Ritorno amaro

Un mazzo di chiavi restituite. Un caso diplomatico urgente. Una riunione a cui, già lo so, non posso partecipare. I frutti avvelenati di una lunga assenza.

chiaviaddio_001.jpg

Non pensavo mai che avrei dovuto pubblicare una foto come quella qui sopra. Jelena e io, faccia a faccia. Lei senza collare, io che lascio cadere nella sua mano un piccolo mazzo di chiavi. E due persone molto importanti della nostra Second Life, Belias e Nemesis (alias Clelia, alias Frine), che assistono imbarazzate.

Qualcuno dice che certe situazioni vanno risolte in IM – una sorta di variazione tecnologica del concetto per cui i panni sporchi si lavano in famiglia. Ma ci sono rapporti che coinvolgono anche il prossimo e, fra questi, sicuramente c’è il tipo di rapporto che prevede un collare. Due persone si appartengono intimamente, ma il collare è un segno rivolto all’esterno. E quando non c’è più è giusto – e, aggiungerei, sano – che se ne conosca il motivo.

Snapshot_002 2.pngSnapshot_001 4.pngSnapshot_006.pngHo dovuto togliere il collare a Jelena per necessità tecniche, quando l’ho sottoposta al banishment. La pena che le avevo imposto, secondo le regole della Kelley Tech, superava le cento ore. Abbastanza, facendo una stima, per non esaurirsi prima del mio ritorno dalle vacanze – sempre che Jelena non incrementasse le ore quotidiane in cui era solita collegarsi.

Però, una volta tornata, ho scoperto due cose. Prima di tutto che nel corso del banishment Jelena, con la complicità di un altro personaggio chiave del WCF (di cui, per il momento, preferisco non fare il nome) ha tentato di manipolare il suo Custodian. E poi che durante la mia assenza si è collegata molto più a lungo del normale, riuscendo pertanto a completare legalmente la sua sentenza – incluse le non poche estensioni automatiche impartite dal meccanismo.

Il risultato? Al momento del nostro incontro dopo due settimane, Jelena era uscita dal banishment. E non accennava a rimettere addosso il collare che ha portato, senza interruzione, dal giorno in cui si era sottomessa a me e che sarebbe stato suo dovere rimettere allo scadere della pena.

A tutto questo si aggiunge, mi si dice, un aggravarsi di certe tensioni fra il Femdom e il WCF. Qualche scontro fra singole persone è sempre stato all’ordine del giorno – e fa parte dell’ordine naturale delle cose. Ma stavolta sento voci insistenti che parlano di un possibile abbandono della land da parte della bella community di Fujiko. Una situazione da chiarire, più che un problema vero e proprio, ma che comunque bisogna affrontare – soprattutto per quello che riguarda chi riveste ruoli di responsabilità in entrambe le strutture. Potrebbe rendersi necessario, per mantenere buoni rapporti, introdurre una sorta di separazione delle carriere.

Infine, anche il WCF ha bisogno di qualche intervento. Da tempo, un paio di guardie benemerite hanno dedicato alla prigione un’attività particolarmente valida, costante e affidabile, ed è giunta l’ora di riconoscerlo in modo ufficiale. Ci sono alcune nuove stanze da inaugurare, un nuovo e più incisivo metodo di restrizione da implementare. Nuove regole, nuovi manuali. Un sacco di lavoro, insomma.

Non c’è tempo, adesso, per le questioni personali fra me e Jelena. Stasera, 22 luglio 2010, tutte le guardie e le co-owners (oltre a Jel e me, Lella Demonia e Andromeda Sawson) sono convocate a una riunione nell’aula del tribunale per ascoltare (ed, eventualmente, discutere) alcune delle novità che riteniamo necessario introdurre. Sarà Jelena a condurre l’incontro, a partire dalle 22.00 ora italiana, perché io so fin d’ora che non mi è possibile intervenire. Leggerò poi la trascrizione completa della discussione e valuterò di conseguenza come comportarsi. Per quanto riguarda le decisioni relative al WCF, lo metto nero su bianco (anzi, azzurrino su nero, visto il formato di questo blog), Jelena ha la mia totale fiducia: abbiamo discusso l’ordine del giorno di questa sera via mail e sono certa che lo rispetterà nel modo più assoluto. Chiunque sia interessato a partecipare, anche se non fa parte dello staff, è il benvenuto.

chiaviaddio_003.jpgQuanto alle questioni più personali… con lei, di lei e me, ne riparleremo una volta affrontate e risolte queste emergenze. Per adesso, non ha senso che io tenga in tasca un mazzo di chiavi a cui non corrisponde una situazione più che cristallina. La fiducia non si può dare per scontata ma deve essere riacquistata, giorno per giorno. E, soprattutto, bisogna volerlo fare.

È Second Life, bellezza, e nessuno può farci niente. Non siamo che bolle di sapone soffiate dal vento. E tutto può finire in qualsiasi momento, soprattutto la proprietà di un collare.

Indagini su un bane al di sopra di ogni sospetto

Mentre perdura l’assenza di Win da Internet e da Second Life (dovrebbe tornare, come promesso, attorno al 14 luglio) la redazione ha scovato alcuni appunti verosimilmente scritti dall’Operatrice della Kelley Tech prima della sua partenza. Li proponiamo così come ci sono pervenuti, con immagini raccolte da varie fonti e, in qualche caso, di provenienza incerta. Si ignora come si sia sviluppata questa brutta faccenda, ma qui appaiono elementi che fanno sospettare che non si tratti di un nuovo caso di abuso personale di Operatore sui bane ad esso affidati… ma di qualcosa di più grosso.

jelenaprimogiorno_002.jpg

Ho parlato con Jelena… cioè, col bane J-7297, maledizione, non mi ci abituo, a chiamarla così… non riesco a farla parlare. Chi e perché l’abbia condannata al banishment davvero non lo so immaginare.

So che mi do la colpa di essere stata assente. Sono stata una padrona senza grinta. Lo so, siamo amiche prima che dom e sub. Ma lei porta il mio collare, accidenti. O meglio, lo portava, visto che per il banishment gliel’ho dovuto togliere.

E ora che ci penso… se il banishment finisce prima che io torni, sarà libera – priva di controllo, senza nemmeno lo spy per poterle stare dietro. L’angoscia per la partenza imminente mi sa che viene anche da questo.

Basteranno, 96 ore? Posso sperare che le infrazioni la tengano ben sigillata fino al mio ritorno?

Michela_006.jpgRipenso a quando ho sentito nascere il rapporto fra Jelena e Michela. A quella volta che sono stata invitata ad assistere mentre Jelena le metteva il collare. A come quel piccolo privilegio mi facesse sentire privilegiata… ma anche un po’ fuori posto, quasi una terza incomoda in un momento particolarmente intimo e personale. Ho scattato qualche foto, sì… ma non sapevo tanto cosa stava succedendo. Jelena che condivideva con me la collarazione di Michela: un regalo alla sua Win, oppure un modo di costringermi a essere testimone del risveglio in lei di quel lato dominante che per tanti mesi le ho represso?

Perché Jelena lo sa: quando lei sta legando Michela, così come quando stava legando Frine Sapphire, io mi sento bloccata. Non vado certo a prendermela, interrompendo una scena, per il mio piacere. Potrei farlo, non so se dovrei farlo ma di certo sarebbe mio diritto. Eppure non accade – come ben di rado accade che mi intrometta fra Lella e Nightwish… (e questo anche se Lella mai e poi mai ha omesso di salutarmi e cercarmi nell’istante che io mi collegavo, pronta a lasciare tutto per venire a inginocchiarsi davanti a me)… e come non accadeva che interrompessi i giochi di Lorella con Marita. Jelena lega Michela e, sotto sotto, sta dicendo: “Win, adesso ho da fare”. O no?

motoc_001.jpgSnapshot_002 1.jpgForse no. Forse sono le menate che mi faccio adesso che Jelena è un bane – in mio potere finché non scadrà il suo tempo, e proprio nel momento in cui io sono costretta a non esistere per un bel po’ di giorni. Non mi è mai accaduto di sentire tanto lontano qualcuno su cui ho il controllo, di cui ho le chiavi. Le chiavi del casco non sono nulla se non sei sicura di avere ancora quelle del cuore – e al diavolo se questa è una frase da cioccolatino. Jelena è mia. Voglio che resti mia. E di recente qualche incrinatura mi è parso di notarla… come quel giorno in cui l’ho trovata trasformata in motocicletta e, sebbene l’abbia potuta cavalcare in giro per il piazzale, l’ho poi trovata parcheggiata a casa di Ewyn Raymaker.

lorellabelias.jpgNon basto più? Jelena sta cercando qualcos’altro? E Lella, che si collega pochissimo? È davvero la sua RL che la travolge come la mia travolge (felicemente) me, oppure si collega di meno perché appartenermi le impedisce di divertirsi (si sa quanto io sia gelosa anche di piccoli rapimenti tutto sommato innocenti) e se io non ci sono si ritrova bloccata per niente? Lo so, lo so, c’è Nightwish – che è un motivo eccellente per collegarsi e quindi anche questa è una mia paranoia vuota. Ma intanto Frough ha di nuovo lasciato SL per un po’ (questioni di RL, in parte). Lorella la vedo pochissimo, perché viaggia tanto e col portatile del lavoro non riesce a collegarsi se non con un client testuale che non ha il RLV. Oggi, collegandomi per un saluto pochi istanti dopo averla vista online, l’ho trovata a casa sua, sul letto di Belias, a farle un massaggio. E, di nuovo, è una paranoia, perché sono due amiche strettissime, perché vivono insieme, per tutti quei motivi che solo in parte ho raccontato e che hanno reso così difficile il momento in cui le ho chiesto le chiavi del suo collare… e se anche non fosse, la prima cosa che ci siamo dette era stata che non sarei mai stata una padrona di chiavi possessiva e gelosa. Eppure non credo proprio di essere riuscita a nascondere un momento di imbarazzo quando sono arrivata a Leords – e anche per questo mi sento una cacca. Perché dovrei invece essere solo contenta che una cosa del genere possa succedere – in modo che un giorno o l’altro anche Belias e io si possa stare vicine e giocare senza più il disagio che nasce da un passato ormai sepolto da tempo.

No. Ecco, una cosa devo ripeterla. I miei problemi sono immaginari. Sono dentro di me, sono paranoie, pippe mentali. Ora basta scrivere appunti, Win. Chiudi e vai a finire la valigia.

