Sconfitta finale

Dovevo scriverlo ieri. Lo faccio oggi, dopo aver ripreso fiato. Perché non erano passate tre ore da quando ero riuscita finalmente a togliermi il collare che ho incontrato Belias un’altra volta.

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Quando fra due avatar viene a crearsi un rapporto che sia qualcosa di più che occasionale, la leva con cui il dominante può farsi obbedire dal succube si può (e, anzi, forse si dovrebbe) trovarla nel rapporto stesso. Non ci sono script che tengano: se non si viene a creare fra i due quel tipo di tensione che sola può dare vita a due pupazzetti di pixel, c’è ben poco da fare – uno dei due si troverà qualcun altro che sia disposto a piegarsi ai suoi voleri, l’altro cercherà qualcuno che abbia il polso, o la cattiveria, o la dolcezza, al quale è disposto a piegarsi. Fino a quando entrambi arriveranno, si spera, a quelle situazioni in cui basta pochissimo a farsi obbedire: un silenzio prolungato, un gesto, una frase secca al momento  giusto – tutti gli elementi in grado di stringere o allentare in un attimo legami invisibili molto più forti di una catena. Legami come quelli per cui Samy80 poteva prendere le mie chiavi quando voleva, quelli per cui c’è mancato poco che diventassi schiava di Claven Albatros per stare vicina a Mystique (come dicevo ieri, è arrivato il momento di parlarne, e mi scuso con chi aspetta da tempo il seguito di quella storia).

77c4d566615e22e691aed262082f119b.jpg b64553d527c48f45f7e587d472aa72a4.jpg

Ma questo tipo di rapporti si arriva a conquistarli solo col tempo: ci vuole un lungo percorso di reciproca conoscenza, di riconoscimento, di progressiva conquista della fiducia l’uno dell’altro (una fiducia che poi bisogna anche saper mantenere viva). Sempre che riesca a trovare la persona giusta: perché è vero che esistono sciami di aspiranti schiave che vanno in giro a offrirsi al primo che passa, ma di solito è gente pronta a scappar via non appena passa il secondo. C’è chi si diverte così, e c’è chi invece trova che il gioco funzioni solo quando c’è davvero qualcosa sotto. Niente di male: su Second Life c’è posto per tutti – e io stessa non mi sento di rinunciare al gioco per il gioco, come Rossella continua a rimproverarmi quando riusciamo a chiacchierare un poco (l’ultima volta è successo quando è venuta a trovarmi a Villa BDSM nelle famose due settimane passate sulla croce). Però, anche se conto prossimamente di cimentarmi in uno degli Ordeal del Bondage Team, credo che molte cose stiano cambiando in modo incontrollabile, come una valanga che prende velocità. Smetto di scrivere e lascio parlare la trascrizione del dialogo di ieri pomeriggio con Belias, quando ho deciso di andarla a trovare per un saluto velocissimo, sul tetto del suo dungeon a Wicked Dream.

 

3daad258b20bf77ce39446b9af08225d.jpg 00164ba26d94110c0abc4cc61c343d61.jpg c93191608b19d7fddd7e8a0b7145d426.jpg

WinthorpeFoghorn gives Belias a big kiss.
Belias Rubble: mhhhhhhhhhhh
Win: Mmmm… mi sei mancata tanto
Belias Rubble: non ti credo
Belias Rubble le sorride
Win: Invece si’…
Belias Rubble: certo certo
Win: Non volevo – non voglio farmi prendere, tutto qui. Se no ti pare che venivo a piombare qui mentre sei occupata? Anzi, scusami
Belias Rubble: non sono occupata
Win: Vabbe’, c’era quel RJ
Belias Rubble: ero sola – ed è venuto a curiosare. stavamo provando la ballgag… usa solo quella, e aveva aggiunto qualke plugin di troppo
Win: Ahahahah, ma dai?
Win: A proposito… ho aggustato il collare. La prossima volta,
Jolt funzionera’ come si deve
Belias Rubble: e hai tolto [CENSURA: BELIAS ALLUDE ALLO SCRIPT DI TAT1ANA CHE LE DAVA ACCESSO ALLA MIA CARTELLA CONDIVISA] sigh sigh
Win: Li ho tolti ora, tesoro… ora non voglio essere presa… Ma… volevo venir a fare questo

4aeccdb55290f969bfb2382de4a6da44.jpg Mi inginocchio davanti a lei, liberamente, come quella volta a Pak, senza che debba chiedermelo, senza che possa pretenderlo.

Belias Rubble la spinge più a terra, poggia una mano sulla sua testa, le fa quasi baciare il pavimento
Belias Rubble: sei mia piccolina

Mi rimetto in piedi, anche se le gambe mi tremano un poco. Belias ha uno strano sorriso.

Win: Sono tua, Miss Belias… lo so… e lo sai
Belias Rubble: non mi hai neanke aggiunta al fiore

Belias prova invano il comando “winkneel“, quello che tramite il fiore che ho nei capelli mi farebbe inginocchiare se fossi riuscita ad aggiungerla come master. Ci provo ancora: “winaddm belias rubble“, ma il fiore risponde freddamente: “Hair flower White wt collar contents whispers: belias rubble not within range so could not be added“. Che cosa insensata: Belias è a meno di un metro da me. Ridacchia.

Win: Merda, ma perche’?
Belias Rubble: sono antipatica ai fiori

c4fbbcb080a1abae9e2f188b75c160a0.jpgwinnadu“, dico io, e mi inginocchio di nuovo, stavolta con le mani sulle ginocchia, palme in alto in segno di sottomissione. Belias mi carezza con un piede, come se fossi un animale. Io chiudo gli occhi per cercare di sentire il suo calore, anche attraverso la suola. Belias mi prende il mento tra le mani, e si avvicina come per baciarmi – ma poi mi sputa in bocca. Riapro gli occhi, stupefatta.

Win: Oh!!!
Belias Rubble: ingoia
Belias Rubble usa un tono perentorio che non ammette repliche
Belias Rubble: ho detto ingoia
WinthorpeFoghorn Zinnemann si riprende, esita un secondo, poi inghiotte… leccandosi poi le labbra e ripulendole da quello che e’ rimasto su di esse
Belias Rubble: guarda gli occhi di winth sapendo che lei non portrà reggere lo sguardo
WinthorpeFoghorn Zinnemann rimane immobile, incerta se alzare lo sguardo o riabbassarlo
Belias Rubble vuole che lei si senta una cosa piccola, sporca, senza vvalore
WinthorpeFoghorn Zinnemann abbassa gli occhi, fissandolo sulle cosce della sua Miss. Poi abbassa ancora lo sguardo, sulle sue caviglie. Le guarda come ipnotizzata
Belias Rubble: indossa le tue manette
Belias Rubble: e dammi le chiavi
Belias Rubble: fallo
WinthorpeFoghorn Zinnemann esita un momento
Belias Rubble: non hai scelta
Belias Rubble: e lo sai

d6dabe15d45c2f69d56feab5e50ce88e.jpg Un tornado inizia a vorticare dentro di me. Non ho mai dato le mie chiavi, volontariamente, a qualcuno. Non in una situazione come questa. Non perché me lo chiedevano. Ma Belias non chiede. Belias dice. Non è un ordine. È l’enunciato di quello che sto per fare. Il tornado impazza, il mio cuore batte come non ha mai battuto prima. Le mie mani aprono l’inventario, come fossero quelle di un automa privo di volontà. E al tempo stesso sento, profondamente, che sto facendo una scelta senza precedenti.

Police handcuffs 1.14 (RW) (r forearm): RealRestraint_Base is rezzing a new HUD…
RealRestraint_HUD: RealRestraint_HUD is now attached
WinthorpeFoghorn Zinnemann obbedisce
Belias Rubble: ho detto di darmi le chiavi
Belias Rubble: devi farlo tu
WinthorpeFoghorn Zinnemann annusisce timidamente
Police handcuffs 1.14 (RW) (r forearm): WinthorpeFoghorn Zinnemann has given WinthorpeFoghorn Zinnemann’s keys to Belias Rubble
Police handcuffs 1.14 (RW) (r forearm) whispers: Belias Rubble has taken WinthorpeFoghorn’s keys from her Police handcuffs 1.14 (RW) (r forearm).
WinthorpeFoghorn Zinnemann trattiene il respiro. E’ successo.
Belias Rubble: anke quelle delle gambe
WinthorpeFoghorn Zinnemann fruga nelle tasche del suo vestito
Police legirons 1.14 (RA) (r lower leg): WinthorpeFoghorn Zinnemann has given WinthorpeFoghorn Zinnemann’s keys to Belias Rubble
Police legirons 1.14 (RA) (r lower leg) whispers: Belias Rubble has taken WinthorpeFoghorn’s keys from her Police legirons 1.14 (RA) (r lower leg).
WinthorpeFoghorn Zinnemann china la testa
Police handcuffs 1.14 (RW) (r forearm) whispers: WinthorpeFoghorn Zinnemann’s Police handcuffs 1.14 (RW) (r forearm) has been locked by Belias Rubble (Type 6 H+E belt).
Police handcuffs 1.14 (RW) (r forearm) whispers: WinthorpeFoghorn Zinnemann is now prevented from interacting with the environment.
Win: Oohhh
Belias Rubble, lentamente, le lega le mani dietro la schiena. senza forzare la presa. ben consapevole che winth non possa resistere
WinthorpeFoghorn Zinnemann rimane immobile, senza resistere
Police legirons 1.14 (RA) (r lower leg) whispers: WinthorpeFoghorn Zinnemann’s Police legirons 1.14 (RA) (r lower leg) has been locked by Belias Rubble (Type Kneel).

9b3c00afa371e3759c222c307117ae3d.jpg Qui riceviamo una visita inaspettata. Ma io sono troppo, troppo emozionata – posso dire troppo presa? – per distrarmi.

MystiTool HUD 1.0.23: Entering chat range: Erikah Jameson (17m)
Belias Rubble: non importa piccolina… non importa se devi andare
Win: Miss Belias… io…
Erikah Jameson shouts: ma che è na trappola?? lol
Win: Io… io dovrei… non posso andare? Ho… ho Costanza legata… e… e Backbuttoned…
Erikah Jameson shouts: me ne vado subito, tranquille
Belias Rubble: credi che sia un mio problema?
Win: N-no, Miss Belias
Belias Rubble: le si avvicina e le lega una ball gag alla bocca
Win: ((ora pero’ devo staccare davvero, Belias – se non non combino nulla))
Belias Rubble: ((un minuto))
RR Ballgag 1.14 (mouth): WinthorpeFoghorn Zinnemann has put her RR Ballgag 1.14 (mouth) back on
Belias Rubble: ((poi potrai andare))
You: ((ok))
RR Ballgag 1.14 (mouth) whispers: Sorry Belias, you can’t manipulate WinthorpeFoghorn’s RR Ballgag 1.14 (mouth)
RR Ballgag 1.14 (mouth) whispers: WinthorpeFoghorn Zinnemann has left WinthorpeFoghorn’s keys on her RR Ballgag 1.14 (mouth)…
Belias Rubble: blocca gli IM
Win: Lo sono sempre

(Certo che sono bloccati, gli IM: non accetto, quando sono imbavagliata, di poter comunicare a distanza con con qualcun altro. Distruggerebbe completamente qualsiasi veridicità dell’esperienza)

34074b331e5e0c16af0f242f3b16a0e1.jpgBelias Rubble le sorride
Police handcuffs 1.14 (RW) (r forearm): Leashed by Belias Rubble, length is 2.000000 m
RR Ballgag 1.14 (mouth): WinthorpeFoghorn Zinnemann has given WinthorpeFoghorn Zinnemann’s keys to Belias Rubble
RR Ballgag 1.14 (mouth) whispers: Belias Rubble has taken WinthorpeFoghorn’s keys from her RR Ballgag 1.14 (mouth).
Belias Rubble: indossa anke la benda
RR Scarf blindfold (nose) 1.14: RealBlindfold_Base is rezzing a new HUD blindfold…
Police legirons 1.14 (RA) (r lower leg): Leashed by Belias Rubble, length is 2.000000 m
RR Scarf blindfold (nose) 1.14: WinthorpeFoghorn Zinnemann has put her RR Scarf blindfold (nose) 1.13 back on
RealBlindfold_HUD: RealBlindfold_HUD is now attached
RR Scarf blindfold (nose) 1.14: WinthorpeFoghorn Zinnemann has given WinthorpeFoghorn Zinnemann’s keys to Belias Rubble
RR Scarf blindfold (nose) 1.14 whispers: Belias Rubble has taken WinthorpeFoghorn’s keys from her RR Scarf blindfold (nose) 1.13.
WinthorpeFoghorn Zinnemann si guarda intorno vedendo anelli apparire ovunque
Police legirons 1.14 (RA) (r lower leg): Leashed by Belias Rubble, length is 2.000000 m
RR Ballgag 1.14 (mouth) whispers: WinthorpeFoghorn Zinnemann’s RR Ballgag 1.14 (mouth) has been locked by Belias Rubble (Type Tight).
RR Ballgag 1.14 (mouth): You’ve been gagged… You are authorized to speak on channel /1 only
RR Ballgag 1.14 (mouth): Leashed by Belias Rubble, length is 2.000000 m
WinthorpeFoghorn Zinnemann whispers: mmamee, meff eemeaf (Grazie, Miss Belias)
RR Scarf blindfold (nose) 1.14 whispers: WinthorpeFoghorn Zinnemann’s RR Scarf blindfold (nose) 1.13 has been locked by Belias Rubble (Type Opaque).

33ad65b8ac3bf00c5d48a928815759b7.jpg92d6f125a2bcf7e985a33c756a32cb5a.jpg Da questo momento, sono completamente cieca.

