Serata d’onore

La presentazione del numero 2 di L Magazine diventa l’occasione per una serata indimenticabile. Con un incontro addirittura storico fra Erika Moak e Marine Kelley.

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Un anno, di già. Anzi, qualcosa di più. Era quasi Pasqua 2008 quando indossai per la prima volta il Banesuit della Kelley Technologies, restando intrappolata per giorni in una aderente tuta di lattice, con la testa imprigionata nel casco, la mente nella presa ferrea del Custodian, le mie chiavi in mano alla diabolica creatrice del Progetto Banishment, Marine Kelley.

Da allora, tante cose sono accadute, e di molte ho reso conto su queste pagine. Ma penso che ieri sera sia stata per me il coronamento di una serie di sogni che non mi ero mai nemmeno confessata. Non posso e non voglio raccontare tutto nei dettagli: quello che conta è stato l’evento, l’atmosfera magica della serata, i momenti per me storici, e non le singole frasi o battute… Basterà dire che ho scattato decine e decine di fotografie, come cercando di catturare il momento… i momenti… per rivederli dopo e potermi confermare che era tutto vero, che non stavo sognando, che stava succedendo sul serio.

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Tutto è cominciato quando Astor e Rossella mi hanno detto che ci sarebbe stata una festa per il lancio di “L Magazine” numero 2, quello con la mia intervista su “Eudeamon”, e mi hanno invitata a partecipare. Anche se la sera non mi collego quasi mai, ho deciso che questa volta non potevo non farlo e mi sono tenuta la sera libera apposta… dopo di che ho scritto a Erika Moak per sentire se la cosa poteva interessarla.

Con Erika mi sono scritta a lungo durante il lungo lavoro della traduzione. Sapevo che aveva un avatar su Second Life, ma anche che aveva smesso di collegarsi da tanto tempo e che non era molto dell’idea di tornare, per paura di dover affrontare una quantità spaventosa di messaggi arretrati. Eppure, a questa mail di invito, mi ha risposto chiedendo il luogo e l’ora e lasciando capire che avrebbe potuto anche farci un pensierino. Ho avvertito subito Rossella e Astor, e ho mandato a Erika una copia della rivista, che potesse almeno vederla, anche se non parlando italiano non avrebbe potuto capire l’intervista.

Immagine 1.pngMi sono collegata in anticipo, ieri sera, eccitatissima. Jelena mi ha raggiunta presto e ci siamo affrettate verso il club Italian Lesbian dove la festa si sarebbe tenuta. Ad accoglierci, abbiamo trovato prima Lella Demonia, sub servizievole ed educata che nei giorni scorsi ho avuto spesso il piacere di vedere a Winsconsin, poi è arrivata Astor Robbiani – lo storico “puntolino verde” di Rossella, che non vedevo da secoli e secoli. E, proprio mentre si chiacchierava, ho ricevuto da Caliope Mah, l’avatar di Erika, risposta a quello che le avevo scritto mentre era ancora offline.

Poiché Erika è americana e non parla italiano, la prima cosa da fare era fornirla di un traduttore in vista della serata. Ho tirato Jelena per il guinzaglio e mi sono precipitata a Cupo per prenderne uno gratuito ma ottimo che consiglio sempre a tutti. Da lì ho mandato un invito al TP per Caliope… che pochi secondi dopo ci si è materializzata davanti.

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EricaMoak_006.jpgEricaMoak_007.jpgBeh, devo dire una cosa. Second Life aiuta molto a ridurre la timidezza, e rende più facile accostare senza troppi scrupoli persone famose… ma trovarmi Erika di fronte mi ha fatto davvero tremare le gambe – anche se solo per un istante. Era bellissima: vestita tutta di nero, col viso di una bambola perversa – ll’improvviso il fatto che sul suo sito si faccia chiamare Evil Dolly ha acquistato tutto un altro significato… e in un flash mi sono passate davanti agli occhi anche molte situazioni che ho letto in un altro suo romanzo che sto leggendo al momento, “Rest and Relaxation” e che è stata Ewyn a suggerirmi. Ci siamo guardate, le ho presentato Jelena, le ho mostrato il distributore. E nel frattempo scrivevo un IM a Marine Kelley, perché sapevo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per incontrare colei che le ha ispirato tutta la faccenda del Banishment Program. Marine era presissima da un RP ma mi ha pregata di cercare di trattenere Caliope… sarebbe venuta di corsa appena possibile.

EricaMoak_015.jpgEricaMoak_018.jpgTemevo che Caliope/Erika potesse aver perso dimestichezza con Second Life, invece ci ha messo pochi istanti per prendere il traduttore ed attivarlo per tradurre fra inglese e italiano. Poche battute, poi abbiamo visitato brevemente la Processing Area del Banishment Program. Non c’era tempo di mostrare a Caliope tutta la procedura, anche perché l’ora della festa si stava avvicinando e dovevamo tornare al club… ma ci tenevo a farle vedere l’aspetto di un Bane. Siamo quindi andate di corsa a Zhora, dove ho fatto comprare a Jelena la skin in lattice nero che tutti i Bane devono indossare. Poi siamo tornate al club, a Xigola, e Jelena ha indossato il collare e il casco che mi erano rimasti dai tempi del test originario, e che Marine ha consentito a noialtri proto-Bane di tenere (oggi, al termine del Banishment, il casco si autodistrugge e va restituito per riavere indietro la cauzione versata all’inizio della procedura).

Astor mi ha consentito il rezzing, così ho potuto scattare qualche foto assieme a Caliope davanti alla copertina del suo libro. Meglio di un autografo, no? Ho spiegato qualcosa a Caliope su come funziona il Banishment nel metaverso. Era molto interessata, come ci si poteva aspettare, anche perché, pur essendo a conoscenza di tutto quello che il suo libro ha scatenato su Second Life, non aveva mai visto un Bane in-world. E proprio in quella, Marine mi ha scritto in IM, dicendo che si era liberata e che sarebbe stata felicissima di venire a conoscere Caliope. Ho chiamato subito Astor, che non si perdesse la scena, e poi l’ho tippata.

EricaMoak_023.jpgMoak2_001.jpgLa scena successiva, davvero, la ricordo nella nebbia dell’emozione e del turbinio di incontri. Ricordo di aver presentato Marine e Caliope, di aver sentito il reciproco scambio di complimenti. Ricordo di aver tippato Lorella, e di aver visto arrivare anche Valentine Vendetta e Rei Schulman. Ricordo l’arrivo di Rossella, completamente rivestita da una sorta di banesuit su cui però spiccava, immancabile, il suo foulard. Ricordo Ross che buttava lì a Marine l’idea di una linea di foulard Real Restraints. Ricordo Marine che puntualizzava, rivolta a Caliope, di essere ben consapevole che nel romanzo i Bane non hanno il naso… ma che si è presa questa libertà per rendere loro un minimo di umanità – precisando però che il naso sparirà in una futura revisione del Banesuit a cui metterà mano appena possibile (e questo, se permettete, è uno scoop bello e buono!). Ricordo di aver conosciuto Lisa, motore dell’Italian Lesbian club, di aver scambiato qualche parola con la DJ Niky, di aver incrociato una marea di gente interessante…

Moak2_002.jpg…e poi ricordo che alla fine Marine è dovuta tornare a casa e noialtre siamo andate tutte di sopra. Niky cambiava i dischi ma non disdegnava di ballare, Caliope, Jelena ed io siamo rimaste per un poco a guardare la pista, per poi gettarci anche noi nelle danze. Ho visto Lorella e la DJ scatenarsi in formazione accanto a Caliope, Rossella e Astor che ballavano insieme abbracciandosi, ho ascoltato Rei che mi raccontava in IM tutta la sua vita, ho colto lo sguardo gentile di Lella sul guinzaglio che teneva Jelena legata a me, ho visto arrivare Erikah Jameson, a cui avevo mandato in mail i primi capitoli della traduzione, e le ho presentato la sua quasi omonima. È passata a salutare anche Katia80. Ho parlato a lungo, in IM perché ormai il casino era completo, con tante persone, una dopo l’altra, o insieme, fino a perdere il filo nella musica, nel ballo, nella notte che si srotolava tutta attorno a noi.

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Astor, Rossella, Lella, Elisa: grazie per una serata davvero indimenticabile. Grazie di avermi intervistata sulla vostra bella rivista, grazie di avermi invitata al club, e grazie di aver reso possibile l’incontro storico fra Caliope e Marine, e per aver fornito l’occasione per un evento che davvero non avrei saputo immaginare. Un anno fa, vagavo per Second Life sigillata nel banesuit. Ieri sera ballavo con la persona dalla cui fantasia è scaturito tutto. Un sogno? Realtà? Come dice la protagonista di “Eudeamon”… c’è davvero differenza?

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La lettera

L’avevo annunciata, eccola. La lettera ricevuta ormai qualche giorno fa, quando ero ancora nelle mani di Jaron. Una lettera sincera e appassionata, che mi spinge a riflessioni difficili. E che arriva in un momento di profonda incertezza.

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Win, faccio presto, o per lo meno spero.
Verrò ancora a Stone. Frequenterò ancora Stone. E leggerò ancora il tuo blog.
Ma sono un po’ stufa.
Lo sai che sono sincera, lo sono sempre stata, non ti ho mai nascosto le mie emozioni, il mio bdsm più tradizionale, le mie passioni.
Detta brutalmente mi accorgo che ho ragione un’altra volta. Dopo averti letta, sì. Piano piano ti stai rendendo conto che ci sono risvolti diversi e che il rapporto D/S non è solo giocare ad acchiapparella e a rubarsi le chiavi.
Mi dispiace purtroppo di un’altra cosa. Il tuo meraviglioso blog sta creando dei mostri. Gente senza cuore che se ne crea uno di plastica e assurge a protagonismi assurdi. Miti pixeliani che nascono e vengono coltivati dalle ragazzine indifese e perpetuati. Gente che con tutto il rispetto, non dovrebbe nemmeno spazzare i cortili di una scuola di adolescenti e che invece sembra diventata protagonista assoluta del bondage italiano. Mancano solo gli scatti dei fotografi e i sorrisi per i flash. Dite cheese…..anzi in italia parliamo italiano per favore….dite cessi…….
Scusa sto diventando pesante.
Ma vedere i tentennamenti e i piagnistei ingenui di una bimba (…) soffocati dall’insano protagonismo di certe persone e  assistere ogni giorno che passa a puntate di una soap opera inesistente dove tutti acchiappano tutti, mi ha un pò stancata. Anche perchè non se ne vede il fine.Ok ti acchiappo, ti lego…..e POI? E poi che succede, Win? Io nel mio BDSM lo so che succede…ma voi cosa fate? Vi tenete legate….d’accordo. E poi? Poi vi lasciate…….e allora, a che serve?
Win non ci nascondiamo dietro un dito. E’ l’ennesima prova che un bdsm cosi’ è monco. Inconcludente. Inespresso. Incompiuto come un’opera classica rimasta nei cassetti per la morte dell’autore….
Io sono stata legata in RL. E ho legato. La cosa mi ECCITA, Win. Ma mi eccita sessualmente e lo fa anche con tutte voi. Però nessuno lo dice. Il sesso in BDSM non è necessario, ma il piacere sì. E se sei legata shibari con i nodi in posizioni particolari, lo provi. E se hai un rapporto di cattura come lo intendo io, pure. Voi lo soffocate, riconducendo il tutto a un gioco. E infatti poi spuntano le contraddizioni perchè sfocia nello piscodramma collettivo. Tu piaci a me, io piaccio a un’altra che pero’ preferisce una terza. Le cose iniziano a farsi pressanti. Facciamoci male.
Prima o poi la gente certe domande se le fa. E la principale è: a cosa serve tutto questo soprattutto se ha una struttura importante piena di corde, bavagli e collari e poi si riduce ad acchiapparella……che fine ha?
E allora vedi le menti più pronte e mature (…) che cercano qualcosa di diverso, finalmente. E quelle più fragili (…) che vagano impaurite.