 

(riportiamo qui di seguito alcune parole scarabocchiate in modo poco comprensibile su un pezzo di carta…
non sono opera di Win anche se erano conservate fra le sue carte…
sospettiamo che il bane J-7297 sia riuscito a vergarle prima che il Custodian provvedesse a inibirle la capacità di scrivere,
perché la calligrafia è tremolante e alla fine diventa poco più di un ghirigoro senza senso)

 

Snapshot_003 1.jpgSnapshot_004.jpgSnapshot_005.jpgSECONDO GIORNO

Non è passato molto tempo dalla mia “reclusione” in me stessa, le continue punizioni del custodian mi costringono a passare lungo tempo in solitudine.
La mia operatrice mi ha detto che indagherà sulle accuse mosse a mio discapito, sono preoccupata, non ho la coscienza pulita e riconosco di essere andata oltre, troppo oltre.
La mia sete di sapere mi ha messa nei guai questa volta, spero solo che non riesca a trovare prove ma è una falsa speranza, lei può accedere a tutto ciò che è mio, zone private, i miei server, tutti i miei sistemi.
Se avessi solo immaginato quello che mi sarebbe accaduto avrei distrutto tutti i miei appunti ma ormai è tardi.

Mi sto rassegnando alla mia condizione, è questo il punto, ogni mio tentativo di forzare i protocolli del Custodian è miseramente fallito con il solo risultato di aumentare le mia pena.

Sono affranta, il senso di colpa mi riempie il cuore, quando mi ha trasformata ho sentito nella sua voce un profondo dolore, l’ho delusa, l’ho tradita.
Comincio solo ora a realizzare cosa sono diventata in questo lungo periodo che ci ha separate e capirlo mi fa male dentro, ripenso a quando le ho donato me stessa più di un anno fa, allora non le avrei nascosto nulla.

Mi butto a terra singhiozzando… il senso di colpa è opprimente… non sopporto l’idea di averle spezzato il cuore… di averla delusa…

jelprove1.jpg

 

(All’ultimo istante prima di pubblicare aggiungiamo a questo post un ultimo appunto
che getta una luce inquietante su tutto questo banishment.
Le foto qui sotto sono state scattate da Win nel laboratorio di Jelena)


jelprove2.jpgjelprove3.jpgOh, mio Dio, no. No, Jelena.

Qui… qui nella casa dove ti lasciavo la tua privacy perché potessi stare sola con Michela durante le mie lunghe assenze. Qui dove non venivo per discrezione, anche quando avrei potuto.

Questa non è una casa. È un laboratorio. E nemmeno un laboratorio qualsiasi. Ci sono collari, alcuni oggetti il cui uso non mi è chiaro. E due oggetti che invece riconosco fin troppo bene. Doprattutto adesso che ne indossi uno.

Sfioro con la mano l’oggetto nero, traslucido, che è sospeso sul tavolo. Sul tuo tavolo da lavoro, Jelena. È un casco.

No. Riformulo la frase. È il casco. Il casco dei bane della Kelley Tech. Un oggetto che si autodistrugge quando viene rimosso. Un oggetto che solo un bane può avere, fino al giorno in cui non scade la sua sentenza. Un bane e un bane operator.

Che cosa stai combinando, Jelena?

E io che sto partendo…

L’ultima registrazione

Win al momento si trova lontana da Internet e impossibilitata a collegarsi. Come contributo alla ricostruzione della verità, la redazione pubblica qui la trascrizione di parte del dialogo catturato dai microfoni di sicurezza della Processing Area di Zhora. Le immagini utilizzate per illustrare questo post sono prese dalle telecamere di controllo ma coprono una fase successiva – quella del banishment vero e proprio. Pare che le registrazioni audio di quella fascia temporale siano inspiegabilmente andate cancellate. Da Zhora ci dicono: “Siamo perplessi sulle immagini, in particolare le ultime tre, e ci auguriamo non si tratti di un nuovo caso di abuso sui bane – per l’Operatore Zinnemann non sarebbe la prima volta… ma di certo sarebbe l’ultima”.

jelena_002.jpg

[2010/06/23 7:46]  MystiTool HUD 1.3.1: Entering chat range: Stefany McAndrews (3m)
[2010/06/23 7:46]  Jelena Kiranov: proprio tu Win? ecco perché i miei sistemi non hanno funzionato.
[2010/06/23 7:47]  Win: Jelena… non rendere questa cosa più difficile di quanto non sia
[2010/06/23 7:47]  Jelena Kiranov: solo tu potevi disattivarli. mi sento tradita
[2010/06/23 7:47]  Win: Ah, ecco, adesso saresti TU quella che si sente tradita, Jel? Proprio tu parli così… dopo che mi avevi detto che non avresti mai avuto segreti per me?
jelstefbanes_001.jpgjelena_001.jpgjelena_003.jpg[2010/06/23 7:48]  Jelena Kiranov guarda a terra
[2010/06/23 7:48]  Win è un po’ alterata mentre si avvicina a Stefany e le afferra le braccia, quasi senza guardarla
[2010/06/23 7:48]  Jelena Kiranov: ma… non ritenevo importante che tu sapessi…
[2010/06/23 7:48]  Win: Jelena… non ho capito perché sei qui… e non so nemmeno se a questo punto lo voglio sapere
[2010/06/23 7:49]  Jelena Kiranov: in un certo senso meno sapevi…. era un modo per proteggerti
[2010/06/23 7:49]  Win ammanetta Stefany, e la guarda come se fosse la prima volta
[2010/06/23 7:49]  Jelena Kiranov stringe i pugni
[2010/06/23 7:49]  Stefany McAndrews si sente confusa
[2010/06/23 7:50]  Win: Stefany… purtroppo capiti in un momento difficile… non sarai la sola bane… ma sarai trasformata insieme a una persona che mi è particolarmente vicina…
[2010/06/23 7:50]  Stefany McAndrews: ho visto Miss Winthorpe… ma se vuole posso tranquillamente aspettare
[2010/06/23 7:50]  Jelena Kiranov scuote la testa: “Non ci credo che hai preso l’incarico sapendo che ero io”
[2010/06/23 7:51]  Win: Jelena… non è stata una decisione facile…
[2010/06/23 7:51]  Stefany McAndrews si sente a disagio
[2010/06/23 7:51]  Win: …ma non potevo certo lasciare che fosse qualcun altro a – ad aprirti il collare… e a trasformarti… credi che avrei sopportato l’idea di saperti in mano a… che so… a Malbert? Anche con tutto l’affetto che ho per lui?
[2010/06/23 7:52]  Jelena Kiranov prova rabbia e delusione: “Mal nemmeno sarebbe riuscito a catturarmi se è per quello… ma, dimmi: hai aspettato o hai detto subito di sì?”
[2010/06/23 7:52]  Win scuote la testa, avvicinandosi a Jelena con Stefany al guinzaglio: “Ah, ecco… la metti così, adesso? “Catturare”? Io ti avrei catturata, Jel? E allora che senso ha quello che vedo scritto nel tuo profilo?
[2010/06/23 7:53]  Jelena Kiranov la guarda negli occhi: “Sai quello che intendo”
jelena_009.jpgjelena_008.jpgjelena_010.jpg[2010/06/23 7:54]  Win: Lo so benissimo cosa intendi… e mi sto chiedendo se non sono stata troppo assente, negli ultimi tempi… così tanto da farti dimenticare alcune cose importanti
[2010/06/23 7:54]  Jelena Kiranov: fai il tuo dovere “operatrice”
[2010/06/23 7:54]  Win: …no, prima queste cose voglio ricordartele, Jelena
[2010/06/23 7:55]  Win: 1) Tu sei una cosa mia, anche se hai delle schiave o altro. Tu mi appartieni e io faccio di te quello che mi pare. Il fatto che ti abbia lasciata così tanto libera è forse stato un mio errore ma non cambia questo dato di fatto
[2010/06/23 7:55]  Jelena Kiranov stringe i pugni dietro la schiena al punto che le tremano le mani
[2010/06/23 7:56]  Win: 2) Tu per me non devi avere segreti. Nessuno. Ho chiuso un occhio quando hai smesso di passarmi i log dei tuoi IM… ti ho lasciato con Michela tutta l’intimità di cui avevi bisogno senza che dovessi chiederla
[2010/06/23 7:56]  Jelena Kiranov: e mi vuoi venire a dire che per questo sono stata condannata?
[2010/06/23 7:57]  Win: Non per questo… ma il punto è un altro. Il fatto stesso che io scopra che tu hai commesso, a mia totale insaputa, cose per cui meriti il banishment… beh, mi sembra che tutto questo sia una prova molto chiara del fatto che qualche segretuccio per me ce l’avevi!
[2010/06/23 7:57]  Jelena Kiranov: non erano rilevanti per il rapporto che ci legava
[2010/06/23 7:58]  Win: Adesso sei tu che decide cosa √® rilevante, Jelena?
[2010/06/23 7:58]  Jelena Kiranov è agitata
[2010/06/23 7:58]  Win: È per questo che a questo punto io NON voglio sapere cosa hai combinato, Jel… non arrivo a dire che sono delusa… ma mi ferisce molto che tu, proprio tu ti atteggi a vittima tradita
[2010/06/23 7:58]  Win: Se ti mancavo… e questo posso anche capirlo… bastava che me lo dicevi… bastava che parlassi
[2010/06/23 7:59] Jelena Kiranov: e…poi… insomma, certe cose era meglio che non le sapessi
[2010/06/23 7:59]  Win arrossisce di rabbia repressa: “Ecco, ci mancava solo questa frase!”
[2010/06/23 7:59]  Jelena Kiranov: era inutile…. ehm… coinvolgerti
[2010/06/23 7:59]  Win: Basta così, Jelena… più andiamo avanti e peggio mi fai stare… facciamola finita!
[2010/06/23 7:59]  Win sbatte il bavaglio ad anello in bocca a Jelena con mani tremanti di rabbia
[2010/06/23 7:59]  RR Ringgag 1.14.2 (mouth) sussurra: Jelena Kiranov has been locked by WinthorpeFoghorn Zinnemann (“Total”).
[2010/06/23 8:00]  Jelena Kiranov sobbalza
[2010/06/23 8:00]  Win afferra il guinzaglio e lo tira staccandolo dal muro
[2010/06/23 8:01]  Jelena Kiranov guarda Stefany
[2010/06/23 8:01]  Stefany McAndrews osserva Jelena e Miss Winthorpe e vorrebbe essere da un’altra parte
[2010/06/23 8:01]  Win: Povera Stefany… davvero non meritavi questa scena… anche perché le tue motivazioni sono ben diverse

