Win finisce in Gloria

Quella che doveva essere una visitina veloce a Belias Rubble, a Villa BDSM, si trasforma in una situazione potenzialmente molto pericolosa – dove rischio di fare una fine peggiore di quella che volevo riservare a Cerdita.

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Lo dico fin da adesso, è stata colpa del lag. Sì, il lag, quel maledetto fenomeno dovuto alla lentezza dei server di Second Life quando ci si trova in una sim sovraccarica di avatar (e, attenzione, per sovraccaricare una sim possono bastare due o tre decine di presenze) e che a volte rallenta la reattività di tutto fino a limiti a volte intollerabili. Con effetti disastrosi per qualcuno, come nel mio caso ieri sera.

Mi ero collegata distrattamente, mentre il mio agente reale guardava con un occhio solo “Dr. House” in televisione. Mi ero teletrasportata nella sala di controllo della Kelley Technologies, con una mezza idea di verificare come se la passassero i miei bane attualmente online. Ma dopo un po’ ricevo un IM da Cielo: “Sono qui con Belias e ci chiedevamo cosa stia combinando la Winth”, aggiungendo che al momento stanno legando una certa Melinda.

0d364d17974a64d255cd6d4f15efd12b.jpgNessuno dei miei bane è online al momento, così decido di fare un saltino a Villa BDSM. Al limite mi sento anche un po’ in colpa dopo aver detto così male dei suoi frequentatori alla fine del post La vendetta di Cerdita. E poi, comunque, Belias la vedo sempre volentieri, e Cielo e Gloria sono due persone simpatiche. Mi diverte ogni tanto insegnar loro qualcosa sui legami di Marine – sono un po’ maestrina, come Belias mi fa notare spesso… mi piace darmi un po’ di arie, anche perché vedo che tanti interlocutori lo trovano estremamente irritante, e alla lunga questo può produrre effetti interessanti.

Quando arrivo, Melinda si è scollegata e trovo solo Cielo, Gloria e Belias. Altri arrivano e se ne vanno nei minuti successivi, mentre si chiacchiera del più e del meno, senza eccessivo coinvolgimento. Cielo mi cattura con quelle sue gabbie magiche in vetro, ma c’è ben poca gloria in un acchiappo del genere (anche se, in questa maledetta land dove solo gli owners possono materializzare oggetti, scopro di non poter contrattaccare con i miei sparagabbie) e alla fine mi lascia andare. Nel frattempo, lo rimprovero per il comportamento dei suoi ospiti l’altra sera, con Cerdita: una ragazza nuda e legata su cui si sono accaniti in tre a suon di frusta, bella forza! Cielo si difende senza troppa convinzione, mentre Pedro Gibbs si mostra un pochino più contrito (anche se la sua scusa è “Ero giovane e inesperto”: andiamo, sono passati appena 4 giorni!) Noto che Gloria sta tentando di sottomettere Belias, che non è affatto in vena (si direbbe anzi di umore nero) e la impegna in qualche schermaglia. Propongo loro un bikini per una bella partita di lotta nel fango, ma a quanto pare non è serata. E alla fine Cielo mi annuncia che sta pensando di organizzare un nuovo concorso, per la migliore ragazza imbavagliata.

Io ho rotto le scatole a troppi amici troppo poco tempo fa per farmi votare al concorso in Latex e annuncio subito che non intendo partecipare, ma l’argomento mi intriga. Belias indossa a scopo dimostrativo un suo bavaglio dall’aria abbastanza cattiva, e bofonchia qualcosa attraverso esso. Gloria si mette il suo ballgag Real Restraint, che Cielo provvede subito a chiuderle addosso. E anche io metto il mio, per una breve sessione di chiacchiere fra imbavagliate. Niente di male, dopo tutto: le chiavi le tengo strettamente in pugno.

1d8dde753b3fea224c9f8f7b2f38121a.jpgMi passa anche per la mente che la situazione è potenzialmente rischiosa. Quando aprirò il lucchetto del bavaglio, solo per un istante, potrei essere vulnerabile a un furto di chiavi. Mi guardo intorno: nel raggio dei due metri entro i quali è possibile interagire coi legami di qualcuno ci sono solo Belias e Gloria. E, in ogni caso, mi basteranno davvero pochi istanti per cliccare, dopo “unlock“, su “take keys” e recuperarle prima che a chiunque possa anche solo venire l’idea di impadronirsene.

Ed è  qui che, invece, il famoso lag ci mette lo zampino. Quando, dopo qualche minuto, decido di togliermi il bavaglio, il menu dei comandi scompare subito dopo che io ho cliccato “unlock” e dopo tre o quattro secondi non è ancora ricomparso. Ovviamente, nella chat pubblica si è sentito chiaramente che io ho appena sbloccato il bavaglio, il che implica che le chiavi sono disponibili. Comincio a sudare freddo e mi affretto a digitare in chat il comando “/77 gag” che dovrebbe riattivare il menu, il quale per qualche altro lunghissimo secondo non si fa vedere. Intorno a me, Cielo sta parlando e probabilmente nemmeno si è accorto del potenziale di questa situazione (ed ecco cosa succede a chi sa fare solo il Master e, palesemente, non ha mai voluto indossare lui stesso un paio di manette). Gloria e Belias sembrano impegnate ciascuna col suo rispettivo bavaglio. Ce la posso fare?