0d7087274b1009f23bf4c9b30cd9a67b.jpgHo riproposto la lettera quasi integralmente, così come l’ho ricevuta. Gi unici interventi che ho fatto – segnalati da “(…)” – sono stati di rimuovere qualche riferimento troppo personale a singole persone, perché la questione non si riduca a una specie di atto di accusa a questo o a quella. Non è questo che desidero, e non è questo, credo, che voleva dirmi chi questa lettera me l’ha spedita. Qualcuno di cui, allo stesso modo, non intendo rivelare l’identità, ma che mi ha dimostrato e mi dimostra ancora un affetto e un’amicizia fuori dal comune.

Anche per questo, ci tengo a cercare di rispondere a qualcuno dei punti sollevati. Mi è difficile, francamente, credere che questo mio piccolo diario online possa davvero provocare tanti danni. Nessuno che vi venga nominato può davvero diventare una star, se non tutt’al più all’interno della ristrettissima cerchia di chi ha la bontà di continuare a leggermi – e che dubito fortemente sia rappresentativo del cosiddetto BDSM italiano. Anche perché quel mondo io non lo conosco: io, in RL non ho legato nessuno e non sono stata legata da nessuno. E sono sicura, o quasi, che non succederà mai.

5ebd692bfefcfb1ab27531336c18d653.jpgNaturalmente non posso negare che qualche effetto di interazione ci sia – era quello che speravo quando ho cominciato a scrivere della mia Seconda Vita, ed è quello che ho avuto. Grazie a queste pagine ho conosciuto e continuo a conoscere persone interessanti. L’ultima in ordine di numero è Mandrashee, che proprio un paio di giorni fa ho avuto il piacere di incontrare mentre, a Zhora, facevo due chiacchiere con Samy80. Ma nelle foto con cui illustro questo post si vede anche una bambolina con le mie fattezze che Valentine, arrossendo un poco, mi ha mostrato l’altro ieri. Sono gesti che mi fanno sciogliere, letteralmente, di felicità – che mi fanno dimenticare quasi completamente, almeno per un poco, le tensioni dei giorni passati. E che mi convincono a non rinunciare a collegarmi, a non abbandonare del tutto Second Life e queste pagine… per non privarmi della frequentazione di persone così affettuose, presenti, fantasiose. Anche perché Vale, ormai, comincio un poco a conoscerla. Finalmente comincio a sapere qualcosa di quello che sente dentro, di quello che la spinge a restare nei paraggi e di quello che le impedisce di passare da osservatrice a partecipante. E so che, almeno per una certa cosa che desidera, posso aiutarla.

4b7ce63273361604a63505402dea0e70.jpgNon mi sento però di negare completamente i rischi segnalati dalla lettera. È inevitabile, quando quello che provi e quello che ti succede è a disposizione di chiunque voglia leggerlo, che di te si sappia fin troppo e ho l’impressione che quanto mi è avvenuto nei giorni scorsi sia in parte il frutto avvelenato di queste pagine. Forse, se Jaron mi avesse fatto sparire completamente dalla circolazione, se nessuno fosse più stato in grado di sapere che fine avevo fatto, se fossi stata veramente isolata da tutte le persone che conoscevo… forse non sarebbe stato tutto così difficile. Nessuno avrebbe potuto ferirmi, perché non sarei più stata altro che un oggetto chiuso da qualche parte, senza pensieri, senza desideri di attenzione, senza tensione verso qualcosa o qualcuno che non poteva avere, senza sentimenti di abbandono, di gelosia, di tradimento. Sarei stata come la bambolina che Vale mi ha mostrato e che resta nascosta nel suo Inventario, protetta, al sicuro.

Con questo blog invece, anche se Jaron mi avesse legata in una gabbia ancora più piccola di quel tubo maledetto…. se mi avesse negato gli IM e le notecard, ordinato di togliere a tutti i miei contatti la possibilità di trovarmi sulla mappa… se mi avesse costretta a mettere i tappi nelle orecchie, in modo che nemmeno un visitatore occasionale potesse più dirmi una parola… se avesse piazzato un Orb di sicurezza che consentisse solo a lui di avvicinarmi… anche in quel caso, questo mio bisogno di scrivere, di analizzarmi in pubblico, avrebbe fornito un canale di sfogo ai miei sentimenti, e un canale di dialogo con le persone che ormai da mesi leggono queste righe. Persone che, dallo scorso marzo, hanno continuato ad aumentare – oh, moooolto lentamente, ma in maniera costante – passando dalla decina di visite quotidiane dei primi giorni a un record di oltre settanta appena tre o quattro giorni fa.

32a9cfd7e93bd8d2d44b8b36ceda2da6.jpg98608be4e407482121729576b2123caa.jpgA tutto questo, però, non vedo una soluzione. Ho bisogno di scrivere, fa parte della mia vita raccontarla a chi vuole ascoltare. Ma mi sorprendo sempre più spesso a ripensare all’epoca del mio banishment con una specie di nostalgia. Due giorni fa ho perfino indossato il mio Custodian e me lo sono chiuso addosso da sola per qualche ora, sperando di isolarmi dal mondo. Sempre più spesso guardo con un lieve senso di vertigine alle invenzioni di Serenella e confesso che sto seriamente considerando il suo FreeZee come via di fuga, almeno temporanea, a tutto quello che, di questi tempi, mi tormenta. Qualcuno potrà dire che basterebbe per qualche giorno non lanciare Second Life (anzi, Restrained Life, ovviamente), e in effetti è proprio quello che spesso vorrei fare. Perché i giorni passano e io non riesco ancora a ritrovarmi. Ma non ci riesco.

Sbaglio, lo so. Non dovrei mai collegarmi “solo per qualche minuto”, mentre magari c’è qualcosa in RL che mi sta impegnando. Poi invece la tentazione è troppo forte, e faccio partire il visore. Aspetto che il download dei dati sia completo, corro a controllare i miei contatti per vedere chi è online, poi vado vedere chi, fra coloro che mi concedono di conoscere la loro ubicazione sulla mappa, si trova dove. E ogni volta provo una piccola, inspiegabile fitta al cuore, desiderando scrivere un IM a qualcuno, e in genere non facendolo… desiderando ricevere un saluto ma, allo stesso tempo, sperando che non succeda. Spesso mi scollego in fretta, prima che chiunque possa accorgersi che sono online e scrivermi, o venirmi a trovare. E se qualcuno mi scrive provo al tempo stesso un sussulto, come di chi si è fatto beccare prima di riuscire a ritrarsi, e un sentimento di gratitudine per chi mi ha dedicato un secondo del suo tempo.

Quello che credo di aver imparato in questa recente avventura è che non sono fatta per entrare in certi grovigli di potere e affetti: meccanismi infernali di sub che sono sub di sub e domme di altri sub, catene di legami, incasinate, con incroci di gelosia. Eppure è proprio a questo che mi ha portato il desiderio di entrare in qualcosa di più stabile di quello che la lettera definisce giocare ad acchiapparella. Credevo di essere pronta per una cosa più seria… di aver scoperto una nuova dimensione. Ne sono uscita bruciacchiata nell’anima e nel cuore. Senza più molta voglia di giocare, terrorizzata all’idea di infilarmi di nuovo in un tunnel affettivo… di lasciarmi andare, di aprirmi. Di ritrovarmi, metaforicamente, nuda e indifesa, con le mani legate dietro la schiena, la bocca tappata. Costretta a guardare senza intervenire, sempre che guardare mi fosse concesso.

7db77289193f8bde3ccf43f842c03302.jpgOggi mi guardo allo specchio e mi chiedo cosa è rimasto della Win di qualche settimana fa. E non so capire se, semplicemente, ho scoperto di non essere in grado di sopportare una sottomissione vera, affettiva… oppure se è stata solo una brutta esperienza da cui non dovrei trarre conclusioni generali. Non lo so, e nel dubbio sono diversi giorni che mi sto prendendo una vacanza. Che mi collego a Second Life solo sporadicamente, e quasi solo per mettere a posto l’inventario, fare due chiacchiere, ricevere le comunicazioni dei gruppi cui appartengo. In attesa di vedere se riesco a ritrovare, almeno, la voglia di ricominciare da capo. Come ai vecchi tempi di Stonehaven, quelli rimpianti da Chloe, quelli di quell’acchiapparella spensierata che l’autrice della lettera ritiene così vuota, ripetitiva, incompiuta.

Eppure, sento che nelle sue critiche così appassionate e affettuose c’è molto di vero, a cominciare dal desiderio di esprimere in modo esplicito l’elemento sessuale che il bondage porta con sè. “La cosa mi ECCITA, Win. Ma mi eccita sessualmente e lo fa anche con tutte voi. Però nessuno lo dice“. Che posso rispondere? Che è vero: che legare ed essere legata provoca in me un’eccitazione, che è quello che mi fa battere il cuore, che è quello che cerco quando abbasso per un attimo la guardia, sperando che qualcuno che mi interessa, o anche qualcuno che non conosco, colga l’occasione… oppure quando mi arrischio io a scrutare i polsi di qualcuno, speando che si sia dimenticato le chiavi o, magari, mi abbia aggiunta alla lista dei suoi Friends. Se in queste pagine ho sempre dato il piacere per sottinteso, non intendevo certo sminuirlo: non potrei guardarmi allo specchio e negare che ci sia e che sia il fondamento di tutti i nostri giochi.

La parte più importante della lettera, per me, è questa: “Il sesso in BDSM non è necessario, ma il piacere sì. E se sei legata shibari con i nodi in posizioni particolari, lo provi. E se hai un rapporto di cattura come lo intendo io, pure. Voi lo soffocate, riconducendo il tutto a un gioco“.

È davvero così? Per ora, quando ho provato a giocare sul serio, mi sono subito fatta molto male. Devo ancora capire se significa che questo sport non fa per me, oppure se devo fare come quando si cade imparando ad andare in bicicletta: rimontare in sella immediatamente, e ricominciare a pedalare.

(Prossimamente: Read My Profile)

Libera!

La gabbia si è aperta, finalmente, e sono di nuovo una donna libera. Ma, per il momento, con pochissima voglia di giocare ancora. Effetti collaterali della disintossicazione?

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La sbrigo in poche righe, telegraficamente, questa faccenda. Dopo tutto ho scritto dei papiri insostenibili, nei giorni scorsi – anzi, ne approfitto per ringraziare chi ha avuto la pazienza di leggerseli fino in fondo. Sono sorpresa io stessa nel vedere quanto queste pagine, anche col passare del tempo, continuino ad attirare qualche lettore anche quando, come nei giorni scorsi, le parti dedicate, diciamo così, all’azione si sono ridotte lasciando spazio alle lamentose trascrizioni delle mie sofferenze interiori.

