legarci) le mani. Tutti i miei prodotti funzionano più o meno allo stesso modo: alcune funzioni base (lock/unlock, prendere/lasciare chiavi, settare i timer, liberarsi con gli struggle) comuni a tutti i restraint, e diversi extra (plugin, animazioni ecc) specifici per ciascun restraint.

Tutti i miei restraint si controllano solo toccandoli, e solo di rado con comandi vocali (anche se alcuni plugin di terze parti lo consentono). Questo avviene perché i miei restraint per le braccia sono in rado di impedire il tocco, il che rende possibile alcuni giochini interessanti di power exchange (controllo reciproco). L’uso di comandi vocali, semplicemente, rovina questi giochi. L’unica vera eccezione è che la persona che indossa un restraint può (quasi) sempre accedervi dicendone, sul canale /77, il nome, parte di esso o anche solo “*”. Il resto del mondo, per utilizzarli, deve essere in grado di toccarlo.

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Quando toccate un restraint e avete accesso (ossia, la chiave è per voi disponibile), vi compare menu con diverse opzioni. La più evidente è… “Lock”.

TutLocking2.jpgChe succede quando cliccate su “Lock”? Beh, in apparenza… non molto. Il restraint dice che è stato “locked” da voi, il pulsante “Lock” diventa “Unlock”, quello “Take keys” (Prendi chiavi) diventa “Leave keys” (Lascia chiavi) perché la chiave di quel restraint è diventata automaticamente vostra… ma a prima vista non è successo altro. Proviamo di nuovo, ma stavolta al rallentatore…

Cliccate su restraint, e compare il menu. Premete “Lock” e il restraint dice “blah blah è stato locked da Pinco Pallo”. In quel momento, però, le chiavi spariscono, il restraint prende nota del fatto che adesso “solo voi avete pieno accesso”, poiché siete voi ad avere la chiave, e la prigioniera è incapace di togliersi il restraint, sempre che usi il viewer RestrainedLife. Nei miei prodotti, il concetto di “accesso” è fondamentale. Avete “pieno accesso” quando avete la chiave, salvo il caso in cui siete voi a indossare il restraint e ci sia un timer acceso [NB: Vedi futuro tutorial sui timer]. Avete “accesso ridotto” se siete voi a indossare il restraint e non avete pieno accesso, e avete “accesso zero” in tutti gli altri casi (se cercate di cliccare sul restraint ricevete un messaggio di diniego, tipo “Sorry Pinco Pallo, you can’t manipulate Pallo Pinco’s blah blah” – ossia, “Spiacente, Pinco Pallo, non sei in grado di manipolare le manette/collare/corde/blablabla di Pallo Pinco”). Queste tre modalità di accesso cambiano i pulsanti che compaiono nel menu quando ci si clicca sopra.

TutLocking3.jpgChe succede, ora che il restraint è locked? Diciamo che si parla di manette: ci si aspetterebbe che vi bloccassero i polsi, giusto? E allora perché le braccia appaiono ancora libere? Ecco a cosa servono i pulsanti nelle prime due file del menu principale. Hanno nomi spesso bizzarri, ma sono piuttosto espliciti. Clicco su “1 Hnd Front”.

Tshkshk shriiik… shrik

Ecco fatto, ora ho le mani ben assicurate sul davanti. Qualsiasi cosa io faccia, resteranno in quella posizione fino a quando non mi verranno tolte le manette cliccando il pulsante “Unlock” – che potrebbe anche non essere alla mia portata, a seconda di chi ha la chiave… In questo caso, l’Unlock è disponibile perché ho “pieno accesso” (ho la chiave e non ci sono timer attivi). Osservate la riga del menu che dice “(by Marine Kelley)” – significa che la chiave è in mano mia. Questo perché quando chiudo a chiave le manette, le chiavi mi vengono date automaticamente, per semplificare le cose.

TutLocking4.jpg

Dall’inizio di questo post abbiamo parlato parecchio di “chiavi”… vediamo di chiarire un po’ le cose. La “chiave” non è che un pezzo di informazione contenuta all’interno del restraint, e che gli permette di sapere chi vi ha pieno accesso. La chiave può essere “disponibile” (il menu dice “keys on”) o in mano di qualcuno comunemente chiamato “keyholder” (possessore delle chiavi). Ancora una volta, questo avviene perché non credo che il top possegga le manette: possiede la persona legata da queste, ma non le manette stesse. Non voglio dire con questo di avere qualcosa in contrario all’idea di poter stabilire un owner principale, un owner secondario, eccetera: ma qui cerco di attenermi al realismo, e nella vita reale le manette hanno chiavi, non proprietari. Per questo, su SL è meno drammatico “leave the keys on” (lasciare le chiavi a disposizione) invece che “revocare i diritti di proprietà”. Non lo sottolineerò mai abbastanza: per quel che riguarda il BDSM, i restraint sono solo strumenti per assicurarsi che la priginiera sia sotto controllo. Alcune sub hanno bisogno di un controllo maggiore, altre meno, ma l’ammissione di proprietà sta nella mente, nel cuore e nell’anima della sub, non nell’acciaio che la stringe.

Ma sto divagando. Non c’è altro da sapere sulle chiavi. O le avete oppure non le avete. Se poi siete voi a indossare le manette, e queste sono chiuse e c’è un timer attivo, che abbiate voi le chiavi, o che siano disponibili a tutti, fa poca differenza: non sarete in grado di liberarvi.

Oh, e adesso, che fine ha fatto il pulsante “Lock”? Ho le mani legate sul davanti, ma come posso fare se desidero che le manette siano di nuovo “Locked” senza costringermi in una posa particolare, ma senza doverle aprire? Beh, il pulsante “Lock” si è spostato in una seconda pagina del menu, perché la prima non ha più spazio. Per vederla, cliccate su “More…”. Nella nuova pagina troverete, fra l’altro, parecchie opzioni nuove.

TutLocking5.jpgLe funzioni dei pulsanti “No timer”, “+30 mn” e “+3 h” sono spiegate nella lezione sui “Timer”, mentre quelle di “Block”, “ML” e “Autoref” saranno affrontate in quella sui “restraint per le braccia”.

Per questa volta, chiudiamo la prima lezione riacquistando la libertà. Torno alla prima pagina del menu cliccando il pulsante “Back…”, e poi “Unlock”…

Tshik tshik tshuk

Di nuovo libera! E poiché utilizzo il RLV, tutte le capacità che mi erano state tolte mentre ero ammanettata (in particolare, quella di toccare oggetti che sono molto lontani, e quella di indossare oggetti) mi sono state restituite!

Spero che tutto questo vi sia stato utile a capire i primi rudimenti dei prodotti RealRestraint

Divertitevi,
Marine

 

Il post originale di Marine (in inglese) si trova qui

Il viewer Restrained Life si scarica gratuitamente qui

Le cartelle gerarchiche del RLV

Sollecitata da molti e a lungo rinviata, una veloce guida, per chi non legge l’inglese, alle novità nella gestione che il Restrained Life Viewer consente alla cartella condivisa.

