Grandi novità in famiglia: la Bravin

Mesi, mesi e mesi di attesa. Altre regole rispettate con una testardaggine degna di miglior causa. Ma alla fine, almeno su SL, l’attrazione vince su tutto, come un fiume che alla fine sfonda gli argini.

Finalmente Win_001.jpeg

Una delle cose che più mi attiravano, quando ho iniziato questo blog, era l’idea di creare un ponte verso chiunque lo avesse scoperto. Mi seduceva la possibilità che qualcuno, leggendo, ne fosse incuriosito al punto da intuire quanto Second Life sia ben altro rispetto a quello che crede chi non la conosce. E magari si creasse un avatar e venisse in-world, a visitare qualcuno dei luoghi che descrivevo, a conoscere me o le persone di cui parlo e, chissà, a partecipare all’azione diventando, da lettore, personaggio.

Lorella_003.jpgLorella_001.jpgLorellaclub_003.jpegL’unico caso in cui, mediante queste pagine, ho dato ai lettori un appuntamento esplicito in-world (perché venissero a votarmi al concorso della defunta Villa BDSM) non ha sortito praticamente alcun effetto. Ma l’interazione fra il mio blog e il metaverso c’è stata eccome: basterebbe ricordare come ho conosciuto Jelena, naturalmente, ma potrei fare decine di esempi di incontri anche fugaci con gli avatar di persone che mi avevano dedicato un po’ della loro attenzione: alla rinfusa, cito solo Albinia Koba (che prende il nome da una simpatica cittadina vicina all’Argentario), KatieScarlett Helendale (figlia in RL di una vecchia conoscenza) e, somma emozione, Miles Lectar – qualcuno di cui ero stata io un’ammiratrice quando, svariati anni fa, pubblicava su web disegni e racconti bondage sotto il nome di Miles Hendon.

Solo che avere un blog in cui racconti gran parte della tua vita può avere anche altri effetti che all’inizio non avevo previsto perché, se è vero che un lettore può diventare personaggio, è quasi inevitabile che i personaggi diventino lettori. Parlare di emozioni non risolte, in qualche caso contraddittorie, non è facile quando sai che quello che scrivi viene letto anche dalle persone che di queste emozioni sono partecipi o addirittura corresponsabili, e a volte ti viene la paura che parlare di certe cose diventi un modo di fare pressione sugli altri. Sempre più spesso, quindi, mi sono imposta di aspettare, prima di scrivere di qualche situazione particolarmente complessa, che questa avesse trovato una sua soluzione in-world… o per mio intervento diretto o per suo naturale sviluppo. So bene che questo è Win – La prigioniera di Second Life, non certo il sito di Repubblica: ma quando ti metti a scrivere di situazioni ancora aperte basta un niente per influenzarne l’esito, commettendo una sorta di minuscolo abuso di potere. Ed è per questo – solo per questo, davvero – che fino ad oggi ho parlato pochissimo di una persona speciale benché, ormai da tempo, avessimo cominciato a scriverci e frequentarci con intensità crescente.

Loriwhite.jpgLorella Bravin mi era stata simpatica dalla prima volta in cui aveva postato un commento su queste pagine firmandosi “la Bravin”, come se si fosse a scuola. Non so se sia stato questo, oppure quel cognome dalla musicalità veneta… o l’ironica civetteria con cui fin dall’inizio dribblava le attenzioni del buon Pedro Gibbs… so però che ricordo molto bene la prima volta che la vidi in-world, mentre passeggiava fra i negozi della oggi scomparsa Villa BDSM. I tempi di una Win molto diversa da quella attuale: alla ricerca di se stessa, sempre a caccia di guai, sospesa fra i batticuori senza speranza per Mystique e l’intenso dominio da parte di Belias. Una Win che aveva tanti amici ma nessuna radice, nessun rapporto consolidato – e che, anzi, di questo quasi si vantava, a volte esprimendo con una certa antipatica sicumera la sua disapprovazione per certe “famiglie”… in cui una persona appartiene a un’altra, che a sua volta appartiene a un’altra, via via creando catene di potere che, spesso, scatenavano drammi, gelosie, rancori.