Belias Rubble: Il collare
Steel Collar 1.14 (spine): WinthorpeFoghorn Zinnemann has put her Steel Collar 1.14 (spine) back on
Steel Collar 1.14 (spine) whispers: Sorry Belias, you can’t manipulate WinthorpeFoghorn’s Steel Collar 1.14 (spine)
Steel Collar 1.14 (spine) whispers: But magically Belias grabs WinthorpeFoghorn’s key from Steel Collar 1.14 (spine)
Steel Collar 1.14 (spine): Leashed by Belias Rubble, length is 2.000000 m
Steel Collar 1.14 (spine) whispers: WinthorpeFoghorn Zinnemann’s Steel Collar 1.14 (spine) has been locked by Belias Rubble (Type Lock).
Belias Rubble: wear the ear plug
RR viewer Earplugs right whispers: WinthorpeFoghorn Zinnemann now wears the earplugs.
RR viewer Earplugs right whispers: Earplugs inserted – WinthorpeFoghorn Zinnemann is now prevented from receiving chat or IMs.
Belias ride: “notte piccolina, adesso ti lascio”
WinthorpeFoghorn Zinnemann whispers: mmamee, eemeaf… a fmefmo (grazie, Belias… a presto)
Belias Rubble: spero per te che non piova
WinthorpeFoghorn Zinnemann china la testa

Mi scollego. Le mani mi tremano. Per oggi non posso scrivere altro.

(Prossimamente: Mystique e Claven)

Struggling the Collar

Le catene sono cadute per prime da polsi e da caviglie, il collare ha resistito un po’ più a lungo, ma sono di nuovo libera. Piccolo elenco di note, incontri, microavventure vissute in Korea, fra uno struggle e l’altro.

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JOLT – Del plugin realizzato da Moondog Merlin per lo Steel Collar, ho accennato brevemente nei commenti al post I plugin dei Real Restraints ma non avevo ancora avuto l’occasione di provarlo sulla mia pelle. Ci ha pensato Belias, che ha deciso di fare di me la sua “cagnetta” e conseguentemente (ma nemmeno poi tanto!) di togliermi la possibilità di usare la prima persona. Da quando mi ha messo il collare, mi becco una terribile scarica elettrica ogni volta che pronuncio parole come “Io”, “Me”, “Sono”, “Ho”, “No” – ma anche, nel caso mi trovassi a parlare con anglofoni, “I”, “Am”… e chissà quante altre. Sono costretta a parlare come una scema, a dire cose come “Win è prigioniera” invece che “Sono prigioniera”. E meno male che non le è ancora venuto in mente di umiliarmi del tutto costringendomi a usare quell’orrido gergo da SMS che a volte le rimprovero… bocciandomi i “Perché” e i “Non” e obbligandomi a usare “Perké” e “nn”. Come se non bastasse, confermo che Jolt è in grado di punire con un doloroso fulmine anche qualsiasi tentativo fallito di struggle – e Belias mi ha bloccato i settaggi rendendoli a me inaccessibili, in modo che anche qualora fossi riuscita ad aprire il collare io non potessi in alcun modo disabilitare le punizioni. Jolt, per chi è interessato, si trova in vendita a Stonehaven (primo negozio del terzo corridoio al piano dei Vendor).

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MOONDOG MERLIN – È la prima amica che mi raggiunge in Korea. Bontà sua, Belias non mi ha bloccato le interazioni nè soprattutto gli IM, così ho scritto a Moondog per chiederle se poteva rimandarmi alcune animazioni previste da Jolt che io, nella fretta di aggiornare i miei Restraints dalla versione 1.13 alla 1.14, avevo perduto. Moon era con me quel fatidico giorno in cui Belias mi rapì la prima volta, e forse è per questo che, mentre cerco di scrollarmi di dosso il suo collare, viene direttamente a trovarmi invece di limitarsi a rimandarmi le animazioni. Senza che io l’abbia chiamata, voglio precisare: adoro essere aiutata quando sono in difficoltà, ma non mi piace chiedere aiuto se non si tratta di un’emergenza. Ci scambiamo qualche idea circa il suo Jolt: l’effetto è suggestivo, ma un avatar senza troppa attenzione per il roleplaying potrebbe anche ignorare le scariche elettriche continuando imperterrito a dire parole vietate o a cercare di liberarsi. Per rendere la punizione più realistica sarebbe interessante se ogni scarica elettrica ti paralizzasse per un tempo sufficiente, magari esponenziale, in modo da farle passar la voglia. Per ora, io mi limito a non rinnovare i tentativi, dopo ogni fulmine, per almeno una sessantina di secondi. Prima di salutarmi, Moon mi trascina un po’ più in là, in modo che io non mi trovi proprio in mezzo al passaggio degli avatar che piovono su questa sim a grappoli, ogni volta che cercano di collegarsi a qualche luogo che al momento non è disponibile. Ora sono di nuovo sola, e libera di lottare contro le mie catene – e di continuare il mio frustrante elettroshock.

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USEME – Povero Useme… Non ci vedevamo da tempo, e qualche giorno fa l’avevo incontrato di nuovo, rubandogli come sempre una discreta sommetta prima di trascinarlo a Pak intimandogli di aggiornare i suoi Restraints alla versione 1.14. Il risultato era stato ambivalente: se ora il Give Keys funzionava, la vecchia Real Key andava rifatta e lui mi aveva detto di non avere il tempo di farlo prima di scollegarsi. Avevo pertanto deciso di tenerlo ben legato fino a quando non avessi avuto tempo di costringerlo a creare e passarmi la sua chiave. Poi Belias ci aveva messo la coda e ora – anche se fuggita da Wicked Dream – indosso un guinzaglio che mi impedisce di teleportarmi. Quando Useme appare online e mi chiede, con rispetto e cautela, se ho il tempo di aiutarlo per la Real Key, mi trovo di fronte a un grave dilemma: non voglio che il mio moneypig mi veda legata e collarata, ma desidero togliermi il pensiero e magari lasciarlo libero fino a quando potrò seriamente occuparmi di lui. Fortunatamente, ricordo di avergli lasciato la benda sugli occhi. Lo teleporto vicino a me con la proibizione di sbirciare e, un pezzo per volta, gli faccio resettare tutte le password sulla Real Key nuova che gli ho ordinato di creare per me. Finita la procedura, mi ritrovo di nuovo sua signora e padrona – e l’ho alleggerito di un altro po’ di L$. Gli restituisco le chiavi, sapendo bene che potrò recuperarle quando lo vorrò, e lo congedo lasciandolo bendato, con un timer di 30 minuti, in modo che non possa vedermi in questa situazione difficile. Un moneypig deve sempre rispetto alla sua Regina, e io devo assicurarmi di non dargli alcuno spiraglio per perderlo.

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VALENTINE VENDETTA – “Ti sto troppo addosso, forse?” mi chiede ogni tanto Valentine, che viene spessissimo a trovarmi quando non mi trovo in zone protette da qualche Orb di sicurezza. La rassicuro: se volessi evitare di farmi trovare sarebbe sufficiente disabilitare la funzione che consente a lei, e a parecchi dei miei contatti, di sapere in ogni istante la mia posizione. Vale mi raggiunge mentre sono alle prese con Useme, ma resta silenziosa, ed è probabile che il moneypig nemmeno si sia reso conto che, durante la procedura di creazione della sua RK, fosse presente una spettatrice. Vale mi racconta spesso le sue avventure – spesso in comune con Costanza Franizzi, un’altra nuova conoscenza che ho incontrato qualche giorno fa a Stonehaven (Costanza l’avevo notata perché vagava silenziosa vicino a noialtre, incerta se avvicinarsi o meno, attenta a quello che ci dicevamo… come se cercasse di non farsi riconoscere come italiana. Un po’ come capita a me e ai miei amici quando sono all’estero: ogni volta che sentiamo parlare italiano, cadiamo nel mutismo più assoluto, sperando che quei turisti non attacchino bottone). Vale mi fa un ennesimo regalo affettuoso: all’improvviso si trasforma in una bambina che mi somiglia tantissimo, e mi chiama “mamma”! Credo sia la cosa più tenera che mi è capitata in mesi di Second Life e sono orgogliosa di sentirmi, anche se per un breve scherzoso istante, madre di questa promettente nuova amica. Ho solo un momento di irrigidimento, visto che indosso ancora pesanti catene – poi mi rendo conto che ci troviamo in una sim per tutti, che la situazione non è equivoca e che non c’è nulla di male a incontrare un avatar baby. Ma sono contenta che Useme non sia più qui con noi.

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SERENELLA ABRUZZO – Forse la più cauta dei bane che ho avuto il piacere di gestire (credo che in tutto il suo periodo abbia commesso al massimo una o due violazioni) Serenella è anche la creatrice di un banesuit tutto suo che, mi dice, è per certi versi ancora più perverso di quello di Marine… ma che a differenza di questo non proibisce di avvicinarsi a singole persone. Il suo banishment, raccontato nei dettagli nel suo bel blog Serenella Second Life non è durato molto più del tempo originariamente previsto dalla sentenza, eppure ha richiesto svariate settimane, perché lei aveva modo di collegarsi solo raramente. Il termine è scaduto mentre io, arrivata carponi su un ponte stile Golden Gate, mi dibattevo ancora fra le catene e non potevo raggiungerla. Ho quindi dovuto teleportarla vicino a me per poterle dare il bentornato nel mondo delle persone libere. Non vedo l’ora di avere un po’ di tempo per chiacchierarci un poco – ma non so se sarà facile. Poche ore dopo la sua liberazione, Serenella si era di nuovo sigillata in un banesuit (il suo, stavolta) per un personale supplemento di pena!

66a5d44a4bb4b3861861c1aec1bd257c.jpg MYSTIQUE AEON – Oh, santo cielo. Non vedevo Mystique da due mesi, forse, e quando mi ha mandato un IM all’improvviso ho sentito come una scarica elettrica che il Jolt, al confronto, è nulla. Anche perché ci sono parecchie novità… la mia amica storica, l’avatar più sottomesso che abbia mai incontrato, colei per la quale avrei fatto qualsiasi cosa, per la quale ho desiderato sviluppare i miei istinti dominanti a scapito di quelli naturali… quella per cui sono quasi entrata nel giro di Claven Albatros… ha lasciato Jaron. Ma non solo: si è costruita un castello, ha cominciato a farsi chiamare Baronessa Mystique, ha fatto girare la voce che accetta candidature per schiavi e servi. Mi chiede se sono occupata, rispondo di no ma che ho un guinzaglio e non posso andarla a trovare. Viene lei e dapprima cerca invano di aiutarmi. Poi… beh, poi tanto vale che riporti direttamente una parte del nostro dialogo. Rimuovo per brevità solo le scariche elettriche di Jolt, che tuttavia continua a impormi la terza persona.

Mystique Aeon: potresti metterci molto tempo, ma sei carina incatenata.
Win arrossisce leggermente
Win: Sei bella come sempre, Mystique… come va la tua nuova second life?
Mystique Aeon: bene. vorrei che potessi vedere casa mia. con me vivono un’amica e una schiava – e c’è un sacco di spazio per altri.
Win: Anche Win vorrebbe venirti a trovare… ma prima deve liberarsi dal guinzaglio del collare…
Mystique Aeon: sei capace di liberarti da un collare?
Win: Certo… ci vuole tempo, ma si può fare… Win l’ha fatto una volta, in 14 ore
Mystique Aeon: ho creato uno scettro. vuoi vederlo?
Win: C-certo – scusa le urla di Win, ma il Jolt non le dà tregua

b48ccc406fa45fd4212e21f151c0dc58.jpgf0393be3ed0d30b41ca0813c6db49364.jpg(Mystique impugna lo scettro)

Win: Wow, che bellezza! L’hai creato da zero?
Mystique Aeon: sì.
Win: Win ha saputo creare solo una brutta mela d’oro, un regalo per Belias… a Win ci è voluta un’ora e comunque non ci sarebbe mai riuscita se Marine Kelley non le avesse dato consigli preziosi e uno script.
Win: È in grado di fare cose? Lo scettro?
Mystique Aeon: lo farà quando kirsten mi avrà dato gli script da comando a distanza a cui sta lavorando. me li aveva già dati ieri, ma li ho smarriti.
Win sente un piccolo brivido scenderle lungo la spina dorsale
Mystique Aeon: fai bene ad aver paura. la cosa che kirsten sta preparando è pura malvagità.
Win: Lo sai che Win ha paura di te… e che allo stesso tempo è cotta
Mystique Aeon: bene.
Win assentisce: “Ho ripensato spesso a un sogno su di me che mi avevi raccontato tanto tempo fa… e che ha continuato a ossessionarmi”
Mystique Aeon: ricordo il sogno, tu coperta di lattice bianco, incatenata a un letto.
You: …sì…

Ci salutiamo un attimo dopo percché io devo scollegarmi. Per fortuna. Ma è tempo che riprenda a raccontare la mia storia con Mystique, interrotta da troppo tempo. Ancora qualche giorno di pazienza.