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L’avevo promessa da tempo, poi alcuni impegni di RL – ma anche, come si sarà visto, un periodo in-world che, fra Andromeda e Challenge, mi ha dato parecchio da fare – mi hanno costretta a rinviare più e più volte. Ma una promessa è una promessa ed ecco qui qualche spiegazione per cercare di aiutare gli utenti RLV che non parlano inglese a organizzare in modo decente la loro cartella condivisa. In modo da poter approfittare di qualcuna delle novità che Marine ha introdotto nel Restrained Life Viewer versione 1.13, nell’ottobre 2008. Siamo ormai a marzo 2009 e il RLV è arrivato alla versione 1.16, quindi bando alle esitazioni e andiamo a cominciare.

Subfolders_Outfit_main_shared_root.jpgNon starò a rispiegare qui cosa sia il comando Force Wear, accessibile dal plugin Outfit di alcuni dei Real Restraints. Rinvio al post che scrissi all’epoca, che è in gran parte ancora valido. L’unica cosa sostanziale che da allora è cambiata è che l’accesso alla cartella #RLV non si ferma più alla prima directory ma funziona in modo gerarchico. Che vuol dire? Che all’interno della cartella #RLV è possibile ora mettere altre cartelle in modo da poter organizzare le cose in modo più razionale – e non costringere chi vuole metterci addosso qualcosa a scorrere pagine e pagine e ore di tentativi prima di scoprire cosa abbiamo a disposizione.

Tanto per cominciare, quindi, possiamo creare nella cartella chiamata “#RLV” (e che, questo voglio ricordarlo, per essere accessibile deve stare necessariamente al primo livello del nostro Inventory) una prima serie di sottocartelle. Ognuno può organizzarsi come vuole, naturalmente, ma è il caso crearne almeno due separate: una per i vestiti e una per i legami. Nel dar loro il nome, suggerisco di seguire il metodo pensato da Marine e che traduco qui sotto. Non è un requisito necessario, ma a pensarlo è la persona che ha creato e che tiene aggiornato il Restrained Life e, vi assicuro, seguirlo rende le cose più semplici.

* Ogni cartella che non contiene oggetti indossabili (cioè contiene solo altre cartelle) ha un nome che inizia con “>”. Questo fa in modo che appaia in cima a una eventuale lista, e segnala a chi sta curiosando nella nostra cartella che, cliccando quel bottone, si accede a una directory diversa.

* Ogni cartella che contiene oggetti indossabili (anche se contenesse altre sottocartelle, il che – come vedremo – sarà necessario per gli oggetti no-mod) non ha alcun carattere speciale – quindi viene ordinata in ordine alfabetico, sotto quelle che iniziano con “>”.

* Ogni cartella che contiene oggetti indossabili, ed è contenuta in un’altra cartella con oggetti indossabili (ad esempio, un oggetto in più che puoi voler aggiungere a un completo oppure no: diciamo un accessorio in più, un cappello, un oggetto alternativo) è considerato una “opzione”, una “aggiunta”, per cui viene battezzata con un “+” prima del nome. Ad esempio, “+ Corsetto” al completo “Mini in pelle” permette di indossare il completo e, volendo, aggiungere anche il corsetto.

No_mod_Step_2.jpgNon starò a spiegare passo passo come navigare in queste cartelle perché la cosa mi sembra intuitiva. È importante invece spendere qualche riga su come comportarsi quando ci si trova a dover indossare elementi caratterizzati da una scomoda combinazione di caratteristiche: oggetti che sono prims (e non semplici wearable: li si distingue perché nell’inventario hanno accanto l’iconcina di un cubetto giallo e non quella dell’indumento corrispondente, sia esso una mutandina, una maglietta o roba simile) e che sono non modifiable. Il lettore Restrained Life, infatti, ha il potere di ricordarsi, da una volta all’altra, quale sia l’attach point di un oggetto – ma solo se questo, essendo modificabile, può essere rinominato aggiungendo al nome il punto di attacco fra parentesi.

Mi seguite? Se, ad esempio, indosso un cappello, che presumibilmente andrà su “skull” (cranio), il RLV fa in modo che questo cappello venga rinominato da “cappello” a “cappello (skull)”. Ma se il cappello non è modificabile diventa impossibile anche solo rinominarlo. La soluzione è pertanto di inserire l’oggetto non modificabile in una cartella che abbia nel nome il punto di attach. Quale che sia il nome dell’oggetto, il comando Outfit apprenderà il punto di attacco dalla cartella che lo contiene – e che sarà a sua volta contenuta nella cartella del completo di cui l’oggetto fa parte.

L’unica accortezza da seguire è che ogni oggetto no mod stia in una cartella tutta sua. Ci può volere un po’ di tempo a farla, questa cosa, ma il viewer ci rende le cose semplici perché pensa lui a rinominare le cartelle. Osservate, prego, le immagini qui sotto, che ho spudoratamente rubato dal blog di Marine:  prima si crea un numero di cartelle vuote (New Folder) pari ai pezzi che ci dobbiamo inserire, poi vi si inseriscono i pezzi (uno per ciascuna cartella), infine li si indossa uno per uno e, come per magia, le New Folder che li contengono cambieranno nome automaticamente includendo anche il punto di attacco.

 

No_mod_Step_3.jpgNo_mod_Step_4.jpgNo_mod_Step_5.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutto qui, in effetti, e sono io stessa meravigliata di essermela sbrigata in un post così breve – ma mi sembra che non ci sia davvero altro da aggiungere. Chi volesse una spiegazione passo per passo dovrebbe rivolgersi direttamente ai due post originali sul blog di Marine, http://realrestraint.blogspot.com/2008/08/objects-sharing-tutorial.html e http://realrestraint.blogspot.com/2008/10/shared-outfits-tutorial-part-2.html – anche se sono abbastanza convinta che sia più utile provare a mettere in pratica quanto scritto qui sopra direttamente in-world. Ma visto che per una volta tanto sono stata concisa approfitto di queste ultime righe per segnalare la nascita del blog di un’amica, intitolato Restrained Italia. È il terzo blog che Erikah Jameson crea da quando ci conosciamo e spero che, a differenza dei due precedenti, questo lo manderà avanti con maggior costanza – anche perché i post comparsi in questi primi giorni sono una preziosa guida ai segreti degli Open Collar, che io ancora conosco quasi niente ma che offrono, gratuitamente, molte delle funzioni offerte da tanti prodotti commerciali. Io sono e resto una fedelissima di Marine, i cui prodotti restano per me inbattibili – ma gli Open Collar possono contribuire in modo notevole alla diffusione del Restrained Life anche fra i niubbi che ancora non hanno Linden da spendere. Per chi vuole provare su Second Life i piaceri del bondage, ormai, non c’è davvero più scusa per usare il client regolare.

Aggiornatevi!

Un post di servizio, ma quando ci vuole ci vuole. Troppa gente, soprattutto in Italia, non provvede ad aggiornare i Real Restraints. Ecco una guida veloce a come fare.