Partire è un po’ morire

Fra 24 ore sarò di nuovo su un aereo, stavolta per andare a passare due settimane di vacanza. E allora perché mi sento tutte queste farfalle nello stomaco?

imack_001.jpg

È una giornata lenta, oggi, in ufficio. A Roma, il 29 giugno è vacanza e molti colleghi sono via per il ponte. E io stessa sono sul piede di partenza. Domani mi aspetta un aereo che mi porterà, finalmente, in vacanza. Non tornerò online fino al 14 luglio e mi resta ancora oggi per finire le ultime faccende, chiudere una valigia leggerissima e salutare tutti.
La cosa curiosa è che sto cercando di salutare con più cura le persone che conosco su Second Life di quelle reali. Di partire mi capita ormai abbastanza spesso, e ancora più spesso mi succede di non sentire per giorni, settimane e anche mesi persone a cui sono vicina nella vita reale: eppure non mi viene da fare tutte queste telefonate in giro, nemmeno stessi partendo emigrante per un altro continente. Invece, stamattina, sto facendo tutto quel che posso per non lasciare cose in sospeso: vedere per un momento Andromeda, Jelena, Lorella, Lella (non Frough, ma solo perché si sta prendendo una vacanza da Second Life per motivi che un giorno forse potremo raccontare), aggiornare il mio profilo segnalando che non ci sarò per qualche tempo, capire se ci sono questioni in sospeso da affrontare prima di andare offline per quindici giorni.
malesophii_001.jpgMi sono fatta qualche domanda e credo che quest’ansia di avvertire abbia a che fare con la fragilità estrema dei nostri rapporti virtuali. Abbiamo spesso parlato del fatto che su Second Life quando fai log off cessi letteralmente di esistere, e che quindi ogni volta che spegnamo il programma è come se consapevolmente scegliessimo lo shakespeariano non essere… ma in questo caso il punto è il non essere per qualcuno, il terrore di sparire, di lasciare qualche persona sospesa nell’incertezza di dove sei sparita… Esisti ancora? Tornerai online? Quando?
makingof.jpgIn questi giorni sto leggendo un libro interessante sulla nascita del nostro metaverso preferito. Si intitola “The Making of Second Life” ed è scritto da un giornalista che ha seguito i lavori alla Linden Lab fin dall’inizio, dapprima come incaricato degli stessi Linden e poi come blogger specializzato nei mondi virtuali… e una delle cose che mi ha colpita di più fra quello che scrive l’autore è l’importanza che ha, in questo mondo fatto di pixel, la continuità. Su Second Life chiunque può essere bello, giovane e sexy, perché basta comprare gli accessori giusti… ma quello che differenzia le persone è da un lato la capacità creativa (i builder, gli scripter, i designer) oppure la costanza con cui si è rintracciabili online. Con cui, appunto, si esiste. Perché è inevitabile: in un mondo in cui si scompare da un secondo all’altro, in cui non c’è differenza fra quando cade la connessione o manca la luce e quando si fa “quit”, si cerca tutto quello che ci offre almeno un’illusione di stabilità. Si tratti di luoghi oppure, soprattutto, di persone.
Per me, in questo periodo, partire è più difficile perché gli impegni di lavoro mi hanno tenuta a lungo lontana da Second Life e dalle persone a cui tengo – persone a cui, in qualche caso, sono più attaccata che a molte mie conoscenze nella vita reale. Persone che mi piace pensare abbiano bisogno di me quanto io ne ho di loro e che, anche se sanno bene che tutto questo è solo un gioco, sentiranno la mia mancanza.
E quindi, questo post è per salutare e per avvertire chi è interessato a saperlo: parto domani. Anche senza esistere, so che vi penserò, quando prenderò il sole su un’isoletta spartana (uhm… in realtà tecnicamente sarebbe più ateniese… ma, vabbe’, intendevo un’altra cosa) dove so che Internet non arriva manco a piangere in greco. Ma il 14 luglio ritorno e spero, finalmente, di poter recuperare un po’ di tempo virtuale perduto.
spiaggia_001.jpg

Il peso del dovere

bannerfatto.gif

Ci sono volte che adoro il mio mestiere. E ci sono volte che lo detesto. Anche se il senso del dovere mi costringe a inghiottire l’amarezza e ad andare comunque fino in fondo.

JelBane_006.jpg

JelBane_007.jpg

JelBane_008.jpg

Qualcuno forse ha riconosciuto al volo il luogo che appare nelle foto qui sopra. Qualcuno avrà capito al volo di chi sia il corpo immobilizzato che, col cuore gonfio di amarezza, sto portando all’interno della stanza.

JelBane_001.jpgJelBane_002.jpgJelBane_004.jpgSiamo a Zhora. A quattrocento metri di altezza. L’entrata della “Processing Area”, il laboratorio dove noi della Kelley Technologies trasformiamo in bane i condannati che se lo sono meritato. E la persona che porto in braccio non è una persona qualsiasi. Si chiama Jelena Kiranov, e mi appartiene da più di un anno.

Fare il bane operator non è un mestiere facile. Non esistono due prigionieri uguali: molti protestano invano la loro innocenza, qualcuno cerca di ribellarsi, altri affrontano il loro destino con una sorta di attonito fatalismo. Il mio lavoro consiste nel traghettarli al di là della soglia, quella in cui, per un tempo limitato ma mai del tutto prevedibile, cesseranno di essere persone e diventeranno bane, per affrontare una vita di solitudine itinerante, con la sola compagnia dell’implacabile Custodian… e del ricordo dei reati che hanno commesso. Ogni banishment è quindi un’operazione delicatissima, sia dal punto di vista chirurgico che da quello psicologico, e richiede da parte mia la massima concentrazione.

Eppure, in tanto tempo che faccio questo lavoro, non mi era mai accaduto di dover sottoporre alla procedura qualcuno che mi apparteneva. Oh, certo, Andromeda Sawson mi aveva dato le chiavi del suo collare prima che la sigillassi nel lattice del banesuit – ma lo era diventata dopo l’incontro preliminare alla procedura, e anche per questo attraversò il suo periodo con leggerezza, velocemente, mentre sia lei che io speravamo di poterci presto abbracciare e vivere quella vita insieme che all’epoca stavamo appena iniziando.

Ma il caso di Jelena è diverso. Il nostro rapporto si è consolidato con ben altre dinamiche, da quell’ormai lontano giorno in cui le feci scattare al collo un collare nuovo di zecca. Sono successe tante cose: Jelena è un tipo irrequieto e non è un segreto che il mio dominio su di lei le abbia consentito di avere qualche schiava personale e anche qualche estemporanea avventuretta da sub, anche se sempre sotto il mio controllo. Ci siamo sempre dette tutto, senza nasconderci nulla, e raccontandoci a voce tutto ciò di cui i log del suo collare non bastavano a tenermi aggiornata.

Ecco perché quando ieri ho aperto la busta con i nomi delle persone che dovevo sottoporre al banishment, credo di essere impallidita. Jelena Kiranov? Proprio lei? Come era possibile? Cosa aveva fatto? E, soprattutto, perché non lo avevo saputo da lei?

jelenaprebane.jpgSono rimasta per un po’ a interrogarmi sul da farsi. Era giusto che fossi proprio io a occuparmene? È vero che viviamo in un paese in cui l’idea stessa di conflitto di interessi è stata fin troppo sdoganata: ma il coinvolgimento personale di un Operatore verso il suo bane è sempre sconsigliabile – un dato di fatto che peraltro ho potuto verificare di persona io stesso al tempo del banishment congiunto di Gloria e Malbert. Un errore che ho commesso e che credo anche di aver pagato con gli interessi. Eppure…

…eppure l’idea di lasciare Jelena nelle mani di qualche altro operatore non mi pareva accettabile. Un bane non può indossare altro che non sia il casco che gli copre il volto annullandone l’identità.

Ma, soprattutto, non può indossare un collare. Nemmeno il mio collare.

Avrei dovuto aprirglielo e non me la sono sentita. Non senza avere, in cambio, almeno il controllo del suo Custodian. Che avrà, ovviamente, lo spy sempre acceso.

stefjelbane_002.jpgE allora sono corsa, prima di poterci pensare su ancora. Ho raggiunto Jelena in un negozio in cui faceva spese chiacchierando allegramente con Nightwish e con la sua amica Antonella Rieko, come se niente fosse. Mi sono avvicinata, senza dire troppe parole perché mi sentivo la gola stretta da qualcosa di invisibile. L’ho ammanettata, imbavagliata, le ho imposto un cappuccio isolante. E l’ho portata quassù, in attesa che un ingegnere della Kelley Tech (la ben nota Green Geary, che ho avuto il brivido di conoscere anche come mio Operatore) provvedesse a farle riempire tutte le cartacce necessarie.

Quando l’ho raggiunta oggi e le ho tolto il bavaglio, Jelena non ha reagito bene. L’ho sentita recriminare, come fanno le persone colpevoli di qualcosa. E l’ho vista ammutolire quando ho rimbeccato tutte le sue insinuazioni… quando è arrivata a dire che si sentiva tradita… come se pensasse che il mio senso della giustizia doveva farsi da parte di fronte al rapporto che ci lega. Come se si illudesse che essere amica e schiava di un Bane Operator ti consenta di farla franca, di non pagare il tuo debito con la società.

stefjelbane_003.jpgstefjelbane_004.jpgHo dovuto rimetterle il bavaglio, anche perché nel frattempo ci aveva raggiunte Stefany McAndrews… una persona che già qualche tempo fa è stata un mio bane e che, per motivi che non tocca a me spiegare, da tempo sentiva il bisogno di tornare nel completo di lattice. Stefany si è accostata al suo secondo banishment docilmente, più con speranza che con rassegnazione, anche se il cuore le batteva così forte che mi pareva di sentirlo. E certo non meritava di trovarsi di fronte a uno scambio di opinioni come quello che, in quel momento, Jelena mi costringeva a sostenere.

Stefany, adesso, è libera di girare il mondo, nella costrizione per lei rassicurante del banesuit. Jelena è ancora assicurata sul lettino dell’operazione, mentre aspettiamo che il Custodian si radichi a fondo nei suoi neuroni. Io so che domattina dovrò completare la procedura e ho il cuore pesante. Anche perché prima di andarmene ho trovato a terra questo fogliettino, che Jelena deve aver scritto fra il momento dell’arresto e quello dell’inizio dell’operazione.

