Libera!

La gabbia si è aperta, finalmente, e sono di nuovo una donna libera. Ma, per il momento, con pochissima voglia di giocare ancora. Effetti collaterali della disintossicazione?

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La sbrigo in poche righe, telegraficamente, questa faccenda. Dopo tutto ho scritto dei papiri insostenibili, nei giorni scorsi – anzi, ne approfitto per ringraziare chi ha avuto la pazienza di leggerseli fino in fondo. Sono sorpresa io stessa nel vedere quanto queste pagine, anche col passare del tempo, continuino ad attirare qualche lettore anche quando, come nei giorni scorsi, le parti dedicate, diciamo così, all’azione si sono ridotte lasciando spazio alle lamentose trascrizioni delle mie sofferenze interiori.

6d0a109fabab528a4ddd97cca24845c8.jpg681c07f3778b297bd024f2a972e8194e.jpgMa siccome di novità ce ne sono, e tante, bando alle ciance. Prima di tutto, beh, sì, sono sfuggita alle grinfie di Jaron. Il merito è tutto di Moss che, di sua iniziativa e senza che io nemmeno provassi a suggerirglielo, è riuscita a intrappolarlo di nuovo nel suo dungeon di Dolores, minacciando di tenerlo chiuso lì fino a quando non avesse ripensato a quello che mi stava facendo e non fosse sceso a più miti consigli. “Sei una delle mie Sweet Girls“, mi ha detto Moss mentre la ringraziavo, “e le Sweet Girls si aiutano sempre a vicenda”. Grazie, cara amica, possa il guinzaglio che ti lega ogni notte alla sponda del letto della tua cara Chriss non essere mai sfiorato da ossido o ruggine.

Per chiudere, temporaneamente, la vicenda di quest’ultima quindicina di giorni, posso aggiungere soltanto che, alcune ore dopo, ho avuto il coraggio di rivedere di nuovo Belias. Ci siamo abbracciate a lungo. Ma le mie ginocchia, stavolta, non hanno tremato. Qualcosa è successo, in questi giorni, qualcosa si è spezzato forse per sempre. O forse si è trasformato, non so. So che nel faro di Snark gran parte dei rancori accumulati nei giorni scorsi si sono, se non dissolti, quantomeno affievoliti. E se quello che è stato non si può cancellare… beh… il futuro è ancora pieno di pagine bianche tutte da scrivere. Quello che so è che, per il momento, vago per Second Life senza meta: non ho voglia di essere catturata da nessuno, ma quel che è peggio non ho nemmeno voglia di catturare qualcuno io. Non so quanto durerà, questa situazione… sono quasi tentata di buttarmi in un auto banishment per qualche tempo. Per darmi il tempo di riflettere su tutta la roba brutta che ho provato nei giorni scorsi.

6c2f3892e3c2cf57438075f49d6dabd6.jpg35eab7e8016c9bf77d0860ea11821f4b.jpga88b4659f83bd882cfd05f3a00f0b0c5.jpgPerò, intanto, c’è un sacco di gente che devo ringraziare per avermi reso meno pesante questo lungo periodo di disintossicazione. Oltre alle persone citate nei giorni scorsi (e Valentine, di cui ho già parlato ma che si fa sempre vedere quando ho bisogno di compagnia, come se avesse un radar speciale), una nuova amica come la tedesca Ferro Rau, la collega Bane Operator Spikeheel Starr (che mi ha regalato un magnifico Vox in grado di assicurarmi una via di comunicazione di emergenza anche in situazioni quasi impossibili. Ovviamente non intendo usarlo in caso di mia cattività… ma mi è stato utile già in un paio di occasioni… e segnalo a chi ne volesse una copia che è possibile acquistarla a questo indirizzo), la buona vecchia Bunny Hastings (le cui visite erano particolarmente gradite sapendo che ha avuto con Jaron qualche lite violentissima e che correre il rischio di incontrarlo le costava un grosso sacrificio). Ma anche New Vita, che ha cercato di darmi una mano per ovviare agli inconvenienti di una delle TRE sim restart che hanno reso ancora più complesso tutto questo periodo – sembrava quasi che Second Life congiurasse per tirarmi fuori da quella maledetta gabbia – e le persone che mi hanno manifestato solidarietà nei commenti o nei pochi IM che sono riuscita a ricevere. E ovviamente Samy80, che finalmente sta ricominciando ad affacciarsi online abbastanza spesso – e ha già ricevuto un paio di richieste di autografi.