Finalmente il menu del ballgag mi si apre, in alto a destra del mio schermo. Il puntatore del mouse corre rapidissimo al  comando “Take Keys“. Ma nella chat si sente all’improvviso quanto segue:


RR Ballgag 1.13 whispers: Gloria Oppewall has taken WinthorpeFoghorn’s keys from her RR Ballgag 1.13.

324d86b8f58a152ff9e7a110901b99e9.jpg Gloria? Maledizione alle acque chete. È stata un fulmine. Scommetto che era lì in agguato da chissà quanto tempo, con il mio bavaglio sotto il puntatore, pronta a cogliere la sua occasione. Faccio appena in tempo a esclamare: “Gloria, mannaggia, colpa del lag! Fregata!” che lei mi caccia in bocca la pallina di gomma e gira la chiave con uno scatto.

Quello che segue dopo è particolarmente imbarazzante. Cielo ci mette non so quanto a rendersi conto che la sua schiava si è impadronita delle mie chiavi del bavaglio, ma quando lo scopre manca poco che si metta a saltare su e giù per la sim. Di fatto, anzi, fa proprio qualcosa di simile, mandando un annuncio ufficiale urbi et orbi a tutti gli iscritti di Villa BDSM: 

[2008/05/06 14:10]  Cielo Robbiani: udite udite
[2008/05/06 14:10]  Cielo Robbiani: siamo riusciti ad intrappolare winthorpe

Imbavagliata, io minimizzo, ma la situazione è molto grave: con il RR Viewer non ho modo di togliermi il bavaglio, e Gloria sta già collegandolo a un guinzaglio che mi impedirà qualsiasi teletrasporto. Nel frattempo, la sim si popola di personaggi inquietanti attratti dall’annuncio: appare quel Montgomery Forcella che l’altro giorno pretendeva di frustare Cerdita prima che io avessi anche solo fatto in tempo a legarla, ricompare Pedro Gibbs, che si è un po’ scocciato per quel che ho scritto di lui nel post precedente e che ormai da giorni me l’ha giurata, un paio di ragazze e altra gente che non conosco. C’è un tale New Vita che mi fa “Interessante blog, finirò di leggerlo…” e che provo a ringraziare come posso, con la pallina di gomma strettamente incastrata fra i denti.

Cielo minaccia immediatamente di legarmi al palo e io lo rimbecco subito, pensando alla sorte di Cerdita: “E poi quanti energumeni mandate a frustarmi?”. Ma il bavaglio pasticcia tutto e quel che viene fuori è questo mesto bofonchio: “h foi quanti enewgumeni manhath a fwuftawmi?” Per fortuna, il ballgag non ha il comando “Force Sit“, e nessuno può legarmi al palo contro la mia volontà – quanto alle chiavi delle manette, mi guardo bene dal metterle a disposizione. Però, maledizione, adesso sono davvero nei guai: Pedro osserva tutto con eccessivo interesse, Belias sogghigna un poco. E Gloria, soddisfatta come un gatto che ha acchiappato un topolino, impugna il guinzaglio e mi trascina al piano di sotto, seguita immediatamente da un piccolo corteo.

8de7c1afb9c83ee262f8221ec741f1f0.jpgTutto quello che posso dire su quanto accade in seguito, è che io faccio la più strenua resistenza. Nella gabbia mi ci devono trascinare tirandomi per il collo, ma le mani le ho ben libere – e ogni volta che Cielo si avvicina, minacciandomi una drastica sculacciata con una paletta che ha estratto con una prontezza degna di miglior causa, io impugno un’arma analoga e mi metto a menare fendenti su di lui e su Gloria. La lotta dura almeno un’ora, tanto che pian piano gli ospiti si allontanano. Alla fine la questione si riduce a me, la povera Win, imbavagliata e legata a un anello, spesso anche imprigionata in quella cavolo di gabbia magica che Cielo continua a spararmi addosso, contro due persone ben determinate a sopraffarmi.

È’ l’una di notte nel mondo reale quando avverto i due proprietari di Villa BDSM che devo scollegarmi, ben sapendo che domattina mi ritroverò ancora legata, nella stessa gabbia con le sbarre che Cielo è in grado di chiudere a chiave. E dalla quale, a differenza che dal bavaglio, sospetto che potrebbe essere molto difficile fuggire. Domani è un altro giorno, diceva un famoso personaggio del cinema e della letteratura popolare, ma lo intendeva in senso ottimista. Mentre quella che io vedo avvicinarsi è una specie di tempesta.

 

(Prossimamente: Intermezzo – Due bane innamorati)

La vendetta di Cerdita

Lo spirito dominatore di Cerdita Piek, esplode in modo inaspettato facendomi pagare lo scherzetto di qualche tempo fa. Ma il nostro è uno scontro fra titani bastardi del Real Restraint. E mi fa ricordare perché frequento le sim italiane così di rado.