Sono qui inginocchiata alla Kelley Technologies in attesa della mia trasformazione in Bane, c’è un silenzio assordante qui, mi snerva, mi fa desiderare che la procedura inizi.
Sono qui da tanto ormai, le stanze sono vuote e il pavimento di marmo mi raffredda le gambe, cerco di non muovermi per non perdere calore ma poi mi fanno male le ginocchia.

Da ieri l’unica persona che ho visto è una certa Green, un’ingegnere, mi ha squadrata e fatto compilare frettolosamente dei moduli, nemmeno ho avuto il tempo di leggerli.
Liberatorie ha detto… per cosa? La procedura è pericolosa?

Snapshot_002 1.pngNel silenzio comincio a pensare, alle persone che lascerò, ai miei compiti ormai quotidiani, alle mie routines.
Faccio un veloce resoconto e scuoto la testa. Avrò tempo per pensare.
Sorrido fra me e me, un sorriso che ha un che di amaro.

Osservo il monitor dall’altra parte della stanza, scruto per vedere qualche informazione, qualche cosa che mi possa aiutare, qualche nozione, qualche segreto. Nulla, non ci riesco. È troppo lontano.

Rivolgo lo sguardo a terra e nel silenzio percorro le scanalature delle mattonelle con lo sguardo, mentalmente seguo le linee e traccio dei disegni immaginari.

Passa il tempo e mi rivolgo alla porta al mio fianco, quella in cui entrerò per uscirne cambiata, trasformata in Bane, un brivido mi attraversa la schiena.

Mi arrivano dei messaggi, fortunatamente non sono ancora isolata al momento, alcuni sono dolcissimi e mi fanno battere il cuore forte, altri mi feriscono come io probabilmente ho ferito loro facendomi catturare.
Non so che pensare, sono confusa, ma mi aggrappo anche a quei messaggi, come fossero un’ancora a quello che sono ora.

Osservo il mio vestito comprato pochi minuti prima che fossi “prelevata”, mi piace da morire, così Hi-Tech, peccato averlo usato così poco… sospiro. Non ricordo molto del momento della mia cattura, ero in un negozio di abbigliamento, l’arrivo dell’operatrice che mi ha messo un casco, tutti i miei “congegni” in system fail e poi buio, mi sono ritrovata qui in questi laboratori, incatenata.
Armeggio con le mani cercando di attivare il grimaldello elettronico che ho allacciato al polso, un suono sgraziato mi fa capire che è ancora malfunzionante. Dannazione!!!

Mi rassegno…una morsa mi stringe lo stomaco, stavolta non riuscirò a scappare…

Snapshot_001 3.pngRido da sola pensando alla ragazzaccia che sono, doveva capitare prima o poi che venissi arrestata. “era solo questione di tempo” dico a bassa voce fra me e me.
Forse il progetto Banishment mi vorrà cambiare… beh! devo solo stare buona buona per un po di tempo, scontare la pena e tornare alle mie attività. L’importante è non farsi beccare di nuovo, tenere un profilo basso… non potrò essere una Bane per sempre, le mie fidate compari mi attenderanno e ci rimetteremo in carreggiata.
Il coraggio torna in me e mi fa assumere un’espressione più fiera.
Sono di nuovo lucida.
Sono pronta.

Se voi foste il giudice

Lo so, lo so anche senza che Licia Cisse mi scriva per ricordarmelo – sto trascurando questo blog. Ma è la RL che è tiranna e chi mi conosce sa che in questo periodo mi sto collegando pochissimo io stessa. Anche se, ogni tanto, si apre l’occasione per qualche breve scambio di battute, come quello riportato qui sotto.

sevoifosteilgiudice.jpg

Anche quando, come in questo periodo, la Real Life mi tiene lontana dal metaverso, faccio sempre il possibile per tenere almeno il polso della situazione – mi sembra il minimo, visto che ho una intera prigione a me intitolata. Ed ecco che ieri, al termine di una pesantissima giornata di lavoro, proprio prima di tornare a casa, mi capita di leggere che al Winsconsin Correctional Facility si è venuta a creare una situazione delicata, e che un mio intervento sarebbe stato apprezzato.

Cosa è successo? Che una delle ultime prigioniere del WCF contesta l’arresto, manifesta il desiderio di andarsene prima della fine della sentenza e, addirittura, accenna all’ipotesi di essere disposta ad abbandonare il suo avatar per sempre, piuttosto che sopportare la prigionia a cui è stata sottoposta.

Come si sa, io sono contraria a qualunque forma di “cheat” e anche per questo chi entra nel WCF è tenuto a leggere e sottoscrivere un impegno molto preciso a rispettare la coerenza del gioco di ruolo. Arrestare qualcuno che poi, appena lasciato solo, prende, bara e se ne va, non è divertente per nessuno, per cui è importante che chi si dispone ad affrontare una prigionia sia consapevole del fatto che gran parte di essa potrebbe svolgersi in solitudine: le nostre guardie sono tutte volontarie e saranno, quindi, disponibili, solo in misura del proprio tempo libero, della loro voglia e anche della capacità del prigioniero di attirarsi le loro attenzioni. Per questo, chi entra è tenuto a firmare un modulo in cui dichiara di essere disposto ad accettare senza condizioni le regole della prigione. In modo che nessuna contestazione sia possibile a posteriori.

Ma nessuna regola può prevedere tutti i casi proposti dalla realtà (sia pur virtuale!) e quello di Paola Akiri aveva alcune criticità che mi sembrava urgente affrontare per evitare che si commettessero ingiustizie o errori. Ed ecco quindi che, sola nell’ufficio ormai deserto, ho lanciato Second Life e mi sono catapultata in-world, dove la brava Nightwish mi ha prontamente tippato sul luogo dove si stava svolgendo un piccolo dramma personale.

A Nightwish devo anche la registrazione di tutto il dialogo che segue, che il mio client non aveva salvato. Grazie, Monella: la mia Lella non poteva cogliere un fiore più prezioso!

[2010/05/03 11:56]  Nightwish Sveiss: sei “fortunata” c’è la Direttrice… Buonasera Signora Win
[2010/05/03 11:58]  Win: Ciao Night… ho sentito qualcosa dallo spy
[2010/05/03 11:58]  Paola Akiri: Buonasera Mistress Win
[2010/05/03 11:58]  Win: Non sono una Mistress, Paolina… puoi chiamarmi Signora… raccontami cosa succede
[2010/05/03 11:59]  Paola Akiri: mi sono ritrovata rinchiusa in una cella del carcere….senza aver letto la scheda ecc…

Tiro fuori il modulo di arresto e lo leggo con attenzione. “Mmmmm”, mormoro, “…compilato da Luana…” Luana Umia è una delle mie guardie migliori e io non posso e non voglio sindacare le sue decisioni per quello che riguarda le sue sub. Noto che è barrata la casella che dice “[*] Sono un/a padrone/a e consegno il/la mio/a sub”. Abbasso gli occhi sulla prigioniera: “Luana è la tua padrona, Paola?”

[2010/05/03 12:00]  Paola Akiri: da oggi pomeriggio… mi ha proposto se volevo provare..ed io ho accettato…
[2010/05/03 12:01]  Win: Vedo che sei stata arrestata per “Eccesso di velocità”… e notando che sei “nata” il 29 aprile scorso non stento a crederlo…
[2010/05/03 12:01]  Paola Akiri: sono in second life da 4 giorni…e da oggi sono riuscita a convalidare l’età
[2010/05/03 12:01]  Win: …ma mi hai detto che hai “accettato”, giusto? Cosa significava, per te, accettare di appartenere a Luana?
[2010/05/03 12:02]  Nightwish Sveiss: da quanto ho capito la ha messa dentro senza spiegarle nulla sul carcere, si è limitata ad accettare di essere di Luana

Annuisco alle parole di Night. Comincio a capire la situazione: qui abbiamo un delicato conflitto di potere. Night riprende, rivolta verso Paola: “quindi Paola? non sei d’accordo sul rimanere dentro o altro?”

[2010/05/03 12:04]  Paola Akiri: come prima esperienza da slave è abbastanza traumatizzante vedersi in cella con 15 ore da scontare… io non voglio rimanere dentro…non ho inventario non ho mappa..non ho im…non ho nulla..
[2010/05/03 12:05]  Win: Non ti ho chiesto questo, Paola… cosa ti aspettavi accettando di appartenere a Luana? :-)
[2010/05/03 12:05]  Paola Akiri: fare la slave..non essere rinchiusa in una cella senza conoscere le regole… ho avuto anche una penitenza di un ora perché ero away…
[2010/05/03 12:06]  Nightwish Sveiss: quella è colpa mia ma credevo sapessi le regole, chiedo scusa

Mi scuoto e alzo una mano per chiedere la parola. Nessuna delle mie guardie deve chiedere scusa per aver fatto eseguire le regole. Come nella vita reale, l’ignoranza del reato non costituisce attenuante.

[2010/05/03 12:06]  Win: Night, momento
[2010/05/03 12:07]  Nightwish Sveiss: si Signora?
[2010/05/03 12:07]  Win: Paola… prima di tutto, tranquilla… non siamo qui a guastare la festa a nessuno… ma, Night, tu non hai nulla di cui scusarti
[2010/05/03 12:08]  Nightwish Sveiss: lo so, sono fatta così io
[2010/05/03 12:08]  Paola Akiri: ma non l’ho detto per ricevere scuse…solo per dirvi che non conosco le regole nemmeno della cella…dove stavo..
[2010/05/03 12:09]  Win: Appunto, Paola… allora… cerchiamo di essere sensate… e di risolvere la cosa in modo indolore per tutti

Rifletto per qualche secondo. Il WCF ha regole precise e scritte in modo chiaro, ma ci sono regole non scritte anche nei rapporti fra una sub e la persona che ha eletto come sua padrona. E sono regole che in nessun modo io voglio essere invitata a violare. Mi metto a contare i punti sulle dita di una mano per non perdere il filo del discorso.