6d0a109fabab528a4ddd97cca24845c8.jpg681c07f3778b297bd024f2a972e8194e.jpgMa siccome di novità ce ne sono, e tante, bando alle ciance. Prima di tutto, beh, sì, sono sfuggita alle grinfie di Jaron. Il merito è tutto di Moss che, di sua iniziativa e senza che io nemmeno provassi a suggerirglielo, è riuscita a intrappolarlo di nuovo nel suo dungeon di Dolores, minacciando di tenerlo chiuso lì fino a quando non avesse ripensato a quello che mi stava facendo e non fosse sceso a più miti consigli. “Sei una delle mie Sweet Girls“, mi ha detto Moss mentre la ringraziavo, “e le Sweet Girls si aiutano sempre a vicenda”. Grazie, cara amica, possa il guinzaglio che ti lega ogni notte alla sponda del letto della tua cara Chriss non essere mai sfiorato da ossido o ruggine.

Per chiudere, temporaneamente, la vicenda di quest’ultima quindicina di giorni, posso aggiungere soltanto che, alcune ore dopo, ho avuto il coraggio di rivedere di nuovo Belias. Ci siamo abbracciate a lungo. Ma le mie ginocchia, stavolta, non hanno tremato. Qualcosa è successo, in questi giorni, qualcosa si è spezzato forse per sempre. O forse si è trasformato, non so. So che nel faro di Snark gran parte dei rancori accumulati nei giorni scorsi si sono, se non dissolti, quantomeno affievoliti. E se quello che è stato non si può cancellare… beh… il futuro è ancora pieno di pagine bianche tutte da scrivere. Quello che so è che, per il momento, vago per Second Life senza meta: non ho voglia di essere catturata da nessuno, ma quel che è peggio non ho nemmeno voglia di catturare qualcuno io. Non so quanto durerà, questa situazione… sono quasi tentata di buttarmi in un auto banishment per qualche tempo. Per darmi il tempo di riflettere su tutta la roba brutta che ho provato nei giorni scorsi.

6c2f3892e3c2cf57438075f49d6dabd6.jpg35eab7e8016c9bf77d0860ea11821f4b.jpga88b4659f83bd882cfd05f3a00f0b0c5.jpgPerò, intanto, c’è un sacco di gente che devo ringraziare per avermi reso meno pesante questo lungo periodo di disintossicazione. Oltre alle persone citate nei giorni scorsi (e Valentine, di cui ho già parlato ma che si fa sempre vedere quando ho bisogno di compagnia, come se avesse un radar speciale), una nuova amica come la tedesca Ferro Rau, la collega Bane Operator Spikeheel Starr (che mi ha regalato un magnifico Vox in grado di assicurarmi una via di comunicazione di emergenza anche in situazioni quasi impossibili. Ovviamente non intendo usarlo in caso di mia cattività… ma mi è stato utile già in un paio di occasioni… e segnalo a chi ne volesse una copia che è possibile acquistarla a questo indirizzo), la buona vecchia Bunny Hastings (le cui visite erano particolarmente gradite sapendo che ha avuto con Jaron qualche lite violentissima e che correre il rischio di incontrarlo le costava un grosso sacrificio). Ma anche New Vita, che ha cercato di darmi una mano per ovviare agli inconvenienti di una delle TRE sim restart che hanno reso ancora più complesso tutto questo periodo – sembrava quasi che Second Life congiurasse per tirarmi fuori da quella maledetta gabbia – e le persone che mi hanno manifestato solidarietà nei commenti o nei pochi IM che sono riuscita a ricevere. E ovviamente Samy80, che finalmente sta ricominciando ad affacciarsi online abbastanza spesso – e ha già ricevuto un paio di richieste di autografi.

Scherzo? Nemmeno poi tanto. Davvero, a quanto pare, questo blog sta diventando un piccolo punto di incontro. Oltre alle persone che vengono a salutare me, so che almeno Belias, Samy80 e New Vita sono stati contattati da qualcuno che aveva letto di loro – o che aveva letto i loro commenti – proprio navigando fra queste pagine. Ne sono sorpresa e ovviamente la cosa mi fa un piacere enorme – anche se confesso che la cosa un poco mi turba. Io qui intendo continuare a scrivere tutto quello che mi sento, continuando a considerarlo un diario online, e tremo al pensiero del giorno in cui qualcuno ci resterà male. Perché lo so che prima o poi succederà – è inevitabile. E me ne scuso a priori, anzi, ma l’alternativa sarebbe smettere di scrivere qui. E, per il momento, ho ancora alcune cose di cui ci terrei a parlare. Una di queste, beh, è una lettera che ho ricevuto e che intendo pubblicare nei prossimi giorni. Una lettera aperta, molto franca, che apre una discussione su cosa queste pagine sono e cosa potrebbero essere… e che in fondo mi costringe a riflettere su tutta la mia esperienza fino a questo giorno.

33bf743ebeaac055c4e74fff629a9a52.jpgMa ne parliamo domani, perché andremmo per le lunghe e ho promesso, stavolta, di essere breve. Vorrei, invece, chiudere questo strano post con qualche segnalazione importante. La prima è che tutto sembra mettersi al meglio per quanto riguarda l’annunciata edizione italiana di Eudeamon. Mi rivolgo soprattutto a Pedro Gibbs, che è quello che più spesso mi chiede notizie: a quanto mi dice l’editore, Erika è pronta a firmare il contratto – e io sono pronta a mettermi al lavoro per la traduzione in italiano. Sono molto emozionata: non mi era mai successo di fare da talent scout e di convincere un editore a pubblicare qualcosa sulla base di una mia segnalazione. Ma sono convinta che Eudeamon meriti questo e altro e niente mi renderebbe più felice se, in futuro, questa edizione italiana potesse aprire la strada a edizioni in qualche altra lingua. 

Visto che siamo in tema di roba da leggere, vorrei segnalare la nascita di una rivista che promette di diventare un appuntamento interessante. Ho avuto la prima copia, fresca di stampa, dall’amica Rossella Pintens – che, assieme all’ex puntino verde Astor Robbiani e a Jenny24 Scarpulla, ne è l’editrice. Il nome della rivista, [L] Magazine, non deve scoraggiare… anche se è l’organo ufficiale del Lesbian Italian Club, la lettura è interessante anche per le ragazze eterosessuali. Non so quanto possa attrarre i maschi, visto che si parla molto di moda, ma non si sa mai. Comunque, leggerla non può far loro male. Si dovrebbe poterla ottenere gratis da un vendor che trovate presso la sede del club…  ma in alternativa basterà che mi mandiate un IM e io sarò felice di inoltrarvi una copia del numero zero. Rossella non solo mi ha dato il permesso, mi ha chiesto di farla girare un po’. Se la trovate scritta troppo piccola, cliccando il “menu” in basso a sinistra si accede a un quadro comandi che permette di ingrandire la rivista – e suggerisco di settarla da 0 a 100, in odo da evitare di cavarvi gli occhi.

808e1a092b45d78e5965abba4930cd69.jpgUn’altra rivista interessante, anche se stampata decisamente troppo in piccolo (e qui non sono ancora riuscita a scoprire come ingrandirla: ogni suggerimento è bene accetto) è BDSL Magazine, che trovate in distribuzione gratuita a Zhora, vicino alla centrale della Kelley Technologies. Curatissimo dal punto di vista grafico, è già strapieno di pubblicità e lancia anche un concorso a premi. Io ho partecipato, augurandomi di non vincere la schiava offerta come primo premio, bensì il buono acquisto di 2500 L$ a Kayliwulf. Il che, fra l’altro, mi fa ricordare che il luogo dove si trova il vendor di BDSL Magazine pullula anche di landmark per le migliori prigioni di Second Life. So che c’è chi apprezza l’esperienza del carcere e non saprei pensare a un luogo migliore da cui cominciare. Poi, come ben sa chi legge queste pagine, al carcere c’è sempre l’alternativa eccitante offerta dal banishment. Anzi, non vedo l’ora di riprendere la mia attività di Operator alle dipendenze di Marine Kelley.

A proposito di Marine, segnalo anche che i responsabili del sito Virtual BDSM le hanno fatto una splendida intervista che senz’altro raccomando a chi capisce l’inglese. Ci sono considerazioni sul BDSM, virtuale e non, che sono profonde e acute. Magari ci si può tornare sopra nel prossimo post, partendo da quella famosa lettera di cui parlavo prima.

abca1bc93f75a8f24a690143c814798d.jpgMa ora basta scrivere. Mi resta un’ultima segnalazione abbastanza urgente e a cui tengo molto. Qualcuno si ricorda di Serenella Abruzzo, il mio primo bane italiano nonché creatrice di una linea di banesuit suoi? Leggendo il suo blog, come faccio ogni giorno, ho scoperto che sta testando una nuova invenzione davvero diabolica che ha battezzato FreeZee. Chi volesse andarla a trovare può tentare di raggiungerla al Bondage Ranch di Lorelei Mission – ne vale la pena, anche se la sim è spessissimo affollata al punto da richiedere numerosi tentativi prima di riuscire ad accedervi. Attenzione allo slurl: è possibile che seguendolo atterriate nel punto giusto ma a livello del suolo, mentre Serenella si trova al Ranch, sospeso a 300 metri di altezza. Consiglio chi vuole vederla in queste condizioni di afferttarsi… anche se a quanto ho capito le numerose visite stanno contribuendo ad allungare la sua prigionia ben oltre i termini fissati inizialmente, l’incantesimo potrebbe anche esaurire i suoi effetti da un momento all’altro. E, come potete vedere dalle foto che sono riuscita a scattare, si tratta di una visita che davvero merita una deviazione, come dicono sulle guide turistiche.

 (Prossimamente: La lettera)

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Un’ultima fotina – vediamo chi riconosce tutti i presenti… e chi nota una piccola novità

Spiragli

La prigionia si prolunga, i sentimenti cattivi si affievoliscono un poco, senza sparire. Frammenti di dialogo, visite, spiragli di luce nel cuore di tenebra che mi sta divorando.

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Jaron Bailey: Allora, come ti senti?
Win: Distante…
Jaron Bailey: Distante da lei? Da me? Da tutto?
Win: Da tutto, direi
Jaron Bailey fa sì con la testa.
Win: Penso che l’avessimo previsto… fore ci conosciamo troppo perché questo potesse essere uno di quei rapimenti che ti scuotono profondamente… mi sento… È un po’ come se fossei stata portata in una clinica dove un dottore, freddamente, cerca di togliermi una dipendenza… una cosa quasi clinica…
Win: Penso sia stato per questo che mi sono stupita quando mi hai detto di inginocchiarmi
Jaron Bailey ridacchia.
Jaron Bailey: Sì, quello era il piano originale. Comunque ora sto considerando che altro fare di te, invece.
Win: …oh? Ma non ti eri… non eri in pensione come dominatore?
Jaron Bailey: Sì… ma posso tenermene una come hobby, ne sono certo.
Win: Oh no

dfac17d391e1e8d7276a36fd8e2334d7.jpgVuole tenermi più a lungo? Non gli basta più farmi tornare la Win di un tempo? Me l’ha anche detto, “I am still bummed I had to let you go last time“, mi rode ancora di averti dovuta lasciar andare la volta scorsa (una storia che non ho ancora raccontato, ma ci arriverò, promesso). Io di qui devo andarmene, ad ogni costo.

