Mystique all’asta

La fine della storia di Mystique con Jaron si rivela nient’altro che un ulteriore peggioramento, perché la mia amica continua a cambiare padrone. Finendo in pugno a una delle persone più pericolose che si possano incontrare su Second Life.

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Dopo quello che Jaron mi ha fatto, quella sera a Ratmaw, come posso ancora incontrare Mystique? Il segreto mi brucia dentro, ma ho deciso di tenerlo per me in modo da rispettare la felicità che lei sembra aver trovato. Dopotutto, la confessione di una colpa libera da un peso chi l’ha commessa ma trasferisce il problema di gestire la faccenda a chi ne è stato vittima. Non voglio costringere Mystique a  decidere se Jaron merita la sua fiducia, ma non posso incontrarla e guardarla negli occhi sapendo di aver tradito la sua. E per un po’ di tempo, semplicemente, non ci vediamo. Un tempo che spendo con Samy80, cui mi sento sempre più legata. Il gioco di parole non è casuale, ovviamente.

ffd5bd6a730002ff9a685c74f52d4f1e.jpg Sono proprio in compagnia di Samy quando, un giorno, mi trovo per puro caso vicino a Mystique e Jaron. C’è fra noi un muro di mattoni, ma su Second Life questo non impedisce di ascoltare chi si trova nella cosiddetta chat range, di 20 metri. E mentre chiacchiero con Samy sento che i due piccioncini stanno discutendo. Lui le dice che è sempre più difficile tenerla sotto controllo, lei lo rimbecca: “Non è un mio problema”. Musica per le mie orecchie – e se il rapporto stesse deteriorandosi? Possibile che il loro per sempre sia già così vicino al mai più, oppure sono io che mi illudo? Così, nei giorni seguenti, mi scopro più volte a cercare di saperne di più: un’amica con una sorta di microfono direzionale si incarica di capitare per caso nei pressi del luogo dove Jaron custodisce Mystique, e comunicarmi i loro dialoghi. Io, dal canto mio, controllo continuamente se Jaron sia online o meno… e lo odio a distanza, con forza, sperando che Mystique si decida a lasciarlo. Anche perché non sono la sola a preoccuparsi: anche Moss commenta fra i denti che lui la tiene troppo segregata, e che qualcuno dovrebbe andare a salvarla.

E poi, all’improvviso, qualcuno mi gira una notecard che ha appena ricevuto proprio da Mystique. Una notecard scioccante, che traduco qui sotto:

L’Asta di Mystique Auction inizia alle 2 PM PST (SL time) Lunedì Feb 11th.

Il luogo è il cortile per gli Esercizi della prigione di Ratmaw.  Vi spedirò un LM.

Le offerte sono solo role play, non ci sarà passaggio di linden dollars, giocare non vi costerà nulla.
Ogni offerente avrà pari chance. Mikk lancerà un dado o o una moneta o altro dietro le quinte e invierà un IM a chi sarà stato eliminato nel corso dei rilanci. L’ultimo offerente rimasto sarà il vincitore.

Il premio è Mystique Aeon, per un contratto a termine la cui durata sarà determinata da Mikk Morane. Io non sarò informata della durata fino all’inizio dell’asta, ma si tratterà di almeno una settimana.

Venite a fare la vostra offerta, o venite solo a guardare, e in ogni caso divertitevi.

8f42671ce3a462d3d91eae8326a116f6.jpg3774d7514b40dafdb7520a14f2b93e15.jpg Le implicazioni della cosa mi lasciano sconvolta. Una cosa è donarsi a qualcuno, come Mystique ha fatto con Jaron, un’altra è essere acquistata da qualcuno: c’è un contratto scritto, c’è un passaggio di proprietà. Non c’è più modo di discutere, di interrompere il rapporto. Si diventa un oggetto, di cui il proprietario può disporre come più gli aggrada. Una settimana non è un tempo infinito, ma è più che sufficiente a scatenare in Mystique la sindrome di Stoccolma. E a quel punto sarebbe perduta di nuovo, innamorata del suo nuovo padrone, chiunque esso sia.

Con una serie di maneggi riesco a scroprire la sua ubicazione e ad andare a trovarla. Si trova a Salonika, prigioniera di un mercante di schiavi di nome Mikk Morane. Chiusa in uno sgabbiotto in cima a una nave arrugginita, incaprettata, bendata, imbavagliata e completamente impossibilitata a comunicare. Fortunatamente, io sono diventata piuttosto brava a capire le frasi distorte dal bavaglio e, approfittando dell’assenza di Mikk, mi faccio sentire di là dalla parete. Mystique sobbalza, mi chiede: “Win? Sei tu? Come hai fatto a trovarmi?” e sembra felice che io le sia così vicina, anche se non ho alcun modo di liberarla dai legami che la stringono. Parliamo un poco, con difficoltà. A quanto pare, Mystique ha poi lasciato Jaron ma è stata subito catturata da questo mercante che, dopo aver abusato di lei con alcune macchine da tortura, adesso è pronto a gestire un’asta per cederla a qualcun altro. Mentre parliamo, Mikk compare lì vicino e non mi resta che fuggire. Con la testa che lavora febbrilmente. E l’idea mi arriva come un lampo: e se partecipassi anch’io a quell’asta? Se riuscissi ad aggiudicarmi Mystique, lei diverrebbe di mia proprietà e forse… forse potrei riuscire a praticare io stessa, su di lei, la procedura Stoccolma. Oltre alla sua amicizia potrei assicurarmi il suo amore, con la forza che lei tanto desidera si eserciti su di lei.

Lo so che non è nel mio carattere… ma per Mystique sono disposta a tentare qualsiasi cosa – anche a comportarmi da Mistress. Il problema è che nelle ore in cui si terrà l’asta un impegno nella vita reale mi impedirà di partecipare. Non sono ancora così malata di Second Life da rinunciare a una cena con gli amici veri per cercare di acquistare Mystique… ma Samy80, che è un tesoro, accetta di partecipare in mia vece, e promette di fare il possibile per assicurarsi la ragazza dei miei sogni. E, nel caso, portarmela impacchettata su un metaforico piatto d’argento.