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MOSS HASTINGS – Ricollegandomi più tardi, mi ritrovo al punto di partenza perché il ponte si trova in una sim adiacente che, al momento, non è disponibile. Non ho mai viaggiato tanto come da quando ho il guinzaglio al collo, perbacco. Mentre sto chiacchierando con Bunny, Moss viene a trovarmi e riesce a inventarsi un modo per spostarmi da questa zona, per tutti, a Snark, dove almeno non rischio di essere redarguita dai Linden per comportamento troppo maturo in una sim per tutti. Non capisco io stessa come diavolo faccia, ma la frequentazione di Chriss ha fatto di Moss una specie di vice-diavolo degli script. La procedura, comunque, è lunga e coinvolge anche il prodigioso Curfew nel frattempo, passa a dare un saluto anche Erikah Jameson, che ancora non avevo incontrato in-world, e che ha spostato il suo blog da Virgilio a Blogspot (metto entrambi i link perché vedo che non ha spostato il testo del primo sul secondo).

d80f7492995edf8523219563399cdd3c.jpg CERDITA PIEK – Non ci si vedeva dal nostro reciproco rapimento, sembra tantissimo tempo fa. Ci si incontra per caso in vetta alla torre di Psi a Snark, mentre tiro gli ultimi colpi al collare. Da brava spagnola, Cerdita indossa una maglia della sua squadra di calcio, e un tag che esulta per la vittoria agli Europei di Calcio. Poi, chiacchierando, scopro che in realtà gliene frega tanto quanto a me, che non ho visto per intero nemmeno una delle partite dell’Italia. Cerdita compie mercoledì il suo primo anno di Second Life e mi invita fin d’ora a una grande festa al patio di Stonehaven. Mi sono persa tutte le sue feste precedenti, organizzate a ogni suo complimese, perché ero sempre legata da qualche parte. Stavolta mi sento di promettere che ce la farò.

c29d81428dc852e518a28116ce459f56.jpg COSTANZA FRANIZZI – L’ultimo incontro della giornata, mi si avvicina quando ormai sono libera dal collare. Mi trovo a Zhora e, addirittura, mi sento così forte da incontrarmi con Belias, per un abbraccio intenso – lei ormai sa che non è questione di collari, e può permettersi di non legarmi ogni volta che ci incontriamo. Costanza compare assieme a Valentine, e ha un dubbio sulla Real Key, che sembra funzionare male. Belias e io cerchiamo di indurla a darne una copia anche a noi, ma Costanza, per motivi che mi sfuggono esita – possibile che non siamo riuscite a conquistarci la sua fiducia? A mali estremi, estremi rimedi – con un trucchetto che già aveva funzionato bene con Tine Rhode, riesco a sopraffarla e a legarla per bene, mani, piedi e bavaglio. Ma per stavolta la mia idea è solo di farla esercitarsi un poco nella fuga: le fisso un po’ di guinzagli addosso, l’assicuro a un palo piantato nel terreno, e resto a farle compagnia mentre si dimena, insieme a Valentina, a Erikah, a visitatori occasionali. Noto che Costanza di lezioni non ha già davvero più bisogno: si batte contro le manette con la sicurezza di una Bondage Expert e usa gli emote in modo magistrale. Alla fine, mi allontano: la fuga dai legami dà troppa soddisfazione in più quando la si conclude in assenza di chi ti ha catturata.

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BELIAS RUBBLE – Ehm. Non qui. Non oggi. Mi vergogno troppo. Ci vuole un altro post. Ma… mmm, posso anticipare qualcosa dicendo che, anche questa volta, rischio di perdermi la festa di Cerdita.

(Prossimamente: Sconfitta finale)

Fuga da Wicked Dream

A volte succede di voler scappare e di non riuscirvi (e di godersi fino in fondo la deliziosa frustrazione nel vedere sventati i propri tentativi). A volte succede di non voler scappare – ma di trovarsi sul piatto d’argento un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.

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Qualcosa è cambiato, fra Belias e me, e se n’era accorta molto bene Lorella, in un suo commento a Belias non c’è. Nei giorni trascorsi da quando il suo offrirsi a Wizard Biedermann aveva fatto evaporare il mio desiderio di inginocchiarmi al suo cospetto, non sono mancate le occasioni di vedersi più o meno fugacemente… per recuperare qualche freebie interessante offerto a Dark Den, per andare a comprare insieme il MystiTool che a lei mancava, per una lunga e laboriosa visita a Pak al fine di aggiornare i nostri Real Restraints dalla versione 1.13 alla 1.14 (un aggiornamento non sostanziale, ma che per me è particolarmente significativo dato che risolve finalmente il bug del plugin Give Keys – adesso, anche in presenza mia o di altri avatar dal nome troppo lungo, il comando funziona perfettamente… sottraendomi finalmente quella indesiderata protezione, che pure mi aveva salvato dalle grinfie di Cielo ai tempi del mio rapimento ad opera di Gloria).

Belias è sempre la prima amica che mi saluta quando mi collego, è la prima che saluto io quando la vedo online. Quando ci vediamo, mi abbraccia sempre: mi salta addosso, aggrappandosi a me come un naufrago a un relitto galleggiante. Oppure mi butta a terra col suo impeto, inchiodandomi i polsi sul pavimento con una forza che non ti aspetti vedendola così piccina. Mi morde, mi graffia, mi bacia, mi odia, mi ama. Mi fa sentire al centro del mondo. Un giorno, a Pak, subisce per me un incantesimo che la pietrifica e la muta in una fontana – e lì mi fa sentire un impulso fortissimo a starle vicina, a coccolarla… a difenderla da un dom deficiente che trova spiritoso minacciare di sfregiare a martellate la statua in cui la mia amica si è trasformata.

e850d14c7c978cab233f9a79c4457489.jpg4863e11ff9be8397880d158ee75eed19.jpge5fa60dc6be1419ac9525c670797e1d5.jpg1fab3ebc46cafcc3f2e62c469d5ec36d.jpgE i giorni passano – fra bane, visite alla nuova sede del Bondage Team, esplorazioni varie (ad esempio, Stormhold, dove Mudlark e Halle, assieme a Moondog, stanno mettend su una casa tutta per loro). Fino a quando, un giorno, Valentine Vendetta non mi dice qualcosa che mi fa pensare: “Win, è  tanto che non ti vedo indossare manette”. È vero, anche se Valentine non l’ho conosciuta che nei miei giorni di cattività. Un tempo andavo in giro per giorni interi con le chiavi a portata di tutti. Looking for Trouble, come diceva una tag frequentemente sfoggiata da Cerdita, sapendo che tutto sommato era ben difficile che di guai ne trovassi davvero – perché per una Tine o una Isabel Schulze, che mi tenevano legata per un paio di giorni, c’erano sempre molte più persone desiderose di rapirmi per un periodo breve e che mi lasciavano, dopo avermi regalato il brivido del rapimento, del tutto libera o quantomeno in condizioni di liberarmi in tempi non lunghi. Con Belias è cambiato tutto, perché due settimane sono un periodo abbastanza lungo da farmi sentire la mancanza della Win che ero prima di incontrarla, libera di andare a fare shopping, di rispondere ai TP degli amici, di occuparmi dei bane, persino di tentare di creare oggetti nonostante la mia incapacità quasi assoluta nell’utilizzare gli strumenti offerti dal client. Per cui, quando sono finalmente riuscita a fuggire da Villa BDSM, quasi inconsapevolmente mi sono trovata a difendere la mia libertà con attenzione decuplicata.

Perché da un lato so che se Belias mi acchiappa di nuovo non me la caverò tanto facilmente… eppure al tempo stesso mi rendo conto che non voglio che le mie chiavi siano disponibili al primo venuto e non lo siano per lei. D’altra parte, accade ormai di rado che riesca a passare su Second Life il tempo che ci passavo qualche settimana fa. Il risultato è che, da quando ero sfuggita al controllo di Belias, mi era capitato di essere legata solo da New Vita (un’esperienza da cui mi ha salvato solo l’intervento provvidenziale di Vale) oppure dalle colleghe del Bondage Team, un ambiente pericoloso ma fondamentalmente protettivo, dove si finisce in genere per imporsi a vicenda timer abbastanza brevi. Così mi è capitato sempre più spesso di scoprirmi a ricordare, con eccitazione crescente, quella volta che mi ero inginocchiata davanti a Belias senza avere addosso manette di sorta, consapevole che sarebbe bastata una sua parola perché le offrissi i polsi col capo chino… in un incantesimo che era durato pochi secondi intensi, e che la comparsa inopportuna di Wizard aveva dissipato.

Una sera, prima di addormentarmi, mi sono collegata. Belias era online e ci siamo scambiate una serie di IM in cui lei faceva finta di mettermi un collare e io lo accettavo, con gratitudine, chiudendo gli occhi, immaginando le sue mani sul mio collo, attendendo lo scatto degli altri legami, sprofondando nel sonno lentamente nella dolce illusione di sprofondare nel suo affettuoso controllo, incapace di reagire, di oppormi, di lottare. Era solo un gioco, ma quella sera mi si è scolpita nella mente. Scavando, scavando, spingendomi a diventare via via meno attenta, meno abbottonata… rivelandomi quanto, ormai, fossi vulnerabile alla volontà di Belias.

Poi, l’elemento decisivo. La scoperta, durante un pomeriggio di intensi rapimenti incrociati alla sede del Bondage Team (nel quale Moss Hastings stava cimentandosi nuovamente nella conquista dello status di Bondage Champion), di una nuova invenzione dalla mente diabolica di Tat1ana – uno script che consente a chi lo scopre di accedere alle cartelle condivise del #RLV, costringendoti a indossare tutto quello che ci hai messo.

dddb026a5b80a5f59729031724e3d6b7.jpg Per me, questo script significa qualcos’altro: vuol dire poter dare a Belias una nuova chance di rapirmi senza abbassarmi a offrirle le mie chiavi – un atto che va proprio contro la mia natura – e senza fidarmi di nuovo del plugin “Friends”, di cui lei aveva approfittato la volta scorsa. E i risultati sono quelli descritti nelle foto del post precedente a questo. Belias che mi mette a forza le catene alle caviglie e ai polsi, chiudendole con i suoi lucchetti. Che mi stringe al collo un collare. E che, quando scopre che l chiavi non sono a disposizione, mi dice con la calma di chi sa di aver vinto: “Chiavi, cara. Sappiamo entrambe che me le darai”. E mi porge la mano, nella quale, senza esitare come se fossi un topolino ipnotizzato da un boa constrictor, adesso lascio cadere quello che lei mi chiede. Chinando poi la testa, e aspettando immobile lo scatto irreversibile del meccanismo.

Quando mi scollego, penso che ormai è fatta. Non riuscirò ad andarmene, stavolta. Tentare di liberarsi da un collare richiede molte più ore di quelle necessarie per togliersi le manette – e stavolta mi trovo proprio nella tana del lupo. Una cosa era essere legata sulla croce di Villa BDSM, e poter approfittare del tempo che Belias passava altrove… ma qui mi trovo in Our Wicked Dream, nel dungeon che Belias condivide con Pony e in cui, ho visto, passa ormai gran parte del suo tempo. Ogni volta che tornerà online, non potrà che comparire qui accanto a me – pronta a verificare che non sia riuscita ad allentare i miei legami, e a stringerli di nuovo. E il guinzaglio che mi ha messo sul collare garantisce che mi sia impossibile teleportarmi altrove. Sono finita, ormai. Sono sua, per sempre.

E poi, quando torno a collegarmi, succede invece l’imprevisto. Una di quelle comunicazioni blu che Second Life manda ai residenti per avvertirli di questa o quella emergenza. E che in questo caso mi avverte che la SIM in cui mi trovo verrà riavviata fra cinque minuti e che è bene che me ne vada se non voglio essere logged off.

Esito. Belias è online. Devo avvertirla? Aspetto un paio di minuti, poi le scrivo.

[2008/06/26 8:06]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: Ehi… collegamento veloce… bene… dove sei?
[2008/06/26 8:06]  Belias Rubble: ehm….
[2008/06/26 8:06]  Belias Rubble: mhhh
[2008/06/26 8:06]  Belias Rubble: ehm

Suona imbarazzata, ma perché? Controllo sul suo profilo, ma so già quello che sto per scoprire. Belias si trova nel luogo dove mi aveva portata nella mia breve vacanza dalla croce, il che vuol dire che è con Happytimes Dawes, la sua Mistress. [2008/06/26 8:07]  Belias Rubble arrossisce, mi scrive lei… ma io Happytimes la rispetto e scopro con sorpresa di non provare gelosia per lei – né la delusione che mi aveva ferita quando Belias se ne era andata con Wizard. Però, anche questa volta, Belias non c’è. “Uh! Ti vedo! Eheheh”, le dico, mentre il conto alla rovescia prima del riavvio della sim prosegue. Tre minuti.

“Ma sei nel mio dungeon?”, chiede Belias. Le rispondo subito, mentre il tempo che manca al riavvio scende a due minuti: “Eh, dove, se no? Mi hai messo il guinzaglio, come potevo andarmene?” Lei mi invita a guardarmi intorno: non me n’ero accorta ma nel dungeon c’è una specie di grossa gabbia per pappagalli che contiene un tale RJ, legato e completamente nudo. Mmm, vedo che il concetto di gabbia per uccelli si presta a pesanti doppisensi. Ma il tempo stringe e devo sapere perché Belias non viene da me: “Ma sei legata?”.  “No”, risponde, e io incalzo: “Mmmbeh… puoi muoverti?”. Manca appena un minuto al riavvio della sim in cui mi trovo e se lei non viene presto…

[2008/06/26 8:09]  Belias Rubble: tra un secondo
[2008/06/26 8:09]  Belias Rubble: sto parlando con mia sorella e la mia MIss
[2008/06/26 8:09]  WinthorpeFoghorn Zinnemann: No, e’ che…
[2008/06/26 8:09]  Belias Rubble: cosa?

Non posso non dirglielo, e glielo dico: la sim sta per ripartire… e ho appena suggerito a RJ di spegnersi prima che accada. “Ora stacco anche io se no mi butta fuori”, le confesso… ma non faccio a tempo. Pochi secondi, e tutto diventa grigio – e appare il famoso messaggio: You have been logged off from Second Life. Ed è qui che prendo la decisione.

Senza dare tempo alla sim di riavviarsi, mi ricollego subito. Il client ci mette un po’, ad accogliermi di nuovo in world, e quando lo fa accade esattamente quello che mi aspettavo. Ricevo un altro messaggio che mi informa: la sim a cui sto cercando di collegarmi non è disponibile, e il sistema mi sta spostando in un altro luogo. Che è quello, già noto, che Second Life ha memorizzato come mia home, e in cui mi ero ritrovata, legata, quando Tine aveva cercato di portarmi a casa di Cerdita senza sapere che l’orb di sicurezza mi avrebbe cacciata via!

Ed è fatta! Ho ancora addosso collare e catene. Ho ancora il guinzaglio, che mi impedisce di teleportarmi. Ma sono fuggita dal dungeon di Belias, e ora è solo questione di struggle, di pazienza e di tempo!

(Prossimamente: Struggling the Collar)

 

Le cartelle condivise del RLV

Mmm, Belias mi ha riacchiappata e immobilizzata nella SIM che condivide con la sua amica Pony Mondschein. Non so se e quando riuscirò ad uscirne e tanto vale che mi metta al lavoro sul post di spiegazione sulla nuova meraviglia del Restrained Life Viewer. Che, ovviamente, è in parte responsabile proprio della mia situazione attuale.