Mi sembra di ricordare che, al nostro primo incontro, fui io a rivolgere la parola a Lorella. Credo fosse la prima volta che incontravo in-world qualcuno che conoscevo solo perché aveva postato sul blog, e la cosa mi emozionava molto. Forse cercai per qualche secondo di resistere alla tentazione, da pseudoscrittrice che sotto sotto (ma nemmeno poi tanto) muore dalla voglia di essere riconosciuta da un suo lettore senza dover fare lei il primo passo… forse speravo che fosse lei a parlarmi per prima, e poi, quando vidi che questo non succedeva, abbassai la metaforica cresta e le feci io un saluto veloce, ringraziandola per il commento come fanno i blogger novellini. Non ricordo molto altro che un veloce scambio di convenevoli – può darsi che alle belle calcagna di Lorella ci fosse già qualcuno (Pedro, magari?) e che non io volessi disturbare, oppure che lei avesse di meglio da fare o fosse troppo timida per portare avanti la conversazione. Fatto sta che la cosa si esaurì lì. Alla fin fine, sia SL che la RL ci offrono in genere più persone da conoscere che tempo per farlo davvero, e bisogna imparare ad accettare il fatto che non può nascere un rapporto con tutti quelli che incontriamo, di qua o di là dallo schermo.

collaratagwen.jpgEppure. Eppure, anche se col passare dei mesi la nostra frequentazione restava molto occasionale, la Bravin continuava ad essere per me qualcosa di più di un semplice nome in una lista di contatti. Non mi spiegherei altrimenti perché mi restassero tanto in mente certe notizie apprese per vie traverse: tipo che era divenuta la schiava di una certa Gwendalina Tedeschi (che avevo anche lei incontrato en passant a Villa BDSM), che assieme a lei condivideva una villetta con Erikah Jameson e con la sua compagna di allora, Asuka… e perfino che Lorella e Gwendalina si erano sposate, diventando, beh, moglie e moglie. Durante il mio terzo e a tutt’oggi ultimo banishment, mi capitò di incrociarla in Villa BDSM e di decodificare, nonostante la distorsione del mio Custodian, qualche sua frase affettuosa che mi colpì abbastanza da volerla riportare qui sul blog. Niente che non fosse accaduto tante volte con altre persone, lo so. Eppure.

Per mesi, quando Lorella mi vede online, mi saluta con un “Ciao” in IM. Io odio gli IM, e odio i “Ciao” a secco, eppure quelli di Lorella non mi infastidiscono mai. Anzi: ne nascono in genere conversazioni a distanza sempre più lunghe nelle quali cominciamo a scambiarci confidenze sulle nostre esperienze personali. Io le racconto di Belias, all’inizio, ma con Lorella comincio a parlare soprattutto dopo, quando Bel e io ci allontaniamo. E il dialogo si intensifica quando, per via di un TP intenzionalmente malizioso di Mystique, finisco per un poco nelle mani di Maironi Slade. Si tratta di un’avventura relativamente breve durante la quale sperimento la nostra compatibilità come sub (io) e Mistress (Maironi), prima che l’incontro con Andromeda mi faccia capire che la Win che sto diventando non vuole e non può avere più una padrona. Ma intanto è Lorella a sorbirsi, quasi in diretta, i racconti di tutto quello che succede fra me e Maironi – racconti che ricambia fornendomi aggiornamenti quasi quotidiani su lei e Gwendalina. Aggiornamenti che, fra l’altro, cominciano a farmi pensare che sia un peccato che siano sposate: perché io non alzerei mai lo sguardo su qualcuno che appartenga a qualcun altro, eppure non riesco a scacciare la convinzione, sempre più forte, che Gwen, Lorella, non se la meriti.