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Sarà che molti degli acquirenti dei prodotti di Marine non sanno davvero l’inglese, sarà la pigrizia, fatto sta che mi succede ormai abbastanza spesso di trovare qualcuno che ancora utilizza i Real Restraints in versioni vecchiotte. Da qualche giorno è disponibile l’aggiornamento alla versione 1.15, eppure mi capita ancora di legare persone che usano non dico la 1.14 ma addirittura la 1.13. Fino a un po’ di tempo fa l’aggiornamento era una faccenda abbastanza complessa da scoraggiare di affrontarla salvo che non ce ne fosse un ottimo motivo. Ma adesso Marine ha semplificato di molto le cose e allora questo è un appello, una raccomandazione e un consiglio. Aggiornatevi. E già che ci siete date un’occhiata anche a che versione del Restrained Life Viewer state usando: da un po’ di tempo è disponibile la 1.16. Fate una visitina al solito sito e vedete se quella che usate è l’ultima: ci sono tante novità succulente che sarebbe un peccato non esplorare.

Ne parleremo un’altra volta, magari. Adesso sono ancora piacevolmente sotto shock dopo aver notato che la comparsa del post di tre giorni fa (il primo in oltre un mese, che vergogna) ha fatto schizzare i numeri della frequentazione di queste pagine in modo inusitato. 163 visitatori unici l’8 febbraio, addirittura 662 (con oltre 15000 pagine viste) il giorno dopo, 511 ieri. Se si pensa che il record assoluto di presenze questo blog l’aveva toccato lo scorso Natale, con 201 visitatori, si può capire il mio stupore per questa impennata improvvisa. Ma è anche per questo che credo sia il caso far girare la voce. Aggiornatevi. Davvero, è facilissimo.

nitenite_001.jpgLa prima tappa è, naturalmente, Pak, dove Marine ha il suo negozio principale. Dovunque abbiate acquistato i suoi prodotti, l’aggiornamento va fatto in uno dei luoghi dove si trovano i server e quello di Pak è normalmente il più sicuro. Una possibile alternativa è The Little Shop of Kink.

Gli oggetti di Marine che potreste avere e che dovete quindi aggiornare sono questi. Accanto, fra parentesi, la parte del corpo su cui vanno indossati. Attenzione, per chi non lo sa: gli script sono contenuti solo in questi oggetti e non negli altri che fanno parte del set. Ad esempio, le manette sono composte da due pezzi, manetta destra e manetta sinistra, giusto? Però gli script sono solo in quella destra, quindi l’importante è indossare almeno quella (se indossate tutto, comunque, fate prima ed evitate errori).

– Police Handcuff (r forearm) – manette
– Police Legirons (r lower leg) – cavigliere
– Wrists Straps (r forearm) – cinture per le braccia
– Ankle Straps (r lower leg) – cinture per le gambe
– Slave Crate (pelvis) – cassa per schiavi
– RR Ballgag (mouth) – bavaglio a pallina
– RR Ringgag (mouth) – bavaglio ad anello
– Scarf Blindfold (nose) – benda per gli occhi
– Serious Shackles (r forearm) – catene pesanti per le braccia
– Serious Shackles (r lower leg) – catene pesanti per le gambe
– Steel Collar (spine) – collare d’acciaio
– Shibari Right Wrist rope (r forearm) – corde shibari per il busto
– Shibari Right Legs rope (r lower leg) – corde shibari per le gambe
– Elegance Collar (spine) – collare Elegance
– Elegance (r lower leg) – manette Elegance
– Elegance (r forearm) – cavigliere Elegance

Io, ehm, io li ho tutti, ma tutti. Non vi sto nemmeno a dire quanto tempo ci ho messo ieri mattina ad aggiornare tutto! Vabbe’, andiamo alle istruzioni, che traduco e adatto dalle istruzioni in inglese di Marine – che comunque vi verranno date solo recandovi a uno degli indirizzi sopra citati. Una premessa, però: assicuratevi di avere le chiavi degli oggetti che volete aggiornare, altrimenti fate un viaggio a vuoto. Se vi mancano, fatevele restituire. Oppure chiudete il legame e liberatevi con una diligente seduta di struggle, eheheh.

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COME AGGIORNARE
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1. Indossate l’oggetto e, se è chiuso a chiave, apritelo (unlock, o untie)

2. Controllate la versione dell’oggetto cliccandoci sopra. Vi si aprirà il menu blu che dovrebbe esservi familiare. Dovrebbe dire qualcosa tipo “V1.01”, “V1.02”, “V1.14″… Se non appare alcuna versione, accidenti, bene alzati: ma da quanto è che non aggiornate? A questo punto meglio che mandiate un IM a Marine Kelley in modo che possa rimpiazzarvi l’oggetto manualmente. Però, oh, vergognatevi: dove siete stati in quest’ultimo anno?

3. Recatevi a uno di questi indirizzi
Marine’s Little Shop
The Little Shop of Kink

update_002.jpg4. Troverete lì l’upgrade server. È quella grossa palla nera, sul piedistallo, a sinistra del negozietto (e anche nella foto qui accanto). Cliccateci sopra mentre già avete addosso l’oggetto NON locked. Occhio alle vostre chiavi, in questa fase. A volte ci sono i birichini che stanno in zona in agguato proprio per cercare di rubarvele. Meglio tenervele strette (SEMPRE take key dopo aver fatto unlock).

5. Il server vi passerà subito una cartella. Apritela nell’inventario e ci troverete le istruzioni in inglese e un orb. Trascinatelo a terra accanto a voi (rezzàtelo, si dice così, ormai lo sanno tutti, no?) sempre restando vicini al server. Potrete vedere che l’orb ha un aspetto simile al server: anche questo è una palla nera (o rossa, nel mio caso, visto che quando ho scattato le foto tenevo attivata la visione in “trasparenza”).

6. Cliccate sull’oggetto che volete aggiornare e, sul menu blu, in basso a destra, cliccate Update.

7. A questo punto dovrebbe apparire un menu in apparenza complesso ma in realtà semplicissimo. Il menu vi chiede cosa volete aggiornare. Senza stara a spiegare mille cose, in linea di massima è bene che scegliate “Full”. Però ci saranno quelle che, come me, ci tengono ai record registrati nei legami (il tempo più lungo passato legate, il numero delle fughe riuscite, la fuga più veloce eccetera). Per evitare di perdere questi dati, allora scegliere, invece di “Full”, il bottone “Type 1”.

8. A questo punto, basta aspettare. Un raggio rosso che parte dalla palla che avete rezzato a terra vi avvertirà del progresso dell’aggiornamento, partendo da 0% fino al 100%. Una volta finito, vi verrà proposto di resettare. Non fatelo, però, a meno che non abbiate scelto l’aggiornamento “Full”.

con bel_003.jpgEcco tutto, facile, no? Ma… era proprio necessario? No, forse no… ma forse, ripensandoci, sì. Non sto a farvi una lista dettagliata dei miglioramenti, ma dovrebbe bastarvi sapere che la nuova versione rende tutto più efficace ed efficente a livello di HUD (ce n’è uno solo sia per manette che per benda, ad esempio: e si attacca senza più chiedere il permesso!) e che migliora un bel po’ il funzionamento dei bavagli in modo da vanificare l’uso dei “listeners” (tipo il Mystitool, ebbene sì!) che consentiva ai furbacchioni (fra cui mi iscrivo senza esitare) di capire ugualmente le parole bofonchiate delle persone con la bocca tappata… ma al tempo stesso offre maggiore tolleranza sugli emote. Non si potrà più parlare ma mentre prima ci si doveva limitare a emote di tre parole (tipo “/me scuote la testa” o “/me si divincola disperata”) adesso si può esprimere roba più articolata (tipo “/me china la testa in segno di sottomissione e si abbassa per pulire coi capelli le scarpe della padrona”).