5e1bcd66eb94891f4aa073511a20771a.jpg Samy fa del suo meglio (nella foto qui accanto, che rappresenta la scena dell’asta, è la ragazza in minigonna jeans e maglietta rossa) ma, come si arguiva dalla notecard, l’esito dell’asta è affidata al caso, e alla fine Mystique viene aggiudicata a Cressida Caproni – che ho incontrato una volta, in una gabbia di Stonehaven e che, a quanto ne so io, è una delle schiave della temibile Claven Albatros. Da questo momento, Mystique è sua per, vengo a sapere, 18 giorni. Se non ci fosse Samy accanto a me, il mio cuore andrebbe nuovamente in pezzi: ma per fortuna la mia amica italiana è sempre lì a tenermi compagnia, e il pensiero di Mystique lontana da Jaron è comunque abbastanza confortante.

Per giunta, qualche giorno più tardi, Mys mi manda un IM e mi invita ad andare a trovarla: non può uscire dalla cella dove Cressida la tiene segregata, dice, ma puo’ ricevere visite purché gli ospiti non cerchino di toccarla. Ci incontriamo e parliamo, a lungo, e devo riportare qui almeno una parte del nostro dialogo:

[2008/02/16 9:36]  Win: Non avevo mai notato che avessi un cuore tatuato
[2008/02/16 9:36]  Mystique Aeon: cosa? ho un tatuaggio?
[2008/02/16 9:37]  Win: Mi sembra di sì… uno piccolino, nell’angolo in basso a destra del tuo occhio destro
[2008/02/16 9:37]  Mystique Aeon: oh, sul mio viso, sì, lo sapevo.
[2008/02/16 9:37]  Win: Beh, lo spero bene! :-)
[2008/02/16 9:38]  Mystique Aeon: pensavo intendessi sul mio cuore.
[2008/02/16 9:38]  Win: Non posseggo le chiavi del tuo cuore, purtroppo, e non ho modo di vederlo
[2008/02/16 9:38]  Mystique Aeon: è solo che non sapevi di averle, quelle chiavi.
[2008/02/16 9:39]  WinthorpeFoghorn Zinnemann sorride un poco e arrossisce
[2008/02/16 9:39]  Mystique Aeon: un giorno, win, tu sarai una domme, e io sarò la tua sub.
[2008/02/16 9:39]  Win: Il tuo periodo con Jaron è stato un tale inferno per me, Mystique
[2008/02/16 9:40]  Mystique Aeon: mi dispiace.
[2008/02/16 9:40]  Win: Rompevo le scatole a tutti gli amici sperando di avere notizie di voi due. Ho persino spedito qualcuno con una specie di radar spia sperando che potesse ascoltare le vostre conversazioni
[2008/02/16 9:41]  Win: E naturalmente non ha trovato niente. O forse non si è impegnata abbastanza!
[2008/02/16 9:41]  Mystique Aeon: alla fine discutevamo un sacco.
[2008/02/16 9:42]  Win: Mi sarebbe tanto piaciuto sentirvi, allora… o forse no. Blackbear è stata un inferno, ma mi aveva distratta da tutto quanto
[2008/02/16 9:42]  Mystique Aeon: perché ti disturbava tanto? ti preoccupi a tal punto di me o sei gelosa?
[2008/02/16 9:43]  Win: Odiavo che tu gli appartenessi… Immagino che fossi solo gelosa… Ricordo che mi avevi scritto che eri molto felice di essere sua
[2008/02/16 9:43]  Mystique Aeon: all’epoca ero felice, ma non andava bene per me
[2008/02/16 9:44]  Win: Desideravo tanto essere una domme, e per la prima volta ho desiderato possedere un terreno mio – per nascondertici. Perché dici che non andava bene per te?
[2008/02/16 9:45]  Mystique Aeon: non so come spiegarlo, volevo che mi controllasse ma lui se ne approfittava e mi impediva di avere altri amici e mi faceva sentire in colpa.
[2008/02/16 9:46]  Win: Forse è per questo che lo odiavo tanto… eri completamente scomparsa…
[2008/02/16 9:46]  Mystique Aeon: ma, adesso è tutto passato.
[2008/02/16 9:46]  Win: Beh… se davvvero è così… ho qualcosa che devo dirti.
[2008/02/16 9:47]  Mystique Aeon: ti prego di farlo. non tornerò mai da lui.

8095c156d0766dcdb557bc9248077202.jpg La conversazione viene interrotta dall’arrivo di Claven Albatros, che mi saluta ma per fortuna si allontana dopo aver fatto qualche battuta sardonica. A quanto so, Claven ha abusato della fiducia di Mystique nei suoi primi giorni a Stonehaven – e da allora Mystique ne è terrorizzata. Pare che sia malvagia, durissima e molto molto abile a imprigionare le sue sub in un viluppo inestricabile di sensi di colpa: ed è con sollievo che la seguo con lo sguardo mentre si allontana. E poi, finalmente, tranquillizzata dalla consapevolezza che fra Mystique e Jaron non c’è più nulla, posso confessare tutto quello che c’è stato, quella sera, fra me e lui. Le descrivo i miei sentimenti quando mi sono resa conto che mi trovavo nella loro cella: “Ero disperata… Non volevo intrufolarmi nei vostri giochi… Non volevo che pensassi che ti stavo spiando…”. Mystique mi sorride dolcemente: “Tu puoi spiarmi quando vuoi, Win”. Io continuo balbettando: “Beh, VOLEVO spiarti, ma quella volta non stavo cercando di farlo… così mi sono sentita in colpa senza motivo… e non volevo guastare il tuo divertimento e la tua felicità”.

Mystique ascolta con indulgenza tutto il mio racconto di quella terribile serata a Ratmaw, poi sorride di nuovo: dice che non importa, e che in ogni caso ero legata e non potevo difendermi, e che la colpa è tutta di Jaron. Ma più del suo perdono, ciò che mi pulsa nella testa è quella frase di poco prima circa le chiavi del suo cuore: È solo che non sapevi di averle, quelle chiavi, mi ha detto. Adesso so che la mia ossessione per lei forse non è tutta nella mia mente, allora, eppure non posso impedire che lei adesso appartenga a Cressida Caproni. Al punto di parlarne in questi termini: “Cressida è stata per me una vera sorpresa. non la conoscevo prima. Pensavo fosse solo una sub di Claven. Ma è molto di più. Claven è così malvagia. Miss Cressida è perfetta, molto dura ma in senso buono. Ha precisi standard di comportamento che si aspetta che io segua, e la punizione è veloce e severa ma non crudele. Ci tengo molto a seguire le sue regole. Temo il suo castigo. Ma bramo il controllo che ha su di me”.