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Come tutti i post con il tag “Didascalie”, anche questo va considerato di servizio – niente di personale, ma quella che spero possa essere una utile guida alle cartelle condivise del RLV per gli avatar italiani che non sanno l’inglese, o che sono troppo pigri per leggerlo. Però due righe di introduzione devo scriverle, visto che scrivo mentre mi trovo nuovamente prigioniera di Belias, in un suo dungeon quasi privato. E che porto al collo un collare d’acciaio che porta il suo nome.

Tutto questo non sarebbe infatti accaduto se la nuovissima edizione del RLV, quella rilasciata nemmeno due settimane fa, non avesse introdotto una funzione molto innovativa, che consente di superare uno dei limiti più grossi dei Real Restraints. Come tutti sanno o dovrebbero sapere, un avatar che volesse avere la possibilità di essere ammanettato da qualcuno doveva per forza indossare le manette e tenerle indosso lasciando le chiavi a disposizione. L’aspirante catturatore doveva poi cliccare su di esse e rubare le chiavi (proprio come ha fatto l’altro ieri sera New Vita) e poi semmai mettere in scena un po’ di gioco, dicendo “Pincopallo ti afferra i polsi e li serra nelle manette” o roba del genere.

75917025b22bd0d3db1edd0e535cc79f.jpgd01521841eb144a957e4e64930535064.jpg Non è più così, o almeno non necessariamente. Il nuovo, diabolico, Viewer di Marine (che si può come sempre scaricare gratis dal sito di eRestraint) ti consente di rendere disponibile a qualcuno una determinata cartella nel tuo inventario, permettendo a questo qualcuno di farti indossare tutto quello che ci hai messo dentro. In questo caso, naturalmente, io in quella cartella avevo messo tutti, ma proprio tutti, i legami che posseggo. Inutile dire che quando Belias – che ero andata a trovare per un abbraccio veloce – l’ha scoperto, mi ha per prima cosa stretto al collo il famigerato Steel Collar in vendita con i catenacci pesanti detti Serious Shackles. Poi ha cominciato a darsi da fare per sistemarmi come si deve polsi e caviglie… e per ora si è fermata lì, anche se ho il sospetto che non le basterà. Come abbia fatto… beh, magari lo spiego in un commento in calce a questo messaggio, che stavolta ho già anche troppa carne al fuoco. Chiudo dunque la parentesi personale e provvedo a spiegare qualcosa di più sulle funzioni del Restrained Life – e soprattutto su quest’ultima.

Prima di tutto, l’installazione. Chi usa un Mac non deve fare nulla di difficile: scarica l’applicazione, la mette dove gli pare e la fa partire. Chi usa un PC deve decomprimere il file zippato, aver cura di copiarne il contenuto nella cartella che contiene il client regolare di Second Life e solo allora avviare l’eseguibile (“RestrainedLife.exe“). La buona notizia è che non ci sono file specifici di configurazione, e che le preferences restano quindi inalterate. La cattiva è che il RLV deve essere installato su una versione del client regolare che non sia troppo differente da quella del nuovo RestrainedLife viewer – altrimenti si rischia che l’eseguibile sia incompatibile con gli altri file contenuti nella cartella. Un esempio? Utilizzando funzioni come Search o About Land, chi aveva installato il Restrained Life v1.18.1.2 sopra il client Second Life v1.18.4.3 provocava un crash, perché i file nella cartella delle Skin erano troppo avanzati.

(Come si fa a installare Second Life su Windows? Beh, qui mi si chiede troppo – nel caso, rinvio alla wiki in italiano sull’argomento, rintracciabile a questo indirizzo: http://www.secondlifeitalia.com/wiki/Traduzione)

Dopo di che… beh, dopo di che, la Second Life BDSM di chi ha fatto l’aggiornamento è pronta per cambiare in modo radicale. Facciamo un primo breve excursus sulle funzioni? Ecco qui, tradotto liberamente dal ReadMe che viene distribuito con il RLV, quello che diventa possibile.

– Rendere un oggetto lockable non distaccabile (una volta chiuso il lucchetto, il sub non ha più alcun mezzo per toglierlo – a meno che non si ricolleghi con il client regolare – fino a quando l’oggetto non viene riaperto… o, più precisamente, unlocked)
– Impedire di spedire IM o di riceverne, o di scrivere o leggere la chat pubblica (con, volendo, alcune eccezioni di emergenza)
– Impedire il teletrasporto (sia tramite mappa che tramite landmark, sia tramite richiesta diretta da parte di qualcuno nella propria lista dei contatti – anche in questo caso è possibile prevedere eccezioni)
– Impedire il rezzing (la materializzazione di oggetti), l’editing di alcunché, l’accesso all’Inventario, la lettura di notecards, l’utilizzo di canali di chat non pubblici (ancora una volta, con possibilità di eccezioni)
– Costringere a sedere e impedire di rialzarsi (sparisce il tasto Stand Up)
– Costringere a indossare abiti, ma anche impedire di indossarne di nuovi o di rimuovere quelli che si indossano. E rimuovere qualsiasi oggetto si indossi (salvo che sia stato reso non distaccabile perché locked)

Tutto questo, se usato con sapienza, può dare al sub una sensazione di impotenza molto realistica e intensa. Che è quella che a tantissimi – a cominciare dalla sottoscritta – impedisce anche solo l’idea di tornare al client normale.

8cca6d7ae447277ccc039458a9d4e74e.jpg29f0b47a082fa940e9d73dc51b230abb.jpg Ma è giunto il momento di spiegare, a chi fosse interessato, come funzioni la novità emozionante delle cartelle condivise. A partire dalla versione v1.11, il viewer può infatti “condividere” alcuni dei tuoi oggetti con gli altri, consentendo loro di farti mettere, o di toglierti di dosso, quello che hai messo in condivisione (oppure anche solo di curiosare nella lista). Nota bene: condividere qualcosa non vuol dire che qualcuno possa rubartelo. Vuol dire solo che può costringerti a usarlo – ossia ciò che ha fatto Belias con me. Ecco come fare in modo che ciò sia possibile.

1) Crea una cartella chiamata “#RLV” (senza virgolette) direttamente in “My Inventory” (click con tasto destro su “My Inventory“, seleziona “New Folder“).
2) Sposta una cartella che contiene legami (o altre cose da indossare) direttamente nella #RLV, ed ecco fatto. Attenzione: la #RLV può contenere altre cartelle, mentre queste devono contenere solo oggetti… eventuali ulteriori cartelle non saranno accessibili, perché il viewer accede solo alla seconda directory della #RLV.

Ecco lo schemino disegnato da Marine per spiegare il meccanismo:

My Inventory
|- #RLV
|  |- manette (cuffs)
|  |  |- left cuff (l forearm)
|  |  – right cuff (r forearm)
|  – bavagli (gag)
|     – gag (mouth)
|- Animazioni
|- Parti del corpo (Body Parts)

…eccetera. Ad esempio: chi possiede le cinture RR (Straps) e vuole che qualcuno possa fargliele indossare, sposterà la cartella Straps BOXED nella #RLV.

È possibile indossare tutti i legami contenuti nelle cartelle appena spostate (una cartella a botta!) o anche ribattezzare singolarmente ogni oggetto, facendo in modo che ciascuno contenga il punto su cui andrà indossato. Ad esempio: “manetta sinistra-left cuff (l forearm)“, “cavigliera destra-right ankle cuff (r lower leg)“. Il punto di attachment è lo stesso che compare nel menu “Attach To” dell’Inventario. Se viene indossato senza ribattezzarlo, verrà rinominato automaticamente – ma solo se si trova in una delle cartelle condivise e se non è stato già indicato un determinato attachment point. Se si desidera usare un nuovo attachment point, occorre ribattezzarlo a mano.

Gli abiti sono trattati allo stesso modo (anzi, volendo si può metterli nelle stesse cartelle dei legami, in modo che possano essere fatti indossare con lo stesso comando). L’unica vera differenza è che i vestiti non sono ribattezzati automaticamente quando indossati.

NOTA BENE:
– Non mettere nella #RLV più livelli di cartelle, perché non funzionerebbero. Ad esempio, evitare una catena di cartelle di questo genere: #RLV —> Restraints —> Straps BOXED. Le cinture resterebbero irraggiungibili. [Integrazione del 7 giugno 2009: Mi è stato fatto notare qualche giorno fa che le due righe precedenti sono state superate dall’evoluzione del RLV. Raccomando a chiunque stia leggendo questo vecchio post di rifarsi al più recente e aggiornato Le cartelle gerarchiche del RLV].
– Non mettere una virgola (‘,’) nel nome delle cartelle contenute nella #RLV, perché manda tutta la lista a catafascio.
– Non dimenticare di ribattezzare i legami nelle cartelle condivise (oppure ricordarsi di indossarli almeno una volta dopo averli inseriti nella #RLV, in modo che siano ribattezzati automaticamente) o i comandi di indossa forzato non avranno effetto.
– Evitare di intasare la #RLV con troppe cartelle – alcuni script utilizzano una lista ottenuta col comando @getinv, e i messaggi di chat si limitano 1023 caratteri. Scegliere con saggezza, e usare nomi brevi.

Finito? Finito, per oggi… mi restano ancora una marea di cose da dire, ma ci tenevo intanto a descrivere questa novità per dare un’idea di quello che può fare – o farsi fare – chi scaricherà quest’ultima versione. Su tutto il resto, sulle funzioni che il RLV offre ormai da tempo, torneremo più avanti… anche se spero che qualcuno non attenderà così a lungo, e avrà il coraggio di scoprirlo da sè.

Io, adesso, vorrei passare qualche minuto con Belias. Sempre se la trovo online, naturalmente.

Belias non c’è

Sono libera. Lo so che non dovrei spararmi questa notizia nell’occhiello, se ci tengo a mantenere qualche lettore. Ma devo dirlo subito: sono libera ormai da diverse ore – e con più accezioni di quanto non mi sarei aspettata. Fra esaltazione e un filo, sottile, di rimpianto.

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Chi legge con attenzione persino i commenti di questo blog potrebbe aver inarcato un sopracciglio curioso nel leggere una frase sibillina di New Vita (“Vedo che sorvoli su quanto attiene alla tua permanenza nel dungeon… So che avete apprezzato.. io anche“) che maliziosamente mi accusa di aver sorvolato, nel post Il gioco di Belias, su qualcosa di cui è stato indiscreto testimone (e, sospetto, anche paparazzo). Nessuna omissione, in realtà: semplicemente, non avevo altro da dire in quel momento. E questo diario online è già fin troppo prolisso, senza che io debba sentirmi obbligata a riportare tutto, ma proprio tutto quello che mi succede. In realtà l’episodio a cui allude lo spione si differenziava, da quanto accaduto il giorno prima, solo per il fatto che per la prima volta Belias ha deciso di portarmi in qualche posto dove potessimo trovarci completamente sole e indisturbate, nel dungeon della sua Miss, Happytimes Dawes (provvidenzialmente assente, anche se un paio di volte ha fatto capolino, per poi allontanarsi con la rapida e silenziosa discrezione della perfetta padrona di casa).

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I dettagli di quella breve visita non riguardano che Belias e me (ed, eventualmente, New – per fortuna nessuna rivista scandalistica avrebbe il benché minimo interesse per le foto che sostiene di averci scattato col suo teleobiettivo). Certo, un dungeon privato e chiuso al pubblico non è esattamente come il prato di Villa BDSM, che pure ne vede quotidianamente di cotte e di crude. In quei momenti sapevo che nessun amico poteva venirmi a trovare, a meno che Happytimes non autorizzasse la visita aggiungendo il nome alla white list dell’Orb di sicurezza… e fin dal primo momento, Belias aveva deciso di negarmi qualsiasi indumento, sicuramente per indulgere alla sua malsana abitudine di passare il dito sulle ferite inferte a suo tempo dalla sua frusta. Con polsi e caviglie stretti dalle manette, imbavagliata e bendata, sono a lungo rimasta agganciata a un anello invisibile, in una cella completamente buia. Quando Belias mi ha tirata fuori, togliendomi benda e bavaglio e facendomi capire con dolce fermezza perché aveva deciso di liberarmi la bocca, mi è parsa quasi una liberazione. E anche questa volta – anzi, questa volta più che quella precedente – quello che è successo subito dopo è stato lontanissimo da quello che cerco o credo di cercare… e anche travolgente, un po’ spaventoso, tenero brevissimo e interminabile, marchiato a fuoco nella memoria. Nella mia, almeno.