Un’altra bella novità è che gli HUD derivanti dal blocco dell’interazione non impediscono più l’accesso ad altri HUD (come gli Animation Overrider o anche lo stesso Mystitool). E poi che quando si ha la benda non si vedono più i nomi delle persone che si hanno attorno (nè quello del luogo). E poi… oh, beh, qualcosa vorrete pure avere il piacere di scoprirla da soli, no?

Le cartelle condivise del RLV

Mmm, Belias mi ha riacchiappata e immobilizzata nella SIM che condivide con la sua amica Pony Mondschein. Non so se e quando riuscirò ad uscirne e tanto vale che mi metta al lavoro sul post di spiegazione sulla nuova meraviglia del Restrained Life Viewer. Che, ovviamente, è in parte responsabile proprio della mia situazione attuale.

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Come tutti i post con il tag “Didascalie”, anche questo va considerato di servizio – niente di personale, ma quella che spero possa essere una utile guida alle cartelle condivise del RLV per gli avatar italiani che non sanno l’inglese, o che sono troppo pigri per leggerlo. Però due righe di introduzione devo scriverle, visto che scrivo mentre mi trovo nuovamente prigioniera di Belias, in un suo dungeon quasi privato. E che porto al collo un collare d’acciaio che porta il suo nome.

Tutto questo non sarebbe infatti accaduto se la nuovissima edizione del RLV, quella rilasciata nemmeno due settimane fa, non avesse introdotto una funzione molto innovativa, che consente di superare uno dei limiti più grossi dei Real Restraints. Come tutti sanno o dovrebbero sapere, un avatar che volesse avere la possibilità di essere ammanettato da qualcuno doveva per forza indossare le manette e tenerle indosso lasciando le chiavi a disposizione. L’aspirante catturatore doveva poi cliccare su di esse e rubare le chiavi (proprio come ha fatto l’altro ieri sera New Vita) e poi semmai mettere in scena un po’ di gioco, dicendo “Pincopallo ti afferra i polsi e li serra nelle manette” o roba del genere.

75917025b22bd0d3db1edd0e535cc79f.jpgd01521841eb144a957e4e64930535064.jpg Non è più così, o almeno non necessariamente. Il nuovo, diabolico, Viewer di Marine (che si può come sempre scaricare gratis dal sito di eRestraint) ti consente di rendere disponibile a qualcuno una determinata cartella nel tuo inventario, permettendo a questo qualcuno di farti indossare tutto quello che ci hai messo dentro. In questo caso, naturalmente, io in quella cartella avevo messo tutti, ma proprio tutti, i legami che posseggo. Inutile dire che quando Belias – che ero andata a trovare per un abbraccio veloce – l’ha scoperto, mi ha per prima cosa stretto al collo il famigerato Steel Collar in vendita con i catenacci pesanti detti Serious Shackles. Poi ha cominciato a darsi da fare per sistemarmi come si deve polsi e caviglie… e per ora si è fermata lì, anche se ho il sospetto che non le basterà. Come abbia fatto… beh, magari lo spiego in un commento in calce a questo messaggio, che stavolta ho già anche troppa carne al fuoco. Chiudo dunque la parentesi personale e provvedo a spiegare qualcosa di più sulle funzioni del Restrained Life – e soprattutto su quest’ultima.

Prima di tutto, l’installazione. Chi usa un Mac non deve fare nulla di difficile: scarica l’applicazione, la mette dove gli pare e la fa partire. Chi usa un PC deve decomprimere il file zippato, aver cura di copiarne il contenuto nella cartella che contiene il client regolare di Second Life e solo allora avviare l’eseguibile (“RestrainedLife.exe“). La buona notizia è che non ci sono file specifici di configurazione, e che le preferences restano quindi inalterate. La cattiva è che il RLV deve essere installato su una versione del client regolare che non sia troppo differente da quella del nuovo RestrainedLife viewer – altrimenti si rischia che l’eseguibile sia incompatibile con gli altri file contenuti nella cartella. Un esempio? Utilizzando funzioni come Search o About Land, chi aveva installato il Restrained Life v1.18.1.2 sopra il client Second Life v1.18.4.3 provocava un crash, perché i file nella cartella delle Skin erano troppo avanzati.

(Come si fa a installare Second Life su Windows? Beh, qui mi si chiede troppo – nel caso, rinvio alla wiki in italiano sull’argomento, rintracciabile a questo indirizzo: http://www.secondlifeitalia.com/wiki/Traduzione)

Dopo di che… beh, dopo di che, la Second Life BDSM di chi ha fatto l’aggiornamento è pronta per cambiare in modo radicale. Facciamo un primo breve excursus sulle funzioni? Ecco qui, tradotto liberamente dal ReadMe che viene distribuito con il RLV, quello che diventa possibile.

– Rendere un oggetto lockable non distaccabile (una volta chiuso il lucchetto, il sub non ha più alcun mezzo per toglierlo – a meno che non si ricolleghi con il client regolare – fino a quando l’oggetto non viene riaperto… o, più precisamente, unlocked)
– Impedire di spedire IM o di riceverne, o di scrivere o leggere la chat pubblica (con, volendo, alcune eccezioni di emergenza)
– Impedire il teletrasporto (sia tramite mappa che tramite landmark, sia tramite richiesta diretta da parte di qualcuno nella propria lista dei contatti – anche in questo caso è possibile prevedere eccezioni)
– Impedire il rezzing (la materializzazione di oggetti), l’editing di alcunché, l’accesso all’Inventario, la lettura di notecards, l’utilizzo di canali di chat non pubblici (ancora una volta, con possibilità di eccezioni)
– Costringere a sedere e impedire di rialzarsi (sparisce il tasto Stand Up)
– Costringere a indossare abiti, ma anche impedire di indossarne di nuovi o di rimuovere quelli che si indossano. E rimuovere qualsiasi oggetto si indossi (salvo che sia stato reso non distaccabile perché locked)

Tutto questo, se usato con sapienza, può dare al sub una sensazione di impotenza molto realistica e intensa. Che è quella che a tantissimi – a cominciare dalla sottoscritta – impedisce anche solo l’idea di tornare al client normale.

8cca6d7ae447277ccc039458a9d4e74e.jpg29f0b47a082fa940e9d73dc51b230abb.jpg Ma è giunto il momento di spiegare, a chi fosse interessato, come funzioni la novità emozionante delle cartelle condivise. A partire dalla versione v1.11, il viewer può infatti “condividere” alcuni dei tuoi oggetti con gli altri, consentendo loro di farti mettere, o di toglierti di dosso, quello che hai messo in condivisione (oppure anche solo di curiosare nella lista). Nota bene: condividere qualcosa non vuol dire che qualcuno possa rubartelo. Vuol dire solo che può costringerti a usarlo – ossia ciò che ha fatto Belias con me. Ecco come fare in modo che ciò sia possibile.