– – –

Belias l’ha poi liberata, Costanza. Colpa in parte mia – del fatto che staccavo ogni volta che Belias si divertiva a citarmela. E colpa anche di Backbuttoned, che quando ha saputo del nuovo giocattolo umano di Belias si è scatenata a modo suo, dandomi una bella soddisfazione: le sta bene, a Belias. Ricordo che ancora ai tempi di Villa BDSM avevo discusso con lei del mio sospetto a pripri per quei grovigli di potere e affetti che sono le catene infinite di sub che sono sub di sub e domme di altri sub. Lei, schiava di Happytimes che era a sua volta schiava di qualcun altro, e all’epoca mia catturatrice, mi aveva detto che la cosa la divertiva… ma io ricordo bene quante volte capitava di trovare Belias di pessimo umore perché c’era stato qualche terribile conflitto di gelosie che nasceva da chissà che minima oscillazione in qualche punto della catena. Un covo di vipere, destabilizzante, per tutti. Lo credo che Belias, che Back sono così… così mutevoli. Io, alla fine, stremata dalla sua inaffidabilità, Backbuttoned l’ho rimossa dai contatti. Chi se la tiene se la merita e se la sciroppa. Sono cattiva? Sì, mi sento ancora cattiva, anche se più avvilita che arrabbiata. La vita, anche la seconda, è fatta di priorità, soprattutto nelle persone che si sceglie di frequentare.

E credo che Belias ce l’abbia ancora con me. Questo mi scrive: “Potrai non crederci… ma il fatto che ti sia fatta rapire dopo 5 minuti mi ha lasciato di “merda”. Tutto ciò che vuoi, era rp, io ho sbagliato – ma ci son rimasta davvero male”.

[2008/07/09 2:47]  Win: Posso immaginarlo molto bene. L’ho capito anche dalla tua reazione che Jaron, senza andare nei dettagli, mi ha riportato.
[2008/07/09 2:48]  Win: Come gia’ sai, qundo mi avevano rapito Samy non ci avevo visto più… anche se ero rimasta tre giorni poi a rovellarmi prima di decidere di intervenire per salvarla
[2008/07/09 2:49]  Win: Ma ti assicuro… Jaron mi annoia abbastanza ed è stato davvero solo RP… e avevo cercato un paio di volte di suggerirti di riportarmi a OWD prima che facessi logoff
[2008/07/09 2:49]  Belias Rubble: stavo portandotici quando sei scomparsa. avevo detto a Mystique: “scusa un attimo toeno a casa a legarla” e tu, poof. so che è colpa mia, ma non credevo che al primo spiraglio… ti facessi rapire
[2008/07/09 2:50]  Win: Non accetto il primo spiraglio. Non ci sto. Non avevo un guinzaglio ma giuro che non lo sapevo. O sarei tornata a Our Wicked Dream da sola per aspettarti
[2008/07/09 2:51]  Belias Rubble: lo so, ma mi sono sentita così. a livello intellettivo ti credo, ma mi sento come se tu avessi fatto quello per scappare un po’ da me…
[2008/07/09 2:52]  Belias Rubble: al che jaron ha deciso di tentare di curarti, poi back mi ha rapita… e pony si è auto bannata col bane nuovo… mi sono sentita al 7imo cielo
[2008/07/09 2:53]  Win: Il rapimento di Back mi sarei aspettata ti divertisse, data la situazione

eca6f1cdf9f2451cdeb08e4e26e16139.jpg0713e1c701a408433903a45bc7bd03be.jpg531ace0ddd73f7aca922a266c6f5998f.jpg Mi sforzo di temperare le mie reazioni. Di dirle che si senta  libera di giocare con altri. Anche se lo so benissimo: passerò il tempo a guardare dove si trova sulla mappa, e cercare di capire chi si trova con lei. E immaginare cosa stanno facendo. E impazzire. Ma glielo dico lo stesso, di cercare di giocare tranquillamente.

[2008/07/09 3:05]  Belias Rubble: non mi va
[2008/07/09 3:06]  Win: Sai che anche io ho pochissima voglia di giocare? Troppo forti queste emozioni, mi sa… forse mi sono raffreddata un poco
[2008/07/09 3:07]  Belias Rubble: raffreddata? tu?
[2008/07/09 3:08]  Win: In un certo senso… sento emozioni diverse, diciamo così… raffreddata dal gioco solito… affascinata dal rancore, dalla gelosia, dal distacco forzato…
[2008/07/09 3:09]  Belias Rubble: non ti ho mai sentito calda come adesso

– – –

Jaron mi ha spostata dal tubo della skybox a una gabbia che già conoscevo, a Snark – proprio davanti al faro dove Moss aveva fissato, su mia richiesta, la home del mio Curfew. È un posto che mi piace, con vista sul mare. Passa tanta gente, a salutare. Più che in quello schifo di posto con le pareti di legno. Tra gli altri, passa anche Virgo Babii, che conosco dalla vecchia Stonehaven anche se non ci siamo mai frequentate tanto. È lei che viene fuori con l’idea: basterebbe che qualcuno catturasse Jaron, e lo forzasse a liberarmi. Ma nessuno sembra averci pensato. Nemmeno io – qualche giorno fa, Jaron mi ha confessato in IM di essere stato fatto prigioniero di Moss e io, cretina, avrei DOVUTO scriverle immediatamente per chiederle di non mollarlo. Ma, già, mi ha bloccato gli IM verso gli altri, mica scemo. E Moss non è più tornata a trovarmi dopo la visita dell’altro giorno. Si vede che Chriss se la tiene ben stretta.

Ho rivisto Mystique. Quando sono riuscita a togliermi il collare di dosso, Jaron ne ha preso il controllo, cambiando la scritta da Belias’ Own a Jaron’s Catch, e la prima meta dove mi ha portata, al guinzaglio, è stata proprio Chamcook, dove è cominciata questa mia orribile settimana. Mystique si è dovuta scollegare per un poco, e alla fine ce ne siamo andati. Ma Valentine è passata a trovarmi e ha conosciuto Jaron. Gli ha anche controllato i polsi per vedere se sulle manette che, curiosamente, indossava, fossero state dimenticate delle chiavi. Non c’erano. Mi è venuto il dubbio che Jar sperasse di essere catturato da Mystique. Potrebbe avere senso – magari Mys era stata aggiunta fra i Friends? In quel caso, le chiavi sarebbero state accessibili a lei soltanto. Forse lui pianificava di essere obbligato da lei a cederle le mie chiavi? Lo ignoro, ma so che Valentine quantomeno lo affonta con una battuta impertinente sulla sua calvizie: “Jaron, hai dimenticato di indossare i capelli!” Lui risponde, devo ammettere, con stile: “I miei capelli, purtroppo, non cresceranno. Sono difettosi e la mia testa non può indossare nulla“. Più tardi, noto che Jaron le manette non ce le ha più indosso. Qualsiasi cosa pensasse di farci, adesso ha cambiato idea.

7de107a7f4fa9f89fda96854eb06f102.jpgaadf2d8c954f08c8555faea739dc878a.jpg E io sto cambiando, con una velocità che mi stupisce, ma anche in modo diverso da quello che Jaron spera. “Come va con Stoccolma, Win?“, mi chiede tutt’a un tratto, aggiungendo che “Mystique era curiosa di saperlo“. Lo raffreddo subito: se spera che questo rapimento e questa cattività possa servire a farmi innamorare di lui si sbaglia di grosso. Semmai, l’effetto potrebbe essere farmi fare un passo – dieci passi – indietro quanto a coinvolgimento emotivo. Potrebbe farmi passare la voglia di giocare. Jaron mi chiede cosa provo per quella che chiamavo Signora ancora pochi giorni fa:

Win: Non lo so. Non la stessa cosa, sono stata troppo male in questi giorni. Un po’ mi spaventa la velocità con cui sembra che questa avventura abbia raffreddato il nostro legame. Mi sembra un po’ troppo veloce… e tuttavia, quando mi scrive che le manco tanto… io… (abbasso la voce) Io… di rado rispondo “anch’io”
Jaron Bailey: Ti avevo avvertita che sembravi un po’ come Myst, no?
Win: Vero, Jaron. Credo di averlo messo addirittura in un post… una traduzione di un nostro dialogo qualche giorno fa
Jaron Bailey: Oh?
Win: Mi domando se mi sottometterei di nuovo a lei o se mi rifiuterò di piegarmi, la prossima volta
Win: Di certo sento che adesso voglio essere io a legarla.
Jaron Bailey: Hehe. Bene.
Win: Beh, l’impulso l’ho avuto molte volte… ma siccome non aveva mai addosso roba lockable finiva sempre che cadevo in ginocchio io. E le cedevo le mie chiavi a un semplice cenno.
Jaron Bailey: Va notato che appena un attimo fa ti sei inginocchiata davanti a me, nel bene o nel male
Win: Sì. Ma tu hai le chiavi del mio collare e me l’avevi ordinato. Mi avresti punita se non l’avessi fatto.
Jaron Bailey: Vero. Il punto è solo che non è così difficile…

22ea325eda69d67665a2624a3760d653.jpg Più tardi, ancora, una sorpresa. Samy80. Cara. Compare fuori dalla mia gabbia, come un raggio di sole nelle tenebre. Mi abbraccia attraverso le sbarre. Resta lì con me a chiacchierare, a farmi compagnia, a confortarmi. Abbiamo tante, tante settimane di cose da raccontarci. Ed essere chiusa qui dentro, avendo qualcuno con cui parlare guardandolo in faccia, sembra improvvisamente meno duro.

Mi torna la fiducia. Jaron non mi terrà a lungo: sento che il suo desiderio di tenermi prigioniera si affievolisce. Moss, prima o poi, tornerà a trovarmi e lei, se vuole, se appena ci si mette, ha sicuramente modo di convincerlo con le buone o con le cattive. Adesso so che posso farcela. Me ne vado da qui. Non so ancora con precisione quando e come ma me ne vado da qui.

(Prossimamente: Libera!)

Sotto vetro

Jaron non si è ricollegato per oltre 24 ore e io sono rimasta ad aspettare nella sua skybox. Che si è dimostrata tutt’altro che a prova di visite.

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Non appena arrivata nella skybox di Snark, fra me e Jaron c’è stata una lunga conversazione. L’argomento centrale era Belias – la malattia da cui lui è determinato a curarmi. E che, nel momento in cui si è svolto il dialogo che segue, mi aveva appena lasciata tornare nella gabbia da cui ero fuggita in modo illecito.