2be39289c97e6a84d7d938777b10ddc1.jpg369f5178079b44392b3a4a67e4c0e95d.jpg Una volta ripreso fiato, mi illudevo di essermi resa – se non necessaria – almeno un po’ più preziosa, invece Belias è tornata a parlare dell’idea di vendermi. C’è mancato poco che facesse l’affare la sua amichetta Faerie Nitely (che voleva mettermi in una macchina infernale capace di plastificarmi facendo di me una specie di Barbie)… ma alla fine l’affare è sfumato, e Belias mi ha riportata a Villa BDSM con l’idea di chiudere finalmente l’accordo con quei fantomatici acquirenti spesso vagheggiati dall’avido Cielo. Però, vuoi perché a quell’ora questi ipotetici clienti non erano online, vuoi perché forse forse Belias davvero non se l’è sentita, la giornata si è conclusa con me di nuovo sulla solita croce, ad aspettare le periodiche visite della mia catturatrice, e a salutare con gratitudine i visitatori disposti a fare un po’ di conversazione. Visitatori fra i quali voglio citare Luigi Numanox, che avevo già notato come frequentatore discreto e silenzioso della Villa, e che mi si è avvicinato, al termine di una mia intensa sessione di IM con Belias, per affrontare con una cortesia fuori dal comune qualche discorso personale. Vorrei riportare solo un piccolo estratto del nostro dialogo:

[4:49]  Luigi Numanox: ti và di fare due chiacchiere wint o sei sempre in im
[4:49] Win: No, sono libera adesso, per qualche minuto… si fa per dire…
[4:49]  Luigi Numanox: mi piacerebbe conoscerti meglio… mi interessa la tua personalità
[4:50]  Win inarca un sopracciglio: “Non la conosco molto bene, quella personalita’, Luigi”
[4:51]  Luigi Numanox: o nn vuoi conoscerla……..
[4:51]  Win: Non so… vivo le mie avventure e mi osservo, cercando di capirmi… è per quello che le annoto in un diario…
[4:52]  Luigi Numanox: sdoppiamento della personalità…………..
[4:52]  Win: Non credo si tratti di questo, Luigi… Diciamo che annoto quello che mi succede – non solo fisicamente ma anche nella mia testa e nel mio cuore – e poi a posteriori cerco di ragionarci sopra. Per quanto mi e’ possibile…
[4:52]  Luigi Numanox: ti osservi dal di fuori cercando di capirti… osservandoti dall’esterno…  eliminando il coinvolgimento… un’analisi il piu’ fredda possibile
[4:54]  Win scuote la testa sorridendo: “Oh, la mia Second Life mi coinvolge eccome, Luigi”
[4:54]  Luigi Numanox: non intendevo quello. :-) Che sei coinvolta in SL è chiaro… forse piu’ di tutti noi messi insieme
[4:55]  Win: Hmmm… forse dovrei dire che non cerco una relazione, su SL… perché nella mia vita reale ne vivo già una che mi piace molto… E quindi il coinvolgimento resta sempre un po’ giocoso… mi affascina il ruolo, mi affascina il fantastico, quello che nella vita reale non c’e’ perche’ ci sono le limitazioni fisiche…
[4:55]  Luigi Numanox: parlavo della situazione corrente nella quale sei
[4:56]  Win: Eh… infatti non riesco ancora a scriverne. O quasi
[4:56]  Luigi Numanox: ti osservi dall’esterno e poi ti analizzi nel modo piu’ scientifico oserei dire
[4:56]  Win: Mmm… magari, Luigi… Invece, non mi capisco, in questi giorni… sono combattuta fra pulsioni diverse…
[4:57]  Luigi Numanox: tipo?
[4:57]  Win: L’altro giorno ero quasi fuggita e invece mi sono praticamente lasciata ricatturare da Belias… Mi mancava solo un colpo per togliere le manette… avrei potuto collegarmi apposta di notte, per slegarmi… invece mi sono connessa sapendo bene che a quell’ora Belias era sicuramente online
[4:58]  Luigi Numanox: interessante……..
[4:58]  Win: Eppure voglio scappare, voglio andarmene, non ne posso piu’ di stare su questa croce, di non vedere i miei amici a Stonehaven… di occuparmi dei banes, del mio moneypig
[4:59]  Luigi Numanox: ti interessa di piu’ la sfida con Bellas… Sapevi di aver vinto… e allora ripeti la sfida
[5:01]  Win: Non so se sia una sfida… o qualcos’altro, Luigi. Chiunque puo’ scappare dalle manette se si impegna abbastanza… se vuole davvero andarsene… chiunque! E… no… credo che sia stata Belias a vincere qualcosa… in una gara che non sapevo stessimo combattendo
[5:02]  Win: Diciamo che una cosa del genere mi era successa solo un’altra volta, prima, Luigi. Ho la sensazione, Luigi, che Belias mi abbia messo addosso qualcosa che tiene… piu’ delle manette, forse…
[5:05]  Win: …e forse, quando ho… quando non ho fatto TUTTO il possibile per scappare… forse era un modo per dirglielo…

Perché, allora, adesso sono libera? Sarei ingiusta se volessi insinuare che Belias non ha saputo capire. Tutto il contrario, invece: nonostante la tentazione reiterata dello Slave Market, so che le sue manette chiuse sui miei polsi non legano solo me a lei, ma anche viceversa. Eppure, come dice il saggio, la vita è quello che ci succede mentre stai progettando altro. E una serie di circostanze ha fatto sì che, pur con qualche riluttanza, alla fine non potessi evitare di evadere.

L’elemento fondamentale è, come purtroppo spesso accade, l’interferenza della Vita Reale – questo fastidioso corollario che spesso interferisce in modo devastante nelle nostre vite virtuali. Alcuni ostacoli hanno a lungo tenuto Belias lontano da Second Life, impedendole di tornare a legarmi con la frequenza abituale. Io stessa ho passato online molto meno tempo di prima, e i nostri incontri si sono diradati parecchio. Senza contare che, oltre a occuparsi di me, Belias ha continuato la sua vita normale – e ci sono stati casi in cui, pur essendo entrambe online nello stesso momento, abbiamo dovuto limitarci a parlare in IM, perché lei si trovava legata in qualche dungeon lontano ad opera di mani a me sconosciute. Sapere che chi ha in mano le mie chiavi è a sua volta prigioniera di qualcuno, per me, diventa una motivazione forte per intensificare i miei sforzi per liberarmi – non so se sia una forma di gelosia, o se si tratti di una forma di frustrazione che non mi sento di accettare. Ma durante quelle chiacchierate a distanza, non potevo fare a meno di dibattermi come una disperata, con rabbia, come se la mia fuga potesse punirla per il tempo che non mi stava dedicando, riuscendo pian piano a eliminare alcuni dei legami che mi trovavo indosso.

1d11981235e381ebb2df35205ad42739.jpg Le ore passavano, la libertà si avvicinava, e così quella vertigine in cui si mescola la speranza di fuggire e quella di essere riacchiappata. Ma Belias restava offline, o bloccata altrove. Fra lunghe chiacchierate con Rei e Vale (due tesori, che oltre a fare il tifo per me hanno persino proposto di fare una colletta per comprarmi e lasciarmi libera) ho anche ricevuto, a sorpresa, la visita di Happytimes. Si è parlato ovviamente della sua pet, Belias – Happytimes è molto compiaciuta della sua crescita, ma mi ha autorizzata ufficialmente, qualora si presentasse l’occasione, a farle pagare caro lo scherzetto che mi ha combinato. E poi, finalmente, gli ultimi legami hanno finalmente ceduto. Sono caduta dalla croce, massaggiandomi polsi e caviglie, sentendo finalmente il sangue fluire di nuovo nelle membra indolenzite. Libera. Libera! Poiché le uniche testimoni erano Rei e Vale, ho chiesto loro di mantenere il segreto – non volevo che Belias venisse a sapere della mia fuga da qualcun altro, e per qualche giorno ho vissuto in semiclandestinità, nascondendomi a Zhora, occupandomi dei miei bane, evitando accuratamente le aree italiane.

Sono passati alcuni giorni, e mi è parso che un velo di polvere si depositasse sulle due settimane passate su quella croce. Belias era lontana, assente, scomparsa. Da lei non ricevevo nemmeno qualche riga in mail – solo, ogni tanto, qualche laconica risposta a IM che le avevo spedito quando non l’avevo trovata online, quasi ad alleviare il senso di colpa che il solo fatto di essermi slegata mi faceva provare. Allora, gli effetti della Sindrome di Stoccolma erano così effimeri? Bastava qualche giorno di abbandono perché Belias tornasse ad essere per me una semplice conoscenza? Era stata tutta una breve e intensa illusione? Me ne stavo quasi convincendo…

Poi, improvvisamente, nella lista dei contatti ricompare quel nome. Belias Rubble. “Eccola”, penso, mentre una scarica di adrenalina mi perfora lo stomaco. Non so se sono io la prima a salutarla con un IM, o se fa lei il primo passo. Non so se mi ricordo di chiamarla Miss Belias – probabilmente no, dato che ormai non ha su di me alcun controllo fisico… Quello che so per certo è che quando, pochi istanti dopo, lei mi raggiunge a Pak, provo un impulso irresistibile. Mi avvicino a lei, silenziosamente. E mi metto spontaneamente in ginocchio davanti a lei, chinando la testa, aspettando di sentire la sua mano su di me, con un brivido di emozione lungo tutto il corpo.

In quel momento, sono sua. Completamente. Più che in qualunque istante delle settimane passate.

E poi, come sempre, la vita riprende il suo corso. Nella bellissima Autogrill, Francesco Guccini canta: “E in un attimo, ma come accade spesso / cambiò il volto di ogni cosa“. Dapprima Belias comincia a rispondermi più lentamente, segno che sta comunicando con qualcun altro via IM. Pochi istanti e cominciano ad apparire altri visitatori: Faerie Nitely, per prima, poi Gloria… e infine anche Wizard Biedermann, una vecchia conoscenza che non vedo da mesi. Mi affretto a rialzarmi, ripulendomi la gonna dalla polvere rimasta sulle ginocchia. Wizard mi ha catturata, tanto tempo fa, in un giorno di noia, tenendomi prigioniera per un poco, ma l’esperienza non mi è piaciuta affatto: ossessionata dai catsuit e dai buttplug, mi ha fatto passare alcuni giorni niente affatto gradevoli, che si sono conclusi quando mi ha mollata in mano a Blackbear Babii. In pratica, dalla padella nella brace.

Sapevo da Belias che Wizard ha fatto passare a lei e a Happytimes qualche brutto quarto d’ora nei giorni precedenti, ma tutto è accaduto lontano dai miei occhi. Ora invece assisto inorridita alla scena di Belias che le si avvicina. C’è un lungo silenzio, in cui verosimilmente le due comunicano via IM. Poi, Belias lascia le sue chiavi sulle manette che indossa e resta immobile davanti a Wizard, per qualche lunghissimo secondo. Vorrei scollegarmi ora, finché sono in tempo. E rimango invece online, ipnotizzata, come davanti a un incidente stradale. Fino a quando lo sento:

[2008/06/04 0:55]  Steel Shackle (RA) 1.13 low leg whispers: Wizard Biedermann has taken Belias’s keys from her Steel Shackle (RA) 1.13.

Sento qualcosa che evapora, dentro di me. Forse è la parola Miss.
Sospiro. Mi scollego.
Ci vorrà un po’ di tempo, adesso, prima che le mie ginocchia si pieghino ancora volontariamente.

(Prossimamente: Crashed iBook Life – il blocco definitivo) 

Il gioco di Belias

Non mi collego a Second Life ormai da qualche giorno, e la mia situazione resta quindi invariata come in un libro di cui nessuno sfogli più le pagine. Ma i giorni con Belias sono stati densi abbastanza da far sì che ci sia ancora molto da raccontare…

9ad4411c0f1cdabb8f500de7a839f9ad.jpg

I giorni passano e ogni volta che mi collego mi ritrovo a Villa BDSM. A Stonehaven, dove avrei tanti vecchi amici che non vedo ormai da tempo, Belias non mi ci porta – la punizione per aver osato scrivere, nel post In balia di Belias, che il suo inglese lascia ancora a desiderare. In compenso, davanti alla mia croce sfila ogni giorno una quantità di personaggi. C’è chi vorrebbe approfittare della situazione: come Erik Easterman, un amico di Pedro che quando mi trova legata si prende sempre qualche libertà di troppo. Come Francis Garrigus, che un giorno compare davanti a me apostrofandomi con i suoi IM silenziosi, lo sguardo nascosto dietro a quelle sue lenti bicolori. Come Ronin Ansaldo, che si dichiara scrittore ma che sembra interessato soprattutto a tirarmi i capelli e incalzarmi con domande indiscrete.

ac5cec0d3fd295c5cca15adf7f93a7c7.jpg E poi tanti, tanti altri volti nuovi, che non posso elencare tutti ma che in parte entrano a fare parte dei miei contatti, forse per incontrarci di nuovo se e quando questa mia prigionia dovesse finire. Ci sono Mistress curiose e affascinanti come Moltotaku Jewell o Katia80 Flow, le mie affezionate lettrici Valentine Vendetta e Rei Schulman (sono colleghe in RL e si connettono da due computer affiancati!), la biondissima Schlong Boccaccio (che si collega da Dubai e a cui devo fornire io il RR Viewer perché lì il sito di eRestraints – da cui potrebbe scaricarlo – è considerato pornografia ed è pertanto inaccessibile), Ashlee Vollmar, vampirofila ma anche l’unica persona che vedendomi lì inchiodata da giorni abbia avuto il pensiero gentile di offrirmi qualcosa da mangiare (un gelato molto buono, fra l’altro).

cbf730973f4e29287024750aa61f2cf0.jpgcaed8ce40cda9fe49bfea10b1a20296f.jpg Tra le tante scene che si svolgono davanti ai miei occhi – l’unica parte del corpo che sia libera di muovere su questa scomoda croce – noto una certa attività da parte di Gloria e Cielo. Non so se c’entri anche la mia linguaccia, ma so di per certo di aver commentato più volte ad alta voce che, per essere una schiavett… una diversamente libera, Gloria si muove invece in Villa BDSM come una padrona di casa, e che Cielo mi pare un padrone che ha dimenticato come si usano le manette. Magari non saranno state queste parole a cambiare le cose, sta di fatto che in poche ore mi tolgo ampiamente lo sfizio di vedere Gloria legata, appesa all’infinito o costretta in ginocchio. Sotto sotto, mi piace illudermi di aver spinto i due piccioncini a voler dimostrare qualcosa a me… e continuo a pregustarmi il giorno in cui riuscirò a prendere io possesso delle chiavi di Gloria, in modo da farle pagare care le umiliazioni che mi ha fatto subire qualche settimana fa.