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Sono giorni, ormai, che quasi tutto il mio tempo su Second Life è dedicato a creare nuovi bane e ad amministrare quelli che già vagano prigionieri della diabolica invenzione concepita da Evil Dolly e resa (virtualmente) reale da Marine Kelley. È un’attività che fa felice il mio diavoletto dominatore ma che, alla lunga, è abbastanza pesante: non si tratta solo della procedura di bane-ificazione (che comunque, se si fa un minimo di roleplay, un’oretta e mezza di tempo la richiede tutta) ma anche di tutto quel che segue – è un continuo ricevere comunicazioni: qualche prigioniera che comincia a rendersi conto del guai in cui si è cacciata, Marine che ha bisogno di una mano per gestire emergenze di qualcun altro, nuovi prigionieri che attendono con ansia il loro turno… e oltre a tutto questo c’è l’ordinaria amministrazione, prendere l’iniziativa di controllare come stanno i tuoi bane, vedere che non stiano accumulando punizioni eccessive e se necessario andarli a trovare. Sei il loro unico contatto con il mondo e, almeno una volta ogni due o tre giorni, è meglio che tu vada a darci un’occhiata per qualche parola di conforto e magari un consiglio o due.

282211938ba26d14996b4b8e23f1d043.jpgd2eb7f906b2aca001018f551501fc880.jpg Tutto questo per spiegare come mai, una mattina, non resisto più all’impulso che sento intensificarsi da qualche giorno. E mi rimetto le manette che, mi rendo conto con stupore, praticamente non indossavo più da almeno dieci giorni. Tecnicamente, avere le manette addosso è una finzione: di base, su Second Life, nessuno può costringerti a fare qualcosa contro la tua volontà – nemmeno ammanettarti. Fino all’introduzione dei Real Restraints, anche quando incontravi un aspirante rapitore, da parte tua ci voleva un sacco di buona volontà nel fingerti impotente a reagire, nel toglierti evntualmente gli indumenti che il catturatore voleva strapparti di dosso, nel sederti sulle poseball scelte dall’aguzzino. E in ogni momento era possibile tirarsi indietro, dire di no, rifiutarsi di fare questo o quello. Insomma, non esattamente l’ideale per provare la sensazione di perdere il controllo su se stessa. La grande innovazione delle manette Real Restraint (o di altri legami equivalenti, prodotti da Marine Kelley ma anche da altri) è che consentono invece al primo che ti ruba le chiavi di farti tutto quello che gli pare: e ti offre il brivido di sentirti veramente vulnerabile, pronta per l’avventura, progressivamente trasformabile in un oggetto in balia di qualche persecutore. Nel gioco, poi, sarà cura del catturatore di fingere, con un po’ di roleplaying, di essere lui ad avvolgerti nelle corde, a chiuderti nelle cinture o a incatenarti.

Il mio ritorno alla vita pericolosa dovrebbe avvenire gradualmente: prima di indossarle, ho tolto dalle manette il Nasty, quello script malefico che, fra l’altro, consente al rapitore di toglierti tutti i tentativi di evasione. Per giunta, ho avuto cura di tenere da parte le chiavi delle manette, in modo che un rapitore occasionale non abbia modo di scipparmele a sorpresa. Però non ho tenuto conto di un altro script che ormai abita di default in tutti i miei legami e che permette a un selezionato numero di amici di sfilarmi le chiavi di tasca anche quando le tengo nascoste: si tratta di “Friends” di Chriss Rosca, di fatto ormai uno standard irrinunciabile per chiunque utilizzi i legami di Marine. Ma anche un fattore di rischio elevatissimo, soprattutto quando si bazzicano posti come Stonehaven. Mi materializzo lì dopo giorni e giorni di assenza e, dopo pochissimi istanti, accadono quasi simultaneamente due cose: accanto a me comincia ad apparire la mia vecchia amica Cerdita Piek, e le mie manette scattano all’improvviso, bloccandomi le mani dietro la schiena.

8b17903ba5e7fe6fda94b6f9d7349860.jpgb1150206e1eb5ae408232bd35d00cfe7.jpg5346cd077e94ddecbfcf1d425dbad0a4.jpg 5cfb1d7b6bb88cb27e0884f07bf55789.jpgDi Cerdita ho parlato già più volte – in Mistress si nasce e più recentemente in Cose da non fare durante il roleplaying. Sub storica e sempre nei guai, sempre più spesso ha atteggiamenti deliziosamente aggressivi che col tempo stanno sviluppandosi in una tendenza sempre più dominante. Questa volta, la mia vecchia amica non corre rischi e mi priva immediatamente dell’interazione con l’ambiente, assicurandosi che non possa reagire pasticciando con le corde che ormai porta sempre addosso. Mi costringe in ginocchio con le cavigliere, mi guarda sorridendo e annuncia che da questo momento si dedicherà a fare di me la sua schiava, insegnandomi con le brutte il rispetto per la mia nuova padrona fino a quando non mi sarò piegata completamente ai suoi comandi.