[2008/07/07 0:38]  Jaron Bailey: Ha detto qualcosa che valesse la pena di riportare? Sarei piuttosto scettico circa questo suo ‘trionfo’
[2008/07/07 0:40]  Win: Sì… Le – le ho detto che pensavo che tecnicamente tu avessi ragione e che avrei dovuto rifiutare il suo TP via dalla gabbia… e lei ha capito
[2008/07/07 0:40]  Jaron Bailey: Chiunque ti costringa a fare cose che non dovresti……
[2008/07/07 0:41]  Win: L’amore vince su tutto, immagino
[2008/07/07 0:41]  Jaron Bailey: No, non è così che va. L’amore non ha nulla a che fare con la conquista. E questione di trovare un equilibrio di dare e prendere. E la regola base è di non costringere la persona che ami a fare qualcosa in contrasto con ciò che è. E comunque si è comportata in un modo che ho trovato non alla tua altezza.
[2008/07/07 0:43]  Win: Beh… quello che dici sull’amore è vero… e tuttavia… SL è un gioco e non ci sono regole matematiche… Io – forse… io so come sono i morsi della gelosia, Jaron… D’istinto avrei potuto io stessa fare qualcosa del genere… e ho veramente apprezzato che Belias abbia corretto quel comportamento subito dopo.
[2008/07/07 0:44]  Jaron Bailey: L’ha fatto. Ma è stata molto sgradevole nei miei confronti a livello di OOC. Tu, almeno, tiri fuori l’argomento con cortesia.
[2008/07/07 0:44]  Win: Le emozioni possono confondere la gente, Jaron… e ricorda che lei è italiana e il suo inglese magari non può competere col tuo, visto che per te è la lingua madre.
[2008/07/07 0:45]  Jaron Bailey: Non rinfaccio alla gente il loro inglese.
[2008/07/07 0:46]  Win: Ti chiedo solo di considerare che essere sgradevole è più facile, con un inglese di base, di quanto non lo sia discutere sulle sottigliezze.
[2008/07/07 0:47]  Jaron Bailey: Ma il punto è che quanto mi ha detto non lasciava molto spazio ai malintesi. Non sono stato insultato direttamente, ma è stata molto sgarbata su questioni che si sarebbero potute esprimere più facilmente con un tono neutro. Non è che, solo perché una non parla la mia lingua, io non possa giudicarla una bulletta arrogante, per così dire.
[2008/07/07 0:48]  Win: Lo capisco. Ma ricordo anche come mi ribolliva il sangue quando andai a recuperare Samy80 da una Mistress che l’aveva rapita. Usai la Real Key allora, la cosa più vicina a barare che mi sentissi di utilizzare. Belias arrogante? Non ci credo.
[2008/07/07 0:48]  Jaron Bailey: Arrogante magari no, ma si comportava come una bulletta quattordicenne con problemi di gelosia. Le RK sono valide, dal mio punto di vista – anche se mi piacerebbe che ci fosse un qualche sistema unico e standardizzato.
[2008/07/07 0:49]  Win: Vedi? Punti di vista… Io avrei avuto modo di sfuggire a Belias più di una volta, perché ho un paio di persone a cui ho dato la mia Real Key… ma sentivo che non sarebbe stata una fuga valida se non mi fossi liberata coi tentativi.
[2008/07/07 0:51]  Jaron Bailey: Posso capire questa differenza. Ma un TP… mai. E poi, da parte sua… illudersi che una che se ne sta lì, semi-libera, non possa diventare un possibile obiettivo – mi pare alquanto strano. Ti ha lasciato aperta una finestra grande quanto la porta di un fienile.
[2008/07/07 0:52]  Win: Mi ha lasciata tornare, quindi non continuare a rinfacciarglielo… il teletrasporto fuori dalla gabbia è stato un atto impulsivo e irrazionale, da parte sua e da parte mia
[2008/07/07 0:52]  Jaron Bailey annuisce: “Ma è un dettaglio seccante, soprattutto visto che lei l’ha considerato una ‘vittoria’
[2008/07/07 0:53]  Win: Capisco. Beh, io ho apprezzato che lei mi abbia sconfitta in quel senso – dopo tutto barare non è poi questo gran crimine – come apprezzo che tu ti sia lamentato… e mi abbia costretta a tornare
[2008/07/07 0:54]  Jaron Bailey: Non so tanto che dire. Sono felice che tu sia data una regolata e tornata in quota. Mi preoccupa solo una ricaduta.
[2008/07/07 0:55]  Win: Non c’è da preoccuparti… Ma fuggirò appena posso. Voglio bene a Belias, dico sul serio.
[2008/07/07 0:55]  Jaron Bailey si acciglia: “Un cambiamento alquanto improvviso”.
[2008/07/07 0:55]  Win: Lo so
[2008/07/07 0:56]  Jaron Bailey: Ma forse lo dici solo perché l’hai appena rivista. Anche Myst era così. La trovavi che stava per andarsene, poi non appena mi intravvedeva di nuovo era grande amore.
[2008/07/07 0:56]  Win: Forse è così… ma forse invece stavamo diventando come, diciamo, Moss e Chriss
[2008/07/07 0:56]  Jaron Bailey: Strana coppia, quella.
[2008/07/07 0:56]  Win: E Mudlark e Halle. E Challenge e Tat1ana
[2008/07/07 0:57]  Jaron Bailey si stringe nelle spalle: “Ma forse anche no. Potrebbe essere come me e Myst, Claven e Myst, Bunny e Myst…. e anche chissà quante altre coppie che non includono me o Myst. Non so. Ma ho una sensazione strana su tutto questa storia, specialmente considerando quello che eri e quello che sembri essere diventata. Dovrò proibirti la chat e vorrei poterti togliere le notecard per darti un po’ di tempo per pensare.
[2008/07/07 0:59]  Win: Magari sarà così… solo il tempo lo dirà, immagino
[2008/07/07 0:59]  Jaron Bailey assentisce: “Avrai un po’ di tempo per disintossicarti. Ti devo chiedere di rifiutare le notecard fino a quando non ci sarà stato un congruo intervallo. Chiamami paranoico”.

e6c127bad352885e689d345847199d59.jpg Poi Jaron si scollega e scompare per una roba come 24 ore. Non me la ricordavo, questa sua attitudine all’abbandono dei prigionieri, ma ho tutto il tempo di rinfrescarmi la memoria… prigioniera di questo tubo di vetro, ma ancor più della vergogna per esserne uscita, barando, due giorni fa. Non accadrà più e, forse, sarà davvero l’occasione per avere il tempo di riflettere. Anche se l’isolamento che Jaron ha programmato resta una sua pia illusione – anche se inizialmente la gabbia mi nega la comunicazione via IM, gli amici che non riescono a parlarmi e che mi vedono sulla mappa si tippano direttamente nella stanza. E la mia solitudine diventa una piccola processione di visite.

Passano a trovarmi in tanti. Arriva Chloe Tomorrow, con la sua Andie Sirbu – Chloe è una Mistress della vecchia Stonehaven di qualche mese fa, quando eravamo sempre insieme, con Mudlark, Cerdita, Moss, Moon, Fawn e tanti altri… quando Yasmine Heartsdale mi rapiva quasi ogni giorno. Solo pochi mesi ma sembrano secoli, e sempre più spesso i nostri incontri sono venati di nostalgia. Chloe è stata lontana da SL per alcuni mesi, per gravi questioni di salute, e adesso è tornata ma a scartamento ridotto. E, davvero, dà l’impressione di una sopravvissuta: di qualcuno che non riconosce più il mondo, virtuale, che conosceva tanto bene. E che non sa accettare il fatto che nello stesso fiume non ci si possa tuffare due volte, soprattutto in un mondo fragile e volatile come quello di Second Life.

Passa Moss, che sfoggia l’uniforme da Bondage Trainer e che è stata legata dalla sua Chriss con un nuovo, diabolico script che resetta automaticamente i lucchetti se non riesci a liberarti in 37 mosse. Anche Moss ha ufficializzato il suo passaggio al mondo dei dominanti: da qualche tempo pare abbia una sua sub personale a cui è molto affezionata – e io lo apprendo solo leggendo il suo profilo, perché sono settimane che non la vedo. Là fuori, il mondo cambia. Gli amici cambiano. Tutto sembra sempre uguale, quando sei libera, ma prova a sparire dalla circolazione per due giorni e vedrai come, invece, tutto stia cambiando velocemente, lasciandoti indietro.

817d272cfe82ba75d3aec505c4ea4abd.jpg Passa Valentine, che qualche giorno fa mi ha mandato l’immagine che si vede qui a fianco – un mio ritratto fatto con tavoletta grafica e Photoshop. Sono commossa: dopo la famosa rosa, dopo il suo trasformarsi in una specie di micro-Win, ancora una testimonianza di un affetto che mi commuove e che soprattutto resiste, nonostante io sia ormai da tempo impossibilitata a fare alcunché. Sono sempre legata, sempre prigioniera, sempre bloccata da qualcuno. E comincio a stancarmi, comincio a essere sempre più spesso arrabbiata, di cattivo umore, con poca voglia di fare conversazione. Se va avanti così, di qui a poco non verrà a trovarmi più nessuno. Oppure continueranno a venire, per affetto, come si va a trovare una vecchia zia ormai rinchiusa in un ospizio, una volta a settimana, una mezz’ora di cortesia, ma magari la settimana prossima no perché siamo via, ci vediamo fra quindici giorni, eh, zia Win? Tanto tu sei sempre qui, riguardati e mangia la minestrina.

Passa New Vita, che è tornato dalle vacanze. Passano Mistress curiose, che palpeggiano la gabbia che mi racchiude, che mi fanno proposte invitanti e che si allontanano quando vedono che io di qui non posso uscire senza il benestare del padrone di casa. Passano coppie di sub/dom che forse stanno cercando un angolino appartato dove divertirsi un po’ e che, dopo aver sbirciato velocemente la cameriera intubata, se ne volano via senza una parola, liberi di privarsi a vicenda della loro libertà.

E poi c’è Backbuttoned che mi ossessiona, che piomba qui e insiste perché io la leghi, poi chiama Belias e insiste perché la leghi Belias, poi implora che la si liberi e vuole essere lei a legare Belias, poi cerca di tipparmi fuori dalla gabbia, poi chiede di essere legata di nuovo, per chiederci ancora la libertà. Back che continua a pasticciare con la Real Key, che te ne dà venti copie, come fosse chissà cosa, poi cambia la password, poi si scusa e promette di cambiarla di nuovo. Back che sta attaccata a Belias come una cozza e che la molla solo per attaccarsi a me, Back che fa a Belias scenate di gelosia cercando di metterla contro Pony. E intanto io sento una rabbia sorda, incontenibile, che cresce piano piano. Anche contro Belias, che ancora le dà retta.

E Belias… lei mi scrive almeno un IM ogni volta che mi vede tornare online – ma cosa possiamo dirci se non “ciao” e “mi manchi”? I nostri rapporti con le persone sono quello che facciamo con loro, non queste frasi, che perdono tanto presto qualsiasi significato. Ogni tanto, anche lei passa a trovarmi, ma io sono sempre in questo tubo come un cetriolo sottaceto. Pian piano, seguendo gli ordini del mio carceriere, mi sto liberando dalle sue catene e dal suo collare. E intanto penso che lei, comunque, è fuori e io sono dentro. Comincio a odiarlo, questo essere dentro, e non ho nessuna voglia di giocare. A tre giorni da quando Jaron mi ha rapita, Belias sembra lontana anche quando è a un metro da me – e mi rendo conto che anche lei prova una sensazione analoga.

Sono sotto vetro, e tutti quelli che mi vengono a trovare non riescono a farmi sentire meno sola.
Jaron, maledetto, cosa mi stai facendo?

(Prossimamente: Bad feelings)

Struggling the Collar

Le catene sono cadute per prime da polsi e da caviglie, il collare ha resistito un po’ più a lungo, ma sono di nuovo libera. Piccolo elenco di note, incontri, microavventure vissute in Korea, fra uno struggle e l’altro.