Sospiro. 18 giorni sono lunghi, ma con Samy accanto posso riuscire a farli passare. E per allora, chissà, potrei aver imparato qualcosa su come far sì che Mystique diventi soltanto mia. Così il tempo passa, le storie si accavallano, Samy e io passiamo insieme sempre più tempo (e un giorno dovrò raccontare il suo salvataggio da una Mistress malvagia, effettuato goffamente ma con efficacia da me e da Cerdita). Mystique finisce che non riesco più a sentirla, perché passa quasi tutto il suo tempo imbavagliata. Finché un giorno mi fa sapere in qualche modo che, allo scadere del contratto che la lega a Cressida, ha deciso di diventare proprietà di Moss Hastings.

2cbc414d6c268c7e657163346e05eb8a.jpg Anche questa notizia mi provoca una piccola fitta, ma ormai mi sto abituando all’ottovolante emotivo a cui Mystique sottopone chi le vuole bene. E poi Moss è un’amica – sa essere una domme molto dura ma certo non mi impedirebbe di andare a trovare la mia amica ogni volta che io ne avessi voglia. Mi ha detto spesso di voler proteggere Mystique da se stessa e dalla sua irrequieta ricerca di un padrone, e come me sembra avere in mente soltanto il suo bene. Alla fine, potrebbe addirittura essere Moss a fare il lavoro sporco della dominatrice, mantenendo Mystique sotto ferreo controllo, e lasciare che sia io a goderne: dopo tutto, lei ha già Chriss Rosca, che lei adora e da cui è a sua volta adorata. E ci vorrebbe poco a chiederle di darmi un qualche grado di controllo su Mystique, per tentare, finalmente, di sottoporla a mio vantaggio alla procedura Stoccolma. E magari rendere irreversibili i sentimenti che già ha detto di provare per me.

È con questi pensieri che aspetto con crescente ansia l’arrivo della data fatidica, senza poter contattare Mystique – che è tenuta dalla sua padrona in isolamento assoluto. Un tentativo di chiedere a Cressida stessa notizie della mia amica si scontra con un secco rifiuto: niente da fare. Ingoio il rospo, tanto ormai manca poco. E finalmente il giorno arriva.

Il giorno arriva, sì. Ma non accade niente. Non ricevo notizie, Mystique non mi scrive. Provo a mandarle un IM, ma è prigioniera da qualche parte e non può riceverne nè inviarne.

Moss è online e le scrivo, le mani che corrono sulla tastiera, preoccupata. Che diavolo succede? Lei non tarda a rispondermi – è una vera amica, dopo tutto. Ma ha pessime notizie: “Mystique non viene più”, mi dice, “ha deciso di restare”. Sento tutti i miei progetti sprofondare, e faccio un’altra domanda, con l’animo in subbuglio: “Restare? Con Cressida?”

“No”, risponde Moss, laconica. “Con Claven”.

 

Segue da Cuore infranto – Continua in Mystique e Claven (1)

(Prossimamente: La vendetta di Cerdita)

Cuore infranto

Cosa c’è di peggio del rendersi conto di non poter dare, alla persona che ami, quello di cui ha bisogno? Scoprire che c’è chi può farlo, naturalmente. E dover assistere, impotente mentre si impadroniscono di lei per sempre.

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Nei giorni successivi alla lettura del penultimo capitolo di “La Procedura Stoccolma” sono completamente destabilizzata. Mi sembra di aver ricevuto le istruzioni per impadronirmi del cuore di Mystique per sempre, e anche se so bene di non avere il polso per catturarla e costringerla ad amarmi continuo a rimuginare gli scenari possibili. Potrei forzare la mia natura e diventare una dominante anche con qualcuno a cui voglio bene? Devo acquistare un terreno tutto mio, per poterla mettere al sicuro dalle tentazioni e obbligarla a passare la sua Seconda Vita solo in mia presenza? Non rischio che lei si accorga subito della mia indole, decidendo di fuggire e lasciandomi con il cuore in pezzi e la consapevolezza di non essere stata all’altezza?

È con questi pensieri nel cuore che Mystique e io continuiamo a frequentarci: accorro ogni volta che lei mi invita a visitare questa prigione o quella cella – facendola aspettare, qualche volta, solo perché non pensi di potermi tirare come un cagnolino a destra e sinistra. E parliamo molto, di ciò che significa il bondage per noi ma soprattutto di quali siano le occasioni in cui può considerarsi lecito barare. Lei tende a uscire dalle gabbie non appena comincia ad annoiarsi, usando il famigerato metodo del sitting out. Io storco il naso e mi limito a seguirla solo quando nella gabbia ci sono entrata con un teletrasporto, ma sono convinta che usare sistemi del genere svuoti di senso tutta l’esperienza. Lei mi guarda spalancando gli occhioni: “I tuoi standard sono i più alti che io conosca, Win. Tu sei il mio modello e spero un giorno di essere come te”. Mi mordo la lingua: invece di lusingarmi, queste parole mi fanno scendere un brivido giù per la schiena, perché so bene che quando Mystique saprà rinunciare alla fuga non sarò certo io a beneficiarne. A meno che non mi riesca di sviluppare il mio lato domme, che fin qui si manifesta solo sporadicamente e per brevi periodi.

Una notte succede che Mystique e io ci troviamo in una stanza, da qualche parte. C’è un letto, lei ci si fa legare. Ci salgo su anch’io, mi avvicino a lei. E qui succede qualcosa che non mi sarei mai aspettata. La prima volta per me, sicuramente non la prima per lei. Non entro nei dettagli: ma finisce che rimango online fino alle quattro del mattino, senza accorgermene. Nel momento più bello faccio in modo di trovarmi anche io stretta dalle corde. E restiamo lì a lungo, legate insieme, su un letto morbido, tutto il mondo fuori, il tempo che non esiste più. Lei usa, a un certo punto, uno di quei suoi emote impossibili, che descrivono pensieri invece che azioni: “Mystique crede di amarti, ma ha paura a dirlo”.