Scherzo? Nemmeno poi tanto. Davvero, a quanto pare, questo blog sta diventando un piccolo punto di incontro. Oltre alle persone che vengono a salutare me, so che almeno Belias, Samy80 e New Vita sono stati contattati da qualcuno che aveva letto di loro – o che aveva letto i loro commenti – proprio navigando fra queste pagine. Ne sono sorpresa e ovviamente la cosa mi fa un piacere enorme – anche se confesso che la cosa un poco mi turba. Io qui intendo continuare a scrivere tutto quello che mi sento, continuando a considerarlo un diario online, e tremo al pensiero del giorno in cui qualcuno ci resterà male. Perché lo so che prima o poi succederà – è inevitabile. E me ne scuso a priori, anzi, ma l’alternativa sarebbe smettere di scrivere qui. E, per il momento, ho ancora alcune cose di cui ci terrei a parlare. Una di queste, beh, è una lettera che ho ricevuto e che intendo pubblicare nei prossimi giorni. Una lettera aperta, molto franca, che apre una discussione su cosa queste pagine sono e cosa potrebbero essere… e che in fondo mi costringe a riflettere su tutta la mia esperienza fino a questo giorno.

33bf743ebeaac055c4e74fff629a9a52.jpgMa ne parliamo domani, perché andremmo per le lunghe e ho promesso, stavolta, di essere breve. Vorrei, invece, chiudere questo strano post con qualche segnalazione importante. La prima è che tutto sembra mettersi al meglio per quanto riguarda l’annunciata edizione italiana di Eudeamon. Mi rivolgo soprattutto a Pedro Gibbs, che è quello che più spesso mi chiede notizie: a quanto mi dice l’editore, Erika è pronta a firmare il contratto – e io sono pronta a mettermi al lavoro per la traduzione in italiano. Sono molto emozionata: non mi era mai successo di fare da talent scout e di convincere un editore a pubblicare qualcosa sulla base di una mia segnalazione. Ma sono convinta che Eudeamon meriti questo e altro e niente mi renderebbe più felice se, in futuro, questa edizione italiana potesse aprire la strada a edizioni in qualche altra lingua. 

Visto che siamo in tema di roba da leggere, vorrei segnalare la nascita di una rivista che promette di diventare un appuntamento interessante. Ho avuto la prima copia, fresca di stampa, dall’amica Rossella Pintens – che, assieme all’ex puntino verde Astor Robbiani e a Jenny24 Scarpulla, ne è l’editrice. Il nome della rivista, [L] Magazine, non deve scoraggiare… anche se è l’organo ufficiale del Lesbian Italian Club, la lettura è interessante anche per le ragazze eterosessuali. Non so quanto possa attrarre i maschi, visto che si parla molto di moda, ma non si sa mai. Comunque, leggerla non può far loro male. Si dovrebbe poterla ottenere gratis da un vendor che trovate presso la sede del club…  ma in alternativa basterà che mi mandiate un IM e io sarò felice di inoltrarvi una copia del numero zero. Rossella non solo mi ha dato il permesso, mi ha chiesto di farla girare un po’. Se la trovate scritta troppo piccola, cliccando il “menu” in basso a sinistra si accede a un quadro comandi che permette di ingrandire la rivista – e suggerisco di settarla da 0 a 100, in odo da evitare di cavarvi gli occhi.