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JOLT – Del plugin realizzato da Moondog Merlin per lo Steel Collar, ho accennato brevemente nei commenti al post I plugin dei Real Restraints ma non avevo ancora avuto l’occasione di provarlo sulla mia pelle. Ci ha pensato Belias, che ha deciso di fare di me la sua “cagnetta” e conseguentemente (ma nemmeno poi tanto!) di togliermi la possibilità di usare la prima persona. Da quando mi ha messo il collare, mi becco una terribile scarica elettrica ogni volta che pronuncio parole come “Io”, “Me”, “Sono”, “Ho”, “No” – ma anche, nel caso mi trovassi a parlare con anglofoni, “I”, “Am”… e chissà quante altre. Sono costretta a parlare come una scema, a dire cose come “Win è prigioniera” invece che “Sono prigioniera”. E meno male che non le è ancora venuto in mente di umiliarmi del tutto costringendomi a usare quell’orrido gergo da SMS che a volte le rimprovero… bocciandomi i “Perché” e i “Non” e obbligandomi a usare “Perké” e “nn”. Come se non bastasse, confermo che Jolt è in grado di punire con un doloroso fulmine anche qualsiasi tentativo fallito di struggle – e Belias mi ha bloccato i settaggi rendendoli a me inaccessibili, in modo che anche qualora fossi riuscita ad aprire il collare io non potessi in alcun modo disabilitare le punizioni. Jolt, per chi è interessato, si trova in vendita a Stonehaven (primo negozio del terzo corridoio al piano dei Vendor).

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MOONDOG MERLIN – È la prima amica che mi raggiunge in Korea. Bontà sua, Belias non mi ha bloccato le interazioni nè soprattutto gli IM, così ho scritto a Moondog per chiederle se poteva rimandarmi alcune animazioni previste da Jolt che io, nella fretta di aggiornare i miei Restraints dalla versione 1.13 alla 1.14, avevo perduto. Moon era con me quel fatidico giorno in cui Belias mi rapì la prima volta, e forse è per questo che, mentre cerco di scrollarmi di dosso il suo collare, viene direttamente a trovarmi invece di limitarsi a rimandarmi le animazioni. Senza che io l’abbia chiamata, voglio precisare: adoro essere aiutata quando sono in difficoltà, ma non mi piace chiedere aiuto se non si tratta di un’emergenza. Ci scambiamo qualche idea circa il suo Jolt: l’effetto è suggestivo, ma un avatar senza troppa attenzione per il roleplaying potrebbe anche ignorare le scariche elettriche continuando imperterrito a dire parole vietate o a cercare di liberarsi. Per rendere la punizione più realistica sarebbe interessante se ogni scarica elettrica ti paralizzasse per un tempo sufficiente, magari esponenziale, in modo da farle passar la voglia. Per ora, io mi limito a non rinnovare i tentativi, dopo ogni fulmine, per almeno una sessantina di secondi. Prima di salutarmi, Moon mi trascina un po’ più in là, in modo che io non mi trovi proprio in mezzo al passaggio degli avatar che piovono su questa sim a grappoli, ogni volta che cercano di collegarsi a qualche luogo che al momento non è disponibile. Ora sono di nuovo sola, e libera di lottare contro le mie catene – e di continuare il mio frustrante elettroshock.

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USEME – Povero Useme… Non ci vedevamo da tempo, e qualche giorno fa l’avevo incontrato di nuovo, rubandogli come sempre una discreta sommetta prima di trascinarlo a Pak intimandogli di aggiornare i suoi Restraints alla versione 1.14. Il risultato era stato ambivalente: se ora il Give Keys funzionava, la vecchia Real Key andava rifatta e lui mi aveva detto di non avere il tempo di farlo prima di scollegarsi. Avevo pertanto deciso di tenerlo ben legato fino a quando non avessi avuto tempo di costringerlo a creare e passarmi la sua chiave. Poi Belias ci aveva messo la coda e ora – anche se fuggita da Wicked Dream – indosso un guinzaglio che mi impedisce di teleportarmi. Quando Useme appare online e mi chiede, con rispetto e cautela, se ho il tempo di aiutarlo per la Real Key, mi trovo di fronte a un grave dilemma: non voglio che il mio moneypig mi veda legata e collarata, ma desidero togliermi il pensiero e magari lasciarlo libero fino a quando potrò seriamente occuparmi di lui. Fortunatamente, ricordo di avergli lasciato la benda sugli occhi. Lo teleporto vicino a me con la proibizione di sbirciare e, un pezzo per volta, gli faccio resettare tutte le password sulla Real Key nuova che gli ho ordinato di creare per me. Finita la procedura, mi ritrovo di nuovo sua signora e padrona – e l’ho alleggerito di un altro po’ di L$. Gli restituisco le chiavi, sapendo bene che potrò recuperarle quando lo vorrò, e lo congedo lasciandolo bendato, con un timer di 30 minuti, in modo che non possa vedermi in questa situazione difficile. Un moneypig deve sempre rispetto alla sua Regina, e io devo assicurarmi di non dargli alcuno spiraglio per perderlo.

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VALENTINE VENDETTA – “Ti sto troppo addosso, forse?” mi chiede ogni tanto Valentine, che viene spessissimo a trovarmi quando non mi trovo in zone protette da qualche Orb di sicurezza. La rassicuro: se volessi evitare di farmi trovare sarebbe sufficiente disabilitare la funzione che consente a lei, e a parecchi dei miei contatti, di sapere in ogni istante la mia posizione. Vale mi raggiunge mentre sono alle prese con Useme, ma resta silenziosa, ed è probabile che il moneypig nemmeno si sia reso conto che, durante la procedura di creazione della sua RK, fosse presente una spettatrice. Vale mi racconta spesso le sue avventure – spesso in comune con Costanza Franizzi, un’altra nuova conoscenza che ho incontrato qualche giorno fa a Stonehaven (Costanza l’avevo notata perché vagava silenziosa vicino a noialtre, incerta se avvicinarsi o meno, attenta a quello che ci dicevamo… come se cercasse di non farsi riconoscere come italiana. Un po’ come capita a me e ai miei amici quando sono all’estero: ogni volta che sentiamo parlare italiano, cadiamo nel mutismo più assoluto, sperando che quei turisti non attacchino bottone). Vale mi fa un ennesimo regalo affettuoso: all’improvviso si trasforma in una bambina che mi somiglia tantissimo, e mi chiama “mamma”! Credo sia la cosa più tenera che mi è capitata in mesi di Second Life e sono orgogliosa di sentirmi, anche se per un breve scherzoso istante, madre di questa promettente nuova amica. Ho solo un momento di irrigidimento, visto che indosso ancora pesanti catene – poi mi rendo conto che ci troviamo in una sim per tutti, che la situazione non è equivoca e che non c’è nulla di male a incontrare un avatar baby. Ma sono contenta che Useme non sia più qui con noi.

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SERENELLA ABRUZZO – Forse la più cauta dei bane che ho avuto il piacere di gestire (credo che in tutto il suo periodo abbia commesso al massimo una o due violazioni) Serenella è anche la creatrice di un banesuit tutto suo che, mi dice, è per certi versi ancora più perverso di quello di Marine… ma che a differenza di questo non proibisce di avvicinarsi a singole persone. Il suo banishment, raccontato nei dettagli nel suo bel blog Serenella Second Life non è durato molto più del tempo originariamente previsto dalla sentenza, eppure ha richiesto svariate settimane, perché lei aveva modo di collegarsi solo raramente. Il termine è scaduto mentre io, arrivata carponi su un ponte stile Golden Gate, mi dibattevo ancora fra le catene e non potevo raggiungerla. Ho quindi dovuto teleportarla vicino a me per poterle dare il bentornato nel mondo delle persone libere. Non vedo l’ora di avere un po’ di tempo per chiacchierarci un poco – ma non so se sarà facile. Poche ore dopo la sua liberazione, Serenella si era di nuovo sigillata in un banesuit (il suo, stavolta) per un personale supplemento di pena!

66a5d44a4bb4b3861861c1aec1bd257c.jpg MYSTIQUE AEON – Oh, santo cielo. Non vedevo Mystique da due mesi, forse, e quando mi ha mandato un IM all’improvviso ho sentito come una scarica elettrica che il Jolt, al confronto, è nulla. Anche perché ci sono parecchie novità… la mia amica storica, l’avatar più sottomesso che abbia mai incontrato, colei per la quale avrei fatto qualsiasi cosa, per la quale ho desiderato sviluppare i miei istinti dominanti a scapito di quelli naturali… quella per cui sono quasi entrata nel giro di Claven Albatros… ha lasciato Jaron. Ma non solo: si è costruita un castello, ha cominciato a farsi chiamare Baronessa Mystique, ha fatto girare la voce che accetta candidature per schiavi e servi. Mi chiede se sono occupata, rispondo di no ma che ho un guinzaglio e non posso andarla a trovare. Viene lei e dapprima cerca invano di aiutarmi. Poi… beh, poi tanto vale che riporti direttamente una parte del nostro dialogo. Rimuovo per brevità solo le scariche elettriche di Jolt, che tuttavia continua a impormi la terza persona.

Mystique Aeon: potresti metterci molto tempo, ma sei carina incatenata.
Win arrossisce leggermente
Win: Sei bella come sempre, Mystique… come va la tua nuova second life?
Mystique Aeon: bene. vorrei che potessi vedere casa mia. con me vivono un’amica e una schiava – e c’è un sacco di spazio per altri.
Win: Anche Win vorrebbe venirti a trovare… ma prima deve liberarsi dal guinzaglio del collare…
Mystique Aeon: sei capace di liberarti da un collare?
Win: Certo… ci vuole tempo, ma si può fare… Win l’ha fatto una volta, in 14 ore
Mystique Aeon: ho creato uno scettro. vuoi vederlo?
Win: C-certo – scusa le urla di Win, ma il Jolt non le dà tregua

b48ccc406fa45fd4212e21f151c0dc58.jpgf0393be3ed0d30b41ca0813c6db49364.jpg(Mystique impugna lo scettro)

Win: Wow, che bellezza! L’hai creato da zero?
Mystique Aeon: sì.
Win: Win ha saputo creare solo una brutta mela d’oro, un regalo per Belias… a Win ci è voluta un’ora e comunque non ci sarebbe mai riuscita se Marine Kelley non le avesse dato consigli preziosi e uno script.
Win: È in grado di fare cose? Lo scettro?
Mystique Aeon: lo farà quando kirsten mi avrà dato gli script da comando a distanza a cui sta lavorando. me li aveva già dati ieri, ma li ho smarriti.
Win sente un piccolo brivido scenderle lungo la spina dorsale
Mystique Aeon: fai bene ad aver paura. la cosa che kirsten sta preparando è pura malvagità.
Win: Lo sai che Win ha paura di te… e che allo stesso tempo è cotta
Mystique Aeon: bene.
Win assentisce: “Ho ripensato spesso a un sogno su di me che mi avevi raccontato tanto tempo fa… e che ha continuato a ossessionarmi”
Mystique Aeon: ricordo il sogno, tu coperta di lattice bianco, incatenata a un letto.
You: …sì…

Ci salutiamo un attimo dopo percché io devo scollegarmi. Per fortuna. Ma è tempo che riprenda a raccontare la mia storia con Mystique, interrotta da troppo tempo. Ancora qualche giorno di pazienza.