Intanto i giorni passano, uno dopo l’altro, scanditi dai miei disperati tentativi di fuga e le ripetute visite di Belias, metodica e implacabile nel legarmi ogni volta di nuovo. Se il 16 maggio, parlando con Cielo, l’avevo sentita dire “La sua volontà è forte… occorre molto lavoro per spezzarla”, quattro giorni dopo mi confidava in IM: “Il mio obbiettivo prncipale è quello di costringerti ad un bellissimo cheat… grazie al quale potrò sfotterti per un bel pezzo”. E poi ancora: “Se vuoi che ti liberi basta che dici la safeword: l’accetterò come la tua sconfitta”. Ma non sarà certo con Belias che io potrei violare la mia regola di non usare mai una safeword – la mia risposta (pronunciata simulando una sicurezza in me stessa che, confesso, comincia a incrinarsi) è: “Se fra un mese ancora non sono riuscita a liberarmi ne riparliamo”. La mia ex amica, e attuale spietata aguzzina, è ben decisa a piegarmi… e anche se sono ancora convinta che questo non succederà, è da qualche tempo che, con inquietudine, comincio a provare più intensamente quelle sensazioni insolite di cui ho già parlato in Come lei nessuno mai

Mi chiedo cosa proverebbe Mystique nella mia situazione: riconosco a tratti i sintomi della famigerata Sindrome di Stoccolma, eppure le variazioni di umore di Belias mi spingono continuamente in direzioni contrapposte… facendomi desiderare la fuga e la cattività nello stesso tempo. Il desiderio di conquistarmi la sua fiducia dimostrandole che ormai le appartengo anima e corpo si alterna a quello di riuscire a ingannarla, facendola restare lontana da me per un tempo sufficiente a liberarmi da manette e cavigliere… e allontanarmi, e nascondermi, sperando di recidere così anche i tentacoli invisibili che in tutto questo tempo ha continuato ad avvolgermi attorno al cuore.

cde2fa2de2baf4dc23a33ffbbde3ecd1.jpg E non solo attorno a quello, perché a un certo punto l’atteggiamento di Belias comincia a cambiare prendendo una piega che da lei non mi aspettavo… una nuova intraprendenza, un superare le frequenti carezze sulla guancia per far scivolare la mano anche altrove… esplorando zone fin qui mai sfiorate, osando avanzare su territori che i miei legami mi impediscono di difendere, costringendomi ad affrontare sensazioni che su Second Life avevo sempre cercato di evitare, più fisiche, più… inequivocabilmente… carnali. A parte la breve esperienza con Jaron, un’intensa serata con Mystique e qualche giocosa occasione con Forrest, non mi è mai capitato fin qui di vivere un’esperienza del genere – tantomeno in un luogo di pubblico passaggio come Villa BDSM… è meno male che quasi nessuno è testimone di quello che Belias mi fa mentre io sono appesa, impotente e vulnerabile, ai due legni incrociati, costretta ad assistere mentre la mia resistenza si scioglie piano piano come la proverbiale neve al sole, a scoprire con un misto di fascinazione e paura come le reazioni del mio corpo stiano sfuggendo progressivamente al mio controllo… abbandonando l’orgoglio del rifiuto, abbracciando la sensazione travolgente di un piacere che diventa impossibile lasciare inconfessato.

Ci troviamo a sorridere in due, alla fine, io con gli occhi un po’ più aperti del solito, Belias con gli occhiali appannati, entrambe con il respiro che riprende lentamente il suo ritmo abituale, i cuori che tornano a battere il tempo nel modo consueto dopo aver corso all’impazzata per lunghi e brevissimi minuti… mentre nessuno, per fortuna, era presente per assistere alla scena – nessuno tranne Erik Easterman, che tuttavia era “away” e quindi impossibilitato a intervenire o commentare a quel che gli accadeva a pochi metri di distanza. Ma la carezza sulla guancia che Belias mi fa dopo aver ripreso fiato ha una morbidezza che non avevo avvertito mai fino ad ora, e i suoi occhi nei miei occhi sembrano brillare di un bagliore caldo che stavolta non lascia spazio a quei suoi improvvisi rabbuiarsi.

E si parla, di nuovo, e scopro cose che non sapevo. Che Belias si è fatta così piccoletta perché ci teneva ad essere più bassa di Happytimes, la sua adorata Miss… che le ha parlato di me alcune volte, ottenendo il permesso di portarmi, ed eventualmente tenermi, nel suo dungeon… e perfino che, come dice lei stessa…

[2008/05/26 9:40] Belias Rubble: mi spiacerà venderti
[2008/05/26 9:40] Win: Ti faro’ passare la voglia di vendermi
[2008/05/26 9:40] Belias Rubble: già non è molta…
[2008/05/26 9:40] Win: :-)
[2008/05/26 9:40] Belias Rubble: avevo deciso di venderti dopo 2 giorni… prima di catturarti, intendo

b20345b2ca932383651e8d57371d94df.jpg …che fin qui le è mancato il coraggio di fare davvero quello che ha minacciato di farmi… forse per paura di rompere qualcosa che anche lei sta sentendo… o forse, più semplicemente, perché non se la sente di cedermi a qualcun altro e perdere un controllo su di me a cui anche lei comincia ad affezionarsi. I legami di Stoccolma, credo, si allungano in due sensi – non è solo chi è prigioniera a scoprirsi dipendente da chi gli ha tolto la libertà, ma è anche quest’ultima che comincia ad aver paura di perdere la sua vittima. Un’ipotesi che mi si conferma quando penso all’ansia continua di Jaron, divorato dal terrore che Mystique prima o poi faccia a lui lo scherzo che ha fatto a tante Mistress precedenti, sfuggendo al loro controllo perfino a costo di barare. Forse Belias comincia a non aver più tanta voglia di costringermi al cheat, forse proverebbe una piccola fitta se, violando la regola che mi sono imposta, le chiedessi, seriamente, OOC, ((fra doppie parentesi)), di restituirmi la libertà? 

(Prossimamente: Belias non c’è) 

Come lei nessuno mai

I giorni passano e Belias non mi molla. Piccolo, frammentario, riassunto di quasi due settimane di struggle frustrati, di incontri, di chiacchiere, di tormenti. E della dolcezza imprevista di una mano di velluto nascosta in un guanto di acciaio.

114de06d5cbe6bf37dc567b10513610f.jpg

Basta attivare una piccola opzione nelle preferenze, e Second Life registra sul tuo hard disk tutte le conversazioni che hai avuto con chiunque. La chat pubblica va a finire tutta in un immenso file in cui diventa difficile fare ricerche – ma per quanto riguarda gli IM ogni tuo interlocutore ha un suo piccolo file di testo. Li ho ordinati per peso, ed ecco i primi tre risultati: Samy80 Owatatsumi (584KB), Belias Rubble (272KB), Rossella Pintens (228KB).

Considerando che Samy, praticamente, non si collega più da almeno un mese e mezzo (come stai, Samina? Dove sei? Come va il braccio?) il suo record è particolarmente notevole. Come è noto, io odio gli IM, perché ritengo che Second Life abbia senso quando diventa una sorta di film in cui si interagisce con chi è presente nello stesso spazio virtuale – e gli IM distraggono da tutto questo, riportando il tutto ai meccanismi della chat. Eppure, come tutte le regole, le eccezioni sono necessarie. E Samy, Belias e Rossella sono evidentemente state, in questi mesi, le eccezioni più importanti, qualsiasi cosa ciò voglia dire.

f0f9a2ad7c788bd9e36012de22fedc3d.jpgEppure, sulle prime, Belias non mi era parsa affatto una persona con cui avrei passato tanto tempo. Quella sua abitudine di sorridere in inglese (“Belias smiles”) anche quando si trova fra italiani, la famigerata tendenza a usare ogni tanto il “ke” invece del “che”, una propensione eccessiva agli IM (il che talora le provoca ingorghi di conversazioni simultanee, costringendo l’interlocutore presente ad aspettare parecchio prima che lei gli risponda). E poi un carattere non facile da decifrare: perché in teoria era la bestiolina domestica di Happytimes Dawes, che ogni tanto la incaprettava strettamente nel suo dungeon per punirla di questa o di quella disobbedienza – ma poi la trovavo spesso con in mano le chiavi di qualche malcapitato, pronta a sbruciacchiare un prigioniero con la palla di fuoco che a volte le compare nella mano. Si sentiva, fin da allora, che dietro a quell’apparenza di fragile vittima si nascondeva uno spirito molto più aggressivo della media.

Quando, ormai parecchi giorni fa, Belias mi ha acchiappata a tradimento approfittando della mia incauta mossa di aggiungerla ai nomi del plugin “Friends”, era chiaro che non sarebbe stata una passeggiata. Quello che non mi era chiaro affatto era dove questa passeggiata avrebbe finito per portarmi. Inizialmente, Belias ha annunciato che sarei diventata il suo “giocattolo” e mi ha sottoposta a tutte le umiliazioni che già avevo subito ad opera di Cerdita – ma fin da allora, l’obbligo di salutarla in IM non appena l’avessi vista apparire online aggiungeva un elemento potenzialmente più profondo. Mi è capitato un paio di volte di non inviarle subito il saluto richiesto – e di subirne immediatamente il castigo. Ci è voluto poco perché cominciassi a entrare in ansia ogni volta che si collegava, desiderando compiacerla in qualche modo, per cercare di evitare la sua ira.

87675ecc9f7a6fc6ce8d2cf7dea4b7c5.jpg1676a16aa7b80c71cc6e7f37bbdc7fda.jpg Sì, perché Belias, come Mistress, non è facilmente prevedibile. Senza motivo, la sua mano passa dalla carezza allo schiaffo in un attimo, ma altrettanto velocemente torna alla carezza. Per una frase sarcastica, ti molla dieci frustate, poi viene a baciarti sulle labbra. Ti umilia strappandoti via la gonna e lasciandoti esposta al primo che passa, ma poi non lascia avvicinare nessuno e ti fa sentire protetta nella cattività – almeno fino a quando non sparisce per un po’, a vivere avventure con il piccolo harem di prigioniere che, a quanto sembra, sta accumulando. Mi capita di guardarla negli occhi, quasi a cercare un lampo che mi annunci se sto per essere coccolata oppure punita, per una battuta che magari le ha anche strappato un sorriso – e scopro di non avere modo di saperlo prima. Quando quella mano si solleva, non sai mai se scenderà lenta e affettuosa o con un improvviso desiderio di ferire.

Una doccia scozzese, insomma, e non solo in senso fisico. Poche ore dopo aver dichiarato la mia riduzione a suo giocattolo, Belias ha cominciato a parlare di vendermi a qualcuno. C’è un tale Kikko Carnell, un proprietario terriero che fa lo sborone con frasi come “i soldi non sono un problema”, e per un po’ Belias mi ha fatto credere che sarei finita a lavorare per lui in qualche locale pieno di niubbi. C’è Faerie Nitely, una sua cara amica, che ha offerto una cifra per lei abbastanza ingente per fare di me una bambola con cui giocare (esiste, pare, una macchina che ti riveste di plastica e ti rende una marionetta nelle mani della tua proprietaria… che può immobilizzarti, vestirti e svestirti, portarti a spasso – a tutti gli effetti facendo di te una specie di Barbie a grandezza naturale). C’è Pedro, che avrebbe offerto anche lui una qualche sommetta per mettere le sue mani su di me. E c’è, naturalmente, Cielo, che ogni tanto ripropone l’idea perché, a quanto ho capito, il business plan di Villa BDSM consiste nell’affermarsi come agenzia di acquisto e vendita di schiavi.

Però i giorni passano, e Belias non mi vende. Anzi, spesso dice che sta meditando di tenermi per sè. Poi cambia idea: “Mi sa che adesso vengo e ti lascio andare”, mi scrive in IM da chissà dove. E invece arriva accanto a me e mi dà una ripassata a tutti i legami, vanificando in un lampo ore di tentativi per liberarmi. Poi annuncia di nuovo di volermi vendere, ma rinvia il momento a quando sarà riuscita a piegarmi. A quando, finalmente, mi sottometterò al suo volere – cessando i miei tentativi di fuga, arrivando al punto in cui il mio solo desiderio sia appartenerle. “Sto meditando di tenerti tutta per me”, mormora con un tono nella voce che mi mette il cuore in subbuglio. Ma poi la sua voce si abbassa un poco, aggiunge: “Non sarò mai all’altezza” e resta un po’ in silenzio. E io resto lì, confusa, sballottata fra i suoi pensieri come una barchetta nella tempesta, timorosa di contrariarla, incerta su come compiacerla, lacerata fra il desiderio di fuggire e quello di rinunciarvi. Ansiosa, soprattutto, di far sì che prevalga in lei il desiderio di non cedermi a chicchessia.

5cd21401559e5ad5c6c2c6a440cd7b4f.jpg Non so se in me si stia verificando la Sindrome di Stoccolma – io non sono Mystique, non so rinunciare a tentare la fuga. Ogni volta che mi trovo online e Belias non è presente, mi dibatto nelle manette cercando di liberarmi. Sobbalzo quando la vedo ricomparire online, perché ho la certezza che fra pochi istanti si materializzerà davanti a me per ritoccare tutte le serrature – per riconsolidare il suo dominio su di me. Tutto questo accade non una, non due, ma dieci, venti volte, più volte al giorno: tento di liberarmi per un po’, e lei torna a legarmi. Provo di nuovo, e lei torna a legarmi. Rinnovo gli sforzi. Lei torna a legarmi, spietata come una goccia che sa di avere, per scavare una pietra, tutto il tempo del mondo. E la pietra si scava, eccome: ogni volta che Belias torna a resettarmi le manette, la sensazione che provo cambia, lenta, quasi impercettibile ma alla lunga evidente: la disperazione di dover ricominciare ogni volta da zero, piano piano, si affievolisce… e a poco a poco comincio a provare qualcosa di diverso. Qualcosa come una vaga sensazione di ritorno a casa ogni volta che sento lo scatto delle manette attorno ai polsi, come se Belias fosse venuta a… a salvarmi dalla libertà che mi stavo conquistando. A riprendermi, a riabbracciarmi, a rammentarmi che sono sua e che non ho alcuna possibilità di sfuggirle. Fino a quando non sarà lei a volerlo.

Non che questo rallenti i miei tentativi. Ogni volta che lei si allontana, ogni volta che lei va offline, io riprendo freneticamente la serie degli struggle, degli squirm, dei tug. Però, quando lei resta lontana abbastanza a lungo, e io comincio a vedersi avvicinare il momento in cui i miei legami cederanno, in me comincia a crescere una paura ambigua: da un lato la paura che lei ricompaia, da un momento all’altro, per stringermi di nuovo nella morsa di metallo… e dall’altro il vago timore che questo non accada, che lei si distragga, che rimanga lontana da me ancora quel poco che basta perché io possa liberarmi.