Samy_002.jpgSamysnark.jpgSono pensieri che tengo per me e che non esprimo neanche con la più piccola allusione, ma non riesco a scacciarli. Mi racconta situazioni che, se fossero accadute a me, mi avrebbero mandata su tutte le furie, e lo fa con una pacatezza che non posso non ammirare. Tradita in modo smaccato nella fiducia, ne resta sempre degna. E il suo non è distacco, perché sotto il tono pacato e spesso autoironico con cui mi racconta le sue disavventure si sente vibrare a volte un po’ di rabbia, a volte il dispiacere, il senso di abbandono. Non posso fare a meno, mentre la ascolto, di chiedermi come faccia, qualcuno che ha le chiavi del suo collare, a sciuparla in questo modo. Di chiedermi se si rende conto di quanto Lorella sappia sempre esserci, per le persone a cui tiene, e di quanto sia difficile trovare qualcuno armato di simili riserve di dolce pazienza. Io so che è Lori la prima che mi viene a trovare nel dungeon di Maironi, è lei la prima che viene ad aiutarmi un giorno in cui, a Snark, rimango felice vittima di uno scherzetto della rediviva Samy80.

E poi, anche se in genere per me l’aspetto di un avatar ha una rilevanza molto relativa, beh, va detto che quello di Lorella è quasi sempre stupefacente. Quando la incontro sono colpita dalla sua eleganza: da quei suoi soffici golf di cachemire, dall’ampio soprabito bianco, dalle camicie perfette. Anche se in genere trovo un po’ buffo fare o ricevere complimenti sull’aspetto di qualcuno, nel caso di Lorella faccio volentieri eccezione, anche per farmi dare qualche buon indirizzo dove andare a fare shopping il giorno che dovessi avere un po’ di tempo online libero da impegni e RP… Così a Natale, fra l’altro proprio nei giorni in cui parto per le vacanze, sotto l’albero mi trovo un generoso buono da spendere in uno dei suoi negozi di fiducia. Dove mi reco, ovviamente, solo una volta tornata, e in sua compagnia per farmi consigliare… col risultato che alla fine spendo allegramente una cifra pari a forse tre volte il regalo.

Lorella_001.jpegFaccio fatica a rimettere ordine nelle ultime settimane dello scorso anno… ricordo Lorella che comincia un lungo lavoro per liberarsi dal collare di Gwendalina… in realtà, palesemente, per risvegliare la sua attenzione, tanto che, dopo averlo aperto, torna da lei e le cade di nuovo in ginocchio davanti, facendole riprendere le chiavi. Ricordo, di quel periodo, lunghe discussioni sulle strane e strategiche scomparse di Gwendalina dalla lista dei contatti online di Lorella, scomparse che non sempre tornavano con il suo status online (uno status che, a un certo punto, ho cominciato a verificare io mediante un radar speciale) quasi che Gwen a volte si volesse rendere invisibile a Lorella. Ricordo gli IM confusi che Lori mi mandava in quel periodo, l’indecisione fra il rapporto difficile con la sua padrona e moglie, da un lato, e dall’altro la tentazione di Belias, che le proponeva i suoi suggestivi RP via IM. E poi una richiesta di consigli senza averne l’aria, un nuovo attacco a quel collare sempre più pesante… il mio desiderio inespresso di essere presente agli ultimi struggle, non tanto per rubargliele, quelle chiavi, una volta che le avesse recuperate… ma magari per metterle al sicuro, sempre che Lorella lo desideri, lasciandole collare e manette aperte ma in modo che nessun altro possa riprenderle tanto facilmente. Soprattutto quella Gwen…

batgirlgs_001.jpgNon l’avevo incontrata quasi mai, Gwendalina, io. E anche le poche volte che era successo, non dovevo averle lasciato una grande impressione, dato che non sembra riconoscermi la volta che mi becca in compagnia di sua moglie. Accade un giorno che Lorella mi invita non so bene dove per prendermi le misure. Le misure? Eh, sì, perché io vivevo da sempre in una shape che avevo pasticciato in modo irreparabile agli inizi della mia avventura nel metaverso, e che ero riuscita a rendere immodificabile. Qualsiasi tentativo di ritrovare l’esatta combinazione dei mille parametri che determinano la fisionomia di un avatar si scontrava contro la mia incapacità di mantenere esattamente le fattezze del mio viso… e Lorella, dedicandomi una bella fetta del troppo tempo libero che le veniva lasciato dal suo matrimonio, aveva offerto di cimentarsi lei nello sforzo. Insomma, quella volta Gwen si materializza a sorpresa mentre Lorella mi scatta alcune fotografie che le serviranno come guida per cercare di riprodurre una shape che mi assomigli. La comparsa improvvisa mi fa gelare come se ci avesse colte in un atto particolarmente intimo – anche se forse, a pensarci bene, lo è davvero. E Gwen non esita a rivolgersi a entrambe con autorità e prima che me ne renda conto mi ritrovo in ginocchio davanti a lei, incapace di reagire mentre le sue mani mi esplorano con una rapacità che sembra foriera di sviluppi imbarazzanti. Proprio non riesco a muovermi, e meno male che l’incontro dura poco perché Gwen, come spesso le accade, a un certo punto si scollega in modo repentino.