[2010/05/03 12:09]  Win: 1) Night ha fatto quel che era giusto – qualcuno che entra in prigione, sottosta alle regole della prigione, e se non ha letto le regole il problema è suo… anche se, nel tuo caso…
[2010/05/03 12:10]  Win: 2) TU non sei entrata nella prigione volontariamente… quindi il problema risiede da un’altra parte… ossia nel tuo rapporto con Luana
[2010/05/03 12:10]  Paola Akiri: si..che interromperò ed eliminero dagli amici…

Faccio una smorfia. Non mi piace quello che ho appena sentito, per niente. Riprendo il discorso.

[2010/05/03 12:10]  Win: La mia opinione è che se qualcuno decide di appartenere a una persona, questo significa che è disposta ad obbedirle in tutto… e magari anche a superare qualche prova, se la “padrona” decide di imporgliela…
[2010/05/03 12:11]  Paola Akiri: io sto alla prima esperienzaSignora..non sono pronta per sto genere…odio proprio la galera in per se…
[2010/05/03 12:12]  Win: Luana, in quanto guardia del WCF, non ha fatto nulla di male che io possa imputarle… se tu le appartieni, e se lei ha ritenuto che tu dovessi diventare prigioniera, allora per quello che riguarda me, lei sta, diciamo così, “a posto”…
[2010/05/03 12:12]  Win: Se io ora ti liberassi, farei un torto a Luana, al WCF… e anche a te, Paola… ma ascoltami, che la cosa non finisce qui
[2010/05/03 12:12]  Nightwish Sveiss: il problema, a mio avviso almeno, è che se Paola decide che con Luana non va bene possiamo costringerla a rimanere in cella? Tenendo conto che ha chiesto invece di prendere ed andare
[2010/05/03 12:13]  Win: È vero, Night… ma questo, come dicevo prima, è un problema fra loro due e noi non abbiamo diritto di intrometterci

Il punto è proprio questo. Il regolamento del WCF ammette che un padrone o una padrona possa consegnare alla prigione i suoi schiavi se ritiene che meritino una pena detentiva – e quando questo accade, da quel momento, il prigioniero sta sotto la giurisdizione del WCF fino allo scadere della sentenza. Ma cosa succede quando questa padrona è anche una guardia ufficiale? È un bel rompicapo e, come sempre, cerco di ragionare ad alta voce, basandomi sulla mia esperienza personale.

[2010/05/03 12:14]  Win: Paola, sento che dici che vuoi togliere Luana dalle tue amicizie… io credo che sarebbe un errore di impostazione… anche a me capitò all’inizio di “darmi” a una padrona che mi accorsi ben presto non mi piaceva affatto…
[2010/05/03 12:14]  Paola Akiri: ha sbagliato non fregandosene di un mio limite Signora…

Scuoto la testa. Una sub che, poche ore dopo essersi data a qualcuno, l’accusa di aver sbagliato, forse non è così sub come pensa di essere. Ripenso al fatto che nel suo modulo Paola è accusata di eccesso di velocità e reprimo un sorrisetto: in effetti, accettare di appartenere a qualcuno appena quattro giorni dopo essere “nati” è una specie di record. Controllo nel profilo di Paola e non trovo alcuna traccia di limiti espressi. Riprendo.

[2010/05/03 12:15]  Win: …non dico che quello che faccio io sia giusto e quello che fanno altri sia sbagliato… a me parve doveroso parlare con quella padrona, anche a lungo, e spiegare perché e percome quel rapporto non funzionava, e perché avevo sbagliato… anche una “padrona” è molto fragile e, beh, se fa qualcosa per te è perché forse pensa che possa piacerti… quale è questo tuo limite?
[2010/05/03 12:16]  Paola Akiri: non volevo stare in celle…da sola..odio la solitudine..
[2010/05/03 12:16]  Win: Glielo hai detto? Nel tuo profilo, di certo, non lo dici… a chi lo hai espresso, PRIMA di essere arrestata?
[2010/05/03 12:16]  Paola Akiri: a luana
[2010/05/03 12:17]  Win: Ok. Lei se ne è fregata… e tu ti sei fatta arrestare lo stesso?
[2010/05/03 12:17]  Paola Akiri: ero già in rlv -.-
[2010/05/03 12:17]  Win: Paola, guarda, Second Life è diversa per ognuna di noi e ognuno ha diritto a fare quello che vuoi… tu sei bloccata qui perché usi RLV… ma la libertà è a portata di mano. Ti basta uscire dal RLV, entrare col client normale e toglierti il collare. Secondo me, le tue alternative – non dico “giuste”, ma che io posso avallare, sono queste…
[2010/05/03 12:18]  Paola Akiri:.. e poi non mi aveva detto di dover restare tutto sto tempo…aveva detto ci divertiamo.,..see…come no
[2010/05/03 12:18]  Win: Mi ascolti, Paola?
[2010/05/03 12:19]  Paola Akiri: si Signora
[2010/05/03 12:19]  Win: Ti dicevo delle alternative possibili…
[2010/05/03 12:19]  Win: 1) (per me la preferibile) Che tu parli a Luana. Potrei, per questo, aprirti gli IM in modo che tu possa scriverle, OOC, chiedendole di parlarti con urgenza
[2010/05/03 12:19]  Paola Akiri: non voglio parlare a luana…

Ignoro l’interruzione e vado avanti.

[2010/05/03 12:20]  Win: 2) (per te la peggiore) Che tu sconti buona buona la tua sentenza, sperando che tante guardie interagiscano con te… e uscire dal WCF a testa alta
[2010/05/03 12:21]  Win: 3) Loggare col client normale, toglierti il collare e chi si è visto si è visto… dopo tutto, essere segnalata alla Grey List (un database che segnala chi non è adatto a fare RP carcerario) non è un problema, visto che questo tipo di cose non ti eccita, non ti diverte e non ti piace
[2010/05/03 12:22]  Win: Però devi capire che se io ora ti liberassi commetterei una violazione sia delle regole del WCF, sia del rapporto fra te e Luana… ok, tu vuoi che finisca, ma se finisce deve essere per responsabilità tua o di Luana, non mia
[2010/05/03 12:22]  Paola Akiri: va bene Signora
[2010/05/03 12:23]  Win: Ok, Paola? Ci tengo a che sia tutto chiaro… nessuno si offende se bari per uscire – ma è un’assunzione di responsabilità… come dicono gli inglesi, non puoi mangiare la torta ed averla intera…
[2010/05/03 12:25]  Win: …o scegli di restare nel RLV, anche se la cosa è sgradevole (e in ogni caso ci sono guardie di ogni tipo e magari potresti scoprire che non è così male), oppure puoi avvertire Luana OOC che vuoi sospendere il vostro rapporto… oppure infine puoi uscire e basta – davvero, non siamo fanatiche delle regole… dopo tutto, il RLV e il BDSM sono sempre una scelta
[2010/05/03 12:26]  Win: Devo dire che apprezzo che tu comunque abbia posto il problema invece di prendere e andartene… il punto, però, non è il rapporto fra te e il WCF, ma fra te e Luana, ed è quello che in qualche modo deve essere risolto…
[2010/05/03 12:26]  Paola Akiri: attendo luana…di solito quando logga?
[2010/05/03 12:26]  Nightwish Sveiss: di solito la vedo il pomeriggio qui ma non la ho nei contatti
[2010/05/03 12:26]  Win: Se sconti la pena ed esci libera da qui, e se Luana non ha altri legami su di te, puoi fare quello che ti pare… ma davvero, per te e per lei, secondo me è sempre bene parlarsi

Ecco tutto. Parlarsi, secondo me, è sempre la soluzione di tutto. Soprattutto in un luogo strano come Second Life, dove le emozioni sono estreme, intense e, spesso, più soggette al malinteso che nella vita reale. Non so come sia finita la vicenda, ma sono curiosa di sentire altre opinioni. Come nella famosa rubrica della Settimana Enigmistica… se voi foste il giudice, a chi avreste dato ragione?

 

Un sorriso dall’inferno

Dopo molti mesi dal mio primo banishment, sono di nuovo prigioniera di me stessa. Priva di voce, isolata dal mondo nella mia tuta di lattice, controllata ininterrottamente dal mio Custodian. Anche se uno di quei detestabili bug di Second Life mi ha donato, ieri, qualche libertà inaspettata. Permettendomi di scattare la foto che pubblico qui sotto.

articolo_001.jpg

Sono un bane. Di nuovo… o forse, a ben pensarci, per la prima volta. Quando, molti mesi fa, fui chiusa in un prototipo del Banesuit della Kelley Technologies, ero una volontaria entusiasta che avrebbe fatto qualsiasi cosa per contribuire al perfezionamento del più estremo, audace e complesso degli strumenti di restrizione concepito dalla mente geniale di Marine Kelley: il banesuit, ispirato al romanzo-capolavoro di Erika Moak Eudeamon. Ma quella esperienza, sebbene allungata da un incidente imprevedibile, era in realtà soltanto un test: il nostro incarico era segnalare a Marine eventuali problemi prima che il servizio di banishment diventasse pubblico. E il nostro Custodian, allora, non teneva conto delle violazioni che commettevamo ai danni dello Statuto del Banishment e, qualsiasi cosa facessimo, non ci estendeva la sentenza.

finemal2_001.jpgE gli altri due banishment? Il primo, indimenticabile, l’avevo fatto con il Banesuit di Sable Janus (oggi non più disponibile), e a tenere le mie chiavi era stata Samy80. Ne abbiamo parlato proprio qualche giorno fa, con Samy, di quella volta:

[2010/01/27 4:48]  Samy80 Owatatsumi: mentre so come ho vissuto l’essere la tua carceriera ;)
[2010/01/27 4:49]  Win: E come √® stato? :-)
[2010/01/27 4:49]  Samy80 Owatatsumi: molto emozionante… e coinvolgente…
[2010/01/27 4:50]  Samy80 Owatatsumi: volevo staccare e lasciarti sola ma non vedevo nemmeno l’ora di riconnettermi…
[2010/01/27 4:50]  Samy80 Owatatsumi: avevo paura che ti annoiassi…
[2010/01/27 4:50]  Samy80 Owatatsumi: speravo scappassi ma quando mi ricollegavo la prima cosa che facevo era controllare che non avessi fatto troppi progressi
[2010/01/27 4:53]  Win: :-)
[2010/01/27 4:53]  Win: Si sentiva che ci tenevi a tenermi… era bellissimo
[2010/01/27 4:54]  Samy80 Owatatsumi: beh… volevo che tu continuassi la tua seconda vita… ma non riuscivo a toglierti quel casco e quelle manette…

Jelenaddio_004.jpgFu bellissimo, sì. Ma non esattamente un banishment. Per ben fatto che fosse, il casco di Sable Janus era poco più di un giocattolo rispetto a quello di Marine perché chi ne aveva le chiavi manteneva il potere assoluto di liberare la vittima. Al contrario, i bane della Kelley Tech sono davvero in balia del programma, gelido e spietato, che anima il Custodian. E sono, quindi, veramente soli. Con Samy80, anche quando lei era offline, mi sentivo come se fossi stretta fra le sue braccia e vedessi costantemente davanti a me il suo sorriso, un po’ beffardo e un po’ affettuoso.