Così, una mattina, succede qualcosa che mi turba profondamente. Mi sveglio presto in RL a causa di una zanzara molesta, mi rendo conto che non riuscirò a riprendere sonno, mi collego e riprendo i miei tentativi di liberarmi dai legami. Infilo una serie fortunata, mi libero dal bavaglio (che comunque Belias preferisce in genere tenermi aperto – mostrando di apprezzare la mia conversazione in un modo che mi lusinga più di qualsiasi complimento)… dalle manette… dalle cavigliere…

972172c9bdede2ad36ca84677f1d53e0.jpg …quasi. Sulle cavigliere arrivo quasi fino in fondo. So che mi manca una sola mossa per liberarmi, so che quella mossa è uno struggle. E so anche che ho recuperato le forze, che basta un clic per slegarmi. Ma esito. Se mi slego, adesso, cosa succede? Recuperate le mie chiavi, Belias non avrebbe più in mano nulla per trattenermi. Potrei andare a Stonehaven, a giocare con Cerdita, Forrest, Moss, Mudlark… potrei andare a occuparmi dei miei bane, da troppo tempo trascurati. Potrei tornare a trovare Mystique, vedere che succede fra lei e Jaron, vedere se l’harem sta crescendo.

E invece no. Mi scollego, decido di aspettare più tardi, di collegarmi quando è più probabile che Belias sia online. Per mandarle un IM di saluto, non appena si collega, e avvertirla: “Miss Belias, le mie cavigliere sono quasi aperte. Fai ancora in tempo a chiuderle, se vieni subito. Vuoi farlo?”

Il destino decide altrimenti, e quando torno online, Belias è già lì pronta ad aspettarmi davanti alla croce a cui sono appesa ormai da giorni. Le cavigliere mi vengono richiuse addosso prima ancora che abbia finito di materializzarmi – e benché io le dica subito quale era la mia intenzione, non sono così sicura che lei ci creda. Fatto sta che la sorpresa che volevo farle è andata: l’evidenza è che stavo quasi per sfuggirle, e che lei mi ha riacchiappata appena in tempo. Ci resto male io, forse ci resta un po’ male anche lei, se si limita ad assicurarmi il guinzaglio alle caviglie senza esigere che io le renda le chiavi di manette e bavaglio. Di tutti i legami che ho indosso, le cavigliere sono comunque le più difficili da sconfiggere. E la mia odissea riprende, su quella croce di Villa BDSM che, se va avanti così, rischia di prendere il mio nome.


(Prossimamente: Il gioco di Belias)

In balia di Belias

L’improvviso voltafaccia di un’amica recente conferma che certe sub possono rivelarsi le più spietate fra le domme. E rischia di dare, al sottotitolo di questo blog, un significato molto più letterale.

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In Romantico avventuriero (The Gunfighter, 1950), Gregory Peck interpreta Jimmy Ringo, un pistolero che comincia a sentire il peso degli anni ma che, soprattutto, è perseguitato dalla sua propria fama: la sua abilità con le pistole è così rinomata che tutti i giovani pistoleri cercano a ogni costo un’occasione per misurarsi con lui in un duello – per cercare così di affermare il proprio talento, e farsi conoscere.

849625e8b59d87ed94f33f0838fcfaa0.jpg Questo western di oltre mezzo secolo fa mi è tornato in mente l’altro giorno, durante una chiacchierata a Villa BDSM con Cielo, Gloria e altri, fra cui Belias Rubble. Da qualche tempo, Cielo insiste nell’idea malsana vendermi come schiava, asserendo di aver ricevuto offerte dell’altro mondo da aspiranti acquirenti particolarmente spendaccioni. A quanto ho capito, le offerte sarebbero arrivate a 12.000 L$ per una settimana, ma Cielo è convinto che ci vorrebbe pochissimo per arrivare a 20.000 – solo che io non ho alcuna intenzione di mettermi in vendita, nè tantomeno di regalare le mie chiavi a Cielo perché lui o Gloria possano approfittarsene. Come è noto, Gloria ha avuto per qualche tempo il controllo delle mie manette, ma per fortuna sono riuscita a recuperarle prima che le venisse in mente di mettermi all’asta allo Slave Market.

Nella chiacchierata cui accennavo, Cielo sognava ad occhi aperti di riacchiapparmi, per mettermi in vendita, e io esprimevo stupore su come certa gente spreca il proprio denaro. E Cielo ha esclamato: “Winth, ma tu sei un mito su sl. Molti master ti vorrebbero…” Qui è intervenuta Gloria, facendomi i complimenti per il blog, e Cielo ha commentato: “È un po’ come andare a letto con una diva di Holliwood… ti senti un divo anche tu. La gente si venderebbe un braccio per una roba del genere”. È qui che, a parte il piacere per i complimenti, mi sono resa conto che il mio esperimento comincia ad avere effetti interessanti. Oltre al tentativo di registrare le mie avventure in un diario, per cercare di capire cosa mi spinga a certe esperienze, la mia idea nell’aprire il blog era anche quella di creare un po’ di interscambio fra lettori e frequentatori di Second Life – in modo da vedere cosa succede quando abbatti la soglia fra chi scrive e chi legge.

d1a6e9b8a520f1369c02ea70559a8f08.jpg1e33fddab258d5486b4776c9c04329c6.jpg Il rapporto fra chi scrive qualcosa (che sia un romanzo, un articolo o un blog) è essenzialmente a senso unico: da uno a molti, dall’autore al lettore, senza la possibilità di un’interazione vera, perché tutt’al più potrà succedere che il lettore scriva all’autore per esprimergli critiche o complimenti, o per chiedere maggiori dettagli su questo o quell’argomento. Lo stesso avviene con la televisione, in cui allo spettatore non è concesso che uno sguardo passivo, con una libertà di scelta che si limita al cambiare canale o a spegnere l’apparecchio. O al limite a quelle forme semitruffaldine di partecipazione che si hanno in molti reality show, dove il pubblico è chiamato a votare sull’eliminazione di questo o di quello inviando SMS (per giunta a prezzi piuttosto elevati) a un numero prestabilito, e aspettando i risultati del sondaggio a cui ha partecipato.

Su Second Life le cose possono cambiare, e di molto, perché chi legge un blog su quello che vi accade è solo a pochissimi clic di distanza dal poter entrare nel metaverso con un proprio avatar e, volendo, interagire direttamente con chi il blog lo scrive… con la possibilità di diventarne a sua volta uno dei protagonisti, e partecipare in modo più o meno penetrante ai contenuti dei prossimi post. È successo con il signor Garrigus (che si è spinto, qualche tempo fa, a rapire una ragazza che io avevo estemporaneamente catturato tentando di usarla per attirarmi nuovamente nel suo dungeon – cosa che non è accaduta forse solo perché in quei giorni ero bloccata da qualche altro impegno in-world), è successo con Pedro Gibbs. E, in misura leggermente diversa, è successo con Belias Rubble.

In realtà Belias l’ho conosciuta a Stonehaven prima che diventasse lettrice di questo blog. L’avevo notata per il suo bazzicare, di preferenza, le sim anglofone (nonostante la sua padronanza della lingua lasci ancora un po’ a desiderare), a causa della difficoltà di trovare interlocutori interessanti, ma ci è capitato di rado di giocare insieme, più che altro in quanto lei si è sempre dichiarata proprietà privata di Happytimes Dawes (che ben di rado le dà il permesso, credo, di lasciare le sue chiavi a disposizione di qualcun altro). Dopo aver scoperto queste pagine, più volte Belias mi ha fatto complimenti su questo o quel post, facendomi addirittura arrossire con espressioni affettuose di ammirazione che in qualche caso non si limitavano al blog, ma anche al mio modo di vivere la mia Seconda Vita.

78afe89d9416097b359e47996ba2c4f7.jpg337be1d2ed68b2ece87d2fcd06139af0.jpg2389b65c6fffceaf8f24908f6c426024.jpg Poi, l’altro giorno, mentre con Moondog Merlin esploravo una struttura vagamente fantascientifica vicino a un luogo che mi è caro perché mi ci incontravo spesso con Samy80, Belias è comparsa un po’ all’improvviso nei paraggi e, dopo pochi veloci convenevoli, ha provato a cliccare sulle mie manette. Da tempo, in quanto amica, l’avevo aggiunta alla lista selezionatissima dei Friends autorizzati a rubarmi le chiavi, sicché lei se l’è trovate in mano. In pochi secondi mi ha rubato anche quelle delle cavigliere e del bavaglio e, prima che Moondog (che si trovava in una stanza vicina) potesse raggiungerci e intervenire, mi ha ammanettata strettamente.

Mi sono resa conto subito di essere in guai molto seri. Non prima di quella mattina, Belias mi aveva mandato un IM perché aveva catturato Cerdita e si trovava alle prese con un momentaneo vuoto di ispirazione su cosa farle – un indice evidente dell’ansia da prestazione che a volte coglie una sub che sta comportandosi da Mistress, e che anche io ho provato in passato (con Bunny e con la stessa Cerdita) quando mi è successo di rapire qualcuno senza avere veramente voglia di occuparmene. Per giunta, qualche giorno prima, quando ero riuscita a sfuggire a Gloria, Belias mi aveva scritto di essere stata un po’ delusa dall’inesperienza della mia catturatrice. Abbastanza prevedibile che, a questo punto, fosse determinata a fare di meglio. E infatti Belias ha subito dichiarato a Moondog che io da quel momento sarei stata il suo giocattolo e che potevo dire addio alla mia libertà per un bel pezzo.

Quando Moondog si è dovuta scollegare, la prima mossa di Belias è stata degna di uno dei giovani pistoleri nel film con Gregory Peck, ossia chiamare a raccolta un po’ di gente perché fosse testimone del suo acchiappo. Dopo pochi istanti, nel luogo dove ci trovavamo si sono avvicendati Montgomery Forcella, Pedro, Gloria, Cielo e altri frequentatori di Villa BDSM, mentre la mia catturatrice ed ex amica faceva la ruota mostrando a tutti la sua preda. Cielo ha subito buttato lì l’idea di portarmi allo Slave Market della Villa, e Belias ha detto che per il momento non intendeva farlo ma che quando si fosse stufata di me mi avrebbe messa all’asta lì per fare qualche soldo. E poi mi ha effettivamente trasportata nel prato della land di Cielo e Gloria, ricordandosi di controllare ogni poco i miei legami, per assicurarsi che io non potessi scappare.

086c67ba49ca5d50faec2aad87b97692.jpg Quella sera ho dovuto scollegarmi, ma la mattina dopo Belias mi ha raggiunta poco dopo che mi ero ricollegata – sempre vanificando come prima mossa tutti i miei tentativi di liberarmi dai legami in sua assenza – e ha cominciato a entrare nel vivo di quelli che sembrano i suoi piani nei miei confronti, senza più dare alcun segno di mancanza di ispirazione. Nel corso della giornata è riuscita a farmi passare praticamente tutto quello che mi aveva fatto subire Cerdita, al punto da farmi sospettare che stesse usando come guida il mio post dell’altro giorno: la pulizia delle scarpe, l’umiliazione di bere acqua da una ciotola per cani, il blocco dell’interazione, l’obbligo di stare sempre in ginocchio in sua presenza e chiamarla in un certo modo… il tutto, però, con una sfumatura di sadismo leggermente più intensa: qualche sberla, l’imposizione di mangiare un hamburger dopo che lei l’ha calpestato spiaccicandolo nell’erba, la minaccia di farmi diventare succube di Backbuttoned Bian, un’altra sua prigioniera (che a quanto ho capito Belias ha sfilato senza difficoltà dalle mani forse malferme di Pedro).

Di tutte queste cose, quello che sento di più sono le nuove regole. Belias è stata molto chiara con me: devo sempre rivolgermi a lei chiamandola Miss (non so perché, visto che parliamo italiano, ma non sono nella posizione di discutere), devo restare sempre in ginocchio in sua presenza (e anche qui nulla di nuovo rispetto a quanto impostomi da Cerdita, anche se Belias a volte pretende che io l’attenda in ginocchio anche quando lei non c’è – e si serve di Gloria per farle la spia nel caso io non obbedissi). E soprattutto devo sempre salutarla non appena la vedo comparire online. Sembra una sciocchezza, sembra un dettaglio. Ma posso assicurare che non lo è: è un amo acuminato che mi infilza nel profondo dell’animo e dal quale, al momento, non saprei proprio come divincolarmi.

(Prossimamente: Un fiore rosso per Win)

La chiamavano Gloria ma il suo nome era Tempesta

Il mio secondo giorno prigioniera della dolce Gloria Oppewall conferma che un po’ di esperienza da sub può sviluppare notevoli tendenze dominatrici. Ma anche che la mancanza di esperienza non è un fattore da trascurare.

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Come annunciato due giorni fa, la mattina mi sveglio ancora incatenata per il bavaglio in una cella chiusa a chiave, nei sotterranei di Villa BDSM. Rispetto a Stonehaven, questa land offre ancora poche alternative, e alcune restrizioni decise da Cielo continuano a lasciarmi perplessa e un po’ irritata (il fatto che non si possa materializzare nulla se non si attiva il tag del gruppo è per me la seccatura più fastidiosa) ma questa gabbia sembra fatta a regola d’arte. Non ho tentato la fuga mediante TelePort perché non mi piace imbrogliare, ma a occhio si direbbe che non ci sia modo di aprire queste sbarre senza il consenso di chi ci ha messo il lucchetto.

Non che ci sia il tempo di provarci. Non appena mi materializzo nella mia prigione, Gloria si avvicina e mi chiede come sto. “Come vuoi che stia?”, provo a bonfonchiarle masticando la pallina di gomma che da ieri pomeriggio mi tappa la bocca, ma le faccio capire che, sebbene legata al muro con un guinzaglio di appena 70 cm, sono riuscita a dormire benissimo. Gloria sorride con dolcezza e dà una ritoccata al bavaglio vanificando le due o tre mosse che avevo fatto per avvicinarmi almeno un poco alla libertà. Accanto a lei c’è anche Belias, che credevo un’amica ma che si gode la mia prigionia – e ogni tanto butta lì anche qualche suggerimento su cosa si potrebbe farmi… ma Gloria ha certe sue idee molto precise e tira avanti dritta per la sua strada senza lasciarsi distrarre.