DueWin.jpgNuovashape.jpgPer completare la mia nuova shape, Lorella ci mette non so quante settimane di lavoro. Varie volte ci incontriamo per qualche nuova misura, per metterci una davanti all’altra e fare qualche confronto, per scattare altre foto, ma a questo lavoro lei dedica gran parte delle sue ore di connessione. Io, grata e anche un po’ imbarazzata, che vorrei trovare le parole per dirle di non sentirsi obbligata, che se decide di desistere non ci resto male… e lei che mi fa arrossire, dicendo che studiare la mia faccia e lavorarci le dà un senso di tranquillità, nientemeno. E quando decide che è pronta, che è venuto il momento in cui deve smettere perché ormai continua a ritoccare sempre gli stessi dettagli… quando questo accade, indosso la nuova me stessa e sento il calore di un corpo cesellato in ore di cura affettuosa, proprio per me, solo per me. Ci entro dentro, e so che sono a casa, e che quella casa è stata Lorella a crearla, così come l’edificio dietro di noi è nato tutto dal talento e dal cuore di Jelena.

È proprio in quella casa, a Penning, che Lorella viene a trovarmi qualche tempo dopo per stare al sicuro mentre combatte ancora una volta quel suo collare maledetto… perché Gwen ha continuato a ignorarla, a dimenticarla, a lasciarla indietro. L’aria davanti al caminetto, quando la porta si chiude dietro di noi, è carica di potenziale… non sappiamo bene quanto possiamo sederci vicine… e io, stupida, continuo a restare zitta… ormai divorata da un desiderio che non riesco a nascondere nemmeno a me, ma ancora schiava della mia regola di non insidiare mai, per nessun motivo, una coppia preesistente. Nemmeno quando, come è evidente in questo caso, la cosa si sta sgretolando da sola. Nemmeno quando dovrei aver cominciato a sospettare che non è certo un caso se Lorella è ospite da me. Nemmeno adesso. Invece la mia mente continua a fantasticare scenari inutilmente macchinosi: di griglie alternative a Second Life, quelle per i test, che ho scoperto grazie a Psi Merlin, una specie di Third Life dove Gwendalina non esiste e dove, forse, Lorella e io saremmo finalmente sole, senza regole autoimposte, come due adolescenti in una stanza da letto la cui porta, per un soffio di vento malandrino, si sia chiusa con uno scatto chiudendo fuori il resto del mondo. Siamo lì, insieme, in quel momento, e io sogno chissà che altra realtà. Scema. Scema.

LorellaOwned.pngInfine c’è Facebook, e soprattutto un infernale giochino che si chiama Owned e che permette di comprare e di vendere le immagini dei propri contatti. In Owned, una volta accumulato un discreto gruzzoletto, acquisto l’immagine di Lorella e ne consolido il valore, giorno dopo giorno, clic dopo clic, cercando di sospingerla su prezzi ai quali nessun altro potrà ricomprarsela da me. E ogni volta che la ricompro da me stessa e ne raddoppio il prezzo sento qualcosa che mi si smuove dentro con forza sempre maggiore? Qualcosa che vibra, che mi fa sentire sempre più vicina a una meta che, ormai, vedo chiaramente. Ma a cui sto cercando di arrivare senza confessarlo esplicitamente, nè a me stessa nè a lei. Fino al giorno in cui mi sento ragionevolmente sicura e le cambio il nickname. Scrivendo “So long, Gwen, now she’s mine”. Addio, Gwen, adesso è mia.