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MOSS HASTINGS – Ricollegandomi più tardi, mi ritrovo al punto di partenza perché il ponte si trova in una sim adiacente che, al momento, non è disponibile. Non ho mai viaggiato tanto come da quando ho il guinzaglio al collo, perbacco. Mentre sto chiacchierando con Bunny, Moss viene a trovarmi e riesce a inventarsi un modo per spostarmi da questa zona, per tutti, a Snark, dove almeno non rischio di essere redarguita dai Linden per comportamento troppo maturo in una sim per tutti. Non capisco io stessa come diavolo faccia, ma la frequentazione di Chriss ha fatto di Moss una specie di vice-diavolo degli script. La procedura, comunque, è lunga e coinvolge anche il prodigioso Curfew nel frattempo, passa a dare un saluto anche Erikah Jameson, che ancora non avevo incontrato in-world, e che ha spostato il suo blog da Virgilio a Blogspot (metto entrambi i link perché vedo che non ha spostato il testo del primo sul secondo).

d80f7492995edf8523219563399cdd3c.jpg CERDITA PIEK – Non ci si vedeva dal nostro reciproco rapimento, sembra tantissimo tempo fa. Ci si incontra per caso in vetta alla torre di Psi a Snark, mentre tiro gli ultimi colpi al collare. Da brava spagnola, Cerdita indossa una maglia della sua squadra di calcio, e un tag che esulta per la vittoria agli Europei di Calcio. Poi, chiacchierando, scopro che in realtà gliene frega tanto quanto a me, che non ho visto per intero nemmeno una delle partite dell’Italia. Cerdita compie mercoledì il suo primo anno di Second Life e mi invita fin d’ora a una grande festa al patio di Stonehaven. Mi sono persa tutte le sue feste precedenti, organizzate a ogni suo complimese, perché ero sempre legata da qualche parte. Stavolta mi sento di promettere che ce la farò.

c29d81428dc852e518a28116ce459f56.jpg COSTANZA FRANIZZI – L’ultimo incontro della giornata, mi si avvicina quando ormai sono libera dal collare. Mi trovo a Zhora e, addirittura, mi sento così forte da incontrarmi con Belias, per un abbraccio intenso – lei ormai sa che non è questione di collari, e può permettersi di non legarmi ogni volta che ci incontriamo. Costanza compare assieme a Valentine, e ha un dubbio sulla Real Key, che sembra funzionare male. Belias e io cerchiamo di indurla a darne una copia anche a noi, ma Costanza, per motivi che mi sfuggono esita – possibile che non siamo riuscite a conquistarci la sua fiducia? A mali estremi, estremi rimedi – con un trucchetto che già aveva funzionato bene con Tine Rhode, riesco a sopraffarla e a legarla per bene, mani, piedi e bavaglio. Ma per stavolta la mia idea è solo di farla esercitarsi un poco nella fuga: le fisso un po’ di guinzagli addosso, l’assicuro a un palo piantato nel terreno, e resto a farle compagnia mentre si dimena, insieme a Valentina, a Erikah, a visitatori occasionali. Noto che Costanza di lezioni non ha già davvero più bisogno: si batte contro le manette con la sicurezza di una Bondage Expert e usa gli emote in modo magistrale. Alla fine, mi allontano: la fuga dai legami dà troppa soddisfazione in più quando la si conclude in assenza di chi ti ha catturata.

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BELIAS RUBBLE – Ehm. Non qui. Non oggi. Mi vergogno troppo. Ci vuole un altro post. Ma… mmm, posso anticipare qualcosa dicendo che, anche questa volta, rischio di perdermi la festa di Cerdita.

(Prossimamente: Sconfitta finale)

Fuga da Wicked Dream

A volte succede di voler scappare e di non riuscirvi (e di godersi fino in fondo la deliziosa frustrazione nel vedere sventati i propri tentativi). A volte succede di non voler scappare – ma di trovarsi sul piatto d’argento un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.

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Qualcosa è cambiato, fra Belias e me, e se n’era accorta molto bene Lorella, in un suo commento a Belias non c’è. Nei giorni trascorsi da quando il suo offrirsi a Wizard Biedermann aveva fatto evaporare il mio desiderio di inginocchiarmi al suo cospetto, non sono mancate le occasioni di vedersi più o meno fugacemente… per recuperare qualche freebie interessante offerto a Dark Den, per andare a comprare insieme il MystiTool che a lei mancava, per una lunga e laboriosa visita a Pak al fine di aggiornare i nostri Real Restraints dalla versione 1.13 alla 1.14 (un aggiornamento non sostanziale, ma che per me è particolarmente significativo dato che risolve finalmente il bug del plugin Give Keys – adesso, anche in presenza mia o di altri avatar dal nome troppo lungo, il comando funziona perfettamente… sottraendomi finalmente quella indesiderata protezione, che pure mi aveva salvato dalle grinfie di Cielo ai tempi del mio rapimento ad opera di Gloria).

Belias è sempre la prima amica che mi saluta quando mi collego, è la prima che saluto io quando la vedo online. Quando ci vediamo, mi abbraccia sempre: mi salta addosso, aggrappandosi a me come un naufrago a un relitto galleggiante. Oppure mi butta a terra col suo impeto, inchiodandomi i polsi sul pavimento con una forza che non ti aspetti vedendola così piccina. Mi morde, mi graffia, mi bacia, mi odia, mi ama. Mi fa sentire al centro del mondo. Un giorno, a Pak, subisce per me un incantesimo che la pietrifica e la muta in una fontana – e lì mi fa sentire un impulso fortissimo a starle vicina, a coccolarla… a difenderla da un dom deficiente che trova spiritoso minacciare di sfregiare a martellate la statua in cui la mia amica si è trasformata.

e850d14c7c978cab233f9a79c4457489.jpg4863e11ff9be8397880d158ee75eed19.jpge5fa60dc6be1419ac9525c670797e1d5.jpg1fab3ebc46cafcc3f2e62c469d5ec36d.jpgE i giorni passano – fra bane, visite alla nuova sede del Bondage Team, esplorazioni varie (ad esempio, Stormhold, dove Mudlark e Halle, assieme a Moondog, stanno mettend su una casa tutta per loro). Fino a quando, un giorno, Valentine Vendetta non mi dice qualcosa che mi fa pensare: “Win, è  tanto che non ti vedo indossare manette”. È vero, anche se Valentine non l’ho conosciuta che nei miei giorni di cattività. Un tempo andavo in giro per giorni interi con le chiavi a portata di tutti. Looking for Trouble, come diceva una tag frequentemente sfoggiata da Cerdita, sapendo che tutto sommato era ben difficile che di guai ne trovassi davvero – perché per una Tine o una Isabel Schulze, che mi tenevano legata per un paio di giorni, c’erano sempre molte più persone desiderose di rapirmi per un periodo breve e che mi lasciavano, dopo avermi regalato il brivido del rapimento, del tutto libera o quantomeno in condizioni di liberarmi in tempi non lunghi. Con Belias è cambiato tutto, perché due settimane sono un periodo abbastanza lungo da farmi sentire la mancanza della Win che ero prima di incontrarla, libera di andare a fare shopping, di rispondere ai TP degli amici, di occuparmi dei bane, persino di tentare di creare oggetti nonostante la mia incapacità quasi assoluta nell’utilizzare gli strumenti offerti dal client. Per cui, quando sono finalmente riuscita a fuggire da Villa BDSM, quasi inconsapevolmente mi sono trovata a difendere la mia libertà con attenzione decuplicata.

Perché da un lato so che se Belias mi acchiappa di nuovo non me la caverò tanto facilmente… eppure al tempo stesso mi rendo conto che non voglio che le mie chiavi siano disponibili al primo venuto e non lo siano per lei. D’altra parte, accade ormai di rado che riesca a passare su Second Life il tempo che ci passavo qualche settimana fa. Il risultato è che, da quando ero sfuggita al controllo di Belias, mi era capitato di essere legata solo da New Vita (un’esperienza da cui mi ha salvato solo l’intervento provvidenziale di Vale) oppure dalle colleghe del Bondage Team, un ambiente pericoloso ma fondamentalmente protettivo, dove si finisce in genere per imporsi a vicenda timer abbastanza brevi. Così mi è capitato sempre più spesso di scoprirmi a ricordare, con eccitazione crescente, quella volta che mi ero inginocchiata davanti a Belias senza avere addosso manette di sorta, consapevole che sarebbe bastata una sua parola perché le offrissi i polsi col capo chino… in un incantesimo che era durato pochi secondi intensi, e che la comparsa inopportuna di Wizard aveva dissipato.

Una sera, prima di addormentarmi, mi sono collegata. Belias era online e ci siamo scambiate una serie di IM in cui lei faceva finta di mettermi un collare e io lo accettavo, con gratitudine, chiudendo gli occhi, immaginando le sue mani sul mio collo, attendendo lo scatto degli altri legami, sprofondando nel sonno lentamente nella dolce illusione di sprofondare nel suo affettuoso controllo, incapace di reagire, di oppormi, di lottare. Era solo un gioco, ma quella sera mi si è scolpita nella mente. Scavando, scavando, spingendomi a diventare via via meno attenta, meno abbottonata… rivelandomi quanto, ormai, fossi vulnerabile alla volontà di Belias.

Poi, l’elemento decisivo. La scoperta, durante un pomeriggio di intensi rapimenti incrociati alla sede del Bondage Team (nel quale Moss Hastings stava cimentandosi nuovamente nella conquista dello status di Bondage Champion), di una nuova invenzione dalla mente diabolica di Tat1ana – uno script che consente a chi lo scopre di accedere alle cartelle condivise del #RLV, costringendoti a indossare tutto quello che ci hai messo.

dddb026a5b80a5f59729031724e3d6b7.jpg Per me, questo script significa qualcos’altro: vuol dire poter dare a Belias una nuova chance di rapirmi senza abbassarmi a offrirle le mie chiavi – un atto che va proprio contro la mia natura – e senza fidarmi di nuovo del plugin “Friends”, di cui lei aveva approfittato la volta scorsa. E i risultati sono quelli descritti nelle foto del post precedente a questo. Belias che mi mette a forza le catene alle caviglie e ai polsi, chiudendole con i suoi lucchetti. Che mi stringe al collo un collare. E che, quando scopre che l chiavi non sono a disposizione, mi dice con la calma di chi sa di aver vinto: “Chiavi, cara. Sappiamo entrambe che me le darai”. E mi porge la mano, nella quale, senza esitare come se fossi un topolino ipnotizzato da un boa constrictor, adesso lascio cadere quello che lei mi chiede. Chinando poi la testa, e aspettando immobile lo scatto irreversibile del meccanismo.

Quando mi scollego, penso che ormai è fatta. Non riuscirò ad andarmene, stavolta. Tentare di liberarsi da un collare richiede molte più ore di quelle necessarie per togliersi le manette – e stavolta mi trovo proprio nella tana del lupo. Una cosa era essere legata sulla croce di Villa BDSM, e poter approfittare del tempo che Belias passava altrove… ma qui mi trovo in Our Wicked Dream, nel dungeon che Belias condivide con Pony e in cui, ho visto, passa ormai gran parte del suo tempo. Ogni volta che tornerà online, non potrà che comparire qui accanto a me – pronta a verificare che non sia riuscita ad allentare i miei legami, e a stringerli di nuovo. E il guinzaglio che mi ha messo sul collare garantisce che mi sia impossibile teleportarmi altrove. Sono finita, ormai. Sono sua, per sempre.

E poi, quando torno a collegarmi, succede invece l’imprevisto. Una di quelle comunicazioni blu che Second Life manda ai residenti per avvertirli di questa o quella emergenza. E che in questo caso mi avverte che la SIM in cui mi trovo verrà riavviata fra cinque minuti e che è bene che me ne vada se non voglio essere logged off.

Esito. Belias è online. Devo avvertirla? Aspetto un paio di minuti, poi le scrivo.