Il mio terzo banishment fu quello, accidentale ma provvidenziale in quel momento della mia vita, con il banesuit creato dalla compianta Serenella Abruzzo, e di quello scrissi ampiamente a suo tempo. Fu forse l’esperienza che più mi aiutò a scoprire in me certe tendenze dominatrici, perché quel particolare Custodian esigeva che mi trovassi sempre in compagnia di almeno una persona – e questo mi spingeva a catturare chi mi passava vicino per costringerlo a restare con me il più a lungo possibile. Ma, di nuovo, chi ha letto il libro sa che non è questo il ruolo di un Custodian: che dovrebbe, al contrario, assicurarsi che il condannato sconti la sua pena in completa e inviolata solitudine.

struggling_002.jpgStavolta si fa sul serio. Venerdì sera sono stata arrestata dall’Operatore Green Geary e poi, dall’Operatore Nixus Braveheart (che era stata un mio bane!), sono stata sigillata nella mia tuta e nel mio casco, collaudato e perfezionato anche grazie alle mie esperienze di tanto tempo fa. Il mio ex bane Malbert Greenfield ha già riportato la scena del mio arresto nel suo blog. Ho molto da dire, sui retroscena che mi hanno portato qui, e non ne ho il tempo. Lo farò appena possibile, perché questo banishment, purtroppo, me lo sono davvero meritato.

Ma SL, come sempre, è imprevedibile e un bug imprevisto mi ha restituito, per la giornata di ieri, alcune delle funzioni che a un bane dovrebbero essere inibite. Ne ho approfittato per scattare la foto in apertura di questo post, per segnalare a chi non lo sapeva ancora che Loredana Lipperini, su la Repubblica di sabato 6 febbraio scorso, ha pubblicato un bellissimo articolo su Eudeamon nel quale ha citato anche la sottoscritta e questo blog.

lovefrough_002.jpgChi mi segue da tempo sa quanto tenga a quel romanzo e quanto sia stato importante per me riuscire a convincere un editore della Real Life a pubblicarlo nel nostro paese. E quell’articolo è stato un regalo inaspettato, emozionante, quasi incredibile. Qualcosa che, assieme alle persone che in un modo o nell’altro mi esprimono il loro affetto mentre sconto la mia sentenza, mi scalda il cuore e mi dà la forza per andare avanti e, anche se nessuno può vederlo dietro al casco inespressivo che mi annulla le fattezze, mi regala un sorriso.

Backbuttoned is back!

Ci sono persone che lasciano Second Life per sempre, ma c’è anche chi ricompare dopo tanto, tanto tempo. E che, grazie al fatto che quando siamo scollegate non esistiamo, riprende da dove era rimasta quasi che nulla fosse accaduto nel frattempo.

backback.jpg

L’ultima volta che ci eravamo viste era stato il 7 maggio del 2009. Era stato un incontro veloce, che seguiva un suo lungo, lungo silenzio. Problemi di RL, fra cui un incidente d’auto – anche se lo avevo saputo da Belias, non da lei. Ma nel frattempo per me erano cambiate tante cose, e Back, credo, era un po’ gelosa di Lella e forse anche di Lorella.

Poi, più niente per altri mesi. Fino al 16 luglio, quando provò a mandarmi un IM. Bloccato, però, perché le sue chiavi se le era riprese Belias.

Come sa bene chi ha seguito tutta la nostra storia, Backbuttoned è stata spesso al centro delle tempeste che, con Belias, ho vissuto in un periodo particolarmente difficile. Inutile ricostruire tutta la storia, quindi: basterà dire che di certo non avevo nessuna voglia di andare da Bel a chiederle indietro quelle chiavi, nonostante Back avesse a suo tempo dichiarato di volermi appartenere senza più alcuna possibilità di fuga, e avesse anche dimostrato la sua buona volontà affrontando una prova durissima. Le scrissi una lettera:

Cara Back,

ieri, appena tornata dalle vacanze, ti ho scritto un IM – erano settimane che non avevo più tue notizie e anche se sapevo che la tua RL ti aveva costretta a diradare molto la presenza su SL mi sono resa conto che da “poco” la tua presenza era scesa a “niente”. Anche se il fatto che a giugno ho avuto molto meno tempo (per via di un lavoro) mi faceva pensare che magari, semplicemente, non ci eravamo beccate. Sarà che è quasi un anno che ti ho fatto fare quella cosa a Villa BDSM e anche per questo mi sei tornata in mente spesso.

Poi, dopo quell’IM che ti ho spedito, nel pomeriggio ho parlato a lungo con Belias di una questione nostra… mi ha detto che hai avuto un incidente in RL e che è per questo che sei sparita a lungo.

Fammi avere tue notizie, Backolina… fammi sapere che stai bene, raccontami che succede di te. So che Belias ti ha rapita e, stavolta, la cosa non mi fa arrabbiare per niente… sono un po’ cambiata o sto cercando di cambiare, non so… ma la notizia che tu ci sei ancora, e che ti vedi con Bel (che in questo periodo è rimasta molto male per una serie di cose di cui non sento la colpa… ma la responsabilità sì) mi fa davvero piacere.

Anche se in-world non puoi venire, scrivimi due righe (e comunque siamo impegnatissime a metter su la nuova prigione quindi sarebbe difficile trovare un po’ di tempo per stare insieme solo noi) dimmi come stai.

Un grande bacio,

Win

Immagine 1.pngBack mi rispose subito. Ecco la sua lettera:

Cara Winth,

mi fa davvero piacere sentirti di nuovo.
Purtroppo ho avuto un’incidente d’auto e mi sono rotta 2 costole, è stato molto duro e doloroso guarire ma adesso le cose stanno andando molto meglio.
A causa dei miei problemi di salute prima e delle vacanze poi (…) SL è passata in secondo piano per un pò. Quando mi sono ricollegata tu non c’eri (vacanze?) e così mi sono incontrata con Belias che subito mi ha catturata e bloccata completamente, non posso nemmeno inviare IMs.
Spero che Belias mi liberi presto così potremo scambiare due chiacchiere come ai vecchi tempi.
Ti mando un abbraccio sincero e spero che la tua RL sia bella e felice.
A presto,

backbuttoned

Questo è quello che le scrissi subito dopo:

Cara Back,

davvero sono felice di sentirti. Non è un problema che tu sia con bel adesso, ma non dirle che ci siamo sentite. È molto arrabbiata perché Lorella adesso è diventata mia e lei sostiene che invece fosse sua e insomma è arrabbiata sia con Lorella che con me – la conosci, Belias. In questo periodo meno le parli di me, credo, meglio è per tutte e due voi.

Io sono molto felice. Non sono più su Second Life spesso come una volta – ho ricominciato ad avere un pochino di lavoro in più e poi ci sono le vacanze – ma il tempo che ci passo è molto bello… Lella Demonia ha comprato un’intera SIM che ha chiamato “Winsconsin” in mio onore e ci stiamo facendo una prigione che sostituirà quella che conosci bene. Diciamo che in questo periodo siamo molto impegnate dai lavori.

Stasera, nel caso Bel ti liberasse, alle 22.30 c’è una festa di addio al nubilato per Jelena, la mia sub che sicuramente ricordi (quella che mi aveva costruito la casa) e che si sposa in RL fra due settimane. Se sei online e nel caso improbabile che tu sia libera, io ci sarò e ovviamente sei invitata anche tu. Bel, per i motivi che ti ho scritto sopra, ha deciso di non venire quindi, di nuovo, forse è più saggio che tu non gliene parli. Altrimenti, cara Backolina, so che prima o poi ci rivedremo, ti auguro di divertirti nel tuo tempo online ma soprattutto di stare bene nel tuo tempo offline. Davvero sono contenta di avere avuto tue notizie dopo tutto quel tempo di silenzio.

Un bacione,

Win

Da allora, silenzio assoluto – nemmeno un cenno di risposta al mio IM di auguri natalizi. Fino a ieri, quando Back è riapparsa online. Legata e imbavagliata come è rimasta dall’ultima volta che si era collegata, sei mesi fa. Lo scambio che segue è pertanto avvenuto tutto in IM.

[2010/01/13 10:10]  Backbuttoned Bian: ciao
[2010/01/13 10:11]  Backbuttoned Bian: mi sei mancata tanto Winth
[2010/01/13 10:11]  Win: Ma sei imbavagliata?
[2010/01/13 10:11]  Backbuttoned Bian: si
[2010/01/13 10:11]  Backbuttoned Bian: da mesi
[2010/01/13 10:11]  Backbuttoned Bian: da quando manco da second life…
[2010/01/13 10:11]  Win: Uh… ma come – da chi?
[2010/01/13 10:11]  Backbuttoned Bian: da belias
[2010/01/13 10:11]  Backbuttoned Bian: scusa :(
[2010/01/13 10:11]  Win: Back, tranquilla! :-)
[2010/01/13 10:12]  Win: Non sono più la Win di una volta – anche se belias mi fa sempre accelerare il sangue
[2010/01/13 10:12]  Backbuttoned Bian: /kiss winth

Immagine 2.pngMi viene da sorridere: sempre la solita cara Back, che si illude di poter dare un comando via chat all’Animation Overrider che le permette di abbracciare… mediante gli IM.

[2010/01/13 10:12]  Backbuttoned Bian: vorrei abbracciarti ma non ci riesco…
[2010/01/13 10:12]  Win: Non puoi in IM, devi farlo via chat :-)

La abbraccio io. E lei scompare, per ricomparire poco dopo.