808e1a092b45d78e5965abba4930cd69.jpgUn’altra rivista interessante, anche se stampata decisamente troppo in piccolo (e qui non sono ancora riuscita a scoprire come ingrandirla: ogni suggerimento è bene accetto) è BDSL Magazine, che trovate in distribuzione gratuita a Zhora, vicino alla centrale della Kelley Technologies. Curatissimo dal punto di vista grafico, è già strapieno di pubblicità e lancia anche un concorso a premi. Io ho partecipato, augurandomi di non vincere la schiava offerta come primo premio, bensì il buono acquisto di 2500 L$ a Kayliwulf. Il che, fra l’altro, mi fa ricordare che il luogo dove si trova il vendor di BDSL Magazine pullula anche di landmark per le migliori prigioni di Second Life. So che c’è chi apprezza l’esperienza del carcere e non saprei pensare a un luogo migliore da cui cominciare. Poi, come ben sa chi legge queste pagine, al carcere c’è sempre l’alternativa eccitante offerta dal banishment. Anzi, non vedo l’ora di riprendere la mia attività di Operator alle dipendenze di Marine Kelley.

A proposito di Marine, segnalo anche che i responsabili del sito Virtual BDSM le hanno fatto una splendida intervista che senz’altro raccomando a chi capisce l’inglese. Ci sono considerazioni sul BDSM, virtuale e non, che sono profonde e acute. Magari ci si può tornare sopra nel prossimo post, partendo da quella famosa lettera di cui parlavo prima.

abca1bc93f75a8f24a690143c814798d.jpgMa ora basta scrivere. Mi resta un’ultima segnalazione abbastanza urgente e a cui tengo molto. Qualcuno si ricorda di Serenella Abruzzo, il mio primo bane italiano nonché creatrice di una linea di banesuit suoi? Leggendo il suo blog, come faccio ogni giorno, ho scoperto che sta testando una nuova invenzione davvero diabolica che ha battezzato FreeZee. Chi volesse andarla a trovare può tentare di raggiungerla al Bondage Ranch di Lorelei Mission – ne vale la pena, anche se la sim è spessissimo affollata al punto da richiedere numerosi tentativi prima di riuscire ad accedervi. Attenzione allo slurl: è possibile che seguendolo atterriate nel punto giusto ma a livello del suolo, mentre Serenella si trova al Ranch, sospeso a 300 metri di altezza. Consiglio chi vuole vederla in queste condizioni di afferttarsi… anche se a quanto ho capito le numerose visite stanno contribuendo ad allungare la sua prigionia ben oltre i termini fissati inizialmente, l’incantesimo potrebbe anche esaurire i suoi effetti da un momento all’altro. E, come potete vedere dalle foto che sono riuscita a scattare, si tratta di una visita che davvero merita una deviazione, come dicono sulle guide turistiche.

 (Prossimamente: La lettera)

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Un’ultima fotina – vediamo chi riconosce tutti i presenti… e chi nota una piccola novità

Coprifuoco

Come assicurarsi che qualcuno si trovi in un certo posto a una certa ora anche quando tu non sei online per obbligarlo? Con il “Curfew”, un’invenzione diabolica di Chriss Rosca e di Moss Hastings

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Il giorno dopo il mio ultimo incontro con Useme è stato particolarmente intenso, ma non sono ancora pronta per raccontarlo – ci sono una marea di premesse da fare, e tante cose da dire su due care amiche… Bunny, che è ricomparsa alla ribalta dopo tanto tempo che ci si incontrava solo fugacemente e occasionalmente, e Mystique, di cui non mi stanco quasi mai di parlare in-world ma che qui ho finora citato solo di sfuggita. Nell’attesa di riordinare le idee, qualche nota veloce su un nuovo prodotto che solo da ieri sto finalmente provando a usare, superando l’esitazione dovuta al fatto che ci tenevo a lasciare che fosse la mia Samy80 a giocarci per prima. Ieri, tuttavia, Moss mi ha offerto per l’ennesima volta di occuparsene lei e io alla fine ho ceduto – anche per gratitudine dato che, per premiare qualche mio consiglio molto marginale quando il prodotto era ancora in fase di test, me ne è stato donato un esemplare.