E lei se ne accorge, oh sì che se ne accorge. Mi fa una battuta sul fatto che ormai il mio dominio su di lei su Facebook è ben saldo. Sono io che me lo immagino o c’è una sfumatura di piacere, là dentro? Il cuore sa la verità, ma il cervello continua ad analizzarla e scomporla e ricoprirla di se e di ma. A perdere tempo, a rinviare, quasi che tutto questo fosse un sogno che si può dissolvere non solo se ne parlo sul blog, ma anche se ne parlo in privato con la diretta interessata. Quasi che parlarne rischiasse di mettere in discussione quella che ormai è diventata una bella amicizia. Anche perché quando il collare, finalmente cade, anche quando, dopo tanto tempo, scompare dal profilo di Lorella la menzione del suo matrimonio, lei mormora di aver intenzione di tenerlo libero, quel suo bel collo, per un po’ di tempo. E io, scema, scema e comprensiva, mi attacco a questa frase, reprimo ancora la tentazione, decido di aspettare, di darle tempo. Anche perché nel frattempo si è aperta una nuova crisi con Belias, che a Lorella è affezionata in modo particolare, che quasi mi diffida (oh, in modo amichevole: ma molto, molto chiaro) di metterle le mani addosso… e io le rispondo che ormai le allusioni sono chiare, che qualcosa che non so ben definire sta accadendo, che non mi sento di frenarmi in questo, che se non succede nulla eviterò di farmi avanti ma che, se mi capita mezza occasione, non mi tirerò certo indietro solo per amor suo… eppure poi mi tiro indietro davvero, esito, rinvio, un paio di volte che Lorella è online mi astengo proprio dal connettermi per non essere indotta in tentazione. E sento quella sensazione familiare e sgradevole, quella di quando riconosco come la mia timidezza ben nascosta sia in realtà una forma di vigliaccheria… di quando capisco che il mio cervello mi sta impedendo di seguire una strada che il cuore ha ben chiara davanti a sè.

BeliasLorellaWin.jpg

Ma la vita accade, alla fine, quasi sempre. Puoi farti tutte le paranoie che vuoi, ma se stai precipitando da un edificio non ci sono pensieri che tengano: Alla fine, in qualche modo, in fondo ci arrivi. E alla fine di questa lunga, deliziosa caduta, in qualche modo, a mettere le dita sulle manette di Lorella, ci arrivo. In più riprese, la prima volta a gennaio, con la complicità della cara Nicki Georgette, durante una visita a Dolores. Scopro la vertigine di avere Lorella in mio potere, scopro l’emozione di questo nuovo modo di declinare la nostra amicizia. Non ho più paura di non essere all’altezza della padrona precedente, non ho più paura di perdere un’amica e trovare una sub, non ho più paura di dare a Lorella una nuova pseudopadrona che ha troppe chiavi in mano. No, basta con le paranoie: io sono io, sto facendo quello che entrambe desideriamo da tanto tempo. Sto facendo qualcosa di bello e, se proprio voglio rimproverarmi per qualcosa, devo farlo per averci messo così tanto a decidermi. E infine accade. Il giorno prima del suo rez day.

Lorella!_002.jpgLorella!_003.jpgLorella!_004.jpgLorella!_001.jpgLorella!_005.jpgDalla visita a Dolores sono passate molte settimane. È maggio, sono in visita a casa sua e qualcosa ci travolge. Corde che vengono srotolate e poi strette. Piccoli, spietati, lucchetti che scattano. Sguardi che si incrociano. Sorrisi.

E poco dopo siamo da me, invece. Con Lorella immobilizzata. Imbavagliata. Io, sempre così logorroica, che stavolta mi costringo a parlare, cercando di non girare intorno alle cose. “Ho sprecato tanti mesi ad aspettare”, comincio, “…a trovare mille motivi per non concedermi quello che volevo. È una cosa che, mi sono resa conto, faccio anche nella RL”. Resto in silenzio per un attimo, raccogliendo le idee. Riprendo: “Mi sono accorta, guardandomi dentro… Gwen era una scusa…”

Lorella Bravin sorride, in silenzio. Non che possa dire molto, conciata com’è. Ma tanto io ormai sono partita: “…ed era una scusa anche Belias… e anche il fatto che… voglio dire, Andromeda, Jelena… Lella. Ora basta… devo vivere quello che sento… senza prenderlo troppo sul serio, perché è un gioco e abbiamo una RL tutte quante… e anche su SL a volte le cose si accavallano…” Lorella annuisce. Bofonchia qualcosa che capisco a stento… qualcosa sul fatto che SL è un gioco che a volte ci prende la mano… e non solo quella, aggiunge maliziosamente strappandomi un sorriso.