Le prime due regole imposte sono relativamente semplici: posso rivolgermi a lei solo chiamandola Lady Cerdita e, in sua presenza, devo sempre restare in ginocchio. Ma è solo l’inizio della giornata, perché stavolta fa sul serio. E, dato che si deve scollegare per un’oretta, la sua prima mossa è di trascinarmi al labirinto di vetro chee si trova sul tetto della stanza delle gabbie di Stonehaven, sfidandomi a uscirne entro 30 minuti. Se non riesco a uscire in tempo, sibila minacciosamente, sarò punita con 30 minuti di detenzione in gabbia per ogni minuto di ritardo. Per assicurarsi che nessuno possa aiutarmi, Cerdita mi imbavaglia (eliminando così anche la possibilità che io comunichi con qualcuno tramite IM) e mi ficca nelle orecchie certi tappi che bloccano completamente la chat pubblica. Da questo momento in poi, quando qualcuno parla, tutto quel che posso sentire è: “…”. Con le caviglie legate e i polsi serrati dietro la schiena, rimango sola nel labirinto, a strisciare sulle ginocchia per i corridoi, cercando di farcela più in fretta possibile. Non è la prima volta che affronto questa prova, ma l’altra volta ci sentivo bene – e c’era Zahnbuerste Strom che, dal soffitto trasparente, mi aiutava a trovare la strada. Stavolta invece nessuno può aiutarmi – nemmeno le compagne di sventura che, ogni tanto, incontro fra le pareti trasparenti, e che mi guardano con commiserazione per poi passare oltre.

Quando riesco a uscire dal labirinto, di minuti ne sono passati 40 a una piccola folla si è accalcata fuori: fra gli altri ci sono Novaline, che qualche tempo fa ho tormentato un po’ e che da allora mi sta dietro, e un certo Pedro Gibbs, che è venuto a cercarmi a Stonehaven dopo aver trovato per caso questo blog ed esserne diventato uno dei lettori più avidi. Pedro si illude di prendermi come schiava, come del resto il signor Garrigus, ma ancora non mi conosce e l’ho avvertito che si illude se spera di piegarmi con la persuasione. In ogni caso, è davanti a questa e altra gente che Cerdita mi umilia, definendomi stupida come una bionda (e facendomi tingere i capelli di conseguenza), preannunciandomi cinque ore di detenzione in gabbia per la mia lentezza nell’uscire dal labirinto, e infine trascinandomi in un pub lì vicino per farsi un bicchiere prima della mia detenzione.

6af66fe56ae94bff758457701a23c326.jpg 458e102903cc95e9467ad0e2f7b91c94.jpg8764d78af15db59a24b67f5d7565711b.jpg807e86f6cd4d29f51633581cc3c6d60c.jpg e0385e4034cd7bdea3ab751c9702d262.jpgAdesso non vorrei farla lunga, ma qualcosa la devo dire, per evitare che si continui a pensare a Cerdita come alla simpatica e sottomessa damsel in distress: prima di dare da bere anche a me, con la gola secca dopo tre quarti d’ora di bavaglio, l’ex innocente fanciulla pretende che io le pulisca le scarpe – prima coi miei capelli biondi poi addirittura con la lingua. Quindi mi nega la bottiglia d’acqua, obbligandomi a bere come un cane da una ciotola posta sul pavimento. Il tutto, con la proibizione di rimettermi in piedi, e l’obbligo ricorrente di chiamarla Lady. Infine, terminata la serie delle umiliazioni, mi trascina in un sotterraneo a Snark e mi sbatte in una gabbia di sua concezione, decisa a tenermici chiusa per almeno 5 ore – anzi, più a lungo, per farmi scontare il fatto che, durante la prigionia e col suo permesso, ho lasciato che mi raggiungesse una mia bane che aveva urgente bisogno di assistenza. Infine, se ne va per un po’, lasciandomi la sola compagnia di Nitalia, una vecchia conoscenza che qualcun altro ha incatenato nella stessa stanza, e con la quale posso fare due chiacchiere.

Ma non è la conversazione che può distrarmi dalla missione principale, che è sfuggire in qualche modo alle grinfie di Cerdita. Questa volta, a tradire la mia persecutrice è il fatto di avermi chiuso le manette con un timer che, in sua assenza, scatta restituendomi le chiavi… e la sua gabbia, per quanto ben chiusa, è di quelle la cui porta si può forzare con tempo e pazienza – e a me non manca l’uno nè l’altra. Proprio quando Cerdita riappare, un attimo prima che io mi genufletta per evitare ulteriori castighi, la serratura cede al mio ennesimo tentativo di forzarla e la porta si spalanca.

C’è un attimo di silenzio e di esitazione in cui nessuno si muove. Cerdita mi guarda, io guardo lei. Nitalia osserva entrambe. Poi io scatto fuori dalla gabbia e mi avvento verso la scala che porta alla libertà. Sto per slanciarmi verso l’alto, quando Cerdita urla. URLA. Furiosa. “Schiava! Fermati immediatamente! Torna qui!” Il tono di autorità  nella voce mi paralizza per un attimo, e resto immobile alla base delle scale. Guardo la libertà verso l’alto, poi la mia persecutrice, poi di nuovo l’uscita. È così strano, questo momento: niente di fisico mi imprigiona, ma la voce di colei che fino a un momento fa mi teneva prigioniera ha il potere di soggiogarmi. O quasi, perché anche se non scappo su per le scale, nemmeno mi avvicino a lei. Resto lì, ferma, come un coniglietto che in mezzo alla strada fissa i fanali del camion che sta arrivandogli addosso a tutta velocità.