Crede di amarmi? Nei giorni seguenti non penso ad altro. Allora l’amore può nascere anche al di fuori della Procedura Stoccolma? Sono riuscita a ottenere qualcosa senza dover cambiare la mia natura? Ormai è fatta, mi dico, e i miei pensieri affrontano già i possibili problemi: sarò un’amante gelosa? Potrò tollerare che Mystique sia fatta prigioniera da qualcun altro? Avrò la forza di lasciarla andare? Come potrò essere sicura che poi torni? Che importa: mi ama, e io amo lei e quello che è successo in quella stanza, su quel letto, è solo l’inizio di tanto, tanto tempo da passare insieme. Senza che si debba necessariamente ripetere l’esperienza: il sesso virtuale diventa subito meccanico e confesso di considerare con un certo disprezzo chi passa il tempo su Second Life cercando solo quello – una coazione squallida a reiterare le stesse frasi, a scrivere insieme scene più o meno pornografiche cercando sempre di andare oltre per dimostrare all’interlocutore che si ha il coraggio di osare. Non noi: la legherò, mi legherà, andremo insieme alle feste e a fare shopping, saremo rapite insieme da qualche malvagio Master e tenteremo insieme la fuga. Mystique e io, per sempre.

6e77c082a2a9299d48c03dabcba6197b.jpg491d2d66d9387e417790646b7caf37c2.jpg Poi arriva l’ultimo capitolo della “Procedura Stoccolma” e il mio cuore perde un colpo. Si intitola “Your Turn”, ossia “Tocca a te”: si riferisce a me? Apro la notecard con le palpitazioni e dopo averla scorsa rapidamente mi sento sprofondare. Il mio nome non vi compare nemmeno una volta – poco male, se non fosse che Mystique elenca un certo numero di persone che ha preso in considerazione come Mistress o Master perfetti, e che questa lista include anche simpatici succubi come Arther Meads, che mai e poi mai farebbe male a una mosca. Io non esisto proprio, mentre trovo un nome che non non conosco e che non mi piace affatto: un certo Jaron, che “sta bene in nero”, che è gentile e rispettoso dei limiti, e che da mesi, a quanto pare, le sta dietro. Proseguo la lettura, e si va di male in peggio: Mystique descrive tutte le trattative con lui e conclude, alla fine, con questa frase: “E questa è la fine della storia, perché quello che succede dopo non è affare di nessuno. Fine”. Sbam! È una porta sbattuta in faccia al lettore – o meglio alla lettrice che capitolo dopo capitolo si illudeva di avere un accesso privilegiato ai suoi pensieri. Una porta sbattuta in faccia a me.

Sono sconvolta, ma mi aggrappo a una tenue speranza: per concedere a Jaron le sue chiavi, Mystique scrive di aver preteso che lui si lasciasse legare per dimostrarle di essere degno di fiducia. Ma Jaron, che è un dominatore, potrebbe non aver accettato l’aut aut. Oppure il capitolo finale potrebbe essere una balla – una provocazione per vedere cosa succede agli amici quando lo leggono. Solo che io non sono il tipo da mettersi in competizione, soprattutto quando pochi giorni prima ero convinta di aver vinto. Per qualche giorno, Mystique sparisce e non ne so più niente. Poi un giorno la vedo online. E le scrivo un IM.

[2008/01/24 5:46]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Ehi Mystique… tutto okay?
[2008/01/24 5:47]  Mystique Aeon: sì, appartengo a jaron, e ne sono felice.
[2008/01/24 5:47]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Oh!
[2008/01/24 5:48]  Mystique Aeon: tu come stai?
[2008/01/24 5:48]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Ok, credo
[2008/01/24 5:49]  Mystique Aeon: non ne sembri troppo sicura.
[2008/01/24 5:49]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Non sto facendo nulla di speciale, diciamo

Mi scollego subito dopo, cercando di trattenere le lacrime. Come al solito, tutto quello in cui speravo dimostra di non aver mai avuto il minimo fondamento nella realtà: tutta la nostra storia era stata un parto delle mie fantasie, e quella sera sul letto – beh, quella sera sul letto era stata per lei solo un’avventuretta passeggera, niente che potesse lasciare traccia nella sua memoria di ragazza molto più attiva di me, molto più irrequieta e molto meno romantica. A me, Mystique ha preferito Jaron – forse perché lui è un maschio, forse solo perché ha il polso più fermo. Forse perché ha saputo chiedere, mentre io mi sono illusa di ottenere tutto senza chiedere nulla. E sono rimasta a mani vuote, con un paio di manette e un cuore in frantumi.

Svuotata di qualsiasi desiderio di giocare, nei giorni successivi mi lascio catturare da chi capita, per finire in mano a Blackbear Babii – una Mistress estremamente gentile ma che mi tiene segregata per una decina di giorni in una tuta a strisce, facendo disperare alcuni dei miei amici più cari. Se non posso avere Mystique, non so cosa farmene di me stessa e sono pronta a rinunciare alla mia libertà per sempre. A costo di perdermi tutti i contatti – inclusa una biondina italiana che da poco ho incontrato a Stonehaven mentre imparava da Zahnbuerste Strom i primissimi rudimenti del bondage. Una certa Samy80 Owatatsumi, che mi sembra da approfondire, ma con cui in questo momento difficile non mi sento di fare amicizia.

65673070ec9f69f67171e58472351134.jpgf6d349d6c4bcadf11ac48138281c05a1.jpg3b05cfab73f79eeb0dc8a692bc604b6c.jpg060ace81fa9563871730e83b4a26f771.jpg Poi, come al solito, le cose vanno diversamente dai piani. Blackbear è una di quelle Mistress che hanno a loro volta una Mistress, e mi lascia andare perché tocca a lei sottomettersi alla sua moglie/schiava, FionaChiara Voom. Tornata a Stonehaven, comincio a passare molto tempo con Samy80 insegnandole tutto quello che so sui Real Restraints e scoprendo quanto la nuova arrivata sia vivace, brillante, spiritosa e pronta a tutto pur di divertirsi. Da Mystique, nessuna notizia: spesso è online ma non la si vede più in giro. Deve essere imbavagliata da qualche parte, perché non riceve nè può scrivere IMs intelligibili – e in ogni caso che senso avrebbe, da parte mia, cercarla? Se con Jaron è felice, ebbene, non sarò certo io a mettermi di traverso per cercare di riconquistarla. So quando è il caso di farmi da parte. E poi, il tempo passato con Samy80 si rivela, sempre più spesso, qualcosa di più di un riempitivo: a volte resto collegata in attesa che lei appaia online e cominci a subissarmi di domande su questo paio di manette, su quella gabbia, sul tal personaggio, e su mille altre cose. Comincio a portarla in giro, a mostrarle posti nuovi che penso possano divertirla. Fino al giorno in cui decido di accompagnarla a Ratmaw, la prigione dove, una volta, Mystique mi aveva mostrato la sua cella favorita.