1) Crea una cartella chiamata “#RLV” (senza virgolette) direttamente in “My Inventory” (click con tasto destro su “My Inventory“, seleziona “New Folder“).
2) Sposta una cartella che contiene legami (o altre cose da indossare) direttamente nella #RLV, ed ecco fatto. Attenzione: la #RLV può contenere altre cartelle, mentre queste devono contenere solo oggetti… eventuali ulteriori cartelle non saranno accessibili, perché il viewer accede solo alla seconda directory della #RLV.

Ecco lo schemino disegnato da Marine per spiegare il meccanismo:

My Inventory
|- #RLV
|  |- manette (cuffs)
|  |  |- left cuff (l forearm)
|  |  – right cuff (r forearm)
|  – bavagli (gag)
|     – gag (mouth)
|- Animazioni
|- Parti del corpo (Body Parts)

…eccetera. Ad esempio: chi possiede le cinture RR (Straps) e vuole che qualcuno possa fargliele indossare, sposterà la cartella Straps BOXED nella #RLV.

È possibile indossare tutti i legami contenuti nelle cartelle appena spostate (una cartella a botta!) o anche ribattezzare singolarmente ogni oggetto, facendo in modo che ciascuno contenga il punto su cui andrà indossato. Ad esempio: “manetta sinistra-left cuff (l forearm)“, “cavigliera destra-right ankle cuff (r lower leg)“. Il punto di attachment è lo stesso che compare nel menu “Attach To” dell’Inventario. Se viene indossato senza ribattezzarlo, verrà rinominato automaticamente – ma solo se si trova in una delle cartelle condivise e se non è stato già indicato un determinato attachment point. Se si desidera usare un nuovo attachment point, occorre ribattezzarlo a mano.

Gli abiti sono trattati allo stesso modo (anzi, volendo si può metterli nelle stesse cartelle dei legami, in modo che possano essere fatti indossare con lo stesso comando). L’unica vera differenza è che i vestiti non sono ribattezzati automaticamente quando indossati.

NOTA BENE:
– Non mettere nella #RLV più livelli di cartelle, perché non funzionerebbero. Ad esempio, evitare una catena di cartelle di questo genere: #RLV —> Restraints —> Straps BOXED. Le cinture resterebbero irraggiungibili. [Integrazione del 7 giugno 2009: Mi è stato fatto notare qualche giorno fa che le due righe precedenti sono state superate dall’evoluzione del RLV. Raccomando a chiunque stia leggendo questo vecchio post di rifarsi al più recente e aggiornato Le cartelle gerarchiche del RLV].
– Non mettere una virgola (‘,’) nel nome delle cartelle contenute nella #RLV, perché manda tutta la lista a catafascio.
– Non dimenticare di ribattezzare i legami nelle cartelle condivise (oppure ricordarsi di indossarli almeno una volta dopo averli inseriti nella #RLV, in modo che siano ribattezzati automaticamente) o i comandi di indossa forzato non avranno effetto.
– Evitare di intasare la #RLV con troppe cartelle – alcuni script utilizzano una lista ottenuta col comando @getinv, e i messaggi di chat si limitano 1023 caratteri. Scegliere con saggezza, e usare nomi brevi.

Finito? Finito, per oggi… mi restano ancora una marea di cose da dire, ma ci tenevo intanto a descrivere questa novità per dare un’idea di quello che può fare – o farsi fare – chi scaricherà quest’ultima versione. Su tutto il resto, sulle funzioni che il RLV offre ormai da tempo, torneremo più avanti… anche se spero che qualcuno non attenderà così a lungo, e avrà il coraggio di scoprirlo da sè.

Io, adesso, vorrei passare qualche minuto con Belias. Sempre se la trovo online, naturalmente.

Restrained Life – il viewer di chi fa sul serio

Nelle sim italiane sono ancora in pochi a conoscere e usare il Viewer Restrained Life (anche noto come Real Restraint Viewer) e quasi nessuno sa come scoprire chi invece lo utilizza. Una piccola guida per chi vuole saperne di più.

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Per chi sta leggendo queste righe nello stesso momento in cui è collegato a Second Life: facciamo insieme un piccolo esperimento? Scegli un avatar di qualcuno che conosci e, in qualche modo, ti interessa, e mandagli via IM l’espressione “@version” (senza le virgolette), e aspetta qualche istante per vedere cosa succede. Se lì per lì non accade niente, probabilmente l’avatar ti risponderà incuriosito, chiedendoti che diavolo significa il messaggio sibillino che ha visto apparire nella sua chatbox. In quel caso, puoi scegliere se far finta di niente, minimizzare oppure ancora offrirgli il link diretto a questa pagina, in modo che possa capire cosa stavi cercando di sapere.

Ma se il destinatario è una persona seria, del tuo messaggio non si accorgerà nemmeno – mentre a te arriverà un IM automatico che dovrebbe dire qualcosa di questo tipo: RestrainedLife viewer v1.10.5.2 (SL 1.19.1.4). Traduzione: quella persona non sta usando il client standard, quello che si scarica dal sito di Second Life, ma una versione particolare modificata da Marine Kelley (con l’aiuto di Mo Noel per la versione Mac, quella che uso io, e di Loom Kish per quella Linux) che funziona in modo molto, ma molto, diverso. È il più volte citato visore Restrained Life, per brevità chiamato RLV (o RL Viewer), oppure anche RR Viewer per associazione con i Real Restraints. Ed è pensato per rendere più realistica, su Second Life, l’esperienza di ritrovarsi sotto il controllo di qualcun altro.

76fd2c2f3eacb1cd38d92d9eb41f52d0.jpg Di fatto, il programma “Second Life” altro non e’ che una sorta di browser che invece di visualizzare pagine HTML come Firefox o Safari ti visualizza i paesaggi, gli avatar e gli oggetti. Però, come si diceva in Real Restraints, tutto il sistema ideato da Linden Lab è studiato per minimizzare la possibilità che qualcuno possa forzare qualcun altro a fare alcunché – tanto che gli oggetti lockable sono studiati proprio per far sì che chi sceglie di indossarli si trovi alla mercè di chi ne ottiene le chiavi. Solo che i legami di Marine non sono esattamente a prova di fuga: tutto quel che un prigioniero cialtrone deve fare è toglierseli di dosso, e l’unica conseguenza che dovrà subire sarà, quando li rimetterà di nuovo indosso, il ludibrio di una scritta rossa che lo accusa di aver barato… e che comunque scomparirà dopo poche decine di minuti.

Col Restrained Life viewer, questa illecita via di fuga diventa, semplicemente, impossibile: la vittima è impossibilitata a togliersi di dosso gli oggetti che sono stati locked ed è costretta, se proprio vuole slegarsi, a implorare chi l’ha catturata, oppure a darsi da fare cercando di divincolarsi (sperando che il keyholder non arrivi in tempo a stringere di nuovo i legami prima che questi cedano).

È necessario, naturalmente, che gli strumenti costrittivi di cui si parla siano compatibili, vale a dire che siano stati realizzati seguendo alcuni parametri tecnici su cui non mi dilungo – sia perché non ne capisco quasi nulla io stessa, sia perché potrebbero interessare solo chi è già discretamente abile con gli script (costoro farebbero bene a dare un’occhiata ai post sull’argomento nel blog di Marine, e consultare la wiki da lei pubblicata sull’argomento), ed è chiaro che chi proprio vuole barare può sempre chiudere il client e ricollegarsi usando quello standard. Ma l’effetto emotivo è straordinario: manette, corde, collari – ma anche molte gabbie e altri generi di trappola – possono davvero restituire molte di quelle deliziose sensazioni di impotenza e di frustrazione che, sospetto, sono ben note a chi ha preso l’abitudine di leggere queste pagine.