[2009/05/21 3:09] Win: Perciò, Lorella… io ho intenzione di tenerti, ormai
[2009/05/21 3:10] MystiTool HUD 1.3.1: [Lorella Bravin – Ch.1]: tenermi?
[2009/05/21 3:10] WinthorpeFoghorn Zinnemann si schiarisce la gola: “In un certo senso, s쨔
[2009/05/21 3:10] Lorella Bravin annuisce lentamente
[2009/05/21 3:11] Win: Non penso di tenerti legata tutto il tempo… non voglio, non posso farlo… non sarebbe bello per me e non sarebbe bello per te
[2009/05/21 3:11] MystiTool HUD 1.3.1: [Lorella Bravin – Ch.1]: capisco o meglio cerco di capire
[2009/05/21 3:12] Win: Anche io sto cercando di capire, Lorella… sto cercando di parlare senza avere un piano… senza sapere dove voglio andare a parare
[2009/05/21 3:12] Lorella Bravin annuisce
[2009/05/21 3:13] Win: Voglio che tu possa continuare a vivere in modo normale, credo… ma voglio anche che tu mi appartenga in qualche modo
[2009/05/21 3:14] Win: Vorrei che tu mettessi una cosa… vediamo come ti sta
[2009/05/21 3:15] Win tira fuori un oggetto luccicante che lampeggia per un attimo sulla sua mano
[2009/05/21 3:16] Win: Attach to chest, Lorella… fatti guardare
[2009/05/21 3:18] Win: Non è lockable, Lorella…
[2009/05/21 3:18] Lorella Bravin annuisce
[2009/05/21 3:19] Win: …ma vorrei che fosse in una cartella “Win” nella tua RLV folder
[2009/05/21 3:19] WinthorpeFoghorn Zinnemann ti guarda fissa negli occhi
[2009/05/21 3:19] Lorella Bravin: si certo
[2009/05/21 3:20] Lorella Bravin: fatto win
[2009/05/21 3:20] Win: Non è lockable, ma io lo considero come se fosse locked, in un certo senso
[2009/05/21 3:21] Lorella Bravin sorride “sai che ci sono legami piu forti di quelli di marine”
[2009/05/21 3:21] Win: Esattamente quello che pensavo, Lorella
[2009/05/21 3:22] Win: Mi costa un po’ di sforzo, fare questo… la mia natura è di girare attorno alle cose… di farmi offrire, non di chiedere direttamente…
[2009/05/21 3:22] Win: Ma voglio che tu sia mia, ecco, adesso l’ho detto esplicitamente

Lorellaclub_001.jpegArrivata fin qui, mi sono fermata e ho riletto il post. È confuso, divagatorio… non riesce a riassumere tutto quello che vorrebbe, le sfumature, i silenzi, le speranze. Troppe le piccole cose senza importanza per chi le dovesse leggere, eppure fondamentali per chi le ha vissute. Ma quello che conta, mi accorgo, è soprattutto quell’ultima frase del dialogo, detta mentre Lorella indossava il collare non lockable che avevo comprato, tanto tempo fa, da Brite Johin. “Voglio che tu sia mia”. Davvero, a posteriori non ci voleva così tanto a capirlo, dirlo, farlo.

The time has come, the post is over, though I’ve something more to say. Più in là di tanto, le parole non possono andare, nel fermare la vita. Che è bella e irresistibile, prima o seconda che sia, anche perché non si lascia mai semplificare in poche righe. Lorella porta il mio collare, adesso, ma io, già da alcuni mesi, vivo ogni istante della mia seconda vita nella shape che mi ha fabbricato lei. Che senso ha, a questo punto, parlare di chiavi?

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