Chiama Cielo e gli chiede: “Padrone? La Machiavelli è possibile tararla su 20 persone, o 25?” Cielo la guarda perplesso: “Ma con 20 non ce la farà”. Belias è più fiduciosa: “25 per lei saranno uno scherzo”, Gloria ribatte, pronta: “Ecco. Facciamo 30 e non se ne parla più”. La Machiavelli, per chi non lo sa, è una gabbia inventata da Cielo e che ha per obiettivo principale quello di attirare persone nella land dove si trova. Il funzionamento è semplice e ingegnoso: un avatar può chiudercisi dentro da solo, ma poi non è più in grado di uscirne perché il portellone che la chiude è molto pesante. Per liberarsi, il prigioniero deve chiamare a raccolta gli amici in numero sufficiente a spingere. In genere, il portellone pesa 1000 chili e ci vogliono le spinte di dieci persone per smuoverla, ma i settaggi possono essere cambiati a seconda del volere di Cielo. Quando la porta si apre, il prigioniero riceve dalla gabbia il premio stabilito, che di solito ammonta a una decina di Linden Dollars.

Dove sta il trucco? Nel fatto che per spingere il portellone della gabbia occorre prima diventare membri del gruppo Villa BDSM. Il niubbo che spera di mettersi in tasca quei dieci miseri dollarucci dovrà convocare un bel numero di suoi amici, e farli entrare nel gruppo – arricchendo una sorta di mailing list che Cielo usa per promuovere, mediante IM collettivi, le varie iniziative della sua land (alcune delle quali, come la tratta degli schiavi, potrebbero alla lunga anche rivelarsi lucrose e permettere di pagare parte delle spese di gestione). E se gli avatar più navigati evitano di sbattersi tanto per una cifra irrisoria (10L$, per dire, è la somma che si paga per caricare in Second Life una texture del mondo reale: un pagamento simbolico che serve solo a limitare il caricamento indiscriminato di troppa spazzatura sui server del sistema), per i niubbi squattrinati la Machiavelli è un modo per fare qualche soldino sicuramente più divertente (e socializzante) delle famigerate Camping Chairs che si trovano a volte in giro.

Fortunatamente la gabbia non può essere settata per più di 20 spinte (ossia 20 persone). Quanto al premio, Gloria è molto precisa al riguardo e si rivolge a Cielo in termini quasi perentori: “Però con zero linden di premio, se è possibile”. Cielo commenta, pensando a me: “O povera”, ma la sua schiava insiste: “Zero”. La mia amica Belias commenta con filosofia, senza concedermi un’unghia di solidarietà: “Credo che il suo premio sarà la libertà”. Provo a reagire sprezzantemente ma dal bavaglio mi esce un mesto: “Non ho bifogno hei voftwi ffowhi folhi!!!” Gloria mi rimbecca subito: ” Zitta Winth, che ti è andata bene che il massimo sia 20. La prossima volta… meglio che taccia”.

a868c5cdec614c229aa0133447bee748.jpg C’è una piccola colluttazione, mentre Gloria mi trascina nella gabbia: io le mani ce le ho libere e le tiro i capelli, cercando invano di rubarle le chiavi di manette, bavaglio e benda per gli occhi. Gloria finisce a piedi per aria per un attimo ma poi mi sigilla dietro all’oblò della gabbia, richiudendo su di me il pesante portellone. E mi ride in faccia: “Davvero Winth….nulla di personale”. Io non posso che guardarla con odio. Quando toccherà a me acchiapparla la cosa sarà molto, molto personale, e sarà meglio che Gloria se la rida adesso, finché è ancora in grado di farlo.

Le ore passano e ogni volta che sono sola io mi dò da fare per allentare il bavaglio in qualche modo, ma lei è piuttosto attenta a lucchettarlo di nuovo ogni volta che torna a trovarmi. Ricevo anche una visita di Cielo, da solo e piuttosto perplesso: “Sono stupito nel vedere quanto Gloria è decisa con te Winth. Voi donne quando vi ci mettete siete tremende davvero”. Gli spiego che non è una questione di sesso: sono sempre più convinta che  una vera dominatrice non possa essere che una sub – e guarda caso è stata Gloria, e non Cielo, a fregarmi le chiavi l’altra sera. Il punto è che devi essere stata imprigionata per sapere cosa si prova dall’altra parte, e infliggere le cattiverie peggiori. Come quella di chiudermi nella Machiavelli con un bavaglio che mi blocca gli IM e di conseguenza mi impedisce, se anche lo volessi fare, di chiamare a raccolta i miei amici lontani per implorarli di spingere la porta per liberarmi. Gloria lo sa benissimo, naturalmente, ma Cielo no, perché lui un bavaglio non credo l’abbia mai portato. Riporto un po’ di dialogo:

[2008/05/07 5:09]  WinthorpeFoghorn Zinnemann whispers: 10 o 20 few mh non fa hiffewenza. fenza im non foffo hiamawh neffuno (Traduco dal linguaggio del bavaglio: 10 o 20 per me non fa differenza. Senza IM non posso chiamare nessuno)
[2008/05/07 5:10]  Cielo Robbiani: come non puoi chiamare nessuno? sai benissimo che basta che chiami ed arrivano a frotte
[2008/05/07 5:10]  Gloria Oppewall: gli IM non può mandarli :)
[2008/05/07 5:10]  WinthorpeFoghorn Zinnemann scuote la testa
[2008/05/07 5:11]  Cielo Robbiani: si ma se non può mandare gli im come fa?
[2008/05/07 5:11]  Gloria Oppewall: deve pensarci lei, non io
[2008/05/07 5:11]  WinthorpeFoghorn Zinnemann sorride amaramente
[2008/05/07 5:11]  Cielo Robbiani: scusa ma non puoi tenerla qui per sempre
[2008/05/07 5:12]  Gloria Oppewall: quando riuscirà a farsi cliccare da 20 persone uscirà

Capito il tipetto? Cielo, il dominatore, si preoccupa per me, al punto da provvedere lui a scrivere nella chat della Villa che io ho bisogno di aiuto a uscire dalla gabbia (cosa, aggiungo, che mi irrita parecchio: non mi piace essere aiutata da chi mi ha messo in prigione, o dal suo padrone, decidetevi). Gloria, la schiavetta, se la ride e non si smuove di un millimetro, burlandosi delle minacce che le sibilo da dietro la pallina di gomma. E intanto Cielo la difende dai miei insulti: mi rimbrotta quando dico a Gloria di non ridere troppo per non mostrare le otturazioni che ha nei denti, mi rinfaccia per aver parlato di lei in questo blog usando il termine schiavetta. Siamo alla parodia del politically correct, da qui in avanti la chiamerò diversamente libera.

011430d24b3bd567f6300c2addbb4e97.jpgQuello di cui la diversamente libera non si è accorta è che da stamattina, nelle manette (che indosso ma di cui tengo ben nascoste le chiavi) ho aggiunto il suo nome alla lista dei Friends, ossia di coloro che sono in grado di scipparmi le chiavi anche se io non le ho messe a disposizione. Perché l’ho fatto? Forse perché devo riconoscere che è stata molto brava a fregarmi col bavaglio, l’altra sera. Forse perché mi sono accorta che il suo modo di dominarmi merita un rispetto che non mi sento di concedere alla maggior parte dei frequentatori di Villa BDSM. E forse, infine, perché dopo tutto lei il controllo su di me l’ha preso: e una volta che sono imbavagliata e ingabbiata non è irrealistico che la catturatrice decida di ammanettarmi. Se, dopo avermi acchiappata, Gloria mi avesse chiesto di indossare le manette (anche con una frase che affida il tutto al roleplaying, del tipo “Gloria ti afferra i polsi e te li blocca con un bel paio di manette) quasi sicuramente avrei obbedito. Con il plugin Friends, pertanto, l’ho messa in grado di prendermi le chiavi senza che lei potesse scoprirlo fino al momento in cui non avesse provato a cliccare sulle manette.

Fin qui, Gloria non ci ha pensato – invece, quando alla Villa comincia a venire un po’ di gente, è molto veloce a stringermi il bavaglio in modo che quello che dico diventi completamente inintelligibile e io (che già non posso chiamare amici a causa del blocco degli IM) non possa implorare una spintarella nemmeno dagli ospiti di passaggio. Riesco a farmi aiutare, nonostante tutto, dalla cara Novaline Randt e da due sue amiche, ma mi rendo conto che devo fare di più e comincio a fabbricare un cartello che dica qualcosa come “Per favore, attivate il gruppo e cliccate sulla porta”. Gloria si accorge subito che sto facendo qualcosa di strano, viene inquisitoria a chiedere “Che stai facendo?” e… beh, forse per sbaglio, forse per intuizione femminile, clicca sulle mie manette.

[2008/05/07 6:56]  Police handcuffs 1.13 (RW) (w/elbows) whispers: Sorry Gloria, you can’t manipulate WinthorpeFoghorn’s Police handcuffs 1.13 (RW) (w/elbows)
[2008/05/07 6:56]  Police handcuffs 1.13 (RW) (w/elbows) whispers: But magically Gloria grabs WinthorpeFoghorn’s key from Police handcuffs 1.13 (RW) (w/elbows)

A questo punto sono messa veramente male. Con le manette, Gloria può in qualsiasi momento spogliarmi, costringermi a sedermi su qualsiasi cosa (l’infinito, o il palo per la fustigazione o altro), bloccarmi l’inventario e mille altre cattiverie. Per non dire del fatto che oggi ho su anche il plugin Nasty e che, se scopre quello, sono veramente spacciata. Invece, la diversamente libera di Cielo mi fa tirare fuori dalla Machiavelli e si dedica a legarmi in bella vista davanti all’ingresso principale di Villa BDSM, in modo da offrirmi al ludibrio di tutti quelli che arrivano. Imbavagliata e con le mani e i gomiti bloccati dietro la schiena, io taccio. Ormai è evidente che tutto è perduto, e che apparterrò a questa fanciulla per molto, molto tempo.

Poi, dopo un lungo tempo passato, in silenzio, a subire le sue manovre con il guinzaglio, una sua frase mi fa balenare uno spiraglio di luce. Gloria sorride a Cielo e gli fa, testuale: “E se ti passassi le chiavi Padrone?” Drizzo le orecchie. Il mio nome troppo lungo non consente la funzione Give Keys e l’unico modo in cui Gloria potrebbe passare le chiavi a Cielo sarebbe di lasciarle sulle manette e aspettare che lui le raccolga. E forse, forse…

45699c13afc29b73346f14b76e16166c.jpg Accade tutto in pochi istanti, mentre il battito del mio cuore accelera all’improvviso. Cielo clicca le mie manette troppo presto:

[2008/05/07 8:24]  Police handcuffs 1.13 (RW) (w/elbows) whispers: Sorry Cielo, you can’t manipulate WinthorpeFoghorn’s Police handcuffs 1.13 (RW) (w/elbows)

Gloria molla le chiavi:

[2008/05/07 8:25]  Police handcuffs 1.13 (RW) (w/elbows) whispers: Gloria Oppewall has left WinthorpeFoghorn’s keys on her Police handcuffs 1.13 (RW) (w/elbows)…

Io le afferro velocissimamente:

[2008/05/07 8:25]  Police handcuffs 1.13 (RW) (w/elbows) whispers: WinthorpeFoghorn Zinnemann has taken WinthorpeFoghorn’s keys from her Police handcuffs 1.13 (RW) (w/elbows).

Cielo prova a impadronirsene ma arriva troppo tardi:

[2008/05/07 8:25]  Police handcuffs 1.13 (RW) (w/elbows) whispers: Sorry Cielo, you can’t manipulate WinthorpeFoghorn’s Police handcuffs 1.13 (RW) (w/elbows)
[2008/05/07 8:25]  WinthorpeFoghorn Zinnemann whispers: ah-ha!!!!

Nel frattempo, io sto freneticamente smanettando col plugin Friends per togliere a Gloria dalla lista degli autorizzati prima che lei riesca a recuperare le chiavi. E faccio appena in tempo:

[2008/05/07 8:26]  Police handcuffs 1.13 (RW) (w/elbows) whispers: Sorry Gloria, you can’t manipulate WinthorpeFoghorn’s Police handcuffs 1.13 (RW) (w/elbows)

Ce l’ho fatta, sono di nuovo padrona delle mie manette! Trionfante, anche se sono ancora imbavagliata, rimbecco la mia persecutrice bofonchiando: “La prima mossa sbagliata della giornata, Gloria”. Cielo subito scatta a difenderla: “Può succedere”, mentre lei mi indirizza un sorriso un po’ verde e commenta: “Mi piace il rischio”. Dentro di me penso: “Ah sì, cocca? Beh, lascia che riesca a togliermi anche ‘sto bavaglio e di rischio ne avrai quanto ne vuoi. Dovrai vivere sotto scorta. E Cielo dovrà per un po’ abituarsi a fare a meno della tua compagnia”.

(…)

d0bb5445d43acab20ffa4d8d37f4eaa9.jpg La delusione si rivela fatale, per il prosieguo dell’exploit domme di Gloria. Circa dieci minuti dopo aver recuperato le chiavi delle mie manette, la dolce diversamente libera non ha ancora pensato a legare il mio guinzaglio a qualcosa di sicuro, e quando mi scollego per andare a dormire rimango imbavagliata ma sostanzialmente libera di muovermi. Potrei teleportarmi via, ma non lo faccio per correttezza e rispetto del roleplaying. Passa una nottata e il mattino dopo, appena mi ricollego, inizio a darmi da fare per cercare di liberarmi. Ci vuole del tempo, ma l’esperienza del Bondage Ordeal e un po’ di fortuna mi vengono in aiuto. Così, quando Gloria torna finalmente online, a me manca una sola mossa per riuscire a sfilarmi quella maledetta pallina di gomma dalla bocca. Lei mi si avvicina, gioca col mio guinzaglio ma stavolta si fa distrarre da Cielo e non si ricorda di controllare il lucchetto. Così si trova a meno di un metro da me quando riesco a piazzare la mossa giusta e a sputare il bavaglio, dopo oltre otto ore effettive da quando Gloria mi aveva fregato, e recuperare le mie chiavi.

“Nooooooo”, grida la diversamente libera mentre io sorrido con cattiveria e soddisfazione. “Winth, sei terribile!”, mi dice sorridendo. Io le afferro il mento fra le mani e la guardo dritta negli occhi: “Oggi c’e’ qui Cielo a proteggerti, ma da ora in poi dovrai fare MOLTA attenzione”. Per me l’incubo è finito. Per Gloria deve ancora cominciare.

(Prossimamente: Real Restraints)