4643783eab316d08a06e49fedde16eac.jpg Ma è solo l’inizio, perché il nuovo viewer ha una quantità di modi diversi per rendere un avatar molto più vulnerabile di quanto progettato nei Linden Lab. Proprio per avere una prima idea, il RL viewer consente a chi lega qualcun altro impedire, con appositi tasti, IM in entrata o in uscita, teleport, emotes (tipo “/me sorride”), udito (della chat senti solo “…”), apertura dell’Inventory, capacità di rezzare cose, notecards e altro che ora mi sfugge ma che approfondirò in un prossimo post.

Per ora, ecco qua tutte le indicazioni per ottenerla, questa meraviglia. E ottenerla gratis, a proposito:

WINDOWS: http://www.erestraint.com/realrestraint
MACOS X: http://www.erestraint.com/realrestraint
LINUX: http://www.loomiverse.net/RestrainedLife

Per chi ha Mac, basta scaricare il file e avviarlo. Per gli utenti Windows ci vuole un momento di più, ma è comunque un’impresa facile: decomprimere il file, leggere le istruzioni nel Readme e installare l’eseguibile secondo le specifiche. E poi, naturalmente, buttare via il client tradizionale, per non avere più tentazioni. Io uso Restrained Life da mesi, ormai, e non mi sono mai guardata indietro.

(Prossimamente: Dr. Winkyll & Mistress Hyde)

I Plugin dei Real Restraints

A oltre dieci giorni di cattività ad opera di Belias, un nuovo post di servizio con informazioni su alcune funzioni poco note dei prodotti Real Restraints – per chi non sa l’inglese o è troppo pigro per leggere le istruzioni.

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Ci sarebbe molto da raccontare su quello che è successo dopo l’ultimo post. Ma sono ancora bloccata a Villa BDSM, Belias Rubble ha ancora le mie chiavi e ogni tanto torna a ritoccarle e a mettere un po’ di sale sulle ferite che mi ha provocato con la sua frusta. Direi che c’è tutto il tempo di ritornarci, mentre è l’ora della promessa seconda parte del post sui Real Restraints, ad uso e consumo di chi ancora non li conosce (gli altri, fra cui la stessa Belias, possono tranquillamente risparmiarsi la lettura che segue).

Per plugin si intende uno script addizionale che estende il potere degli oggetti che lo contengono. Molti sono efficaci solo quando chi indossa le manette utilizza anche il Restrained Life (o RL, ma se ne parla spesso anche come del RR) Viewer, al quale però dedicherò un post specifico in futuro. Gli oggetti di Marine contengono tutti una bella scelta di opzioni piuttosto bastarde – ma poi, come ben sa chi legge con attenzione queste pagine, c’è chi produce in proprio plugin alternativi in grado di aggiungere possibilità di controllo ancora più intense. Poiché è impossibile tener conto di tutti i prodotti che ormai arrivano sul mercato uno dopo l’altro, qui mi limiterò a descrivere meglio la dotazione base di tutti i prodotti RR, sperando di fare cosa utile ai residenti italiani più inesperti. Per i quali segnalo qui en passant che per Restraint (ossia restrizione) si intende, nelle righe che seguono, l’oggetto fisico da indossare – ossia le manette, le cavigliere, le corde, le cinture… eccetera.

2e7560ad9c086e64511276ed4cf1162b.jpg Per accedere ai plugin è necessario cliccare l’omonimo pulsante al centro del menu blu che compare in alto a destra sullo schermo, e di cui abbiamo già parlato. Non c’è un limite al numero dei plugin disponibili – se non si trova nella prima schermata quello che si sta cercando si può andare a vedere nelle altre pagine del menu cliccando  i pulsanti “<< Prev” e “Next >>”. Non tutti i plugin sono accessibili a chiunque, tuttavia: la loro disponibilità è spesso riservata a determinate persone, vale a dire:

– Chiunque (fintanto che le chiavi siano disponibili)
– Solo chi ha le chiavi (o keyholder. Ma attenzione: il keyholder potrebbe essere anche la stessa persona che indossa l’oggetto – supponiamo che si sia legata da sola! Però se il legame è stato chiuso con un timer le chiavi non sono più raggiungibili fino a quando il tempo non sia scaduto)
– Solo chi indossa il restraint (accessibili anche quando questo è chiuso)
– Solo chi NON indossa il restraint (fintanto che le chiavi siano disponibili)

Le scelte riservate a chi indossa il restraint non sono moltissime, ma ce n’è una abbastanza importante che sfugge troppo spesso agli utenti maschi. Il plugin “Gender” serve a far sì che le comunicazioni emesse in chat dai legami siano coerenti col genere di chi le indossa. Poiché i restraint sono, di base, impostati al femminile, non si contano gli uomini che si rendono ridicoli perché non si accorgono che le frasi (ad esempio “Pincopallo squirms in her restraints“, ossia “si contorce nei suoi legami“, dove “suoi” significa in inglese “suoi di lei”) li descrivono in modo per lo meno equivoco. Quanto al “Wriggle“, meglio evitare di usarlo: dovrebbe servire a cercare di cambiare posizione, ad esempio per spostare le mani davanti quando le hai dietro, ma è pensato in modo da funzionare solo occasionalmente – però ogni volta consuma, comunque, uno dei già scarsi tentativi concessi per cercare di liberarsi. Io credo di non averlo mai nemmeno provato a sfiorare, questo pulsante, e altrettanto consiglierei a chi dovesse leggere queste righe.

9147caadf4087a7da1b370f9b67419c7.jpg Chi detiene le chiavi (che, ripeto, può essere e può non essere chi indossa l’oggetto) ha a disposizione altre delizie: “Alarm” garantisce che se qualcuno, barando, si toglie il restraint senza che questo sia stato sbloccato, per un’ora niente potrà togliergli l’onta di una scritta rossa che avvisa tutti di quanto sia imbroglione e poco affidabile. Una cosa molto ma molto umiliante, anche se chi usa il Restrained Life viewer non rischia nulla – perché se il restraint è chiuso è, semplicemente, impossibile toglierselo. Ci torneremo su: ora invece devo citare il comando “Give keys“, che permette a chi ha le chiavi di scegliere, fra gli avatar vicini, qualcuno a cui donare le chiavi. Quando lo si clicca, sul menu appare una serie di bottoni coi nomi di chi si trova nel raggio di pochi metri, e cliccando il nome di qualcuno, costui riceve irreversibilmente le chiavi. Molto utile se ci si trova in mezzo a una folla e si vuole dare le proprie chiavi a qualcuno evitando che altri se ne approfittino… ma anche quando hai acchiappato qualcuno e vuoi passare la preda a un amico. Purtroppo, al momento, questo plugin va in crisi con i nomi più lunghi di 24 caratteri. Pertanto, non solo io non ho mai potuto usarlo, ma nessuno può usarlo se ci sono io nei paraggi. Marine mi ha promesso che risolverà questo problema alla prossima revisione dei suoi prodotti e io aspetto con ansia… anche se è questo piccolo baco ad avermi salvata quella volta che Gloria aveva deciso di passare le mie chiavi a Cielo!