Poi faccio un passo, uno solo, verso Cerdita, che si sta avvicinando. Chino la testa, sento le mie ginocchia che si piegano, cado a terra. Rialzo lo sguardo e vedo la mia padrona avvicinarsi, gli occhi che lampeggiano di rabbia, pronta ad ammanettarmi di nuovo, a punirmi, a farmi rimpiangere questo pomeriggio come se fosse stato una scampagnata. Lei si ferma a un passo da me, mi prende il mento con una mano, mi fissa negli occhi, mi grida in faccia.

E a questo punto in me succede qualcosa che io stessa non mi aspettavo. Sostengo il suo sguardo, le sorrido in modo strano, poi abbasso gli occhi sulle sue mani, che stanno digitando insulti.

Dalle tasche estraggo un rotolo di corda e velocissima glielo avvolgo attorno ai polsi, legandoglieli strettamente dietro la schiena. Con un calcio, la faccio cadere sul pavimento e le sono addosso, con altra corda, che le avvolgo intorno alle gambe. Cerdita strabuzza gli occhi, urla, insulta, ma è troppo tardi: è mia adesso, e tutto quello che mi ha fatto passare glielo farò pagare con gli interessi.

Sì ma… che fare? Cerdita è stata legata in mille modi, umiliata e schiavizzata al punto che stavolta bisogna escogitare qualcosa di veramente terribile per punirla. Mentre ci penso, decido di portarla a Villa BDSM, dove una nuova amica – Belias Rubble – mi ha pregato di recarmi appena possibile per votare una sua amica ad un concorso analogo a quello in latex a cui sono arrivata seconda. Soffoco le urla di Cerdita con un bavaglio, le stringo al collo un guinzaglio di corda e me la porto nella sim italiana dove Cielo ci accoglie con entusiasmo.

Anche troppo, forse: Cielo mi sommerge di proposte – chiudere Cerdita nella Machiavelli (una gabbia di sua invenzione in cui si guadagna qualche dollaro quando si riesce ad uscire), venderla come schiava, legarla a un palo. Intanto la mia prigioniera urla e scalpita, si dimena, strattona il guinzaglio, cerca di prendermi a calci. Sono costretta a trascinarmela dietro incaprettata, poi la lego al palo offerto da Cielo per, diciamo così, convincerla con le buone a votare per chi dico io. La cosa va per le lunghe perché c’è un deficiente, Montgomery qualcosa, che approfitta del fatto che Cerdita sia legata al palo per tirarle qualche scudisciata. Un comportamento che non accetto: Cerdita adesso è mia, e io sola posso decidere che punizioni imporle. Spingo Montgomery via in malo modo, poi torno a dedicarmi alla mia opera di convinzione: a ciascun suo rifiuto, le strappo di dosso un indumento, fino a quando Cerdita piega il capo e accetta di votare per l’amica di Belias. Solo che poi, quando le sblocco l’interazione, si mette a votare tutte le candidate tranne quella che le ho detto io. Ah, è così, eh? Maledetta spagnola. Adesso ti sistemo per le feste.

cb2ecfd33237ec4e9a4630ddaed6a559.jpg1d0df2c7c5a2b7bf4a8e78a8d4d5a7a8.jpg Afferro Cerdita in malo modo e per prima cosa le blocco di nuovo le interazioni. La trascino verso il cosiddetto “Infinito”, un monumento che è l’orgoglio di Cielo e compagnia, e la lego saldamente ad esso (usando la funzione “force sit” delle corde e inibendole lo “stand up” in modo che non possa più staccarsene da sola). La spoglio completamente, e la guardo fissa negli occhi, sibilando: “Adesso chiedi pietà e implorami di liberarti. Se lo farai, forse, ti porterò via con me e quello che ti farò resterà fra noi due. Ma se non lo fai, resterai qui, a disposizione di chi passa a Villa BDSM. Isolata da tutti, oltre che dalle corde, dalla barriera linguistica. Qui nessuno o quasi parla l’inglese!”

Gli occhi di Cerdita dardeggiano: non si piega affatto, anzi, continua a insultarmi da dietro al bavaglio. Non mi resta alternativa se non lasciarla qui. So bene che le corde le impediscono ogni movimento, ma anche che, se appena appena arriva qualcuno che si intende un poco di Real Restraints, ci mette quattro secondi a liberarla, legarla di nuovo e portarsela via, magari in qualche dungeon inaccessibile. Non manco di farglielo notare – ad alta voce, in modo che i presenti possano prender nota e approfittare della situazione. Di fatto, il primo che passa avrebbe a disposizione una schiava –  recalcitrante, è vero, ma vuoi mettere il piacere di domarla? Affido Cerdita a Cielo, perché provveda a offrirla alle cure di qualcuno che abbia voglia di divertirsi, e me ne vado a Stonehaven a tirare il fiato e chiacchierare con gli amici.

Quando torno a Villa BDSM qualche minuto più tardi, la mia delusione è enorme. A quanto pare, nemmeno uno dei visitatori ha saputo impadronirsi della preda che ho offerto loro su un piatto d’argento. Tutto quello che sanno fare è mettersi in fila davanti all’Infinito, tutti con in mano una frusta, e menare scudisciate una via l’altra, senza uno straccio di interazione scritta. Zero roleplay, zero fantasia, zero tutto: solo una serie di tristissimi e ripetitivi clic sulla povera Cerdita. La quale, più annoiata che spaventata, si è semplicemente estraniata dal gioco mettendosi “away“.