Ho ancora con me il LandMark di quella visita, laconicamente intitolato “In cell”, e uso quello per teletrasportarmici, passando con Samy qualche minuto di divertimento… fino a quando, all’improvviso, mi rendo conto che in quella stessa cella stanno comparendo proprio Jaron e Mystique. Urlo a Samy di fuggire, che le spiegherò tutto, e lei si teletrasporta altrove all’istante – io invece, bloccata dal Restrained Life Viewer, sono in trappola. Mystique sparisce subito (un crash?) e Jaron – che non mi conosce ancora – ci mette pochissimo ad ammanettarmi e legarmi su una branda – proprio accanto a quella dove, nei pochi istanti prima del crash, è comparsa brevemente la mia ossessione.

Anche qui, chiedo scusa se evito di andare nei dettagli. Quello che Jaron mi fa, su quella branda, forse non sarebbe un incubo di per sè. Quello che Mys aveva detto era vero: Jaron sa dominare con una certa eleganza e anche nell’abusare di te sa trovare una sua gentilezza che, nella situazione adatta, potrebbe anche sedurre. Ma questa situazione è tutta sbagliata: forse Mystique mi ha vista lì, forse ha pensato che fossi venuta a spiarla, forse si è scollegata per l’imbarazzo, forse è arrabbiata con me. E tuttavia potrebbe ricomparire da un momento all’altro, e sarebbe anche peggio: mi coglierebbe nelle mani dell’uomo che ama, mentre costui mi fa cose che probabilmente fa a lei quando si trovano soli. Ma cosa posso fare? Le manette mi impediscono di fuggire, mi impediscono di reagire. E per quanto mi sforzi di contrastare le mie sensazioni, le mani di Jaron sanno fin troppo bene come muoversi. Faccio il possibile per resistere, imploro, minaccio. Alla fine, cedo e, benché divorata dai sensi di colpa, mi abbandono al piacere.

Mystique non ricompare online per tutta la serata, un’ora o forse più che sembra non finire mai. A questo punto, la sua assenza è per me un sollievo – ma anche forse una pietra tombale sul nostro rapporto. Perché, una volta fatti i suoi comodi (ma anche i miei, devo ammetterlo, maledizione) Jaron mi chiede di non raccontarle mai cosa è successo fra noi: “Mysti mi piace molto”, commenta: “non vorrei che questo potesse sconvolgerla. Questa è una di quelle cose che non è successa se nessuno ha visto“. Rimango per un attimo senza parole a questa ipocrisia. Ma non sono anche io l’ipocrita numero uno? Va bene che sono legata, ma ho appena finito di provare piacere per mano del ragazzo della mia migliore amica. “Capisco”, rispondo infine, “anche se devo farti notare che avresti dovuto pensarci PRIMA”. Jaron ha la risposta pronta: “Mystique ha rinunciato completamente alla sua libertà. Mi ci devo ancora abituare. Non voglio limitarla completamente, ma non le ho mai promesso alcuna esclusiva… però mi spiacerebbe se la cosa la facesse soffrire”.

Ecco, magnifico. Adesso che ho un segreto con l’uomo della donna che speravo di conquistare, con che faccia posso scriverle o parlarle ancora? Mentre Jaron, estratte le chiavi della prigione, mi congeda, mi rendo conto di aver perso Mystique per sempre. E non so che la storia, invece, è destinata a complicarsi ancora.

 

(Prossimamente: Bane Operator)

I diari di Mystique

Seconda tappa del tentativo di ricostruire in pochi post i molti mesi del mio rapporto con Mystique – scoprendo le molte cose che ci accomunano ma ancora senza sapere quello che finirà per dividerci.

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Come tutte le persone che amano scrivere, adoro la lettura e, fra i mille generi possibili, una cosa che mi appassiona è la diaristica: poter seguire gli appunti quotidiani di una persona interessante mi affascina, spesso, più di un romanzo o di una biografia. Leggere i diari di qualcuno che conosco personalmente, però, è per me un’esperienza addirittura ipnotica. Mi sembra di avere accesso alla sua anima, di scoprire fra le righe quello che abbiamo in comune e quello che ci divide. E di avere un dialogo molto più intimo di quello che si può avere in occasioni di incontro spesso veloci.

Col passare dei giorni, Mystique mi ha continuato a passare via via i nuovi capitoli della storia della sua (seconda) vita, e io li ho divorati tutti, uno dopo l’altro, scoprendo quanto profondamente ciò che le accadeva su Second Life potesse influenzarla nella vita reale. Riporto e traduco un passaggio del secondo capitolo, Panic Attack!, in cui descrive le sue sensazioni dopo essere rimasta per ben due giorni prigioniera di Claven Albatros, che aveva rilevato le sue chiavi da Kaori Nozomi:

Questa cella non aveva molti visitatori per cui mi trovavo per lo più da sola. Indossavo anche le manette per i gomiti (…). Mi trattenevano le braccia sulla schiena e sembravano costringermi in una posizione molto scomoda sul lungo periodo. Erano giorni che mi osservavo con le braccia strette sulla schiena e la cosa cominciava a rendermi nervosa. Credo di essere una persona molto suggestionabile e cominciai a sentire un indolenzimento alle giunture delle spalle e subito sopra i gomiti, dove le manette mi stringevano. So che tutto questo non è reale, ma avevo passato così tante ore a identificarmi col mio corpo sullo schermo che il mio cervello aveva iniziato a mappare ciò che mi accadeva su SL alle reti neurali corrispondenti nei miei gangli fondamentali. Non si trattava di un evento senza precedenti. Una scimmia con un impianto neurale ci aveva messo due giorni a mappare le azioni di un braccio robot sui suoi gangli, ed era in grado ci controllare il braccio del robot con la stessa facilità con cui controllava il proprio. Ma qui non si  trattava di un esperimento di neuroscienza. Era un incidente. La mia estrema suggestionabilità, combinata con le molte ore passate in questo ambiente nuovo, aveva provocato un fenomeno inatteso. Mi scollegai, pensando che avrebbe risolto il problema. Ma non ne ebbi alcun sollievo. Era come se fossi due persone, quella nella Vita Reale e quella su SL, e sapevo che quella su Second Life era ancora legata e sofferente, e mi sentivo così anche io. Il mio terrore crebbe e non potei fare altro che tornare online per cercare di liberarmi.