e57785c4119a51faf31dc6365cd0707f.jpgMa siamo solo all’inizio. Cliccando “Leash” si mette al prigioniero un guinzaglio, la cui lunghezza può andare da 70cm a 15 metri. Con “Give handle” si ottiene un manico a cui si può attaccare il guinzaglio, ma è possibile anche legarlo a un anello di metallo nel muro di qualche segreta o a numerosi appigli che in genere si trovano in gran copia nelle sim BDSM. Si possono fare molte cosette carine: ad esempio legare il guinzaglio al manico e poi spostare il manico con edit, trascinando il prigioniero dentro a una gabbia anche se lui non collabora. Il plugin “Long time serve a tre cose utilissime: ad attivare un timer di molte ore, imprigionando qualcuno per periodi estesi… far partire un timer casuale all’interno di un range fissato (i tre bottoni in basso) e, volendo, anche nascondere il timer in modo che il prigioniero non possa sapere quanto tempo gli manca prima di recuperare la libertà. Tutti questi timer, ovviamente, ticchettano solo quando il prigioniero è online, di modo che tre ore significano tre ore di gioco – sarebbe troppo facile, altrimenti, scollegarsi e tornare a giocare tre ore dopo. RL time, invece, serve proprio ad assicurarsi che il prigioniero torni libero a una data ora nel tempo reale. Perché? Beh, mettiamo che si voglia legare qualcuno ma consentirgli di andare, poniamo, a quella certa asta di schiavi che si terrà fra otto ore… con questo plugin, indipendentemente dal fatto che il prigioniero stia o meno online, possiamo garantirgli di essere libero in tempo per non mancare l’appuntamento.

Il plugin “RealKey” è particolarmente importante e voglio dedicargli un paragrafo apposito, perché serve a consentire a qualcuno di divenire, in buona sostanza, padrone del restraint. Pigiando “Give RealKey” si ottiene una chiave fisica – sì, insomma, un oggetto, che appare nell’Inventario e che si può indossare. Quando la indossi, la chiave compare nella mano destra del tuo avatar, con un messaggio da leggere con attenzione: occorre ripetere in chat pubblica la frase di questo messaggio, includendo in esso la password (una serie di numeri) del restraint in questione. Da questo momento, la chiave è sincronizzata con il restraint e d’ora in poi, chiunque, restando vicino al prigioniero, la indossi e ci clicchi sopra vedrà aprirsi il solito menu blu e potrà scegliere se legare o slegare la persona che gli sta davanti… o anche solo se intascarne la chiave per usi futuri. Questo accade indipendentemente da chi aveva le chiavi in quel momento: è una sorta di passepartout. Occorre quindi fare molta attenzione a scegliere chi può tenere le nostre chiavi, perché di fatto gli si dà un potere immenso su di noi. In genere lo si usa solo in casi di vera emergenza, quindi è bene darla solo a persone fidate che possano venire ad aiutarci all’occorrenza – e che non si farebbero venire in mente l’insana idea di cedere la nostra Real Key a qualcun altro! Un consiglio pratico, per chi possiede più di un legame, è di cambiare la password di default e scegliersene una personale che sia la stessa per tutto… in modo che chi verrà a salvarci con la Real Key possa accedere in un istante a tutto, manette, cavigliere, collare, bavaglio, benda e quant’altro. Ah, e ovviamente nessuno può usare la Real Key per sbloccare i propri legami: sarebbe troppo, troppo facile.

2fcc89a1d3f0154f7e3ab45d15dfc3a8.jpg Quello che invece è molto facile è fare in modo che i restraints di qualcuno si chiudano da soli a un tempo stabilito. Basta il pluginAutolock“, con il quale si può decidere fra quanto le manette scatteranno, per quanto tempo resteranno chiuse, la posizione in cui la vittima si troverà all’improvviso, e se sarà o meno Blocked (vale a dire impossibilitata a fare clic – e quindi a interagire con l’ambiente) o in Mouselook (ossia costretta a una visione “in soggettiva”). Chi ha la chiave può fare in modo che il timer vada avanti solo quando la vittima è online, oppure anche quando non è collegata (pulsante RL/Online). Di default, l’autolock è in pausa quindi è necessario, una volta settati tutti i parametri, cliccare “Run” – e il bello è che una volta avviato, il timer diventa inaccessibile alla vittima. L’unico modo che questa ha di interromperlo è chiedere a qualcun altro di andare a cliccare per lei il tasto “Clear“… col rischio concreto che questa persona se ne approfitti!

Dovrebbe essercene più che a sufficienza per spiegare il motivo della mia preferenza per i Real Restraints. E invece no, perché non ho nemmeno cominciato a parlare di quello che si può fare a qualcuno che, oltre a questi oggetti, utilizza il Restrained Life Viewer. Ma ne parlerò in un prossimo post, perché ormai non posso più rinviare quello sui miei ultimi intensi giorni, vissuti sotto lo stretto controllo di Belias Rubble.

(Prossimamente: Come lei nessuno mai)

[AGGIUNTA del 28 AGOSTO 2009] Sull’utilizzo dei RR, vedere anche le lezioni di Marine, pubblicate in italiano su questo stesso blog.

Real Restraints

Nelle sim italiane sono ancora in pochi a conoscere e usare i prodotti della Real Restraints di Marine Kelley. Prima parte di una piccola guida di servizio per chi vuole saperne di più, con un accenno preliminare al Restrained Life Viewer.

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Qualche anno fa circolava, nelle mailbox, l’annuncio più o meno umoristico di un terribile virus albanese per PC. Un virus che consisteva solo nel testo che segue:

In questa momenta voi avere ricevuto “virus albanese”.
Siccome noi nela Albania no ha esperienza di softuer e programmaziona, questo virus albanese funziona su principio di fiducia e cooperazione.
Allora, noi prega voi adesso cancela tutti i file di vostro ar disc e spedisce questo virus a tutti amici di vostra rubrica.
Grazia per fiducia e cooperazione.

2259f366a632685d4b5cb955dc48ef5c.jpgee109b17c0c903bae736d48f8fd36717.jpg Paura? Immagino di no. Eppure, nel mondo BDSM di SL, capita spesso di trovare dominatori che si propongono come il virus albanese: accostando qualcuno e cominciando a dare una serie di comandi (Spogliati! In ginocchio! Tieni le mani dietro la schiena!) e aspettandosi che li eseguano immediatamente e senza discutere. Per qualcuno, situazioni come queste sono comunque molto eccitanti, ma parecchie aspiranti vittime sono scoraggiate dall’obbligo di fare da sè ciò che vorrebbero subire. Perché è vero che il roleplaying è sempre un elemento fondamentale, ma anche che sottomettersi a qualcuno perché lo si desidera e finché lo si desidera è molto meno emozionante che essere costretta a farlo, magari con metodi più convincenti. Il bello di trovarsi in un ruolo di sottomissione è proprio di non poter prendere l’iniziativa: ma di dover subire le decisioni di qualcun altro che ti controlla, che ti possiede come si possiede un oggetto. E che può aver cura di te ma anche scegliere di tormentarti, in qualsiasi momento, senza che tu abbia alcuna possibilità di reagire o di opporti. Qualcuno che ha in mano il tuo destino in modo assoluto, fino a quando gli gira così e nella misura in cui gli gira così.