So che questo comportamento non è di tutti – Cielo e Gloria, ad esempio, mi sembra si diano un po’ più da fare per mantenere un minimo di interazione fra avatar. Però, guarda caso, sono sempre le sim italiane quelle in cui succedono cose come queste: chat pubblica intasata di messaggi sovrapposti, spesso urlati, tutti che salutano tutti, ridono ed esclamano sciocchezze a ripetizione rendendo impossibile una comunicazione che non sia in IM – e quel ch’è peggio lasciando l’apparenza dell’interazione e di gioco a script automatici che rispondono a ogni clic con qualche frase prestabilita. Possibile che sia una questione di nazionalità? Samy, Rossella, Belias sanno mantenere un alto livello di gioco, e sono tutte italianissime – ma forse non è un caso che le abbia conosciute tutte in sim di lingua inglese, nelle quali di fatto fingevano di non parlare l’italiano.

Dovevo scollegarmi, ormai, e sarei restata offline per qualche giorno. Ho liberato Cerdita da quel noioso passatempo, ma è una situazione puramente temporanea. Lei sostiene di non aver finito, con me, e so che è meglio che le creda. Ma io, con lei, non ho neppure incominciato e la prima volta che ci incontreremo faremo impallidire la sfida all’OK Corral.

Ah, e naturalmente adesso i miei capelli sono tornati al  colore abituale.

(Prossimamente: Win finisce in Gloria)

23 ragazze, tanti amici e il ritorno di un adorabile cagnolino

Secondo giorno del concorso Latex Girl a Villa Bdsm. Ancora per oggi sarò online parecchio tempo, ma domani temo di poterci essere solo la mattina. Qualche aggiornamento sugli amici che sono venuti a trovarmi e qualche indicazione per chi volesse venirmi a votare anche in mia assenza.

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Il concorso a cui sto partecipando è una faticaccia per me, e posso solo provare a immaginare che faticaccia sia per Cielo Robbiani e Gloria Oppewall, che lo hanno organizzato per inaugurare nel modo migliore la loro nuova area BDSM italiana. Ovviamente non si può giudicare il successo di una SIM dall’affluenza a un concorso: a partecipare siamo in 23, e ognuna ha scritto, credo, a tutta la sua agenda implorando gli amici di venire a trovarla e di darle il suo voto… questo, naturalmente, oltre al tentativo di agganciare i visitatori occasionali per strappare il voto anche a loro. Quello che Carin, stamattina, definiva una sorta di speed dating che, quando si ha il tempo di un po’ di interazione, consente soprattutto di conoscere gente potenzialmente interessante.

d758f32ca2dcc7ae2875ebd70b1e539b.jpgVorrei citare tutti gli amici e le amiche che sono passati a trovarmi. È venuto Jaron, a un certo punto, e in mia assenza, la notte scorsa, è passata anche Mystique (continua a passare tanto tempo senza che riesca a vederla, e questo è ciò che di questo concorso mi pesa di più, credo). È passata, più di una volta, Rossella – sempre con al seguito splendide fanciulle imbavagliate o al guinzaglio, anch’esse pronte a votare per me… e a un certo punto è apparsa anche Astor, il famoso e gentilissimo puntino verde di quando non la conoscevo di persona e la ritenevo solo un ostacolo al mio desiderio di scrivere un IM alla sua amata. E poi c’è stata una vera sfilata di amici da Stonehaven: a cominciare dal proprietario Dirk Massiel, che in questi giorni mi sta raccontando di come abbia conosciuto nella vita reale la mitica Lorelei di Bedroom Bondage – e che mi ha passato sottobanco alcune foto inedite che le ha scattato ai tempi della loro frequentazione, quando l’ha legata (ed è stato legato da lei) nella vita reale. Dirk ha promesso di presentarmi l’avatar di Lorelei – su Second Life Lorelei Mission, tenutaria del Bondage Ranch e non sto più nella pelle… se lei mi desse il permesso, mi piacerebbe pubblicare qualcuna delle foto di Dirk qui sul blog. All’epoca lei gli aveva fatto promettere di non pubblicarle se non dopo la sua morte, ma poi è diventata una modella bondage molto nota, e ora una produttrice di ottimo materiale bondage, e magari il divieto può considerarsi caduto… Tuttavia mi asterrò dal pubblicare alcunché fino a quando non avrò la certezza di essere autorizzata a farlo.

Ha votato per me BlackBear Babii, la mia Mistress dislessica di forse dieci giorni, a cui mi ero concessa tanto tempo fa, quando piangevo per la prima volta la cattura di Mystique da parte di Jaron. Ha votato per me Useme Offcourse, cui avevo promesso che, per una volta, non l’avrei legato (e che ha commentato un po’ sardonicamente che questo concorso per me era praticamente una prigione all’aperto – un commento un po’ insolente da parte di un Moneypig… ma gliela faccio pagare appena riesco a mettergli le grinfie addosso). Bunny è passata con un giorno di ritardo (ieri era in punizione per aver “dato per scontata” la sua Mistress, Pirate Russell) e ha portato con sè quattro o cinque amichette, tutte ammanettate e tutte pronte a darmi il loro voto. Grazie, Bunny, sei una vera amica.