5cd11a0b0f9733887a4a697ada951c1e.jpg3d77d4dcfe4ed1b6bcd9292dd2b9d5c2.jpg53326776cad1055cb14784dbd99269db.jpg7452df28d007a0e8ab4e65961bbda1cb.jpg L’idea del Curfew nasce dall’esigenza di evitare che qualcuno a cui tieni se ne vada in giro a cercare guai nelle ore in cui tu ti trovi offline, rischiando magari di venire rapita dal primo che passa e trascinata in qualche luogo dove tu non sei in grado di recuperarla. Oppure anche solo per accordare alla tua prigioniera qualche ora di libera uscita dalla cella dove hai deciso di custodirla, con la certezza che, allo scadere del tempo, sarà costretta a tornare a casa… L’aspetto è quello di un comune orologio da polso che però, una volta indossato, consente a chi ne detiene le chiavi di stabilire le coordinate precise di un luogo e la finestra temporale desiderata, fissando poi una serie di punizioni molto restrittive se, al momento stabilito, la persona che lo indossa non provvede a farsi trovare nel luogo giusto.

Il luogo (“home“) può essere indicato determinando una maggiore o minore tolleranza: nella versione più generosa, chi porta il Curfew può essere costretto a restare all’interno di una SIM ma essere libera di scorrazzarvi a piacimento pur di non lasciarne i confini… ma è possibile stabilire un range di 100, 50, 10 metri dal punto stabilito… e anche decidere che l’unica posizione accettabile è esattamente quella stabilita (ad esempio, la branda di una cella, una gabbia o anche qualche luogo più imbarazzante)… Quando mancano cinque minuti all’ora dell’appuntamento, il Curfew comincia a mandare un avvertimento ogni minuto e, se non si rispetta il coprifuoco teletrasportandosi  alla home, cominciano a scattare le punizioni – che possono consistere in ogni possibile combinazione fra cecità, paralisi, mutismo, sordità… e le consuete inibizioni di funzioni fondamentali come gli IM, l’apertura dell’Inventory, l’interazione (mediante click) con l’ambiente e via discorrendo…

Tutte queste piacevolezze sono anche disponibili come restrizioni di base: il Curfew garantisce un controllo pressoché totale della persona che lo indossa e sta alla discrezione di chi ne ha le chiavi di stabilire quali siano le restrizioni di base e quali quelle utilizzate come punizione per chi non ne rispetta i comandi. Non lo dico perché Chriss e Moss sono delle amiche: sono convinta che si tratti di un prodotto eccellente e di fatto il dono da parte delle creatrici mi è arrivato, letteralmente, pochi minuti prima che andassi a comprarmene una copia io… Conto di farne comprare una copia a Useme la prima volta che gli metto le grinfie addosso, in modo da stare tranquilla che non vada a farsi derubare da qualche sfruttatrice di moneypig, e che continui a dare i suoi soldi (e il suo tempo, perché devo confessare che comincio a divertirmici sul serio) soltanto a me. Il curfew è disponibile in uno dei vendors di Stonehaven, oppure ancora meglio al negozio che Chriss ha in Pak, vicinissimo a quello di Marine.

1c97c07757fe724b1bdb5a7e8cc80a35.jpg Nel mio caso, Moss che è un’amica si è abbastanza contenuta, e mi ha fissato come “home” una bella torre di guardia sul mare che da qualche tempo sorge a Snark, la terra della misteriosissima Psi Merlin… La scelta è caduta su questo luogo soprattutto perché si trova abbastanza vicino alla gabbia dove Jaron Bailey tiene, in questi giorni, Mystique Aeon, da poco cacciata con ignominia dalla casa di Claven, come sai bene se hai letto il post Nuovi amici qualche giorno fa. Ma quella di me e Mystique è una storia lunga e complessa, e ne parlerò un’altra volta. Nel frattempo, se vuoi venirmi a trovare, considera che – seppure nelle le ore libere posso gironzolare abbastanza liberamente (con le comprensibili limitazioni di non poter toccare nulla: quindi non posso ad esempio aprire porte o usare teletrasporti fisici) – in linea di massima mi trovi nella torre, ad aspettare che il coprifuoco scada di nuovo consentendomi di andarmene. Quella che si vede nella sequenza di foto che si vede qui accanto rischia di essere la mia casa per un po’ di tempo – e mentirei se dicessi che la cosa mi dispiace.

(Prossimamente: Cose da non fare durante il roleplaying)