Vivere un’esperienza del genere su Second Life non era facile, perché il sistema è studiato in modo da minimizzare il rischio che qualcuno possa imporre alcunché a qualcun altro. Era quindi necessario concordare passo per passo ogni comportamento. Così il dominante parlava e parlava e toccava al succube eseguire, eseguire, eseguire… indossando questo o quello, togliendosi questo o quello, mettendosi e poi restando ferma nella posizione richiesta. Ci voleva, insomma, molta buona volontà da parte della vittima – e a volte ce ne voleva davvero troppa per assaporare davvero il piacere della sottomissione. Poi Marine Kelley ha inventato le manette Real Restraints e tutto è cambiato, e di molto. Perché da quel momento è diventato possibile per chiunque prendere il controllo di qualcun altro, purché la potenziale vittima indossi un oggetto che sia stato reso Lockable.

Il Lockable System è uno script che permette di “bloccare” un oggetto sull’avatar di qualcun altro. Questo script è contenuto in tutti i prodotti della Real Restraints: manette, catene pesanti, cinture, corde shibari, bavaglio a pallina, benda per gli occhi – e ovviamente il casco del banesuit. In circolazione ne esistono ormai molte imitazioni, alcune ottime e altre decisamente non all’altezza. Io, per quel che mi riguarda, ho acquistato fin qui solo la roba di Marine, con una eccezione solo per il banesuit di Sable Janus (che è ottimo ma che, ovviamente, è un giocattolo rispetto alla esperienza offerta dal Banishment Program). Nelle righe che seguono mi limiterò a parlare di quello che conosco bene, riassumendo in breve quello che i Real Restraints sono in grado di fare – e soprattutto di far subire.

b3b9a51b5ce9818a6627005875597704.jpg463014873e6a826418e8cd0aa6c79d63.jpg6536f015f1c7373729d6157eea944c2f.jpg Prima di tutto, quando una persona fa clic su un legame che sia Lockable-enabled, in alto a destra sul suo schermo le compare un menu blu che consente immediatamente di capire:
– Chi ha la chiave in quel momento
– Quante volte l’oggetto è stato staccato senza permesso
– Da quanto tempo l’oggetto è chiuso (solo se è chiuso)
– Il tempo che manca sul timer (solo quando è stato messo un timer)
– Il record di durata fino a quel momento
– Numero delle fughe: il totale delle volte che la persona ha saputo liberarsi dai legami
– Il record di velocità: il tempo più breve totalizzato per liberarsi

Va notato che se l’avatar che indossa l’oggetto può sempre cliccare per attivare il menu, gli altri devono trovarsi ad almeno 3 metri di distanza – questo per rendere la cosa più realistica ed evitare tele-furti di chiavi. Perché, ricordiamocelo, indossare questo tipo di legami è, di fatto, un invito al roleplay: quando qualcuno ti ruba le chiavi si considera, in effetti, che sia lui a metterti indosso quelle manette, corde o quant’altro. E infatti la maggior parte di questi oggetti sono progettati in modo da essere invisibili fino a quando qualcuno ci fa clic sopra. (Invisibili? chiederà qualcuno, e allora io come faccio a vederli? Risposta: cliccate ctrl+alt+T e abilitate gli oggetti trasparenti, che vi appariranno in rosso).

Il menu di base degli oggetti Lockable offre queste possibilità:

Lock: chiude l’oggetto a chiave e inizia a contare il tempo. In genere a questo pulsante se ne affiancano altri che impongono all’avatar una determinata animazione, che consente a chi chiude il legame di costringere la vittima in determinate posizioni (mani davanti, mani dietro, gomiti liberi, gomiti serrati…)
Unlock: apre l’oggetto liberando la vittima. E rimette a posto le chiavi, rendendole disponibili ai malintenzionati, come si è visto ad esempio in Win finisce in Gloria
Take Keys: preleva le chiavi, impedendo a chiunque altro di manipolare l’oggetto. Se a prelevarle è chi indossa l’oggetto, beh, nessun altro può manipolarlo. Se le chiavi vengono rubate da qualcun altro, nessuno è in grado di prelevarle fino a quando non vengono restituite (a meno di effettuare un reset, che però azzera i tempi registrati e i record). Esiste però un modo con cui chi indossa le manette può recuperarle: chiuderle (mediante il pulsante Lock) e poi cercare di liberarsi dimenandosi e contorcendosi. Come sa chi ha letto il mio post sul Bondage Ordeal, tuttavia, può volerci parecchio tempo. Se le chiavi sono state prelevate da qualcun altro in precedenza, chi clicca sulle manette (o altro) si sentirà rispondere “Sorry, pincopallo, you can’t manipulate pallopinco’s handcuffs (o altro)
Leave Keys (accessibile solo a chi è attualmente in possesso delle chiavi): rimette le chiavi a posto consetendo a chiunque, nel raggio di 3 metri, di impadronirsene
Reset: poco da spiegare, resetta l’oggetto e azzera tutto. Può farlo solo chi lo indossa, e in genere lo si considera un imbroglio! Per giunta, il reset annulla tutti gli eventuali record precedenti e quindi è un peccato eseguirlo, salvo che si tratti di un caso di emergenza
No timer: azzera l’eventuale timer
+30 mn: aggiunge 30 minuti (di prigionia online) al timer
+3 h: aggiunge 3 ore al timer
Tug, Squirm, Struggle, Examine (solo per chi indossa l’oggetto, quando questo è chiuso): consente, con molto impegno e parecchio tempo, al prigioniero di liberarsi. Nei miei mesi passati su Second Life sono diventata bravina a spiegare come si gioca, e in genere sono a disposizione per dare a chi lo desidera qualche lezione. Ma attenzione, perché la lezione prevede che lo studente mi conceda l’uso delle sue chiavi, e qualche volta potrebbe venirmi voglia di approfittarne.

ee00daddae23926f31e61491f663af71.jpg Molto in linea di massima, la possibilità di fuga dipende da un sistema complesso di tentativi di indovinare una combinazione di mosse – che cambia ogni volta che il meccanismo di chiusura viene fatto scattare [AGGIUNTA del 10 Luglio 2009: Un’ottima spiegazione, scritta da Costanza Franizzi e altri commentatori, la si trova nei commenti al post A volte ritornano]. A seconda del legame, la forza costrittiva varia… da Bondage Expert, io ci ho messo dalle tre ore alle dieci ore per liberarmi dalle shackles e, ogni volta, il tutto dipende molto dalla fortuna. Per giunta se, mentre ti dibatti, chi ha le tue chiavi arriva lì e ti dà un ritocco alla serratura, tu sei da capo a quindici e riparti da zero. Diciamo quindi che una (o un) dominante che ogni tre o quattro ore viene a controllare come stai andando coi tentativi di fuga ha buone possibilità di tenerti in schiavitù per sempre.

E per schiavitù, se il (o la) dominante si mette a smanettare coi plugin, si intende una serie di restrizioni piuttosto serie. Ne parliamo in un prossimo post, d’accordo?

 

(Prossimamente: In balia di Belias)