256440afb298d53106b50ed370e8bfdb.jpg In quel caso, Mystique era poi riuscita a farsi liberare da Moss tramite la Real Key – una sorta di chiave di sicurezza presente nei Real Restraints, ma che per molti costituisce un modo appena legalizzato per barare. Ma tutto quello che aveva provato, l’angoscia del sapersi legata su Second Life anche quando nella vita reale tutto va bene, era qualcosa in cui potevo identificarmi perfettamente. Così come mi identificavo in quello che appariva, via via, nei capitoli successivi. La scoperta di come il bavaglio impedisca di parlare, e di quali semplici frasi si riescano comunque a pronunciare in modo comprensibile… Il fastidio per chi, solo per il fatto di averti catturata, ritiene di poterti chiamare slut (troia, sgualdrina)… L’amore per Bunny che l’aveva catturata, qualcosa che io avevo provato solo per qualche attimo, prima che lei mi lasciasse andare, avvertendomi che il suo cuore era di qualcun’altra. Ma era amore? Ecco come Mystique descrive una sua chiacchierata con Bunny:

Le confessai quanto l’amavo. Ne fu lusingata ma disse che non era amore. Quel pensiero mi mise a terra. Non era amore. Non me n’ero resa conto, ma aveva ragione. Come poteva essere amore? Non è necessario conoscere qualcuno molto bene e a lungo per potersene innamorare? Non si trattava che di un effetto del bondage. Non era amore; era la Sindrome di Stoccolma. Ma ti fa sentire come innamorata. Ti fa sentire piena di amore, più forte di qualsiasi amore io abbia provato (non che in proposito abbia avuto molte esperienze, nella Vita Reale). Un amore paralizzante, ossessivo, capace di consumarti. Cosa è l’amore se non una sensazione? Se la sensazione è amore, come può non essere amore? La sola differenza è come ci si arriva, ma la destinazione è la stessa.

Ed è qui che iniziano i guai, perché questa cosa che stiamo chiamando alternativamente amore o Sindrome di Stoccolma è qualcosa di forte e distruttivo – qualcosa che in Mystique scatena una gelosia furiosa quando Bunny passa del tempo con la sua amata Niamh, o con qualche altro avatar. Anche una prigioniera soffre di bisogno di attenzione e Mystique prova – quando Bunny lega o è legata da qualcun altro – una rabbia impotente che cresce di minuto in minuto. Mystique fugge una volta accettando, dopo lunga solitudine, un TP da Faye, e ritrovandosi in una gabbia, prigioniera della temibile Mistress Idoru Ryba… poi però fugge, barando, e torna da Bunny a capo chino, riuscendo a farsi perdonare di essersi allontanata senza permesso. Ma la situazione non è cambiata e il tormento della gelosia riprende fino al giorno in cui, libera da manette ma non dalla promessa di restare lì ad aspettarla, Mystique non decide di andarsene per sempre, lasciandole un biglietto in cui la implora di perdonarla ma di non farcela a restare con lei nella consapevolezza che il suo amore – o Sindrome – non è corrisposto con la stessa intensità.

937542681a36f48d2a76aa757191fe2c.jpgBunny ci resta malissimo – a tutt’oggi mi ripete, ogni volta che ne parliamo, che Mystique è una pazza, che nel suo diario ha modificato molti fatti per farli sembrare più spettacolari o drammatici, e che dopo due fughe consecutive è diventato evidente che non ci si può fare alcun affidamento. Non stento a credere che possa essere vero, eppure so che le emozioni descritte sono reali: che Mystique è davvero lacerata fra il bisogno di allontanarsi da Bunny per cancellare la gelosia e la tentazione di tornare da lei ancora e ancora, sempre sperando di diventare la sua schiava per sempre. Sono sensazioni che sembrano, pantografate, le mie: io non cerco (non ancora?) una situazione stabile di sottomissione. Rossella sostiene che cerco la persona giusta, ma anche che in realtà, sotto sotto, ho una tendenza dominante che è destinata a venir fuori, prima o poi. Eppure so bene quali sono state le mie sensazioni su Second Life e sono consapevole che, prima o poi, dovrò farci i conti. Proprio in questi giorni, Samy80 è tornata dalle vacanze e non ho ancora avuto modo di passarci un po’ di tempo insieme. Forse non mi è nemmeno ben chiaro perché faccia questa associazione, visto che quello che abbiamo condiviso fin qui mi sembra sia soprattutto un approccio molto giocoso. Eppure l’associazione mi è venuta in mente e non posso cancellarla. Così come non posso cancellare il pensiero di persone conosciute in tempi recenti: Francis Garrigus, che è venuto a votarmi al concorso dopo aver scoperto per caso questo blog… Arctic, che mi aveva promesso/minacciato una lezione… la stessa Rossella.

Scuoto la testa e scrollo via questi pensieri oziosi, e torno al diario di Mystique: lacerata dall’impossibilità di tornare ancora una volta da Bunny, la mia amica si mette scientificamente alla ricerca della Mistress perfetta, e nel capitolo sei del suo diario butta giù in otto punti quella che battezza “La Procedura Stoccolma”. Lascio ancora una volta la parola a lei:

Qualcuno è più sensibile ad essa di altri ma se vi piace essere controllati da qualcun altro è probabile che funzioni anche su di voi. Il tempo necessario non è lo stesso per tutti, ma ritengo che da 2 a 10 giorni sia un periodo ragionevole, che però dipende anche da condizioni come il tempo passato online e l’abilità della Mistress. Il primo paio di volte che è accaduto a me non avevo idea di cosa succedesse, per cui è stata una grande sorpresa, ma ora conosco bene la sensazione e mi rendo conto, gradualmente, mentre accade, come se affondassi nelle sabbie mobili. Gli effetti saranno irresistibili sensazioni di amore per la Mistress e l’incapacità di disobbedirle in sua presenza. La vittima della procedura non deve essere necessariamente consenziente. È possibile eseguirla su qualcuno contro la sua volontà.

La procedura:

1. La Mistress deve avere controllo esclusivo sulla sub per un esteso periodo di tempo. Si raccomanda il RealRestraint viewer.

2. Il controllo deve essere personale, non una gabbia automatica. Richiede un certo investimento temporale da parte della Mistress.

3. La Mistress deve esercitare il controllo in autonomia secondo il suo capriccio. La sub non deve sapere ciò che la Mistress farà, o essere in grado di controllare le azioni della Mistress, quindi non sono necessarie penalità predefinite per infrazioni specifiche.