[2010/01/13 10:15]  Backbuttoned Bian: eccomi, crashata, scusa… il mio client deve essere vecchio
[2010/01/13 10:16]  Win: @version
[2010/01/13 10:16]  Backbuttoned Bian (busy response): RestrainedLife viewer v1.16.2 (SL 1.22.11)
[2010/01/13 10:17]  Win: Oh sì, vecchissimo, devi aggiornare :-)
[2010/01/13 10:17]  Backbuttoned Bian: non voglio farlo adesso, vorrei restare un po’ con te.
[2010/01/13 10:17]  Backbuttoned Bian: come va la tua vita? in SL e RL
[2010/01/13 10:17]  Win: resto finché posso… sono ancora in ufficio ma resto per te
[2010/01/13 10:17]  Backbuttoned Bian: vai pure, non voglio trattenerti, non sarebbe giusto: rl viene prima di sl
[2010/01/13 10:18]  Win: No. Voglio stare un po’ con te, oggi
[2010/01/13 10:18]  Backbuttoned Bian: ti prego solo di legarmi prima di andare

Lo faccio, ovviamente. Recupero le chiavi di quasi tutto, grazie alla Real Key, e riprendo su di lei un controllo totale. Anzi, quasi totale: perché a quanto pare la password del bavaglio è stata cambiata e mi è quindi impossibile recuperarne le chiavi, che restano in mano di Belias, che a sua volta in questi giorni è strettamente legata da Fujiko e certo non può venire a liberarla.

Meglio così: Back resterà imbavagliata fino a quando non sarà riuscita a liberarsi da sola con gli struggle… e ci vorrà molto, molto tempo, perché a quanto pare è quasi del tutto priva di forze. Fino ad allora, la terrò al sicuro in una gabbia in cima alla torre più alta del WCF.

Backbuttoned Bian.jpg
(foto: courtesy of Ewyn Raymaker)

Tornerà online presto? Passeranno altri sei mesi prima di avere sue notizie? Non posso saperlo e non so cosa sperare. Back continua a essere un’adorabile terremoto, che – come ha visto Ewyn, che è stata testimone divertita del suo ritorno – ti chiede di legarla e poi ti chiede di slegarla, vuole essere tua prigioniera ma poi cerca di scappare, e poi torna, e poi scappa di nuovo. Molto difficile averci un RP coerente e prolungato, ma lei è fatta così, diversa da chiunque altra – come siamo tutte, dopo tutto: siamo pezzi unici, per fortuna, anche quando cerchiamo di adeguarci a qualche ruolo codificato. È per questo che ciascuna di noi è, a modo suo, un tesoro prezioso.

[2010/01/13 11:07]  Win: Bene, cara… sono veramente contenta che tu sia di nuovo in mano mia. Per quando ci rivedremo, vorrei rivedere il tuo profilo come era le ultime volte prima che tu sparissi
[2010/01/13 11:07]  Backbuttoned Bian: lo cambieremo insieme
[2010/01/13 11:07]  Win: No. Voglio che tu scriva di tuo pugno qualcosa
[2010/01/13 11:07]  Backbuttoned Bian: va bene, cercherò
[2010/01/13 11:07]  Win: Poi semmai te lo farò cambiare, ma voglio che sia una cosa tua
[2010/01/13 11:07]  Backbuttoned Bian: va bene, come vuoi
[2010/01/13 11:07]  Backbuttoned Bian: a presto Winth… sono felicissima di essere di nuovo tua…
[2010/01/13 11:07]  Win: Ciao, piccola mia… bentornata a casa
[2010/01/13 11:08]  Backbuttoned Bian: ciao, odiosa :)
[2010/01/13 11:08]  Win: Non è così che ti piaccio?
[2010/01/13 11:08]  Backbuttoned Bian: non così cattiva…
[2010/01/13 11:08]  Win: E se mi dici “no”, non importa… ormai non hai scelta
[2010/01/13 11:08]  Backbuttoned Bian: no
[2010/01/13 11:09]  Win: Ciao, dolce e pazza amica… sono contenta di averti di nuovo qui
[2010/01/13 11:09]  Backbuttoned Bian: :)

Una specie di epilogo

At the end of a story, there’s no more to be told, diceva una vecchia canzone. Anche se nella vita, che sia la prima o la seconda, le regole non sono mai così precise.

libera_006.jpg

Siamo tutti lanciati ormai verso il turbine natalizio, ma ci tenevo troppo a non lasciare in sospeso la vicenda a cui sono stati dedicati gli ultimi post. Non certo per l’esito dell’avventura, che dubito abbia lasciato qualcuno col fiato sospeso (anche perché dichiarato fin dal principio) ma perché quello che è successo mi ha insegnato molte cose, su me stessa e su quello che faccio, più o meno consapevolmente, alle persone a cui voglio bene.

Voglio partire proprio dal finale: dal giorno in cui Francesca mi ha liberata. Quella mattina mi sono connessa, fugacemente, col solo obiettivo di consegnare a Chiara la poesia che mi aveva chiesto: ero bloccata dal lavoro in RL e non ero in grado di venire su Second Life e dedicarvi l’attenzione necessaria… sarei dovuta restare afk, sapevo che non sarei stata in grado di gestire in alcun modo la situazione, e  ci tenevo troppo ad evitare che una avventura così emozionante si chiudesse in maniera frettolosa. Per questo, anche se la mia composizione era palesemente una richiesta a Francesca di lasciarmi andare, volevo evitare di collegarmi fino a quando non avessi avuto la possibilità di parlarci con calma e discutere la mia situazione.

Froughlutto.pngMa dal metaverso mi arrivavano segnali incalzanti e anche un po’ allarmanti. Avevo appreso da Facebook che Frough Spad  si era messa a portare il lutto per la mia scomparsa e che, a un certo punto, aveva anche incontrato Francesca cercando invano di capire che cosa fosse stato di me. Dopo che Pene era riuscita a ritrovarmi e aveva portato al WCF la mia disperata richiesta di aiuto, Lella, Jelena e molte altre persone si erano scatenate per organizzare la mia liberazione. Adesso attorno alla casa di Francesca e famiglia si stava addensando una tempesta senza precedenti: interi commandos armati di trappole di ogni tipo stazionavano nei paraggi, e Lella si era spinta fino ad acquistare un terreno adiacente a quello dove sorgeva il luogo della mia prigionia in modo da poterci piazzare una base attrezzata di radar, cimici e strumenti vari per tenere la situazione sotto controllo. E nel frattempo, Francesca mi inviava IM che io, off-world, ricevevo via mail, e in cui mi chiedeva di collegarmi prima possibile, anche solo per due minuti.

Froughdisperata.png

con Traves2Lellapiccolina.jpgNon so se sarò mai in grado di ricostruire tutto quello che è accaduto in quei giorni. So che Francesca aveva pronta una destinazione alternativa dove teleportarmi, ma so anche che la RL non mi avrebbe permesso di restare online abbastanza a lungo per vivere con calma quella parte di avventura. Ma era impensabile anche lasciarmi portare altrove e rinviare il tutto a quando il lavoro non mi avesse permesso di collegarmi con la giusta calma: perché il gioco, ormai, non riguardava più me e Francesca solamente. Così come era avvenuto a me ai tempi di Mystique e Claven, allo stesso modo alcune delle mie amiche più care non erano disposte a lasciare nulla di intentato per salvarmi, che io fossi online o meno. Francesca, Chiara, Travestroia e Francois erano quindi diventati i ricercati numero uno, il che tuttavia creava un problema difficile considerando che nessuna di loro ha l’abitudine di indossare relay su Auto-ON.

haalan3.jpgCome ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, un relay è uno strumento che può mettere un avatar alla mercé di oggetti che non gli appartengono. Gabbie, ad esempio, trappole come la bolla di Francesca o come quelle create da Pene e Andromeda. Un relay rende vulnerabile un avatar senza che questi debba acquistare ed indossare da solo manette, bavagli o collari, e tenerlo, come faccio sempre io, su Auto-ON (ossia nella modalità in cui accetta sempre qualsiasi richiesta da parte di qualunque oggetto) è una scelta di vulnerabilità che, tuttavia, ognuno è libero di fare o di non fare.

Detto questo, però, dal punto di vista delle persone che cercavano di liberarmi, il fatto che io fossi vulnerabile e che le mie catturatrici non lo fossero allo stesso modo appariva come una situazione inaccettabile. Francesca e famiglia sono state accusate di essere delle imbroglione, e io, impegnata nella mia RL, mi trovavo nella situazione difficile di parteggiare per entrambe le fazioni. Capivo benissimo la rabbia di chi voleva liberarmi e non trovava, nelle mie carceriere, la stessa disponibilità ad essere catturate, e al tempo stesso potevo immaginare che le mie aguzzine, dopo aver messo in atto un piano così audace, non fossero disposte a farsi spazzare via dalla forza soverchiante del numero. Senza contare che non si può veramente accusare di barare qualcuno con cui non si sono, a priori, negoziate le regole del gioco. Nè il solo fatto che io usi il relay implica necessariamente che debbano farlo tutti.

con Traves.jpgFatto sta che fra il gruppo delle rapitrici e la squadra di soccorso stavano crescendo sentimenti di rabbia reali e molto forti e la colpa di tutto questo era solo mia, nonostante fossi io la vittima del rapimento: ero stata io a rifiutarmi di rassicurare le mie amiche con i mezzi che Francesca mi aveva lasciato a disposizione (gli IM, all’inizio, le notecard dopo) oppure con strumenti esterni (Facebook, il blog o la posta elettronica). Certo, l’avevo fatto per rendere più realistica la mia esperienza, ma facendolo, e per giunta pubblicando sul blog quel post laconico sulla mia scomparsa, avevo più o meno consapevolmente voluto coinvolgere nell’evento più gente possibile.