83cfc76d7472faeba47d8c6d1fc01013.jpgFra le visite più bizzarre che ho ricevuto, quella di Teck Paine, quel simpatico cagnolino un po’ indiscreto che appariva già in una foto risalente alla mia prima cattura da parte di Isabel e che da allora non avevo più incontrato. Teck è comparso trotterellando ed è rimasto a lungo a tenermi compagnia dopo avermi dato il suo voto – a quanto pare, su Second Life, il suffragio è veramente universale e anche un cane può  permettersi di fare scelte importanti. Teck è piaciuto molto, mi è parso, anche a Rossella, che gli ha dato qualche affettuosa grattatina sulla testa prima di salutarlo.

A trovarmi è passata anche Mudlark Burns, in questi giorni impegnata in una sorta di missione per conto della sua amata dominatrice Halle Westland – che l’ha chiusa in un attillato costume da catwoman e ha chiesto a dieci delle sue amiche più care di fotografarsi in compagnia di Mud nello stato in cui si trova in questi giorni, e spedirle il risultato insieme a una notecard. Il materiale finirà in un libro che Halle sta preparando e che, a quanto ho capito, sarà offerto in dono a chi ha partecipato al progetto. Sono orgogliosa di poter dire che anche io faccio parte della decina, e conto di pubblicare qui, in un prossimo post, le foto e il mio contributo all’opera cui Mudlark affida la sua immortalità artistica!

Più tardi si è fatta vedere (e ha votato) anche Moondog Merlin, cara amica di Mudlark e talentosa scripter che vende, da qualche tempo, un plugin battezzato Jolt. Ci torneremo sopra prossimamente anche perché finora l’ho potuto provare – e brevemente – solo su Useme… ma come anticipazione posso dire che consente a chi ha le chiavi delle tue manette di mandarti qualche scarica elettrica punitiva ogni volta che pronunci determinate parole proibite (o che non ne pronunci alcune obbligate, tipo “Mistress” o “Sir”), ogni volta che cerchi di liberarti da un legame, o anche ogni volta che gli gira di darti una scarichetta tanto per gradire.

5579edbda665b1882c17e270da0525bb.jpgHo conosciuto parecchi nuovi italiani, alcuni dei quali mi hanno concesso il loro voto – qualcuno in cambio della mia disponibilità a cambiare posizione, altri chiedendomi di sorridere o di smettere di farlo, altri ancora pretendendo di vedermi con un bavaglio in bocca (parlo troppo, eh? lo so), qualcuno esigendo di essere aggiunti come “amici”. Uno solo, finora, ha voluto di più e mi ha fatto sudare il voto fino all’ultimo. Si chiama Artic Spyker e, una volta ottenuto il controllo degli script del mio collare (che ho nascosto nel fiore che indosso sempre) mi ha costretto in pose piuttosto imbarazzanti e ha manifestato l’intenzione, a concorso finito, di rintracciarmi e darmi una sonora lezione che mi faccia passare la voglia di cedere, ogni tanto, alle mie tentazioni dominanti – quelle tentazioni che per Rossella sono destinate a crescere fino a predominare sul mio atteggiamento fino ad oggi. Staremo a vedere cosa succederà, anche perché Jaron mi ha confermato di non avere alcuna intenzione di lasciarmi andare tanto presto.

Tengo per ultima la notizia per me più eccitante, ossia la comunicazione da parte di Marine Kelley che il Banishment Program per il quale ho fatto da cavia nei primi giorni di questo blog sta per entrare nel vivo della sua esistenza commerciale… e che in seguito alla nostra esperienza, noi dieci vittime siamo le migliori candidate a parteciparvi come Operator – ossia come chi tiene le chiavi ed esercita il controllo, nel bene e nel male, di chi indossa il banesuit. Seguendolo a distanza, assicurandosi che si comporti bene, imponendo le punizioni quando necessario (l’hai letto, il romanzo Eudeamon? maledizione: provvedi subito!). Poiché il banishment sarà un servizio a pagamento, esserne l’operatore sarà addirittura un lavoro pagato – ma è chiaro che non lo farò per i soldi, come non è per i 1000 L$ di premio che sto partecipando al concorso di Villa BDSM. Il diavoletto dominante che si nasconde in me non vede l’ora di avere nelle grinfie qualche incauto esploratore dell’isolamento più completo. E fargli, o farle, provare, il delizioso inferno del mondo dei bane.

01438e7cffb38d1e3ff9e6de1dc24e3c.jpg14bfead18dedf421987973c11edac07d.jpg7659b5b6a488f36de35a15a6f83777d8.jpgÈ tempo, per me, di tornare online e guadagnarmi, se possibile, qualche altro voto. Per chi fosse così gentile da voler votare per me, ecco le istruzioni dettagliate per raggiungere la mia Vote Box e aiutarmi ad arrivare prima.

1) Collegati a Second Life (se necessario, creando un account gratuito: suvvia, ci vuole pochissimo) e recati a Villa BDSM.

2) Dal punto in cui atterri, fai qualche passo avanti, verso l’edificio grande, e gira a sinistra seguendo le indicazioni per il concorso.

3) Chiedi a qualcuno dei presenti, di quelli che indossano la tag VILLA BDSM di aggiungerti al gruppo, in modo che tu possa votare. Quando ricevi l’invito (che è gratuito) accettalo.