4. Il controllo deve variare a capriccio della Mistress. Le condizioni di isolamento non possono essere immutabili. Dovrebbero esserci periodi di isolamento minore alternati a periodi di isolamento maggiore. La successione di questi cambiamenti deve essere ignota alla sub.

5. Il benessere della sub deve dipendere completamente dalla Mistress. Il timore di ciò che la Mistress potrebbe fare ispirerà il desiderio di compiacerla. La Mistress dovrà punire occasionalmente la sub, sebbene una punizione continua sia controproducente.

6. La sub deve essere costretta a restare coinvolta nel procedimento, non restarsene a guardare la TV. Esistono infiniti mezzi per assicurare questa condizione, e uno possibile è esigere che la sub consegni periodicamente rapporti scritti che descrivono le sue sensazioni. I rapporti serviranno anche ad aiutare la Mistress a seguire i progressi della procedura.

7. La Mistress dovrebbe visitare la sub spesso, ma non costituire una presenza continua. 

8. Il periodo complessivo di isolamento deve restare ignoto alla sub ed essere legato al capriccio della Mistress. La Mistress dovrebbe indicare alla sub una gamma di durate possibili, ad esempio da una settimana a parecchie settimane. La sub deve credere di non essere in grado di sopportare la lunghezza complessiva. La sub deve temere che sarà troppo lungo, più di quanto possa sopportarlo.

e3a778a462af712704446fb5831060d8.jpg Mi fermo qui, per oggi. Si parlava di Topping from the Bottom? Ecco un esempio di quello che Mystique è capace di fare, e di pretendere da chi volesse diventare la sua padrona. Ed ecco qualcosa che, per me, scatena una inquietudine profonda. Anche se non sono affatto convinta che la Procedura possa avere su di me un effetto così profondo (almeno questa è la mia esperienza fino ad oggi) questa ragazza è troppo, troppo simile a me perché io possa lasciarla andare: deve essere mia. Eppure, mi rendo conto con amarezza, sono troppo simile a lei per poterle dare qualcosa che, in misura minore e non così estrema, forse anche io sto cercando. Come posso sperare di diventare la Mistress di Mystique quando in realtà sono anche io alla ricerca di qualcuno che si impadronisca delle mie chiavi? Come posso sperare di eseguire su di lei la Procedura Stoccolma quando, dopo aver tenuto qualcuno prigioniero per dieci minuti, comincio a pensare come fare a lasciarlo andare senza farlo restare male? E poi, come devo interpretare questa pagina del diario? Mystique ormai sa bene che lo leggo avidamente, e potrebbe aver scritto queste indicazioni sperando che sia io a metterle in pratica. Si tratta di un messaggio per me? Oppure sono solo la lettrice autorizzata di una storia di cui in realtà non faccio parte?

Altro che Sindrome di Stoccolma. Questa ragazza mi ha preso il cuore e l’ha messo sotto chiave. E ancora nemmeno so se se ne sia accorta.

 

Continua in Cuore infranto

(Prossimamente: Intermezzo – Francis Garrigus)

Mystique, il primo incontro

Ci si può innamorare di un altro avatar? Certo che si può, quando si incontra qualcuno con cui ci si riconosce profondamente, e come nella realtà si tratta, spesso, di un colpo di fulmine. Ma i fulmini possono bruciarti e, a volte, quella che credi un’anima gemella può ferirti più profondamente di una compagnia occasionale.

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È così difficile parlare ad altri di qualcuno che ami. Tu scavi nella memoria del tuo cuore, fai l’impossibile per tentare di esprimere a parole le emozioni che questa persona provoca in te. Ma chi ti ascolta, di solito, recepisce poco più di una serie di luoghi comuni – e forse non potrà mai capire perché, per te, proprio quella persona è unica e importante, e capace di scuoterti come una foglia quando pensi a lei o quando ci passi del tempo insieme. Forse è per questo che ci ho messo così tanto per cominciare a raccontare della piccola Mystique Aeon – la ragazza a cui ho insegnato a non barare mai, quella per amore della quale ho rischiato di diventare schiava di Claven Albatros, colei che senza saperlo spezzò il mio delicato cuore di avatar facendo sì che mi lasciassi catturare da Mistress Blackbear Babii. E anche quella che, proprio ieri, all’improvviso mi ha tradita consegnandomi a Jaron – e un istante dopo se n’è pentita, rovinando tutto, facendomi arrabbiare sul serio e, chissà, forse curandomi finalmente dalla mia ossessione per lei.

Perché quella che avevo per Mystique era, davvero, un’ossessione: mi capitava, nella vita reale, di sorprendere i miei pensieri a tornare a lei e a quello che stava passando in quel momento. E mi capitava di parlarne agli altri avatar e spesso di scoprire che eravamo in tanti a preoccuparci per lei, a seguire con crescente inquietudine la sua sperimentazione di detenzioni sempre più lunghe e sempre più restrittive, e la sua progressiva scomparsa dai luoghi che tutti frequentavamo. Fino a diventare, per lunghi periodi, una specie di fantasma, che tutti volevamo proteggere da lei stessa per i suoi comportamenti autodistruttivi… mentre forse eravamo noi amici che avremmo dovuto imparare a proteggerci da lei. Perché il suo atteggiamento da succube perfetta è in realtà una trappola, perché alla fin fine lei è il tipo che – come si dice – ha la tendenza a topping from the bottom... a dominarti con la sua sottomissione. Sotto l’atteggiamento remissivo, Mystique nasconde invece una volontà di ferro, che in più di un’occasione consuma ed esaurisce nervi e cuore a chi si illude di poterla tenere in pugno, e che mette a dura prova anche chi, come me, sarebbe stata pronta a buttarsi per lei nel fuoco dell’inferno, con un peso attaccato al collo.

c883b9a507344094bcc8775a62a11684.jpg Se ci penso bene, è stata lei anche a decidere il nostro incontro. Erano i miei primi tempi a Stonehaven e, come spesso accadeva, girovagavo senza meta cercando di capire come mettermi nei guai. In giro c’era poca gente, ed era impossibile non notare quella moretta incatenata al muro del castello. Portava una maglietta corta con su disegnate delle manette, e un paio di hot pants verdi estremamentee succinti. Aveva le braccia ammanettate dietro la schiena, le gambe costrette dalle cavigliere in posizione genuflessa ed era imbavagliata. Mi sembrava chiaro che fosse proprietà privata di qualcuno, e credo che non mi sarei mai avvicinata, se non avesse fatto lei la prima mossa. “Ciao”, mi fa lei per prima. Il bavaglio trasforma il saluto in un bofonchio, ma io frequento la zona da abbastanza tempo per aver imparato a capire i mugolii di chi parla con la bocca tappata. Sventurata, le rispondo, e sono perduta.