È vero che Francesca, nel rapirmi, poteva immaginare che si sarebbe scatenato un putiferio (e, ancora una volta, la devo ringraziare per aver deciso di farlo ugualmente) ma è vero anche che se avessi voluto giocare davvero in modo realistico avrei dovuto astenermi completamente dal postare sul blog. Avrei dovuto togliere a tutte le persone che conosco anche la possibilità di vedere quando ero online e avrei dovuto accettare di lasciare che le persone a cui volevo bene fossero completamente all’oscuro della mia sorte. Non ce l’ho fatta: un po’ per esibizionismo, un po’ per condividere una bella avventura, un po’ per i motivi che spiega bene Tomiko nel suo bel commento a questo post, un po’ infine forse anche per il desiderio di vedere chi e in che modo avrebbe cercato di rintracciarmi. Sentirmi cercata, sentire persone che parlavano di me, che elaboravano strategie era qualcosa che da un lato rendeva la mia prigionia meno stringente, ma dall’altro mi faceva sentire ancora più forte l’amore di cui, come chiunque altro, sono così golosa.

perquisita.jpgMa ho capito molto presto che nessuna di queste reazioni, per me così appaganti, valeva il malessere reale che provocava nelle persone che si stavano polarizzando le une contro le altre. Non era giusto godermi da un lato la gratitudine che provavo per Francesca, Chiara e Francois, che mi tenevano prigioniera, dall’altro quella che provavo per Jelena, Lella e Nightwish, e Pene (ma anche Desdemona e chissà quanti altri) che cercavano di salvarmi – non se il prezzo egoistico di questo mio piacere raddoppiato era il sorgere di sentimenti di inimicizia fra di loro. Accanto ai dubbi che avevo messo a fuoco negli appunti pubblicati col titolo Guardandomi allo specchio, me ne nascevano ora di nuovissimi che costituivano l’altra faccia di quelli espressi molti mesi fa in I limiti del RP. Allo stesso modo in cui, lo scorso marzo, avevo dovuto allentare la mia presa su Challenge Nakamura per evitare di far soffrire la nostra comune e carissima amica Moss Hastings, adesso era giunto il momento di rinunciare a portare avanti un’avventura che rischiava di avere conseguenze sgradevoli per tutte le persone coinvolte. Per tutte tranne la sottoscritta, naturalmente, che stava lì e si godeva i mille nuovi modi in cui persone che la circondano riuscivano a declinare il loro affetto per lei.

libera_001.jpglibera_004.jpgPer tutti questi motivi, avevo deciso di ingoiare l’orgoglio e chiedere a Francesca, OOC, di liberarmi. Ho cercato e trovato una decina di minuti liberi e mi sono collegata, trovandola subito online. Prima che potessi chiederglielo, Francesca mi si è avvicinata e mi ha slegata senza esitare. Forse grazie alla preghiera che le avevo rivolto nella poesia, forse perché lei stessa aveva sentito l’addensarsi di una negatività che nessuna di noi voleva scatenare… non lo so, e alla fine forse non è così importante. Ma in quel momento ho sentito che l’avventura si stava fermando, stavolta, qualche passo prima di diventare pericolosa per tutti. E che se lo scioglimento della vicenda era senza dubbio poco soddisfacente da un punto di vita strettamente narrativo (ma non per Frough, che aveva capito ben poco e che ci ha raggiunte, ancora in gramaglie, per celebrare subito la liberazione) lo era invece dal punto di vista delle emozioni che tutte stavamo vivendo.

lella a shiradin_001.jpglella a shiradin_004.jpgHo letto, e mi riservo di commentare direttamente, il commento di Francesca al post Arrivano i nostri, ma qui voglio riportarne un passo particolarmente importante: “quando pianifichi un RP in cui non tutti i partecipanti conoscono il finale sei come un compositore che immagina i gesti di un’orchestra sinfonica che suona senza lo spartito”. Come la vita reale, SL non si può vivere con una sceneggiatura ma solo, per continuare a usare la metafora di Francesca, in un modo più jazz, improvvisato momento per momento, seguendo l’ispirazione, i suggerimenti delle persone che trovi online, i limiti e le occasioni dettati dalla loro RL, il destino, l’imprevedibile. Ma anche sapendo che, ogni tanto, è importante dire chiaramente cosa si sta cercando da una determinata situazione, perché a giocare si è sempre almeno in due e nessuna di noi è una telepate. Trovare l’equilibrio magico fra l’improvvisazione, il senso di avventura e la chiarezza reciproca è un esercizio che non ha regole sempreverdi, eppure credo sia quello che dobbiamo cercare se vogliamo vivere la nostra Second Life con l’intensità che, ormai è dimostrato, è in grado di regalarci.

tornata al WCf.jpgCredo di aver imparato molto, in questa intensa settimana: ho imparato da Francesca e dalla sua famiglia, ho imparato da Jelena, Lella e Frough, ho imparato da Tomiko e dal suo bellissimo commento, sincero e articolato, a Guardandomi allo specchio. Qualcosa forse l’ho imparata anche da me stessa eppure so che, alla fine, si impara soprattutto dagli altri. Per questo, in quello che molto probabilmente sarà l’ultimo post prima del Natale (e forse anche l’ultimo dell’anno) vorrei davvero ringraziare tutte le persone con cui ho avuto a che fare, non solo in questa ma anche nelle altre avventure, anche quelle mai raccontate su questo blog. Grazie a tutte e tutti voi di esistere, di regalarmi  ogni volta una parte della vostra vita, di avermi concesso e concedermi a volte di esserne parte.

tigro_006.jpg

A Francesca Miles

Più o meno 24 ore dopo aver avuto l’ordine di scriverla, ecco il prodotto di qualche ora di insonnia ma, soprattutto, di emozioni molto forti vissute solo in parte a causa di una RL sempre, inevitabilmente, tiranna. Dei versi artificiosi, forse, ma completamente sinceri in quello che cercano di comunicare. E che sono stati consegnati a Chiara Haalan durante una connessione molto fugace, dall’ufficio, mentre fuori dalla casa di Moordon in cui Win era tenuta prigioniera si erano da qualche ora asserragliate forze d’attacco del WCF pronte a scatenare l’inferno.


FrancescaMilesprofiloFB.jpg

 

A Francesca

 

Ti ho vista, ti ho acchiappata, ti ho tenuta
per qualche ora, forse neanche un giorno
e fosti come mia, legata, muta,
capelli e fiore rossi, mentre attorno
avevo dolci amiche, prigionieri,
turisti, s’una spiaggia ch’era un forno,
e Lella, senza i suoi stivali neri.

 

***Francescaaitempi.jpg francescaitempi2FB.jpg francescaitempiFB.jpgfralegataaitempiFB.jpg

Molt’acqua è poi passata sotto al ponte
che gli oggi nostri ognora muta in ieri
fin quando ognuna, sola, su Acheronte,
debba salpar. Ma delle nostre strade
da allora si incrociarono le impronte.
Se Fato le occasioni facea rade
la Volontà era pronta a rimediare.
Non ci fu, forse, mulinar di spade
a fianco una dell’altra, ma più care
d’ogni avventura sono certe storie
che solo il metaverso può ospitare.

DungeonMardiGras_001.jpg


Per chi non sa, null’altro son che scorie
quei giochi nostri di manette e celle,
e di sconfitte dolci, e ambigue glorie,
e corde, e il lattice come seconda pelle.
Per noi quel mondo, che talun spaura
è forte sì da renderci sorelle,
amiche, amanti: ché non c’è tortura
peggior di soffocare nella culla
le proprie fantasie. Ah! Com’è dura
la sorte di una povera fanciulla
che se si pensa presa e prigioniera
sente il cuor suo che all’impazzata rulla.

Giorno4_002.jpgGiorno4_003.jpgGiorno4_005.jpg Giorno4_007.jpg


Francesca, lo sapevi, e l’altra sera,
venuta ad abbracciarmi alla prigione,
scattasti con l’audacia di una fiera
cogliendo (anzi creando) l’occasione.
In ceppi mi hai costretta in pochi istanti,
travolta di sorpresa e d’emozione,
sì che da pochi son poi stati tanti
gli attimi che ho rubato a quella notte.

giorno4fine_002.jpg

Tu, Chiara e Travestroia, le Baccanti,
con DoctorLover, François la mascotte,
non mi avete lasciato alcuno scampo,
avvinta come certe galeotte.
haalan4.jpgSol che ci pensi tutta in viso avvampo
non tanto perché nuda tu mi hai esposta
nel tuo salotto. No! Perché in un lampo
sapesti ritrovar sotto la crosta
la Win che china il capo in soggezione.
Tu mi parlavi, e lo facevi apposta,
come le spire avvolge un gran pitone
attorno al coniglietto ipnotizzato
di cui si sta per fare un sol boccone.
Fui tua, sospesa al minimo tuo fiato,
fin quando fui connessa, ed anche dopo,
col mio pensiero ch’era imprigionato
da un gatto che giocava con un topo.
Legata, priva ancor della favella,
spogliata di un futuro e di uno scopo
che non ti contemplasse, proprio in quella
sentii una nuova forza nella schiena.

conlorella_005.jpg

Dei volti. Nomi. Sussultai. “Frough! Lella!”
E ancor: “Lorella! Andromeda! Jelèna!”
Lo so: la vita vera ci è di freno
in questi tempi, ché per tutte è piena,
ma non per questo può venire meno
l’amor con cui codesti miei gioielli
coloran la mia vita arcobaleno.

Lellanitenite.pngandrotentacoli_004.pngaggiornamento_001.jpg bee_003.jpg

Francesca, tu puoi farmi anche a brandelli,
tenermi al tuo guinzaglio come i cani,
mi puoi stringere il cuore od i capelli,
negarmi ancora l’uso delle mani…
ma adesso so per certo: sottomessa
tu non mi avrai nè oggi nè domani.
Più facile sarebbe farmi lessa,
perché color di cui tengo la chiave
mi rendono più forte di me stessa.

Ewyncage_001.jpeg


Io non mi piegherò, Francesca. Cave!
Dirtelo voglio grata, e con dolcezza,
ma intendo andare con la prima nave.
Flettermi non potrai: sol mi si spezza
se troppo vien tirata la catena.
Ma allor gaudio e emozione alla tristezza,
all’odio ed al rancor lascian la scena.
Sei pronta pure a ciò? Come in un fuoco
tu puoi bruciarmi tale e qual falena
ma l’esito finale di quel giuoco
sarebbe devastante, e molto amara
la vita mi farebbe. Qui t’invoco:
quello ch’è rotto più non si ripara
e d’uopo e che qui te ne faccia accorta
con questi versi che mi ha chiesto Chiara.

lorellalegata.jpgAndrolella_001.jpgFrinesera_003.jpegbane Stefany fine_003.jpg

Francesca Miles: vuoi tu vedermi morta?
Spero e credo di no ma se sì fosse
non hai che da tener chiusa la porta
e stringermi il collar senza più mosse.
Io sento la distanza delle amiche
che sono mie. Lo dico a gote rosse
ma a fronte alta: tutte le fatiche
per prendermi fra le tue damigelle
non otterran l’alloro della Nike.
Giammai potrò scordar quell’ore belle
in cui mi desti ciò cui in parte anelo.
Ma ora lasciami andar, verso le stelle
che, pur di pixel, brillano nel cielo.

Win

triospazio_002.jpg