[2008/06/26 8:06]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Ehi… collegamento veloce… bene… dove sei?
[2008/06/26 8:06]  Belias Rubble: ehm….
[2008/06/26 8:06]  Belias Rubble: mhhh
[2008/06/26 8:06]  Belias Rubble: ehm

Suona imbarazzata, ma perché? Controllo sul suo profilo, ma so già quello che sto per scoprire. Belias si trova nel luogo dove mi aveva portata nella mia breve vacanza dalla croce, il che vuol dire che è con Happytimes Dawes, la sua Mistress. [2008/06/26 8:07]  Belias Rubble arrossisce, mi scrive lei… ma io Happytimes la rispetto e scopro con sorpresa di non provare gelosia per lei – né la delusione che mi aveva ferita quando Belias se ne era andata con Wizard. Però, anche questa volta, Belias non c’è. “Uh! Ti vedo! Eheheh”, le dico, mentre il conto alla rovescia prima del riavvio della sim prosegue. Tre minuti.

“Ma sei nel mio dungeon?”, chiede Belias. Le rispondo subito, mentre il tempo che manca al riavvio scende a due minuti: “Eh, dove, se no? Mi hai messo il guinzaglio, come potevo andarmene?” Lei mi invita a guardarmi intorno: non me n’ero accorta ma nel dungeon c’è una specie di grossa gabbia per pappagalli che contiene un tale RJ, legato e completamente nudo. Mmm, vedo che il concetto di gabbia per uccelli si presta a pesanti doppisensi. Ma il tempo stringe e devo sapere perché Belias non viene da me: “Ma sei legata?”.  “No”, risponde, e io incalzo: “Mmmbeh… puoi muoverti?”. Manca appena un minuto al riavvio della sim in cui mi trovo e se lei non viene presto…

[2008/06/26 8:09]  Belias Rubble: tra un secondo
[2008/06/26 8:09]  Belias Rubble: sto parlando con mia sorella e la mia MIss
[2008/06/26 8:09]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: No, e’ che…
[2008/06/26 8:09]  Belias Rubble: cosa?

Non posso non dirglielo, e glielo dico: la sim sta per ripartire… e ho appena suggerito a RJ di spegnersi prima che accada. “Ora stacco anche io se no mi butta fuori”, le confesso… ma non faccio a tempo. Pochi secondi, e tutto diventa grigio – e appare il famoso messaggio: You have been logged off from Second Life. Ed è qui che prendo la decisione.

Senza dare tempo alla sim di riavviarsi, mi ricollego subito. Il client ci mette un po’, ad accogliermi di nuovo in world, e quando lo fa accade esattamente quello che mi aspettavo. Ricevo un altro messaggio che mi informa: la sim a cui sto cercando di collegarmi non è disponibile, e il sistema mi sta spostando in un altro luogo. Che è quello, già noto, che Second Life ha memorizzato come mia home, e in cui mi ero ritrovata, legata, quando Tine aveva cercato di portarmi a casa di Cerdita senza sapere che l’orb di sicurezza mi avrebbe cacciata via!

Ed è fatta! Ho ancora addosso collare e catene. Ho ancora il guinzaglio, che mi impedisce di teleportarmi. Ma sono fuggita dal dungeon di Belias, e ora è solo questione di struggle, di pazienza e di tempo!

(Prossimamente: Struggling the Collar)

 

(Intermezzo) Win? Valentina? Valentine?

Mi sono collegata per poco. Ho avuto una sorpresa. E un’altra. E un paragone sommamente lusinghiero. E una lettera trovata la mattina dopo. Poche righe su una serata insolita per molti versi. E su cui si potrebbe discutere.

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Ieri sera, dopo il cinema. Il sonno che non viene. La decisione di affacciarsi in-world, solo per un momento. Per fare due chiacchiere con chi c’è.

Non c’è Belias, lo vedo subito. Ma ci sono altri: c’è Valentine Vendetta, autrice di simpatiche bamboline e – a quanto mi si dice – cacciatrice sempre più attiva. C’è Domino Lebed, un nuovo lettore venuto allo scoperto un paio di giorni fa, e che ha comprato le sue prime manette. C’è New Vita, che aveva detto che andava in vacanza al mare e che si collega in modo avventuroso – e al quale, come mi dice lusingandomi più di quanto possa immaginare, ricordo la Valentina di Guido Crepax (un grandissimo fumetto italiano, a cui dedico le illustrazioni di questo post). C’è Katia80 Flow, con quella sua pettinatura unica e affascinante.

Ci si trova tutti a Zhora, dove presidio l’area pubblica nel caso, nei pochi minuti che starò online, ci fosse qualche bane bisognoso di aiuto. Si chiacchiera del più e del meno, cercando di usare l’inglese per rispetto a Laida Laval, neo-collega operatrice, che è tedesca e l’italiano non lo capisce nemmeno un po’ (al punto che devo rivelarle come la parola che ha scelto come nome, “laida”, convinta che non avesse significato in alcun luogo del mondo, abbia invece un senso tutt’altro che lusinghiero nella nostra lingua!).

3ba0c8b7d20a08488e38777029856eab.pngNon sto a riportare le chiacchiere. Cerco come sempre di minimizzare gli IM perche’ la chiacchierata sia più possibile realistica, fra persone (virtuali) realmente riunite nello stesso non-spazio. Siamo Katia80, New, Laida e credo basta quando, dopo un poco, mi scollego.

Ma poi la solita zanzara mi disturba, sono di nuovo sveglia, finche non torna il sonno. Mi ricollego. Ed ecco la prima sorpresa. New Vita, che fin qui si era limitato a fare l’osservatore lontano, allunga una mano mentre sono distratta. E riesce a fregarmi le chiavi delle manette. Giuro, non ricordavo di averlo inserito nella lista dei “Friends”, dico sul serio. Ho un soprassalto. Mi dico che lui ha sempre insistito di non voler partecipare, che si è sempre comportato come un gentleman – sia pure con una lieve propensione al Peeping Tom.

Ma passano i minuti e New non accenna a liberarmi. Mentre Katia80 tenta invano di cliccare le mie manette, che ormai sono sotto il controllo dell’ex osservatore, questi accenna qualcosa a proposito di voler esplorare i menu – cosa che non fa presagire nulla di buono. E infatti mi trovo ben presto ammanettata in modi diversi, mentre lui prova le varie posizioni.

Valentine mi vede nuovamente online e mi chiede cosa combino. Glielo dico, ed ecco la seconda sorpresa. Arriva lì immediatamente, e comincia a intimare a New di liberarmi – o quantomeno di vendermi a lei. E, terza sorpresa, Laida – la piccola Laida, operatrice niubba – viene fuori che se io sono in vendita mi compra volentieri lei. Il che, se è vera la voce che le sia stato tolto un bane perché si è rivelata troppo rigida, è una sorte da temere.

New non cede. Non solo, scopre di essere in grado di spogliarmi e, con decisa delicatezza, mi fa sparire camicetta e parte della gonna. Ed ecco che Valentina si scatena in mia difesa, scagliandosi contro New. Lo ingabbia, lo allontana trascinandolo, cerca di tenerlo lontano per darmi il tempo di liberarmi. E alla fine mi grida: “Scappa!”

3a94cbae16040ac095c0a04ce3a169c7.gifNon esito che un istante: mi fiondo sul teletrasporto che mi porta alla Processing Room della Kelley Technologies – una zona protetta da Orb di sicurezza dove potrò con tutta calma liberarmi, in attesa che passi la tempesta.  E lì – il sonno finalmente è arrivato – mi scollego.

Mi ricollego stamani, per liberarmi, e trovo questo messaggio, che riporto integralmente. È di New Vita, che deve averlo scritto prima di andare a letto, mentre mi addormentavo.

Quello che è accaduto stasera è stato inaspettato e di grande emozione.

Lo scatto delle manette è un momento esaltante, vale da solo più di ogni altra cosa.

Appare evidente che è stato un fatto del tutto casuale che mi mette in una posizione di responsabilità, perché sento come un dovere il fatto di non esser un compagno di giochi noioso e privo di attrattiva.

E’ un impegno perché tu sei di grande interesse e ti ho sempre pensato al di fuori della mia portata, un po’ come uscire a cena con Julia Roberts..

Purtroppo il caso mi ha messo in mano le tue chiavi nel momento meno adatto… sono in ferie, collegato via scheda cellulare e certamente non sarò presente per esplorarti come vorrei.

Hai una testa interessante, ed una grande personalità.

Ho preso le tue realkey, o almeno credo, visto che mi ritrovo nell’inventario questo oggetto…

Fatalmente nei prossimi giorni riuscirai a liberarti, perché io non potrò esserti vicino per esplorarci a vicenda e richiudere le chiavi…

Spero di riuscire nuovamente in futuro ad incatenarti ai tuoi desideri, almeno altrettanto saldamente di quanto tu hai fatto con la nostra attenzione verso di te.

Ho sempre pensato che sia molto difficile stabilire chi sia il carceriere e chi il prigioniero e credo che la parte del submissive sia di gran lunga più difficile ed impegnativa.

Da parte mia continuero a cercare di apprendere da te tutto ciò che posso… sono uno che impara in fretta..

Una buona giornata,
Maurizio / new

Mi libero abbastanza facilmente prima di cominciare la mia giornata RL. So che New vorrà sapere se avevo chiesto aiuto a Valentine, so che Valentine avrà paura di essersi intromessa in qualcosa che non la riguardava. E so che niente della serata era stato pianificato, e che proprio per questo è stata sorprendente, inattesa, divertente.

Apprendo poi che fra Vale e New c’è stata qualche discussione. Ma io non c’ero. Dormivo. Sognando, anche se non esattamente come la Valentina di Crepax.

(Prossimamente: Le cartelle condivise del RLV)

Un fiore rosso per Win

Due successive elezioni a blog del giorno, e la menzione nel blogmazine di Alice non mi avevano preparata a un premio davvero inaspettato e particolarmente gradito. E alla comparsa a sorpresa di una nuova amica.

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Sto per compiere una settimana da quando Belias mi ha rapita, e non ho ancora trovato il tempo di raccontare i dettagli. Per ora dovrà bastare la notizia che sono bloccata a Villa BDSM ormai da giorni, che Belias torna continuamente a vanificare i miei sforzi di fuga ritoccandomi meticolosamente le manette, e che mi ha bloccata su una croce in modo che io non possa staccarmene. In più, il guinzaglio mi inibisce qualsiasi speranza di TelePortarmi altrove, e sono pertanto costretta a subire le visite di tutti i frequentatori della land, alcuni dei quali sono ben lungi dall’essere gentiluomini.

Ma un post dovevo farlo per mostrare la rosa che tengo in mano nella foto qui sopra. Una rosa che mi è arrivata a sorpresa, da un nome che non mi sembrava di conoscere, e che ho quindi contattato appena ho potuto collegarmi di nuovo, per ringraziarla del regalo: “Grazie del pensiero, intanto… ci siamo incontrate?” Mi sarebbe spiaciuto non ricordarmi di una persona così gentile, ma su Second Life capita spesso di incrociare qualche avatar e magari di dimenticarsene – e io non sono fisionomista. Lei mi ha risposto: “No, non ci siamo incontrate, ma leggo sempre il tuo blog”.

Non riporto il resto della nostra breve chiacchierata, ma quella rosa, ancora non schiusa, l’ho presa in mano subito e l’ho tenuta per ore, mentre davanti a me si avvicendavano i passanti, gli amici in visita e anche la mia spietata Belias, che passava a richiudermi le manette. Grazie, cara Valentine Vendetta: la tua rosa è una delle sorprese più dolci che queste pagine mi abbiano regalato. Non sono sicura che un avatar abbia un cuore vero e proprio ma so che il mio, guardando quei petali rossi, ha accelerato un poco.

 

(Prossimamente: I Plugin dei Real Restraints)