Una delle prime cose che Mystique mi chiede è se ho voglia di giocare un po’ col suo “Odium”. Oltre ai legami che ho descritto, scopro che indossa una specie di vibratore interno su cui non ha il controllo e che io scopro, cliccando, di poter accendere e spegnere a mio piacimento. Non amo particolarmente questo genere di strumento: basta un click per leggere in chat cose del tipo “Mystique Aeon sente un brivido di piacere mentre la macchina entra in azione”… mi sembra un modo per semplificare troppo la vita a chi non sa portare avanti nemmeno quel minimo di gioco di ruolo che da solo può, a volte, dare un senso a una solenne idiozia come il famoso sesso virtuale. Però cliccare un po’ su quell’affare non mi costa niente, così mi ci applico distrattamente, tenendolo acceso per un poco, poi spegnendolo sul più bello, poi accendendolo di nuovo durante una conversazione, poi spegnendolo ancora. Senza troppo farci caso, senza strategia e senza davvero osservare le reazioni di Mystique – che, nel frattempo, slego dal muro e porto in una gabbia lì vicino, chiudendocela a chiave.

Eppure, evidentemente, anche senza farlo apposta devo aver fatto qualcosa di giusto: ansimando, Mystique confessa che la sto facendo impazzire e che per lei quest’alternanza fra lo stimolo elettronico e la sua assenza è un delizioso tormento, che la porta più volte sull’orlo dell’orgasmo e ogni volta glielo nega all’ultimo istante con crudele malizia. Quando me ne rendo conto, mi decido a lasciare l’oggetto in funzione abbastanza a lungo in modo che lei possa, finalmente, arrivare fino in fondo. Non sono una Mistress e non sempre me la sento di negare qualcosa a qualcuno che sta fremendo – nemmeno quando la negazione è proprio ciò che questa persona sta cercando. Però, a quanto sembra, il tormento è durato abbastanza a lungo da far sì che per Mystique si tratti di un’esperienza importante. Mi aggiunge alla lista dei suoi amici, mi chiede se sono interessata leggere la sua storia e mi passa alcune notecard. Poi si scollega e io comincio a leggere, prima senza farci troppo caso e poi, via via, con attenzione crescente.

e4d03a04a534fe6aa26f24dddd4041a7.jpg Perché la storia di Mystique ha, sorprendentemente, parecchi punti in contatto con la mia. Anche lei ha iniziato la sua esperienza nel BDSM con le gabbie di Psi Merlin, di cui è stata anche prigioniera per diversi giorni. Anche lei, dopo un po’ di giorni a spasso per Stonehaven, è stata rapita dalla mia cara Bunny Hastings, che se l’è portata a casa (lo stesso cottage a Silent Wind che anche io ho conosciuto) e l’ha tenuta a lungo prigioniera lì, all’interno di un tubo. E anche lei si è innamorata, di Bunny, proprio come era successo a me quando mi ero trovata in suo potere, legata e imbavagliata e chiusa in una casa che non conoscevo. Mystique la chiama Sindrome di Stoccolma, ma si tratta di un’etichetta semplicistica: quello che mi conquista, nelle sue notecard, è invece il candore e la precisione di dettaglio con cui descrive le sue sensazioni di prigioniera di Second Life – e l’inquietante coincidenza di tante di queste sensazioni con le mie. Per tante persone, vedere il proprio avatar con le braccia legate dietro la schiena non ha, probabilmente, un effetto che vada al di là di quello che può dare un qualsiasi mediocre videogioco: per Mystique (e per me) si verifica invece un fortissimo transfert sulla vita reale. Vedere il nostro avatar legato ha su di noi un effetto che in parte è anche fisico: le braccia, seppur libere, ci si irrigidiscono davvero e, dopo molte ore, sentirsi i gomiti serrati dietro la schiena produce in noi una sorta di malessere reale, un fantasma di crampo che diventa indolenzimento autentico. Essere rapite e legate su Second Life non è solo un gioco di ruolo: la costrizione non ti lascia lividi sulla pelle, ma non si limita affatto alla sola fantasia.

E poi c’è l’amore per chi ci cattura. Mystique si è convinta che la sindrome di Stoccolma sia una forma automatica di autodifesa insita nell’essere umano: forse la cavernicola che veniva brutalmente rapita e posseduta con la forza da un nerboruto uomo di Neanderthal finiva per affezionarglisi obbedendo a un impulso di conservazione di se stessa e della specie… e questo istinto si è trasmesso in qualche modo fino a quelle come noi. Fatto sta che Mystique si è convinta di essere destinata a innamorarsi di chiunque la catturi e mantenga su di lei un controllo assoluto per un tempo sufficientemente lungo. Io non so se sono tanto d’accordo: ma non ho mai sperimentato una cattività davvero a lungo termine fino ad ora… e in qualche modo sono affascinata da qualcuno che sembra aver già capito quello che cerca nel mondo del BDSM. È più di quanto io possa dire di me stessa: io non so perché mi piaccia tanto essere immobilizzata da qualcun altro. Mystique sì: lei cerca e di solito trova l’innamoramento – forzato, condizionato dal rapporto di forza e dalla Sindrome di Stoccolma, ma pur sempre un innamoramento.
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In uno dei primi post di questo blog riflettevo sul fatto che magari farsi sigillare in un banesuit è un po’ un modo per provare l’emozione della morte e del lutto altrui prima che sia giunto il tempo. Però anche il punto di vista di Mystique ha un suo perché: il possesso altrui come un abbraccio globale, che ti include in modo totalizzante come un amore che ti divora. Thanatos o Eros? Penso alle considerazioni di Rossella, penso a Samy che mi chiude il casco del banesuit attorno al collo, a Jaron che mi trascina in manette su nel cielo, a Bunny che mi toglie tutti i tentativi di fuga, a tante e tante gabbie che ho sentito chiudersi automaticamente alle mie spalle, alle mani di Forrest che mi imprigionano con ferma dolcezza nelle corde dello shibari. E non so ancora darmi una risposta.

 

(Prossimamente: I diari di Mystique)