4) Entra nell’area del concorso – un ampio terrazzo in erba con balaustre in pietre grigie e svolta subitissimo a sinistra. La mia Vote Box è la prima che trovi, a terra, nell’angolo sinistro. Non puoi sbagliare: c’è su il mio nome, Winthorpe Foghorn Zinnemann. Cliccaci sopra. Udirai in chat conferma che il voto è stato registrato. Missione compiuta.

Ti prego, vota per me. Aiutami a essere la prima fra le ragazze di lattice di Villa BDSM.

(Prossimamente: Mystique, il primo incontro)

La ragazza di Latex

A quarantott’ore dalla fine della campagna elettorale, c’è ancora qualcuno disposto a stare ad ascoltare chi chiede un voto? Temporaneamente libera dalle mani di Jaron, partecipo a un concorso per la più bella Latex Girl di Villa BDSM. Mi daresti il tuo voto?

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Mentre l’altra sera Jaron completava la gabbia intorno a me, è giunta per me l’ora di scollegarmi, e in seguito non sono più tornata su Second Life. Ricollegandomi, ieri mattina, la gabbia era stata completata e Jaron era lì ad aspettarmi. Mystique no, purtroppo: lei la trovo online solo quando mi collego la sera tardi. In compenso, a curiosare nei paraggi è venuta Aimee Riptide e c’è mancato poco che Jaron non aggiungesse anche lei al suo harem (una sorta di esperimento sociale che sta preparando per vedere come si sviluppa una piccola comunità di sub perfettamente isolata da tutti gli altri – dice lui). Abbiamo fatto due chiacchiere, e Aimee è parsa molto interessata al concorso per la miglior ragazza vestita in lattice organizzato da Villa BDSM, la land di Cielo Robbiani e Gloria Oppewall. Le ho passato l’indirizzo, e più tardi ho saputo che anche lei si era iscritta. Sarà un concorrente temibile, temo.

7cae3b7adacba1f18f4b0069707ae910.jpg32572981795aa5c75e26cad14c04780c.jpg Quando Aimee se n’è andata, sono rimasta di nuovo sola con Jaron e abbiamo parlato ancora. Di Mystique, ovviamente. È una strana situazione, la mia: anche se sono prigioniera di Jaron, credo di averci scambiato troppe confidenze per provare realmente una qualche emozione. Lo capisce bene anche lui quando mi dice: “I probably confide in you too much mystique wise to make you feel truely captive anyhow” (Traduco? Traduco: Probabilmente mi sono confidato troppo con te a proposito di Mystique perché possa farti sentire davvero mia prigioniera). E forse anche per questo, visto che la nostra amica è offline e lo sarà per tutto il giorno, all’improvviso Jaron mi slega… intasca le chiavi delle mie manette e me le fissa sul corpo, lasciandomi tuttavia libera di interagire e di muovermi. Perché sa bene che, quando chiamerà, io dovrò andare – non per lui, ma per Mystique.

Jaron sta cercando di ridurmi a un paio di legami particolarmente resistenti, contando sul fatto che per amor mio Mystique rinuncerà del tutto a fuggire. E sa di poterselo permettere perché io ho bisogno di starle vicino, almeno in questo periodo. E quindi tornerò allo skybox nel cielo di Snark non appena lui deciderà di richiamarmi. Vorrà ben dire qualcosa se, in ventiquatt’ore, non ho mai tentato di togliermi queste manette, che pure non mi danno alcuna emozione di cattura. Sono libera di partecipare al concorso di Villa BDSM, ma non di giocare liberamente con chi mi pare, perché le chiavi non le ho più io.

E parliamo del concorso… mi verresti a votare? Dico proprio a te che mi leggi: ho bisogno di tutti i voti che posso raccogliere, perché al concorso partecipano altre 22 ragazze molto belle, e tutte sono piene di amici. Se hai un account su Second Life, ti prego, collegati adesso e vieni a questo indirizzo: dovresti materializzarti proprio accanto alla box da cliccare per darmi il tuo voto (il mio nome lo sai, no? Winthorpe Foghorn Zinnemann). Se sono online, vieni a salutarmi… e se non ti piace quello che indosso, o se hai qualche altra richiesta che posso esaudire, non esitare a parlare… dovrei mettere un bavaglio? Un casco da bane? Una benda sugli occhi? Un abito più coprente – o più audace? Sono lì per te, pronta a quasi tutto per ottenere un voto.

Altrimenti, se vieni a darmi il tuo voto in un momento in cui non sono collegata… beh, il mio cubo è il primo che trovi, sulla sinistra, entrando nel recinto dove si sta tenendo il concorso. Basterà che tu ti faccia iscrivere (gratuitamente) al gruppo “Villa BDSM” e poi ci faccia un clic sopra. Ti ringrazio in anticipo, ma se vuoi che possa esprimere meglio la mia gratitudine segnalami il tuo passaggio e il tuo voto inviandomi un IM, oppure scrivendo un commento a questo post. E passa voce, per favore: avverti gli amici e le amiche, mandami qualcuno, aiutami a vincere. Domani, giovedi’ 10 aprile, vedo di postare qualche foto scattata nel primo giorno del concorso e qualche aggiornamento su come sta andando.

(Prossimamente: 23 ragazze, tanti amici e il ritorno di un adorabile cagnolino)